• Essere o non essere, questo è il problema…

    Da leonardo

    Da leonardo

    Essere o non essere, questo è il problema. È forse più nobile soffrire, nell’intimo del proprio spirito, le pietre e i dardi scagliati dall’oltraggiosa fortuna, o imbracciar l’armi, invece, contro il mare delle afflizioni, e, combattendo contro di esse metter loro una fine? Morire, dormire. Nient’altro. E con quel sonno poter calmare i dolorosi battiti del cuore, e le mille offese naturali di cui è erede la carne! Quest’è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire, dormire

    (William Shakespeare – Amleto – atto III, scena I)

    Quale partito vuol essere il PD? Si chiede Marcello Saponaro, all’interno di un dibattito molto vario sui blog d’Italia.

    Io ho la sensazione che il PD (almeno i suoi vertici) non voglia essere un partito. Quelle vecchie formule (magari anche stantie, ma democratiche) che prevedono assemblee, congressi, organi eletti. Il modello Forza Italia è troppo attraente e facile, ma allo stesso tempo è di difficile applicazione a strutture che mantengono qualche anticorpo della vecchia forma partito. Da qui l’incapacità di schierarsi, ovvero l’infinita paura di perder pezzi.

    L’immagine è da leonardo (omonimo) via lele. Mentre Alessandro Robecchi ci va giù duro, sul Manifesto di oggi:

    E’ giusto staccare spina? E’ giusto interrompere l’alimentazione forzata a un organismo in coma vegetativo che non riesce a prendere nessuna decisione autonoma? Bisogna porsi seriamente queste domande per affrontare il tristissimo caso di Walter Veltroni.
    Se mancava un tassello alla comprensione del fenomeno da parte dei suoi pur numerosi elettori, l’astensione del Pd sul conflitto di attribuzione e, in ultima analisi, sul caso di Eluana Englaro lo ha fornito. Così chiaro e così limpido che dai giornali amici ai blog lo sconcerto degli elettori è palpabile, a tratti feroce. E’ vero che il segretario del Pd non ha lasciato un testamento biologico, ma molti testamenti spirituali sì. I Kennedy (wow!). Obama (yes!). La passione per le battaglie civili, si può fare, I care, tutte cose che ripetute ossessivamente, sospese tra la retorica un po’ beat dell’altra America e la speranza fantascientifica di un’altra Italia. La leadership veltroniana nasceva sull’onda di un discreto fascino decisionista. Via la sinistra e i comunisti cattivi, via Mastella, via Dini (c’era pure la canzoncina), finalmente le mani libere! Doveva essere il valore aggiunto del Pd: noi da soli, senza forze esterne che ci condizionino, senza gente che ci tira di qui e di là. Ora, passati cento giorni, il caso Englaro permette di tirare un po’ di somme: finalmente c’è una battaglia civile sul tavolo, un argomento denso per spessore, vivo e urgente, tanto “civile” da toccare potenzialmente la vita di tutti noi. E cosa fa il partito che ha corso da solo per non farsi influenzare da nessuno? Scappa e si astiene. Essendo in netta contrapposizione la componente laica e quella cattolica all’interno del partito, si è deciso di non decidere. Le mani libere servono sì, ma solo per alzarle in segno di resa. In assenza dei comunisti cattivi, le mani libere le legano la Binetti, Rutelli, i teo-dem. Ora, il dibattito è ancora più attuale e gli elettori del Pd se lo chiedono: staccare la spina? Interrompere l’alimentazione forzata? Porre fine all’agonia? Che dite, si può fare?

    Trovate commenti anche di: Luca De Biase, Piovono Rane, Aioros, Alessandra Mantellini, Polvere e tanti altri.

    PS: perchè non paia io un po’ troppo strabico dirò che anche i Verdi fanno fatica a darsi regole democratiche dopo la disastrosa Costituente di Chianciano del 2000 e relativa deriva pecorariana. La neoportavoce (già Presidente) non comprende la differenza fra il suo ruolo oggi e quello di 8 anni fa. Allora era l’inconstrastata Presidente sostenuta dalle tessere di Pecoraro Scanio, oggi è la Portavoce di un partito che vorrebbe togliersi dal groppone quell’ingombrante e fallimentare esperienza. Almeno a parole. Ma evidentemente manca la volontà. Anche a parole…

2 Comments

  1. Carlotta says: 21 Gennaio 2014 at 11:37

    Bellissimo il monologo citato, è la traduzione migliore che possa esistere dell’Amleto… di superba bellezza eterna… come lui, Shakespeare. 😉

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  1. Accanimento velenifero, sui Verdi ( politica verdi ) - Il blog di Marcello Saponaro

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