• Il Questore, la Legge e i consumatori di droghe

    crucianelli-questore-martucci-420x315Leggo sulle pagine dei quotidiani le parole del Questore di Ferrara Orazio D’Anna che, facendo un bilancio dell’anno appena trascorso e rilevando una diminuzione generalizzata dei reati, annuncia che il 2014 sarà l’anno del giro di vite sui consumatori di sostanze.

    “In città c’è un consumo abbastanza importante, a cui rivolgeremo la nostra attenzione, visto che è questo a foraggiare tutta la catena. Aumenteremo i controlli sui singoli e sui gruppi: è grazie ai consumatori che il fenomeno esiste e finché queste sostanze saranno illegali noi faremo il nostro mestiere”. (fonte Estense.com)

    E’ opportuno ricordare che, nonostante il Questore D’Anna e nonostante la legge di Giovanardi, il consumo in Italia non è reato. Certo la legge che porta il nome del nuovo puntello del Governo Letta ha fatto di tutto per facilitare la repressione del consumo, in particolare di cannabis. L’automatismo della presunzione di spaccio in presenza di un certo quantitativo di sostanza (poca marijuana, un po’ più cocaina) – principio per fortuna smontato in questi anni dalla giurisprudenza – e l’unificazione di droghe pesanti e leggere ha fatto poi sì che il 40% dei detenuti sia nelle nostre carceri sovraffollate per violazione dell’art. 73 (spaccio): fra questi moltissimi consumatori, che per il solo fatto di detenere magari più di una decina di canne, sono finite nelle maglie della giustizia italiana. E quei consumatori che sono riusciti a sfuggire al sistema penale sono stati intrappolati nella ragnatela delle sanzioni amministrative: 853.004 persone che in questi anni hanno dovuto sottoporsi periodicamente a test, sono state limitate nei propri movimenti e hanno sostenuto ingenti spese e costi sociali altissimi a causa dello stigma nei confronti dei consumatori (vedi Libro Bianco sulla legge Fini-Giovanardi). Stigma che il nostro paese, con Giovanardi ancora in carica, si è peraltro impegnato a contrastare su indicazione della 54ma sessione della Commissione Stupefacenti dell’ONU.

    Decidano i lettori se preferiscono che i poliziotti siano intenti a perder tempo a identificare, perquisire e magari arrestare qualche ragazzino che insieme agli amici si è appartato su una panchina in un parchetto per farsi una canna, oppure stiano in giro per il territorio a prevenire uno dei 30 stupri, il migliaio di altri reati contro la persona o i 9500 furti di vario genere perpetrati nella nostra provincia.

    Lo stesso governo Letta, che certo non è noto per il coraggio politico, ha avuto l’ardire di mettere in discussione l’impianto della Fini-Giovanardi modificando il 5° comma dell’art. 73, ovvero introducendo il fatto di lieve entità come reato autonomo (grazie ad un tecnicismo giuridico degno del paese degli azzeccagarbugli). Certo non servirà a molto ma per fortuna la Corte Costituzionale deciderà il prossimo 12 febbraio sulla costituzionalità dell’intera legge sulle droghe approvata – ricorderete – nel 2006 con un colpo di mano a fine legislatura come maxiemendamento di un centinaio di articoli al decreto legge di cinque o sei articoli sulle Olimpiadi di Torino (vedi Dossier de La Società della Ragione).

    Nel frattempo non resta che augurarsi che il Tribunale di Ferrara non sia ingolfato dall’attività mirata di repressione del consumo annunciata dalla Questura di Ferrara, e magari confermi la propria recente linea assolutoria nei confronti dei semplici consumatori, autocoltivatori di cannabis compresi. Autocoltivatori che, val la pena di segnalarlo al Questore di Ferrara, coltivano la marijuana nell’armadio o sul balcone proprio per non “foraggiare tutta la catena”.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista Circoscrizione 1

  • Pallottoliere

    La Ragioneria e la Politica

    PallottoliereBilancio 2014. Fiorentini: serve una svolta a sinistra
    Beni Comuni, Ambiente e Partecipazione buchi neri del bilancio di fine legislatura

    Quello che più salta agli occhi nella presentazione del Bilancio 2014 è l’indubbio processo di riequilibrio dello stesso, in particolare in termini di struttura della spesa. Da Ragioniere non posso che salutarlo con piacere. Non starò neanche a discutere troppo su cosa si è venduto per arrivare a questo risultato. Perché ritengo, in modo laico e pragmatico, che vendere pezzi del patrimonio pubblico “marginale” (pensiamo alle azioni svincolate di Hera) per ridurre il debito sia infatti un’operazione ragionieristicamente corretta, patrimonialmente neutra, ma politicamente nulla. Perchè la vera scelta che il Comune deve fare non è quando è meglio vendere sul mercato borsistico azioni di una società, bensì se abbia senso per una istituzione pubblica detenere pacchetti azionari di Società quotate in Borsa. Le domande che il PD (maggioranza assoluta in Consiglio Comunale) si dovrebbe porre oggi sono difficili, ma fondamentali: primo, ha senso rimanere in Hera? Secondo, con il ricavato della vendita si deve solo ridurre il debito, o si puo’ dare una risposta, di sinistra, al tema dei Beni Comuni? Chi scrive – ancora nella scorsa legislatura e con ben altri valori di mercato – aveva sostenuto la proposta dei Verdi di vendere tutte le partecipazioni in Hera con un duplice fine: affrancarsi da questo rapporto insano di proprietario che non conta nulla/controllore che non sa controllare e reinvestire il ricavato nella diminuzione del debito, nella costruzione di un nucleo di controllo reale sui contratti di servizio e soprattutto nella ripubblicizzazione del servizio idrico integrato come i cittadini hanno chiesto con un referendum. In quest’ottica vendere parti del patrimonio pubblico non “marginale”, come le azioni di Hera, tutte le azioni di Hera, sarebbe stata una scelta di “sinistra” e più rispettosa del Bene Comune rispetto a mantenere una partecipazione in una SPA quotata. Oggi, anche se i valori patrimoniali sono purtroppo ben diversi, quella riflessione politica credo resti ancora valida.

    Ma quello che oggi abbiamo veramente in discussione è la destinazione dei risultati del riequilibro del Bilancio sulla spesa corrente. L’Assessore Marattin ha più volte ha rivendicato come “di sinistra” la scelta di restituire il denaro ai cittadini: “meno debito – meno spese – meno tasse” il refrain delle sue presentazioni del bilancio.

    Io, pur non considerandola di per sé un’operazione di destra, la considero un’operazione inutilmente simbolica. Simbolica perché “restituire” 20 euro l’anno a testa ai cittadini non incide né sulla capacità di spesa delle famiglie, né sull’effettiva competitività delle imprese in termini di diminuzione di cuneo fiscale. Inutile perché si inserisce in un quadro complessivo talmente catastrofico per le finanze degli enti locali che rischia di vedere l’anno prossimo tornare indietro quei 20 euro sotto forma di qualche altra tassa inventata in vista del prossimo passaggio parlamentare di questa o della prossima manovra.

    Sinceramente, da semplice consigliere di Circoscrizione, non ho neanche gli strumenti adeguati per poter dire oggi come avrei speso in modo efficiente quelle risorse. Forse era anche questo l’imbarazzo della Giunta: dopo anni di tagli e tanti “no, non ho un quattrino” distribuiti a destra e a manca, diventava difficile scegliere come e dove investire ben 2.000.000 di euro senza scontentare nessuno.

    Ho però delle certezze che non posso dimenticare: il bilancio dell’assessorato all’Ambiente è passato in pochi anni da circa 700.000 a poco più di 100.000 euro. In una città che, nonostante tutto qualche problema ambientale ce l’ha, non è una questione politica da poco. Poi non ci si lamenti se la “vox populi” vuole che le politiche ambientali di questo Comune le faccia Hera. Ed infatti la raccolta differenziata (un dato a caso) ha subito un imbarazzante stop dopo un incremento a doppia cifra nelle due legislature precedenti. Nonostante la riduzione complessiva dei rifiuti, siamo oggi fermi al 52%: ben lontani quindi da quel 65% che era obiettivo di legge per il 2012 (Rovigo è al 66%). Ecco, io un po’ di fondi li avrei piazzati nelle politiche ambientali, ma forse qui mancavano proprio le idee. Come, pescando a caso fra le tante istanze venute alla luce in questi mesi, li avrei posti a sostegno dell’associazione che non riesce a tenere aperta la casa famiglia per madri in difficoltà, o nell’accoglienza dei senza tetto (anche quelli clandestini), nel trasporto pubblico locale (il bus per Cona è già rifinanziato?) o in politiche sul turismo innovative.

    Siamo poi arrivati al termine dell’esperienza del Decentramento. E’ colpevole il mondo politico che ha sacrificato all’altare dell’antikastismo proprio (e solo) le Circoscrizioni, perdendo un enorme capitale umano, sociale e politico in cambio di ben magri risparmi sulla spesa. E’ colpevole chi non ha saputo opporsi a questo scempio democratico (mi ci metto anche io) ma è colpevole questo Comune che non ha saputo neanche ipotizzare una transizione verso forme di partecipazione alternative. Perché, mi spiace dirlo, non basta presentare il bilancio in sala estense o mettere le slide sul sito del comune per poter dire di aver fatto partecipazione.

    Sia chiaro: non sto quindi mettendo in dubbio la bontà “contabile” del Bilancio di quest’anno. Mi pongo invece dei dubbi rispetto all’operato di una legislatura che è parsa più di gestione da buon padre di famiglia che di progetto e trasformazione della città. Forse c’era bisogno di un po’ di ragioneria, ma ci sono state occasioni che non costavano nulla dal punto di vista della spesa: il RUE e il POC, ad esempio, sembravano messi lì apposta per permettere di continuare un processo di alleggerimento della pressione edilizia sul territorio cominciato col PSC, e che poteva determinare una reale svolta verso la rigenerazione urbana della nostra città.  Occasioni mancate insomma, soprattutto in questo momento di stallo del mercato immobiliare.

    Di fronte alla crisi, di fronte all’incapacità politica di chi governa il paese, c’è anche bisogno di segnali che vadano oltre la buona amministrazione e che diano appunto uno sguardo verso un orizzonte più ampio. C’è bisogno di vera politica, come, perché no, c’è bisogno di sinistra.

    Nel mio piccolo mi sento oggi orfano non solo di un partito ecologista serio, ma anche dello spirito dell’Ulivo (quello inclusivo e rispettoso delle identità del ‘96, non certo quello fagocitatore e leaderista del PD di oggi, sia chiaro). Oggi che non esiste più nessun Centro Sinistra (forse per fortuna), fatico anche a riconoscermi nell’azione di questa giunta che pure ho sostenuto ormai 5 anni fa. Per questo ho espresso un voto di astensione al Bilancio 2014 del Comune di Ferrara nell’ultimo consiglio di Circoscrizione; da libero battitore, quale oramai sono, in attesa di capire se si può ricostruire qualcosa a sinistra. Almeno dal basso.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista Circoscrizione 1

  • vendesi

    Perchè dico no al POC

    vendesiI tempi sono cambiati. Sono molto cambiati da quel 1993 in cui veniva alla luce il PRG “esplosivo” della giunta Soffritti. Non sono solo passati gli anni: si sono “affinate” le coscienze (anche quelle di alcuni decisori politici dell’epoca) e pian piano sempre di più ci siamo resi conto delle conseguenze della cementificazione selvaggia del nostro territorio. Oggi non solo il dissesto idrogeologico è una delle maggiori emergenze del paese, ma la crisi ha inevitabilmente colpito con forza il bulimico mercato immobiliare e ci ritroviamo con migliaia di alloggi sfitti, scheletri di condomini nel deserto e lottizzazioni fantasma.

    Tempi diversi e coscienze diverse necessitano scelte politiche diverse. Basta espansione: oggi è il tempo di riqualificare il patrimonio edilizio, migliorare l’efficienza energetica e la qualità generale del nostro abitare e bonificare e recuperare aree urbanizzate e abbandonate. Eppure, mentre migliaia di appartamenti, centinaia di villette a schiera, decine di condomini pietra a vista continuano a rimanere lì, vuoti, il Comune di Ferrara si appresta ad approvare il nuovo Piano Operativo Comunale prevedendo circa 1900 nuovi alloggi. Di questi solo 800 sono gli alloggi ricavati dalla riqualificazione urbanistica di aree dismesse: il resto, un migliaio, sono previsti su territorio più o meno vergine.

    Secondo un conto fatto in casa (in assenza di dati ufficiali) sono oggi forse più di 10.000 gli alloggi sfitti, costruendi o comunque autorizzati nella nostra città. Un patrimonio immobiliare enorme che è, esso stesso, la migliore prova di come non serva al mercato stesso pensare a nuova espansione bensì sia necessario puntare ad un  forte processo di riqualificazione edilizia, energetica e sismica dell’esistente. Se proprio si voleva dare anche un segnale ai “grandi investitori” sarebbe bastato puntare sulla riqualificazione urbanistica dei grandi comparti dismessi, sia pubblici che privati. Invece, un po’ troppo timidamente, gli interventi di questo tipo rappresentano meno della metà di quelli previsti nel POC (per la verità già abbondantemente sufficienti a esaudire le reali necessità abitative della città per i prossimi 15 anni), mentre del PUA del Sant’Anna, l’area di riqualificazione urbana di interesse pubblico probabilmente più importante (e pericolosa se lasciata all’abbandono) per la città, non si sa più nulla.

    Una grande occasione rischia così di essere sprecata: aiutare il tessuto imprenditoriale locale legato al mattone a spostarsi progressivamente dalla costruzione alla riqualificazione, dalla quantità alla qualità. Una conversione ineludibile, perchè il territorio, come tutte le risorse, è una risorsa finita. Un processo che sarebbe stato e un favore anche per gli stessi imprenditori, che oggi si ritrovano con migliaia di alloggi invenduti, e che avrebbero così il tempo di smaltire le loro “rimanenze di magazzino” prima che altri arrivino sul mercato.

    Serviva più coraggio. Per questo ho votato no al Piano Operativo Comunale di Ferrara.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista Circoscrizione 1

  • RUE, le proposte degli ecologisti

    Mercoledì scorso si è svolto il consiglio della Circoscrizione 1 sull’esame del nuovo Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune di Ferrara, che fra pochi giorni tornerà in giunta per iniziare il percorso istituzionale verso l’approvazione. Ecco quindi le prime considerazioni degli ecologisti sul RUE, peraltro poi assunte nel parere della Circoscrizione.

    Maggiore facilità di comprensione. Un primo sforzo va fatto sulla struttura del RUE, che è sinceramente di difficile gestione, in particolare per chi non ha conoscenze tecniche. Il sistema dei rinvii oltre ad essere a volte incoerente è di difficile seguito, con norme che rimandano a norme, che rimandano a norme. Crediamo sarebbe cosa utile inserire negli allegati schede interpretative, anche perchè va ricordato che ormai moltissimi interventi possono essere realizzati anche senza l’intervento obbligatorio di un tecnico, per cui più il Regolamento Urbanistico Edilizio è comprensibile, miglior servizio facciamo ai cittadini.

    Incentivi. Risulta incoerente, anche con gli obiettivi del piano, incentivare il risparmio energetico promuovendo il consumo del territorio. Fatto salvo l’incentivo “tecnico” per facilitare soluzioni edilizie avanzate (+5% per chi migliora del 30% l’efficienza energetica dell’edificio rispetto agli standard), l’incentivo (+30% su superficie utile e rapporto di copertura) sulle costruzioni a consumo zero – o quasi 0 – va applicato non sulla capacità edificatoria, bensì sul contributo di costruzione, ed in particolare sullla componente “costo di costruzione”. Questo con una modalità decrescente nel tempo visto che entro il 2020 tali requisiti saranno cogenti come da direttiva UE (Direttiva 2010/31/CE). Bisogna fare così per due ordini di motivi: il primo che è necessario abbattere nel breve termine il costo finale di tali edifici che al momento, a causa della scarsa diffusione di conoscenza tecnica e dei costi dell’impiantistica risulta per così dire “fuori mercato”; il secondo che è compito del Comune indirizzare il tessuto imprenditoriale locale nella transizione verso costruzioni e soluzioni oggi innovative ma dopodomani obbligatorie. Forse ci perderemo nel breve termine un po’ di entrate dagli oneri, ma ci aiuterebbe ad evitare le multe europee nel lungo termine.

    Orientamento edifici. Il buon orientamento degli edifici è un requisito determinante per la qualità delle costruzioni. Per questo bisogna trovare soluzioni normative che lo rendano obbligatorio nei PUA e fortemente raccomandato, magari con incentivi anche qui sul costo di costruzione, negli interventi diretti dove magari è più difficile a causa delle limitazioni dei lotti.

    Verde minimo. Nel verde minimo non puo’ essere ricompreso il verde derivante da tetti e pareti verdi. Deve trattarsi di verde fruibile, sia per la qualità della vita di chi vivrà in quelle abitazioni, che per la qualità complessiva della Città. Paradossalmente con la previsione attuale, realizzando una “copertura verde”, un costruttore potrebbe esaudire abbondantemente l’obbligo del 20% minimo di superficie a verde, e quindi asfaltare tutta l’area rimanente per vendere posti auto. Le soluzioni legate a coperture e schermature verdi vanno fortemente incentivate con uno scomputo degli oneri (motivato dal fatto che effettivamente permettono un minore carico del costruito sulle infrastrutture di servizio e migliorano il microclima cittadino), e possibilmente anche nella città costruita. Si deve quindi pensare a sconti rilevanti sul contributo di costruzione in caso di realizzazione di terrazze verdi “fruibili” anche su quelli che prima erano tetti a falda (ad esempio sui vani accessori nell’intero centro storico, o sugli immobili e ambiti privi di tutela)

    Area scoperta. L’area scoperta di risulta, che non è superficie edificata né verde è un’area che spesso viene utilizzata per strade di accesso, parcheggi, etc.  E’ necessario fissare una soglia minima media di permeabilità in modo da evitare inutili cementificazioni che oltre a peggiorare la qualità delle abitazioni aumentano il rischio idraulico nella città.

    Legno e strutture antisismiche. Il legno è un materiale poco usato storicamente nel nostro territorio ma che sta ritrovando recentemente un maggiore utilizzo sia per le sue peculiarità che per lo sviluppo delle tecniche di bioarchitettura. Si tratta di un materiale che, oltre a permettere di costruire molto velocemente, ha note caratteristiche antisismiche e che combinato con altri materiali naturali permette grandi risultati dal punto di vista dell’efficienza energetica. Anche se viene usualmente utilizzato legno di origine alpina (abete larice e pino) recentemente si è aperta anche la strada all’utilizzo del pioppo (non quello da cellulosa, ovviamente), che nelle nostre campagne cresce in poco più di 10 anni. Si potrebbe quindi cogliere l’occasione per promuovere una filiera a kmzero, prevedendo incentivi e stimolando le imprese a investire in formazione proprio in questo momento in cui la tragedia del terremoto ci ha messo di fronte al problema di come ricostruire presto e bene.

    Sopraelevazioni. Infine va segnalato, perchè condiviso, lo stimolo proveniente da Italia Nostra rispetto al pericolo derivante dalla possibilità di sopraelevazione (spostando volumi presenti, come i vani accessori che occupano molti giardini e cortili) anche in immobili classificati di un certo pregio. Va trovata una soluzione che permetta sì un processo di miglioramento del costruito e di liberazione delle aree scoperte nell’edificato, ma senza inficiare il paesaggio urbano storico, impedendo quindi la sola sopraelevazione per gli edifici delle prime 4 classi.

    Ecco le proposte degli ecologisti assunte nel parere sul RUE della Circoscrizione 1:

    • Una maggiore chiarificazione delle normative cogenti e facoltative anche se rinviate a norme sovraordinate integrando gli allegati con schede di più facile consultazione.
    • Gli incentivi alle costruzioni “a consumo 0 (o quasi 0)” non devono essere sulla capacità edificatoria bensì essere rappresentati da forti sconti sul contributo di costruzione, in particolare sulla voce “costo di costruzione” in modo da rendere le nuove costruzioni più competitive sul mercato e indirizzare così le aziende costruttrici all’adeguamento progressivo alla direttiva europea 2010/31/CE. In questo senso gli incentivi dovrebbero essere previsti a scalare ogni anno sino all’efficacia (2019/20) delle previsioni della normativa europea.
    • Il buon orientamento degli edifici deve divenire requisito cogente negli interventi sottoposti a PUA e deve essere maggiormente favorito con incentivi negli interventi diretti.
    • Dalla percentuale di copertura a verde minima devono essere escluse le coperture a verde orizzontali e verticali. Tali coperture vanno invece incentivate con sconti sul contributo di costruzione sia per le nuove costruzioni che per le ristrutturazioni, anche per favorirne la realizzazione nella città già edificata.
    • Fatta salva la permeabilità propria delle aree verdi, le ulteriori aree scoperte, poste a servizio del costruito devono mantenere un coefficiente di permeabilità medio il più vicino possibile a quello naturale.
    • Si invita inoltre l’amministrazione a prevedere all’interno del RUE ma anche con gli altri strumenti di programmazione e di intervento, incentivi e strumenti di promozione per la creazione di una filiera locale per la costruzione di case antisismiche e passive utilizzando legname proveniente da coltivazioni rinnovabili locali.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista Circoscrizione 1

    La documentazione del RUE è scaricabile dal sito del Comune di Ferrara:
    http://urbanistica.comune.fe.it/index.phtml?id=192

  • Vittoria su (quasi) tutta la linea!

    Battaglia con le palle di neve (Battaile aux boules de neige), un film dei fratelli Auguste e Louis Lumière del 1896.

    Ieri è stato presentato in Comune il nuovo testo del Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Ferrara che sarà portato al voto del Consiglio comunale nei prossimi giorni.

    Rispetto all’articolato portato all’attenzione delle circoscrizioni sembra decisamente migliorato: scomparso il riferimento alle palle di neve, che tanto clamore aveva destato (non solo nel sottoscritto), ma anche il divieto di stendersi sui prati, altra norma antistorica presente nel testo precedente.

    Gli emendamenti presentati da me e approvati in consiglio circoscrizionale sono stati praticamente accolti. Solo quello sul parcheggio delle biciclette non è stato molto considerato, anche se era un emendamento più di forma che sostanza. Ma siccome spesso la forma è sostanza, vedremo se in Consiglio comunale ci sarà voglia di migliorarlo.

    Qui trovate il comunicato del Comune, mentre il nuovo testo lo potete scaricare anche da qui: confstampa_reg_polizia_urbana_1feb12_testo.pdf.

  • Palle di neve

    La disfida delle palle di neve

    Palle di neve

    Bambini giocano con le palle di neve nell'inverno di Kabul (Afghanistan) - Fonte: La Stampa

    Lettera aperta al Sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani

    Caro Signor Sindaco,

    chi le scrive ha avuto modo di esaminare in consiglio circoscrizionale l’aggiornamento del Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Ferrara che sarà presto oggetto di dibattito in aula consiliare. Questo regolamento, lo ricordo per chi legge, si prefigge di intervenire dettando regole di buon comportamento ai cittadini ferraresi, dalle più semplici e ovvie come “non gettare le cicche per terra” a quelle meno conosciute ma non meno importanti come lo sgombero dei marciapiedi in caso di nevicata.

    Fra queste norme però ce ne sono alcune, probabilmente eredità di un lontano passato, che non si fa fatica a giudicare superate, a volte antistoriche o addirittura insensate.

    La prima su cui mi preme portare l’attenzione sua e dei consiglieri comunali è la previsione dell’art. 7, comma 2, che vieta oltre al lancio di pietre, frutta “o qualunque altro oggetto o cosa che possa risultare di pregiudizio alle persone ed alle proprietà altrui” anche il lancio delle “palle di neve“. Ebbene sì, nella nostra città – ho scoperto con un certo stupore – è vietato lanciare palle di neve (la previsione fa già parte del regolamento in vigore, e probabilmente deriva direttamente dalla Repubblica Cisalpina). Si potrà dire che l’articolo non è mai stato applicato, che il buon senso dei nostri Vigili non porterà mai a multare i bambini che si tirano le palle di neve all’uscita da scuola, ma tanto è, il regolamento è chiaro: a Ferrara è vietato fare a palle di neve. Visto anche l’arrivo dell’inverno mi sono permesso di proporre una sobria e moderata modifica che punti a colpire solo chi “non fa buon uso” dello splendido regalo che è il poter giocare, e che in sostanze dica che “è vietato il lancio di palle di neve che cagioni molestia o pericolo alle persone, intralci la circolazione oppure danneggi la proprietà altrui“.

    La seconda previsione che trovo oggi fuori dalla storia è il divieto, previsto dall’articolo 31, comma 1, punto b di coricarsi nei luoghi erbosi dei giardini e parchi pubblici. Anche qui, non so quante multe siano state fatte in questi anni, ma resta la sorpresa di ritrovare vietato un comportamento che fa ormai parte dell’uso quotidiano dei nostri giardini (si pensi solo al Parco Urbano da aprile in poi), comportamento in astratto punito con una sanzione pecuniaria dal nostro Regolamento. Converrà anche lei che una tale norma, probabilmente concepita in tempi in cui le signore giravano con l’ombrellino per il sole e gli uomini con i pantaloni alla zuava, non sia attuale e attuabile nella società in cui viviamo e per come concepiamo oggi l’uso comunitario del verde pubblico. Per questo ho proposto anche qui un altro sobrio  e moderato emendamento: vietare semplicemente il “calpestare o coricarsi nelle aiuole fiorite od in altro luogo segnalato da apposito cartello di divieto”.

    Possono sembrare questioni stupide – probabilmente lo sono di fronte ad altri ben più gravi problemi – ma a me paiono molto rilevanti, perché hanno a che fare con l’idea che abbiamo della nostra comunità locale. Io non credo che una comunità che vieta la battaglia con le palle di neve, o l’oziare distesi su un prato sia una comunità che possa dirsi felice, o almeno che voglia puntare ad esserlo.

    Ma non c’è solo questo. Ho presentato anche altri emendamenti con lo spirito di adeguare il regolamento alla città che abbiamo costruito in questi anni: come è possibile che la città dei Buskers impedisca ai suonatori di strada di fermarsi per più di 15 minuti in un luogo, o che la città delle biciclette vieti giustamente una serie di consuetudini di parcheggio delle bici, ma senza spiegare al cittadino dove e come parcheggiare correttamente?

    Non mi pare qui il caso di continuare con gli altri emendamenti proposti, discussi e approvati dal Consiglio della Circoscrizione 1 anche se mi preme sottolineare il costruttivo, e come sempre attento, lavoro fatto in consiglio. Volevo portare la sua attenzione, e quella dei nostri concittadini, su questo passaggio istituzionale perché spero che lei e il Consiglio Comunale possiate riflettere, anche ascoltando i cittadini, sul senso da dare alle norme sul comune vivere civile che state per discutere e approvare in Consiglio Comunale.

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista Circoscrizione 1

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    Scarica il testo della proposta di Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Ferrara

  • Emendamenti al Regolamento di Polizia Urbana

    Ecco gli emendamenti al Regolamento di Polizia Urbana presentati dal Gruppo consiliare dei Verdi e approvati all’unanimità dal Consiglio della Circoscrizione 1 nella seduta del 22 novembre 2011:

    Art. 7
    –       TRASPORTO DI OGGETTI E GIOCHI VIETATI –

    1. E’ vietato gettare ed abbandonare qualsiasi oggetto negli spazi pubblici.

    2. E’ pure vietato lanciare pietre, palle di neve, frutta o qualunque altro oggetto o cosa che possa risultare di pregiudizio alle persone ed alle proprietà altrui.

    3. E’ del pari vietato, fuori dai luoghi all’uopo destinati, ogni gioco che possa costituire molestia o pericolo alle persone.

    4. E’ vietato il trasporto, senza opportuni ripari, di oggetti (vetro, ferri acuminati, ecc.), che possano costituire pericolo, se non previa adozione delle opportune cautele onde evitare danno alle persone e alle cose.

    5. Gli oggetti rigidi (aste, scale, tubi, ecc.) non debbono essere trasportati da una sola persona.

    Comma 2 eliminare “palle di neve”.
    Aggiungere comma 2 bis: E’ vietato il lancio di palle di neve che cagioni molestia o pericolo alle persone, intralci la circolazione oppure danneggi la proprietà altrui.

    Comma 5 aggiungere: nel caso la loro lunghezza superi l’altezza di chi le trasporta.

    Art. 15
    –       MATERIE INFIAMMABILI – SCORTE –

    1.E’ vietato detenere, negli scantinati, nelle autorimesse e nei vani ripostigli, soprastanti o sottostanti alle abitazioni, bombole di gas liquido, scorte di solventi, diluenti e qualsiasi altra materia infiammabile o suscettibile di scoppio, anche in piccole quantità.

    Comma 1
    Togliere “anche in piccole quantità” e aggiungere “in quantità che eccedano il normale uso domestico”

    Art. 20
    –       VELOCIPEDI –

    1. E’ vietato collocare, appoggiare, legare velocipedi: ad alberi arbusti e piante,  monumenti e loro barriere di protezione, colonne, elementi di arredo urbano, manufatti urbani di pubblica utilità, altri manufatti prospicienti gl’immobili di rilevante valore architettonico.

    2. In ogni caso di sosta o di fermata non deve essere recato intralcio alla circolazione pedonale e carrabile.

    3. Nei casi previsti ai commi precedenti, fatta salva la sanzione pecuniaria, se il velocipede non viene spostato dal conducente entro 48 ore dall’accertamento, verrà rimosso coattivamente e restituito all’avente diritto, previo pagamento delle spese di rimozione e deposito.

    L’articolo viene sostituito dal seguente

    1. Di norma le biciclette vanno parcheggiate negli appositi portacicli. In caso di assenza, o di mancanza di posti disponibili nei portacicli, esse devono essere ordinatamente collocate. laddove possibile in prossimità degli stessi, e comunque avendo cura di non ostacolare la circolazione pedonale e veicolare, lasciando liberi gli accessi alle entrate di negozi, case e passi carrai e garantendo la fruizione dei marciapiedi. In prossimità degli incroci le biciclette parcheggiate non devono ostacolare la svolta dei veicoli.
    2. E’ vietato collocare, appoggiare, legare velocipedi: ad alberi, arbusti e piante, monumenti e loro barriere di protezione, alle colonne nel caso si impedisca la libera circolazione fra gli archi, elementi di arredo urbano, manufatti urbani di pubblica utilità, altri manufatti prospicienti gli immobili di rilevante valore architettonico.
    3. Nei casi previsti ai commi precedenti, fatta salva la sanzione pecuniaria, se il velocipede non viene spostato dal conducente entro 48 ore dall’accertamento, verrà rimosso coattivamente e restituito all’avente diritto, previo pagamento delle spese di rimozione e deposito.

    Art. 29
    –       COLOMBI –

    1.E’ vietato, catturare o prendere colombi liberi e non di proprietà privata, salvo i provvedimenti dell’autorità competente.

    2.E’ pure vietato alimentare gli animali, sul suolo pubblico o aperto al pubblico.

    Comma 2
    sostituire “animali” con “colombi”

    Art. 31
    – GIARDINI PUBBLICI –

    1. Nei viali, nei giardini e parchi pubblici è vietato:

    a ) recare qualsiasi incomodo o molestia alle persone che frequentano tali luoghi;

    b) coricarsi nei luoghi erbosi o recintati, dormire sui sedili e sulle panchine, qualora se ne impedisca la libera fruizione ad altri cittadini;

    c) porgere da mangiare agli animali, o arrecare loro molestia;

    d) collocare sedie, baracche, panche, ceste od altre cose fisse o mobili senza autorizzazione;

    e) sostare, senza autorizzazione, per vendite di merce e giornali, o per altro motivo che arrechi intralcio alla libera circolazione

    f) compiere atti di pulizia personale.

    Comma 1, punto b:

    sostituire “coricarsi nei luoghi erbosi o recintati” con “calpestare o coricarsi nelle aiuole fiorite od in altro luogo segnalato da apposito cartello di divieto,”

    Art. 38
    –       SPETTACOLO DI STRADA –

    1. Agli artisti che svolgono spettacolo di strada è vietato:

    a)     ostacolare il traffico;

    b)    esercitare l’attività oltre le ore 22;

    c)     suonare nello stesso luogo per più di quindici minuti;

    d)    utilizzare amplificatori di qualsiasi genere;

    e)     soffermarsi ad una distanza inferiore a mt. 100 dagli ospedali, case di cura, da tutte le scuole pubbliche, dalle chiese, dai teatri e da altri luoghi di pubblico spettacolo;

    f)     importunare i passanti con richieste di offerte;

    g)     richiamare l’attenzione con grida e schiamazzi.

     

    Comma 1, punto c sostituire con

    Suonare nello stesso luogo per più di 30 minuti

     

  • W le palle di neve e il coricarsi sui prati: nuovo regolamento di Polizia Urbana e proposte di emendamento

    La prossima settimana il consiglio di Circoscrizione darà il parere sul nuovo Regolamento di Polizia Urbana della nostra città. Il precedente testo risaliva all’85, per cui è stato rivisitato in molte parti, aggiornato alle normative più recenti e ripulito dalle materie oggetto di altri regolamenti nel frattempo approvati.

    In particolare le novità riguardano:

    art.5 co.3; art.14 co.3 scolo in strada dei condizionatori; art.20 sosta abbandono di velocipedi in luoghi non contemplati dal cds, viene prevista inoltre la veloce risoluzione del problema con la rimozione coattiva del veicolo a spese del trasgressore. Modalità e tempi di restituzione potranno essere determinati,seguendo la falsariga dell’ordinanza già predisposta; art.21 commi 2 e 3; art 22 pulizia degli edifici imbrattati  a carico dei trasgressori; art.24 co.2 articolo totalmente riformulato relativamente agli obblighi di pulizia a carico dei privati; art.25 decoro delle vetrine; art.27 distribuzione dei volantini; art.32 divieto di campeggio in sostituzione dell’ordinanza vigente che risale ad alcuni decenni fa; art.36 adeguamento delle attività rumorose agli orari della legge e delibera di giunta regionale; art.39 rispetto al quale si veda anche l’opposta previsione contenuta nel nuovo regolamento del commercio sulle aree pubbliche; art.41 esposizione esterna della merce; art. 45 istituto della diffida a carico della P.M.

    Il regolamento, come potrete notare, tratta alcuni dei temi “fondamentali” per il vivere civile in una comunità: dal divieto di buttare cicche per terra in strada allo sgombero della neve. Fra queste moltissime previsioni di buon senso e minima educazione. Fra queste però ci sono anche residui di disposizioni ormai superate (o quantomento superabili). Mi è balzato all’occhio il divieto antistorico di “coricarsi nei luoghi erbosi o recintati” dei giardini e parchi pubblici (art. 31, comma1, lettera b), che metterebbe fuorilegge la maggior parte dei frequentatori del Parco Urbano o del Parco Massari, ma anche il divieto di lanciare palle di neve mi parrebbe in qualche modo superabile (art.7 comma 2).

    Così visto che avrei intenzione di presentare un po’ di emendamenti per accompagnare il parere della circoscrizione 1, voglio fare un piccolo esperimento di revisione partecipata, chiedendo a chi sta leggendo queste righe di provare a darmi una mano. Nel regolamento trovate qualcosa da cambiare, o trovate che manchi qualcosa? Provate a scriverlo nei commenti di questo post, e discutiamone insieme.

    Scarica il regolamento in approvazione: Regolamento-polizia-urbana.pdf.

  • Cosa non ci piace dell’ordinanza sul mercoledi’ in piazza

    La prima notte dell'ordinanza (foto di elisa corridoni)

    Sgombriamo subito il campo dalle incomprensioni: ai vigili urbani oggetto dell’aggressione di qualche mercoledì fa va ovviamente la nostra solidarietà, come va al ragazzo che circa 15 anni fa venne sfiorato da un bicchiere (episodio che provocò la prima ordinanza sul divieto del vetro in piazza). E ancora: siamo favorevole alla regolamentazione legale del consumo di tutte le sostanze, figuriamoci se non lo siamo per l’alcol, che ogni anno provoca nel nostro paese più di 30.000 morti.

    Per questo avremmo sostenuto l’ordinanza se questa si fosse limitata a proibire le “offerte speciali” sugli alcolici, che spingono spesso i giovani ad un modello di consumo che non è nella tradizione italiana dell’uso dell’alcol, e ancor meno favoriscono il consumo responsabile. Troviamo però che tutto il resto del testo ordinanziale denoti una mai sopita tendenza alla proibizione e alla repressione di quello che, può piacere o meno, è un fenomeno sociale e che come tale andrebbe trattato. Porre limiti temporali e territoriali al consumo di alcol in strada è una via che si è già percorsa con altri fenomeni sociali, e che assomiglia tanto alle ztl contro la prostituzione o alle retate contro i tossicodipendenti. Abbiamo la sensazione, ma possiamo sbagliarci, che servirà soltanto a spostare il fenomeno, in luoghi e giorni diversi. E così fra un mese ci ritroveremo a dover discutere un’ordinanza su Piazza Ariostea, o sul martedì o il giovedì.

    Il vuoto che c’è fra il primo bicchiere di vino annacquato bevuto a tavola con i genitori, e la consapevolezza del bere responsabile, è stato da sempre riempito da tutte le generazioni da un intervallo fatto di bevute smodate, ubriacature e corse in bagno (quando disponibile). Oggi, assistiamo probabilmente all’allungamento di quell’intervallo e soprattutto ad un’incapacità della società nel suo complesso a indirizzare il consumo dei più giovani verso il controllo della sostanza alcol (e non solo di quella). Le scritte a caratteri microscopici nelle pubblicità servono a poco, ancora meno servono i proclami da “lega della temperanza” dei probizionisti di turno: la cultura del bere alcolici, che è una cultura millenaria nel nostro paese e fondamentale per limitare gli eccessi, da sempre è stata tramandata da una generazione all’altra.

    Oggi ci dobbiamo chiedere perchè questo non avviene, o avviene in ritardo, o viene sostituita da modelli di consumo tipicamente nordeuropei, non reprimere fenomeni che quantomeno trattano il bere come momento di socialità. Sennò, forzando un poco il ragionamento, spingiamo i consumatori a rinchiudersi in casa ed implicitamente preferiamo l’ubriacone solitario: quello che non molesta nessuno, ma che probabilmente finirà i suoi giorni sotto un ponte.

    Una delle prime cose da fare è responsabilizzare le persone rispetto al luogo in cui si trovano. Che non significa solo dotare la piazza di qualche cestino in più, anzi. Una delle proposte che ci ostiniamo a fare è quella di introdurre l’obbligo del vuoto a rendere per bicchieri e bottiglie di vetro: non solo per evitare lo spreco di bicchieri di plastica che ogni settimana invadono il selciato del Duomo, ma soprattutto per educare le persone alla responsabilità rispetto ai loro comportamenti. Sia nei confronti del luogo che vivono, sia nei confronti del mondo che ci ospita. Puo’ sembrare poco, ma perchè non cominciare?

    Se c’è un deficit di conoscenza del consumo controllato e responsabile, l’unico modo è intraprendere la strada dell’educazione. Potrebbe sembrare una provocazione, ma non lo è. Perchè non organizzare, a cura degli esercenti del centro storico, una serie di degustazioni di vini e birre locali e internazionali, proprio per incentivare l’opposto di quello che oggi vogliamo solo reprimente, ovvero un consumo slow, consapevole dei rischi e dei benefici della sostanza e dei limiti del proprio corpo?

    Leonardo Fiorentini, consigliere ecologista Circoscrizione 1

    Elisa Corridoni, Partito della Rifondazione Comunista Ferrara

    Pubblicata nella rubrica lettere di:

  • L’obbiettivo sarebbe vincerli, i referendum

    Pare che ci sia qualcuno a Ferrara che, pur dichiarandosi a favore dei quesiti referendari, censura sui giornali alcune forze politiche che si stanno impegnando per la campagna referendaria per il sì, rinfacciando loro precedenti ed attuali posizioni e decisioni incoerenti con i quesiti del 12 e 13 giugno.

    Ora, a parte il fatto che mi stupisce che qualcuno che tenga al buon esito dei referendum trovi il tempo per dichiarazioni polemiche sui giornali, piuttosto che continuare a volantinare e attaccar manifesti (sempre che uno li abbia fatti) per convincere i nostri concittadini ad andare a votare (e votare sì) volevo sommessamente far presente che il sottoscritto, è molto felice di questo cambio di rotta di alcune forze politiche del centro-sinistra.

    E, figuratevi un po’, il sottoscritto è ancor più felice di sapere che addirittura i dirigenti leghisti – Bossi in prima fila – che la privatizzazione dell’acqua, il ritorno al nucleare e il legittimo impedimento li hanno votati, abbiano dichiarato interesse per un voto favorevole ad alcuni dei referendum.

    Dirò ancor di più: il sorriso mi si allarga a tutti i denti che mi son rimasti in bocca leggendo la dichiarazione della Ministra dell’Ambiente Prestigiacomo che rivendica ai giornali di aver ottenuto la libertà di scelta per gli elettori del PDL.

    Perchè, sempre che non si sia capito, l’obbiettivo è vincerli questi referendum!

    Leonardo Fiorentini
    Consigliere ecologista della Circoscrizione 1 che ora va a imbucare gli ultimi volantini rimastigli

  • Brandani, i Buskers e la calata dei Batavi

    Bisogna ammettere che l’intervento del Consigliere Brandani, che con un’interrogazione ha messo città ed amministrazione a conoscenza delle  sue preoccupazione per la discesa, durante il prossimo Busker Festival dedicato all’Olanda, di orde di discendenti degli antichi batavi, fa un po’ sorridere. Un po’ perchè nell’immaginario collettivo l’Olanda è più conosciuta per i mulini a vento, i tulipani e piste ciclabili che per tossici, vandali e piscioni, vuoi perchè andando a vedere le cose un po’ più da vicino si possono scoprire cose interessanti.
    Ad esempio, a dispetto di Brandani, proprio per quanto riguarda il consumo di sostanze sarebbe quasi un toccasana per la nostra città un arrivo in massa di cittadini olandesi. Infatti, tanto per parlare della tanto pericolosa cannabis e dei famigerati coffeshops olandesi, nei Paesi Bassi solo il 5,4% della popolazione ne fa uso, contro il 14,6% di quella italiana (dati dell’ufficio per le droghe e il crimine dell’ONU, World Drug Report 2010). Insomma, statistiche alla mano, in un battibaleno faremmo crepare d’invidia il duo nostrano Giovanardi&Serpelloni.
    E non è un caso che il governo reazionario olandese oggi non ponga in dubbio la politica della tolleranza, bensì stia cercando – in modo peraltro discutibile – di risolvere il problema della gestione dei turisti riservando i coffeshop ai residenti. Il problema in Olanda infatti sono i turisti stranieri (tedeschi, inglesi, spagnoli e tantissimi italiani) che vanno ad Amsterdam o nelle città di confine per trovare una piccola oasi di libertà e che, in alcuni casi, si lasciano andare – loro sì – ai comportamenti che Brandani tanto teme.
    E a proposito di “droghe leggere”, fa davvero piacere sentire questa definizione da un esponente di FLI, visto chè è proprio a causa della  Fini-Giovanardi che oggi in Italia tutte le sostanze sono uguali di fronte ad una stupida legge, ed un consumatore di cannabis rischia fino a 20 di galera come uno spacciatore di crack. Forse si può aprire con il partito di Fini una discussione per la revisione della legge? Magari conoscendo meglio la realtà olandese anche il consigliere Brandani potrebbe così dare una mano alle centinaia di migliaia di giovani che ogni anno sono criminalizzati, a volte incarcerati, perchè fanno uso di una sostanze che è molto meno pericolosa di molte delle sostanze legali, dall’alcol agli psicofarmaci.
  • Abbattimenti. I soldi dei gettoni circoscrizionali per piantumare nuovi alberi

    Alberi al posto di gettoni
    Abbattimenti alberature. I soldi dei gettoni circoscrizionali per piantumare nuovi alberi.

    E’ di ieri il comunicato stampa del servizio verde del Comune di Ferrara che annuncia l’inizio di un programma di abbattimento di circa 200 alberi malati e/o in pericolo di caduta in città. Nulla però si dice nel comunicato dell’eventuale volontà di sostituzione programmata delle piante abbattute. Così ho presentato una interpellanza per conoscere l’elenco delle piante in via di abbattimento ma soprattutto per sapere se – a fronte della programmazione dell’abbattimento – vi sia anche nelle intenzioni dell’amministrazione di programmare, e finanziare, la sostituzione delle piante abbattute.

    Non mi dilungherò troppo sulla fondamentale importanza delle alberature collocate in città per la stessa qualità urbana dell’abitato. Le piante vanno tutelate non solo per le ovvie ragioni di rispetto della vita vegetale e di tutela ambientale, ma anche – in particolare nella nostra città Patrimonio dell’Umanità – per garantire la tutela storica e paesaggistica dei luoghi: si pensi alle alberature di Corso Ercole d’Este o della cinta muraria o di Piazza Ariostea, o di Parco Massari. Senza dimenticare che gli alberi durante la loro vita generano grande affettività da parte della cittadinanza, si pensi ai cedri di Parco Massari, ma anche all’albero del parchetto dietro casa. Anche per questo nell’interpellanza chiedo all’amministrazione se vi sia l’intenzione di avviare una programmazione a più lungo termine che permetta, laddove possibile, di anticipare l’abbattimento di piante malate o a fine ciclo vitale con la piantumazione preventiva di alberature in loco.

    Sappiamo tutti in quali difficoltà economiche siano gli enti locali, e proprio per questo c’è il rischio che interventi come questi, importantissimi per la qualità di vita in città, siano invece ritenuti superflui rispetto alla difficoltà di tener aperti i servizi essenziali. Non so se il Comune abbia già stanziato le risorse per la sostituzione di questi alberi, e mi permetto quindi di ribadire una proposta che ho già avanzato in consiglio di Circoscrizione: se l’intervento di piantumazione non fosse già finanziato l’amministrazione utilizzi i fondi già accantonati per i gettoni di presenza dei consiglieri di Circoscrizione (e che probabilmenti non saranno spesi a causa di una legge finanziaria incapace di distinguere i “costi della politica” dalle “risorse della politica”). Se fosse invece già previsto a bilancio, come del resto mi auguro, il Comune utilizzi quelle poche migliaia di euro di risparmio dei gettoni per piantare ulteriori alberi, magari cogliendo l’occasione per avviare una programmazione a più lungo termine.

    Alberi al posto di gettoni: credo sarebbe un bello scambio, sia per dare un poco di gratificazione a chi – come i consiglieri di circoscrizione – impegnano ore e ore del loro tempo e della loro passione al servizio dei cittadini e si trovano poi catalogati come “sprechi” da tagliare dalla miope politica italiota, sia per mantenere più verde possibile la nostra città.

    Leonardo Fiorentini
    Presidente Gruppo Verdi per la Pace Circoscrizione 1

    PS: e come noto, se ci fosse bisogno di mano d’opera, sono sempre disponibile a prendere la vanga in mano.

  • POC. Ci vuole più coraggio: il Comune dica stop al consumo del territorio.

    I Verdi votano contro il documento degli obiettivi e i 2000 nuovi alloggi del Piano Operativo Comunale  di Ferrara e fanno una proposta per la riqualificazione della Città urbanizzata.

    Una premessa. Il tempo che ci è stato concesso per analizzare il documento degli obiettivi del Piano Operativo Comunale, nei fatti una settimana, non ha certo permesso un’analisi approfondita. Ci si è dovuto, per il momento, limitare ai “conti della serva”.

    Che sono presto fatti, e non tornano. Il documento prende come riferimento una previsione di crescita della popolazione che richiederebbe circa 1500 nuovi alloggi nei prossimi cinque anni. Circa 700 sono gli alloggi già realizzabili da PUA già approvati ma non ancora attuati, altri 800/900 sono i nuovi alloggi stimati da interventi diretti che non richiedendo Piani attuativi saranno regolati dal RUE. Gli alloggi necessari sarebbero così esauriti ancor prima di aprire il bando del POC. In più la situazione del mercato immobiliare ferrarese è sotto gli occhi di tutti: i 9077 alloggi (stima dataci in Commissione) non utilizzati sono troppi. Per intenderci sono praticamente quelli previsti come crescita della città dall’intero PSC. Anche se fossero la metà sarebbero la prova provata che si è costruito troppo e male negli anni scorsi, come spesso abbiamo denunciato ricordando sempre la strenua opposizione dei Verdi al PRG soffrittiano. Per questo nelle passate due legislature abbiamo fortemente voluto un PSC che ha diminuito di 3 volte la capacità edificatoria residua del PRG del 95 e imporrà tramite il RUE una migliore qualità del costruito.

    Eppure oggi si propongono 2000 nuovi alloggi. Bisogna decidere quale è l’obiettivo di questo POC: se lasciare ad un mercato, che come è evidente non sa regolarsi, la proposta su dove e come costruire, oppure se indicare dove costruire – e in che modo – ciò che serve alla città. Ci vuole coraggio, perché è proprio nei momenti di difficoltà e di crisi economica che il decisore politico deve indirizzare un mercato incapace di funzionare verso una ristrutturazione di se stesso, o meglio – parlando di urbanistica – ad una riqualificazione di se stesso. Non viviamo certo su Marte: sappiamo che il settore edile deve pur “costruirsi” un futuro, ma sappiamo anche che alcune delle aree di riqualificazione individuate (Foro Boario, STU, lo stesso Sant’Anna, la Caserma di Cisterna del Follo) sono di proprietà pubblica e soprattutto rappresentano alcuni dei nodi fondamentali da sciogliere per il futuro di questa città, mentre tante aree di espansione sono oggi campagna.

    Per questo da ecologisti crediamo che il Comune debba fare una scelta forte e compiere un atto politico di netta discontinuità con il passato di questa città. Per fare questo non basta la perequazione che favorisce la riqualificazione: se mai dei nuovi alloggi devono essere realizzati, questi devono essere esclusivamente collocati nelle zone di riqualificazione indicate dal PSC.

    15 anni fa proponemmo un corso di formazione su ristrutturazione e restauro per i dipendenti della Coopcostruttori. Ne avremmo guadagnato tutti, probabilmente anche i soci della cooperativa di Argenta. Oggi proponiamo che si indichi con decisione la strada da intraprendere per un settore, quello dell’edilizia, che ha fortissima necessità di innovarsi e di ritrovare la qualità perduta. Proponiamo che si scriva nel POC, e abbiamo il tempo per farlo, che per i prossimi 5 anni il Comune di Ferrara dirà STOP al consumo del suo territorio, che non si cementificherà ulteriore suolo perché è interesse di tutti che ciò non avvenga, e che invece con le risorse umane ed economiche cittadine si riqualificheranno parti di città in disuso che hanno urgente bisogno di un intervento urbanistico perché hanno perso da tempo le loro funzioni o perchè le perderanno presto. Il Comune deve avere il coraggio di dire che prima di costruire nuovi condomini o nuove villette, nel centro come nel forese è indispensabile ristrutturare e riqualificare quelle esistenti, abitate e poi abbandonate o come spesso è successo in questi anni, mai abitate.

    E’ necessario infine che sul processo di formazione del POC vi sia una più forte partecipazione. Non solo degli operatori del settore, che probabilmente fino ad oggi hanno partecipato anche troppo alla pianificazione urbanistica nel nostro paese, ma dei cittadini e delle forze organizzate nella società.

    Come ecologisti ci impegneremo nei prossimi mesi per tutto questo.

    Concludendo con la partecipazione torniamo alla premessa: troppo poco è il tempo concesso all’iter istituzionale di discussione di questo importante atto di indirizzo, e ci pare scarsissima la discussione preventiva in una città ancora orfana nei fatti dell’Urban Center. Il metodo e la sostanza ci hanno  così spinto, con dispiacere, a esprimere un voto contrario in Consiglio sul Documento degli Obiettivi del POC.

    Leonardo Fiorentini
    Presidente Gruppo Verdi per la Pace Circoscrizione 1

  • Agevolazioni per le botteghe storiche

    Stasera il consiglio della Circoscrizione 1 ha esaminato la delibera riguardante l’identificazione e il vincolo di vetrine e arredi delle 29 botteghe storiche meritevoli di tutela nel centro di Ferrara.

    Con un emendamento al parere favorevole della commissione ho proposto di “prevedere, a fronte del vincolo su arredi e vetrine dei 29 esercizi oggetto della delibera, agevolazione sulle imposte comunali come l’esenzione dalle imposte su insegne, pubblicità e occupazione di suolo pubblico“. L’emendamento è stato accolto dal Consiglio circoscrizionale e trasmesso all’amministrazione comunale.

    Le botteghe storiche già usfruiscono di contributi regionali previsti dalla legge regionale, ma rimane il problema di favorire il mantenimento di attività commerciali al loro interno, a volte differenti da quelle “storicamente” presenti nei locali e a cui magari le insegne vincolate ancora si riferiscono. Per questo può essere utile che anche il Comune dia un segnale eliminando alcuni piccoli, ma fastidiosi, costi.

  • EMAS: il dibattito ed il voto in consiglio di circoscrizione

    La Circoscrizione 1 nel consiglio dello scorso 28 gennaio ha espresso parere favorevole al documento di aggiornamento della Politica per la Qualità e l’Ambiente dell’amministrazione comunale, documento necessario al fine del completamento della Registrazione EMAS avviata dal Comune di Ferrara nel 2005 su stimolo dei Verdi, dopo che già la Provincia aveva ottenuto questa certificazione.
    Nel corso del dibattito sono state espresse numerose proposte di integrazione del documento, in particolare da parte dei gruppi consiliari dei Verdi e di Io Amo Ferrara. L’assessore si è dichiarata disponibile all’accoglimento delle proposte, che sono sono state incluse nel parere favorevole.
    I Verdi, in particolare, hanno chiesto di integrare alcuni dei punti di particolare impegno dell’amministrazione con una maggiore attenzione alla promozione dei sistemi di gestione razionale e sostenibile del ciclo dell’acqua e alla promozione di iniziative rivolte alla cittadinanze per il risparmio energetico, l’uso razionale e per l’utilizzo di fonti rinnovabili. Inoltre i Verdi hanno posto l’attenzione sul consume del territorio, anche perchè dopo l’approvazione del PSC è imminente la discussione del nuovo Regolamento Edilizio (RUE) e del primo piano operativo (POC). Per questo è stato richiesto di inserire un nuovo punto tra gli impegni del Comune: “nell’ambito della pianificazione urbanistica contenere il consumo di territorio e privilegiare il recupero edilizio di aree già urbanizzate e la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente”.
    Io Amo Ferrara ha invece richiesto di esplicitare, nell’ambito degli impegni riferiti alla gestione del ciclo dei rifiuti, di privilegiare il riuso ed il riciclo, e solo in ultima istanza lo smaltimento.
    Al termine del dibattito si sono registrati 11 voti favorevoli (PD, IDV, Laici Riformisti, Verdi. Io Amo Ferrara) e 5 astenuti (PDL e Lega Nord).

  • Chissa perchè

    Ieri pomeriggio il mio sbotto uscito su Estense.com (e sul Carlino oggi: carlino14012010), ieri sera i capigruppo di Circoscrizione hanno deciso all’unanimità di rinviare il consiglio di ieri e oggi sul bilancio e di richiedere all’Assessore al Bilancio il quadro analitico delle spese per assessorato.
    Stamattina, guardacaso, il quadro analitico è arrivato nella casella di posta elettronica.

  • Del restare basiti e non poter votare il Bilancio

    Oggi in Consiglio di Circoscrizione dovemmo cominciare la discussione sul Bilancio preventivo del Comune di Ferrara. Gli anni scorsi, insieme alla documentazione del Bilancio predisposta dalla Ragioneria, veniva consegnato ai consiglieri un semplice quadro riassuntivo delle spese in capo degli Assessorati. Così un rappresentante dei cittadini poteva conoscere dove i singoli assessori avevano destinato i fondi che risultano accorpati nel documento contabile. Non aveva un gran valore contabile, ma rimaneva un impegno politico preciso della Giunta. A puro titolo di esempio, per quel che riguarda le spese culturali, si diceva quanto era destinato al Teatro Comunale, quanto a Ferrara Arte, quanto a Estate a Ferrara e così via (qui il documento del 2008: spese_dettaglio_2008). In questo modo un rappresentante dei cittadini poteva esprimere un voto con un minimo di cognizione di causa.

    Sono rimasto sinceramente basito nello sfogliare la documentazione relativa alla discussione di stasera. Nessun quadro riassuntivo delle spese per assessorato, solo la documentazione, formalmente peraltro corretta, della Ragioneria. Davvero strano per due motivi: il primo è che l’Assessore al Bilancio è sempre lo stesso per cui mi aspettavo le stesse modalità della scorsa legislatura, il secondo è che questa amministrazione ed il suo Sindaco, che i Verdi hanno appoggiato, nel programma elettorale hanno indicati tra i primi impegni della Giunta (cito):

    Coinvolgere e includere i cittadini nelle scelte e nelle decisioni.
    La trasparenza delle informazioni, la loro comunicazione in forme comprensibili, il coinvolgimento dei cittadini nei processi di scelta e decisione della pubblica amministrazione, consentono l’attuazione di interventi e progetti che rispondono a criteri di efficienza, equità, saggezza, stabilità.

    Ma se non si riescono a coinvolgere manco i consiglieri di Circoscrizione sul voto più importante dell’anno, il Bilancio, come si farà con i cittadini? Vorrei sinceramente dissipare subito il dubbio che si insinua in me di una volontà di scarsa trasparenza, spero già da stasera. Però il doversi domandare dove andranno a finire gli x milioni di euro destinati alle politiche sociali o culturali per me, abituato a stare in una maggioranza che condivideva le scelte, è davvero piuttosto imbarazzante. Il mio timore, che spero venga smentito dai fatti, è che nel PD, che ha la maggioranza assoluta in consiglio comunale ed in quasi tutte le Circoscrizioni, ci sia la tentazione di “risolversela” all’interno, disinteressandosi degli alleati e dell’opposizione.

    Pare che le altre Circoscrizioni abbiano già espresso un parere, e schiettamente non so davvero come si possa esprimere un parere di merito su un bilancio con questa documentazione.

    Di certo, così come è presentato ad oggi, non è un bilancio votabile dai Verdi.

  • Il peso dei rifiuti (non riciclabili)

    compostieraQuesta intervista di Letizia Palmisano (via Marcello) mi permette di anticipare qualche ragionamento che proporrò al consiglio di Circoscrizione di domani, dedicato all’audizione dei vertici di Hera Ferrara.

    Queste considerazioni partono dalla mia esperienza personale e dimostrano che è possibile ridurre drasticamente la produzione dei rifiuti senza grossissimi sforzi e risparmiando decine di euro di TIA.

    Ho sempre fatto raccolta differenziata, e vi assicuro che farla da pigro amante della birra quale sono in un bilocale di 60mq scarsi non è sempre facile, a meno che non si accetti di vivere fra bottiglie e cumuli di carta. Da quando è aperta la stazione ecologica in via Ferraresi però il conferimento è divenuto un po’ più semplice e soprattutto remunerativo. Complici 2 traslochi (+1 della cooperativa) in due anni con periodiche visite alla stazione ho praticamente azzerato la componente variabile della mia TIA (40/50 euro l’anno), diminuendo drasticamente l’apporto di rifiuti nei cassonetti grigi dell’indifferenziata.

    Da quando poi in famiglia abbiamo la fortuna di avere un giardino a disposizione abbiamo richiesto ad Hera la compostiera (o composteria) gratuita, ed abbiamo avviato un piccolo compostaggio in vista dell’orto prossimo venturo. Oltre allo sconto del 15% sulla parte variabile della TIA, che si aggiunge agli sconti per i conferimenti in stazione, si è così limitato al minimo i conferimenti di rifiuti indifferenziati (e quindi avviati all’incenerimento). Si sono ormai ridotti ad un sacchetto settimanale (inodore) di plastiche non riciclabili provenienti dagli imballaggi di cibi ed altri oggetti, che difficilmente raggiungono il peso di 1kg (per due persone).

    Questa esperienza mi fa trarre alcune conclusioni e proposte oltre all’auspicio, già espresso in altre occasioni, di uscire dalla contrapposizione ideologica fra sistema a cassonetti e sistema a porta a porta (si può tranquillamente immaginare un sistema misto che porti agli utenti ed ai gestori i vantaggi dei due sistemi limitandone gli svantaggi):

    • è necessario investire in nuove stazioni ecologiche, in modo da rendere più facile il conferimento dei rifiuti differenziati e più palpabili ai cittadini i vantaggi economici;
    • va studiato un sistema di raccolta dell’umido nella città che se puo’ essere porta a porta nel forese ed in periferia, difficilmente puo’ esserlo in centro, vuoi per il contesto urbanistico, vuoi per le condizioni di vita dei suoi cittadini (4 studenti in un bilocale difficilmente riuscirebbero a gestire in casa i vari bidoncini). Abbiamo sperimentato i bidoncini verdi del vetro, possiamo sperimentare compostiere o bidoncini marroni nelle aree verdi?
    • è fondamentale una legge che obblighi i produttori a confenzionare le merci con imballaggi riciclabili e di minor peso possibile.

    Qui invece qualche consiglio sulla plastica da Green Life un nuovo canale DeAgostini on line, totalmente gratuito e on demand, dedicato all’ambiente, al viver verde e in salute.

  • Piano casa. Due considerazioni, tre proposte e quattro voti.

    immagine-15Pubblico l’intervento di ier sera in Consiglio di Circoscrizione sulla delibera comunale sul Piano Casa. Un pippotto politico, 3 proposte (a mio parere di assoluto buon senso), 3 voti contrari a larghissima maggioranza, un voto di astensione sulla delibera (il mio).

    “Il “piano casa” di B. non l’ha applicato lui, ma le regioni. Se questo non è regime, è almeno egemonia.” Così scrive Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, su La Repubblica il 2 settembre 2009

    Insomma, sul piano casa (come su tante altre cose) Berlusconi ha lanciato il sasso e nascosto la mano. Il Governo infatti, dopo i proclami, non ha fatto ancora il decreto promesso da lì a 10 giorni (del resto era pur sempre il 1° aprile). Siamo già a settembre e non ce ne è traccia.

    Non posso non essere d’accordo con Settis, ed è anche facile capire che le forze della betoniera facile in queste occasioni spuntano come funghi ovunque. Però mi pare ormai innegabile che il centro sinistra ha, come al solito, abboccato alla finta e fatto il lavoro sporco: vuoi spinti dall’orrore della prima versione del piano berlusconiano, vuoi spinti da un sincero desiderio di qualificare dal punto di vista energetico il nostro patrimonio edilizio, vuoi sulla pressione dei costruttori…

    Sia chiaro, altre Regioni, come la Lombardia hanno fatto cose ben peggiori e disastrose. Ma prego le forze della coalizione in cui mi riconosco e che magari si augurano un aumento di consenso per il provvedimento sull’ampliamento, di ricordarsi che – nonostante tutti gli sforzi – fra 1 o 4 anni che siano, il Piano Casa sarà nell’immaginario collettivo “quello di Berlusconi”. Nonostante non abbia fatto nulla, e a conferma della sua egemonia sulla politica degli ultimi vent’anni.

    Non ci si nasconda poi troppo dietro alla qualificazione energetica degli edifici, prevista per fortuna dalla nostra regione. Perché quasi in contemporanea c’è stato l’attacco governativo agli incentivi proprio riferiti agli interventi di qualificazione energetica, salvati solo in extremis dagli emendamenti al decreto anticrisi, il che la dice lunghe sulle reali intenzioni di questo governo.

    Detto questo nella scorsa legislatura abbiamo giustamente approvato una variante al Regolamento Edilizio che anticipa molto di quella sburocratizzazione dell’iter edilizio promessa dal Governo, ma abbiamo anche approvato, con tanta fatica, un PSC che prevede una diminuzione della volumetria complessiva rispetto alle previsioni del PRG vigente. E’ evidentemente grottesco come ora ci troviamo a dover subire un provvedimento che scarica sul territorio inteso come bene comune (e sulla domanda di cemento) l’incapacità della politica di dare risposte nuove alla crisi economica in atto (-5% di PIL, ricordarlo ogni tanto fa bene).

    Fatte queste considerazioni politiche su un provvedimento che ritengo geneticamente sbagliato sono ovviamente tendenzialmente favorevole a qualsiasi limitazione possa prevedere l’amministrazione, e per questo avevo presentato in luglio un’interpellanza sul tema.

    Però vorrei integrare le ulteriori limitazioni proposte, e precisamente:

    Condono
    Si propone, riprendendo una norma fatta propria dalla regione toscana, di escludere dall’applicazione delle norme del piano casa gli edifici che negli anni passati hanno già usufruito del loro “piano casa fai da te”. Premiare chi in sfregio delle norme urbanistiche ha edificato o ampliato, con una nuova possibilità di ampliamento mi sembra un po’ troppo. Per rispetto del Territorio, della legalità e degli altri cittadini rispettosi delle norme.

    Piano Aria
    La proposta è di prevedere anche l’esclusione per gli edifici residenziali collocati all’interno delle fasce di rispetto individuate dal Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria. All’art. 25, comma 3 delle NTA infatti lo strumento di pianificazione della nostra provincia prevede, e qui cito, “la definizione di distanze minime degli insediamenti dalle fonti emissive di notevole entità, comprese le infrastrutture di trasporto, idonee alla riduzione della popolazione esposta, attenendosi in linea di massima al principio di non approvare nuove previsioni urbanistiche che prevedano la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, sanitari o scolastici a distanze (calcolate su proiezione orizzontale) inferiori alle seguenti:

    • m 50 dal confine stradale delle strade extraurbane, esistenti o progettate, classificate come rete di base di interesse regionale, della viabilità extraurbana secondaria di rilievo provinciale o interprovinciale e delle strade classificate come strade di scorrimento;

    • m 150 dal confine stradale delle strade extraurbane, esistenti o progettate, classificate come rete autostradale e “grande rete” di interesse nazionale/regionale

    Tutela degli immobili da PSC
    Come si pone la norma rispetto alle classificazione di tutela degli immobili/categoria di intervento del nuovo PSC? Vale la categoria del vecchio PRG finchè non è approvato il RUE. Siccome è possibile che ci siano edifici per cui ora sono previsti “interventi di ripristino edilizio e di ristrutturazione edilizia e urbanistica” mentre nel PSC sono stati definiti di “interesse storico-architettonico” (si pensi solo a tutta l’architettura del novecento) la proposta, per esser certi di non dilapidare il lavoro fatto negli ultimi 10 anni di pianificazione urbanistica di escludere anche gli immobili definiti dal PSC vigente di “interesse storico-architettonico” (quelli maggiormente tutelati dal PSC).

    Voti sulle proposte di integrazione alla delibera:

    – escludere gli edifici che hanno usufruito di condono edilizio per aumento di superficie.
    3 favorevoli (Verdi, IDV, 1 PD), 16 contrari

    – escludere gli edifici residenziali collocati all’interno delle fasce di rispetto individuate dal Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria (art. 25, comma 3 delle NTA)
    1 favorevole (Verdi), 18 contrari

    – escludere gli immobili definiti dal PSC vigente di “interesse storico-architettonico”
    1 favorevole (Verdi), 18 contrari

    Vista l’indisponibilità ad accettare neanche una delle proposte all’interno del parere non vincolante della Circoscrizione mi sono visto costretto all’astensione sulla delibera (passato poi con 11 voti favorevoli e 8 astenuti).