Prima di informare sulla legge sulle droghe An si informi sulle sostanze.
E’ curioso leggere sul giornale la notizia che An ha deciso di avviare una campagna per informare sulla proposta di legge Fini sulle droghe. Chissà se si viene informati anche sul suo iter e sul perchè (tutte) le regioni italiane non ne vogliono sapere di quella legge. Ma il punto, purtroppo, è un altro: ci piacerebbe infatti sapere se, quando i nazionalalleati parlano di “unificazione” di tabelle e di sostanze non più leggere o pesanti ma semplicemente (e con una rozzezza di stampo leghista) “droghe” sappiano in realtà di cosa stiano parlando. Chissà se si sono mai posti il problema degli effetti – diversi, ci dispiace per il loro impianto legislativo, ma questa è la realtà – che le sostanze illegali e legali provocano sulle persone. (segue)
E’ curioso leggere sul giornale la notizia che An ha deciso di avviare una campagna per informare sulla proposta di legge Fini sulle droghe. Chissà se si viene informati anche sul suo iter e sul perchè (tutte) le regioni italiane non ne vogliono sapere di quella legge. Ma il punto, purtroppo, è un altro: ci piacerebbe infatti sapere se, quando i nazionalalleati parlano di “unificazione” di tabelle e di sostanze non più leggere o pesanti ma semplicemente (e con una rozzezza di stampo leghista) “droghe” sappiano in realtà di cosa stiano parlando. Chissà se si sono mai posti il problema degli effetti – diversi, ci dispiace per il loro impianto legislativo, ma questa è la realtà – che le sostanze illegali e legali provocano sulle persone.
Prendiamo ad esempio la marijuana, sostanza illegale secondo la legislazione italiana. In fondo la crociata di Fini è soprattutto verso questi consumatori, stimati in Italia in diversi milioni. Innanzitutto potrebbe essere utile far sapere che si tratta di una semplice pianta, di cui Ferrara nei primi del ‘900 – i nostri nonni se lo ricordano bene – era seconda provincia produttrice in Italia e non caso da alcuni anni è qui ripartita la coltivazione per uso tessile. La marijuana non provoca tolleranza, non ha nella pratica una dose mortale (si parla di 1:20.000, e l’assunzione della sostanza dovrebbe essere contemporanea), non sono documentate in letteratura scientifica morti o crisi d’astinenza. Per quanto riguarda la dipendenza il più importante tossicologo italiano Gian Luigi Gessa dopo aver somministrato dosi da cavallo di THC sintetico (e più potente) a topi di laboratorio la inserisce all’ultimo posto in una tabella che vede la nicotina al primo per pericolosità; del resto continua ad esserci un ricco dibattito scientifico su come esista o meno dipendenza da THC e come essa rimanga una dipendenza psicologica. Tocca ricordare a questo punto che l’alcol, sostanza legale, oltre a provocare tolleranza, crisi d’astinenza e morte per overdose, provoca 30.000 morti l’anno (stime Ministero della Sanità). In effetti AN, ignorando la scienza e affogando tutto nella nebbia della demagogia, nega l’unica possibilità di prevenire gli abusi di sostanze (dall’alcol all’eroina): l’informazione sugli effetti – che ci dispiace ancora per AN, ma restano diversi da sostanza a sostanza nonostante la loro legge – e la riduzione del danno per chi si trova a vivere in una situazione di uso problematico.
Ora, la cosa vera su cui informeranno i nazionalalleati è che si colpirà anche il consumo e che si è “finalmente” deciso un limite di distinzione fra sanzioni penali e amministrative. Peccato che nel deciderlo si siano dimenticati di un referendum di solo 10 anni fa che cancellava il reato del consumo. Con la loro legge la cosa vera che si introduce è l’indistinzione fra spaccio e consumo. Infatti l’ufficio legislativo del Vice Presidente del Consiglio (o chi per loro) re-introducendo il concetto di dose massima consentita – a causa della quale nel ’90 sono morti suicidi in carcere numerosi ragazzi – rende automaticamente perseguito per spaccio un consumatore che si trovi in possesso di più di 250mg di THC (500mg per la cocaina). Ovvero chiunque si trovi in possesso di più di 2/3 “canne” rischia la galera da 6 a 20 anni perchè, unificando le tabelle, hanno anche allineato le pene al massimo stabilito dalla legge in vigore, indipendentemente dal fatto che sia per suo consumo o per reale spaccio. Tanto per fare qualche confronto assolutamente fuoriluogo (per i consumatori di marijuana) ricordiamo che il reato di associazione mafiosa prevede una pena massima di 15 anni, mentre la violenza carnale massimo 10 anni.
Ieri a Roma si è svolta una grande manifestazione contro la legge Fini e per una nuova legge sulle sostanze che depenalizzi completamente il consumo e che rinforzi le politiche di riduzione del danno. AN sostiene che chi era li “ha aiutato gli spacciatori”. Chissà… Viene solo in mente che chi proprio per evitare di acquistare dalle narcomafie si coltiverà in casa la propria piantina per il consumo personale (e molti di questi erano a Roma ieri) andrà ad infoltire le schiere dei detenuti per la legge sulla droga (che già oggi ammontano al 40% della popolazione carceraria), mentre gli spacciatori continueranno a girare in mercedes come Al Capone girava su Ford T al tempo del proibizionismo sugli alcolici negli USA. Ma in fondo è storia: il proibizionismo uccide i corpi per salvare le anime…
Leonardo Fiorentini
Segreteria provinciale Federazione dei Verdi