• dov’è lo Stato in questo Paese?

    Kwane sembra averne abbastanza. Si allontana come per andarsene. Si ferma, come paralizzato, dopo qualche metro. Ritorna indietro e non si vergogna a farsi vedere in lacrime: “Non è giusto, siamo brava gente. Anche la nostra vita dovrebbe avere un valore. Quando uccisero quella signora a Roma, subito trovarono il rumeno assassino. Accadrà anche per noi, per i nostri amici innocenti? No, che non accadrà. Perché noi siamo negri e la nostra vita non vale quella di un italiano, nemmeno quella di un italiano assassino. Siamo noi – non i bianchi di qui, non gli italiani che accettano di vivere con quella gente armata – siamo noi a chiedere: dov’è lo Stato in questo Paese? Perché non fa il suo mestiere? Perché per avere il rinnovo di un permesso di soggiorno si deve attendere due anni? Perché nel cantiere dove lavoro non ho alcun diritto? Perché degli assassini possono andarsene in giro liberi e nessuno li cerca davvero? Perché per dormire in un tugurio devo pagare quanto, uno di voi, un appartamento vero?”.

    Dal reportage di Giuseppe d’Avanzo su Repubblica.

1 Comment

  1. Pedro says: 22 Settembre 2008 at 21:49

    I post senza commenti mi hanno sempre messo tristezza e insinuano nella mia mente l’impressione che gli argomenti trattati non interessino. Io sono un commentatore abituale di questo blog e non voglio dare l’impressione che questo stralcio di articolo (e di rimando l’articolo intero su Repubblica) non mi sfiori minimamente.

    Sono semplicemente in imbarazzo perché qualsiasi cosa che mi venga da scrivere mi suona come vuota e retorica.

    La mia solidarietà a chi soffre per questo fatto schifoso: è il minimo che possa dire e allo stesso tempo il massimo che si possa concedere ad un’esponente di questo stato falso e menefreghista appoggiato dal popolo silente di cui sono parte.

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