Conati di vomito
Da Metilaparaben:
Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare che ha indagato sul caso Cucchi:
Si tratta di qualcosa di drammatico, il fatto che Cucchi ha subito dei traumi senza i quali non si sarebbe in qualche modo avviata la sequenza di eventi che ha determinato il ricovero, il suo rifiutare cibo e acqua, e il determinarsi di quella condizione clinica che ha portato al decesso.
Dagli atti della Commissione:
Quando è stato soccorso, «intorno alle 6:05 del 22 ottobre», Stefano Cucchi mostrava «una rigidità dei muscoli del collo e una incipiente rigidità dell’articolazione temporo-mandibolare», segni «di un incipiente rigor mortis» che «secondo l’esperienza comune, si manifestano nel corso di due o tre ore rispetto al momento in cui il soggetto è morto. Pertanto pensiamo che il paziente fu rianimato per precauzione e non perchè ancora vivo e che probabilmente la sua morte si deve a due o tre ore prima» e «probabilmente anche il medico che amministrava queste misure sapeva già che il paziente era morto e da tempo».
In estrema sintesi: prima pestato a sangue, poi rianimato per finta quando i medici sapevano già che era morto.
Abbiate pazienza, mi viene da vomitare.