Chi di skunk ferisce di alcol perisce
Il dibattito (inglese ed italiano) sulla “supercannabis” è stato capace di raggiungere livelli di superficialità ed ignoranza splendidamente irraggiungibili. L’Independent, e sulla sua scia metà del mondo politico italiano, si è scagliato contro la Skunk, terribile e “nuovissima” varietà di canapa, capace di essere 25 volte più potente della canapa cara agli hippy. Al di là del fatto che la Skunk è una varietà ibrida di canapa conosciuta da più o meno un quarto di secolo (ed abbondantemente fumata da decenni in tutto il mondo) la cosa che fa più sorridere è il rapporto sulla potenza. Se parametrata al contenuto di thc presente nell’erba “normale” avremmo un prodotto che sfidando tutte le leggi della fisica e della chimica conterrebbe il 250% di THC. Vi preghiamo, mandatecene un campione! Per fortuna ci ha pensato il Lancet a metter le cose in chiaro.
Altro geniale filone del proibizionismo nostrano si è rilevata la drugtestmania. L’ultimo arrivato è Amato che ha fatto una proposta un po’ idiota (l’ha detto lui!): antidoping a scuola e penalizzazione sui crediti scolastici per i positivi. Peccato che le ricerche statunitensi rivelino che oltre che inutili e costosi, i test sugli studenti sono pure dannosi. Ne scrive Grazia Zuffa su Fuoriluogo.it.