
Daniele Lugli, quel grande pieno incontenibile
“Sono sempre i migliori che se ne vanno.
L’affermazione risulta fondata più che su un rigoroso esame comparativo, su una sorta di evidenza, derivata dall’apprezzamento di quelli che restano.”
Daniele Lugli, Gli angeli hanno o sono le ali, 2000
Caro Daniele,
ti scrivo solo oggi perché quando la notizia della tua scomparsa mi ha raggiunto non potevo crederci.
Non solo mi ha lasciato senza parole, ma per giorni mi è apparsa irreale. Come succede per le persone care, sembra impossibile che tu sia morto e che non ci si possa più incontrare. Ci eravamo visti molti mesi fa, credo alla presentazione del mio libro, o forse ad un’altra delle tante. Ci rincorrevamo con inviti reciproci, e purtroppo troppo spesso altri impegni mi impedivano di partecipare. Io mi sentivo già un po’ in colpa allora. E adesso come facciamo?
In questi giorni mi hanno aiutato le tante cose scritte dalle tue amiche e dai tuoi amici, che ringrazio di cuore. Sono ritornati alla mente tanti ricordi. Eri un fiume di parole, sempre misurato e mai esondante, pieno di delicati insegnamenti, di sottile e intelligente ironia. Riconoscevi con umiltà la tua imperfezione, e non come clausola di stile: ti arrabbiavi ed eri capace anche di rimbrotti. Eh sì, eravamo quasi sempre d’accordo, ma abbiamo anche discusso: a volte mi hai convinto, come quella volta che poi sono diventato il “tuo consigliere comunale”, anche se certo potevo fare meglio. Altre no. E nonostante questo mai ti sei tirato indietro, per quel che potevi: come quando, pur avendo esplicitato la tua contrarietà a partecipare (e dopo oltre 20 anni ancora ci tenevi a ricordarlo), hai aiutato un gruppetto di giovani di allora a prepararsi attraverso la strada della nonviolenza alle manifestazioni del G8 di Genova. E poi quel tuo chinarti sull’agendina, minuscola come la tua grafia: troppo piccola che io ho sempre avuto la sensazione che tu bleffassi quando la controllavi per fissare un incontro. Un dubbio che svaniva subito dopo, quando ti si accendevano gli occhi: “non posso, devo fare il nonno” dicevi, tu che del nonno eri, sei, la perfetta iconografia.
“Ci sarebbe stata data una sia pur limitata signoria sul tempo. È la responsabilità più grande”. Hai scritto così sul tuo delizioso librettino di aforismi arricchito dai disegni di Franco Patruno. Ecco, finalmente ora mi è chiara la compresenza fra vivi e morti che ci ha insegnato il tuo maestro Capitini. Oggi quella responsabilità passa a noi, le tante le generazioni a cui hai trasmesso com’è bella la libertà, la giustizia e la pace, e di come i mezzi per ottenerle debbano essere coerenti con i fini. Abbiamo il compito, tutti insieme, di dare una mano, “per quel che possiamo”, a questo mondo e renderlo un posto un poco migliore per i nostri figli e nipoti. Per ricordare ciò che è stato, per non ripetere gli stessi errori, per parlare a chi non ha potuto ascoltarti. Non sarà facile, ma lo faremo insieme anche a te.
Ciao Daniele, grazie di tutto. Ci hai lasciato un grande pieno incontenibile tutto intorno.
Ti voglio bene e insieme a te abbraccio Rossana, Chiara e Elena.
Leo

Tornano a Ferrara i libri della Ragione
Ritornano a Ferrara le presentazioni di libri per ragionare sulla società promossi da la Società della Ragione in collaborazione con la libreria Libraccio del capoluogo estense. La rassegna “I Libri della Ragione”, giunta alla quarta sessione, accompagnerà i lettori ferraresi per tutto novembre. Tutti gli incontri si terranno dalle 17,30 presso la bellissima Sala dell’Oratorio Palazzo San Crispino all’ultimo piano della libreria Libraccio di Ferrara in Piazza Trento Trieste.
Si parte martedì 8 con la presentazione del volume “Contro gli ergastoli” (Futura, 2021) a cura di S. Anastasia, F. Corleone e A. Pugiotto che vuole aprire un dibattito critico sulla detenzione a vita verso il suo superamento. Dialogheranno con Stefano Anastasia e Andrea Pugiotto la professoressa Stefania Carnevale, Associata di Procedura penale Università degli studi di Ferrara e l’avvocato Pasquale Longobucco, Presidente della Camera Penale di Ferrara.
Si continua poi il martedì successivo, 15 novembre, con il libro “Così san tutt3” (Fandango Libri, 2022) a cura di Giulia Perrone e Marco Perduca. Il testo fa parte della campagna dell’Associazione Luca Coscioni volta a dare forma al diritto umano alla scienza attraverso le sue implicazioni pratiche. A dialogare con i due curatori sarà Ilaria Baraldi, consigliera comunale e membro del direttivo de la Società della Ragione.
“La storia culturale degli stupefacenti” di Paolo Nencini (Futura, 2021) è il terzo volume che sarà presentato martedì 22 novembre. Partendo dall’analisi degli stupefacenti nella letteratura internazionale, dialogheranno insieme all’autore Denise Amerini, Responsabile dipendenze e carcere CGIL Nazionale e Francesca Battista, Segreteria Camera del Lavoro di Ferrara.
Infine il 29 novembre chiuderà questo quarto ciclo di libri della Ragione la presentazione del libro di Leonardo Fiorentini “L’Onda Verde. La fine della guerra alla droga“. Un testo che fa il punto sulla riforma delle politiche sulla cannabis a livello internazionale e che è diventato anche un podcast, prodotto dal Collettivo ferrarese Cumbre AltreFrequenze. Dialogheranno con l’autore Irene Bregola, Esseblog e Federico Varese, professore di criminologia e Direttore del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Oxford.
Il quarto ciclo dei Libri della Ragione è in collaborazione con la Camera Penale ferrarese “Avv. Franco Romani”, l’Associazione Luca Coscioni, CGIL, e Forum Droghe.
Martedì 8 novembre 2022 – Ore 17,30
Presentazione del volume
Contro gli ergastoli
Stefano Anastasia e Andrea Pugiotto

Contro gli ergastoli
Prefazione di: Valerio Onida
A cura di: Stefano Anastasia, Franco Corleone, Andrea Pugiotto
Giugno 2021
ISBN: 978-88-230-2348-2
Collana: Saggi
Euro 18
Futura
A distanza di un decennio dal pionieristico volume Contro l’ergastolo (che inaugurava la collana delle pubblicazioni de La Società della Ragione) e all’indomani dell’ord. n. 97/2021 della Corte costituzionale, si impone una rinnovata riflessione critica su tutte le modalità di detenzione a vita. Lo fa il presente volume, guardando al «fine pena mai» da ogni latitudine: la tormentata storia parlamentare della sua mancata abrogazione; le sue progressive erosioni ad opera della giurisprudenza costituzionale e convenzionale; i costi esistenziali di una pena perpetua; la sua diffusione nel mondo; le possibili alternative sanzionatorie. Unitamente alla ricognizione delle sue reali dimensioni numeriche e della giurisprudenza in tema di liberazione condizionale, il volume offre così al dibattito pubblico elementi tali da sradicare la (falsa, ma diffusa) convinzione che in Italia, de jure o de facto, l’ergastolo non esista. In Appendice, scritti (di Papa Francesco, Aldo Moro, Salvatore Senese, Aldo Masullo) che, più e meglio degli altri, mostrano come la pena fino alla morte sia l’ambiguo luogotenente della pena di morte.
Martedì 15 novembre 2022 – Ore 17,30
Così san tuttз
Giulia Perrone e Marco Perduca

Titolo: Così san tuttз
Autori: Marco Perduca, Giulia Perrone
ISBN: 9788860447906
Euro 18,00
Fandango Libri
Martedì 22 novembre 2022 – Ore 17,30
Storia culturale degli stupefacenti

Paolo Nencini
Storia culturale degli stupefacenti
Prefazione di: Grazia Zuffa
Febbraio 2022
400 pag
ISBN: 978-88-230-2342-0
Collana: Saggi
Cartaceo 24.00 €
Futura
Martedì 29 novembre 2022 – Ore 17,30
L’Onda Verde
Il libro
L’Onda Verde
La fine della Guerra alla droga
Autore Leonardo Fiorentini
Prefazione di Franco Corleone
Postfazione di Marco Perduca
Contiene il report del progetto NAHRPP sull’autoregolazione nel consumo di cannabis a cura di Susanna Ronconi, Forum Droghe.
Editore: Officina di Hank
Anno: 2021
Pagine: 176
Euro: 15
ISBN: 9791280133472
Dalla legalizzazione in Uruguay nel 2013, sino a quelle nordamericane, le riforme delle politiche sulle droghe oggi passano per la sostanza più diffusa e normalizzata, ma anche più repressa al mondo. Usata spesso come mero strumento di controllo ed oppressione delle minoranze, la War on Drugs mai come in questi ultimi anni ha visto incrinarsi il suo fronte da sempre compatto, a partire dagli Stati Uniti. Di fronte alle evidenze scientifiche ed al conclamato fallimento del proibizionismo, i successi della regolamentazione della cannabis sono oggi il grimaldello capace di insinuarsi con efficacia fra l’ideologia e il populismo della guerra alla droga e un’opinione pubblica sempre più consapevole. Partendo dalle raccomandazioni dell’OMS che hanno declassificato la cannabis, il libro è un viaggio nei successi e nelle problematiche delle legalizzazioni in giro per il mondo che attraversa le riflessioni su sicurezza, giustizia sociale e sostenibilità, sino alla ricerca sul consumo consapevole e sugli usi medici.

Cultura: il nuovo riferimento è Portogruaro
La vicenda della convenzione fra Comune e Fondazione Sgarbi, ieri sulle pagine di tutti i giornali grazie ad Alberto Ronchi e Barbara Diolaiti, è abbastanza chiara. Il Comune, che gestisce il Castello di proprietà della Provincia, cede alla Fondazione Sgarbi il 20% delle entrate da biglietto del più visitato monumento cittadino (quasi 200.000 presenze, 1,3 milioni l’anno di incasso dalla biglietteria) alla Fondazione della famiglia dell’attuale factotum della “cultura” ferrarese, Vittorio Sgarbi. Ed il tutto accollandosi il carico di costi della “collezione” messa in mostra all’interno delle sale del Castello, che andranno pure adeguate alla nuova destinazione. Da percorso di visita della residenza degli Este, passiamo a deposito della collezione di un privato cittadino. Non viene “remunerato” il valore aggiunto, come successo in precedenza (peraltro con risultati discutibili), ma si cede direttamente una quota del biglietto di ingresso del Castello. Biglietto che andrà probabilmente aumentato per far quadrare i conti, oggi in positivo, per la gestione del Castello. Del resto la convenzione è la stessa usata dalla Fondazione per l’accordo con il MART di Rovereto ci rassicura Sgarbi: ergo siamo in una botta di ferro, visto chi è il Presidente del MART (Sgarbi stesso).
C’è poi il ridicolo rinvio della candidatura a Ferrara Capitale italiana della Cultura, che al di là delle “buone intenzioni” mette in luce la totale inadeguatezza degli attuali amministratori. L’idea viene proposta prima da Addizione Civica, fatta sua nel programma da Coalizione Civica Ferrara che già ci stava ragionando, e poi copiata sfacciatamente dalla destra in campagna elettorale. Ma non è qui questione certo di rivendicazione di paternità o maternità. A fine anno scorso la Giunta butta il cuore oltre l’ostacolo ed annuncia la candidatura. La delibera è dell’11 dicembre, anche se possiamo immaginare che ci abbiano pensato anche un po’ prima. La scadenza del bando è il 2 di marzo. Fanno 3 mesi abbondanti, mettendoci lì un po’ di testa ce la si faceva. E’ invece di pochi giorni fa la notizia del rinvio, perchè i tempi sono stretti e perchè c’è già Parma quest’anno (come se non lo si sapesse già prima dell’11 dicembre e come se rinviare di un anno cambi molto). Questo fa la differenza fra essere in campagna elettorale ed amministrare una città. Non basta l’effetto annuncio: poi bisogna farle, le cose.
Ma non preoccupatevi, abbiamo capito qual’è il nostro nuovo riferimento per le politiche culturali della città: non è Parigi e nemmeno New York (lo era 500 anni fa, cit. Andrea Amaducci).
Per Sgarbi il riferimento oggi è Portogruaro (con tutto il rispetto di Portogruaro). Fatevene una ragione.

Taser a Ferrara. La dichiarazione di voto contrario
Incomprensibilmente la Giunta ha deciso di portare all’attenzione dell’ultimo consiglio comunale una delibera che definisce il regolamento per l’uso dei Taser da parte del corpo di Polizia Municipale di Ferrara.
E’ una scelta incomprensibile perchè, come risposto dalla Comandante dei Vigili a mia esplicita richiesta, i bastoni distanziatori in uso alla Polizia Locale di Ferrara sono stati usati “2/3 volte” negli ultimi anni, e MAI è stato usato lo spray al peperoncino. Non si capisce quindi il perchè di questa ipotesi di innalzamento del livello di difesa dei nostri vigili, anche guardando, e tenendo io per primo, alla loro sicurezza e incolumità.
E’ incomprensibile perchè la sperimentazione non potrà comunque partire prima di molti mesi visto che ad oggi mancano le linee guida e che comunque andrebbero addestrati gli agenti al loro uso. Quindi non se ne capisce la fretta visto che il prossimo consiglio, già ai primi di luglio (3 mesi) avrebbe potuto fare (o non fare) in meno di una settimana questa scelta senza alcuna modifica di fatto dei tempi di attuazione, e con piena legittimazione elettorale.
E’ incomprensibile perchè, come ricorda spesso Associazione Antigone, l’uso del Taser ha provocato moltissime morti negli USA dove la sua diffusione è molto ampia. Anche la Corte Europea dei Diritti Dell’uomo ed il Comitato ONU per la prevenzione della tortura si sono espressi relativamente alle pericolosità di quest’arma e il rischio di abusi che l’utilizzo può comportare.
Insomma quasi una “excusatio non petita” preventiva all’arrivo di Salvini in città. Politicamente è un'”accusatio manifesta” della continua rincorsa miope e senza senso del Partito Democratico a una visione della sicurezza che è cara alla destra. E che la destra ha sempre “monetizzato” nelle urne. Perché fra la copia sbiadita ed in ritardo, e l’originale, è facile scegliere. E’ una rincorsa che ha sempre portato, basta ricordare Bologna, a sbattere contro un muro.
Ma questa discussione non è solo una discussione sul Taser, è una discussione più profonda, sul ruolo della Polizia Municipale all’interno delle città. Io ero e rimango convinto che essa debba mantenere il suo ruolo di polizia civica, che si occupa di garantire il rispetto delle norme di convivenza, dei regolamenti comunali, del codice della strada e delle altre funzioni a loro delegate. L’ordine pubblico spetta ad altri, come spetterebbe ad altri dotarsi di un’unità cinofila. Non ha alcun senso, in assenza di reali problematiche di sicurezza dei nostri agenti durante il loro servizio, pensare a strumenti di difesa che vadano oltre quelli già in dotazione e che sono stati usati rarissimamente in questi anni.
Ma è evidente che è su questo che siamo in disaccordo.
Ferrara veniva ricordato prima è uno dei pochi Comuni in italia in cui la Polizia Locale non è armata. Per me è motivo di vanto e orgoglio, nonchè di stima per il lavoro e l’impegno dei nostri Vigili Urbani. Altri, evidentemente, se ne vergognano.
Ecco perchè ho votato contro, unico nel Consiglio Comunale di Ferrara, il Regolamento sulla sperimentazione del Taser a Ferrara.
Nelle città nuove pratiche sulle droghe
Dopo l’assemblea delle Nazioni Unite sulle droghe UNGASS 2016, che ha sancito il venir meno della compattezza internazionale delle politiche proibizioniste sulle sostanze illegali, numerosi sono i segnali di svolta a livello mondiale. In Uruguay fra poche settimane saranno in vendita nelle farmacie i primi quantitativi di cannabis “statale”, negli Usa otto Stati hanno sancito, per referendum, la legalizzazione dell’uso ricreativo della cannabis, mentre il nono, il Vermont, ha scelto la via parlamentare. In Olanda il Senato deve decidere sulla legge approvata dai deputati a favore della coltivazione della canapa da parte dei coffee-shop, mentre in Canada il governo ha presentato il suo disegno di legge per la regolamentazione della marijuana. La Giamaica infine ha legalizzato l’uso tradizionale della ganja. Le politiche di riduzione del danno più avanzate (stanze del consumo sicuro, trattamenti con eroina, pill testing) sono ormai consolidate in molti paesi europei, mentre approdano nel dibattito pubblico anche in paesi prima refrattari a questo tipo di approccio, come gli Stati Uniti.
Purtroppo in Italia, la proposta di legge sulla cannabis dell’intergruppo si è arenata in commissione giustizia mentre quella popolare dopo sei mesi dal deposito è ancora sub iudice, in attesa del conteggio dei certificati elettorali che accompagnano le firme. Stessa sorte stanno subendo le proposte di legge di modifica complessiva del Testo Unico sugli stupefacenti, il Dpr 309 del 1990, presentate alla Camera dal deputato Filippo Fossati e al Senato dal sen. Sergio Lo Giudice.
La legislatura è avviata verso la fine più o meno traumatica e sta dando il peggio possibile, basti pensare ai decreti Minniti e alla vicenda della legge sulla tortura. Occorre prendere atto che gli spazi parlamentari per le droghe non sono agibili e che dal governo in questi anni è giunto chiaramente un segnale di assoluto disinteresse. Gli ultimi due governi, più volte interpellati dalle associazioni del Cartello di Genova, non si sono degnati nemmeno di rispondere. Anche l’ultimo appello “il Governo batta un colpo” lanciato a febbraio e che chiedeva al governo di rispettare i propri obblighi di legge, è caduto nel vuoto.
È venuto il momento di cambiare il tavolo sul quale confrontarsi. Dall’assemblea di Forum Droghe è arrivato un invito importante. Riprendere quel protagonismo municipale che anche in Italia ha guidato il movimento di riforma delle politiche sulle sostanze negli anni ’90. In questa situazione di stallo politico ed istituzionale, bisogna ripartire dalle città, dove gli effetti del proibizionismo esplodono nelle strade, nelle piazze e nei giardini. Per affermare, partendo dal basso, che non solo una politica diversa sulle droghe è possibile, ma soprattutto che, dati alla mano, è migliore della criminogena repressione.
In questi anni alcune città si sono apertamente schierate: Genova, Torino e Firenze hanno votato documenti a favore della legalizzazione della cannabis mentre sindaci come De Magistris e Pizzarotti hanno sposato la causa antiproibizionista. Il Friuli Venezia Giulia ha approvato una legge voto che invita il Parlamento ad approvare la proposta di riforma della legge Iervolino-Vassalli che risale a ventisette anni fa.
Dobbiamo ripartire da qui, coinvolgendo gli amministratori locali, per praticare una politica sulle droghe realistica ed efficace nelle città e nelle regioni disponibili. Un primo confronto potrà avvenire in occasione della presentazione del Libro Bianco sulle droghe prevista il prossimo 26 giugno a Roma (ore 15/18 Sala del Senato di S. Maria in Aquiro – P.zza Capranica 72 – obbligatorio accredito a accrediti@fuoriluogo.it).
Manifesto per la Sinistra e l’Umanesimo sociale. Prospettive per la Sinistra.
Comunicato Stampa
Manifesto per la Sinistra e l’Umanesimo sociale. Prospettive per la Sinistra.
Presentazione del libro di Simone Oggionni e Paolo Ercolani a Ferrara Giovedì 31 marzo.
Si terrà Giovedì 31 marzo alle ore 17,30 presso la Sala Arengo di Palazzo Municipale, la presentazione del volume di Simone Oggionni e Paolo Ercolani “Manifesto per la Sinistra e l’Umanesimo sociale. Prospettive per la Sinistra“.
L’incontro, promosso da EsseBlog e dal Gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà del Comune di Ferrara, vuole trarre spunto dal libro pubblicato da Mimesis per parlare di una nuova sinistra tutta da costruire. Come si legge nella nota di copertina una Sinistra “liberata dallo sconfittismo e dal reducismo. Capace di sollecitare passioni, di moltiplicare la partecipazione. Gentile, in grado di sorridere. Popolare, radicata e allo stesso tempo a proprio agio con le nuove forme della democrazia digitale. Rivoltata da cima a fondo, rinnovata e innovata. Con un’ambizione maggioritaria. Che abbandoni le liturgie che non parlano più a nessuno, cha abbia il coraggio di osare senza alcuna rendita di posizione. Con una cultura non improvvisata, consapevole delle proprie radici e del proprio destino.”
Insieme a Simone Oggionni, autore del libro, coordinamento nazionale SEL si confronteranno Massimo Maisto, Assessore alle politiche culturali del Comune di Ferrara, Raffaele Atti, Segretario provinciale CGIL e Filippo Domenicali, ricercatore presso l’Università di Lione. Introdurrà Leonardo Fiorentini, consigliere comunale indipendente SEL.
Gli autori
Paolo Ercolani
[Roma, 1972] è filosofo, scrittore e saggista. Insegna filosofia all’Università di Urbino “Carlo Bo”, ed ha scritto libri e articoli scientifici di spessore nazionale e internazionale. E’ iscritto all’ordine nazionale dei giornalisti ed autore, in questa veste, di numerosi articoli per testate nazionali. Ha scritto e scrive per l’inserto culturale del Corriere della sera “La Lettura”, per Il Manifesto (su cui tiene anche il Blog “L’urto del pensiero”) e Micromega. Collabora con il canale filosofia di Rai educational. E’ fondatore, membro del Comitato scientifico e Presidente dell’Osservatorio filosofico filosofiainmovimento.it.
Simone Oggionni
[Treviglio, 1984] è componente indipendente del coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, dopo aver svolto per diversi anni il ruolo di portavoce nazionale dei Giovani Comunisti.
È fondatore di Esseblog.it, laboratorio di buona politica, e co-direttore della rivista a esso collegata, «La Costituente». Cura un blog per l’Huffington Post e uno personale, reblab.it.
L’ufficio Stampa
Ferrara, 29 marzo 2016