• Daniele Lugli, quel grande pieno incontenibile

    Sono sempre i migliori che se ne vanno.
    L’affermazione risulta fondata più che su un rigoroso esame comparativo, su una sorta di evidenza, derivata dall’apprezzamento di quelli che restano.

    Daniele Lugli, Gli angeli hanno o sono le ali, 2000

    Caro Daniele,

    ti scrivo solo oggi perché quando la notizia della tua scomparsa mi ha raggiunto non potevo crederci.

    Non solo mi ha lasciato senza parole, ma per giorni mi è apparsa irreale. Come succede per le persone care, sembra impossibile che tu sia morto e che non ci si possa più incontrare. Ci eravamo visti molti mesi fa, credo alla presentazione del mio libro, o forse ad un’altra delle tante. Ci rincorrevamo con inviti reciproci, e purtroppo troppo spesso altri impegni mi impedivano di partecipare. Io mi sentivo già un po’ in colpa allora. E adesso come facciamo?

    In questi giorni mi hanno aiutato le tante cose scritte dalle tue amiche e dai tuoi amici, che ringrazio di cuore. Sono ritornati alla mente tanti ricordi. Eri un fiume di parole, sempre misurato e mai esondante, pieno di delicati insegnamenti, di sottile e intelligente ironia. Riconoscevi con umiltà la tua imperfezione, e non come clausola di stile: ti arrabbiavi ed eri capace anche di rimbrotti. Eh sì, eravamo quasi sempre d’accordo, ma abbiamo anche discusso: a volte mi hai convinto, come quella volta che poi sono diventato il “tuo consigliere comunale”, anche se certo potevo fare meglio. Altre no. E nonostante questo mai ti sei tirato indietro, per quel che potevi: come quando, pur avendo esplicitato la tua contrarietà a partecipare (e dopo oltre 20 anni ancora ci tenevi a ricordarlo), hai aiutato un gruppetto di giovani di allora a prepararsi attraverso la strada della nonviolenza alle manifestazioni del G8 di Genova. E poi quel tuo chinarti sull’agendina, minuscola come la tua grafia: troppo piccola che io ho sempre avuto la sensazione che tu bleffassi quando la controllavi per fissare un incontro. Un dubbio che svaniva subito dopo, quando ti si accendevano gli occhi: “non posso, devo fare il nonno” dicevi, tu che del nonno eri, sei, la perfetta iconografia.

    Ci sarebbe stata data una sia pur limitata signoria sul tempo. È la responsabilità più grande”. Hai scritto così sul tuo delizioso librettino di aforismi arricchito dai disegni di Franco Patruno. Ecco, finalmente ora mi è chiara la compresenza fra vivi e morti che ci ha insegnato il tuo maestro Capitini. Oggi quella responsabilità passa a noi, le tante le generazioni a cui hai trasmesso com’è bella la libertà, la giustizia e la pace, e di come i mezzi per ottenerle debbano essere coerenti con i fini. Abbiamo il compito, tutti insieme, di dare una mano, “per quel che possiamo”, a questo mondo e renderlo un posto un poco migliore per i nostri figli e nipoti. Per ricordare ciò che è stato, per non ripetere gli stessi errori, per parlare a chi non ha potuto ascoltarti. Non sarà facile, ma lo faremo insieme anche a te.

    Ciao Daniele, grazie di tutto. Ci hai lasciato un grande pieno incontenibile tutto intorno.

    Ti voglio bene e insieme a te abbraccio Rossana, Chiara e Elena.

    Leo

  • libri della ragione ferrara

    Tornano a Ferrara i libri della Ragione

    Ritornano a Ferrara le presentazioni di libri per ragionare sulla società promossi da la Società della Ragione in collaborazione con la libreria Libraccio del capoluogo estense. La rassegna “I Libri della Ragione”, giunta alla quarta sessione, accompagnerà i lettori ferraresi per tutto novembre. Tutti gli incontri si terranno dalle 17,30 presso la bellissima Sala dell’Oratorio Palazzo San Crispino all’ultimo piano della libreria Libraccio di Ferrara in Piazza Trento Trieste.

    Si parte martedì 8 con la presentazione del volume “Contro gli ergastoli” (Futura, 2021) a cura di S. Anastasia, F. Corleone e A. Pugiotto che vuole aprire un dibattito critico sulla detenzione a vita verso il suo superamento. Dialogheranno con  Stefano Anastasia e Andrea Pugiotto la professoressa Stefania Carnevale, Associata di Procedura penale Università degli studi di Ferrara e l’avvocato Pasquale Longobucco, Presidente della Camera Penale di Ferrara.

    Si continua poi il martedì successivo, 15 novembre, con il libro “Così san tutt3” (Fandango Libri, 2022) a cura di Giulia Perrone e Marco Perduca. Il testo fa parte della campagna dell’Associazione Luca Coscioni volta a dare forma al diritto umano alla scienza attraverso le sue implicazioni pratiche. A dialogare con i due curatori sarà Ilaria Baraldi, consigliera comunale e membro del direttivo de la Società della Ragione.

    La storia culturale degli stupefacenti” di Paolo Nencini (Futura, 2021) è il terzo volume che sarà presentato martedì 22 novembre. Partendo dall’analisi degli stupefacenti nella letteratura internazionale, dialogheranno insieme all’autore Denise Amerini, Responsabile dipendenze e carcere CGIL Nazionale e Francesca Battista, Segreteria Camera del Lavoro di Ferrara.

    Infine il 29 novembre chiuderà questo quarto ciclo di libri della Ragione la presentazione del libro di Leonardo FiorentiniL’Onda Verde. La fine della guerra alla droga“. Un testo che fa il punto sulla riforma delle politiche sulla cannabis a livello internazionale e che è diventato anche un podcast, prodotto dal Collettivo ferrarese Cumbre AltreFrequenze. Dialogheranno con l’autore Irene Bregola, Esseblog e Federico Varese, professore di criminologia e Direttore del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Oxford.

    Il quarto ciclo dei Libri della Ragione è in collaborazione con la Camera Penale ferrarese “Avv. Franco Romani”, l’Associazione Luca Coscioni, CGIL, e Forum Droghe.


    Martedì 8 novembre 2022 – Ore 17,30

    Presentazione del volume

    Contro gli ergastoli

    Stefania Carnevale, Associata di Procedura penale Università degli studi di Ferrara
    Pasquale Longobucco, Avvocato, Presidente della Camera Penale di Ferrara
    dialogano con i curatori
    Stefano Anastasia e Andrea Pugiotto
    contro gli ergastoliIl Libro
    Contro gli ergastoli
    Prefazione di: Valerio Onida
    A cura di: Stefano Anastasia, Franco Corleone, Andrea Pugiotto
    Giugno 2021
    ISBN: 978-88-230-2348-2
    Collana: Saggi
    Euro 18
    Futura

    A distanza di un decennio dal pionieristico volume Contro l’ergastolo (che inaugurava la collana delle pubblicazioni de La Società della Ragione) e all’indomani dell’ord. n. 97/2021 della Corte costituzionale, si impone una rinnovata riflessione critica su tutte le modalità di detenzione a vita. Lo fa il presente volume, guardando al «fine pena mai» da ogni latitudine: la tormentata storia parlamentare della sua mancata abrogazione; le sue progressive erosioni ad opera della giurisprudenza costituzionale e convenzionale; i costi esistenziali di una pena perpetua; la sua diffusione nel mondo; le possibili alternative sanzionatorie. Unitamente alla ricognizione delle sue reali dimensioni numeriche e della giurisprudenza in tema di liberazione condizionale, il volume offre così al dibattito pubblico elementi tali da sradicare la (falsa, ma diffusa) convinzione che in Italia, de jure o de facto, l’ergastolo non esista. In Appendice, scritti (di Papa Francesco, Aldo Moro, Salvatore Senese, Aldo Masullo) che, più e meglio degli altri, mostrano come la pena fino alla morte sia l’ambiguo luogotenente della pena di morte.


    Martedì 15 novembre 2022 – Ore 17,30

    Presentazione del libro

    Così san tuttз

    Ilaria Baraldi, consigliera comunale, direttivo de la Società della Ragione
    dialoga con i curatori
    Giulia Perrone e Marco Perduca
    Il Libro
    Titolo: Così san tuttз
    Autori: Marco Perduca, Giulia Perrone
    ISBN: 9788860447906
    Euro 18,00
    Fandango Libri
    Come si produce un vaccino? Perché il procedimento richiede molto tempo? Chi ne può, o deve, usufruire? Cosa dobbiamo studiare per controllare il diffondersi di malattie? Come possiamo aiutare l’agricoltura ad affrontare i cambiamenti climatici? Quali sono le terapie più efficaci per la salute mentale?
    Così san tutt3 nasce per iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni con contributi di giurist3, scienziat3, ricercator3, espert3 e politolog3 per dare forma al diritto umano alla scienza attraverso le sue implicazioni pratiche.
    Dalla sperimentazione di farmaci, alla salute sessuale e riproduttiva, a quella mentale, alla libera condivisione di studi, ricerche e risultati, il volume descrive gli elementi del diritto alla e della scienza fornendo “istruzioni” su come riconoscere questo diritto nella vita di tutti i giorni e vederlo riconosciuto da leggi, politiche, tribunali e corti.
    Con una introduzione di Chiara Valerio, Così san tutt3 è uno strumento valido per comprendere al meglio come mettere la scienza al servizio del progresso

    Martedì 22 novembre 2022 – Ore 17,30

    Presentazione del libro

    Storia culturale degli stupefacenti

    Denise Amerini, Responsabile dipendenze e carcere CGIL Nazionale
    Francesca Battista, Segreteria Camera del Lavoro di Ferrara
    dialogano con l’autore Paolo Nencini
    copertina storia stupefacentiIl Libro
    Paolo Nencini
    Storia culturale degli stupefacenti
    Prefazione di: Grazia Zuffa
    Febbraio 2022
    400 pag
    ISBN: 978-88-230-2342-0
    Collana: Saggi
    Cartaceo 24.00 €
    Futura
    Gli storici hanno ricostruito con cura l’espandersi dell’uso non terapeutico degli stupefacenti a partire dall’inizio dell’Ottocento e gli interventi atti al suo controllo ad opera dei makers of history. Ma dove sono i soggetti di questi avvenimenti, i tossicodipendenti e quelli che, in base alle legislazioni restrittive, sono divenuti spacciatori? Che ne è stato di loro? Secondo il filosofo tedesco Hans Magnus Enzensberger, la risposta a questo genere di domande è da cercarsi nella letteratura, che è infatti una forma di storiografia, in quanto fornisce il punto di vista soggettivo da giustapporre all’oggettività degli avvenimenti narrati dagli storici. Questo libro si è posto l’obiettivo di ricostruire una storia soggettiva della tossicodipendenza, a partire dall’esame del la letteratura. Da De Quincey e Gautier, suscitatori di nuove curiosità, a Daudet e Rohmer, difensori di civiltà e imperi contro la minaccia stupefacente, la letteratura è stata puntuale ed efficace nel testimoniarci del mutare dello spirito del tempo. Caduta l’illusione di uno sradicamento definitivo del consumo di stupefacenti, sono stati poi numerosi gli autori che nel progredire del XX secolo hanno raccontato del persistere di tale consumo all’interno di vere e proprie controculture, mentre altri hanno saputo farsi anche anticipatori distopici di nuove possibili droghe, dal davamesk di Witkiewicz al dylar di De Lillo; fino ai testimoni dell’uso degli allucinogeni come strumenti di introspezione alla ricerca dei limiti della conoscenza umana.

    Martedì 29 novembre 2022 – Ore 17,30

    Presentazione del libro

    L’Onda Verde

    Irene Bregola, Esseblog
    Federico Varese, Professore di Criminologia, Direttore del Dipartimento di Sociologia di Oxford
    dialogano con l’autore Leonardo Fiorentini
    è previsto l’intervento del Collettivo Cumbre AltreFrequenze, produttore del podcast L’Onda Verde.
    L’Onda Verde è anche un podcast, gratis su tutte le piattaforme. Scoprilo su ondaverde.pub

    onda verdeIl libro
    L’Onda Verde
    La fine della Guerra alla droga
    Autore Leonardo Fiorentini
    Prefazione di Franco Corleone
    Postfazione di Marco Perduca
    Contiene il report del progetto NAHRPP sull’autoregolazione nel consumo di cannabis a cura di Susanna Ronconi, Forum Droghe.
    Editore: Officina di Hank
    Anno: 2021
    Pagine: 176
    Euro: 15
    ISBN: 9791280133472

    Sinossi
    Dalla legalizzazione in Uruguay nel 2013, sino a quelle nordamericane, le riforme delle politiche sulle droghe oggi passano per la sostanza più diffusa e normalizzata, ma anche più repressa al mondo. Usata spesso come mero strumento di controllo ed oppressione delle minoranze, la War on Drugs mai come in questi ultimi anni ha visto incrinarsi il suo fronte da sempre compatto, a partire dagli Stati Uniti. Di fronte alle evidenze scientifiche ed al conclamato fallimento del proibizionismo, i successi della regolamentazione della cannabis sono oggi il grimaldello capace di insinuarsi con efficacia fra l’ideologia e il populismo della guerra alla droga e un’opinione pubblica sempre più consapevole. Partendo dalle raccomandazioni dell’OMS che hanno declassificato la cannabis, il libro è un viaggio nei successi e nelle problematiche delle legalizzazioni in giro per il mondo che attraversa le riflessioni su sicurezza, giustizia sociale e sostenibilità, sino alla ricerca sul consumo consapevole e sugli usi medici.
  • Cultura: il nuovo riferimento è Portogruaro

    La vicenda della convenzione fra Comune e Fondazione Sgarbi, ieri sulle pagine di tutti i giornali grazie ad Alberto Ronchi e Barbara Diolaiti, è abbastanza chiara. Il Comune, che gestisce il Castello di proprietà della Provincia, cede alla Fondazione Sgarbi il 20% delle entrate da biglietto del più visitato monumento cittadino (quasi 200.000 presenze, 1,3 milioni l’anno di incasso dalla biglietteria) alla Fondazione della famiglia dell’attuale factotum della “cultura” ferrarese, Vittorio Sgarbi. Ed il tutto accollandosi il carico di costi della “collezione” messa in mostra all’interno delle sale del Castello, che andranno pure adeguate alla nuova destinazione. Da percorso di visita della residenza degli Este, passiamo a deposito della collezione di un privato cittadino. Non viene “remunerato” il valore aggiunto, come successo in precedenza (peraltro con risultati discutibili), ma si cede direttamente una quota del biglietto di ingresso del Castello. Biglietto che andrà probabilmente aumentato per far quadrare i conti, oggi in positivo, per la gestione del Castello. Del resto la convenzione è la stessa usata dalla Fondazione per l’accordo con il MART di Rovereto ci rassicura Sgarbi: ergo siamo in una botta di ferro, visto chi è il Presidente del MART (Sgarbi stesso).

    C’è poi il ridicolo rinvio della candidatura a Ferrara Capitale italiana della Cultura, che al di là delle “buone intenzioni” mette in luce la totale inadeguatezza degli attuali amministratori. L’idea viene proposta prima da Addizione Civica, fatta sua nel programma da Coalizione Civica Ferrara che già ci stava ragionando, e poi copiata sfacciatamente dalla destra in campagna elettorale. Ma non è qui questione certo di rivendicazione di paternità o maternità. A fine anno scorso la Giunta butta il cuore oltre l’ostacolo ed annuncia la candidatura. La delibera è dell’11 dicembre, anche se possiamo immaginare che ci abbiano pensato anche un po’ prima. La scadenza del bando è il 2 di marzo. Fanno 3 mesi abbondanti, mettendoci lì un po’ di testa ce la si faceva. E’ invece di pochi giorni fa la notizia del rinvio, perchè i tempi sono stretti e perchè c’è già Parma quest’anno (come se non lo si sapesse già prima dell’11 dicembre e come se rinviare di un anno cambi molto). Questo fa la differenza fra essere in campagna elettorale ed amministrare una città. Non basta l’effetto annuncio: poi bisogna farle, le cose.

    Ma non preoccupatevi, abbiamo capito qual’è il nostro nuovo riferimento per le politiche culturali della città: non è Parigi e nemmeno New York (lo era 500 anni fa, cit. Andrea Amaducci).

    Per Sgarbi il riferimento oggi è Portogruaro (con tutto il rispetto di Portogruaro). Fatevene una ragione.

  • taser

    Taser a Ferrara. La dichiarazione di voto contrario

    Incomprensibilmente la Giunta ha deciso di portare all’attenzione dell’ultimo consiglio comunale una delibera che definisce il regolamento per l’uso dei Taser da parte del corpo di Polizia Municipale di Ferrara.
    E’ una scelta incomprensibile perchè, come risposto dalla Comandante dei Vigili a mia esplicita richiesta, i bastoni distanziatori in uso alla Polizia Locale di Ferrara sono stati usati “2/3 volte” negli ultimi anni, e MAI è stato usato lo spray al peperoncino. Non si capisce quindi il perchè di questa ipotesi di innalzamento del livello di difesa dei nostri vigili, anche guardando, e tenendo io per primo, alla loro sicurezza e incolumità.
    E’ incomprensibile perchè la sperimentazione non potrà comunque partire prima di molti mesi visto che ad oggi mancano le linee guida e che comunque andrebbero addestrati gli agenti al loro uso. Quindi non se ne capisce la fretta visto che il prossimo consiglio, già ai primi di luglio (3 mesi) avrebbe potuto fare (o non fare) in meno di una settimana questa scelta senza alcuna modifica di fatto dei tempi di attuazione, e con piena legittimazione elettorale.
    E’ incomprensibile perchè, come ricorda spesso Associazione Antigone, l’uso del Taser ha provocato moltissime morti negli USA dove la sua diffusione è molto ampia. Anche la Corte Europea dei Diritti Dell’uomo ed il Comitato ONU per la prevenzione della tortura si sono espressi relativamente alle pericolosità di quest’arma e il rischio di abusi che l’utilizzo può comportare.
    Insomma quasi una “excusatio non petita” preventiva all’arrivo di Salvini in città. Politicamente è un'”accusatio manifesta” della continua rincorsa miope e senza senso del Partito Democratico a una visione della sicurezza che è cara alla destra. E che la destra ha sempre “monetizzato” nelle urne. Perché fra la copia sbiadita ed in ritardo, e l’originale, è facile scegliere. E’ una rincorsa che ha sempre portato, basta ricordare Bologna, a sbattere contro un muro.
    Ma questa discussione non è solo una discussione sul Taser, è una discussione più profonda, sul ruolo della Polizia Municipale all’interno delle città. Io ero e rimango convinto che essa debba mantenere il suo ruolo di polizia civica, che si occupa di garantire il rispetto delle norme di convivenza, dei regolamenti comunali, del codice della strada e delle altre funzioni a loro delegate. L’ordine pubblico spetta ad altri, come spetterebbe ad altri dotarsi di un’unità cinofila. Non ha alcun senso, in assenza di reali problematiche di sicurezza dei nostri agenti durante il loro servizio, pensare a strumenti di difesa che vadano oltre quelli già in dotazione e che sono stati usati rarissimamente in questi anni.
    Ma è evidente che è su questo che siamo in disaccordo.
    Ferrara veniva ricordato prima è uno dei pochi Comuni in italia in cui la Polizia Locale non è armata. Per me è motivo di vanto e orgoglio, nonchè di stima per il lavoro e l’impegno dei nostri Vigili Urbani. Altri, evidentemente, se ne vergognano.

    Ecco perchè ho votato contro, unico nel Consiglio Comunale di Ferrara, il Regolamento sulla sperimentazione del Taser a Ferrara.

  • Nelle città nuove pratiche sulle droghe

    Dopo l’assemblea delle Nazioni Unite sulle droghe UNGASS 2016, che ha sancito il venir meno della compattezza internazionale delle politiche proibizioniste sulle sostanze illegali, numerosi sono i segnali di svolta a livello mondiale. In Uruguay fra poche settimane saranno in vendita nelle farmacie i primi quantitativi di cannabis “statale”, negli Usa otto Stati hanno sancito, per referendum, la legalizzazione dell’uso ricreativo della cannabis, mentre il nono, il Vermont, ha scelto la via parlamentare. In Olanda il Senato deve decidere sulla legge approvata dai deputati a favore della coltivazione della canapa da parte dei coffee-shop, mentre in Canada il governo ha presentato il suo disegno di legge per la regolamentazione della marijuana. La Giamaica infine ha legalizzato l’uso tradizionale della ganja. Le politiche di riduzione del danno più avanzate (stanze del consumo sicuro, trattamenti con eroina, pill testing) sono ormai consolidate in molti paesi europei, mentre approdano nel dibattito pubblico anche in paesi prima refrattari a questo tipo di approccio, come gli Stati Uniti.

    Purtroppo in Italia, la proposta di legge sulla cannabis dell’intergruppo si è arenata in commissione giustizia mentre quella popolare dopo sei mesi dal deposito è ancora sub iudice, in attesa del conteggio dei certificati elettorali che accompagnano le firme. Stessa sorte stanno subendo le proposte di legge di modifica complessiva del Testo Unico sugli stupefacenti, il Dpr 309 del 1990, presentate alla Camera dal deputato Filippo Fossati e al Senato dal sen. Sergio Lo Giudice.

    La legislatura è avviata verso la fine più o meno traumatica e sta dando il peggio possibile, basti pensare ai decreti Minniti e alla vicenda della legge sulla tortura. Occorre prendere atto che gli spazi parlamentari per le droghe non sono agibili e che dal governo in questi anni è giunto chiaramente un segnale di assoluto disinteresse. Gli ultimi due governi, più volte interpellati dalle associazioni del Cartello di Genova, non si sono degnati nemmeno di rispondere. Anche l’ultimo appello “il Governo batta un colpo” lanciato a febbraio e che chiedeva al governo di rispettare i propri obblighi di legge, è caduto nel vuoto.

    È venuto il momento di cambiare il tavolo sul quale confrontarsi. Dall’assemblea di Forum Droghe è arrivato un invito importante. Riprendere quel protagonismo municipale che anche in Italia ha guidato il movimento di riforma delle politiche sulle sostanze negli anni ’90. In questa situazione di stallo politico ed istituzionale, bisogna ripartire dalle città, dove gli effetti del proibizionismo esplodono nelle strade, nelle piazze e nei giardini. Per affermare, partendo dal basso, che non solo una politica diversa sulle droghe è possibile, ma soprattutto che, dati alla mano, è migliore della criminogena repressione.

    In questi anni alcune città si sono apertamente schierate: Genova, Torino e Firenze hanno votato documenti a favore della legalizzazione della cannabis mentre sindaci come De Magistris e Pizzarotti hanno sposato la causa antiproibizionista. Il Friuli Venezia Giulia ha approvato una legge voto che invita il Parlamento ad approvare la proposta di riforma della legge Iervolino-Vassalli che risale a ventisette anni fa.

    Dobbiamo ripartire da qui, coinvolgendo gli amministratori locali, per praticare una politica sulle droghe realistica ed efficace nelle città e nelle regioni disponibili. Un primo confronto potrà avvenire in occasione della presentazione del Libro Bianco sulle droghe prevista il prossimo 26 giugno a Roma (ore 15/18 Sala del Senato di S. Maria in Aquiro – P.zza Capranica 72 – obbligatorio accredito a accrediti@fuoriluogo.it).

  • Manifesto per la Sinistra e l’Umanesimo sociale. Prospettive per la Sinistra.

    Schermata 2016-03-24 alle 05.22.43Comunicato Stampa
    Manifesto per la Sinistra e l’Umanesimo sociale. Prospettive per la Sinistra.
    Presentazione del libro di Simone Oggionni e Paolo Ercolani a Ferrara Giovedì 31 marzo.

    Si terrà Giovedì 31 marzo alle ore 17,30 presso la Sala Arengo di Palazzo Municipale, la presentazione del volume di Simone Oggionni e Paolo Ercolani “Manifesto per la Sinistra e l’Umanesimo sociale. Prospettive per la Sinistra“.

    L’incontro, promosso da EsseBlog e dal Gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà del Comune di Ferrara, vuole trarre spunto dal libro pubblicato da Mimesis per parlare di una nuova sinistra tutta da costruire. Come si legge nella nota di copertina una Sinistra “liberata dallo sconfittismo e dal reducismo. Capace di sollecitare passioni, di moltiplicare la partecipazione. Gentile, in grado di sorridere. Popolare, radicata e allo stesso tempo a proprio agio con le nuove forme della democrazia digitale. Rivoltata da cima a fondo, rinnovata e innovata. Con un’ambizione maggioritaria. Che abbandoni le liturgie che non parlano più a nessuno, cha abbia il coraggio di osare senza alcuna rendita di posizione. Con una cultura non improvvisata, consapevole delle proprie radici e del proprio destino.”

    Insieme a Simone Oggionni, autore del libro, coordinamento nazionale SEL si confronteranno Massimo Maisto, Assessore alle politiche culturali del Comune di Ferrara, Raffaele Atti, Segretario provinciale CGIL e Filippo Domenicali, ricercatore presso l’Università di Lione. Introdurrà Leonardo Fiorentini, consigliere comunale indipendente SEL.

    Vai all’evento Facebook.

    Gli autori

    Paolo Ercolani
    [Roma, 1972] è filosofo, scrittore e saggista. Insegna filosofia all’Università di Urbino “Carlo Bo”, ed ha scritto libri e articoli scientifici di spessore nazionale e internazionale. E’ iscritto all’ordine nazionale dei giornalisti ed autore, in questa veste, di numerosi articoli per testate nazionali. Ha scritto e scrive per l’inserto culturale del Corriere della sera “La Lettura”, per Il Manifesto (su cui tiene anche il Blog “L’urto del pensiero”) e Micromega. Collabora con il canale filosofia di Rai educational. E’ fondatore, membro del Comitato scientifico e Presidente dell’Osservatorio filosofico filosofiainmovimento.it.

    Simone Oggionni
    [Treviglio, 1984] è componente indipendente del coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, dopo aver svolto per diversi anni il ruolo di portavoce nazionale dei Giovani Comunisti.
    È fondatore di Esseblog.it, laboratorio di buona politica, e co-direttore della rivista a esso collegata, «La Costituente». Cura un blog per l’Huffington Post e uno personale, reblab.it.

    L’ufficio Stampa

    Ferrara, 29 marzo 2016

  • Il mercato, il listone e l’idea che abbiamo delle piazze centrali

    Schermata 2015-07-09 alle 12.09.40Intervento su ListoneMag di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale di Ferrara in risposta all’articolo di Eugenio Ciccone “Cosa dobbiamo farci, di grazia, sulla piazza cittadina?“.

    Qualche mese fa Eugenio Ciccone su ListoneMag si inserì nel dibattito sullo spostamento del mercato del Venerdì dal listone ponendo una domanda molto stimolante che va al nocciolo del problema: “Cosa dobbiamo farci, di grazia, sulla piazza cittadina?”.

    ListoneMag, come tradisce la testata stessa, ha sempre dedicato molto attenzione alla piazza principale di Ferrara, tanto da arrivare a promuovere una sorta di backup della piazza, ricostruendone la storia attraverso il vissuto delle persone.

    Ora il quesito è stimolante per due ragioni: in primis sposta l’attenzione dagli interessi di “bottega” di qualcuno (assolutamente legittimi peraltro) ad una visione più larga di impostazione della città. Poi perché finalmente mette in luce la necessità di prendere decisioni tenendo conto di un minimo di visione di quello che vogliamo che sia il centro della città in cui viviamo.

    L’attuale utilizzo delle piazze cittadine è infatti frutto di una stratificazione di usi, a volte storici, a volte recenti (e fra i più recenti ci sono proprio i camion-bancarella), spesso improvvisati. E non è solo questione di Piazza Trento e Trieste e del Listone: Piazza Municipale e Piazza Castello vivono lo stesso problema di intasamento del calendario, come chiunque abbia tentato di organizzare qualsivoglia iniziativa in centro sa benissimo.

    Perché spostare il mercato

    Per quanto mi riguarda sono da sempre favorevole allo spostamento del mercato del Venerdì. Non tanto per questioni di mera tutela del luogo (che comunque ritengo sensate e condivisibili), quanto per gli effetti che tale occupazione settimanale ha sul sistema città. Ad esempio le linee degli autobus deviate, con evidenti disagi dell’utenza e aumento dei costi del servizio (migliaia di km all’anno in più che vanno sprecati, in una situazione complessiva di grande difficoltà nel finanziamento del Trasporto Pubblico Locali), ma anche la saturazione dei parcheggi il venerdì che rende ulteriormente difficoltoso l’accesso al centro già “orfano” dei bus. Perché una cosa è occupare il Listone, una cosa è occupare anche Corso Martiri e Porta Reno, con gli effetti conseguenti.

    Poi ci sono i problemi legati alla pulizia della piazza, che nonostante gli sforzi di questi anni, anche con la promozione di iniziative di raccolta differenziata, al termine del mercato vive un momento più o meno lungo di impresentabilità (molto vicino ai picchi dei mercoledì sera alcolici), prima dell’intervento straordinario di Hera. Infine c’è il problema dell’ipoteca che un’occupazione tutti i venerdì (e qualche domenica in periodo natalizio) mantiene sugli altri usi possibili di quella piazza. Impossibile montare una struttura per una qualsiasi iniziativa nel week end se non dalle 15 del venerdì, ed impossibile spesso mantenerla per più di una settimana se interferisce in qualche modo con con gli stalli mercatali.

    Un breve passaggio meritano anche agli aspetti estetici. Se è evidente che veder vendere mutande di fianco al duomo non è il massimo per una città che vuole (deve) caratterizzarsi come città d’arte e di cultura, è altrettanto evidente che la qualità delle bancarelle (e del loro contenuto), tutte rigorosamente con il loro furgone al seguito, non è assolutamente paragonabile con quella delle poverissime bancarelle che impegnavano il listone nell’ottocento. Il vero paradosso è che oggi, almeno chi scrive, si bacerebbe i gomiti ad avere quel tipo di banchi al posto di tendoni bianchi elettrificati attaccati ad un camion.

    Dove mettiamo il mercato del Venerdì?

    L’ipotesi che va per la maggiore (lo spostamento su Porta Reno – Piazza Travaglio) e che è stata ormai fatta sua dall’amministrazione, è una soluzione che continua a non risolvere alcune delle questioni sollevate, in particolare quelle sulla funzionalità della città. Da un po’ di tempo penso che lo spostamento del mercato debba essere un momento di sperimentazione per un nuovo modo di vivere il centro. Sperimentazione sia per verificare gli effetti sugli operatori economici coinvolti, ma anche per testare soluzioni che possono venire utili per verificare visioni possibili della città nel lungo periodo. Per questo credo che sperimentare la presenza del mercato del venerdì nell’asse Cavour-Giovecca darebbe finalmente l’occasione alla città di capire se l’interruzione dell’asse principale, lasciato permeabile ai soli mezzi pubblici, è o meno sostenibile. Un mercato che parta dall’incrocio Cavour/Armari e che si snodi per Largo Castello e Giovecca, sino all’incrocio con Via Palestro (o via Montebello), che renda possibile l’accesso al centro ai soli mezzi pubblici, potrebbe esser l’occasione per verificare quali conseguenze sull’assetto della città in un giorno feriale quell’interruzione già sperimentata nei week end delle recenti festività natalizie e di questa primavera. Certamente una sperimentazione difficile nei giorni feriali ma credo a questo punto necessaria. Sono almeno 20 anni che si parla di interruzione degli assi principali di questa città. Oggi, che con la realizzazione della tangenziale ovest si è finalmente completato il sistema tangenziale a sud della città, possiamo finalmente ragionare, verificandone prima gli effetti, sull’allargamento del centro tutelato dal traffico privato (aree pedonali e ZTL) per comprendere tutta l’area monumentale della città.

    E poi cosa ce ne facciamo del Listone?

    Ciccone scrive: “Eppure con l’innocenza di un bambino che grida al re nudo bisogna ammettere che questa piazza così bella e suggestiva, con il listone che va su e poi giù e poi su di nuovo, l’illuminazione spettacolare e i lampioni d’epoca pure un po’ storti è ormai sempre più vuota, impoverita della sua funzione di pubblica piazza.” Si lamenta quindi l’assenza di funzioni di una piazza svuotata dal mercato. Fra teatri che non riaprono, pochi bar richiusi su se stessi, attività nascoste dai porticati in effetti quella lunghissima piazza sembrerebbe non esser altro che un (largo) collegamento fra una parte del centro e l’altra, ed il listone un grande palcoscenico vuoto.  Si potrebbe obiettare facilmente che non sono 6 ore di mercato alla settimana a determinare le funzioni di una piazza (anche se invece ne ipotecano l’utilizzo) ma è certo che la piazza, così come è strutturata, ancor oggi fa fatica a permetterne altre di funzioni.

    A suo tempo ero favorevole, fra i pochi, alla demolizione del Listone perché pensavo, e penso tuttora, che fosse di ostacolo ad una fruizione completa dello spazio, identificando la piazza come appunto due corridoi di passaggio intorno al Listone. Oggi, con la piazza rinnovata, non è cambiato molto. Se la permeabilità della piazza è stata migliorata dagli addolcimenti del rilevato, il disegno è rimasto lo stesso e gli usi si devono adeguare a questa conformazione.

    La piazza, ed il suo listone, devono secondo me certamente continuare ad essere luoghi di mercato, come è sempre stato. Magari di mercati qualificati nelle merci e nelle strutture (e per cortesia nessuna casetta di legno, grazie), che non ne ipotechino totalmente l’utilizzo in modo da poter sperimentare altro. Magari non le corse dei sacchi, ma certamente, vista la fame di spazi per eventi e manifestazioni idee ce ne saranno, senza timori di fare un salto nel buio.

    Fonte ListoneMag.

  • Trascrizioni: dopo appena un mese già 600 firme!

    600[Ricevo e volentieri pubblico] Dal 14 febbraio, data di inizio della raccolta firme TRASCRIVIAMO per le trascrizioni di tutti i matrimoni contratti all’estero, sono già ben 600 i cittadini ferraresi che hanno sposato la causa e hanno firmato affinché anche a Ferrara prevalga il diritto e il rispetto per tutti: dalla neo diciottenne Martina, che si è detta orgogliosa di poter firmare, alla settantanovenne sig.ra Anna, convinta che sia giusto che ci si possa sposare tutti, oppure nessuno.

    Nonostante le recenti sentenze del Tribunale di Grosseto prima e del TAR del Lazio ultimamente (il quale ha finalmente chiarito che le circolari del Ministro degli Interni ai Prefetti non possono annullare le trascrizioni dei matrimoni celebrati all’estero), permane ancora il vuoto politico e tanti cittadini e le loro famiglie restano senza tutele: una volta rientrati in Italia perdono infatti lo status di coniuge e/o genitore riconosciuto nella maggior parte degli Stati europei.

    Le associazioni LGBT di Ferrara (Circomassimo Arcigay e Arcilesbica, Agedo e Famiglie Arcobaleno), promotori dell’iniziativa TRASCRIVIAMO, invitano tutti gli schieramenti politici, l’amministrazione comunale e le associazioni ferraresi ad aderire a questa iniziativa perché, lo ricordiamo, i diritti sono tali se sono per tutti.

    Le associazioni LGBT si mettono inoltre a disposizione di tutte le associazioni, partiti, amministrazioni che vorranno organizzare un incontro su questi temi o anche semplicemente discutere della situazione attuale e del significato di questa iniziativa.

    È triste pensare che l’Italia sia al 39mo posto (su 49) in Europa per i diritti delle persone LGBT, quando invece dovremmo stare a parlare del colore della cravatta o del vestito da indossare al matrimonio di fratelli, figli, amici e colleghi.

    Il prossimo appuntamento per la raccolta firme a sostengo delle trascrizioni è per SABATO 14 MARZO DALLE 10.00 ALLE 12.00 e DALLE 15.00 ALLE 17.00: vi aspettiamo sotto il Volto del Cavallo, nei pressi di P.zza del Municipio, per dare il vostro sostegno con una semplice firma a questa civile iniziativa: TRASCRIVIAMO.

  • Due nuovi incontri di Pluralismo e Dissenso

    Ferrara_palazzo_municipaleDopo gli incontri istituzionali con gli ex sindaci Roberto Soffritti e Gaetano Sateriale, e in attesa dell’incontro con l’attuale sindaco Tiziano
    Tagliani, volti a leggere come è cambiata Ferrara negli ultimi 6 lustri nelle dinamiche sociali, politiche, economiche, relazionali e di qualità
    di vita, il Think tank Pluralismo e dissenso organizza due ulteriori spazi di approfondimento sul versante politico.

    Giovedì 12 marzo, ore 21.15
    Sala della Musica, Chiostro di S. Paolo
    Il centro destra bloccato

    ne parlano
    Giovanni Cavicchi
    consigliere comunale Lega Nord Padania
    Luca Cimarelli
    coordinatore provinciale Forza Italia
    Pier Francesco Perazzolo
    ex coordinatore provinciale Forza Italia

    presenta
    Mario Zamorani
    Pluralismo e dissenso

    =========================
    Venerdì 20 marzo, ore 17.00
    Sala Arengo, Palazzo comunale
    Il centro sinistra che cambia

    Roberto Montanari
    ex segretario regionale e provinciale Ds
    intervistato dai giornalisti ferraresi
    presenta
    Mario Zamorani
    Pluralismo e dissenso

    I video degli incontri potranno essere visti sul sito pluralismoedissenso.altervista.org

    (in collaborazione con il gruppo consiliare SEL del Comune di Ferrara)

  • Per Natale regalerò un calendario al Vescovo di Ferrara

    Il Vescovo di Ferrara sui matrimoni omosessuali sul Resto del Carlino di oggiCi vorrebbe sempre la consulenza di un buon medievalista per interpretare le parole del Vescovo di Ferrara Luigi Negri che sembra essere legato affettivamente un po’ troppo al tempo che fu delle crociate e del potere temporale della chiesa. Purtroppo per lui il Papa ha smesso di essere Re a Ferrara nel 1859, e gli annuncio, casomai non se ne fosse accorto, che da allora la dottrina cattolica non è legge in questo Stato.

    Nessuno vuole imporre a Negri di officiare matrimoni fra omosessuali, anche se credo molte coppie gay credenti aspirerebbero a sposarsi in chiesa (magari non da Negri): semplicemente con la trascrizione dei matrimoni all’estero e presto, mi auguro, anche con la regolamentazione di unioni di fatto e matrimoni omosessuali si vuole che lo Stato garantisca a persone che si amano la tutela di diritti e doveri.

    Davvero non si capisce perché il Vescovo di Ferrara voglia continuare ad imporre la sua visione, incattivita, del mondo. Forse è solo un tentativo di guadagnare medagliette per accreditarsi fra chi si oppone al nuovo corso di Papa Francesco, che mi pare abbia, su molti temi (ma non su tutti), posizioni ben più aperte e moderne.

    Almeno so cosa regalagli per Natale: un calendario del 2015, così che ogni giorno possa ricordarsi che il medioevo è finito da tempo.

  • Musica per Federico Aldrovandi

    Musica per Federico AldrovandiSabato 20 settembre 2014 dalle ore 17,30 in Piazza Municipale a Ferrara.

    con il patrocinio del Comune di Ferrara

    Associazione FEDERICO ALDROVANDI ONLUS presenta:

    MUSICA PER FEDERICO

    – LA DONNA CHE GUARDA LE STELLE (spettacolo teatrale a cura della compagnia “I VETROSI”)

    – GO KOALA

    – FRANCESCO MOTTA (Criminal Jokers) & ANDREA RUGGIERO

    – NICO ROYALE, MARKONE & THE DANGEROUS BAND

    – GLI STATUTO

    – LO STATO SOCIALE

    – GIORGIO CANALI & ROSSOFUOCO

    Entrata ad offerta libera.

    In caso di pioggia il concerto si terrà alla Sala Estense

    Potete sostenere l’Associazione Federico Aldrovandi ONLUS con un bonifico sul conto corrente intestato all’Associazione “Federico Aldrovandi” presso la BANCA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNA, Sede di Ferrara,
    IBAN IT26A0538713000000002113162.
    oppure iscrivendovi ONLINE su www.federicoaldrovandi.it

  • Negri va alle crociate

    Monsignor Negri va alle crociate“Una avanguardia di santi, una massa di cristiani comuni e, nella retroguardia, qualche delinquente. Non so quale avvenimento della Chiesa possa sfuggire a una lettura come questa. Sta di fatto che noi, cristiani del Terzo millennio, alle Crociate dobbiamo molto”

    Ecco, per Monsignor Luigi Negri (Vescovo di Ferrara), le crociate sarebbero state “un grande «pellegrinaggio armato»”.

    In attesa, come qualcuno suggerisce sui social network, del rogo della statua di Savonarola sotto al Castello di Ferrara, è doveroso rileggere alla luce di quanto riportato in questo scritto (non ancora smentito) del nostro Vescovo le recenti esternazioni sulla situazione in Iraq, e sull’eccesso di diplomazia in Medio Oriente:

    “in ogni caso il dialogo non può essere perseguito ad ogni costo e non può rappresentare assolutamente una forma di dimissione della presenza cristiana nel Medio Oriente.”

    Perchè ci mancavano proprio i Teocon all’amatriciana e la riabilitazione delle crociate: come se già i conflitti etnici e religiosi in medio oriente non fossero sufficientemente esacerbati, figli come sono di decenni di omissioni colpevoli del Diritto Internazionale e forzate importazioni della democrazia, e il dibattito nazionale ed internazionale altrettanto incapace di produrre un dialogo di pace.

    Ora parrebbe evidente, almeno allo sprovveduto che scrive, che la linea del nostro Vescovo diverga ormai irrimediabilmente da quella del Vangelo (almeno da quello secondo Luca, quello del famoso “a chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra” ) e dalla Chiesa di Roma, almeno da quella degli ultimi 3/4 Papi (Ratzinger compreso).

    Sembrerebbe quasi arrivare a rasentare l’eresia il nostro Vescovo Negri. A tal proposito viene proprio da chiedersi perchè allora non rinverdire tradizioni ed istituzioni dimenticate a causa “dell’ottusa mentalità laicista” di questo secolo. In questi giorni potrebbe proprio tornarci utile quella benedetta Santa Inquisizione: quella di Giordano Bruno e Galileo Galilei sia chiaro, non certo l’odierno anonimo ufficio della Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione.

    Sono certo che, almeno su questo, Negri sarebbe d’accordo con me.

  • Droghe e Carcere: libro bianco e pene illegittime

    volantinoMercoledì prossimo in Sala dell’Arengo presentiamo alla stampa (ed hai cittadini che volessero sfidare l’afa agostana ferrarese) il V° libro bianco sulla legge Fini Giovanardi e soprattutto lanciamo la campagna per liberare coloro che sono detenuti per una pena dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale. Sono almeno 3000 in Italia che restano in carcere per l’incapacità della politica di trovare una via d’uscita dignitosa dai danni da essa stessa provocati.

    Droghe e Carcere: libro bianco e pene illegittime
    Ferrara, Mercoledì 13 agosto. ore 11, Sala dell’Arengo Palazzo Municipale (P.tta municipale 2)

    Conferenza stampa di presentazione alla stampa del V° Libro Bianco sugli effetti della legge Fini Giovanardi sulle droghe e di lancio anche a Ferrara della campagna contro le sentenze rese illegittime dalla Corte Costituzionale con la pronuncia del febbraio scorso, come recentemente confermato dalla Corte di Cassazione.

    Saranno presenti all’incontro Franco Corleone, Garante dei Detenuti della Regione Toscana, Marcello Marighelli, Garante dei Detenuti di Ferrara, Andrea Pugiotto, prof. di Diritto Costituzionale dell’Università di Ferrara, Irene Costantino, Camera Penale ferrarese e Ilaria Baraldi, consigliera comunale.

    Coordina Leonardo Fiorentini, Società della Ragione ONLUS e consigliere comunale

     

  • Sentinelle in Piedi: Fiorentini (SEL) ringrazia il Comune e cita Aldo Moro

    omofobia-comuneDichiarazione di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale di SEL:

    “Dobbiamo ringraziare il Sindaco e la Giunta di Ferrara per aver voluto ribadire la scelta di questa città di contrastare con forza l’omofobia. La decisione di esporre lo striscione contro l’omofobia e la transfobia in occasione della “manifestazione” delle Sentinelle in Piedi di domani pomeriggio è una scelta non scontata e che per questo va ancor più apprezzata. Chi manifesta per il non riconoscimento dei diritti altrui si qualifica da solo. Chi poi lo fa invocando la libertà di pensiero svela l’ipocrisia della destra cattolica di fronte ad una società che, per fortuna, ha la forza di cambiare. Ipocrisia ancor maggiore quando si evoca la Costituzione perchè “tutela la famiglia come società naturale” (notare bene: non la “famiglia naturale”). L’art. 29 della nostra carta pone semplicemente i limiti all’ingerenza dello stato sul vincolo di affetto, questo sì naturale, fra i coniugi (di qualsiasi sesso, oso sottolineare) e i figli. In particolare, per un nostro padre costituente, “naturale” significa “razionale”, anche perchè la famiglia viene ridefinita secondo lo sviluppo storico della società. Questo padre costituente si chiamava Aldo Moro*”

    L’ufficio stampa

    Ferrara, 27 giugno 2014

    *”La famiglia è una “società naturale”, ma che significa questa espressione?  “Escluso che qui «naturale» abbia un significato zoologico o animalesco, o accenni ad un legame puramente di fatto, non si vuol dire con questa formula che la famiglia sia una società creata al di fuori di ogni vincolo razionale ed etico. Non è un fatto, la famiglia, ma è appunto un ordinamento giuridico e quindi qui «naturale» sta per «razionale».
    D’altra parte, non si vuole escludere che la famiglia abbia un suo processo di formazione storica, né si vuole negare che vi sia un sempre più perfetto adeguamento della famiglia a questa razionalità nel corso della storia; ma quando si dice: «società naturale» in questo momento storico si allude a quell’ordinamento che, perfezionato attraverso il processo della storia, costituisce la linea ideale della vita familiare.
    Quando si afferma che la famiglia è una «società naturale», si intende qualche cosa di più dei diritti della famiglia. Non si tratta soltanto di riconoscere i diritti naturali alla famiglia, ma di riconoscere la famiglia come società naturale, la quale abbia le sue leggi e i suoi diritti di fronte ai quali lo Stato, nella sua attività legislativa, si deve inchinare. Vi è naturalmente un potere legiferante dello Stato che opera anche in materia familiare; ma questo potere ha un limite precisamente in questa natura sociale e naturale della famiglia.”

    (Aldo Moro, 15 gennaio 1947 – fonte http://www.nascitacostituzione.it/02p1/02t2/029/index.htm?art029-011.htm&2)

  • Appello al Direttore di un quotidiano on line di provincia

    commenti su un quotidiano on line di provinciaSuccede in una piccola città di provincia: un 59enne denuncia il furto del portafogli alle 18,30 di domenica da parte di tre giovani armati di coltello nel corso centrale della città. Notizia di per sè inverosimile per chi conosce quella città di provincia. Inverosimile anche per i carabinieri, che indagano un po’ e scoprono che sì qualcosa era avvenuto, ma all’interno di una chiesa sconsacrata ultimo cinema porno di quella città di provincia.

    Ora qui non si vuole più di tanto rimbrottare il cittadino di provincia imbarazzato per le sue frequentazioni, comprensibilmente imbarazzanti. Peccato però che il primo e più importante quotidiano on line di provincia, che peraltro fa un ottimo servizio di informazione per la città, continui a dare spazio nei commenti agli articoli al peggio che si possa trovare su internet (e nella società, anche di provincia).

    I tre giovani (negli articoli non si fa alcun cenno alla nazionalità, ndr) vengono immediatamente additati come migranti, causa di tutti i mali. Un commento, fra tutti quelli del primo articolo, quando ancora la verità non era di dominio pubblico:

    “ely ha scritto il 25 marzo 2014 alle 12:28
    Da oggi ne abbiamo altri 40 sparpagliati tra Ferrara e Ostellato! Grazie ai nostri politici, grazie per avere gravato su una situazione gia’ pesante. Sono sicura che una meta’ andra’ a lavorare nel mezzano al posto nostro e gli altri alimenteranno lo spaccio e la microcriminalita’, poi ditemi che dobbiamo abituarci ad una societa’ multietnica…oche anche gli italiani a suo tempo sono emigrati…si pero’ gli italiani hanno ricostruito la Germania e si sono fatti il culo nelle miniere in Belgio!” (i 40 sono profughi provenienti da Lampedusa accolti in varie strutture della città, ndr)

    Ora, figuratevi se non capisco io l’esigenza del quotidiano on line di provincia di generare visite anche tramite i commenti agli articoli. Però, come detto in via amichevole al Direttore della testata qualche anno fa, quando questi commenti inficiano la credibilità stessa del quotidiano che li ospita (oltre che offendere la dignità umana e rasentare reati penali) si dovrebbero prendere dei provvedimenti. Siccome sono per un sistema penale minimo, e dubito che sia ipotizzabile a breve una chiusura dei commenti, faccio appello alla sensibilità del direttore di quel quotidiano on line di provincia perchè almeno assuma provvedimenti drastici sui commenti e sui commentatori che oltrepassano la decenza intellettuale.

  • Il carcere dimezzato

    seminario_26marzoGarante per i diritti delle persone private della libertà personale di Ferrara
    La Società della Ragione ONLUS
    Con il patrocinio di
    Comune e Provincia di Ferrara

    Mercoledì 26 marzo 2014
    ore 9,15 – 13,30

    Residenza Municipale
    Sala dell’Arengo
    Piazza Municipale 2

    Il carcere dimezzato

    Il carcere di Ferrara aumenta i posti con la costruzione di un contenitore di cemento. Servirà per ammassare corpi o per aumentare gli spazi di vita? Apriamo una discussione sul progetto.

    Ore 9,15 Saluti
    Leonardo Fiorentini la Società della Ragione ONLUS
    Tiziano Tagliani Sindaco Comune di Ferrara

    Ore 9,30 Introduzione
    Franco Corleone componente della Commissione per elaborare proposte di interventi in materia penitenziaria, curatore del volume Il corpo e lo spazio della pena (2011, Ediesse editore)

    Ore 10 Il nuovo padiglione di Ferrara
    Angelo Sinesio Commissario Straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie
    Corrado Marcetti Presidente Fondazione Giovanni Michelucci
    Pietro Buffa Provveditore per le Carceri dell’Emilia Romagna
    Desi Bruno Garante delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale della Regione Emilia Romagna

    Ore 12 Dibattito
    Il senso della pena: quali spazi per la vita, la socializzazione ed il recupero dei detenuti?
    Sono previsti gli interventi di Andrea Pugiotto, Chiara Sapigni, Roberta Fusari. Sono stati invitati a partecipare i parlamentari ferraresi, i consiglieri provinciali e comunali, le associazioni del volontariato, le organizzazioni sindacali

    13,15 Conclusioni
    Marcello Marighelli, Garante dei Diritti dei Detenuti di Ferrara

    Ore 13,30 Chiusura dei lavori e buffet per gli intervenuti

  • Il manifesto di Genova

    manifesto-geSulle orme di Don Gallo, quattordici anni dopo l’ultima conferenza nazionale sulle droghe degna di memoria, associazioni, gruppi, operatori, movimenti, persone che usano sostanze e rappresentanti istituzionali impegnati nel contrasto degli effetti nocivi dell’abuso di droghe e della criminalizzazione si sono riuniti a Genova il 28 febbraio e il 1 marzo 2014, con il sostegno e il patrocinio del Comune e della Regione Liguria, per confrontare esperienze e delineare un’alternativa praticabile anche in Italia alle fallimentari politiche proibizioniste in via di superamento in molte parti del mondo.

    La Corte costituzionale ha proclamato che la legge Fini-Giovanardi è stato il frutto di un atto illegittimo che ha causato vittime, pene e sofferenze, umane e giuridiche, e che ha contribuito in massima parte al sovraffollamento penitenziario e alla costante violazione dei diritti umani all’interno delle carceri del nostro Paese. Un abuso di potere motivato e sostenuto ideologicamente da una direzione del Dipartimento anti-droga che ha impedito ogni discussione e ogni ripensamento critico delle scelte con essa compiute e ha tentato di soffocare ogni esperienza e ogni pratica alternativa. Per questo, oltre i suoi contenuti tecnico-giuridici, la sentenza della Consulta ha un valore simbolico immenso: ora anche in Italia è possibile riprendere il percorso per una legge più umana e più giusta che contrasti il traffico illecito di sostanze stupefacenti, ma sottragga le persone che usano sostanze alla macchina repressiva e offra loro possibilità di uso consapevole e, quando necessario, di sostegno sociale e sanitario.

    1. Con questo spirito e in questa direzione chiediamo innanzitutto al nuovo Governo misure legislative urgenti volte a sanare eventuali e probabili disparità di trattamento tra coloro che sono stati condannati sulla base della incostituzionale legge Fini-Giovanardi. In quella sede dovrà essere anche adeguato il reato di “lieve entità” alla rinnovata distinzione, nel trattamento sanzionatorio, tra cd. “droghe leggere” e cd. “droghe pesanti”, con conseguente ridefinizione dei relativi limiti di pena.

    2. Con altrettanta urgenza, chiediamo al Governo il superamento dell’attuale e fallimentare modello autocratico del Dipartimento anti-droga, da sostituirsi con una cabina di regia che veda coinvolti tutti gli enti e tutte le istituzioni, nazionali, regionali e locali, competenti per una nuova politica sulle droghe, ivi comprese le associazioni del privato-sociale e quelle rappresentative delle persone che usano sostanze, i cui saperi e le cui esperienze costituiscono risorse collettive che i policy makers e i servizi rivolti alle dipendenze devono riconoscere e valorizzare. Che si affidi una Delega politica con l’obiettivo di attuare con urgenza questo cambiamento.

    Nella prospettiva di un radicale mutamento delle politiche sulle droghe nel nostro Paese, a partire dal riconoscimento della soggettività delle persone che usano sostanze e dei loro diritti, proponiamo:

    1. La completa revisione delle previsioni sanzionatorie, penali e amministrative, stabilite dal Testo unico sulle sostanze stupefacenti. I consumatori devono essere liberati tanto dal rischio di criminalizzazione penale quanto dalla soggezione a un apparato sanzionatorio amministrativo stigmatizzante e invalidante.

    2. La prima modifica in questa direzione non può che essere la compiuta depenalizzazione del possesso e della cessione gratuita di piccoli quantitativi di sostanze destinati all’uso personale, anche di gruppo, e della coltivazione domestica di piante di marijuana agli stessi fini.

    3. Chiediamo quindi una compiuta regolamentazione legale della produzione e della circolazione dei derivati della cannabis e della libera coltivazione a uso personale.

    4. Nel quadro della definizione del patto per la salute, delle sue risorse e della sua governance, chiediamo il rilancio dei servizi per le dipendenze e di politiche di “riduzione del danno” finalizzate al benessere delle persone che usano sostanze e alla prevenzione dei rischi connessi all’abuso e alla clandestinità del consumo, a partire dall’analisi delle sostanze e dalla predisposizione di forme e luoghi della loro somministrazione controllata.

    5. In questo quadro, particolare attenzione dovrà essere dato alla dimensione della qualità della vita nelle città e all’offerta di servizi e di sostegno ai tossicodipendenti in stato di detenzione. Chiediamo quindi che la morsa del patto di stabilità interno, che sta strangolando gli enti locali, sia derogabile nel perseguimento di politiche finalizzate alla tutela dei diritti fondamentali della persona come sono quelle destinate a sostenere i percorsi sociali di inclusione delle persone che usano sostanze.

    Chiediamo quindi al Premier, che è già stato ospite della Comunità San Benedetto, di venire a Genova entro i prossimi 30 giorni per ascoltare i rappresentanti delle realtà Pubbliche e del Privato sociale e delle persone che usano sostanze. In queste due giornate è stato prodotto confronto, dibattito, e sono state individuate proposte programmatiche e pratiche in gradi di riallinearci alle politiche sui consumi di altri Paesi Europei e Internazionali. Vogliamo illustrarle direttamente al nuovo Presidente del Consiglio.

    I promotori delle due giornate di Genova organizzeranno , a partire dalla MANIFESTO DI GENOVA iniziative di confronto e proposta nei diversi territori del nostro Paese stimolando la modifica di Politiche locali e nazionali e si ritroveranno entro i prossimi 12 mesi per lanciare un nuovo momento Nazionale aperto alla politica e alla Società civile.

    GENOVA, il 01 Marzo 2014
    I partecipanti alle Giornate di Genova 2014
    “Sulle Orme di Don Gallo”

    Niente su di noi, senza di noi! (dalla Carta dei Diritti delle persone che usano sostanze Genova 2014)

    Info: http://genova2014.fuoriluogo.it/

  • Il Questore, la Legge e i consumatori di droghe

    crucianelli-questore-martucci-420x315Leggo sulle pagine dei quotidiani le parole del Questore di Ferrara Orazio D’Anna che, facendo un bilancio dell’anno appena trascorso e rilevando una diminuzione generalizzata dei reati, annuncia che il 2014 sarà l’anno del giro di vite sui consumatori di sostanze.

    “In città c’è un consumo abbastanza importante, a cui rivolgeremo la nostra attenzione, visto che è questo a foraggiare tutta la catena. Aumenteremo i controlli sui singoli e sui gruppi: è grazie ai consumatori che il fenomeno esiste e finché queste sostanze saranno illegali noi faremo il nostro mestiere”. (fonte Estense.com)

    E’ opportuno ricordare che, nonostante il Questore D’Anna e nonostante la legge di Giovanardi, il consumo in Italia non è reato. Certo la legge che porta il nome del nuovo puntello del Governo Letta ha fatto di tutto per facilitare la repressione del consumo, in particolare di cannabis. L’automatismo della presunzione di spaccio in presenza di un certo quantitativo di sostanza (poca marijuana, un po’ più cocaina) – principio per fortuna smontato in questi anni dalla giurisprudenza – e l’unificazione di droghe pesanti e leggere ha fatto poi sì che il 40% dei detenuti sia nelle nostre carceri sovraffollate per violazione dell’art. 73 (spaccio): fra questi moltissimi consumatori, che per il solo fatto di detenere magari più di una decina di canne, sono finite nelle maglie della giustizia italiana. E quei consumatori che sono riusciti a sfuggire al sistema penale sono stati intrappolati nella ragnatela delle sanzioni amministrative: 853.004 persone che in questi anni hanno dovuto sottoporsi periodicamente a test, sono state limitate nei propri movimenti e hanno sostenuto ingenti spese e costi sociali altissimi a causa dello stigma nei confronti dei consumatori (vedi Libro Bianco sulla legge Fini-Giovanardi). Stigma che il nostro paese, con Giovanardi ancora in carica, si è peraltro impegnato a contrastare su indicazione della 54ma sessione della Commissione Stupefacenti dell’ONU.

    Decidano i lettori se preferiscono che i poliziotti siano intenti a perder tempo a identificare, perquisire e magari arrestare qualche ragazzino che insieme agli amici si è appartato su una panchina in un parchetto per farsi una canna, oppure stiano in giro per il territorio a prevenire uno dei 30 stupri, il migliaio di altri reati contro la persona o i 9500 furti di vario genere perpetrati nella nostra provincia.

    Lo stesso governo Letta, che certo non è noto per il coraggio politico, ha avuto l’ardire di mettere in discussione l’impianto della Fini-Giovanardi modificando il 5° comma dell’art. 73, ovvero introducendo il fatto di lieve entità come reato autonomo (grazie ad un tecnicismo giuridico degno del paese degli azzeccagarbugli). Certo non servirà a molto ma per fortuna la Corte Costituzionale deciderà il prossimo 12 febbraio sulla costituzionalità dell’intera legge sulle droghe approvata – ricorderete – nel 2006 con un colpo di mano a fine legislatura come maxiemendamento di un centinaio di articoli al decreto legge di cinque o sei articoli sulle Olimpiadi di Torino (vedi Dossier de La Società della Ragione).

    Nel frattempo non resta che augurarsi che il Tribunale di Ferrara non sia ingolfato dall’attività mirata di repressione del consumo annunciata dalla Questura di Ferrara, e magari confermi la propria recente linea assolutoria nei confronti dei semplici consumatori, autocoltivatori di cannabis compresi. Autocoltivatori che, val la pena di segnalarlo al Questore di Ferrara, coltivano la marijuana nell’armadio o sul balcone proprio per non “foraggiare tutta la catena”.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista Circoscrizione 1

  • Lo vedi bene, tu amministratore locale italiano?!?

  • Sagrato a ore/2

    Il parcheggio, ops sagrato, della Chiesa di Santo Stefano

    Il parcheggio, ops sagrato, della Chiesa di Santo Stefano