Vacatio legis e Costituzione (manovra agostana/2)
Bisogna fare delle distinzioni, ribatte Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo: «Solo trasporti, ambiente e servizio idrico» sono direttamente liberalizzati. Anche l’acqua, dopo il referendum? «Per come è stato propagandato il referendum si chiedeva di scegliere: acqua pubblica sì o no. In realtà – risponde Saglia – abrogando l’articolo 23 bis si è creata una vacatio legis . Ma c’è confusione, liberalizzare non vuol dire cedere ai privati».
Dietro alla “vacatio legis” si nasconde l’ennesimo imbroglio governativo. Il senso del referendum era chiarissimo, e andava oltre il puro articolato, e per fortuna la Corte Costituzionale di solito vigila su queste cose.
Di certo poi l’attacco all’articolo 41 della Costituzione, quello che recita fra l’altro che l’attività d’impresa, pur libera, “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” è un tentativo di farci ancora bere il veleno della supremazia del mercato, quando ormai quel veleno sta uccidendo lo stesso “animale” da cui proviene.
Anche per questo ho aderito all’appello lanciato dai giuristi promotori dei due referendum sull’acqua pubblica. Fatelo anche voi!