Perchè premiare Anacleto Angelini?
Lettera aperta del Forum permanente per la pace al Sindaco di Ferrara
Abbiamo fatto due scoperte nei giorni scorsi. La prima è l’esistenza di un Premio Città di Ferrara, diverso da quello che ogni anno Ferrara Terzo Mondo consegna ad illustri protagonisti della costruzione di una alternativa all’attuale sistema economico. La seconda è che questo premio sarà consegnato ad Anacleto Angelini, imprenditore di origine ferrarese che ha fatto fortuna in Cile.
Le motivazioni del Premio sinceramente ci sfuggono, a meno che non sia un merito sufficiente essere ferraresi e fare i soldi. Non ci possono sfuggire invece le condizioni nelle quali Angelini questi soldi ha fatto.
Fra le cose da segnalare, purtroppo, l’interesse del Gruppo di Angelini nei confronti delle Foreste del popolo Mapuche. Con lo zampino del dittatore cileno Augusto Pinochet , che nel 1974 promulga la legge 701: 300mila ettari, attribuiti dalla riforma agraria di Salvador Allende alle comunità indigene, vengono espropriati, comprati o concessi a imprese forestali o ad ex latifondisti della zona. Negli anni ’80 Angelini acquisisce il controllo delle Fabbriche di cellulosa Arauco e Constitucion in seguito alla privatizzazione voluta da Pinochet. Queste, con i 107 milioni di dollari di fatturato, rappresentano il 24% della quantità totale del legno mapuche esportato negli Usa, in Giappone, in Cina e in Corea del sud.
A farne le spese, come spesso capita, gli indigeni Mapuche che vedono progressivamente insidiata la loro identità culturale e la propria terra. Lo sfruttamento intensivo di quelle foreste da parte dei gruppi Matte-Larrain e Angelini provoca il lento ma inesorabile deterioramento del terreno (la Conaf riconosce che nella regione mapuche “il 75% dei suoli produttivi presenta diversi gradi di erosione, al 98% causata dall’azione umana”), mentre i lavoratori sono sottoposti a condizioni di lavoro prive delle minime garanzie sindacali.
Conosciamo l’impegno del Comune di Ferrara nel sostegno delle attività di solidarietà internazionale, fra le quali anche quelle nei confronti dei Mapuche stessi, e crediamo che l’assegnazione di questo premio sia in contraddizione con questo impegno.
Riteniamo che Ferrara, Città per la Pace, dovrebbe dedicare una onoreficienza come questo ai tanti ferraresi che lavorano per la costruzione di un mondo migliore.