1 gennaio 2017. Il Ponte c’è?
Questo post è stato scritto il 28 giugno 2010.
Qui sotto, youtube permettendo, dovrebbe esserci l’estratto di una puntata di Report sui fondi FAS nella quale il Ministro Matteoli, glissando sulla presenza di un progetto definitivo del Ponte, asserisce con certezza:
Il Ponte sarà consegnato ai cittadini il 1 gennaio 2017
http://www.youtube.com/watch?v=UV2UA0u01BM
Cari cittadini, il Ponte ve l’hanno consegnato?
Il nuovo disordine mondiale
CONFERENZA STAMPA
IL NUOVO DISORDINE MONDIALE
Rapporto sui diritti globali 2015
Roma, martedì 17 novembre, ore 11.00
CGIL nazionale, Sala Simone Weil, Corso d’Italia 25
Il Rapporto è a cura di Associazione Società Informazione Onlus, promosso da Cgil con la partecipazione di ActionAid | Antigone | Arci | Cnca | Fondazione Basso-Sezione Internazionale | Forum Ambientalista | Gruppo Abele | Legambiente
partecipano
Danilo Barbi, segretario nazionale Cgil
Paola Bevere, presidente Antigone Lazio
Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci
Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente Gruppo Abele
Marco De Ponte, segretario generale ActionAid Italia
Maurizio Gubbiotti, coordinatore nazionale Legambiente
Ciro Pesacane, segretario nazionale Forum Ambientalista
Sergio Segio, curatore del Rapporto, direttore di Associazione Società Informazione
Gianni Tognoni, Fondazione Basso – segretario generale Tribunale permanente dei popoli
Don Armando Zappolini, presidente Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
Un mondo senza rifugi
Nel tempo della globalizzazione neoliberista e della crisi strutturale il mondo appare senza più rifugi: né dalle turbolenze dei mercati, come si vede dalle difficoltà crescenti che colpiscono anche la Cina e i BRICS; né dalla destabilizzazione geopolitica, come dimostrano il proliferare dei conflitti territoriali e la nuova guerra fredda che si intreccia agli scenari, vecchi e nuovi, propriamente bellici; né dalla “obsolescenza programmata” dei sistemi di welfare, a partire dal modello sociale europeo da tempo sotto attacco, e delle forme e strutture democratiche di governo; né, infine, dagli effetti delle guerre e delle diseguaglianze, che nel 2015 si sono tradotti in un vero e proprio esodo, di fronte al quale l’Europa e le sue istituzioni si sono mostrate in tutta la fragilità, divisione, impotenza e coazione a riproporre la strada fallimentare e disumana della Fortezza.
Un esodo che, a inizio novembre 2015, ha già prodotto, nel solo Mediterraneo, oltre 3400 vittime, tra le quali un numero crescente di bambini. Nel settembre scorso, l’immagine del piccolo bimbo Alan Kurdi, in fuga con la sua famiglia dalla guerra in Siria, annegato e riverso su una spiaggia turca, ha commosso il mondo solo per un breve istante. Tanti come lui sono morti dopo e continuano a morire senza lasciare traccia, senza destare scandalo e ripensamenti nelle politiche globali e nella chiusura delle frontiere.
Il numero delle persone sradicate, sfollati interni o rifugiati, è arrivato a 59 milioni e mezzo di persone; un numero cresciuto, solo nel 2014, di oltre 8 milioni, la cifra più elevata dalla Seconda guerra mondiale. La pressione migratoria che ha messo in questi mesi in difficoltà l’Europa è, peraltro, solo una piccola parte di quella dolente massa umana, giacché il peso principale viene sostenuto dai paesi cosiddetti in via di sviluppo, che accolgono ben l’86% dei 19 milioni e mezzo di rifugiati.
Eppure, il 2015 è stato l’anno dei nuovi muri, delle barriere di filo spinato erette nel cuore del continente europeo, a tentare di isolare il contagio dai dannati della terra, cui è dedicato uno dei Focus del Rapporto sui diritti globali 2015.
La guerra contro i poveri
La “lotta di classe dall’alto” nell’ultimo anno, in diverse aree geografiche, ha preso la forma di una guerra contro i poveri e di un divorzio progressivo tra capitalismo globale e democrazia.
Secondo le statistiche europee, nell’Unione vi sono 122,6 milioni di persone a rischio di povertà ed esclusione, vale a dire quasi un europeo su quattro; all’inizio della crisi erano 116 milioni. Alcuni Stati membri hanno percentuali ancor più drammatiche, come la Bulgaria (48%), la Romania (40,4%), la Grecia (35,7%), l’Ungheria (33,5%); a fronte di percentuali tra il 15 e il 16% di Paesi come Svezia, Finlandia, Olanda e Repubblica Ceca. L’Italia registra il 28,4%, dato dunque superiore alla media europea, per un totale di 17 milioni e 330mila persone.
A fronte di questo drammatico ed eloquente quadro, nel quadriennio 2008-2012 – complessivamente, sebbene in modo molto differenziato tra i diversi Stati membri – l’Europa ha disinvestito nel welfare, in ossequio agli imperativi dell’austerità e del Fiscal compact, con un taglio sulla spesa sociale europea per un ammontare totale di circa 230 miliardi di euro.
Disinvestire nel welfare ha, tra gli altri, anche l’esito di distribuire i rischi di impoverimento in modo selettivo e diseguale, gravando soprattutto sui più deboli, e questo è uno dei meccanismi che porta a condizioni di povertà stabili, prolungate e difficilmente reversibili. Anziché essere contrastata, insomma, la crescente povertà – che riguarda sempre più anche chi possiede un lavoro e un reddito – viene perpetuata, diviene una condizione non transitoria, una sorta di buco nero sociale dove le povertà diventano a bassissima reversibilità, nel quale è sempre più facile scivolare e da cui è, e sarà, praticamente impossibile uscire.
Sempre più la povertà, specie se estrema, nelle risposte istituzionali, ma anche nel senso comune, è vista e trattata come crimine, anziché come situazione necessitante sostegno. Un processo, presente da tempo negli Stati Uniti, che sta andando avanti in modo deciso in tutta Europa, a livello legislativo, amministrativo, del governo delle città, mediatico. Alla criminalizzazione della povertà è dedicato un altro dei Focus del 13° Rapporto sui diritti globali.
L’oscena piramide della diseguaglianza
Anche nell’ultimo anno, le politiche seguite non sono andate nel verso di sostenere le parti sociali più deboli e il lavoro e nel ridurre le diseguaglianze, ma, all’opposto, hanno premiato i responsabili della crisi stessa, vale a dire la grande finanza.
Dal 2007 le Banche centrali di tutto il mondo hanno aumentato la quantità di moneta da 35 mila miliardi di dollari a 59 mila miliardi. Un mare di liquidità che ha inebriato i mercati finanziari, ma non è “sgocciolato” a sostenere l’economia precaria delle famiglie e delle piccole imprese, mentre è continuata la sciagurata politica dell’austerity, oltre ogni evidenza dei suoi effetti devastanti e deprimenti e pur in presenza delle tardive perplessità del Fondo monetario. Una politica che, nel corso del 2015, ha manifestato appieno la propria valenza simbolica, disciplinante e intimidatoria nel caso della Grecia, il cui popolo e il cui legittimo governo sono stati piegati da un pesante e stringente ricatto, come viene ampiamente analizzato nel Focus del primo capitolo del nuovo Rapporto sui diritti globali.
Un anno di rialzi in borsa e di grande euforia finanziaria ha visto il contrappasso di un’altrettanto grande depressione economica e sociale. La crisi è così diventata strumento di governo e moltiplicatrice dell’instabilità. E di ingiustizia sociale. Come mostrano indiscutibilmente i numeri e studi internazionali. La ricchezza delle 80 persone più facoltose al mondo è raddoppiata in termini nominali tra il 2009 e il 2014, mentre la ricchezza del 50% più povero della popolazione nel 2014 è inferiore a quella posseduta nel 2009. Ottanta super-ricchi possiedono la medesima quantità di ricchezza del 50 per cento più povero della popolazione mondiale, 3 miliardi e mezzo di persone. E ancora: nel 2010 le 80 persone più ricche al mondo godevano (è il caso di dirlo) di una ricchezza netta di 1300 miliardi di dollari. Nel 2014 la loro ricchezza complessiva posseduta era salita a 1900 miliardi di dollari, dunque una crescita di 600 miliardi di dollari, quasi il 50 per cento in più in soli quattro anni.
Il cibo come palcoscenico oppure come diritto
Il titolo scelto per l’Expo 2015 ha posto il tema del cibo all’attenzione mondiale. Ma ha sostanzialmente eluso la riflessione e l’analisi sul modello attuale della produzione e consumo alimentare e sui rischi futuri, accentuati dai trattati commerciali in corso, orientati agli interessi delle grandi corporation e favoriti dal grande investimento che viene fatto per promuovere il lobbismo, a tutto danno della correttezza e trasparenza delle decisioni politiche e dei diritti di cittadini e consumatori. Basti dire che nel 2013, solo negli USA, il settore finanziario ha speso oltre 400 milioni di dollari per fare lobby, mentre nell’Unione Europea la cifra stimata è di 150 milioni di dollari.
Sulla questione alimentare, infatti, si confrontano, anzi si scontrano, due paradigmi: l’agricoltura delle multinazionali, che si appropriano di intere regioni mondiali e le avvelenano con uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti, cercando di imporre ovunque anche gli Organismi Geneticamente Modificati, e quella dei piccoli contadini, che coltivano nel rispetto dell’ecosistema e delle biodiversità. L’agricoltura industriale, pur producendo solo il 30% del cibo consumato a livello mondiale, viceversa, è responsabile del 75% del danno biologico a carico del pianeta, compresa l’emissione, attraverso l’impiego di combustibili fossili, del 40 per cento dei gas serra, causa di quel riscaldamento climatico che sta devastando e desertificando i territori e pregiudicando il futuro del pianeta e delle prossime generazioni.
Anche quella per il cibo, e per l’acqua, insomma, è diventata una forma di guerra contro interi popoli e i poveri delle aree geografiche vittime di forme, vecchie e nuove, di colonialismo; come anche il cosiddetto land grabbing, il crescente fenomeno di accaparramento delle terre. Popoli e poveri la cui qualità di vita e la stessa sopravvivenza sono compromesse da logiche unicamente orientate al massimo profitto e alla speculazione finanziaria.
Logiche che, tuttavia, non riguardano e colpiscono più solo i Sud del mondo, ma gli stessi paesi industrializzati e, in primis, l’Europa, al centro ai grandi interessi soggiacenti al Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), il Trattato commerciale di libero scambio le cui trattative segrete sono in corso tra Stati Uniti e Unione Europea, cui è dedicato un altro del Focus del Rapporto sui diritti globali 2015.
Maggiori info su www.dirittiglobali.it

Trivellazioni, Pd, Sel e Fc: “Rischi più alti dei risultati”
Trivellazioni, Pd, Sel e Fc: “Rischi più alti dei risultati”
Preoccupazione del consiglio comunale per la ricerca di idrocarburi e per il rigassificatore di Porto Levante
Da Estense.com
OLe trivellazioni sono un tipico caso in cui il gioco non vale la candela. Un’espressione che potrebbe benissimo spiegare la posizione del consiglio comunale su questa tematica: la ricerca, la coltivazione e lo sfruttamento di idrocarburi nel territorio provinciale, non valgono il rischio ambientale ed economico che queste attività possono provocare in un territorio soggetto a fenomeni di subsidenza conclamata. Così i gruppi Pd, Sel e Ferrara Concreta tornano all’attacco contro le trivellazioni, presentando un ordine del giorno sulla ripresa delle ricerche esplorative e sullo sfruttamento di idrocarburi, firmato da ben 17 consiglieri comunali.
“Con questo odg – annuncia il segretario comunale Pd Renato Finco – ribadiamo la posizione già assunta sia dal Comune di Ferrara, sia dal Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, di forte preoccupazione e contrarietà rispetto a queste attività. Una posizione già espressa nell’ottobre dello scorso anno – ricorda Finco – quando il consiglio comunale aveva richiesto la modifica dell’articolo 38 dello Sblocca Italia. L’articolo in questione riporta in capo ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico il potere decisorio sulle autorizzazioni ambientali e vincola le concessioni in terra a generiche intese con le regioni interessate, esautorando di fatto la pianificazione locale e regionale, e riducendo i tempi di consultazione e di decisione sui territori”.
Se l’ordine del giorno sollecita la Regione a prendere una posizione in merito, l’invito è esteso anche per quanto riguarda il rigassificatore di Porto Levante. “Chiediamo all’Emilia Romagna di farsi portavoce in Veneto – prosegue il segretario comunale del Pd – per chiedere una modifica di queste attività che non solo producono un impatto sull’attività piscatoria della nostra provincia, ma anche sull’intero ecosistema marino dell’Alto Adriatico. Siamo fortemente preoccupati che l’infrastruttura rodigina per la ricezione, lo stoccaggio e la rigassificazione del gas naturale liquefatto – spiega Finco – comporti uno stress della fauna ittica della nostra costa, che si sta impoverendo”.
“Le politiche energetiche che vorremmo adottare sono diverse, fondate sull’utilizzo di risorse rinnovabili” dichiara il consigliere comunale di Sel Leonardo Fiorentini, secondo cui la via da seguire è quella intrapresa con il Paes, il piano d’azione per l’energia sostenibile firmato dal Patto dei Sindaci. “Andare a raschiare il barile, rischiando che cada su se stesso, per cercare un materiale ormai raro e che provoca effetti sul clima – conclude Fiorentini riferendosi all’estrazione degli idrocarburi – è antistorico”. “Il fatto che lo studio di Assomineraria e Confindustria metta in evidenza che le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi non hanno avuto né hanno alcuna relazione con gli eventi sismici – commenta a sua volta il consigliere comunale di Ferrara Concreta, Alberto Bova – non ci tranquillizza proprio per niente, anzi non affronta il problema nella giusta ottica”.
“Anche se non c’è una correlazione diretta tra trivellazioni e terremoto – chiosa Bova -, anche solo il rischio dovrebbe astenerci da continuare con questo tipo di ricerche. Lo stop alle trivellazioni è necessario per fare l’interesse della comunità e dell’ambiente ferrarese: i rischi sono infatti maggiori del risultati in un’area, quella della pianura ferrarese, caratterizzata da fenomeni di subsidenza che generano e acuiscono criticità territoriali”.
Usate il fosforo nel vostro cervello
“In altre parole, se non cambiamo l’agricoltura intensa industriale immediatamente in un’agricoltura ciclica con quasi totale recupero del fosforo la popolazione mondiale potrà subire costrizioni per mancanza di cibo in meno di 15 anni.”
Tralascio il resto, tecnicamente ben spiegato sul blog Osservamondo.
Mi pare significativo sottolineare questo: mentre noi stiamo qui a pensare di bucherellare il nostro territorio alla ricerca di combustibili fossili, il modello di agricoltura industriale sta per finire a causa della mancanza di fosforo.
Per cui, o i decisori politici si rassegnano a usare quel poco di fosforo rimasto nelle loro teste, oppure andiamo incontro, nel 2027 ad una crisi alimentare globale.
L’agricoltura è nata ciclica. Può tornare ad esserlo.
L’orsa daniza, il raccoglitore di funghi e la crudeltà umana
Trovo davvero un tristissimo indice della pochezza umana la decisione della provincia di Trento di procedere alla cattura (e l’uccisione in caso di resistenza) dell’orsa rea di aver reagito alla presenza inopportuna di un raccoglitore di funghi mentre era in giro con i propri cuccioli che ha preferito nascondersi dietro un albero al posto che allontanarsi in sicurezza.
La crudeltà degli uomini non ha pari su questa terra.
Basta costruire, solo ristrutturare
“Abbiamo costruito troppo, abbiamo costruito male, abbiamo costruito dappertutto. Dobbiamo cambiare, dalla costruzione sul vuoto alla ristrutturazione”
Se la frase “rivoluzionaria” viene oggi pronunciata da un bocconiano di ferro, ti viene da pensare che quando lo dicevi tu 10 anni fa venivi preso per folle.
Poi però guardi i fiumi che esondano, le campagne allagate e conti i morti. E allora l’unico pensiero è: facciamolo.
Sì facciamolo, se avete il coraggio. No copyright, nessun “ve l’avevo detto”, ma, diamine, facciamolo.
Basta costruire, solo ristrutturare.
15 novembre: ecoLEGGO
ecoLEGGO
Cena di autofinanziamento e (mezza)maratona di letture
Giovedì 15 novembre 2012
ore 20.00
Cafè de la Paix
(P.tta Corelli a Ferrara)
costo della cena 30 euro
info e prenotazioni (entro il 10 novembre)
347/9483330 – ferrara@ecologistiecivici.ferrara.it
Gli “Ecologisti e reti civiche-verdi europei” organizzano una (mezza)maratona di lettura a carattere ambientale come iniziativa di autofinanziamento.
ecoLEGGO questo il titolo della serata che si svolgerà giovedì 15 novembre a partire dalle ore 20.00 presso il Cafè de la Paix in piazzetta Corelli, a Ferrara.
Ogni partecipante leggerà il proprio brano scelto da saggi, romanzi, articoli che abbiano come tema l’ambiente, durante una cena a menù fisso. Costo della cena 30 euro, vino a volontà.
Chiuderà la maratona la lettura di Fabio Mangolini, attore e responsabile progetti speciali del Teatro Comunale.
Necessaria prenotazione entro sabato 10 novembre al 347/9483330.
Per evitare eventuali doppioni è preferibile informare sulla scelta del brano (e su eventuali intolleranze alimentari) con una mail a
ferrara@ecologistiecivici.ferrara.it.
Eco&food
Da domani a domenica si terrà questa interessante iniziativa nell’ambito del calendario 2012 delle attività presso il Chiostro di San Paolo gestito dalla Circoscrizione 1. Ieri la conferenza stampa, qui sotto il sunto del programma mentre il sito della manifestazione è raggiungibile all’url http://ecoefood.it/.
Venerdì 11 maggio il focus sarà incentrato sulle problematiche alimentari e sulle produzioni a km 0 e biologiche, con la diretta partecipazione di Aic (Associazione Italiana Celiachia), Coldiretti, Fattorie Estensi e Ant. Verrà presentato poi “Il Libro Nero dello Spreco” (Segrè/Falasconi Ed.Ambiente) che analizza la filiera agroalimentare ed elabora una stima degli sprechi. Parallelamente, in collaborazione con la Fondazione dei Geometri Ferraresi, si svilupperà un seminario tecnico sull’edilizia sostenibile, riservato ai geometri. A concludere la serata concerto tributo a Fabrizio De Andrè.
Il programma di sabato 12 prevede l’apertura con uno sguardo alle energie rinnovabili ed al risparmio energetico, a cura di EnerCooperattiva, per poi seguire con i dati di “Ambiente Italia 12”, il rapporto redatto da Legambiente sulla situazione ambientale (e, in particolare, idrica) in Italia. Sarà inoltre ospitata una realtà interessante ed in continua espansione come quella del “cohousing”, attraverso l’esperienza dell’Associazione Solidaria. Riflettori puntati inoltre sul documentario di Emilio Casalini, per Report Rai, dal titolo “Spazzatour”, sui percorsi non virtuosi dei nostri rifiuti. La visione sarà preceduta da un intervento curato dal progetto “Anch’Io Pc”, sul riuso e ri-utilizzo delle componenti hardware dei computer, di difficile smaltimento ed eliminazione.
Per concludere, domenica 13, iscrizioni aperte per due particolari laboratori: Cucina Naturale e Orto Urbano (piccole tecniche di ortocultura metropolitane), sullo sfondo di una grande staffetta eco-sostenibile in sella a biciclette elettriche, organizzata da Uisp Ferrara. Spazio anche per le famiglie, con un corner-bimbi curato dalle educatrici del “Campo delle Fragole” e con un dibattito sugli spazi per il gioco nelle nostre città, sviluppato da Arci Ragazzi. Non poteva mancare, poi, la presenza del movimento Ferrara In Transizione, promotore su Ferrara, fra l’altro, del nuovo progetto di mobilità sostenibile “Jungo”. Grande show, infine, con il concerto unplugged de “La Coska”, in un set insolitamente “consapevole e sostenibile”.
Tutte le iniziative si svolgeranno all’interno della cornice del Chiostro di S.Paolo. Infine, all’interno del festival, ampio spazio sarà dedicato agli espositori del settore agricolo e tecnologico, sempre a tema sostenibile e eco-compatibile. Un punto ristoro tematico e “consapevole”, rappresenterà poi la vera novità per un festival prevalentemente di interventi e dibattiti, aperto tutte e tre le sere oltre la domenica a pranzo.

Basta bugie sulle rinnovabili
Vi riporto qui sotto il comunicato stampa inviato come portavoce di Ecologisti e Reti Civiche di Ferrara
Ecologisti: basta bugie sulle rinnovabili
Nonostante gli incentivi stiamo già risparmiando sulla bolletta energetica grazie energie rinnovabili, e risparmieranno sino a 37,7 miliardi di euro al 2030E’ vergognosa la manovra a tenaglia che hanno dovuto subire in questi mesi le fonti energetiche rinnovabili nel nostro paese. Da una parte i Governi Berlusconi e Monti che grazie ai loro interventi sul conto energia hanno creato prima confusione e poi provvedimenti tali da porre a serio rischio un intera filiera produttiva che si è creata attorno alle rinnovabili. Dall’altra parte oggi troviamo organi di informazione che seguendo superficialmente le veline dell’AEGG addossano al recupero degli incentivi nelle bollette la causa dell’aumento dei costi per l’approvigionamento dell’energia elettrica da parte delle famiglie.
Se l’intervento governativo del precedente esecutivo (ma anche dell’attuale) era scontato e doloso, l’accanimento dei mezzi di informazione nazionali sul tema incentivi-rinnovabili-bolletta si spera sia, come ha giustamente sottolineato l’Associazione Azione Solare in questi giorni, solo sintomo di leggerezza e non di malafede.
Perché vi è, nei grossi gruppi industriali del settore energetico, un allarme rispetto al successo del fotovoltaico e dell’eolico nel nostro paese. Pochi sanno che proprio grazie alle rinnovabili in questi anni è diminuito il costo dell’energia nelle ore di punta, tanto da rendere non competitive le grandi centrali termoelettriche[1] nelle ore soleggiate della giornata. E la nostra bolletta energetica sta già godendo di questi risparmi nelle ore diurne. Infatti secondo uno studio di ASPO Italia[2], ogni GWp di fotovoltaico è in grado di generare una riduzione del prezzo dell’energia elettrica pari a 500 milioni di €, mentre costa in incentivi 450 milioni di €. Cioè per ogni GWp installato la bolletta energetica complessiva cala di 50 milioni di €! Ma non è tutto: secondo uno studio di Althesys[3] sommando costi e benefici si ricava un saldo positivo che vale, al 2030, tra i 21,8 e i 37,7 miliardi di euro. Insomma sui “costi” delle rinnovabili nella bolletta elettrica qualcuno ci sta marciando, e non sono certo le migliaia di cittadini che hanno installato sul loro tetto un impianto fotovoltaico.
In effetti poi, su una bolletta media di 515 euro annue a famiglia, solo il 57% è rappresentato dal costo dell’energia. Ben 220 euro sono altre voci di costo (dal supporto alle ferrovie alla dismissione delle centrali nucleari): di queste però solo 55 euro sono imputabili direttamente agli incentivi alle fonti rinnovabili.
Insomma neanche 5 euro al mese possono valere un enorme beneficio ambientale, migliore qualità della vita, più salute, maggiore indipendenza da fonti energetiche importate e dal costo del petrolio, un minor costo dell’energia nelle ore di punta, entrate fiscali create da una filiera che nonostante la crisi ha saputo costruire 150.000 posti di lavoro? Gli ecologisti, ma anche tutti coloro che hanno a cuore il proprio futuro e quello dei propri figli, credono di sì.
E per questo come Ecologisti e Reti Civiche – Verdi Europei saremo al fianco delle Associazioni, delle imprese e dei lavoratori del settore per difendere le energie rinnovabili e per imprimere una decisa accelerazione alla svolta energetica nel nostro paese.
Leonardo Fiorentini e Marzia Marchi
Portavoce Ecologisti e Reti Civiche – Circolo di Ferrara
[1] “I prezzi e i profili di offerta tipici degli impianti eolici e fotovoltaici hanno l’effetto di comprimere i prezzi di equilibrio su MGP (Mercato del Giorno Prima) in molte ore, riducendo significativamente il numero di ore in cui gli impianti termoelettrici hanno l’opportunità di coprire, oltre ai loro costi variabili, almeno parte dei loro costi fissi.” Rapporto AEGG 1 marzo 2012.
[3] http://www.althesys.com/sviluppo-di-conoscenze/osservatori-e-centri-di-ricerca/irex-monitor/annual-report/
Un anno fa il terremoto in Giappone
Domenica 11 Marzo, ricorre il primo anniversario del terremoto e dello tsunami che hanno colpito il Giappone. Anche Ferrara vuole ricordare questa tragica ricorrenza con un’iniziativa di speranza.
Dalle 10 alle 17 di domenica, davanti alla Libreria Melbook, gli studenti giapponesi residenti in città organizzano un banchetto nel quale doneranno ideogrammi e caricature in cambio di un’offerta per le popolazioni colpite.
L’idea è venuta a Hyroki Yamada, giovane architetto, in città per frequentare il master Ecopolis in Politiche Ambientali e Territoriali Per la Sostenibilità e Sviluppo Locale della Facoltà di Architettura.
Durante l’emergenza Hyroki è partito come volontario per prestare soccorso alle zone distrutte.
A malincuore ha poi lasciato il suo paese, con la volontà di approfondire la sua formazione e successivamente tornare per lavorare alla ricostruzione.
Le offerte che verranno raccolte domenica, serviranno a finanziare gli incontri di urbanistica partecipata che un team di architetti sta organizzando in Giappone al fine di ripensare assieme ai cittadini un nuovo modo di costruire che scongiuri ulteriori disastri.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’associazione ferrarese Oltre Confine, da anni impegnata per la difesa dei diritti umani.
Il ritardo Costa
Nei giorni scorsi un gruppo di attivisti di Greenpeace in tute bianche sporche di petrolio ha protestato a Roma di fronte alla sede del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con cartelli che chiedono “Un altro disastro quanto ci costa?” e “Rotte a rischio: decreto subito!”. Sono infatti passate già due settimane dalla tragedia della Costa Concordia e, dopo le misure di sicurezza promesse, ora si parla di “accordi volontari” con le compagnie rinviando interventi da tempo necessari per regolamentare il traffico in aree a rischio, come quella del Santuario dei Cetacei.
Nel silenzio generale Greenpeace ha rilanciato oggi con una campagna di pressione nei confronti del Ministro Passera:
c’è un decreto che, se approvato subito, potrà tutelare le aree di mare sensibili da disastri come quello della Costa Concordia. Ma il ministro dei Trasporti, Corrado Passera, continua a ignorarlo. La nostra azione lo scorso venerdì davanti al suo Ministero non è bastata: adesso tocca a te chiedergli di sbrigarsi. Come? Inviando una mail di protesta.
Il ministro dell’Ambiente, Clini, si è già espresso a favore di un decreto interministeriale per regolare il traffico marittimo nelle zone a rischio, come il Santuario dei Cetacei; ora è il ministro dei Trasporti che deve assumersi le sue responsabilità.
Dopo i morti, il naufragio della Concordia rischia di provocare un grave disastro ambientale nel bel mezzo del Santuario, un’area che dovrebbe essere protetta dal 2001. La priorità è la rimozione del carburante ma ci sono molte altre sostanze inquinanti nel relitto: centinaia di litri di vernici, smalti, insetticidi, detergenti, circa 1300 metri cubi di acque nere e grigie, tonnellate di cibo e bevande.
Un altro disastro quanto ci “Costa”? Chiedi anche tu al Ministro Corrado Passera di emanare subito il decreto interministeriale per tutelare la sicurezza dei trasporti, la salute pubblica e l’ambiente. Sbrigati Ministro!
Io ho aderito. Voi?
4 passi nella transizione
Dalla collaborazione delle Biblioteche Ferraresi, il Centro Idea, il Centro Mediazione Ferrara Città Solidale e Sicura e Ferrara in Transizioneè nato questo ciclo di incontri e film su Economia, Clima, Energia e “Transizione” che mi fa piacere segnalarvi.
Si chiama 4 passi nella transizione e parte da questa domanda:
Una delle poche costanti è il cambiamento, come possiamo immaginare l’economia, il clima, l’energia e la transizione verso il nostro futuro?
Ecco il programma completo:
quale economia?
FILM : “Debtocracy” 72’ di A.Hatzistefanou e K.Kitidi
18 GENNAIO h. 17.00 – Biblioteca Ariostea
23 GENNAIO h. 21.00 – Sala Polivalente presso Centro Mediazione
INCONTRO : Pierluigi Paoletti – Arcipelago SCEC
28 GENNAIO h. 16.00 – Biblioteca Bassani
che tempo farà?
FILM: “The Age of Stupid” 92’ di F.Armstrong
15 FEBBRAIO h. 17.00 – Biblioteca Ariostea
20 FEBBRAIO h. 21.00 – Sala Polivalente presso Centro Mediazione
INCONTRO : Luca Lombroso – Meteorologo Previsore
25 FEBBRAIO h. 16.00 – Biblioteca Bassani
quanta energia?
FILM : “Vivere senza Petrolio” 53’ di Faith Morgan
14 MARZO h. 17.00 – Biblioteca Ariostea
19 MARZO h. 21.00 – Sala Polivalente presso Centro Mediazione
INCONTRO : Vincenzo Balzani – Chimico
24 MARZO h. 16.00 – Biblioteca Bassani
la transizione?
FILM : “in transition 2.0” 68’ Film di Emma Goude
11 APRILE h. 17.00 – Biblioteca Ariostea
16 APRILE h. 21.00 – Sala Polivalente presso Centro Mediazione
INCONTRO : Cristiano Bottone – Transition Italia
21 APRILE h. 16.00 – Biblioteca Bassani
Archibiblio Ferrara
Biblioteca Ariostea : Via delle Scienze, 17 – tel. 0532 . 418200
Biblioteca Bassani : via G. Grosoli, 42 – tel. 0532 . 797414
http://www.artecultura.fe.it/index.phtml?id=235
Centro Idea
viale Alfonso I d’Este, 17 – tel 0532 . 744674
http://www.comune.fe.it/idea
Ferrara Città Solidale e Sicura
Sala Polivalente presso Centro Mediazione
Viale Cavour, 117 / 179 – tel 0532 . 770504
http://servizi.comune.fe.it/index.phtml?id=2718
Ferrara in Transizione
blog : http://ferraraintransizione.wordpress.com
mail : ferraraintransizione@gmail.com
Sovranità alimentare: il salvataggio!
Venerdì 11 novembre, ore 21
sede di via dè Romei 48, Ferrara
Sovranità alimentare: il salvataggio!
Un appuntamento dedicato alle agricolture, per capire ciò che accade nel settore agroalimentare e come necessariamente cambiano le scelte dei cittadini produttori-consumatori. Spunti video tratti da noti documentari ci aiuteranno ad introdurre la conversazione con alcuni agricoltori del territorio. Con questo incontro intendiamo comprendere il ruolo e le problematiche del settore agricolo a livello non solo locale, coglierne gli aspetti economici, culturali, sociali e ambientali, confrontarci con alcune forme di consumo critico come i gruppi di acquisto, per intravedere insieme il panorama futuro di azioni necessarie alla difesa del cibo come elemento primario da cui passano le sorti della democrazia.
Ti aspettiamo!
Maria Teresa Pistocchi, Marcella Ravaglia, Chiara Pozzovio e i Grilli Estensi
Scarica il volantino: sovranità alimentare 11nov11.pdf
(via verdi di ferrara)
Facciamo i conti al proibizionismo
In occasione del 50esimo anniversario della convenzione ONU sulle droghe, un gruppo di organizzazioni mondiali impegnate sulle politiche sulle sostanze, sui diritti umani, salute, sviluppo, crimine e giustizia ha lanciato la campagna Count the cost.
Il primo obbiettivo è raccogliere in un unico “contenitore” i costi del proibizionismo, che siano questi sociali, ambientali, economici o per la salute delle persone, in modo che Governi e Nazioni Unite siano messi di fronte all’evidenza del fallimento della War on Drugs. Il secondo obbiettivo è quello di promuovereil dibattito sulle alternative possibile e documentare le strategie di uscite dal proibizionismo. Il tutto raccolto in modo differenziato per le grandi aree continentali e sotto sette grandi tematiche: sicurezza internazionale, svilluppo e conflitti energetici, diritti umani, salute pubblica e disagio, discriminazione, deforestazione e inquinamento, crimine, costi economici.
L’iniziativa è coordinata da Transform ed ha avuto il supporto di numerose sigle mondiali, fra cui IDPC, Drug Policy Alliance, TNI, WOLA . Per l’Italia ha aderito anche Forum Droghe.
Per quanto ancora dovremmo seguire politiche che minano lo svilluppo e la sicurezza internazionale, minacciano la salute pubblica e causano morti, minano i diritti umani, promuovono stigma e discriminazione costi, causano deforestazione e inquinamento, creano criminalità e la arrichiscono, sprecano miliardi in politiche repressive inefficaci? Aiutaci a cambiare rotta, firma anche tu on line!
Qui si può firmare:
http://www.countthecosts.org/take-action/sign-our-statement
I promotori
http://www.countthecosts.org/supporters
(da fuoriluogo.it)
Prestigiacomo, ci fai o ci sei?
Stefania Prestigiacomo è riuscita in 3 anni a distruggere il Ministero dell’Ambiente, un Ministero che era riuscito a sopravvivere persino a Pecoraro Scanio.
Insomma a parere di chi scrive qua sopra, Stefania Prestigiacomo la deve fare finita con il suo atteggiamento da principessa sul pisello e svelarci finalmente se ci fa o ci è. Perchè è ridicolo, direi offensivo, che il Ministro dell’Ambiente dopo essere stato complice silente della dissoluzione del suo Ministero – e aver sostenuto l’opzione nucleare, val la pena di ricordarlo – ora tenti di farsi una verginità annunciando voto contrario alla legge di stabilità. Abbia un po’ di coraggio, si dimetta oggi e domani usi il suo ditino per votare contro la fiducia, per il bene dell’Ambiente e di queso paese.
Ambiente, 90% di tagli. Incredibile l’ammontare delle decurtazioni per il ministero dell’Ambiente, in vista della definizione degli ulteriori interventi che verranno decisi dal Consiglio dei Ministri. In quattro anni tagli per ben il 90% del budget: dal 1,3 miliardi di euro del 2008 a 120 milioni di euro nel 2012.
Considerando che le spese fisse, insopprimibili, per il ministero sono pari a 320 milioni, il bilancio, che per il 2008 era di un miliardo e 620 milioni, passerebbe a 440 milioni di euro nel 2012.
Il rischio è quello di eliminare sostanzialmente il piano bonifiche per i 57 siti inquinati di interesse nazionale, azzerare la gestione dei 60 parchi nazionali e riserve marine, eliminare gli interventi per il dissesto idrogeologico, i fondi per la mobilità sostenibile e quelli della lotta alla Co2.(da Repubblica.it)
PS: siccome sappiamo che non si dimetterà, e nemmeno voterà contro la fiducia, è aperto il dibattito sull’uso migliore che il Ministro al Nulla puo’ fare del suo ditino.
Appello per la giornata di mobilitazione contro il carbone
Sabato prossimo a Rovigo il convegno in preparazione della mobilitazione nazionale contro il carbone e la manifestazione ad Adria previste per sabato 29 ottobre. Qui trovate il programma del convegno, mentre qui sotto l’appello che vi invito a sottoscrivere mandando una mail a deltabenecomune@gmail.com.
29 OTTOBRE: GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO IL CARBONE
Cominciamo questo percorso con una giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone il 29 ottobre, e con una manifestazione nazionale nel Polesine.
La riconversione avverrebbe al di fuori e contro di ogni strategia di riduzione delle emissioni di anidride carbonica (strategia che ancora oggi non c’è) e persino di ogni logica energetica, dal momento che l’Italia ha una potenza istallata quasi doppia rispetto al picco della domanda, al punto che i produttori di energia elettrica lamentano che gli impianti vengono oggi usati per un terzo della loro potenzialità.
Non solo: oggi le maggiori prospettive di nuovi posti di lavoro, nel mondo e in Italia, sono nei settori delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, con numeri che in alcuni Paesi ormai superano l’industria tradizionale; al contrario, la centrale a carbone porrebbe a rischio l’occupazione già esistente, e quella futura, nell’agricoltura, nel turismo e nella pesca.
Houston, abbiamo un problema!
Avevo bevuto un po’ di birra, ma in quattro non possiamo aver avuto la stessa allucinazione.
3 oggetti non identificati, fiammeggianti e cadenti, solcano il cielo ferrarese. Qui ne ho immortalati due, uno li aveva preceduti fra lo stupore degli astanti. Che davvero qualcuno a Houston abbia sbagliato i conti? Alla faccia dell’1% di possibilità…
Frammenti di satellite cadono sulle rive del Po? Alieni con un navigatore satellitare rotto? Registrazione effettuata sabato 24 settembre alle ore 23,30 circa in corso Biagio Rossetti a Ferrara. Dopo un primo oggetto fiammeggiante e cadente, altri due oggetti filmati con apparecchiature di fortuna, cadono nel cielo estense? UFO, Fuochi d’artificio bagnati o semplicemente qualcuno ha sbagliato a calcolare i tempi di arrivo dei pezzettini del satellite nasa decommisionato?
Altro che Piano Casa, ci pensa Mangoni
L’Assessore “in pectore” all’Urbanistica di Milano (e di tutto il mondo conosciuto) declina nella rubrica Area Edificabile del canale youtube di Elio e le Storie Tese le sue idee in merito alla valorizzazione dei principali beni monumentali italiani.
Un Piano Unitario di Valorizzazione che si fa beffe di ogni cartolarizzazione passata, presente e futura. Speriamo solo che Tremonti non guardi youtube…
Ecco le prime quattro, imperdibili, puntate:
In marcia per dire NO al Carbone a Porto Tolle
L’iniziativa del comitato del basso ferrarese contro la Centrale di Porto Tolle si svolgerà domenica 21 agosto quando un gruppo di attivisti del comitato girerà a piedi sulla spiaggia con grandi cartelli sui quali è dipinta una lettera che compongono insieme la scritta NO COKE per sensibilizzare i bagnanti sulla volontà di ENEL di trasformare a carbone la centrale termoelettrica di Porto Tolle.
“Proprio nel cuore del delta del Po – spiegano gli attivisti del Comitato su Estense.com – in una delle più importanti aree di interesse ambientale d’Italia e a due passi dalla nostra provincia, la trasformazione a carbone della centrale che già in passato ci ha regalato un tragico impatto ambientale e sanitario, non ci risparmierà. La riconversione della centrale, prevede l’immissione nell’atmosfera di 10,3 milioni di tonnellate di metri cubi di Co2 annui, senza considerare l’inquinamento generato dal trasporto del carbone. E’ proprio questo che vogliamo”?
L’obiettivo dell’iniziativa è di “salvaguardare la nostra salute, il nostro territorio, il nostro futuro”. La marcia partirà dal Lido di Volano, passando per il Lido delle Nazioni e il Lido di Portogaribaldi, al grido di “No al carbone, sì al parco”.
Il ritrovo è a Volano ore 9.30 presso il Bagno Virna dove prenderemo un caffè e offriremo il caffè ai giornalisti che vorranno documentare sul campo l’iniziativa. (via verdiferrara.)
Il giardino delle storie incrociate
Caterina e Chiara hanno vinto con merito il concorso “Giovani Talenti” promosso dal Comune di Ferrara, con un bel progetto che ora sta per partire con la collaborazione della Circoscrizione 1 “assegnataria” dell’attività. Il primo appuntamento sarà lunedì 25 luglio in via Cassoli.
Sono loro a spiegare meglio il senso del progetto:
A partire da un concorso di idee promosso dal comune per fare dei micro-interventi artistici nella città, abbiamo pensato ad un’occasione per rendere un luogo pubblico “narrativo” raccogliendo storie personali di vita quotidiana che verranno usate per un allestimento nel giardino della casa delle Vedove (che è poi lo studentato di via Mortara): il comune ha ristrutturato da poco il giardino (l’accesso è da via borsari) e coglie l’occasione per un’inaugurazione (che si terrà a fine settembre, in data da definirsi).
Queste storie possono essere inerenti al posto dove si abita, si lavora, dove si passa, che possono essere privati, tipo la casa, o pubblici, tipo il quartiere o luoghi di incontro specifici, lunghe (max 3 pag) o corte poco importa, ed avere il taglio che ognuno preferisce proprio per rispecchiare la diversità culturale e di sensibilità di persone diverse. alle storie va poi associato un oggetto che compare in qualche modo nella storia e la rappresenta e che verrà usato nell’allestimento. (gradite anche le piante, specie quelle simili a quelle che si hanno nei giardini privati)
Raccogliamo il tutto sia via mail, che con degli appuntamenti in giro per la città: il nostro proposito è quello di raccogliere materiale coinvolgendo diversi quartieri e quindi anche la più larga varietà possibile di persone che possano trovare un interesse nell’iniziativa.
Abbiamo anche un blog in costruzione dove pubblicheremo e archivieremo il materiale raccolto, rendendolo accessibile a tutti i fruitori della rete www.giardinodellestorieincrociate.blogspot.com
Per informazioni o per inviare le storie scriveteci all’indirizzo giardinodellestorieincrociate@gmail.com, oppure veniteci a trovare nei momenti di raccolta.
Il primo appuntamento avrà luogo lunedì 25 luglio dalla 17:00 alle 20:00 in via Cassoli (lungo la pista ciclabile che parte da piazza castellina, di fronte alla stazione).
Vi aspettiamo!