• Sagrato a ore/3

    Il parcheggio, ops sagrato, della Chiesa di Santo Spirito

    Il parcheggio, ops sagrato, della Chiesa di Santo Spirito

  • Blog intollerante

    Stefania, una mia cara amica che l’anno scorso – “a seguito di continui disturbi di salute e analisi ai limiti della scienza medica” – ha scoperto di essere intollerante al grano, ha deciso di condividere la sua esperienza di riscoperta di vecchi/nuovi cereali come il Farro e il Kamut aprendo un blog sulle intolleranze alimentari. Non solo ricette, adattate e sperimentate in prima persona, ma anche la prospettiva di raccogliere e pubblicare suggerimenti su locali “intolerance friendly” in giro per il mondo.

    Attendo a pubblicare la mia versione della crostata con farina di castagne, cioccolato e pere (posso migliorare ancora un poco, a scapito della mia linea), mentre vi riporto la ricetta del pinzone alle olive e pancetta di mamma Cinzia, riveduta e corretta per chi non ama le olive (succede!):

    Non avendo possibilità di gestire il forno a basse temperature, io uso il programma solo impasto della mia macchina per il pane (che prevede un primo e secondo impasto ed una lievitatura di un’oretta) e inserisco:
    3 misurini da 15 ml di olio d’oliva
    300 ml di acqua
    500 gr di farina di farro
    2/3 misurini da 5 ml di sale (a seconda della quantità di pancetta che si decide di usare)
    1 bustina di lievito di birra secco
    Avvio il programma.

    Nel frattempo rosolo un po’ di pancetta (vanno bene anche le confezioni di pancetta affumicata a dadini della coop o quella che più piace).

    Quando, terminata la pausa dopo il primo impasto, la macchina del pane riprende a impastare, aggiungo la pancetta e lascio continuare il programma.

    Quando l’impasto è pronto lo tolgo dalla vaschetta essendomi unto preventivamente le mani, stendo sulla teglia da forno su cui avrò steso un foglio di carta da forno.
    La pasta va tirata della dimensione della teglia allargandola con i polpastrelli.

    Quindi inforno a 200° e faccio cuocere per 30 minuti (controllare la colorazione prima di spegnere)

  • Follia di falafel con germogli di canapa

    La scorsa settimana D di Repubblica ha pubblicato una recensione di “La cannabis in cucina” un libro di ricette con la canapa.

    Qui trovate la recensione, qui le avvertenze che consiglio di leggere dal blog di fuoriluogo.it.

    Infine qui sotto per riprendere la tradizione delle ricette della domenica la ricetta dei falafel ai germogli di canapa, tratta da Ogigia.

    La ricetta che vi proponiamo, peraltro semplice da realizzare e assolutamente adatta anche ai vegetariani, è tratta dal libro: La cannabis in cucina. Più di 35 ricette per pranzi, spuntini e altre occasioni di Pilcher Tim di cui abbiamo parlato nella rubrica dedicata all’editoria. Questo tradizionale “fast food” mediorientale è molto più sano di un hamburger e molto più gustoso del pollo fritto. Sicuramente non vi manderà in orbita, ma è talmente buono che neanche ci farete caso! Ingredienti necessari per la ricetta:

    Per 15/20 falafel
    250 g di semi di canapa germogliati
    1 cipolla tritata
    2 spicchi d’aglio
    1 cucchiaino di cumino in polvere
    400 g di lenticchie rosse
    600 ml di brodo vegetale
    720 g di ceci ammollati in acqua dal giorno precedente
    250 g di semi di sesamo
    una manciata di coriandolo fresco tritato
    olio d’oliva, per il soffritto
    sale e pepe
    pane tipo pita, per accompagnare il piatto.
    Lasciare i semi di canapa in ammollo per una notte, quindi disporli su un
    germogliatore (anche un semplice vassoio va bene): sciacquarli e scolarli più volte al giorno, finché non cominciano a germogliare. Soffriggere l’aglio e la cipolla nell’olio (o in un po’ di cannabutter) e aggiungere il cumino non appena la cipolla comincia a dorarsi. Si raccomanda di mescolare bene con un cucchiaio di legno. Mettere in una padella le lenticchie e il brodo vegetale e cuocere a fuoco lento
    per circa 15 minuti fino a che il brodo non si sarà asciugato e le lenticchie non risultino tenere. Frullare i ceci e aggiungere la purea ottenuta dalle lenticchie, assieme ai semi di canapa germogliati e al coriandolo. Condire a piacimento. Lasciare riposare per 20 minuti in un luogo fresco perché assorba il liquido, poi ricavarne delle palline. Rotolare le palline sopra i semi di sesamo e friggerle fino a doratura.

  • La torta tenerina… (bio)

    E’ domenica, io non la faccio perché mi pare che le calorie settimanali ingerite siano già oltremodo abbondanti, ma magari qualcuno passa di qui e gli prende la voglia… Rispetto alla ricetta di questo dolce entrato non so quando nella tradizione ferrarese (scusate l’imprecisione storica) vi sono alcune varianti, oltre alla ricerca di ingrediente biologici e del mercato equo e solidale: il cioccolato extra-fondente e l’utilizzo dello zucchero di canna rendono la tenerina meno dolce del solito, e secondo me decisamente migliore. No scusate, non migliore, non mi permetterei mai di offendere una qualsiasi tenerina… Diversa è il termine giusto. Ma sono comunque gusti.
    Ingredienti (vedi nota)
    2 etti di cioccolato extra-fondente di buona qualità, in tranci (bio)
    2 etti di zucchero di canna (bio)
    1 etto di burro bio
    3 uova (bio)
    2 cucchiai colmi di farina (bio)
    1 goccio di latte (a “usta” e soprattutto bio)
    Zucchero a neve (se riuscite, bio…)

    Preparazione
    Fate sciogliere a bagno maria il burro con il cioccolato (potete anche provvedere con il microonde, è meno poetico ma funziona).
    Montate i tuorli con lo zucchero, unite il burro e il cioccolato fusi, ma dopo averli lasciati raffreddare un poco, la farina e gli albumi montati a neve.

    Amalgamate delicatamente ma accuratamente, se vi pare troppo denso aggiungete un goccio di lattem e versate l’impasto, che risulterà molto morbido in uno stampo, precedentemente preparato, in modo che abbia uno spessore piuttosto basso, circa 1 cm.

    Nel frattempo avrete fatto scaldare il forno (tradizionale!) a 180°, nel quale introdurrete la torta, facendola cuocere per 30 minuti.

    Una volta terminata la cottura lasciare raffreddare, una volta a temperatura ambiente potrete dilettarvi nel far scendere una coltre bianca di zucchero a neve sulla tenerina, che è così pronta ad essere addentata.

    Nota Bene: accompagnata da un poco di crema pasticcera, non troppo densa, diventa peccato capitale.

    Nota sugli ingredienti:
    Tutti gli ingredienti, a parte lo zucchero a neve pronto, sono reperibili come prodotti biologici e/o del mercato equo e solidale. Se amate la grande distribuzione alla Coop trovate il cioccolato extra-fondente (equo e biologico), lo zucchero di canna (equo e biologico), le uova (bio), la farina (bio) e il burro (bio). Sennò il vostro negoziante bio di fiducia saprà certamente aiutarvi, soprattutto una volta conosciuto il fine…

  • Pasta all’Amatriciana

    amatricianaOggi va così. Lo ammetto, non ho il guanciale, ma pancetta, e il pecorino lo sostituirò con parmigiano. Insomma un piccolo (grande) insulto per la vera amatriciana (in foto la versione con spaghetti). Per cui scarico i sensi di colpa pubblicando la ricetta, da Wikipedia Italia:

    “La preparazione necessita (dosi per 6 persone) dei seguenti ingredienti:

    Tagliate a dadini il guanciale e mettete a soffriggere con olio a fiamma bassa facendo sfumare col vino (c’è chi preferisce usare il rosso); se preferite il guanciale più croccante mettete poco olio e non fate sfumare col vino. Aggiungete il peperoncino e i pomodori spellati e tagliati a filetti. Salate (non troppo perché il guanciale è già salato) e fate cuocere a fuoco vivo per almeno 10 minuti. Nel frattempo mettete a cottura i bucatini; scolateli bene, (cottura al dente) e conditeli con la salsa preparata. Rimescolate, aggiungendo il pecorino. Servite in tavola accompagnandoli con un buon bicchiere di vino rosso.”

    Fatemi sapere e buon appetito!