• TFR, per fortuna che…

    “Stiamo pensando di dare i soldi che arrivano dalla Bce alle pmi per i lavoratori. Allora sulla base di questo stiamo ragionando sul fatto che l’Abi, l’associazione delle banche, possa dare i soldi che arrivano dall’Europa, quelli che chiamiamo i soldi di Draghi, esattamente alle piccole imprese per garantire liquidità: questo garantirebbe al lavoratore di avere un po’ più di soldi da spendere” (Matteo Renzi parlando di TFR su Repubblica.it)

    Renzi sul TFRRicapitoliamo: prima ci fanno una testa così perchè le pensioni non saranno più come una volta per cui dobbiamo investire il TFR per prepararci una pensione integrativa che ci salvi dalla miseria. Poi, contrordine, il TFR è meglio che lo spendiamo tutto insieme al Bonus IRPEF ora che ce ne è bisogno.

    E non curanti di tutto ciò, pretendono pure che le imprese si indebitino per pagarcelo il TFR (in effetti pagarvelo: perchè io, vile lavoratore autonomo a partita IVA, non vedo nè bonus IRPEF nè TFR…).

    C’è quasi da dichiararsi fortunati che in Italia i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato siano sempre meno…

  • Grazie Jacopo

    Tu ti svegli presto la mattina, fai colazione e basta poco, una mail, una telefonata, un errore nell’impostazione di un file oppure una notizia letta per caso per rovinarti la giornata.
    Poi però basta ancor meno, tenere in braccio tuo figlio o vederlo orgoglioso scalare le sponde del lettino per farti capire quali sono le cose veramente importanti.
    Auguri Jacopo, buon settimo mese.
    Auguri a tutte la mamme ed i papà, a quelli che lo diventeranno e a quelli che vorrebbero diventarlo ma che per le leggi di questo sciagurato paese non possono farlo.
    Auguri a chi mi vuole bene.
    Auguri anche a chi mi vuole male: state tranquilli, io non ve ne voglio.

  • Come dire no alle spese militari

    Come dire no alle spese militariAnche quest’anno Rete Lilliput Ferrara propone di aderire ALLA CAMPAGNA OSM (OBIEZIONE ALLE SPESE MILITARI).
    UN’AZIONE SEMPLICE PER UN GESTO CONCRETO DI PACE.

    Mai come oggi la campagna assume un significato particolare: il nostro Paese sta sopportando ripetute e pesantissime manovre economiche che colpiscono con misure mai viste prima d’ora la parte più debole della popolazione e le spese sociali, mentre tocca in maniera irrisoria l’ammontare delle SPESE MILITARI. Tutto questo è assolutamente inaccettabile e oggi l’adesione alla campagna rappresenta l’occasione per manifestare il rifiuto di questa logica e pretendere a voce alta che i sacrifici siano equamente distribuiti e coinvolgano con drastici tagli la produzione e il commercio delle macchine da guerra

    Con i contributi raccolti dalla rete di Ferrara viene finanziato il progetto “Adopt Srebrenica”. Nel maggio scorso peraltro Srebenica è stata sconvolta da una catastrofica alluvione che ha spazzato via anni di sacrifici e progressi. I nostri fondi sono sempre stati fondamentali per l’attività del progetto, ora, dopo l’alluvione lo sono ancora di più.

    Campagna di Obiezione alle Spese Militari per La Difesa Popolare Nonviolenta

    La Campagna di Obiezione alle Spese Militari per La Difesa Popolare Nonviolenta si pone i seguenti obiettivi:

    • Riduzione delle spese militari a favore delle spese sociali
    • Cambiamento del sistema di difesa offensivo attuale in un modello difensivo non armato e nonviolento (Difesa Popolare Nonviolenta)
    • Approvazione di una legge per l’opzione fiscale, ovvero la possibilità per ogni cittadino
    • di devolvere la parte delle tasse pagate allo Stato per il militare, per un modello di difesa non armato e nonviolento.

    Alla campagna Osm può aderire qualsiasi cittadino/a che vuole concorrere alla costruzione di un’alternativa alla difesa armata e perché lo Stato costruisca percorsi coerenti per la Pace. Negli ultimi anni le spese militari sono in costante aumento e occorre cambiare modello di difesa e operare perché la Pace non sia pensata solo durante e dopo i conflitti, perchè la difesa non rimanga in mano solo ai militari, perchè lo Stato crei apparati per la Pace e un modello di difesa nuovo che difenda non gli interessi economici, ma le persone e la democrazia di un territorio

    Le forme di adesione sono diverse, fra queste anche l’obiezione di coscienza totale con relativo procedimento di fronte alle commissioni tributarie, quella che viene proposta a Ferrara è la più facile da realizzare.

    Il nodo locale di Ferrara, in contatto con la Fondazione Langer) ha confermato la scelta di sostenere anche quest’anno il progetto di pace “Adopt Srebrenica”, seguito dalla stessa Fondazione, che ha come obiettivo l’aggregazione dei giovani di Srebrenica delle diverse etnie presenti sul territorio, attraverso la diffusione di una cultura di gestione nonviolenta dei conflitti. Questa scelta consente alla Fondazione Langer di avere una continuità anche economica a sostegno del progetto e al territorio ferrarese di consolidare un legame con Srebrenica che dura da anni.

    Il progetto ADOPT SREBRENICA

    No alle spese militari: sostieni il progetto adopt srebenicaSrebrenica è stata per molto tempo una città internazionale, con una vita culturale intensa, con relazioni tra etnie diverse che si svolgevano quotidianamente. Poi la guerra ha portato via… molto.

    Sono ancora visibili le tracce della guerra sulle case, la divisione persistente tra i gruppi, il dolore ancora impresso sui volti delle persone, dei bambini ….

    Per intervenire su questa situazione è nato Il progetto “Adopt Srebrenica”, è un’iniziativa avviata nel luglio 2005 dalla Fondazione Alexander Langer di Bolzano e dall’associazione Tuzlanska Amica.

    Per perseguire gli obiettivi del progetto la Fondazione Alexander Langer Stiftung ha promosso:

    1. la nascita a Srebrenica di un Centro di documentazione della memoria, con il contributo decisivo di un gruppo multiculturale di giovani che a Srebrenica che hanno aperto nel settembre 2011 una piccola sede, che ha ottenuto il sostegno attivo del Comune di Bolzano-Archivio storico;
    2. dal 2007 ogni anno a Srebrenica, la Settimana Internazionale della Memoria, con incontri, laboratori, iniziative culturali, in stretta collaborazione con l’associazione Tuzlanska Amica; dal 2008, per tre edizioni, vi hanno preso parte anche i corsisti del Master per Operatori di Pace e Mediatori internazionali, realizzato dalla Formazione Professionale di Bolzano e l’Università di Bologna, che hanno fatto di Srebrenica e della Bosnia Erzegovina un loro caso di studio e il luogo di una significativa esperienza di stage;
    3. ogni anno dal 2005 viaggi di studio e di conoscenza in Bosnia e a Srebrenica, in particolare per la partecipazione alla cerimonia di commemorazione e di seppellimento delle vittime del genocidio l’11 luglio, dichiarata dal Parlamento Europeo “giornata internazionale della memoria”;
    4. un intenso lavoro d’informazione e di formazione alla conoscenza del contesto, dedicato particolarmente a centinaia di giovani ed educatori, con la presentazione di testimonianze, film, video, mostre fotografiche sulla realtà di Srebrenica e della BiH, anche nell’ambito dei progetti di “educazione alla mondialità sostenuti dalla Provincia di Bolzano;
    5. la costituzione di una rete di collaborazioni, a sostegno del progetto, di decine di giovani e volontari, di istituzioni pubbliche e a associazioni, come nel tempo le Regioni Abruzzo e Trentino Alto Adige-Südtirol, le provincie di Bolzano e Ferrara, i Comuni di Pescara, Venezia, Penne, Caramanico Terme, Cesena, Trieste, l’Aiccre Abruzzo, l’Istituto per le minoranze e autonomie regionali delldell’Eurac di Bolzano, le associazioni Mila/Donnambiente, Sagapò Teatro e Tandem di Bolzano, la rete Lilliput di Ferrara

    Tenendo presente che secondo stime del Comune di Srebrenica, in città si contano circa un centinaio di giovani sotto i 25-27 anni, il potere di coinvolgimento del progetto sul territorio è significativo. Il contesto nel quale si inserisce il progetto è davvero difficile, sia dal punto di vista del rientro e permanenza dei profughi a Srebrenica, che dal punto di vista del processo di rielaborazione del recente passato, a livello collettivo. Attualmente il dato più attendibile a proposito della popolazione rientrata, stima intorno alle 6.000 le persone che sono rientrate e vivono stabilmente nella municipalità Per quanto riguarda l’ipotesi di messa in funzione delle strutture termali e dell’impianto di imbottigliamento, che garantirebbero una svolta per il futuro occupazionale dei rientrati a Srebrenica, siamo ad un punto molto delicato.

    Il governo della Republika Srpska sta cercando in ogni maniera di far desistere gli investitori che si trovano in uno stato avanzato dei lavori (a inizio estate era prevista l’apertura dell’impianto di imbottigliamento e di una delle strutture ricettive collegate, che insieme avrebbero garantito 100-120 nuovi posti di lavoro) con il preciso scopo di impedire che Srebrenica torni a vivere.

    Ci troviamo indubbiamente in una fase cruciale per il futuro del progetto Adopt Srebrenica ..si tratta sempre più della scelta di vita di un gruppo di giovani. Significativa la loro scelta di esporsi in maniera così decisa, con il tentativo di aprire un centro interculturale e di documentazione. Si tratta di un momento in cui il sostegno, a qualsiasi livello, da parte degli amici, gruppi, associazioni e istituzioni della rete italiana, risulta determinante per garantire continuità e prospettive di radicamento sul territorio delle attività fin qui svolte e di quelle in programma.

    Come procedere

    Nel 2013 la campagna ferrarese ha avuto 143 adesioni e raccolto 3400 euro. Come lo scorso anno, ognuno può destinare all’iniziativa un contributo in denaro (cifra minima 15 euro a testa). Si firma il modello di adesione alla campagna che si trova in allegato (OSM_modulo_2014_ferrara.pdf ), indicando la cifra di contributo al versamento, e la si consegna al referente locale della Rete Lilliput (contattabile a questa e-mail: davide.scagliantiATposte.it) che provvederà ad effettuare un unico versamento e a spedire tutti i moduli al presidente della Repubblica e al coordinamento nazionale OSM.

  • Negri va alle crociate

    Monsignor Negri va alle crociate“Una avanguardia di santi, una massa di cristiani comuni e, nella retroguardia, qualche delinquente. Non so quale avvenimento della Chiesa possa sfuggire a una lettura come questa. Sta di fatto che noi, cristiani del Terzo millennio, alle Crociate dobbiamo molto”

    Ecco, per Monsignor Luigi Negri (Vescovo di Ferrara), le crociate sarebbero state “un grande «pellegrinaggio armato»”.

    In attesa, come qualcuno suggerisce sui social network, del rogo della statua di Savonarola sotto al Castello di Ferrara, è doveroso rileggere alla luce di quanto riportato in questo scritto (non ancora smentito) del nostro Vescovo le recenti esternazioni sulla situazione in Iraq, e sull’eccesso di diplomazia in Medio Oriente:

    “in ogni caso il dialogo non può essere perseguito ad ogni costo e non può rappresentare assolutamente una forma di dimissione della presenza cristiana nel Medio Oriente.”

    Perchè ci mancavano proprio i Teocon all’amatriciana e la riabilitazione delle crociate: come se già i conflitti etnici e religiosi in medio oriente non fossero sufficientemente esacerbati, figli come sono di decenni di omissioni colpevoli del Diritto Internazionale e forzate importazioni della democrazia, e il dibattito nazionale ed internazionale altrettanto incapace di produrre un dialogo di pace.

    Ora parrebbe evidente, almeno allo sprovveduto che scrive, che la linea del nostro Vescovo diverga ormai irrimediabilmente da quella del Vangelo (almeno da quello secondo Luca, quello del famoso “a chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra” ) e dalla Chiesa di Roma, almeno da quella degli ultimi 3/4 Papi (Ratzinger compreso).

    Sembrerebbe quasi arrivare a rasentare l’eresia il nostro Vescovo Negri. A tal proposito viene proprio da chiedersi perchè allora non rinverdire tradizioni ed istituzioni dimenticate a causa “dell’ottusa mentalità laicista” di questo secolo. In questi giorni potrebbe proprio tornarci utile quella benedetta Santa Inquisizione: quella di Giordano Bruno e Galileo Galilei sia chiaro, non certo l’odierno anonimo ufficio della Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione.

    Sono certo che, almeno su questo, Negri sarebbe d’accordo con me.

  • L’orsa daniza, il raccoglitore di funghi e la crudeltà umana

    Trovo davvero un tristissimo indice della pochezza umana la decisione della provincia di Trento di procedere alla cattura (e l’uccisione in caso di resistenza) dell’orsa rea di aver reagito alla presenza inopportuna di un raccoglitore di funghi  mentre era in giro con i propri cuccioli che ha preferito nascondersi dietro un albero al posto che allontanarsi in sicurezza.
    La crudeltà degli uomini non ha pari su questa terra.

  • Nano nano

    Addio a Robin Williams.

    https://www.youtube.com/watch?v=Vza5Io4AKf8&feature=youtu.be

  • Caro signor Alce Nero

    orzo moka alce neroBuongiorno,

    Sono un fedele consumatore del vostro orzo per moka da alcuni Anni. A seguito di un problema di salute mi è stato consigliato di evitare il caffè per cui, dopo una lunga ricerca e numerose prove di altri prodotti ero giunto all’individuazione del vostro come mio orzo ideale. Ne apprezzavo l’intensità e il sapore in particolare. Da alcuni mesi ho invece notato una variazione, probabilmente dovuta ad una diversa macinatura, sia di densità che di sapore, entrambi diminuiti sensibilmente. Probabilmente avete optato per una macinatura meno fine per evitare il fondo nella caffettiera o per avere un prodotto finale meno “denso e torbido” ma così facendo il vostro orzo, consumato attraverso la stessa macchina moka per orzo bialetti, risulta letteralmente “sciacquato”.
    Volevo sapere se potevo nutrire speranze di un ritorno al passato o dovevo rassegnarmi alla ricerca di un altro orzo per le mie colazioni.
    Cordiali saluti
    Leonardo Fiorentini

  • Del disordine, della creatività e del mio studio alla Biennale 2023

    disordine“Se una scrivania ingombra è segno di una mente disordinata, di cosa sarà segno allora una scrivania vuota? ” [cit. Albert Einstein]

    Io l’ho sempre detto, ora uno studio dell’università del Minnesota dimostra che una scrivania disordinata può stimolare la creatività.

    Peraltro, resto convinto che, se ignorassi le lamentele di mia moglie, e lasciassi vivere serenamente il disordine della mia scrivania per almeno una decina d’anni, nel 2023 il mio studio potrebbe essere tranquillamente esposto alla biennale di Venezia. [foto dall’opera di Sarah Sze al padiglione USA della Biennale 2013]

    http://www.internazionale.it/news/societa/2013/10/30/il-disordine-della-scrivania-aiuta-la-creativita/#

    “Diffido dalle persone che hanno la scrivania sgombra: vuol dire che mettono tutto nei cassetti.” [cit. Walter Matthau, in Una notte con Vostro Onore, 1981]

  • Swap Party Zuni il 24 novembre

    Ricevo e segnalo volentieri:

    Swap Party Zuni

    Svuota il tuo armadio e vieni a scambiare i tuoi abiti con noi!

    Porta i vestiti, le borse e le scarpe che non vuoi più e scegline altri per rinnovare il guardaroba a costo zero!!

    Ti aspettiamo sabato 24 novembre dalle 18 alle 22 al circolo Arci Zuni in via Ragno 15; l’ingresso è riservato ai soci arci, presso il circolo è possibile acquistare la tessera valida per tutto il 2013, per maggiori info: zuni

    Lo swap sarà accompagnato dal dj set di Giulio + France.

    Hai ancora i punti dello Swap Party di Camelot Café al Parco Urbano?

    Questa è una buona occasione per usarli!

    Per maggior informazioni contattaci a questo indirizzo o visualizzate l’evento creato dalla pagina facebook: Zuni Art

    LE DIECI REGOLE DELLO SWAP

    1)      si possono portare solo borse, scarpe e indumenti, femminili e maschili, nuovi e usati
    2)      si possono portare fino a un massimo di 5 oggetti
    3)      gli oggetti devono essere lavati e in buono stato
    4)      ad ogni ogggetto le organizzatrici assegneranno, a loro insindacabile giudizio, un numero da 1 a 4, e lo swappante riceverà, in base al valore dell’oggetto, un buono con un numero da 1 a 4, che potrà barattare con un altro oggetto
    5)      se un oggetto è conteso da più swappanti, si procederà ad un’asta, che lo assegnerà a chi offrirà di più
    6)      nello swap non è consentito l’utilizzo di denaro
    7)      gli oggetti che rimarranno, verranno conservati dalle organizzatrici per lo swap successivo
    8)      i buoni non utilizzati potranno essere scambiati nello swap successivo
    9)      un oggetto swappato non può più essere ritirato se non a fronte di un nuovo scambio
    10)   la partecipazione allo swap è libera e gratuita nel rispetto delle precedenti regole: i trasgressori verranno esclusi dallo swap con insindacabile decisione delle organizzatrici

    In allegato (scarica: SCHEDA SWAP ZUNI.pdf) trovi la scheda da compilare e consegnare alle organizzatrici. Se non riesci a stamparla potrai compilarla anche al momento dello scambio!

    Vi aspettiamo numerosi!!!!

    Un saluto.

    Le Swappite – leswappite@gmail.com

  • E ora pure il giochino virale sul terremoto

    C’è qualcuno che si diverte ad annunciare un possibile terremoto dal 13 al 16 luglio. E’ il sedicente Centro Sismologia Indipendente del Settentrione, che ha aperto un blog sulla piattaforma blogger giusto per pubblicare questo annuncio.

    Il centro si dice vittima di un silenzio mediatico che solo Beppe Grillo ha saputo infrangere: peccato che il post linkato sia un fake, che sembra messo lì apposta per pescare un po’ di complottisti distratti nel grande mare della rete (e viene più facile farlo, se lo dice Beppe…). Il tutto condito di un video, commentato da una voce rielaborata al computer, che utilizzando immagini ricavate dalla rete, annuncia un sicuro terremoto, nelle stesse zone dell’emilia già colpite, con magnitudo da 4.5 a 6.1.

    Ma stavolta nè Grillo, nè Casaleggio c’entrano. L’autore del blog è tale virproject, nick che farebbe pensare ad un esperimento di sociologia virale. O semplicemente a uno scherzo.

    Ma la domanda che a questo punto sorge spontanea è questa. Dopo il fracking, i maya, l’haarp e la magnitudo ritoccata, annunciare oggi un prossimo fantomatico terremoto in Emilia, per scherzo o per “accademia”, o anche solo per dimostrare una buona percentuale di grillini abboccano, oltre ad essere cosa passibile di denuncia per procurato allarme, non è semplicemente cosa da stronzi?

    PS: la cosa tragica è che c’è davvero una strana regola che impedisce agli utenti dei social network di usare la ragione. E’ bastato postare il link su fb, con un commento sintesi di quanto detto qui sopra, perchè qualche contatto cominciasse la condivisione al ritmo di ” ?…a ragione o torto…meritano spazio.”

  • Le 5 stelle, le consulenze, e lo stipendio della casta che diventa “misero”

    Bisogna ammettere che questi 5 stelle, dopo aver saputo interpretare quella voglia di novità che proveniva direttamente dalla pancia della gente, ci danno grandi soddisfazioni ora che cominciano finalmente a razzolare fra le mura delle istituzioni.

    Non entrerò nel merito della vicenda Tavolazzi-Parma. Se non per dire che secondo me farebbe un errore il Sindaco a prendere l’ex city manager ferrarese come dirigente in comune, ma che il diktat di Casaleggio-Grillo è lo specchio di come è stato concepito il movimento 5 stelle, ovvero un ectoplasma fluido fatto per raccattare i voti in libertà e che dipende da un solo uomo, che vive a Milano. Anche per questo va la mia solidarietà al povero Tavolazzi, reo di aver provato ad inserire nell’ectoplasma del non statuto quei procedimenti democratici interni tipici di qualsiasi partito/associazione/movimento sano. Anche se lui non lo ammetterebbe mai.

    Ma la cosa che mi diverte di più è vedere come improvvisamente, prese le poltrone del potere della casta, i giovani grillini si confrontino improvvisamente con la realtà. E mandino in frantumi molti dei loro dogmi costitutivi.

    Così i rifiuti che non si inceneranno più a Parma probabilmente finiranno inceneriti in Olanda (non si capisce bene con quale vantaggio per il nostro pianeta), su un sito privato di un comico si pubblicano bandi di ricerca personale per posti da Direttore Generale di un Comune che non prevede più tale figura in pianta organica (leggasi consulente esterno), e a Sarego forse si alzeranno le tasse  perchè “sono cambiate le regole sui trasferimenti statali… l’Imu non copre le entrate attuali… ” ma senza diminuire i gettoni di presenza degli eletti perchè il Sindaco ha improvvisamente scoperto che la “casta” è altrove e “con quei soldi non ci pago nemmeno la benzina per andare in Comune”.

    Ultima chicca l’uscita del neo Sindaco di Comacchio, che non sembra sorpreso che alla sua richiesta di curricula per il ruolo di assessore, “in tanti si sono presentati e, saputo del “misero” stipendio da assessore di circa mille euro, hanno detto “no grazie”.”

    Insomma, cari Sindaci a 5 stelle, benvenuti nel mondo reale.

    E, sinceri, auguri di buon lavoro.

  • Ferrara, il terremoto, la memoria, Red Ronnie e wikipedia

    (questo post ha subito modifiche rispetto alla prima pubblicazione)

    Una premessa. Ricordo il fastidio con cui tecnici (ma anche amministratori e cittadini) presero la notizia quando Ferrara, qualche anno fa, fu inserita fra le zone a (basso) rischio sismico. Questo comportava maggiori obblighi e controlli per le nuove costruzioni, e verifiche e interventi antisismici anche per gli interventi di ristrutturazione. Io stesso, al momento di ristrutturare casa, ho evitato con cura quegli interventi che ci avrebbero obbligato a verifiche antisismiche, troppo costose, e inutili per il sentire popolare sul pericolo di terremoti nella bassa padana.

    Oggi possiamo però dire che quella decisione, presa da qualche ricercatore (probabilmente precario) e considerata al tempo scomoda e costosa, probabilmente ha salvato qualche vita.

    Si è già fatta menzione dell’importanza della memoria storica, anche per cose più futili di in terremoto. Dopo 2 giorni di scosse ininterrotte, la “scoperta” per me e per le generazioni contemporanee dell’esistenza della “dorsale ferrarese” dell’appennino (che non è il montagnone) e dell’arco di Ferrara (nulla a che vedere col Palio), forse vale la pena di cominciare a ricatalogare come leggenda metropolitana la frase “siamo sulla sabbia, il terremoto fa pochi danni” e guardare un po’ al passato di questa terra accomodata placidamente sulle sponde del Po.

    Ho trovato due interessanti fonti on line sul terremoto del 1570, quello che storicamente è ricordato come catastrofico a Ferrara (ma che viene valutato di intensità minore a quello di domenica mattina), che vale la pena di rileggersi, non tanto per l’insano gusto di farsi prendere dal panico, quanto per conoscere un po’ meglio la storia del nostro territorio e magari imparare da questa.

    In primis un’interessante analisi storico politica degli effetti di quel terremoto dalla rivista della Cassa di Risparmio di Ferrara: Terremoti a Ferrara e nel suo territorio: un rischio sottovalutato, di Emanuela Guidoboni e Marco Folin, a cui vi rimando non senza aver prima cura di riprendere almeno l’incipit:

    Quando si perde la memoria di eventi distruttivi del passato, come i terremoti, si perde anche la percezione del rischio a cui si è esposti.

    Un’analisi più “tecnica” e archivistica del terremoto di 500 anni fa l’ho trovata invece nella raccolta dei Danni sismici in località elencate nella Banca Ipermediale delle Vetrate Italiane (BIVI):

    Terremoto del 1570 11 17, intensità locale VIII MCS
    La prima scossa, avvenuta alle ore 9:30 italiane (1:40 GMT ca.), causò il crollo di circa 600 tra merli, terrazzini e comignoli, che cadendo causarono gravi danni alle coperture. Durante la notte e il giorno successivo furono avvertite numerose repliche; le più violente avvennero alle ore 20 italiane (12:10 GMT ca.) e alle ore 24 (16:10 GMT ca.) e causarono lesioni e sconnessioni delle murature. La scossa principale avvenne alle ore 3 della notte (19:10 GMT ca.) e causò danni molto gravi agli edifici, già lesionati e sconnessi dalle scosse precedenti. Un elenco dettagliato dei danni, con sostanziali riscontri incrociati, si trova in diversi autori coevi. Sono ricordati: notevoli danni al Castello Estense, tanto da costringere il Duca a rifugiarsi nei giardini di S.Benedetto; crollo parziale del palazzo della Ragione; apertura della loggia dei Banchieri e dei Callegari prospiciente il Duomo; indebolimento del palazzo dei Contrari, che dovette essere puntellato; parziale demolizione del palazzo Vescovile, vicino al Duomo, in seguito ricostruito; rovine limitate ai palazzi del Cardinale, del Paradiso, Tassoni, del duca Alfonso.
    Numerose le chiese danneggiate: crollarono completamente S.Paolo e S.Giovanni Battista; S.Maria degli Angeli, ancora in costruzione, rimase talmente danneggiata che non venne più terminata; rovine parziali furono riscontrate nel Duomo, dove la facciata si staccò dal muro nella parte verso le “Straccerie”, rovinò la parte verso S.Romano, la cappella del Corpus Domini, la catena di ferro sopra l’altare maggiore, caddero i capitelli di marmo intorno. Danni alle facciate delle chiese di S.Francesco, S.Andrea, S.Maria in Vado, S.Domenico, Certosa, S.Maria della Consolazione. Anche le torri vennero severamente danneggiate, in particolare si ricordano la torre della campana del castello e i coperti delle altre tre torri: torre del palazzo della Ragione, torrione di porta S.Pietro, torre di Castel Tealdo; i coperti dei campanili del Duomo, di S.Silvestro, S.Agostino, S.Giorgio, S.Bartolo. Oltre alla scossa del 17 novembre causarono danni la scossa del 15 dicembre, che secondo Canigiani rovinò palazzo Tassoni, S.Andrea e S.Agostino, e quella del 12 gennaio che danneggiò palazzo Montecuccoli.
    Il numero delle vittime è oscillante a seconda delle fonti: 9 morti in De Robertis, 40 morti in Nubilonio; 70 morti ricordati da Buonaiuto dei Rossi e Guarini; 100 nelle “Memorie”; 130-150 nella lettera dell’ambasciatore fiorentino Canigiani. Meno probabili le cifre di 200 morti ricordati da Yosef Ha-Kohen e di 500 in Olivi.
    Dopo le scosse la popolazione fuggì in luoghi aperti e visse a lungo in ripari di fortuna anche per la paura causata dal ripetersi delle scosse nei mesi successivi. Alcuni cronisti coevi riportano che ben 11.000 persone abbandonarono la città per un certo lasso di tempo. I primi segni di riorganizzazione furono avvertiti solo nel mese di marzo, quando il Duca, rientrato alla fine di gennaio nel Castello, rinforzato nei camerini con numerose chiavi di ferro, ordinò un censimento della popolazione di Ferrara; il 14 agosto fu emanato un decreto in cui si ordinava a tutti i residenti a Ferrara da almeno 15 anni, cioè ai cittadini a pieno titolo, di ritornare in città pena la confisca delle proprietà urbane. Una prima fase dei lavori di ricostruzione e restauro sono documentati nella relazione del cardinale Maremonti pubblicata da Marzola per il Duomo, S.Michele, S.Romano, S.Maria in Vado; Guarini, canonico ferrarese della fine del XVI secolo, e Ferrazi, citano anche S.Rocco, S.Silvestro, S.Stefano, S.Cristoforo, S.Francesco e S.Paolo, rifatta nel 1575 e ricordata nella “Cronica di Ferrara” e in Rodi; la chiesa del Gesù viene menzionata da Leccioli. Riparazioni al baluardo di S.Benedetto sono ricordate in Aleotti e al bastione di S.Giorgio in Sardi ed Equicola. I numerosi lavori di rafforzamento delle case comuni con chiavi di ferro ed erpici, resero necessario ordinare il ferro da fuori città, essendo terminate le scorte a Ferrara.

    E’ infine davvero curioso, ma assolutamente specchio dell’amnesia cronica italiota, che esista una voce di wikipedia “1570 Ferrara earthquake” in inglese ma apparentemente non una versione italiana (prego smentirmi).

    Del resto visto che lo sport nazionale pare sia inseguire i complotti e le profezie anche quando non esistono, non c’è troppo da stupirsi.

  • Brindisi: presidio in Piazza Trento e Trieste oggi alle 18

    Non sappiamo ancora con certezza chi ha piazzato tre bombole di gas davanti ad una scuola di Brindisi stamattina.

    Del resto non “sappiamo” ancora chi ha messo la bomba a Piazza Fontana, o a Piazza della Loggia.

    La sfida, oggi, è di non cedere attoniti alla violenza e reagire con serena e gentile fermezza alla strategia della tensione che pare emergere dai nostri oscuri tempi passati.

    Per vincere questa sfida è necessario ricordare ciò che è già avvenuto ieri e l’altro ieri, per evitare di scendere nella solita scala a chiocciola e commettere gli stessi errori.

    La memoria è importante. La storia è importante. Per questo, chiunque sia stato, attaccando una scuola ha attaccato tutti noi.

    Oggi, alle 18, c’è un presidio in Piazza Trento e Trieste a Ferrara.

    Passate parola.

  • Perchè nessuno pensa ai bambini?

    Ieri è stata approvata in Toscana (qui l’articolo su Fuoriluogo) la prima legge regionale per l’utilizzo dei derivati della cannabis in medicina. Il Centro Culturale Lepanto, che come sapete continua a pregare per noi peccatori, ha lanciato anche una petizione contro queste leggi, anche perchè:

    la Carta dei Diritti dell’Infanzia, all’art. 33, riconosce al giovane il «diritto di essere protetto dalle droghe illegali», non a trovarle gratis in farmacia promosse a farmaci benefici dai partiti politici e movimenti ideologici.

    Insomma, diciamocelo chiaro e tondo: Perchè, perchè nessuno pensa ai bambini?

    PS: adoro questo Bernabei, ho sempre sognato di usare questo stralcio di Simpson in un post…

  • C’è chi prega per noi

    «Ieri il Centro Culturale Lepanto ha dato inizio alla Crociata del Rosario per la conversione dei cuori e delle menti dei leader dei gruppi di pressione antiproibizionisti affinché si ravvedano e riconsiderino le loro istanze. Mi faccia sapere se anche lei puo’ unirsi, e in quale giorno, alle preghiere alla Santa Vergine con questa intenzione.
    Fabio Bernabei
    Presidente Centro Culturale Lepanto».

    Dal blog di Alessandro Gilioli.

  • Ci vediamo fra un mese

    Oggi parto per un mese in giro per il Messico, prima che non abbia più senso andare alla scoperta dei siti Maya.

    Ci rileggeremo su blog e social network dopo Pasqua.

    Ciao a tutti.

    leo

  • Il Parco Urbano in vendita? No solo “marketing” per l’esame…

    La notizia in effetti sarebbe di quelle da prima pagina: il Comune di Ferrara talmente al verde che pensa di edificare e vendere a lotti il Parco Urbano.

    Ma il fantomatico comitato Parco a Pezzi non è altro che un gruppo di studenti di Architettura che ha deciso di promuovere così la presentazione di un loro lavoro per un corso all’Università estense.

    Una promozione riuscita, chissà se varrà qualche voto in più. Nel frattempo però è talmente riuscita da suscitare l’interesse della stampa locale, fino metter in allarme l’intero Comune (si vocifera addirittura di una riunione urgente nell’ufficio del Sindaco), mentre siamo ancora in attesa del primo consigliere comunale che ci caschi (i commenti di estense.com sono invece assicurati).

    Nel frattempo, a proposito di consumo del territorio e Piani Urbanistici, qui trovate il mio comunicato stampa sull’interpellanza sulla campagna di censimento  ”Salviamo il Paesaggio” promossa dal FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO.

     

  • level 3, rescue the old lady

  • Scienza Vs Giovanardi 3 a 0

    Giorgio Bignami, per la rubrica di Fuoriluogo sul Manifesto dell’8 febbraio 2012, commenta tre recenti studi sul consumo di cannabis che smentiscono alcuni pilastri del proibizionismo:

    In questa rubrica si sono spesso commentati lavori che apparentemente mostravano danni neuropsicologici di lungo termine o aumentata insorgenza di disturbi mentali dopo consumi anche moderati di cannabis. In sintesi, si è sottolineato: 1. come in tali lavori non fosse adeguata la analisi dei fattori confondenti (diversi status economici e culturali, sofferenza psichica non riconosciuta a monte dell’uso di droga, ecc.); 2. come i risultati di studi osservazionali pur ampi e ben controllati siano spesso azzerati, o addirittura capovolti, dagli studi randomizzati in doppio cieco (come è avvenuto nel caso dei trattamenti ormonali di donne in menopausa), studi ovviamente non fattibili nel caso delle droghe. Ora una ricerca australiana (Tait et al, Addiction, ottobre 2011) ha analizzato ripetutamente, lungo l’arco di otto anni, le performance cognitive di oltre 2000 soggetti, inizialmente di 20-24 anni, distribuiti in sei classi a seconda dell’entità del consumo di cannabis e del suo andamento temporale (“antecedente leggero”, “costante leggero”, “antecedente pesante”, “costante pesante”, “solo antecedente”, “mai”). Scontati gli effetti del livello di educazione, del sesso di appartenenza e delle interazioni tra detti fattori tra di loro e con i successivi tempi dei test – una valutazione particolarmente sofisticata dal punto di vista statistico, rispetto agli studi precedenti, questa delle interazioni – tutti i gruppi sono risultati indistinguibili tra loro: salvo un deficit in uno solo dei test (quello che misura il ricordo dell’ informazione recentemente acquisita) nel gruppo “pesanti costanti”; un danno peraltro relativamente modesto rispetto alle caratteristiche, comunque fermamente sconsigliabili, di tale stile di consumo. Per quanto riguarda i meno giovani, un altro studio britannico (Dregan e Gulliford, “American Journal of Epidemiology”, febbraio 2012) ha valutato in circa 9000 soggetti l’associazione tra vari stili di consumo di droghe (per lo più, ma non solo, cannabis) a 42 anni e le performance in test cognitivi 8 anni dopo, riscontrando deterioramenti del resto non drammatici solo nei consumatori pesanti e inveterati. In tale studio si è addirittura dovuto “scontare” coi fattori confondenti – in particolare il più elevato livello di educazione – l’apparente relazione mediamente positiva tra consumo di droga remoto e/o recente e successiva performance nei test. Cioè essendo la percentuale di consumatori più elevata tra i soggetti di miglior livello socioeconomico ed educativo, e non riportando essi danni accertabili – salvo il solito caso di uso pesante e prolungato – questi performano meglio dei consumatori loro coetanei di categorie meno fortunate. Infine un terzo studio statunitense (Pletcher et al, “Journal of the American Medical Association”, gennaio 2012), oltre a verificare per l’ennesima volta il deterioramento della funzione polmonare nei fumatori di tabacco, ha riscontrato un certo miglioramento della medesima nei fumatori di cannabis; ma manca qui lo spazio per riassumere l’interessante discussione sui possibili meccanismi che potrebbero esser responsabili di tale beneficio. E per chiudere: notino i lettori lo status elevato di tutte e tre le succitate riviste.

    Insomma, la Scienza batte Giovanardi (e il fido Serpelloni) 3 a 0.

    Via fuoriluogo.it

  • 10 anni di Rototom Sunsplash

    L’archivio video del Rototom ha ora un proprio sito web che mette a disposizione registrazione live, filmati, documentari, dibattiti e interviste di questi 10 anni di vita del più importante festival Reggae d’Europa. Online gratuitamente anche ‘Exodus – Finding Shelter’, il documentario che tratta dei motivi che hanno costretto il Rototom Sunsplash a lasciare l’Italia e ad approdare in Spagna.

    Vi ricordo che Fuoriluogo ha lanciato un appello per la mobilitazione in occasione del processo a Filippo Giunta, responsabile del Rototom Sunsplash Festival, per l’accusa di “agevolazione all’uso di sostanze stupefacenti”. Il 31 maggio tutti a Tolmezzo: non serve essere amanti del Reggae per amare la libertà!

    (via fuoriluogo.it)

    Qui sotto, a puro titolo di esempio, l’intero stage 2011 degli Africa Unite: