• Vi ricordate l’allarme terrorismo?

    scritta bagnascoTutto partì da una scritta davanti alla cattedrale di San Lorenzo a Genova dopo le dichiarazioni di Mons. Bagnasco su pedofilia e unioni di fatto. Peraltro, visto il linguaggio in voga in questi giorni, era solo un civilissimo “Bagnasco Vergogna”. La cosa più incivile fu il fatto, davvero da condannare, che si era imbrattata la porta di una Chiesa monumentale, ma ovviamente scandalizzò il contenuto, non la forma. Improvvisamente saltarono poi fuori scritte, pallottole, frecce a 5 punte. Come al solito in Italia, con precisione più svizzera che italiana. E immediatamente l’emergenza terrorismo risaltò fuori, con addirittura una “grande vecchia”, Nadia Desdemona Lioce, allora ed ancora adesso in carcere, ma subito indagata dopo il ritrovamento di una busta in cui ci sarebbero state comunicazioni, in codice, per un piano contro Monsignor Bagnasco. Ora quest’Ansa ci da conto dell’incidente probatorio. Solo io vedo un lato tragicomico della situazione?

    (ANSA) – ROMA, 18 set – Faceva parte di materiale di divulgazione, appartenente ad una associazione religiosa di Firenze, la busta da lettera bianca sequestrata nella cella, nel carcere dell’Aquila, della brigatista Nadia Desdemona Lioce, sospettata di essere tra i mandanti delle minacce al presidente della Cei, Angelo Bagnasco. E’ quanto ha confermato, nel corso dell’incidente probatorio svoltosi nel Tribunale dell’Aquila, il perito calligrafico nominato dal gip Giansaverio Cappa, nell’ambito dell’indagine della procura abruzzese. La procura dell’Aquila dispose nell’aprile scorso il sequestro della busta trovata dalla polizia penitenziaria nella cella della Lioce. Ad insospettire gli investigatori erano stati pezzi di frasi impressi sulla parte superiore della busta, quella che si ripiega per la chiusura, che recitano su due righe: …ne do…asco.. ne…’ e poi ‘religios….’. In realta’ la frase completa era: ‘Associazione Don Vasco Nencioni per la ricerca religiosa‘. Un pacco di tali buste sarebbe stato distribuito da un volontario due anni fa alle detenute del carcere di Sollicciano, lo stesso penitenziario dove era rinchiusa allora Nadia Desdemona Lioce.

    PS: conoscendo i miei polli, esprimo in anticipo (anche se in ritardo sui fatti) la solidarietà a Monsignor Bagnasco per le minacce ricevute, anche se rivendico di non essere d’accordo con lui e riguardo alla detenuta Lioce chiarisco che non mi sta certo simpatica e che nulla giustifica la lotta armata intrapresa dalle BR.

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