Diritti buttati nel cesso.
Scusate se insisto, non vorrei sembrare un difensore ad oltranza della “casta” di quei bighelloni e fannulloni dei dipendenti pubblici, ma la “decurtazione dello stipendio per i primi dieci giorni di assenza in caso di malattie e permessi” non suona più o meno come lo sciacquone tirato mentre si butta nel cesso una pagina dello Statuto dei Lavoratori?
Da Repubblica.it.
Circolare del ministro della Funzione pubblica contro l’assenteismo nella Pa
Prevista anche la decurtazione dello stipendio per i primi dieci giorni di assenzaBrunetta: “Visita fiscale dopo un giorno di malattia”
I contratti collettivi dovranno stabilire un monte ore massimo per i permessi retribuiti
ROMA – Non si ferma la campagna del ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta contro l’assenteismo nella pubblica amministrazione. Dopo aver messo online le assenze dei dipendenti per motivi sindacali, arriva il nuovo regime delle assenze per malattia. Tra le novità per gli statali “fannulloni”, contenute in una circolare firmata oggi, l’obbligo di visita medica anche per un giorno di malattia e la decurtazione dello stipendio per i primi dieci giorni di assenza in caso di malattie e permessi. Il provvedimento è retroattivo, perché si applica alle assenze “a decorrere” dal 26 giugno scorso.
“Le amministrazioni dovranno inoltrare obbligatoriamente la richiesta di visita fiscale anche nel caso di assenza per un solo giorno”, si legge nel documento. Dove si spiega che “la decurtazione della retribuzione viene applicata ad ogni evento di malattia, a prescindere dalla durata, e riguarda i primi dieci giorni di assenza”.
Vengono dettate anche le modalità di certificazione. “Il terzo evento di malattia nell’anno solare e le assenze superiori a dieci giorni – si specifica – debbono essere giustificati con la presentazione all’amministrazione di un certificato medico rilasciato dalle strutture sanitarie pubbliche o dai medici convenzionati, in quanto parte del Sistema sanitario nazionale”.
Inoltre, il provvedimento voluto da Brunetta stabilisce anche che i contratti collettivi dovranno quantificare i permessi retribuiti dei dipendenti stabilendo sempre un monte ore massimo. E questo per evitare che i permessi siano chiesti e fruiti nelle giornate in cui si dovrebbe recuperare l’orario. Verrà quindi calcolata l’incidenza dell’assenza sul monte ore prendendo in considerazione l’orario che il lavoratore avrebbe dovuto fare nella giornata di assenza.