• Il Questore, la Legge e i consumatori di droghe

    crucianelli-questore-martucci-420x315Leggo sulle pagine dei quotidiani le parole del Questore di Ferrara Orazio D’Anna che, facendo un bilancio dell’anno appena trascorso e rilevando una diminuzione generalizzata dei reati, annuncia che il 2014 sarà l’anno del giro di vite sui consumatori di sostanze.

    “In città c’è un consumo abbastanza importante, a cui rivolgeremo la nostra attenzione, visto che è questo a foraggiare tutta la catena. Aumenteremo i controlli sui singoli e sui gruppi: è grazie ai consumatori che il fenomeno esiste e finché queste sostanze saranno illegali noi faremo il nostro mestiere”. (fonte Estense.com)

    E’ opportuno ricordare che, nonostante il Questore D’Anna e nonostante la legge di Giovanardi, il consumo in Italia non è reato. Certo la legge che porta il nome del nuovo puntello del Governo Letta ha fatto di tutto per facilitare la repressione del consumo, in particolare di cannabis. L’automatismo della presunzione di spaccio in presenza di un certo quantitativo di sostanza (poca marijuana, un po’ più cocaina) – principio per fortuna smontato in questi anni dalla giurisprudenza – e l’unificazione di droghe pesanti e leggere ha fatto poi sì che il 40% dei detenuti sia nelle nostre carceri sovraffollate per violazione dell’art. 73 (spaccio): fra questi moltissimi consumatori, che per il solo fatto di detenere magari più di una decina di canne, sono finite nelle maglie della giustizia italiana. E quei consumatori che sono riusciti a sfuggire al sistema penale sono stati intrappolati nella ragnatela delle sanzioni amministrative: 853.004 persone che in questi anni hanno dovuto sottoporsi periodicamente a test, sono state limitate nei propri movimenti e hanno sostenuto ingenti spese e costi sociali altissimi a causa dello stigma nei confronti dei consumatori (vedi Libro Bianco sulla legge Fini-Giovanardi). Stigma che il nostro paese, con Giovanardi ancora in carica, si è peraltro impegnato a contrastare su indicazione della 54ma sessione della Commissione Stupefacenti dell’ONU.

    Decidano i lettori se preferiscono che i poliziotti siano intenti a perder tempo a identificare, perquisire e magari arrestare qualche ragazzino che insieme agli amici si è appartato su una panchina in un parchetto per farsi una canna, oppure stiano in giro per il territorio a prevenire uno dei 30 stupri, il migliaio di altri reati contro la persona o i 9500 furti di vario genere perpetrati nella nostra provincia.

    Lo stesso governo Letta, che certo non è noto per il coraggio politico, ha avuto l’ardire di mettere in discussione l’impianto della Fini-Giovanardi modificando il 5° comma dell’art. 73, ovvero introducendo il fatto di lieve entità come reato autonomo (grazie ad un tecnicismo giuridico degno del paese degli azzeccagarbugli). Certo non servirà a molto ma per fortuna la Corte Costituzionale deciderà il prossimo 12 febbraio sulla costituzionalità dell’intera legge sulle droghe approvata – ricorderete – nel 2006 con un colpo di mano a fine legislatura come maxiemendamento di un centinaio di articoli al decreto legge di cinque o sei articoli sulle Olimpiadi di Torino (vedi Dossier de La Società della Ragione).

    Nel frattempo non resta che augurarsi che il Tribunale di Ferrara non sia ingolfato dall’attività mirata di repressione del consumo annunciata dalla Questura di Ferrara, e magari confermi la propria recente linea assolutoria nei confronti dei semplici consumatori, autocoltivatori di cannabis compresi. Autocoltivatori che, val la pena di segnalarlo al Questore di Ferrara, coltivano la marijuana nell’armadio o sul balcone proprio per non “foraggiare tutta la catena”.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista Circoscrizione 1

  • Pallottoliere

    La Ragioneria e la Politica

    PallottoliereBilancio 2014. Fiorentini: serve una svolta a sinistra
    Beni Comuni, Ambiente e Partecipazione buchi neri del bilancio di fine legislatura

    Quello che più salta agli occhi nella presentazione del Bilancio 2014 è l’indubbio processo di riequilibrio dello stesso, in particolare in termini di struttura della spesa. Da Ragioniere non posso che salutarlo con piacere. Non starò neanche a discutere troppo su cosa si è venduto per arrivare a questo risultato. Perché ritengo, in modo laico e pragmatico, che vendere pezzi del patrimonio pubblico “marginale” (pensiamo alle azioni svincolate di Hera) per ridurre il debito sia infatti un’operazione ragionieristicamente corretta, patrimonialmente neutra, ma politicamente nulla. Perchè la vera scelta che il Comune deve fare non è quando è meglio vendere sul mercato borsistico azioni di una società, bensì se abbia senso per una istituzione pubblica detenere pacchetti azionari di Società quotate in Borsa. Le domande che il PD (maggioranza assoluta in Consiglio Comunale) si dovrebbe porre oggi sono difficili, ma fondamentali: primo, ha senso rimanere in Hera? Secondo, con il ricavato della vendita si deve solo ridurre il debito, o si puo’ dare una risposta, di sinistra, al tema dei Beni Comuni? Chi scrive – ancora nella scorsa legislatura e con ben altri valori di mercato – aveva sostenuto la proposta dei Verdi di vendere tutte le partecipazioni in Hera con un duplice fine: affrancarsi da questo rapporto insano di proprietario che non conta nulla/controllore che non sa controllare e reinvestire il ricavato nella diminuzione del debito, nella costruzione di un nucleo di controllo reale sui contratti di servizio e soprattutto nella ripubblicizzazione del servizio idrico integrato come i cittadini hanno chiesto con un referendum. In quest’ottica vendere parti del patrimonio pubblico non “marginale”, come le azioni di Hera, tutte le azioni di Hera, sarebbe stata una scelta di “sinistra” e più rispettosa del Bene Comune rispetto a mantenere una partecipazione in una SPA quotata. Oggi, anche se i valori patrimoniali sono purtroppo ben diversi, quella riflessione politica credo resti ancora valida.

    Ma quello che oggi abbiamo veramente in discussione è la destinazione dei risultati del riequilibro del Bilancio sulla spesa corrente. L’Assessore Marattin ha più volte ha rivendicato come “di sinistra” la scelta di restituire il denaro ai cittadini: “meno debito – meno spese – meno tasse” il refrain delle sue presentazioni del bilancio.

    Io, pur non considerandola di per sé un’operazione di destra, la considero un’operazione inutilmente simbolica. Simbolica perché “restituire” 20 euro l’anno a testa ai cittadini non incide né sulla capacità di spesa delle famiglie, né sull’effettiva competitività delle imprese in termini di diminuzione di cuneo fiscale. Inutile perché si inserisce in un quadro complessivo talmente catastrofico per le finanze degli enti locali che rischia di vedere l’anno prossimo tornare indietro quei 20 euro sotto forma di qualche altra tassa inventata in vista del prossimo passaggio parlamentare di questa o della prossima manovra.

    Sinceramente, da semplice consigliere di Circoscrizione, non ho neanche gli strumenti adeguati per poter dire oggi come avrei speso in modo efficiente quelle risorse. Forse era anche questo l’imbarazzo della Giunta: dopo anni di tagli e tanti “no, non ho un quattrino” distribuiti a destra e a manca, diventava difficile scegliere come e dove investire ben 2.000.000 di euro senza scontentare nessuno.

    Ho però delle certezze che non posso dimenticare: il bilancio dell’assessorato all’Ambiente è passato in pochi anni da circa 700.000 a poco più di 100.000 euro. In una città che, nonostante tutto qualche problema ambientale ce l’ha, non è una questione politica da poco. Poi non ci si lamenti se la “vox populi” vuole che le politiche ambientali di questo Comune le faccia Hera. Ed infatti la raccolta differenziata (un dato a caso) ha subito un imbarazzante stop dopo un incremento a doppia cifra nelle due legislature precedenti. Nonostante la riduzione complessiva dei rifiuti, siamo oggi fermi al 52%: ben lontani quindi da quel 65% che era obiettivo di legge per il 2012 (Rovigo è al 66%). Ecco, io un po’ di fondi li avrei piazzati nelle politiche ambientali, ma forse qui mancavano proprio le idee. Come, pescando a caso fra le tante istanze venute alla luce in questi mesi, li avrei posti a sostegno dell’associazione che non riesce a tenere aperta la casa famiglia per madri in difficoltà, o nell’accoglienza dei senza tetto (anche quelli clandestini), nel trasporto pubblico locale (il bus per Cona è già rifinanziato?) o in politiche sul turismo innovative.

    Siamo poi arrivati al termine dell’esperienza del Decentramento. E’ colpevole il mondo politico che ha sacrificato all’altare dell’antikastismo proprio (e solo) le Circoscrizioni, perdendo un enorme capitale umano, sociale e politico in cambio di ben magri risparmi sulla spesa. E’ colpevole chi non ha saputo opporsi a questo scempio democratico (mi ci metto anche io) ma è colpevole questo Comune che non ha saputo neanche ipotizzare una transizione verso forme di partecipazione alternative. Perché, mi spiace dirlo, non basta presentare il bilancio in sala estense o mettere le slide sul sito del comune per poter dire di aver fatto partecipazione.

    Sia chiaro: non sto quindi mettendo in dubbio la bontà “contabile” del Bilancio di quest’anno. Mi pongo invece dei dubbi rispetto all’operato di una legislatura che è parsa più di gestione da buon padre di famiglia che di progetto e trasformazione della città. Forse c’era bisogno di un po’ di ragioneria, ma ci sono state occasioni che non costavano nulla dal punto di vista della spesa: il RUE e il POC, ad esempio, sembravano messi lì apposta per permettere di continuare un processo di alleggerimento della pressione edilizia sul territorio cominciato col PSC, e che poteva determinare una reale svolta verso la rigenerazione urbana della nostra città.  Occasioni mancate insomma, soprattutto in questo momento di stallo del mercato immobiliare.

    Di fronte alla crisi, di fronte all’incapacità politica di chi governa il paese, c’è anche bisogno di segnali che vadano oltre la buona amministrazione e che diano appunto uno sguardo verso un orizzonte più ampio. C’è bisogno di vera politica, come, perché no, c’è bisogno di sinistra.

    Nel mio piccolo mi sento oggi orfano non solo di un partito ecologista serio, ma anche dello spirito dell’Ulivo (quello inclusivo e rispettoso delle identità del ‘96, non certo quello fagocitatore e leaderista del PD di oggi, sia chiaro). Oggi che non esiste più nessun Centro Sinistra (forse per fortuna), fatico anche a riconoscermi nell’azione di questa giunta che pure ho sostenuto ormai 5 anni fa. Per questo ho espresso un voto di astensione al Bilancio 2014 del Comune di Ferrara nell’ultimo consiglio di Circoscrizione; da libero battitore, quale oramai sono, in attesa di capire se si può ricostruire qualcosa a sinistra. Almeno dal basso.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista Circoscrizione 1

  • vendesi

    Perchè dico no al POC

    vendesiI tempi sono cambiati. Sono molto cambiati da quel 1993 in cui veniva alla luce il PRG “esplosivo” della giunta Soffritti. Non sono solo passati gli anni: si sono “affinate” le coscienze (anche quelle di alcuni decisori politici dell’epoca) e pian piano sempre di più ci siamo resi conto delle conseguenze della cementificazione selvaggia del nostro territorio. Oggi non solo il dissesto idrogeologico è una delle maggiori emergenze del paese, ma la crisi ha inevitabilmente colpito con forza il bulimico mercato immobiliare e ci ritroviamo con migliaia di alloggi sfitti, scheletri di condomini nel deserto e lottizzazioni fantasma.

    Tempi diversi e coscienze diverse necessitano scelte politiche diverse. Basta espansione: oggi è il tempo di riqualificare il patrimonio edilizio, migliorare l’efficienza energetica e la qualità generale del nostro abitare e bonificare e recuperare aree urbanizzate e abbandonate. Eppure, mentre migliaia di appartamenti, centinaia di villette a schiera, decine di condomini pietra a vista continuano a rimanere lì, vuoti, il Comune di Ferrara si appresta ad approvare il nuovo Piano Operativo Comunale prevedendo circa 1900 nuovi alloggi. Di questi solo 800 sono gli alloggi ricavati dalla riqualificazione urbanistica di aree dismesse: il resto, un migliaio, sono previsti su territorio più o meno vergine.

    Secondo un conto fatto in casa (in assenza di dati ufficiali) sono oggi forse più di 10.000 gli alloggi sfitti, costruendi o comunque autorizzati nella nostra città. Un patrimonio immobiliare enorme che è, esso stesso, la migliore prova di come non serva al mercato stesso pensare a nuova espansione bensì sia necessario puntare ad un  forte processo di riqualificazione edilizia, energetica e sismica dell’esistente. Se proprio si voleva dare anche un segnale ai “grandi investitori” sarebbe bastato puntare sulla riqualificazione urbanistica dei grandi comparti dismessi, sia pubblici che privati. Invece, un po’ troppo timidamente, gli interventi di questo tipo rappresentano meno della metà di quelli previsti nel POC (per la verità già abbondantemente sufficienti a esaudire le reali necessità abitative della città per i prossimi 15 anni), mentre del PUA del Sant’Anna, l’area di riqualificazione urbana di interesse pubblico probabilmente più importante (e pericolosa se lasciata all’abbandono) per la città, non si sa più nulla.

    Una grande occasione rischia così di essere sprecata: aiutare il tessuto imprenditoriale locale legato al mattone a spostarsi progressivamente dalla costruzione alla riqualificazione, dalla quantità alla qualità. Una conversione ineludibile, perchè il territorio, come tutte le risorse, è una risorsa finita. Un processo che sarebbe stato e un favore anche per gli stessi imprenditori, che oggi si ritrovano con migliaia di alloggi invenduti, e che avrebbero così il tempo di smaltire le loro “rimanenze di magazzino” prima che altri arrivino sul mercato.

    Serviva più coraggio. Per questo ho votato no al Piano Operativo Comunale di Ferrara.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista Circoscrizione 1

  • Mini-rivoluzione della viabilità in zona Arianuova

    Schermata 2013-09-27 alle 17.55.38Mini-rivoluzione della viabilità in zona Arianuova
    La Nuova Ferrara del 23/09/2013

    Piccola rivoluzione della viabilità in vista per il comparto dell’entromura nord ovest. Dopo un anno di discussioni, con tanto di “referendum” tra residenti, ci si avvia alla trasformazione di due strade a doppio senso in sensi unici, con l’obiettivo di ridurre i rischi per ciclisti, pedoni e gli stessi automobilisti. Via Gondar e via Iº maggio, infatti, con la doppia fila di parcheggi, erano di fatto impercorribili in contemporanea in entrambi i sensi di marcia (una delle auto finiva sempre per innestare la retro), e pericolose per l’utenza più debole. Così l’Ufficio mobilità del Comune ha promosso, assieme alla circoscrizione, due riunioni con i residenti per individuare la soluzione migliore: si è deciso di lasciare la doppia fila di parcheggi e di trasformare le vie in sensi unici. Via Gondar in direzione via Belvedere e via Iº maggio in entrata dalla stessa strada. Il parere della circoscrizione 1 è stato acquisito giovedì scorso e ora si procede. È invece stato chiesto dai consiglieri un approfondimento in commissione per la seconda modifica proposta dall’Ufficio mobilità, che tende a modificare i sensi unici della zona via Borgoleoni-via Armari, per “coprire” una falla del sistema Musa sfruttato dai furbetti.
    Scarica in formato pdf: nuovafe_23092013.

  • Interpellanza su box portabici

    garage-biciFerrara, 27 maggio 2013

    A Girolamo Calò

    Presidente della Circoscrizione 1
    Comune di Ferrara

    E pc     A Aldo Modonesi
    Assessore alla Mobilità
    Comune di Ferrara

    Oggetto: interpellanza su box portabici.

    Con la presente sono ad inoltrare la seguente interpellanza:

    premesso

    –       che il problema del parcheggio sicuro delle biciclette è molto sentito dalla cittadinanza ferrarese sia per quanto riguarda la sosta breve che per quanto riguarda il ricovero a più lungo termine (ad esempio nella zona della stazione ferroviaria, ma anche in centro per i residenti privi di posto bici privato)

    Ritenuto

    –       che sia necessario per l’amministrazione comunale, da sempre attenta alla promozione della mobilità ciclabile, trovare soluzioni pubbliche e/o facilitare soluzioni private volte a garantire agli utilizzatori di biciclette un parcheggio sicuro del proprio mezzo

    Considerato

    –       che in numerose città, italiane ed europee, sono utilizzati mini-box (si allegano immagini esemplificative) al cui interno si possono ricoverare una o più biciclette;

    –       che tali manufatti potrebbero essere posizionati sia dall’amministrazione comunale per quel che riguarda i nodi di interscambio pubblici (come la Stazione), sia – con le dovute agevolazioni per quel che riguarda l’occupazione suolo pubblico e le autorizzazioni – dai privati per risolvere i problemi di sosta della bici vicino a casa, negozi e attività economiche.

    –       che all’interno di questi box potrebbero essere ricoverati anche ciclomotori e scooter, e possono essere quindi anche una soluzione al problema del parcheggio di questi mezzi all’interno della ZTL.

    Si interpella il Presidente della Circoscrizione e l’Amministrazione comunale per conoscere

    –       quale sia lo stato dell’arte rispetto alla implementazione del sistema di biciclette pubbliche, alla collocazione di portabiciclette e in generale alle politiche di incentivazione della mobilità ciclabile;

    –       se l’amministrazione sia disponibile, attraverso lo studio delle altre esperienze, ad attivare un progetto partecipato per verificare le effettive necessità dei cittadini, individuare un modello di box compatibile con il tessuto storico della città e con l’arredo urbano esistente e censire i primi luoghi atti alla collocazione sperimentale in collaborazione con i cittadini interessati.

    Il consigliere
    Leonardo Fiorentini

    Scarica l’interpellanza in formato pdf: boxportabici.pdf.

    Bruxelles

    garage-bici

    Amsterdam

    amsterdam2012

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    Utrecht

    le_192 - Utrecht

  • “Attento, c’è il camper dell’Avis!”

    drugsonstreet-ferrara“Ehi, attento svolta qui a sinistra! Ma non ho messo la freccia!? Fregatene, guarda là che c’è il camper dell’Avis, meglio scappare…”

    Questo potrebbe essere stato ieri l’assurdo dialogo fra due diciottenni ferraresi appena saliti in macchina dopo una serata in qualche locale cittadino.

    Perchè da venerdì sera è attivo anche nel nostro Comune il progetto “Drugs on Street” voluto fortemente dal capo del Dipartimento Antidroga Giovanni Serpelloni e inspiegabilmente fatto proprio dall’Amministrazione comunale di Ferrara. Il progetto di “prevenzione”  sulle strade è infatti in perfetta linea con la normativa repressiva introdotta con la legge Giovanardi (di cui Serpelloni in questi anni è stato il braccio armato) nei confronti dei consumatori di sostanze, soprattutto illegali e soprattutto derivate dalla cannabis.

    Sì, perchè basta leggere il protocollo di intervento, che prevede controlli sulle strade “nelle zone vicino ai locali più frequentati dai giovani”, per capire come nasconde dietro alla facciata della “prevenzione”  un effetto repressivo su tutti i consumatori, anche occasionali, di sostanze anche se assunte settimane prima essersi messi alla guida di un veicolo. Se infatti è  giusto informare i più giovani sui rischi legati alla guida in stato psicofisico alterato da assunzione di droghe legali ed illegali, prevenire tale comportamento pericoloso per sé e per gli altri (e reprimerlo quando necessario), altra cosa è organizzare “posti di blocco” (letterale) nei quali secondo i Carabinieri “si agirà nel rispetto rigoroso della legge, perché vi sarà volontaria sottoposizione da parte del fermato, ma se questo rifiuta scatta il procedimento che è previsto per legge”.

    Come infatti dimostra l’unica pagina realmente informativa del sito del progetto ferrarese, la permanenza nell’organismo delle sostanze dei derivati della marijuana puo’ arrivare ad oltre 4 settimane, mentre per le altre sostanze si parla comunque di qualche giorno (ad effetti ovviamente svaniti). Ed è in qualche modo significativo che l’alcol non venga nemmeno citato fra le sostanze, quasi a smascherare le reali intenzioni del progetto serpelloniano: repressione a tappeto dei consumatori delle altre sostanze, in particolare cannabinoidi, a suon di sanzioni amministrative (o penali).

    Mi pare poi grave che una benemerita associazione come l’AVIS, di cui ho apprezzato in questi anni l’attività in città, si presti a farsi strumento repressivo nei confronti dei giovani, rischiando così di venire percepita come “nemico” da evitare, e non come soggetto a cui avvicinarsi con fiducia.

    E’ quindi con grande dispiacere che prendo atto come questo Comune abbia troppo facilmente dimenticato di essere stato avanguardia in Italia nella richiesta di legalizzazione della cannabis, per adeguarsi – ormai fuori tempo massimo – agli ultimi scampoli della guerra alla droga italiota di Giovanardi e Serpelloni.

    Insomma, non sarebbe stato meglio usare le risorse per inviare operatori qualificati ad approcciare i ragazzi, parlare con loro, spiegare i pericoli, prevenire l’abuso, favorire l’autodiagnosi? No: lo slogan del progetto è chiaro e definitivo: “Non parlare al conducente” (!?!?!).

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere Circoscrizione 1

  • Interpellanza su progetto “drugs on street”

    drugsonstreet-ferraraFerrara, 21 marzo 2013

    A Girolamo Calò
    Presidente della Circoscrizione 1
    Comune di Ferrara

    E pc

    A Chiara Sapigni
    Assessora alla Sanità
    Comune di Ferrara

    Oggetto: interpellanza su progetto “drugs on street”.

    Con la presente sono ad inoltrare la seguente interpellanza:

    premesso

    –       che si apprende dalla stampa che il Comune di Ferrara, “con il coordinamento della Prefettura e delle forze dell’ordine che ne cureranno le modalità ed i tempi di realizzazione”, in collaborazione con il servizio di medicina legale dell’Università di Ferrara, l’Azienda Usl e l’Avis, ha dato avvio alla fase operativa del progetto “Drugs on Street”;

    –       che tale progetto, promosso a livello nazionale dal Dipartimento Antidroga guidato da Giovanni Serpelloni, riflette in tutto e per tutto la politica repressiva voluta dalla legislazione introdotta con la Fini-Giovanardi, in particolare rivolta ai consumatori di derivati della cannabis.

    Ritenuto

    –       che sia giusto informare la cittadinanza, ed in particolare i più giovani, sui rischi legati alla guida in stato psicofisico alterato da assunzione di droghe legali ed illegali e prevenire tale comportamento pericoloso per sé e per gli altri;

    –       che, come provato dagli studi condotti in particolare negli Stati Uniti dove la “moda” dei narcotest si è per prima diffusa, sia invece scorretto, diseducativo e controproducente avviare una attività repressiva di controllo e narcotest a tappeto, con particolare insistenza sulle “zone vicino ai locali più frequentati dai giovani ”;

    Considerato

    –       che, come è noto, una positività al test antidroga da parte del guidatore non significa di per sé essere alla guida in stato psicofisico alterato;

    –       che, come del resto risulta dall’unica pagina “informativa” del sito del progetto, i metaboliti della cannabis risultano rimanere presenti fino a circa un mese nell’organismo umano;

    –       che dietro la volontà esplicita di “prevenire” la guida in stato di ebbrezza, vi sia in realtà l’effetto implicito di colpire genericamente i consumatori di sostanze, anche occasionali e anche se al momento del controllo non in stato psicofisico alterato;

    –       che la presenza delle forze dell’ordine e del personale medico legale rende vano ogni possibile tentativo di reale prevenzione e informazione in quanto, come dichiarato dagli stessi rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, ““si agirà nel rispetto rigoroso della legge, perché vi sarà volontaria sottoposizione da parte del fermato, ma se questo rifiuta scatta il procedimento che è previsto per legge

    –       che le normative in vigore prevedono sanzioni amministrative (quali il ritiro della patente o del passaporto) e penali che possono colpire pesantemente una persona trovata positiva anche se il consumo della sostanza può risalire a un mese prima;

    –       che risulta altrettanto grave il coinvolgimento di benemerite associazioni di volontariato della città che rischiano così di essere percepite dai giovani come possibili “nemici” da evitare, e non come soggetti a cui avvicinarsi con fiducia.

    Si interpella il Presidente della Circoscrizione e l’Amministrazione comunale per conoscere

    –       per quale motivo l’Amministrazione comunale di Ferrara abbia deciso di aderire a questo progetto;

    –       quali risorse economiche siano state impegnate, ed eventualmente di quali finanziamenti ha usufruito il Comune per tale progetto;

    –       perché l’amministrazione non abbia ritenuto di investire le risorse a disposizione per una reale campagna di informazione e prevenzione svolta da operatori qualificati;

    –       se sia intenzione dell’Amministrazione rivedere, alla luce delle considerazioni qui sopra riportate, l’adesione al progetto.

    Il Presidente del Gruppo Consiliare
    Leonardo Fiorentini

    scarica l’interpellanza in formato pdf: droghealvolante.pdf.

  • Che succede nel Polo Chimico?

    Comunicato Stampa
    Che succede nel Polo Chimico?
    Fiorentini (Ecologisti): non c’è bisogno di attendere l’aggiornamento dell’accordo di programma, il Comune dia seguito ai suoi impegni sulla partecipazione dei cittadini.

    Le recenti accensioni delle torce di emergenza del Polo Chimico hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica il tema dell’informazione su quel che succede dentro le porte del Petrolchimico di Ferrara.

    Leonardo Fiorentini, consigliere ecologista della Circoscrizione 1, ha ripresentato (aggiornandolo) il testo di un’interpellanza sulla partecipazione dei cittadini alla gestione dell’Accordo di Programma del Petrolchimico: il consigliere oltre a chiedere “cosa è a conoscenza dell’Amministrazione comunale rispetto alle recenti e reiterate accensioni delle torce di emergenza” pone al centro dell’attenzione il problema della partecipazione e dell’informazione dei cittadini rispetto alle attività industriali che risiedono nell’area.

    Per Fiorentini “non serve un aggiornamento dell’Accordo di Programma per attivare forme di partecipazione e informazione dei cittadini: gli impegni sono già contenuti nel testo in vigore, sono le Amministrazioni locali che hanno fatto poco o nulla per attivare percorsi che pure erano già stati annunciati, anche nella forma, in sede di consultazione pubblica precedente alla stipula dell’Accordo”.

    “Prima ancora di pensare alle app per gli iphone – dichiara il consigliere ecologista – bisognerebbe capire perchè sino ad oggi non si è dato seguito all’impegno preso allora, e colmare in fretta il ritardo accumulato. Creare un luogo dove i cittadini possano interloquire direttamente con le aziende significa andare oltre la semplice informazione sulle emergenze (peraltro oggi carente): significherebbe permettere finalmente alla città di conoscere e capire cosa succede all’interno del Polo Chimico.”

    “L’obiettivo – conclude Fiorentini – deve essere quello di impedire quell'”effetto rimozione” che prende possesso di tutta la città sino al successivo incidente, lieve o grave che sia, dando una reale trasparenza alla gestione dell’Accordo di Programma”.

    L’ufficio Stampa

    Vai al testo dell’interpellanza presentata: petrolchimico2.pdf.

  • RUE, le proposte degli ecologisti

    Mercoledì scorso si è svolto il consiglio della Circoscrizione 1 sull’esame del nuovo Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune di Ferrara, che fra pochi giorni tornerà in giunta per iniziare il percorso istituzionale verso l’approvazione. Ecco quindi le prime considerazioni degli ecologisti sul RUE, peraltro poi assunte nel parere della Circoscrizione.

    Maggiore facilità di comprensione. Un primo sforzo va fatto sulla struttura del RUE, che è sinceramente di difficile gestione, in particolare per chi non ha conoscenze tecniche. Il sistema dei rinvii oltre ad essere a volte incoerente è di difficile seguito, con norme che rimandano a norme, che rimandano a norme. Crediamo sarebbe cosa utile inserire negli allegati schede interpretative, anche perchè va ricordato che ormai moltissimi interventi possono essere realizzati anche senza l’intervento obbligatorio di un tecnico, per cui più il Regolamento Urbanistico Edilizio è comprensibile, miglior servizio facciamo ai cittadini.

    Incentivi. Risulta incoerente, anche con gli obiettivi del piano, incentivare il risparmio energetico promuovendo il consumo del territorio. Fatto salvo l’incentivo “tecnico” per facilitare soluzioni edilizie avanzate (+5% per chi migliora del 30% l’efficienza energetica dell’edificio rispetto agli standard), l’incentivo (+30% su superficie utile e rapporto di copertura) sulle costruzioni a consumo zero – o quasi 0 – va applicato non sulla capacità edificatoria, bensì sul contributo di costruzione, ed in particolare sullla componente “costo di costruzione”. Questo con una modalità decrescente nel tempo visto che entro il 2020 tali requisiti saranno cogenti come da direttiva UE (Direttiva 2010/31/CE). Bisogna fare così per due ordini di motivi: il primo che è necessario abbattere nel breve termine il costo finale di tali edifici che al momento, a causa della scarsa diffusione di conoscenza tecnica e dei costi dell’impiantistica risulta per così dire “fuori mercato”; il secondo che è compito del Comune indirizzare il tessuto imprenditoriale locale nella transizione verso costruzioni e soluzioni oggi innovative ma dopodomani obbligatorie. Forse ci perderemo nel breve termine un po’ di entrate dagli oneri, ma ci aiuterebbe ad evitare le multe europee nel lungo termine.

    Orientamento edifici. Il buon orientamento degli edifici è un requisito determinante per la qualità delle costruzioni. Per questo bisogna trovare soluzioni normative che lo rendano obbligatorio nei PUA e fortemente raccomandato, magari con incentivi anche qui sul costo di costruzione, negli interventi diretti dove magari è più difficile a causa delle limitazioni dei lotti.

    Verde minimo. Nel verde minimo non puo’ essere ricompreso il verde derivante da tetti e pareti verdi. Deve trattarsi di verde fruibile, sia per la qualità della vita di chi vivrà in quelle abitazioni, che per la qualità complessiva della Città. Paradossalmente con la previsione attuale, realizzando una “copertura verde”, un costruttore potrebbe esaudire abbondantemente l’obbligo del 20% minimo di superficie a verde, e quindi asfaltare tutta l’area rimanente per vendere posti auto. Le soluzioni legate a coperture e schermature verdi vanno fortemente incentivate con uno scomputo degli oneri (motivato dal fatto che effettivamente permettono un minore carico del costruito sulle infrastrutture di servizio e migliorano il microclima cittadino), e possibilmente anche nella città costruita. Si deve quindi pensare a sconti rilevanti sul contributo di costruzione in caso di realizzazione di terrazze verdi “fruibili” anche su quelli che prima erano tetti a falda (ad esempio sui vani accessori nell’intero centro storico, o sugli immobili e ambiti privi di tutela)

    Area scoperta. L’area scoperta di risulta, che non è superficie edificata né verde è un’area che spesso viene utilizzata per strade di accesso, parcheggi, etc.  E’ necessario fissare una soglia minima media di permeabilità in modo da evitare inutili cementificazioni che oltre a peggiorare la qualità delle abitazioni aumentano il rischio idraulico nella città.

    Legno e strutture antisismiche. Il legno è un materiale poco usato storicamente nel nostro territorio ma che sta ritrovando recentemente un maggiore utilizzo sia per le sue peculiarità che per lo sviluppo delle tecniche di bioarchitettura. Si tratta di un materiale che, oltre a permettere di costruire molto velocemente, ha note caratteristiche antisismiche e che combinato con altri materiali naturali permette grandi risultati dal punto di vista dell’efficienza energetica. Anche se viene usualmente utilizzato legno di origine alpina (abete larice e pino) recentemente si è aperta anche la strada all’utilizzo del pioppo (non quello da cellulosa, ovviamente), che nelle nostre campagne cresce in poco più di 10 anni. Si potrebbe quindi cogliere l’occasione per promuovere una filiera a kmzero, prevedendo incentivi e stimolando le imprese a investire in formazione proprio in questo momento in cui la tragedia del terremoto ci ha messo di fronte al problema di come ricostruire presto e bene.

    Sopraelevazioni. Infine va segnalato, perchè condiviso, lo stimolo proveniente da Italia Nostra rispetto al pericolo derivante dalla possibilità di sopraelevazione (spostando volumi presenti, come i vani accessori che occupano molti giardini e cortili) anche in immobili classificati di un certo pregio. Va trovata una soluzione che permetta sì un processo di miglioramento del costruito e di liberazione delle aree scoperte nell’edificato, ma senza inficiare il paesaggio urbano storico, impedendo quindi la sola sopraelevazione per gli edifici delle prime 4 classi.

    Ecco le proposte degli ecologisti assunte nel parere sul RUE della Circoscrizione 1:

    • Una maggiore chiarificazione delle normative cogenti e facoltative anche se rinviate a norme sovraordinate integrando gli allegati con schede di più facile consultazione.
    • Gli incentivi alle costruzioni “a consumo 0 (o quasi 0)” non devono essere sulla capacità edificatoria bensì essere rappresentati da forti sconti sul contributo di costruzione, in particolare sulla voce “costo di costruzione” in modo da rendere le nuove costruzioni più competitive sul mercato e indirizzare così le aziende costruttrici all’adeguamento progressivo alla direttiva europea 2010/31/CE. In questo senso gli incentivi dovrebbero essere previsti a scalare ogni anno sino all’efficacia (2019/20) delle previsioni della normativa europea.
    • Il buon orientamento degli edifici deve divenire requisito cogente negli interventi sottoposti a PUA e deve essere maggiormente favorito con incentivi negli interventi diretti.
    • Dalla percentuale di copertura a verde minima devono essere escluse le coperture a verde orizzontali e verticali. Tali coperture vanno invece incentivate con sconti sul contributo di costruzione sia per le nuove costruzioni che per le ristrutturazioni, anche per favorirne la realizzazione nella città già edificata.
    • Fatta salva la permeabilità propria delle aree verdi, le ulteriori aree scoperte, poste a servizio del costruito devono mantenere un coefficiente di permeabilità medio il più vicino possibile a quello naturale.
    • Si invita inoltre l’amministrazione a prevedere all’interno del RUE ma anche con gli altri strumenti di programmazione e di intervento, incentivi e strumenti di promozione per la creazione di una filiera locale per la costruzione di case antisismiche e passive utilizzando legname proveniente da coltivazioni rinnovabili locali.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista Circoscrizione 1

    La documentazione del RUE è scaricabile dal sito del Comune di Ferrara:
    http://urbanistica.comune.fe.it/index.phtml?id=192

  • Interpellanza sul censimento “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i territori”.

    Ferrara, 1 marzo 2012

    A Girolamo Calò
    Presidente della Circoscrizione 1
    Comune di Ferrara

    E pc
    A Roberta Fusari
    Assessora all’Urbanistica
    Comune di Ferrara

    Oggetto: interpellanza sul censimento “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i territori”.

    Con la presente sono ad inoltrare la seguente interpellanza:

    premesso
    – che presso gli uffici del Comune di Ferrara è in via di definizione la proposta di Piano Operativo Comunale;
    – che il 27 febbraio è partita la campagna di censimento nazionale del Forum “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i territori” per mettere in luce quante abitazioni e quanti edifici produttivi siano già costruiti ma non utilizzati, vuoti, sfitti sul territorio italiano;
    – che tale campagna, indirizzata a tutti i Comuni italiani, ha l’obiettivo di ridurre il consumo di territorio attraverso un’oculata gestione dello stesso;

    Rilevato
    che già in sede di documento programmatico del POC fu fatta una stima degli edifici vuoti, non utilizzati o abbandonati, e che tale stima superava abbondantemente le necessità di nuove costruzioni derivanti dai fenomeni socio-demografici previsti.

    Ritenuto
    – che un’attenta pianificazione territoriale deve prevedere un’oculata gestione del territorio intesa come Bene Comune da tutelare per l’interesse generale;
    – che un’amministrazione lungimirante e consapevole deve poter governare il proprio Comune svincolata da interessi particolari e da pressioni speculative di singoli;
    – che un’accorta amministrazione deve rispondere alle esigenze dei suoi cittadini garantendo loro il benvivere e la sicurezza;

    Visto
    – che, sempre di più, fenomeni naturali di grandi intensità si manifestano nel territorio italiano con conseguenze devastanti sia fisiche, materiali e psicologiche dei cittadini;
    – che, spesso, nuove costruzioni non vengono occupate né per lavoro, né per residenze, con la conseguenza di nuovi volumi che occupano inutilmente spazi;
    – che molti edifici sono completamente abbandonati e fatiscenti;
    – che da vari decenni la politica urbanistica adottata dalle diverse amministrazioni ha comportato un’eccessiva “frenesia edificatoria” volta spesso alla realizzazione dell’edificato indipendentemente dalle reali necessità e bisogni della comunità o dalla qualità, o dalla sicurezza idrogeologica, compromettendo il paesaggio, il benvivere e la sicurezza stessa delle persone;
    – che oggi vi è sempre maggior necessità di edilizia sociale pubblica e che molti degli edifici vuoti potrebbero essere destinati a tale scopo;

    Considerato
    – che edifici vuoti sono sinonimo di mancanza di corretta pianificazione;
    – che edifici fatiscenti sono indice di un territorio mal gestito;
    – che è necessario ridurre il consumo di territorio, riqualificare l’esistente, recuperare gli edifici vuoti;
    – che è necessario mettere in sicurezza il territorio;

    Si interpella il Presidente della Circoscrizione e l’Amministrazione comunale per conoscere
    – se sia intenzione dell’Amministrazione comunale di Ferrara rispondere al questionario del Forum;
    – se sia intenzione dell’Amministrazione rivedere, alla luce delle considerazioni qui sopra, le quantità di nuove urbanizzazioni da inserire nel POC privilegiando invece gli interventi di riqualificazione e recupero urbanistico.

    Il Presidente del Gruppo Consiliare
    Leonardo Fiorentini

  • Sgambamento cani nel sottomura: troviamo una soluzione ragionevole

    E’ di questi giorni la notizia che, probabilmente a seguito di un’aggressione di un cane ad una passante avvenuta nelle scorse settimane, l’area del sottomura “est” dedicata allo sgambamento cani è stata revocata. Leonardo Fiorentini, consigliere ecologista della Circoscrizione 1, ha presentato oggi all’Amministrazione comunale un’interpellanza al fine non solo di conoscere le motivazioni ufficiali di tale provvedimento, ma soprattutto per fare una proposta di “soluzione ragionevole” al problema dello sgambamento cani.

    Il consigliere dopo aver precisato nell’interpellanza come “certamente l’area identificata come “area di sgambamento cani” da una ordinanza sindacale di alcuni anni fa, non rispondeva alle severe prescrizioni dettate più recentemente dall’AUSL” e che in fondo tutto “il sottomura, pur essendo potenzialmente un’area ideale per lo sgambamento dei cani, mal si adatta alle prescrizioni dell’AUSL e che tale considerazione vale pressoché per tutte le aree verdi del centro storico” rimane convinto “che una città accogliente come Ferrara non può esimersi dal cercare di trovare, insieme agli enti competenti, una ragionevole soluzione alle naturali necessità anche dei cani “residenti” nel centro storico”.

    “Già nella scorsa legislatura – commenta Fiorentini (ex Presidente della Circoscrizione Centro) – tentammo di trovare una soluzione al problema scontrandoci però con richieste (come la recinzione alta 2 metri) che seppur legittime, risultavano assolutamente inattuabili in un’area tutelata come il sottomura della città. Forse oggi, di fronte alla necessità di trovare una soluzione definitiva al problema, si possono trovare mediazioni condivise”.

    Per questo lancia al Comune la proposta di “avviare un gruppo di lavoro che coinvolgendo gli enti e i servizi competenti (Azienda AUSL, Soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici, Ufficio Verde etc) insieme alla Circoscrizione e alle associazioni animaliste, possa trovare una soluzione ragionevole e condivisa al problema dello sgambamento cani nel sottomura”.

    Vai al testo dell’interpellanza.

  • Interpellanza sulle zone di sgambamento cani nel sottomura

    Ferrara, 10 Febbraio 2012

    A Girolamo Calò
    Presidente della Circoscrizione 1
    Comune di Ferrara

    E pc
    A Chiara Sapigni
    Assessora alla Sanità, Servizi alla Persona ed Immigrazione
    Comune di Ferrara

    Oggetto: interpellanza sulle zone di sgambamento cani nel sottomura.

    Con la presente sono ad inoltrare la seguente interpellanza:

    premesso
    che numerosi cittadini in questi giorni si sono lamentati, anche sulla stampa locale, della soppressione dell’area di “sgambamento cani” posta nel sottomura di via Caldirolo, probabilmente a seguito di un’aggressione da parte di un cane nei confronti di una passante avvenuta nelle scorse settimane.

    Rilevato
    che certamente l’area identificata come “area di sgambamento cani” da una ordinanza sindacale di alcuni anni fa, non rispondeva alle severe prescrizioni dettate più recentemente dall’AUSL per tali “strutture”.

    Considerato
    che il sottomura, pur essendo potenzialmente un’area ideale per lo sgambamento dei cani, mal si adatta alle prescrizioni dell’AUSL (come del resto già verificato nella scorsa legislatura) e che tale considerazione vale pressoché per tutte le aree verdi del centro storico.

    Ritenuto
    che una città accogliente come Ferrara non puo’ esimersi dal cercare di trovare, insieme agli enti competenti, una ragionevole soluzione alle naturali necessità anche dei cani “residenti” nel centro storico.

    Si interpella il Presidente della Circoscrizione e l’Amministrazione comunale per conoscere

    –       quali siano le motivazioni ufficiali della revoca dell’area di sgambamento cani citata;

    –       se possa essere nelle intenzioni dell’amministrazione avviare un gruppo di lavoro che coinvolgendo gli enti e i servizi competenti (Azienda AUSL, Soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici, Ufficio Verde etc) insieme alla Circoscrizione e alle associazioni animaliste, possa trovare una soluzione ragionevole e condivisa al problema dello sgambamento cani nel sottomura.

    Il Presidente del Gruppo Consiliare
    Leonardo Fiorentini

    Scarica l’interpellanza in formato pdf: sgambamento_cani.pdf.

  • Vittoria su (quasi) tutta la linea!

    Battaglia con le palle di neve (Battaile aux boules de neige), un film dei fratelli Auguste e Louis Lumière del 1896.

    Ieri è stato presentato in Comune il nuovo testo del Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Ferrara che sarà portato al voto del Consiglio comunale nei prossimi giorni.

    Rispetto all’articolato portato all’attenzione delle circoscrizioni sembra decisamente migliorato: scomparso il riferimento alle palle di neve, che tanto clamore aveva destato (non solo nel sottoscritto), ma anche il divieto di stendersi sui prati, altra norma antistorica presente nel testo precedente.

    Gli emendamenti presentati da me e approvati in consiglio circoscrizionale sono stati praticamente accolti. Solo quello sul parcheggio delle biciclette non è stato molto considerato, anche se era un emendamento più di forma che sostanza. Ma siccome spesso la forma è sostanza, vedremo se in Consiglio comunale ci sarà voglia di migliorarlo.

    Qui trovate il comunicato del Comune, mentre il nuovo testo lo potete scaricare anche da qui: confstampa_reg_polizia_urbana_1feb12_testo.pdf.

  • Bici sui marciapiedi e attaccate ai pali: scatta la multa e la rimozione forzata

    Bici sui marciapiedi e attaccate ai pali: scatta la multa e la rimozione forzata
    Il nuovo regolamento di polizia urbana introduce la «tolleranza zero»
    QN – Il Resto del Carlino del 11/12/2011 , articolo di STEFANO LOLLI ed. Ferrara p. 2

    LINEA DURA contro il divieto di sosta: quello delle biciclette. Il nuovo regolamento di polizia urbana, presto al vaglio del Consiglio comunale, introduce misure severe nei confronti dei ciclisti. In particolare di quelli abituati a posteggiare il proprio mezzo sul marciapiede, o attaccando le ruote ai pali della luce, ai piloni, agli alberi. Il testo che in questi giorni è stato esaminato nelle Circoscrizioni – e dal quale, come riportato dal Resto del Carlino, sono stati stralciati i bizzarri divieti di lanciare palle di neve o stendersi sull’erba dei prati – prevede infatti misure restrittive nei confronti dell’utilizzo delle biciclette, con la possibilità della rimozione forzata e della sanzione per chi, ad esempio, ostacola il transito dei disabili, dei passeggini o delle persone anziane sui marciapiedi. NEGLI ULTIMI anni, peraltro, sono state attuate alcune iniziative spot nei confronti delle biciclette; si ricorderà la campagna promossa dal presidente della Circoscrizione Centro Girolamo Calò per rimuovere i ‘rottami’ abbandonati o per introdurre (contestualmente all’installazione di rastrelliere e portabiciclette) la possibilità di asportare le due ruote attaccate ai pali della luce od ai segnali stradali. La prima iniziativa è stata attuata con una certa efficacia, sulla seconda la mano è stata leggera, e addirittura impercettibile; capita così, spiega lo stesso Calò, «di vedere ancora tante biciclette attaccate, specie nei pressi della stazione ferroviaria, non solo a pali o cancelli, ma anche agli alberi». UNA SECONDA iniziativa è quella attuata l’estate scorsa dai Vigili Urbani per ridurre il fenomeno della circolazione contromano in bicicletta; i controlli, si ricorderà, sono stati attuati sia in pieno centro che in alcune delle zone più battute dai ciclisti (ad esempi la pista di via Bologna), ma le multe si sono contate sulle dita di una mano. Ora con il regolamento, se passerà indenne l’esame del Consiglio comunale, la polizia municipale avrà strumenti normativi ufficiali per sanzionare chi commette violazioni e irregolarità. «E’ giusto prevedere che chi parcheggia irregolarmente la bici possa subire qualche conseguenza – scrive il Verde Leonardo Fiorentini nella ‘lettera aperta’ al sindaco con cui chiedeva di togliere il divieto per le palle di neve -, ma sarebbe altrettanto importante indicare dove e come si possono collocare regolarmente le biciclette». Le attuali rastrelliere, dice infatti il capogruppo di Futuro e Libertà Enrico Brandani, «non bastano assolutamente: è vero che in centro ne sono state posizionate parecchie negli ultimi anni, ma le biciclette in circolazione sono migliaia e migliaia. Pensare che adesso per risolvere il problema si debba affidare ai vigili urbani anche una sorta di servizio di rimozione per le due ruote, e soprattutto immaginare che chi ferma la bicicletta sul marciapiede qualche minuto venga sanzionato, mi sembra un po’ assurdo».

    Scarica l’articolo in formato pdf: rdc_11122011.pdf.

  • Palle di neve

    La disfida delle palle di neve

    Palle di neve

    Bambini giocano con le palle di neve nell'inverno di Kabul (Afghanistan) - Fonte: La Stampa

    Lettera aperta al Sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani

    Caro Signor Sindaco,

    chi le scrive ha avuto modo di esaminare in consiglio circoscrizionale l’aggiornamento del Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Ferrara che sarà presto oggetto di dibattito in aula consiliare. Questo regolamento, lo ricordo per chi legge, si prefigge di intervenire dettando regole di buon comportamento ai cittadini ferraresi, dalle più semplici e ovvie come “non gettare le cicche per terra” a quelle meno conosciute ma non meno importanti come lo sgombero dei marciapiedi in caso di nevicata.

    Fra queste norme però ce ne sono alcune, probabilmente eredità di un lontano passato, che non si fa fatica a giudicare superate, a volte antistoriche o addirittura insensate.

    La prima su cui mi preme portare l’attenzione sua e dei consiglieri comunali è la previsione dell’art. 7, comma 2, che vieta oltre al lancio di pietre, frutta “o qualunque altro oggetto o cosa che possa risultare di pregiudizio alle persone ed alle proprietà altrui” anche il lancio delle “palle di neve“. Ebbene sì, nella nostra città – ho scoperto con un certo stupore – è vietato lanciare palle di neve (la previsione fa già parte del regolamento in vigore, e probabilmente deriva direttamente dalla Repubblica Cisalpina). Si potrà dire che l’articolo non è mai stato applicato, che il buon senso dei nostri Vigili non porterà mai a multare i bambini che si tirano le palle di neve all’uscita da scuola, ma tanto è, il regolamento è chiaro: a Ferrara è vietato fare a palle di neve. Visto anche l’arrivo dell’inverno mi sono permesso di proporre una sobria e moderata modifica che punti a colpire solo chi “non fa buon uso” dello splendido regalo che è il poter giocare, e che in sostanze dica che “è vietato il lancio di palle di neve che cagioni molestia o pericolo alle persone, intralci la circolazione oppure danneggi la proprietà altrui“.

    La seconda previsione che trovo oggi fuori dalla storia è il divieto, previsto dall’articolo 31, comma 1, punto b di coricarsi nei luoghi erbosi dei giardini e parchi pubblici. Anche qui, non so quante multe siano state fatte in questi anni, ma resta la sorpresa di ritrovare vietato un comportamento che fa ormai parte dell’uso quotidiano dei nostri giardini (si pensi solo al Parco Urbano da aprile in poi), comportamento in astratto punito con una sanzione pecuniaria dal nostro Regolamento. Converrà anche lei che una tale norma, probabilmente concepita in tempi in cui le signore giravano con l’ombrellino per il sole e gli uomini con i pantaloni alla zuava, non sia attuale e attuabile nella società in cui viviamo e per come concepiamo oggi l’uso comunitario del verde pubblico. Per questo ho proposto anche qui un altro sobrio  e moderato emendamento: vietare semplicemente il “calpestare o coricarsi nelle aiuole fiorite od in altro luogo segnalato da apposito cartello di divieto”.

    Possono sembrare questioni stupide – probabilmente lo sono di fronte ad altri ben più gravi problemi – ma a me paiono molto rilevanti, perché hanno a che fare con l’idea che abbiamo della nostra comunità locale. Io non credo che una comunità che vieta la battaglia con le palle di neve, o l’oziare distesi su un prato sia una comunità che possa dirsi felice, o almeno che voglia puntare ad esserlo.

    Ma non c’è solo questo. Ho presentato anche altri emendamenti con lo spirito di adeguare il regolamento alla città che abbiamo costruito in questi anni: come è possibile che la città dei Buskers impedisca ai suonatori di strada di fermarsi per più di 15 minuti in un luogo, o che la città delle biciclette vieti giustamente una serie di consuetudini di parcheggio delle bici, ma senza spiegare al cittadino dove e come parcheggiare correttamente?

    Non mi pare qui il caso di continuare con gli altri emendamenti proposti, discussi e approvati dal Consiglio della Circoscrizione 1 anche se mi preme sottolineare il costruttivo, e come sempre attento, lavoro fatto in consiglio. Volevo portare la sua attenzione, e quella dei nostri concittadini, su questo passaggio istituzionale perché spero che lei e il Consiglio Comunale possiate riflettere, anche ascoltando i cittadini, sul senso da dare alle norme sul comune vivere civile che state per discutere e approvare in Consiglio Comunale.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista Circoscrizione 1

    Vai al Comunicato Stampa
    Vai agli emendamenti presentati dal Gruppo

    Scarica il testo della proposta di Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Ferrara

  • Emendamenti al Regolamento di Polizia Urbana

    Ecco gli emendamenti al Regolamento di Polizia Urbana presentati dal Gruppo consiliare dei Verdi e approvati all’unanimità dal Consiglio della Circoscrizione 1 nella seduta del 22 novembre 2011:

    Art. 7
    –       TRASPORTO DI OGGETTI E GIOCHI VIETATI –

    1. E’ vietato gettare ed abbandonare qualsiasi oggetto negli spazi pubblici.

    2. E’ pure vietato lanciare pietre, palle di neve, frutta o qualunque altro oggetto o cosa che possa risultare di pregiudizio alle persone ed alle proprietà altrui.

    3. E’ del pari vietato, fuori dai luoghi all’uopo destinati, ogni gioco che possa costituire molestia o pericolo alle persone.

    4. E’ vietato il trasporto, senza opportuni ripari, di oggetti (vetro, ferri acuminati, ecc.), che possano costituire pericolo, se non previa adozione delle opportune cautele onde evitare danno alle persone e alle cose.

    5. Gli oggetti rigidi (aste, scale, tubi, ecc.) non debbono essere trasportati da una sola persona.

    Comma 2 eliminare “palle di neve”.
    Aggiungere comma 2 bis: E’ vietato il lancio di palle di neve che cagioni molestia o pericolo alle persone, intralci la circolazione oppure danneggi la proprietà altrui.

    Comma 5 aggiungere: nel caso la loro lunghezza superi l’altezza di chi le trasporta.

    Art. 15
    –       MATERIE INFIAMMABILI – SCORTE –

    1.E’ vietato detenere, negli scantinati, nelle autorimesse e nei vani ripostigli, soprastanti o sottostanti alle abitazioni, bombole di gas liquido, scorte di solventi, diluenti e qualsiasi altra materia infiammabile o suscettibile di scoppio, anche in piccole quantità.

    Comma 1
    Togliere “anche in piccole quantità” e aggiungere “in quantità che eccedano il normale uso domestico”

    Art. 20
    –       VELOCIPEDI –

    1. E’ vietato collocare, appoggiare, legare velocipedi: ad alberi arbusti e piante,  monumenti e loro barriere di protezione, colonne, elementi di arredo urbano, manufatti urbani di pubblica utilità, altri manufatti prospicienti gl’immobili di rilevante valore architettonico.

    2. In ogni caso di sosta o di fermata non deve essere recato intralcio alla circolazione pedonale e carrabile.

    3. Nei casi previsti ai commi precedenti, fatta salva la sanzione pecuniaria, se il velocipede non viene spostato dal conducente entro 48 ore dall’accertamento, verrà rimosso coattivamente e restituito all’avente diritto, previo pagamento delle spese di rimozione e deposito.

    L’articolo viene sostituito dal seguente

    1. Di norma le biciclette vanno parcheggiate negli appositi portacicli. In caso di assenza, o di mancanza di posti disponibili nei portacicli, esse devono essere ordinatamente collocate. laddove possibile in prossimità degli stessi, e comunque avendo cura di non ostacolare la circolazione pedonale e veicolare, lasciando liberi gli accessi alle entrate di negozi, case e passi carrai e garantendo la fruizione dei marciapiedi. In prossimità degli incroci le biciclette parcheggiate non devono ostacolare la svolta dei veicoli.
    2. E’ vietato collocare, appoggiare, legare velocipedi: ad alberi, arbusti e piante, monumenti e loro barriere di protezione, alle colonne nel caso si impedisca la libera circolazione fra gli archi, elementi di arredo urbano, manufatti urbani di pubblica utilità, altri manufatti prospicienti gli immobili di rilevante valore architettonico.
    3. Nei casi previsti ai commi precedenti, fatta salva la sanzione pecuniaria, se il velocipede non viene spostato dal conducente entro 48 ore dall’accertamento, verrà rimosso coattivamente e restituito all’avente diritto, previo pagamento delle spese di rimozione e deposito.

    Art. 29
    –       COLOMBI –

    1.E’ vietato, catturare o prendere colombi liberi e non di proprietà privata, salvo i provvedimenti dell’autorità competente.

    2.E’ pure vietato alimentare gli animali, sul suolo pubblico o aperto al pubblico.

    Comma 2
    sostituire “animali” con “colombi”

    Art. 31
    – GIARDINI PUBBLICI –

    1. Nei viali, nei giardini e parchi pubblici è vietato:

    a ) recare qualsiasi incomodo o molestia alle persone che frequentano tali luoghi;

    b) coricarsi nei luoghi erbosi o recintati, dormire sui sedili e sulle panchine, qualora se ne impedisca la libera fruizione ad altri cittadini;

    c) porgere da mangiare agli animali, o arrecare loro molestia;

    d) collocare sedie, baracche, panche, ceste od altre cose fisse o mobili senza autorizzazione;

    e) sostare, senza autorizzazione, per vendite di merce e giornali, o per altro motivo che arrechi intralcio alla libera circolazione

    f) compiere atti di pulizia personale.

    Comma 1, punto b:

    sostituire “coricarsi nei luoghi erbosi o recintati” con “calpestare o coricarsi nelle aiuole fiorite od in altro luogo segnalato da apposito cartello di divieto,”

    Art. 38
    –       SPETTACOLO DI STRADA –

    1. Agli artisti che svolgono spettacolo di strada è vietato:

    a)     ostacolare il traffico;

    b)    esercitare l’attività oltre le ore 22;

    c)     suonare nello stesso luogo per più di quindici minuti;

    d)    utilizzare amplificatori di qualsiasi genere;

    e)     soffermarsi ad una distanza inferiore a mt. 100 dagli ospedali, case di cura, da tutte le scuole pubbliche, dalle chiese, dai teatri e da altri luoghi di pubblico spettacolo;

    f)     importunare i passanti con richieste di offerte;

    g)     richiamare l’attenzione con grida e schiamazzi.

     

    Comma 1, punto c sostituire con

    Suonare nello stesso luogo per più di 30 minuti

     

  • W le palle di neve e il coricarsi sui prati: nuovo regolamento di Polizia Urbana e proposte di emendamento

    La prossima settimana il consiglio di Circoscrizione darà il parere sul nuovo Regolamento di Polizia Urbana della nostra città. Il precedente testo risaliva all’85, per cui è stato rivisitato in molte parti, aggiornato alle normative più recenti e ripulito dalle materie oggetto di altri regolamenti nel frattempo approvati.

    In particolare le novità riguardano:

    art.5 co.3; art.14 co.3 scolo in strada dei condizionatori; art.20 sosta abbandono di velocipedi in luoghi non contemplati dal cds, viene prevista inoltre la veloce risoluzione del problema con la rimozione coattiva del veicolo a spese del trasgressore. Modalità e tempi di restituzione potranno essere determinati,seguendo la falsariga dell’ordinanza già predisposta; art.21 commi 2 e 3; art 22 pulizia degli edifici imbrattati  a carico dei trasgressori; art.24 co.2 articolo totalmente riformulato relativamente agli obblighi di pulizia a carico dei privati; art.25 decoro delle vetrine; art.27 distribuzione dei volantini; art.32 divieto di campeggio in sostituzione dell’ordinanza vigente che risale ad alcuni decenni fa; art.36 adeguamento delle attività rumorose agli orari della legge e delibera di giunta regionale; art.39 rispetto al quale si veda anche l’opposta previsione contenuta nel nuovo regolamento del commercio sulle aree pubbliche; art.41 esposizione esterna della merce; art. 45 istituto della diffida a carico della P.M.

    Il regolamento, come potrete notare, tratta alcuni dei temi “fondamentali” per il vivere civile in una comunità: dal divieto di buttare cicche per terra in strada allo sgombero della neve. Fra queste moltissime previsioni di buon senso e minima educazione. Fra queste però ci sono anche residui di disposizioni ormai superate (o quantomento superabili). Mi è balzato all’occhio il divieto antistorico di “coricarsi nei luoghi erbosi o recintati” dei giardini e parchi pubblici (art. 31, comma1, lettera b), che metterebbe fuorilegge la maggior parte dei frequentatori del Parco Urbano o del Parco Massari, ma anche il divieto di lanciare palle di neve mi parrebbe in qualche modo superabile (art.7 comma 2).

    Così visto che avrei intenzione di presentare un po’ di emendamenti per accompagnare il parere della circoscrizione 1, voglio fare un piccolo esperimento di revisione partecipata, chiedendo a chi sta leggendo queste righe di provare a darmi una mano. Nel regolamento trovate qualcosa da cambiare, o trovate che manchi qualcosa? Provate a scriverlo nei commenti di questo post, e discutiamone insieme.

    Scarica il regolamento in approvazione: Regolamento-polizia-urbana.pdf.

  • Cosa non ci piace dell’ordinanza sul mercoledi’ in piazza

    La prima notte dell'ordinanza (foto di elisa corridoni)

    Sgombriamo subito il campo dalle incomprensioni: ai vigili urbani oggetto dell’aggressione di qualche mercoledì fa va ovviamente la nostra solidarietà, come va al ragazzo che circa 15 anni fa venne sfiorato da un bicchiere (episodio che provocò la prima ordinanza sul divieto del vetro in piazza). E ancora: siamo favorevole alla regolamentazione legale del consumo di tutte le sostanze, figuriamoci se non lo siamo per l’alcol, che ogni anno provoca nel nostro paese più di 30.000 morti.

    Per questo avremmo sostenuto l’ordinanza se questa si fosse limitata a proibire le “offerte speciali” sugli alcolici, che spingono spesso i giovani ad un modello di consumo che non è nella tradizione italiana dell’uso dell’alcol, e ancor meno favoriscono il consumo responsabile. Troviamo però che tutto il resto del testo ordinanziale denoti una mai sopita tendenza alla proibizione e alla repressione di quello che, può piacere o meno, è un fenomeno sociale e che come tale andrebbe trattato. Porre limiti temporali e territoriali al consumo di alcol in strada è una via che si è già percorsa con altri fenomeni sociali, e che assomiglia tanto alle ztl contro la prostituzione o alle retate contro i tossicodipendenti. Abbiamo la sensazione, ma possiamo sbagliarci, che servirà soltanto a spostare il fenomeno, in luoghi e giorni diversi. E così fra un mese ci ritroveremo a dover discutere un’ordinanza su Piazza Ariostea, o sul martedì o il giovedì.

    Il vuoto che c’è fra il primo bicchiere di vino annacquato bevuto a tavola con i genitori, e la consapevolezza del bere responsabile, è stato da sempre riempito da tutte le generazioni da un intervallo fatto di bevute smodate, ubriacature e corse in bagno (quando disponibile). Oggi, assistiamo probabilmente all’allungamento di quell’intervallo e soprattutto ad un’incapacità della società nel suo complesso a indirizzare il consumo dei più giovani verso il controllo della sostanza alcol (e non solo di quella). Le scritte a caratteri microscopici nelle pubblicità servono a poco, ancora meno servono i proclami da “lega della temperanza” dei probizionisti di turno: la cultura del bere alcolici, che è una cultura millenaria nel nostro paese e fondamentale per limitare gli eccessi, da sempre è stata tramandata da una generazione all’altra.

    Oggi ci dobbiamo chiedere perchè questo non avviene, o avviene in ritardo, o viene sostituita da modelli di consumo tipicamente nordeuropei, non reprimere fenomeni che quantomeno trattano il bere come momento di socialità. Sennò, forzando un poco il ragionamento, spingiamo i consumatori a rinchiudersi in casa ed implicitamente preferiamo l’ubriacone solitario: quello che non molesta nessuno, ma che probabilmente finirà i suoi giorni sotto un ponte.

    Una delle prime cose da fare è responsabilizzare le persone rispetto al luogo in cui si trovano. Che non significa solo dotare la piazza di qualche cestino in più, anzi. Una delle proposte che ci ostiniamo a fare è quella di introdurre l’obbligo del vuoto a rendere per bicchieri e bottiglie di vetro: non solo per evitare lo spreco di bicchieri di plastica che ogni settimana invadono il selciato del Duomo, ma soprattutto per educare le persone alla responsabilità rispetto ai loro comportamenti. Sia nei confronti del luogo che vivono, sia nei confronti del mondo che ci ospita. Puo’ sembrare poco, ma perchè non cominciare?

    Se c’è un deficit di conoscenza del consumo controllato e responsabile, l’unico modo è intraprendere la strada dell’educazione. Potrebbe sembrare una provocazione, ma non lo è. Perchè non organizzare, a cura degli esercenti del centro storico, una serie di degustazioni di vini e birre locali e internazionali, proprio per incentivare l’opposto di quello che oggi vogliamo solo reprimente, ovvero un consumo slow, consapevole dei rischi e dei benefici della sostanza e dei limiti del proprio corpo?

    Leonardo Fiorentini, consigliere ecologista Circoscrizione 1

    Elisa Corridoni, Partito della Rifondazione Comunista Ferrara

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  • Sabato 5 novembre l’inaugurazione del Giardino delle Storie Incrociate

    Sabato 5 novembre 2011 alle ore 15.30 si terrà l’inaugurazione del Giardino delle Storie Incrociate presso la Casa delle Vedove in Via Luigi Borsari. Si tratta dell’ottimo creativo lavoro di riqualificazione di questo spazio verde da parte delle due giovani vincitrici del Bando Giovani Talenti, promosso dal Servizio Giovani e Relazioni Internazionali del Comune di Ferrara in collaborazione con la Circoscrizione 1, su finanziamento straordinario regionale.

    Chiara Durante e Caterina Bottoni, che hanno progettato, pensato e creato questo originale e bellissimo “angolo di verde parlante”, essendosi qualificate tra i primi 4 premiati previsti dal Bando, nel corso dell’estate hanno organizzato degli incontri in giro per la città, svolto delle interviste itineranti, incontrando residenti e fruitori del quartiere ma anche visitatori di vario genere, abitanti, studenti. L’insieme delle loro storie, cariche di sentimenti ed emozioni, e degli oggetti raccolti, emotivamente significativi e associati ai racconti, sono diventati il materiale di costruzione di una piccola installazione artistica.

    Il Giardino delle storie incrociate (questo è il nome del loro progetto) non è solo un singolare e colorato spazio verde, ma è anche un luogo di racconti e di incontri dei cittadini che hanno voluto dare un pezzo di sé, testimoniando episodi importanti della propria vita o del rapporto con la propria città e il proprio quartiere.

    Alla presenza delle autorità circoscrizionali e comunali, delle autrici, di tutti quanti hanno contributo alla realizzazione del progetto, sabato 5 novembre a partire dalle 15.30, la cittadinanza tutta potrà presenziare liberamente all’evento per ammirare il Giardino delle storie incrociate.

    Vai al sito del progetto: http://giardinodellestorieincrociate.blogspot.com/.

  • Giardino delle storie incrociate: due nuovi appuntamenti

    Continua il progetto del giardino delle storie incrociate con due nuovi incontri per la raccolta di materiale: Domenica 25 settembre alla Galleria di piazzetta del Carbone (ingresso sul retro del cinema Apollo) e Venerdì 30 settembre al giardino di Casa delle Vedove (via Borsari-angolo via Mortara).

    Portate la vostra storia, il vostro oggetto, la vostra piantina…

    Scaricate il volantino: invito.pdf.

    Andate al sito del progetto.