• Giardino delle Capinere

    Risoluzione sul “Giardino delle Capinere” in occasione dell’approvazione del Bilancio 2018/19/20 del Comune di Ferrara

    Il consiglio comunale di Ferrara, in occasione dell’approvazione del Bilancio 2018/19/20:

    PREMESSO

    che la LIPU, gestrice del centro di recupero della fauna selvatica presso il Giardino delle Capinere, ha messo in luce la crescente difficoltà di continuare l’attività, venuti meno parte dei fondi regionali che transitavano tramite la provincia, arrivando alla decisione di dismettere l’Oasi dell’Isola Bianca per recuperare risorse.

    TENUTO CONTO

    • dell’importante ruolo del centro, punto di riferimento sovracomunale per la salvaguardia della fauna selvatica del nostro territorio;
    • della fondamentale attività di educazione ambientale svolta all’interno del Centro, anche grazie alle crescenti negli anni attività didattiche in collaborazione con le scuole della nostra città.

    TENUTO CONTO INOLTRE

    che questo stesso consiglio comunale ha più volte ribadito la necessità di sostenere con maggiori finanziamenti da parte degli enti pubblici l’attività dell’Oasi delle Capinere

    INVITA LA REGIONE EMILIA ROMAGNA

    a prevedere una rivisitazione della normativa in ambito di centri di recupero della fauna selvatica e di sostegno all’educazione ambientale al fine di valorizzare esperienze che integrano l’attività di salvaguardia della fauna a quella didattica.

    IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

    a recuperare, nell’ambito di una delle prossime variazioni di bilancio, la somma di ulteriori 14.000 euro l’anno, ovvero le risorse necessarie ad una messa in sicurezza delle attività dell’Oasi delle Capinere per i prossimi anni.

    Ferrara, 19 dicembre 2017

    Il consigliere comunale

    Leonardo Fiorentini (SI)

  • Risoluzione all’ODG “Sospensione vivisezione sui macachi nell’Università di Ferrara”

    Risoluzione all’ODG PG 143076 “Sospensione vivisezione sui macachi nell’Università di Ferrara”

    Il consiglio comunale di Ferrara,

    Preso atto che

    • all’interno del Polo Biochimico dell’Università di Ferrara sono in corso ricerche scientifiche che prevedono sperimentazioni su animali vivi;
    • l’intera normativa sulla sperimentazione scientifica sugli animali è normata a livello europeo e nazionale.

    Rilevato

    che la sperimentazione sugli animali apre questioni di natura etica che sono vive nel dibattito nell’opinione pubblica, nella politica e nel mondo scientifico.

    Tenuto conto che

    il Regolamento Comunale sulla tutela degli Animali all’art. 2 prevede la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con l’Università di Ferrara per il non utilizzo degli animali vivi;

    Considerato che

    pur avendo avuto rassicurazioni sul non utilizzo di animali in sede didattica da parte dell’Università di Ferrara si ritiene importante avviare un’interlocuzione con la massima Istituzione accademica locale al fine di approfondire il dibattito culturale e scientifico sul tema nell’ottica del rispetto sempre maggiore del benessere animale.

    Impegna il Sindaco e la Giunta

    Ad avviare un lavoro insieme ai massimi organi universitari al fine di determinare i contenuti per la sottoscrizione di Protocollo di Intesa fra Comune di Ferrara e Università di Ferrara che oltre al non utilizzo di animali vivi a scopo didattico preveda che le due istituzioni si impegnino:

    • ad avviare, ciascuno per le proprie competenza e quando possibile in reciproca collaborazione, attività di informazione, studio e ricerca sulle nuove metodologie scientifiche sostitutive all’utilizzo degli animali vivi nelle sperimentazioni prevedendo ad esempio un incontro periodico di alto livello scientifico.
    • ad istituire un premio di Laurea/Borsa di Studio per tesi di laurea/dottorati di ricerca sul benessere animale in generale, ed in particolare sulla limitazione dell’uso degli animali nella sperimentazione scientifica. La borsa di studio potrà essere intitolata ad una figura cittadina, su indicazione dalla Consulta prevista dal regolamento, e finanziata in pari importo da parte delle due istituzioni;
    • a prevedere per gli animali ancora vivi utilizzati per sperimentazioni scientifiche percorsi che rendano possibili il loro affidamento ad associazioni no-profit che possano occuparsi a loro spese della riabilitazione e del recupero.

    Ferrara, 13 aprile 2017

  • Piano di adattamento climatico del Comune di Ferrara e adesione al Nuovo Patto dei Sindaci

    Risoluzione a Bilancio 2017/2018/2019 sul Piano di adattamento climatico del Comune di Ferrara e l’adesione al Nuovo Patto dei Sindaci.

    Il consiglio comunale di Ferrara

    IN OCCASIONE

    della discussione ed approvazione del Bilancio preventivo dell’Amministrazione comunale per il triennio 2017/2018/2019.

    PREMESSO che

    • Dall’entrata in vigore della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici – UNFCCC nel 1994, che attribuiva un ruolo prioritario ai meccanismi di riduzione dei gas serra (mitigazione), l’importanza delle misure di adattamento è cresciuta sempre più, anche in considerazione del fatto che dovremo affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici per i prossimi decenni, pur nell’ipotesi teorica che le emissioni antropiche di gas serra possano essere azzerate;
    • già alcuni Paesi europei hanno definito strategie, programmi e piani di adattamento ai cambiamenti climatici, allo scopo di assicurare al proprio territorio un futuro sviluppo sostenibile e di evitare di pagare un prezzo troppo elevato in termini di danni ambientali, perdita di vite umane e costi economici;
    • Il nuovo Patto dei Sindaci per l’energia e il clima lanciato dalla UE prevede obiettivi energetici e climatici al 2030 (-40% CO2) e un approccio integrato alla mitigazione del cambiamento climatico (riduzione CO2) e all’adattamento al cambiamento climatico (resilienza). L’inclusione di politiche climatiche è un’opzione integrativa per i Comuni che al 1° ottobre 2015 avevano già sottoscritto l’accordo volontario al 2020, mentre rimane l’unica scelta possibile per i nuovi aderenti.

    TENUTO CONTO che

    • È in corso proprio in questi giorni la consultazione pubblica per l’elaborazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici;
    • la Regione Emilia Romagna ha deliberato il percorso per adottare la propria Strategia Regionale per i Cambiamenti Climatici (SRCC);
    • alcuni comuni della Regione hanno aderito al nuovo livello del Patto dei Sindaci ed elaborato, o iniziato a elaborare, “Piani locale di adattamento climatico”;
    • il Comune di Ferrara ha aderito al primo Patto dei Sindaci.

    IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

    • ad avviare il processo per l’adesione del nostro comune, attraverso l’Associazione Intercomunale Terre Estensi, al nuovo Patto dei Sindaci per l’adattamento e la mitigazione del cambiamento climatico;
    • ad individuare le risorse per avviare anche a Ferrara un “Piano Locale di adattamento climatico”;
    • a informare il Consiglio comunale, attraverso la commissione competente, rispetto al monitoraggio del PAES.

    Ferrara, 27 febbraio 2017

    Il Presidente del Gruppo Consiliare                                                                                                                                            Leonardo Fiorentini

    Aggiornamento del 1 marzo 2017

    Approvata con 25 voti favorevoli (SI, FC, PD e M5S) e 7 contrari (FI, LN, GOL, FdI)

  • Disposizioni Anticipate di Trattamento e Testamento Biologico

    Ordine del Giorno sulla proposta di legge sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento.

    Il consiglio comunale di Ferrara

    PREMESSO che

    • da tempo una legislazione sul “fine vita” è percepita come necessaria nel nostro Paese, ma il Parlamento italiano, nonostante i numerosi appelli, non è ancora riuscito ad affrontare la questione mentre tanti malati terminali si rivolgono ad altri Paesi per poter interrompere il proprio calvario e le proprie sofferenze;
    • questo Comune ha già istituito, pur in assenza di una normativa di riferimento, il Registro dei Testamenti Biologici.

    TENUTO CONTO che

    • è stato reso noto in queste settimane l’appello al Presidente della Repubblica di Fabiano Antoniani, ex musicista, divenuto cieco e tetraplegico in seguito a un incidente d’auto, che ha chiesto di intervenire affinché la proposta di legge sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), al momento approvata dalla Commissione Affari sociali della Camera, arrivi all’esame nei due rami del Parlamento entro questa legislatura.

    VERIFICATO che

    • in Italia, benché la Costituzione con gli artt. 2, 13 e 32 garantisca ad ogni cittadino il diritto all’autodeterminazione, a non soffrire e a non essere sottoposto ad accanimento terapeutico contro la propria volontà, non vi sono leggi che regolino l’affermazione della volontà della persona;
    • parlare di “fine vita” significa anzitutto garantire il diritto di scelta di ciascun individuo, nel rispetto della dignità umana;
    • la risposta a questa complessità non può essere rappresentata dalla scelta di non decidere lasciando soli i cittadini che chiedono una risposta, nonché gli operatori del settore sanitario che quotidianamente si occupano dei malati terminali.

    TENUTO CONTO che

    una legge sul “fine vita” è necessaria per accogliere un appello alla pietà, per non ignorare la richiesta volontaria, libera e cosciente di porre fine alla propria esistenza (situazione che può maturare quando la vita diventa insopportabile per il dolore, la sofferenza e la perdita della propria dignità) da parte dei malati terminali ma anche per porre fine ad un vuoto legislativo e giurisprudenziale che lascia nell’indeterminatezza pazienti, familiari e medici.

    INVITA IL PARLAMENTO

    a impegnarsi al fine di calendarizzare in aula al più presto la proposta di legge sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento per dare al nostro paese una normativa chiara, civile e rispettosa della dignità delle persone.

    IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

    • a dare maggiore visibilità e informazione ai cittadini rispetto alla possibilità di depositare presso il Comune il Registro dei Testamenti Biologici.
    • a comunicare al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio e ai parlamentari eletti nel nostro collegio il presente documento.

    Ferrara, 23 febbraio 2017

    Il Presidente del Gruppo Consiliare

    Leonardo Fiorentini

  • CARIFE: ordine del giorno d’urgenza

    Ordine del Giorno approvato con 2 soli astenuti nel consiglio comunale del 5 dicembre 2016. Il testo originale è stato modificato con l’aggiunta dell’emendamento approvato proposto dal Movimento 5 Stelle (in corsivo).

    Il consiglio comunale di Ferrara riunito in data 5 dicembre 2016

    PREMESSO

    che sono ancora in corso le trattative per la cessione della Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A. ad un soggetto terzo e che sono sorte ulteriori complicazioni di interpretazione delle norme per il rimborso degli obbligazionisti della Banca.

    ESPRIMENDO PREOCCUPAZIONE

    • per il perdurare della situazione di sospensione della normale attività della Banca che ne sta mettendo a rischio la stessa capacità di fare impresa e quindi anche la possibilità di garantire una maggiore salvaguardia dell’occupazione;
    • per il possibile mancato ristoro, all’interno dei meccanismi automatici di rimborso, per i risparmiatori che negli anni hanno effettuato cambi di intestazione della proprietà dei titoli avvenuti all’interno dello stesso nucleo famigliare;
    • per il tessuto economico locale che rischia, in caso di acquisizione senza alcuna garanzia di attenzione al territorio, di venire privato di risorse professionali capaci di conoscerne le peculiari caratteristiche e di garantire una tempestiva ed efficace erogazione del credito, di vitale importanza per l’imprenditoria locale.

    TENUTO CONTO

    della risoluzione 7-01114 a prima firma Paglia e sottoscritta anche da numerosi gruppi parlamentari e poi approvata all’unanimità, con parere favorevole del Governo, in commissione Finanze della Camere lo scorso 2 novembre.

    INVITA IL GOVERNO ED IL PARLAMENTO

    • ad introdurre nel primo provvedimento legislativo utile una norma volta a modificare la disciplina vigente, al fine di permettere l’adesione alla procedura di cui agli articoli 8 e seguenti del decreto-legge n. 59 del 2016, anche a chi abbia acquistato i titoli in questione nell’ambito di un accordo negoziale diretto con una delle banche sottoposte a risoluzione, salvo poi cederne o suddividerne la proprietà a titolo non oneroso nell’ambito di rapporti di parentela fino al secondo grado o di legami matrimoniali o more uxorio, fatto salvo il rispetto dei limiti di patrimonio e di reddito previsti dalla normativa suddetta;
    • ad assumere iniziative per modificare la disciplina vigente estendendo la procedura di cui agli articoli 8 e seguenti del decreto-legge n. 59 del 2016 anche ai detentori dei titoli descritti che non abbiano aquistato gli stessi direttamente dalle banche poste in risoluzione in data precedente al 22 novembre 2012.

    IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

    a vigilare sul processo di cessione della banca e richiedere la presentazione da parte del soggetto acquirente di un serio piano industriale che garantisca la continuità dell’azione di istituto di credito sul territorio, a garanzia sia della tenuta dei livelli occupazionali e dell’efficienza della banca, sia del tessuto economico locale.

    Ferrara, 30 novembre 2016

    Il Presidente del Gruppo Consiliare

    Leonardo Fiorentini

  • Approvato in Consiglio comunale a Ferrara l'odg contro lo Sblocca Italia

    Sui rifiuti provenienti dalla Regione Puglia

    P.G.n.79236                                                                                         

    Ferrara, 11 luglio 2016

    Al Sig Sindaco

    Al Presidente del Consiglio Comunale

    OGGETTO: O.d.G. sui rifiuti provenienti dalla Regione Puglia.

    Il consiglio comunale di Ferrara

    PREMESSO:

    • che sul territorio comunale esiste un impianto di incenerimento con recupero energetico di proprietà di HERA SpA autorizzato allo smaltimento annuo di 130mila tonnellate di rifiuti con priorità di conferimento dei rifiuti urbani e assimilati prodotti nell’ambito del territorio provinciale e secondariamente a quelli prodotti nel territorio regionale, mentre il conferimento dei rifiuti speciali non pericolosi potrà avvenire in via complementare e minoritaria;
    • che l’approvazione dell’art. 35 dello “Sblocca Italia”, DL 133/2014 convertito con Legge 11/11/2014 n°164, avrebbe potuto determinare l’ inefficacia delle azioni di programmazione regionale sul tema dei rifiuti, improntate ai principi di prossimità ed autonomia le quali prevedono attraverso la implementazione della raccolta differenziata di qualità e della frazione destinata al riutilizzo la progressiva riduzione degli impianti di termovalorizzazione con effetti negativi di carattere ambientale anche nel territorio del Comune di Ferrara;
    • che in tal senso si è espresso anche il Consiglio Comunale di Ferrara, con l’approvazione dell’ordine del giorno “sulle norme sui rifiuti contenute nel DL Sblocca Italia” nella seduta del 27 ottobre 2014
    • che il Consiglio comunale di Ferrara il 1 dicembre 2014 ha approvato la risoluzione Pg 111018 proposta da PD e SEL dalla quale è scaturito un accordo tra il Comune di Ferrara ed Hera, volto alla autolimitazione da parte di Hera in ordine al trattamento dei rifiuti negli esistenti impianti di termovalorizzazione siti nella regione Emilia Romagna entro i limiti autorizzativi attuali, determinando quindi la non applicazione dell’art.35 della Legge 11/11/2014 n°164, salvo espliciti e dichiarati casi dovuti a situazioni di emergenza;
    • che la Regione Emilia-RomAgna con DGR 1144/2015 ha adottato l’Accordo con i gestori degli impianti di termovalorizzazione presenti nel territorio regionale, che prevede la autosufficienza regionale in via ordinaria;
    • che tuttavia all’articolo 2 del suddetto Accordo è previsto che “per contribuire al superamento della situazione di emergenza dei rifiuti urbani che si dovessero verificare nel territorio nazionale” la Regione acconsente ad accogliere rifiuti da altre regioni purché ci sia una esplicita richiesta del territorio in difficoltà, la durata dell’emergenza sia di durata limitata; il quantitativo trovi capienza nell’ambito della capacità termica autorizzata;

    PRESO ATTO

    – che in data 5 luglio 2016 la Regione Puglia ha scritto alla Regione Emilia-Romagna chiedendo di autorizzare il conferimento di 20mila tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti dalla provincia di Brindisi a partire dal 12 luglio 2016, a seguito di una situazione emergenziale creatasi per la chiusura dell’impianto di trattamento biologico di bacino per provvedimento dell’ autorità giudiziaria;

    – che la Regione ha comunicato il giorno stesso alle Amministrazioni locali la volontà di corrispondere alla richiesta di aiuto della Regione Puglia, identificando negli impianti di Ferrara e Granarolo le sedi di destinazione dei rifiuti in arrivo, per impossibilità di altri impianti di aumentare la capacità produttiva;

    – che di conseguenza l’impianto di Ferrara ricevera’  12mila tonnellate di rifiuti aggiuntivi, superando il limite dei 130mila previsto dall’accordo comunale, seppure nell’ambito della capacità autorizzata di 142mila, con conseguenze di disagio per i cittadini del territorio in cui è insediato l’impianto, in termini di incremento di traffico e di emissioni per la durata dei due mesi nei quali arriveranno i rifiuti pugliesi;

    CONSIDERATO

    – che la Regione Emilia-Romagna ha adottato a maggio 2016 il Piano di gestione regionale dei rifiuti e la LR 16/2015 che danno obiettivi ambiziosi su prevenzione, smaltimento e recupero, chiedendo ai cittadini di modificare le loro abitudini per migliorare la qualità dell’ambiente riducendo la produzione dei rifiuti e aumentando la raccolta differenziata;

    – che si comprende la necessità di rispondere a criteri di solidarietà istituzionale purché si tratti di episodi eccezionali e limitati nel tempo;

    IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

    • A richiedere alla Regione la garanzia che se si verificassero altri episodi analoghi venga applicato un criterio di equilibrio territoriale, prevedendo l’utilizzo di altri impianti e non più di quello di Ferrara;
    • A stabilire idoneo percorso dei mezzi pesanti che conferiranno i rifiuti presso l’inceneritore di via diana, evitando il transito in località destinate alla residenzialità dei cittadini;
    • Ad utilizzare le risorse previste per la copertura del disagio ambientale per progetti di compensazione ambientale che abbiano una ricaduta sul territorio che subisce il maggior disagio ambientale anche causato dal traffico dei mezzi pesanti che conferiranno i rifiuti;
    • Ad effettuare un attento monitoraggio, insieme agli organi preposti, come peraltro già effettuato in continuo e su campionamenti ad hoc, anche attraverso l’aumento di tali campionamenti , per garantire il rispetto dei valori di emissione su parametri medi rilevati negli ultimi anni.

    I consiglieri comunali:

    Gruppo Consiliare                                                 Gruppo Consiliare                                     Gruppo Consiliare

    Partito Democratico                                                 Sinistra Italiana                                         Ferrara Concreta

    Il Presidente                                                             Il  Presidente                                              Il Presidente

    Luigi Vitellio                                                       Leonardo Fiorentini                                       Alberto Bova

  • Risoluzione all’O.d.G. presentato da Forza Italia sui parcheggi dell’Ospedale Sant’Anna PG n.18909

    P.G. n.44471                                                                                                Ferrara, 18 aprile 2016

     

    Al Sig. Presidente

    del Consiglio Comunale

    Oggetto: Risoluzione  all’O.d.G. presentato da Forza Italia sui parcheggi dell’Ospedale Sant’Anna PG n.18909.

    Premesso che

    I parcheggi al servizio delle strutture sanitarie regionali, ed in particolare di quelle ospedaliere, si caratterizzano per significative differenze in termini di destinazione dei posti e di tariffe applicate;

    Molte di queste differenze sono suggerite dalla stessa logistica delle strutture, ora più vicine ai centri urbani e caratterizzate da scarsità di posteggi disponibili, ora invece più decentrate e più recenti, e dunque concepite per soddisfare una mobilità privata in costante aumento;

    Rilevato che

    Tratto comune a molte realtà è comunque la presenza di un numero non sufficiente di parcheggi a pagamento e mezzi pubblici non sempre adeguati a soddisfare le esigenze dei cittadini che vorrebbero fruire del trasporto collettivo per raggiungere le strutture sanitarie;

    Si tratta sicuramente di una situazione che necessita di provvedimenti. che consentano modalità di fruizione uniformi su tutto il territorio regionale, al fine di garantire l’effettivo diritto di accesso dei cittadini alla Sanità regionale;

    Ciò non può significare proporre soluzioni uguali su tutti i territori, ma anzi coinvolgere tutti i portatori di interesse al fine di dare risposte adeguate a situazioni profondamente diverse: dalle Aziende sanitarie, nell’ambito della loro autonomia di gestione delle politiche di mobilità, alle Amministrazione comunali, ai Gestori dei mezzi pubblici di trasporto ed ai gestori dei parcheggi, siano essi pubblici o privati;

    Il Consiglio Comunale di Ferrara, Impegna il Sindaco e la Giunta

    – a verificare con Regione, Azienda Ospedaliera e Università il reale fabbisogno di parcheggi del nuovo Sant’Anna e,  nel caso non si riesca  ad individuare  un numero adeguato di stalli gratuiti a invitare  gli enti competenti  a  realizzare ulteriori parcheggi  primariamente sulle aree già di loro proprietà e solo successivamente su aree messe a disposizione da privati;
    – nell’ottica di incentivare ulteriormente modalità sostenibili di accesso all’Ospedale, a dare opportune indicazioni alla Regione affinché nel caso vengano messe a disposizione risorse di parte corrente sulla mobilità per Cona, queste debbano essere indirizzate al potenziamento del Trasporto Pubblico Locale da e verso l’Ospedale, in particolare con l’aumento delle frequenze della linea 6 almeno sino al completamento dei lavori della Metropolitana di superficie;
    – a convocare FER nella commissione competente, al fine di conoscere i tempi della ripresa dei cantieri della Metropolitana di superficie.

    I Consiglieri comunali Gruppo PD:
    Fausto Facchini
    Davide Bertolasi

    Il Consigliere comunale del Gruppo SEL:
    Leonardo Fiorentini

  • Mozione per la realizzazione di un Parco giochi inclusivo accessibile e fruibile per tutti i bambini

    Mozione per la realizzazione di un Parco giochi inclusivo accessibile e fruibile per tutti i bambini

    Il Consiglio comunale di Ferrara, riunito in data 30 maggio 2016

    Premesso che

    che l’amministrazione comunale ha nel suo territorio numerosi parchi pubblici attrezzati per i bambini ma nessuno di questi attrezzato per essere utilizzato da tutti i bambini, da quelli che possono correre e camminare ma anche da bambini che usano la carrozzina, bambini ipovedenti o bambini con disabilità motoria lieve.

    Richiamato

    lo Statuto comunale, il cui articolo 4, comma 2 punto r) recita: “concorre, nel rispetto dei diritti di libertà e autonomia della persona disabile e dei suoi familiari a promuoverne la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società”

    Considerato fondamentale

    poter offrire a tutti i bambini che vivono la nostra città la possibilità di giocare e divertirsi insieme nei parchi cittadini, senza barriere che ne impediscano l’utilizzo o che escludano alcuni dal gioco.

    Visto

    che sono ormai numerose le esperienze realizzate od in corso di realizzazione anche in Italia di “parchi giochi inclusivi”, ovvero parchi nei quali ci sono strutture gioco con rampe al posto delle scale, pannelli sensoriali posizionati ad altezza tale che possano essere utilizzati anche da chi sta seduto, così come sabbiere o piste per biglie e automobiline. E ancora parchi con tunnel giganti il cui accesso è possibile anche alle carrozzine e giostre girevoli che possono essere utilizzate da tutti.

    Impegna il Sindaco e la Giunta

    a prevedere, nell’ambito della programmazione dell’Assessorato ai Lavori Pubblici, che nell’ambito della progettazione del prossimo Parco Giochi di nuova realizzazione, ovvero della prima riqualificazione di un parco giochi già esistente e adatto allo scopo, il progetto sia redatto secondo i criteri dei “parchi giochi inclusivi”.

    Il Presidente del Gruppo Consiliare

    Leonardo Fiorentini

    AGGIORNAMENTO: La mozione è stata approvata all’unanimità con 25 voti favorevoli su 25 consiglieri presenti.

  • cnd ungass 2016

    Per una nuova politica sulle droghe in vista di UNGASS 2016

    Il Consiglio comunale di Ferrara riunito in data _____________ungass 2016

    premesso che:

    Dal 19 al 21 aprile 2016 si terrà a New York la sessione speciale dell’assemblea generale delle Nazioni Unite sulle sostanze stupefacenti (UNGASS 2016).

    Tale sessione speciale dell’Assemblea Generale è stata anticipata rispetto alla scadenza naturale del 2019 in seguito all’urgente appello di un gruppo di paesi latino americani, secondo cui “gli indirizzi di politiche globali sulla droga sin qui seguite necessitano di una revisione immediata” e che le Nazioni Unite devono “guidare una revisione approfondita delle politiche che prenda in esame tutte le possibili opzioni e alternative alle attuali politiche”

    Il segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon ha a tal proposito sollecitato che UNGASS 2016 sia l’occasione per un dibattito “onesto e a tutto campo” sulle politiche globali sulle droghe

    Le ONG a livello internazionale hanno chiesto agli stati membri e alla CND di coinvolgere la società civile nel processo verso UNGASS, così come le altre agenzie ONU interessate alla problematica della droga (UNAIDS; WHO; UNDP) e non solo l’agenzia sulle droghe e il crimine (UNODC).

    Le ONG a livello internazionale hanno prodotto importanti documenti circa le questioni da discutere e il processo di elaborazione dei documenti da approvarsi a New York, tra i quali si segnala la presa di posizione del Civil Society Forum on drugs, l’organismo di dialogo fra la società civile e la Commissione Europea.

    Considerato che

    Un gruppo rappresentativo di ONG italiane, riunite nel Cartello di Genova, nel settembre 2015, ha inviato una lettera aperta al governo italiano, chiedendo all’Italia di sostenere un dibattito aperto sulle sperimentazioni e innovazioni che stanno avvenendo in molte parti del mondo ed in particolare:

    – sul rapporto fra politiche delle droghe e rispetto dei diritti umani;

    – sui risultati e le conseguenze negative dell’approccio penale, battendosi per il principio della proporzionalità delle pene e per la decriminalizzazione dell’uso personale di droga nonché per un riequilibrio delle politiche dal pilastro penale a quello sociale;

    – sul ridare priorità alla salute anche incrementando le politiche di riduzione del danno.

    Nella lettera si chiede inoltre all’Italia di presentare in sede internazionale un contributo a partire dall’esperienza italiana della legge antidroga del 2006 (dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale nel 2006): l’inasprimento repressivo della revisione del 2006 è stato una delle cause principali del sovraffollamento carcerario verificatosi in quegli anni.

    Tenuto conto che

    Il processo di preparazione di UNGASS e di negoziazione dei documenti finali che saranno approvati all’Assemblea Generale di New York sta procedendo in maniera insoddisfacente, poiché non rispecchia la richiesta di apertura e coinvolgimento della società civile e delle altre agenzie Onu interessate (in primis la WHO e la UNAIDS) più volte sollecitata.

    In più la bozza di documento finale (la cosiddetta zero draft su cui il Comitato incaricato sta lavorando) non rispecchia nei contenuti

    l’urgenza che ha portato a convocare UNGASS 2016: non affronta una valutazione delle politiche, largamente fallimentari, sin qui seguite, non stabilisce chiare priorità (in specifico, la protezione della salute e dei diritti umani, e neppure fa riferimento a obiettivi stabiliti da altre agenzie ONU e da altre Assemblee Generali, segnatamente riguardo il contrasto all’infezione da HIV.

    Sottolinendo che

    – la war on drugs e le politiche sulle droghe derivanti dall’interpretazione repressiva delle convenzioni internazionali, non solo hanno fallito sinora nel loro intento di diminuire offerta e domanda di sostanze, ma hanno provocato danni collaterali insostenibili;

    – che tali danni collaterali sono particolarmente evidenti nei fenomeni di criminalità e degrado urbano che caratterizzano le nostre città

    – che queste politiche hanno un forte peso nei costi complessivi sia della Giustizia che della Sicurezza e incidono negativamente gravando sulla spesa per la Salute ed il Welfare, locale e nazionale.

    Invita il Governo italiano

    – ad attivarsi affinché la rappresentanza italiana a Vienna si batta per mantenere la massima apertura nella preparazione di UNGASS 2016, iniziando dalla negoziazione intorno allo zero draft, prevedendo che: la bozza di dichiarazione finale rimanga aperta fino alla fine della CND ed sia discussa in incontri aperti, tenendo  in considerazione i contributi della società civile e di altre agenzie ONU, in particolare la UNAIDS; il dibattito e i negoziati proseguano fino al momento dell’Assemblea Generale, dando la possibilità di modificare e integrare, e non solo di adottare, le bozze di documenti preparati dalla CND;

    – a recepire e riportare in sede di negoziati sullo zero draft i documenti redatti dalle organizzazioni internazionali di ONG e in particolare il documento redatto dalla Civil Society Forum on drugs, organismo di dialogo fra la società civile e la Commissione Europea;

    – a impegnarsi in sede di negoziato affinché il documento finale di UNGASS includa i seguenti temi, sollecitati a suo tempo dal Cartello di Genova e dalla rete di ONG internazionali International Drug Policy Consortium (IDPC): definizione della struttura del documento finale secondo cinque “pilastri” (salute, diritti umani, approccio penale, sviluppo, nuove sfide); sviluppo della riduzione del danno, piena disponibilità di sostanze ad uso medico, riconoscimento del principio della proporzionalità delle pene, riforma della giustizia penale decriminalizzando l’uso personale e promuovendo le alternative al carcere; sviluppo socioeconomico dei paesi produttori; istituzione di un gruppo tecnico per rivedere gli obiettivi generali del sistema di controllo internazionale; istituzione di un gruppo di esperti per analizzare le sperimentazioni in corso in singoli stati membri rispetto al dettato delle Convenzioni Internazionali sulle droghe.

    Impegna il Sindaco e la Giunta

    – a sollecitare i parlamentari eletti nella nostra circoscrizione elettorale affinché stimolino il Governo Italiano a seguire le indicazioni contenute nel presente documento;

    – ad inviare questa delibera al Governo ed ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica;

    – ad inviare questa delibera ai Presidenti dei Consigli Comunali della nostra Provincia affinché possa essere messa all’Ordine del Giorno per poter essere discussa e votata.

    I consiglieri comunali
    Leonardo Fiorentini (SEL)
    Ilaria Baraldi (PD)

  • Patrocinio in Comic Sans

    Per l’abolizione del Comic Sans a Ferrara

    ban-comic-sansPG: 34567/16

    Ferrara, 1 aprile 2016

    Al Presidente del Consiglio Comunale di Ferrara

    Ordine del Giorno per l’abolizione del Comic Sans nel territorio comunale.

    Il Consiglio comunale di Ferrara, riunito in data ________________

    Premesso che

    Il Comic Sans è un font progettato dalla Microsoft Corporation con l’intenzione di imitare i caratteri dei fumetti.

    Tale carattere fu inventato dal designer Vincent Connare nel 1994 e fu inserito per la prima volta nel software Microsoft Plus! di Windows 95.

    Tenuto conto

    Il Comic Sans è usato sia nella stampa sia nei fumetti ed è attualmente purtroppo uno dei tipi di carattere Microsoft più usati. Per lo stile spiccatamente naif, l’utilizzo di questo font in situazioni tipografiche non appropriate è deprecato.

    Rilevato

    • che tale font è utilizzato dal Comune di Ferrara in svariata modulistica a disposizione degli utenti, nelle comunicazioni istituzionali, ed addirittura nelle lettere di concessione dei patrocini;
    • che tale font viene utilizzato anche dal Tribunale di Ferrara per l’emissione di atti giudiziari;
    • che addirittura il CERN ha utilizzato questo font per la presentazione della scoperta del cosiddetto “Bosone di Higgs” – la cosiddetta “particella di Dio” – meritandosi lo sdegno internazionale;
    • che è nota la legge per cui “ogni volta che si usa il Comic Sans un grafico muore”.

    Considerato che

    • lo stesso ideatore Connare ha affermato che non era sua intenzione fare del Comic Sans un vero e proprio carattere, ma di utilizzarlo solo nei software destinati ai bambini;
    • esiste una campagna internazionale per la messa al bando del Comic Sans, coordinata dal sito bancomicsans.com
    • la comunicazione dell’amministrazione comunale anche dal punto di vista tipografico dovrebbe attenersi al più stretto rigore istituzionale.

    Ribadito che

    • l’utilizzo del comic sans sia incongruo per una Istituzione pubblica come il Comune;
    • si debbano prevenire le morti di grafici professionisti correlate all’uso del font in oggetto nel territorio comunale, soprattutto nell’ottica di una città che vuole incentrare la sua crescita e il suo futuro su cultura, creatività e innovazione;
    • che l’amministrazione comunale dovrebbe dotarsi di un manuale di coordinamento grafico.

    Impegna il Sindaco e la Giunta

    • ad aderire formalmente alla campagna “Ban Comic Sans”;
    • ad avviare nei tempi più brevi possibile la rimozione del font Comic Sans (defontizzazione) da tutti i pc dell’amministrazione comunale, esclusi quelli dell’Istituzione Scuola utilizzati per uso esclusivamente didattico;
    • ad intavolare una trattativa con Microsoft Corp. al fine di arrivare ad un accordo quadro per la rimozione automatica del Comic Sans da tutti i pacchetti software geo-localizzati nel territorio del Comune, esclusi quelli rilasciati con licenze “edu”;
    • a procedere, al pari di altre amministrazioni comunali, alla definizione di un manuale di coordinamento grafico per il Comune di Ferrara.

    Il Presidente del Gruppo Consiliare

    Leonardo Fiorentini

  • Palazzo degli Specchi - Ferrara (foto di Aldo Gessi da Ferrara Italia)

    Palazzo degli Specchi. L’odg approvato dal Consiglio Comunale

    O.d.g. presentato il 9/2/2016 dai Gruppi Consiliari “Partito Democratico”, “Sinistra Ecologia Libertà” e “Ferrara Concreta” sull’intervento di riqualificazione del fabbricato “ex direzionale pubblico in Via Beethoven” denominato “Palazzo degli Specchi”.

    PREMESSO

    • che il complesso attualmente di proprietà della Soc. FERRARA 2007 r.l., ex Direzionale Pubblico di Via Beethoven, versa da molti anni in uno stato di forte degrado, e poiché sin dalla sua realizzazione tra il 1987 e il 1990 non è mai stato in alcun modo utilizzato/abitato, in quanto sovradimensionato per gli usi richiesti;
    • che oggi questo edificio è di fatto uno scempio per il quartiere ove è inserito e per l’intera città, nonché per le problematiche igienico sanitarie e di sicurezza per i cittadini che in quell’area vivono e per le persone che abusivamente lo occupano

    PRESO ATTO

    • che dall’esame degli atti risulta che sin dal 2007 l’Amministrazione Comunale, preoccupata delle conseguenze che questo stato di prolungato abbandono provoca, in accordo con la proprietà, ha sottoscritto un accordo di programma con la Società di Trasformazione Urbana, appositamente costituita a questo scopo, per lo studio e l’attuazione degli interventi di recupero e riqualificazione
    • che dopo numerosi passaggi istituzionali, di confronto e trattativa con la proprietà, di verifica e rispetto delle normative ambientali ed urbanistiche-edilizie, delle condizioni strutturali e dei costi relativi ad una ipotetica demolizione e ricostruzione, si è giunti alla definizione di un piano di recupero che rispondesse non solo agli interessi privati, ma anche quelli pubblici, condizione evidentemente indispensabile per portare a compimento  il progetto ed impedire il perpetuarsi di un immobilismo su quell’area che ha generato il degrado che oggi vediamo ed una ferita per la città;
    • che il Consiglio Comunale nella seduta del 22.12.2011 ha approvato con 24 voti a favore, 9 astenuti e 0 contrari, l’attuazione del Piano di Recupero di iniziativa Pubblica in variante al PRG dell’Area ex DIREZIONALE PUBBLICO di Via Beethoven, che prevede la riqualificazione dell’intero comparto mediante un intervento edilizio che prevede, tra l’altro:
    • la costruzione di una palazzina da destinare a sede della Polizia Municipale da cedere interamente al Comune;
    • l’adeguamento della vecchia struttura a più moderni sistemi costruttivi con nuovi edifici da destinare alla residenza;
    • una nuova “piastra” a destinazione commerciale;
    • che successivamente a tale approvazione la proprietà ha segnalato al Comune l’interesse da parte di Cassa Depositi e Prestiti al progetto di recupero e la disponibilità di quest’ultima ad intervenire finanziariamente per realizzare un importante intervento di edilizia sociale, tramite CDP Investimenti Soc. di Gestione del Risparmio SPA;
    • che con delibera di G.C. 409 del 24/06/2014 è stato approvato lo schema del Protocollo d’Intesa per l’attuazione di un intervento di ERS nell’ambito di uno stralcio del Piano di Recupero “Ex Direzionale pubblico di Via Beethoven” attraverso la costituzione di un Fondo Immobiliare;
    • che in data 25 giugno 2014 in occasione della manifestazione tenutasi a Milano EIRE (Expo Italia Real Estate, principale appuntamento annuale in Italia sul Real Estate e del sistema industriale immobiliare), è stato sottoscritto il Protocollo d’Intesa dalla Soc. Ferrara 2007 s.r.l. (società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Parsitalia Real Estate srl), CDP Investimenti Società di Gestione del Risparmio S.p.A., Intercantieri Vittadello S.p.A., Azienda Casa Emilia-Romagna (ACER) Ferrara e dal Comune di Ferrara;
    • che l’Amministrazione Comunale, con la firma del suddetto Protocollo d’Intesa, ha voluto condividere e sostenere gli obiettivi e la qualità del piano di recupero previsto che consentirà di offrire un importante intervento di edilizia sociale e porterà anche alla riqualificazione e rigenerazione di un importante comparto della città. Città che in questi ultimi venticinque anni è cresciuta e si è sviluppata proprio anche attorno a questa grande area incompiuta ed abbandonata;

    CONSTATATO

    • che avvicinandosi sempre più all’avvio dell’intervento di riqualificazione e alla contemporanea soluzione al degrado provocato dal lungo stato di abbandono, da più parti si riscontrano azioni che sembrano voler ostacolare per interessi privati il recupero dell’area, senza una verifica reale di fattibilità, creando un danno per la collettività e mettendo a rischio l’accordo faticosamente costruito;
    • che, come appreso dalla stampa, il Comune ha ricevuto notifica di un ricorso al TAR dell’ing. Roberto Mascellani contro il Comune di Ferrara e la società Ferrara2007s.r.l. contro il progetto di recupero che i rappresentanti dei cittadini hanno approvato nel Consiglio Comunale del 22 dicembre 2011;
    • che questa iniziativa, presa oggi dopo più di quattro anni dall’approvazione, rischia di causare un allungamento dei tempi di attuazione dell’intervento, fino a comprometterlo rispetto agli impegni sottoscritti dalle parti, sostenendo un «diritto morale d’autore» che Mascellani rivendica come progettista di un fabbricato scempio per la città e privo di qualunque tipo di riconoscimento di valore culturale, vincolo e tutela;
    • che lo stesso ing. Mascellani poche ore dopo il deposito del citato ricorso ha dichiarato sulla stampa locale di offrirsi “gratuitamente, di aiutarlo [il Sindaco] ad organizzare l’appalto” per la demolizione dell’immobile di cui ha rivendicato poco prima dinanzi alla magistratura amministrativa il “diritto morale d’autore” (RdC 30 gennaio 2016)

    CONDIVIDENDO

    • i contenuti e le finalità del Piano di Recupero di iniziativa pubblica “Direzionale pubblico di via Beethoven” approvato dal Consiglio Comunale nel 2011 e successiva variante approvata dalla Giunta Comunale del 09/11/2015;
    • che una eventuale demolizione della struttura presuppone la volontà, non della Pubblica Amministrazione, ma da parte della proprietà, che non è mai stata avanzata;

    PRESO ATTO

    che nonostante il difficile momento economico del paese e della città si sia riusciti faticosamente a costruire una opportunità di impresa, di riqualificazione, di rigenerazione che impiegherà risorse sul nostro territorio per circa 40 milioni;

    IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA

    IL SINDACO E GIUNTA

    • a porre in atto ogni azione che consenta di portare a termine la riqualificazione dell’area in tempi brevi, con una soluzione che possa rispondere alle più adeguate esigenze abitative della città avendo un’attenzione particolare alle persone che hanno minore capacità economica, per far fronte alle esigenze abitative così come previsto dall’Accordo del social housing;
    • a contrastare ogni azione diretta ad impedire strumentalmente obiettivi di pubblico interesse;
    • si invita inoltre l’Amministrazione ad attuare di concerto con i soggetti proprietari, la Pubblica Sicurezza e il servizio sanitario, le azioni più adeguate affinché lo sgombero delle persone che hanno occupato abusivamente i locali avvenga nel più rigoroso rispetto della dignità delle persone stesse e della legge, con l’intento di impedire che il problema si sposti in altra area della città.
  • giulio-regeni

    Verità e Giustizia per Giulio Regeni

    Ecco il testo dell’ordine del giorno presentato per chiedere Verità e Giustizia per Giulio Regeni.

    AGGIORNAMENTO: Ordine del Giorno approvato all’unanimità con 28 voti favorevoli.

    Il Consiglio comunale di Ferrara, riunito in data 16 maggio 2016

    Premesso che:

    – Il 3 febbraio 2016 presso Giza in Egitto è stato trovato il corpo senza vita di Giulio Regeni, ricercatore e dottorando italiano di 28 anni, scomparso dalla città egiziana il 25 gennaio 2016;

    – Giulio Regeni si trovava in Egitto per compiere degli studi riguardanti il suo corso di dottorato di ricerca in politiche internazionali che stava svolgendo presso l’Università di Cambridge;

    Considerato che:

    – Il 25 gennaio 2016 era il quinto anniversario della rivoluzione di piazza Tahir che ha portato alla deposizione del presidente Mubarak;

    – Come appreso dalla stampa, il corpo di Giulio Regeni mostra chiari segni di tortura.

    Constatato che:

    – Giulio Regeni era specializzato in conflitti e processi di democratizzazione ed era in contatto con oppositori del regime di Al Sisi;

    – le autorità egiziane hanno fin da subito fornito versioni contrastanti, arrestando persone che poi sono state velocemente rilasciate;

    – come riportato da alcuni quotidiani le autorità egiziane avrebbero scambiato Giulio Regeni per una spia, in quanto qualche giorno prima aveva inviato in Europa dei report riguardanti i suoi studi universitari sui gruppi d’opposizione al regime di Al Sisi, intercettati dai Servizi Egiziani (Repubblica, 15 febbraio 2016, Corriere della Sera, 16 febbraio 2016);

    Impegna il Sindaco e la Giunta:

    – A sollecitare il Parlamento e il Governo Italiano affinché si attivino in tutte le sedi internazionali preposte per far luce sulla morte di Giulio Regeni;

    – A inviare questa delibera ai Presidenti della Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica;

    – A inviare questa delibera ai Presidenti dei Consigli Comunali della Provincia di Ferrara chiedendo loro che venga messa all’Ordine del Giorno per poter essere votata;

    Ferrara, 26 febbraio 2016

    Il Presidente del Gruppo Consiliare

    Leonardo Fiorentini

  • Risoluzione su CARIFE

    Risoluzione alla mozione PG 7767/16 “Tutela risparmiatori CARIFE”

    Il Consiglio comunale riunito in data 25 gennaio 2016

    Premesso

    che la Cassa di Risparmio di Ferrara è stata inserita nel novero degli Istituti di Credito coinvolti nel cosiddetto Decreto “Salva Banche” approvato dal Governo e convertito in legge dal Parlamento insieme alla legge di Stabilità 2015.

    Tenuto conto

    che praticamente ogni cittadino di Ferrara, se non coinvolto direttamente, ha familiari, amici e conoscenti che hanno perso spesso migliaia di euro a seguito dell’azzeramento delle azioni e la conversione delle obbligazioni subordinate voluto da Governo e Banca d’Italia con il provvedimento citato.

    Considerato tuttavia

    che tale azione di “salvataggio” è parsa ai più una vera e propria operazione di liquidazione coatta dell’Istituto Bancario, senza alcuna tutela degli azionisti, in particolare per quell’azionariato diffuso che riponeva fiducia nella Banca della città, peculiare caratteristica di tutte le Casse di Risparmio.

    Rilevato

    come la situazione di CARIFE sia esemplare di come sotto il diretto controllo dei commissari della Banca d’Italia si sia impedito nella totale opacità una dignitosa soluzione – ed in particolare senza alcuna trasparenza nei confronti dei soci, degli obbligazionisti e della città – come era l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, previsto da un percorso di aumento di capitale già deliberato dall’assemblea dei soci il 30 luglio 2015.

    Sottolineato

    Come vadano ricercate con celerità e grande attenzione le responsabilità civili e penali di chi ha amministrato così malamente l’Istituto di Corso Giovecca.

    Come siano altrettanto evidenti le responsabilità di chi – tenuto a farlo – non ha evidentemente nello scorso decennio vigilato a sufficienza, ed in particolare quelle della Banca d’Italia che nonostante 2 anni di commissariamento è stata incapace di evitare questi disastroso epilogo.

    Come risultino infine sotto gli occhi di tutti le responsabilità politiche del Governo che, trascorso inutilmente semestre di Presidenza dell’Unione Europea tanto sterile quanto prima strombazzato, è stato incapace di avere un ruolo politicamente riconosciuto in sede europea e quindi intervenire prima che la situazione diventasse irrimediabilmente compromessa.

    Esprime

    Solidarietà ai risparmiatori colpiti dal crack di CARIFE ed allo stesso tempo preoccupazione e vicinanza agli incolpevoli dipendenti dell’Istituto di credito, il cui futuro è tuttora a rischio.

    Invita i Parlamentari eletti nella nostra circoscrizione elettorale

    Ad impegnarsi affinché si possano trovare soluzioni alternative per stralciare ovvero salvaguardare la posizione di CARIFE rispetto alle altre Banche coinvolte nel decreto Salva Banche e nell’arbitrato conseguente e comunque per permettere a soci e obbligazionisti di rientrare in possesso dei propri risparmi, almeno in parte.

    Impegna il Sindaco e la Giunta

    • A sostenere in qualsiasi sede possibile le istanze dei risparmiatori CARIFE, costituendo il Comune di Ferrara in giudizio come parte civile ove possibile.
    • Ad inviare questo testo al Governo, a tutti i parlamentari della circoscrizione elettorale Emilia Romagna e a tutte le istituzioni coinvolte nella vigilanza di CARIFE Spa.

    Ferrara, 25 gennaio 2016

    Il Presidente del Gruppo Consiliare

    Leonardo Fiorentini

  • Ferrara aderisce alla Coalizione Italiana per il Clima

    E’ stato approvato ieri in consiglio comunale a Ferrara l’ordine del giorno presentato da Leonardo Fiorentini, consigliere eletto come indipendente nelle file di SEL, per l’adesione del Comune alla Coalizione italiana per il Clima che organizza domenica 29 novembre  una grande mobilitazione in vista del summit di Parigi dell’ONU sui cambiamenti climatici (COP21). Il documento, oltre a richiamare gli impegni già assunti dall’amministrazione estense in tema di riduzione delle emissioni climalteranti con il Patto dei Sindaci e il Piano d’Azione per l’Energia sostenibile, chiede una presa di posizione forte del nostro governo in vista della conferenza ed invita Parlamentari e Consiglieri Regionali a fare la loro parte. Dal canto suo il Comune si è impegnato a monitorare con attenzione i risultati del PAES e dare attuazione alla recente regionale sull’economia circolare.

    “La manifestazione di Roma del 29 novembre – commenta Fiorentini – sarà un grande momento per porre l’attenzione dell’opinione pubblica sui gravi problemi derivanti dall’antropizzazione del Pianeta e nello stesso tempo una forma di pressione democratica nei confronti dei governi affinchè prendano impegni seri e stringenti al fine di limitare il surriscaldamento globale. Certamente questi impegni avranno un costo, anche economico. Ma il costo dell’adattamento sarà sicuramente minore rispetto al conto in vite umane ed economico che ogni anno ci portano alluvioni, smotamenti ed eventi climatici sconosciuti alle nostre latitudini. Se non si inverte seriamente la marcia ora purtroppo i nostri figli dovranno pagare un prezzo ben più salato.”

    Anche a Ferrara il 29 novembre, alle 15 da Piazza Municipale ci sarà in contemporanea con Roma una marcia per il clima, che ha già avuto il patrocinio del Comune di Ferrara.

    Il documento presentato è stato modificato con un emendamento a firma Renato Finco (PD) (le parti modificate sono riportate in corsivo) accettato dal proponente e approvato con 22 voti a favore e 7 contrari. Il testo finale qui sotto riportato è stato approvato dal Consiglio comunale di Ferrara con 22 voti a favore (SEL, PD, FC, M5S) e 6 contrari (FI, LN, GOL).

    Il consiglio comunale di Ferrara riunito in data 23 novembre 2015

    Premesso

    – che dal 30 novembre all’11 dicembre 2015 si terrà il Summit ONU sui cambiamenti climatici (COP21)

    – che la Coalizione Italiana Clima ha lanciato un appello alla mobilitazione che culminerà con la Marcia per il clima che si terrà a Roma il prossimo 29 novembre e negli stessi giorni in numerose città (compresa il 29 stesso a Ferrara)

    Considerato

    che la principale richiesta che la Coalizione Italiana per il Clima pone ai rappresentanti italiani al summit è che dalla prossima COP21 scaturisca un accordo equo, legalmente vincolante, che consenta di limitare il riscaldamento globale legato alle attività umane ben al di sotto di 2°C (possibilmente 1,5°C) accelerando la transizione verso la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile.

    Considerato inoltre

    – che l’articolo 4, comma 2, punto e dello Statuto recita che il nostro Comune “individua nella sostenibilità e sicurezza ambientale il criterio imprescindibile per orientare ogni azione di sviluppo economico e sociale; tutela e valorizza le risorse ambientali, naturali, storiche, artistiche e culturali del territorio comunale, al fine di salvaguardare, anche in nome delle future generazioni, l’organico ed equilibrato assetto del territorio”.

    – che il Comune di Ferrara aderisce alla rete europea “Alleanza per il Clima”, che raccoglie gli enti locali e territoriali impegnati per la salvaguardia del clima;

    Rilevato

    che il Comune di Ferrara, attraverso il Patto dei Sindaci ed il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile dell’Associazione dei Comuni “Terre Estensi” che punta alla riduzione entro il 2020 di circa il 25% rispetto al 2007 le emissioni di gas climalteranti dal territorio di competenza.

    Rilevato inoltre

    che lo stesso PAES prevede periodiche verifiche dello stato di attuazione.

    Riconoscendo

    nella sfida alle alterazioni climatiche indotte dall’antropizzazione una sfida dalla quale dipende la sopravvivenza del Pianeta come lo conosciamo e della stessa civilizzazione umana.

    Sollecita il Governo italiano

    a portare alla prossima COP21 una posizione che preveda:

    – un impegno a seguire una traiettoria discendente delle emissioni che ponga limiti stringenti possibilità di emettere altra anidride carbonica in atmosfera.

    – un meccanismo che permetta di ancorare gli obiettivi e i piani dichiarati dai Paesi a revisioni basate sulle indicazioni della comunità scientifica e sul principio di equità, prevedendo anche incentivi per azioni più significative e sforzi congiunti.

    – un accordo che infondendo fiducia sulla conversione energetica verso fonti rinnovabili possa mobilitare e spostare investimenti pubblici e privati a livello nazionale, regionale e internazionale, dai combustibili fossili a uno sviluppo sostenibile e sicuro per il clima.

    – un quadro solido che, fermo restando il principio di equità, assicuri la responsabilità e la trasparenza, che consenta la comparabilità tra Paesi e che permetta alla comunità internazionale di valutare i progressi compiuti per limitare il riscaldamento globale e impegnando i paesi più avanzati non solo a ridurre le loro emissioni, ma anche ad offrire agli altri paesi il sostegno, sia in termini economici che di trasferimento tecnologico.

    – un accordo che renda vincolanti gli impegni di riduzione delle emissioni e gli impegni finanziari assunti da ciascun paese, prevedendo obiettivi di medio e lungo periodo, nonché indicatori per il monitoraggio.

    – un accordo che impegni a costruire la resilienza climatica, anche attraverso uno specifico obiettivo di adattamento, e che garantisca assistenza a coloro che già subiscono l’impatto del cambiamento climatico, riconoscendo il fatto che nel lungo periodo è molto più costoso adattarsi al cambiamento climatico che mitigarlo attraverso la decarbonizzazione.

    – l’avvio di una giusta transizione, sostenendo l’impegno per la decarbonizzazione dell’economia con una solida agenda sociale che comprenda investimenti per la creazione di posti di lavoro di qualità, la riqualificazione delle competenze e dei curriculum verso i nuovi settori dello sviluppo sostenibile, la ricollocazione dei lavoratori dei settori altamente inquinanti che verranno dismessi, la protezione sociale e il rispetto dei diritti del lavoro.

    – la partecipazione di tutti i gruppi della società civile quale importante e necessario prerequisito allo sviluppo sostenibile, promuovendo anche un’adeguata strategia informativa e formativa tesa a promuovere una cittadinanza attiva e critica e diffondere i comportamenti e la cultura dello sviluppo sostenibile

    Invita i parlamentari e i consiglieri regionali eletti in questa Circoscrizione elettorale

    – a impegnarsi affinche il nostro paese si dori di un Piano di Azione per il Clima, che preveda obiettivi chiari e indicatori certi, che indirizzi il nostro paese ad una completa transizione verso fonti di energia rinnovabili e impegni a politiche stringenti sull’efficienza energetica.

    – a sollecitare il Governo a definire un piano straordinario per la progettazione e realizzazione delle bonifiche del territorio, la messa in sicurezza e la manutenzione del territorio dal rischio idrogeologico, la messa in sicurezza sismica del patrimonio immobiliare pubblico e privato, la tutela del patrimonio artistico e culturale quali vere opere strategiche indifferibili e urgenti di cui il nostro paese ha bisogno.

    – a promuovere la riconversione sostenibile del trasporto pubblico locale, la riqualificazione della produzione automobilistica verso la mobilità sostenibile, l’auto elettrica, l’uso dei mezzi collettivi, il trasporto su ferro, l’uso della bicicletta e degli spostamenti a piedi anche indirizzando a questa riconversione sostenibile tutte le forme di incentivo fiscale sottraendole all’autotrasporto su gomma e sostenendo misure a sostegno di una maggiore compatibilità ambientale e innovazione del trasporto marittimo.

    – a promuovere la diffusione di buone pratiche in agricoltura favorendo una gestione del suolo atta a incrementare le funzioni di assorbimento della CO2;

    a prendere come modello, anche a livello nazionale, il percorso attivato nella predisposizione   della Legge Regionale n. 16/2015 “DISPOSIZIONI A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA CIRCOLARE, DELLA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI, DEL RIUSO DEI BENI A FINE VITA, DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA E MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 19 AGOSTO1996 N. 31 (DISCIPLINA DEL TRIBUTO SPECIALE PER IL DEPOSITO IN DISCARICA DEI RIFIUTI SOLIDI)” come indicato anche dalle principali associazioni ambientaliste in quanto ha visto attuato il percorso dal basso attraverso il recepimento di una proposta di legge di iniziativa popolare lanciata da associazioni, Comitati, Gruppi, Amministratori locali e cittadini al fine di promuovere i principi dell’economia circolare.

    Impegna il Consiglio comunale

    • a monitorare l’attuazione del PAES attraverso periodiche riunioni della commissione competente;
    • ad inviare il presente documento ai promotori della Marcia per il Clima, al Governo, ai Parlamentari e ai consiglieri regionali eletti nella Circoscrizione.

    Chiede al Sindaco e alla Giunta

    • di aderire come amministrazione comunale alla “Coalizione Italiana per il Clima”;
    • di dare sostegno alle iniziativa promosse nella nostra città dai cittadini e dalle associazioni rispetto ai cambiamenti climatici;
    • di collaborare allo sviluppo dei principi dell’economia circolare partecipando all’attuazione di quanto già previsto dai commi 3 e 4 dell’art 1 della Legge Regionale n. 16/2015;
    • di rafforzare ulteriormente le attività di informazione, condivisione e promozione della diffusione di comportamenti volti alla diminuzione dell’impronta ecologica dell’uomo sul nostro territorio e sul clima.

     

  • Ordine del giorno sull’adesione del Comune di Ferrara alla “Coalizione Italiana per il Clima”

    Il consiglio comunale di Ferrara riunito in data ______________________

    Premesso

    – che dal 30 novembre all’11 dicembre 2015 si terrà il Summit ONU sui cambiamenti climatici (COP21)

    – che la Coalizione Italiana Clima ha lanciato un appello alla mobilitazione che culminerà con la Marcia per il clima che si terrà a Roma il prossimo 29 novembre e negli stessi giorni in numerose città (compresa il 29 stesso a Ferrara)

    Considerato

    che la principale richiesta che la Coalizione Italiana per il Clima pone ai rappresentanti italiani al summit è che dalla prossima COP21 scaturisca un accordo equo, legalmente vincolante, che consenta di limitare il riscaldamento globale legato alle attività umane ben al di sotto di 2°C (possibilmente 1,5°C) accelerando la transizione verso la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile.

    Considerato inoltre

    – che l’articolo 4, comma 2, punto e dello Statuto recita che il nostro Comune “individua nella sostenibilità e sicurezza ambientale il criterio imprescindibile per orientare ogni azione di sviluppo economico e sociale; tutela e valorizza le risorse ambientali, naturali, storiche, artistiche e culturali del territorio comunale, al fine di salvaguardare, anche in nome delle future generazioni, l’organico ed equilibrato assetto del territorio”.

    – che il Comune di Ferrara aderisce alla rete europea “Alleanza per il Clima”, che raccoglie gli enti locali e territoriali impegnati per la salvaguardia del clima;

    Rilevato

    che il Comune di Ferrara, attraverso il Patto dei Sindaci ed il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile dell’Associazione dei Comuni “Terre Estensi” che punta alla riduzione entro il 2020 di circa il 25% rispetto al 2007 le emissioni di gas climalteranti dal territorio di competenza.

    Rilevato inoltre

    che lo stesso PAES prevede periodiche verifiche dello stato di attuazione.

    Riconoscendo

    nella sfida alle alterazioni climatiche indotte dall’antropizzazione una sfida dalla quale dipende la sopravvivenza del Pianeta come lo conosciamo e della stessa civilizzazione umana.

    Sollecita il Governo italiano

    a portare alla prossima COP21 una posizione che preveda:

    – un impegno a seguire una traiettoria discendente delle emissioni che ponga limiti stringenti possibilità di emettere altra anidride carbonica in atmosfera.

    – un meccanismo che permetta di ancorare gli obiettivi e i piani dichiarati dai Paesi a revisioni basate sulle indicazioni della comunità scientifica e sul principio di equità, prevedendo anche incentivi per azioni più significative e sforzi congiunti.

    – un accordo che infondendo fiducia sulla conversione energetica verso fonti rinnovabili possa mobilitare e spostare investimenti pubblici e privati a livello nazionale, regionale e internazionale, dai combustibili fossili a uno sviluppo sostenibile e sicuro per il clima.

    – un quadro solido che, fermo restando il principio di equità, assicuri la responsabilità e la trasparenza, che consenta la comparabilità tra Paesi e che permetta alla comunità internazionale di valutare i progressi compiuti per limitare il riscaldamento globale e impegnando i paesi più avanzati non solo a ridurre le loro emissioni, ma anche ad offrire agli altri paesi il sostegno, sia in termini economici che di trasferimento tecnologico.

    – un accordo che renda vincolanti gli impegni di riduzione delle emissioni e gli impegni finanziari assunti da ciascun paese, prevedendo obiettivi di medio e lungo periodo, nonché indicatori per il monitoraggio.

    – un accordo che impegni a costruire la resilienza climatica, anche attraverso uno specifico obiettivo di adattamento, e che garantisca assistenza a coloro che già subiscono l’impatto del cambiamento climatico, riconoscendo il fatto che nel lungo periodo è molto più costoso adattarsi al cambiamento climatico che mitigarlo attraverso la decarbonizzazione.

    – l’avvio di una giusta transizione, sostenendo l’impegno per la decarbonizzazione dell’economia con una solida agenda sociale che comprenda investimenti per la creazione di posti di lavoro di qualità, la riqualificazione delle competenze e dei curriculum verso i nuovi settori dello sviluppo sostenibile, la ricollocazione dei lavoratori dei settori altamente inquinanti che verranno dismessi, la protezione sociale e il rispetto dei diritti del lavoro.

    – la partecipazione di tutti i gruppi della società civile quale importante e necessario prerequisito allo sviluppo sostenibile, promuovendo anche un’adeguata strategia informativa e formativa tesa a promuovere una cittadinanza attiva e critica e diffondere i comportamenti e la cultura dello sviluppo sostenibile

    Invita i parlamentari e i consiglieri regionali eletti in questa Circoscrizione elettorale

    – a impegnarsi affinche il nostro paese si dori di un Piano di Azione per il Clima, che preveda obiettivi chiari e indicatori certi, che indirizzi il nostro paese ad una completa transizione verso fonti di energia rinnovabili e impegni a politiche stringenti sull’efficienza energetica.

    – a sollecitare il Governo a definire un piano straordinario per la progettazione e realizzazione delle bonifiche del territorio, la messa in sicurezza e la manutenzione del territorio dal rischio idrogeologico, la messa in sicurezza sismica del patrimonio immobiliare pubblico e privato, la tutela del patrimonio artistico e culturale quali vere opere strategiche indifferibili e urgenti di cui il nostro paese ha bisogno.

    – a promuovere la riconversione sostenibile del trasporto pubblico locale, la riqualificazione della produzione automobilistica verso la mobilità sostenibile, l’auto elettrica, l’uso dei mezzi collettivi, il trasporto su ferro, l’uso della bicicletta e degli spostamenti a piedi anche indirizzando a questa riconversione sostenibile tutte le forme di incentivo fiscale sottraendole all’autotrasporto su gomma e sostenendo misure a sostegno di una maggiore compatibilità ambientale e innovazione del trasporto marittimo.

    – a promuovere la diffusione di buone pratiche in agricoltura favorendo una gestione del suolo atta a incrementare le funzioni di assorbimento della CO2;

    – a promuovere l’economia circolare a partire dalla predisposizione di un piano nazionale per la gestione dei rifiuti.

    Impegna il Consiglio comunale

    • a monitorare l’attuazione del PAES attraverso periodiche riunioni della commissione competente;
    • ad inviare il presente documento ai promotori della Marcia per il Clima, al Governo, ai Parlamentari e ai consiglieri regionali eletti nella Circoscrizione.

    Chiede al Sindaco e alla Giunta

    • di aderire come amministrazione comunale alla “Coalizione Italiana per il Clima”;
    • di dare sostegno alle iniziativa promosse nella nostra città dai cittadini e dalle associazioni rispetto ai cambiamenti climatici;
    • di sostenere l’introduzione dei principi dell’economia circolare nel sistema economico locale, a partire dal ciclo dei rifiuti;
    • di rafforzare ulteriormente le attività di informazione, condivisione e promozione della diffusione di comportamenti volti alla diminuzione dell’impronta ecologica dell’uomo sul nostro territorio e sul clima.

     

    Il Presidente del Gruppo Consiliare

    Leonardo Fiorentini

     

    Ferrara, 18 novembre 2015

  • Ordine del Giorno sul pieno riconoscimento dei diritti e dei doveri di tutte le famiglie

    PG 78427/2015

    Al Sig Sindaco

    Al Presidente del Consiglio Comunale

    Ferrara, lì 27 luglio 2015

    OGGETTO: ORDINE DEL GIORNO SULLA TRASCRIZIONE DEI MATRIMONI SAME-SEX CONTRATTI ALL’ESTERO

    PREMESSO CHE

    In Italia è da tempo in corso un dibattito socio-culturale sull’estensione dei diritti di cui godono i cittadini che contraggono matrimonio secondo le norme del codice civile vigente anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso e che a tale dibattito si affianca una corposa giurisprudenza europea e italiana

    CONSIDERATO CHE

    Il Parlamento Europeo, ha chiesto più volte agli Stati dell’Unione di rimuovere “gli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni”

    La Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che la relazione sentimentale e sessuale tra due persone dello stesso sesso rientra nella nozione di “vita familiare”, il cui rispetto è garantito dall’articolo 8: dunque le coppie omosessuali rientrano a pieno titolo nella nozione giuridica di “famiglia” (sentenza Schalk and Kopf), estensione pienamente recepita nella giurisprudenza italiana in particolare dalla Cassazione sentenza n. 601/13

    La CEDU, con pronuncia del 21 luglio 2015, stabilisce che l’Italia ha fallito nell’osservare gli obblighi positivi che derivano dall’articolo 8 Cedu e che consistono nella necessità di prevedere almeno una forma di riconoscimento giuridico della relazione stabile tra persone dello stesso sesso. In particolare:  “La Corte ribadisce che ha già ritenuto che le coppie omosessuali sono capaci come le coppie eterosessuali di costituire relazioni stabili e impegnative, e che sono in una situazione notevolmente simile a una coppia eterosessuale per quanto riguarda il loro bisogno di riconoscimento legale e di protezione della loro relazione”; essa ha già riconosciuto che le coppie dello stesso sesso sono protette dalla norma che assicura tutela alla “vita familiare”, e rileva che “a dispetto di alcuni tentativi lungo tre decenni, il legislatore italiano è stato incapace di approvare la relativa normativa” e ciò nonostante la Corte costituzionale italiana e la Corte di cassazione avessero già rilevato più volte una lesione della Costituzione italiana (articolo 2) e sollecitato un intervento del Parlamento.

    L’art.9 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea approvata a Nizza il 7 dicembre del 2000 afferma che “Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio”. La distinzione del diritto di sposarsi dal diritto di costituire una famiglia definisce in modo chiaro il  diritto ad essere considerati famiglia anche al di fuori dell’istituto del matrimonio

    La stessa Carta di Nizza, recepita all’interno del Trattato costituzionale europeo già approvato dal Parlamento italiano, afferma all’art.21 il contrasto ad ogni forma di discriminazione diretta o indiretta motivata da orientamento sessuale

    L’estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso è stata introdotta in undici Paesi europei (Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Portogallo, Islanda, Danimarca, Francia, Regno Unito, Lussemburgo). Nel maggio 2015 l’Irlanda è stato il primo paese al mondo ad aver introdotto il matrimonio egualitario tramite referendum. Il matrimonio è previsto in altre aree del mondo: Canada, Repubblica Sudafricana, Argentina, Uruguay, Nuova Zelanda, il distretto federale di Città del Messico, la capitale americana Washington DC ed in ben trentadue Stati USA su cinquanta; altri Paesi hanno deciso di estendere alle coppie omosessuali alcuni o tutti i diritti del matrimonio attraverso nuovi istituti giuridici analoghi al matrimonio: così in Germania, Finlandia, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Andorra, Ungheria, Slovenia, Estonia. In Europa occidentale l’Italia è rimasta fra i pochi Stati (insieme a Repubblica di San Marino, Principato di Monaco, Città del Vaticano e Grecia) a non prevedere alcun riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso

    Con la sentenza Obergefell v. Hodges del giugno 2015, la Corte Suprema degli Stati Uniti (che qui richiamiamo nelle sue motivazioni poiché esse attingono a concetti universali – validi, quindi, al di là della legislazione di riferimento – per quanto attiene la tutela dei nuclei familiari in particolare con minori) riconosce il diritto costituzionale al matrimonio per persone gay e lesbiche. Tra i motivi più significativi per il riconoscimento del diritto al matrimonio, la Corte ricorda “che esso tutela i bambini e le famiglie e per questo trae significato dal diritto di procreare, di crescere ed educare i figli”. “In base alle leggi statali, alcune delle tutele per i bambini derivanti dal matrimonio sono di natura materiale. Ma dando riconoscimento e stabilità sul piano giuridico alle unioni tra i loro genitori, il matrimonio permette anche ai bambini di comprendere l’integrità e l’intimità della propria famiglia e la sua armonia con le altre famiglie della loro comunità e della loro vita quotidiana. Il matrimonio permette, inoltre, quella stabilità e permanenza che è importante per la tutela degli interessi del bambino”. Dopo aver, dunque, richiamato la realtà delle molte coppie omosessuali con figli, la sentenza conclude che “escludere le coppie dello stesso sesso dal matrimonio contraddice una premessa centrale dello stesso diritto al matrimonio. Senza il riconoscimento, la stabilità, e la prevedibilità che il matrimonio offre, i loro bambini soffrono lo stigma derivante dal ritenere le loro famiglie come qualcosa di minore importanza. … Le leggi sul matrimonio che vengono in considerazione ai fini di questa pronuncia dunque danneggiano ed umiliano i bambini delle coppie dello stesso sesso”. Anche per questo i giudici americani ritengono indispensabile il loro intervento anche contro la volontà del Legislatore, perché “Gli individui non possono attendere l’azione del legislatore perché sia loro riconosciuto un diritto fondamentale”. “L’idea della Costituzione è quella di sottrarre certi temi alle vicissitudini della lotta politica e di porli oltre la portata delle maggioranze e dei funzionari pubblici”

    Infine, secondo la Corte Costituzionale l’espressione “società naturale” non comporta alcun rimando al diritto naturale poiché con tale espressione si volle sottolineare che la famiglia ha diritti originari e preesistenti allo Stato, che questo deve riconoscere. Secondo la Corte, inoltre, i concetti di famiglia e di matrimonio, siccome dotati della duttilità propria dei principi costituzionali, non si possono ritenere “cristallizzati” con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore e, quindi, vanno interpretati tenendo conto delle trasformazioni dell’ordinamento e dell’evoluzione della società e dei costumi.

    RILEVATO CHE

    Oggi esiste nella società italiana una realtà assai diffusa di convivenze omosessuali stabili, spesso con figli, che alla luce del sole reclamano tutela giuridica e uguaglianza dei diritti

    Il legislatore nazionale tarda a dare seguito a tutte le sollecitazioni delle Corti italiana ed europea e a legiferare in materia di unioni omosessuali e a nulla valgono, ad oggi, e ancora, i richiami alla pazienza, assistendo la comunità che chiede tutela ad uno slittamento continuo della definizione della loro situazione, ritenuta sempre subalterna ad altre innumerevoli, altrettanto ma non più importanti, questioni

    Numerosi Comuni italiani, già dagli anni’90, hanno dato vita a Registri delle Unioni civili o rilasciano Attestati di costituzione di famiglia basata sui vincoli affettivi come risposta alla crescente richiesta di tutela da parte delle coppie di conviventi di fatto, soprattutto sulla spinta delle coppie gay e lesbiche a cui è ad oggi negato il diritto  al riconoscimento giuridico della loro relazione.

    Sono in numero crescente le coppie omosessuali che si recano all’estero per potere accedere a un diritto negato in patria e dare suggello pubblico alla loro relazione e al loro progetto di vita comune

    L’art. 28 della legge 218/1995 prevede che “il matrimonio è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei congiunti al momento della celebrazione o dalla legge dello stato di comune residenza in tale momento”

    L’impossibilità di potere accedere al riconoscimento pubblico della propria condizione sociale di coppia non rappresenta solo una violazione del principio di uguaglianza nell’accesso a diritti concreti ma comporta anche una lesione della propria dignità individuale e di coppia. Questo rappresenta un ostacolo al benessere individuale e una fonte di stress sociale a cui viene ingiustamente sottoposta una parte della popolazione a causa di una condizione personale, in violazione del principio di non discriminazione per orientamento  sessuale

    DATO ATTO

    Della riserva assoluta di legge per quanto concerne l’introduzione nell’ordinamento nazionale del matrimonio o di istituto che produca effetti analoghi

    Che la trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero non è contraria all’ordine pubblico

    RITENUTO CHE

    Le norme comunitarie e la Convenzione dei Diritti dell’Uomo, attraverso la loro ratifica, dispieghino già i loro effetti nell’ordinamento giuridico italiano anche in assenza di una normativa ad hoc

    Un’Amministrazione Comunale abbia l’onere di predisporre tutte le azioni idonee a combattere atteggiamenti discriminatori e sia in suo potere contribuire alla crescita socio-culturale della propria comunità anche attraverso atti con forte valenza simbolica

    L’esercizio di tale potere non sia in contrasto con l’attribuzione dei poteri tra Parlamento ed Enti Locali

    Sia interesse dell’Amministrazione disporre di informazioni circa la capacità matrimoniale dei cittadini residenti, ossia circa l’esistenza di rapporti familiari validamente costituiti in base ad altri ordinamenti esteri, soprattutto in considerazione del fatto che l’art. 28 della legge 218/1995 prevede che “il matrimonio è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei coniugi al momento della celebrazione o dalla legge dello Stato di comune residenza in tale momento”

    TENUTO CONTO CHE

    Il giorno 17 luglio sono state depositate presso il Comune 1300 firme (di cui 100 autenticate) di cittadini che chiedono che anche a Ferrara possano essere trascritti i matrimoni same-sex celebrati e registrati all’estero

    Negli ultimi mesi si sono succedute numerose sentenze di tribunali ordinari e amministrativi (da ultimo, Corte d’Appello di Napoli, sent. 13.3.2015; Tribunale di Grosseto, decreto 17.2.2015; TAR Lazio, sent. 9.3.2015 che dichiara illegittimo il provvedimento prefettizio di annullamento della trascrizione del matrimonio) che confermano la necessità di riconoscere a persone sposate all’estero il loro vincolo di coniugio e i diritti-doveri che ne discendono anche in Italia

    CONSIDERATO INFINE

    Che il Comune di Ferrara assolve alle proprie funzioni ispirandosi ai principi della Costituzione, a quelli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (Statuto comunale, art.4 punto 1); in particolare promuove la piena affermazione dei diritti inviolabili della persona e consolida ed estende i valori di giustizia, libertà e democrazia (art.4 punto 2 lett. a); promuove la solidarietà della comunità ferrarese (art. 4 punto 2 lett. h)

    Preso atto

    della recentissima sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la decisione del TAR del Lazio che aveva rilevato l’incompetenza di Ministero e Prefetti a cancellare i matrimoni same sex trascritti nei registri di Stato Civile.

    TUTTO CIO’ PREMESSO

    Il Consiglio Comunale

    Invita

    il Governo ed il Parlamento italiano a rimuovere gli ostacoli giuridici e amministrativi che, al momento, la più recente giurisprudenza amministrativa considera ostativi alla trascrizione dei matrimoni same-sex contratti all’estero nei registri di Stato Civile dei Comuni.

    Sollecita

    il Parlamento ad approvare urgentemente una normativa conforme al diritto internazionale sul riconoscimento civile delle famiglie omo ed eterosessuali così come previsto nella proposta di legge cosiddetta “Cirinnà” nella sua attuale estensione e senza ulteriori restrizioni nella disciplina organica dei diritti e dei doveri dei componenti.

    Impegna

    la giunta a presentare al più presto al Consiglio Comunale una proposta di regolamento dell’Elenco delle unioni Civili del Comune di Ferrara.

     

  • Emendamento all’OdG sulle trascrizioni

    Si propone il seguente emendamento:

    sostituire il titolo con il seguente:

    “Ordine del Giorno sul pieno riconoscimento dei diritti e dei doveri di tutte le famiglie”

    Sostituire il testo seguente:

    TUTTO CIO’ PREMESSO

    IL CONSIGLIO COMUNALE

     INVITA

     Il Sig. Sindaco ad emanare una apposita Direttiva con la quale dispone che il Servizio anagrafe, stato civile ed elettorale del Comune di Ferrara e, per esso, i delegati alle funzioni di Ufficiale di Stato civile provvederanno a trascrivere nell’archivio di cui all’art. 10 DPR 396/2000, su richiesta degli interessati, previo scrutinio della documentazione prodotta ai sensi degli artt. 21 e 22 del medesimo DPR, gli atti attestanti la celebrazione di matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso.”

    Con il seguente testo

    Preso atto

    della recentissima sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la decisione del TAR del Lazio che aveva rilevato l’incompetenza di Ministero e Prefetti a cancellare i matrimoni same sex trascritti nei registri di Stato Civile.

    TUTTO CIO’ PREMESSO

    Il Consiglio Comunale

    Invita

    il Governo ed il Parlamento italiano a rimuovere gli ostacoli giuridici e amministrativi che, al momento, la più recente giurisprudenza amministrativa considera ostativi alla trascrizione dei matrimoni same-sex contratti all’estero nei registri di Stato Civile dei Comuni.

    Sollecita

    il Parlamento ad approvare urgentemente una normativa conforme al diritto internazionale sul riconoscimento civile delle famiglie omo ed eterosessuali così come previsto nella proposta di legge cosiddetta “Cirinnà” nella sua attuale estensione e senza ulteriori restrizioni nella disciplina organica dei diritti e dei doveri dei componenti.

    Impegna

    la giunta a presentare al più presto al Consiglio Comunale una proposta di regolamento dell’Elenco delle unioni Civili del Comune di Ferrara.

     

    Ferrara, 6 novembre 2015

    I Consiglieri comunali:

    Leonardo Fiorentini SEL

    Ilaria Baraldi PD

    Paola Peruffo FI

    Sergio Mariano Simeone M5S

  • Ordine del giorno sulla trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero

    PG 78427/2015

    Al Sig Sindaco

    Al Presidente del Consiglio Comunale

    Ferrara, lì 27 luglio 2015

    OGGETTO: ORDINE DEL GIORNO SULLA TRASCRIZIONE DEI MATRIMONI SAME-SEX CONTRATTI ALL’ESTERO

    PREMESSO CHE

    In Italia è da tempo in corso un dibattito socio-culturale sull’estensione dei diritti di cui godono i cittadini che contraggono matrimonio secondo le norme del codice civile vigente anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso e che a tale dibattito si affianca una corposa giurisprudenza europea e italiana

    CONSIDERATO CHE

    Il Parlamento Europeo, ha chiesto più volte agli Stati dell’Unione di rimuovere “gli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni”

    La Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che la relazione sentimentale e sessuale tra due persone dello stesso sesso rientra nella nozione di “vita familiare”, il cui rispetto è garantito dall’articolo 8: dunque le coppie omosessuali rientrano a pieno titolo nella nozione giuridica di “famiglia” (sentenza Schalk and Kopf), estensione pienamente recepita nella giurisprudenza italiana in particolare dalla Cassazione sentenza n. 601/13

    La CEDU, con pronuncia del 21 luglio 2015, stabilisce che l’Italia ha fallito nell’osservare gli obblighi positivi che derivano dall’articolo 8 Cedu e che consistono nella necessità di prevedere almeno una forma di riconoscimento giuridico della relazione stabile tra persone dello stesso sesso. In particolare:  “La Corte ribadisce che ha già ritenuto che le coppie omosessuali sono capaci come le coppie eterosessuali di costituire relazioni stabili e impegnative, e che sono in una situazione notevolmente simile a una coppia eterosessuale per quanto riguarda il loro bisogno di riconoscimento legale e di protezione della loro relazione”; essa ha già riconosciuto che le coppie dello stesso sesso sono protette dalla norma che assicura tutela alla “vita familiare”, e rileva che “a dispetto di alcuni tentativi lungo tre decenni, il legislatore italiano è stato incapace di approvare la relativa normativa” e ciò nonostante la Corte costituzionale italiana e la Corte di cassazione avessero già rilevato più volte una lesione della Costituzione italiana (articolo 2) e sollecitato un intervento del Parlamento.

    L’art.9 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea approvata a Nizza il 7 dicembre del 2000 afferma che “Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio”. La distinzione del diritto di sposarsi dal diritto di costituire una famiglia definisce in modo chiaro il  diritto ad essere considerati famiglia anche al di fuori dell’istituto del matrimonio

    La stessa Carta di Nizza, recepita all’interno del Trattato costituzionale europeo già approvato dal Parlamento italiano, afferma all’art.21 il contrasto ad ogni forma di discriminazione diretta o indiretta motivata da orientamento sessuale

    L’estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso è stata introdotta in undici Paesi europei (Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Portogallo, Islanda, Danimarca, Francia, Regno Unito, Lussemburgo). Nel maggio 2015 l’Irlanda è stato il primo paese al mondo ad aver introdotto il matrimonio egualitario tramite referendum. Il matrimonio è previsto in altre aree del mondo: Canada, Repubblica Sudafricana, Argentina, Uruguay, Nuova Zelanda, il distretto federale di Città del Messico, la capitale americana Washington DC ed in ben trentadue Stati USA su cinquanta; altri Paesi hanno deciso di estendere alle coppie omosessuali alcuni o tutti i diritti del matrimonio attraverso nuovi istituti giuridici analoghi al matrimonio: così in Germania, Finlandia, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Andorra, Ungheria, Slovenia, Estonia. In Europa occidentale l’Italia è rimasta fra i pochi Stati (insieme a Repubblica di San Marino, Principato di Monaco, Città del Vaticano e Grecia) a non prevedere alcun riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso

    Con la sentenza Obergefell v. Hodges del giugno 2015, la Corte Suprema degli Stati Uniti (che qui richiamiamo nelle sue motivazioni poiché esse attingono a concetti universali – validi, quindi, al di là della legislazione di riferimento – per quanto attiene la tutela dei nuclei familiari in particolare con minori) riconosce il diritto costituzionale al matrimonio per persone gay e lesbiche. Tra i motivi più significativi per il riconoscimento del diritto al matrimonio, la Corte ricorda “che esso tutela i bambini e le famiglie e per questo trae significato dal diritto di procreare, di crescere ed educare i figli”. “In base alle leggi statali, alcune delle tutele per i bambini derivanti dal matrimonio sono di natura materiale. Ma dando riconoscimento e stabilità sul piano giuridico alle unioni tra i loro genitori, il matrimonio permette anche ai bambini di comprendere l’integrità e l’intimità della propria famiglia e la sua armonia con le altre famiglie della loro comunità e della loro vita quotidiana. Il matrimonio permette, inoltre, quella stabilità e permanenza che è importante per la tutela degli interessi del bambino”. Dopo aver, dunque, richiamato la realtà delle molte coppie omosessuali con figli, la sentenza conclude che “escludere le coppie dello stesso sesso dal matrimonio contraddice una premessa centrale dello stesso diritto al matrimonio. Senza il riconoscimento, la stabilità, e la prevedibilità che il matrimonio offre, i loro bambini soffrono lo stigma derivante dal ritenere le loro famiglie come qualcosa di minore importanza. … Le leggi sul matrimonio che vengono in considerazione ai fini di questa pronuncia dunque danneggiano ed umiliano i bambini delle coppie dello stesso sesso”. Anche per questo i giudici americani ritengono indispensabile il loro intervento anche contro la volontà del Legislatore, perché “Gli individui non possono attendere l’azione del legislatore perché sia loro riconosciuto un diritto fondamentale”. “L’idea della Costituzione è quella di sottrarre certi temi alle vicissitudini della lotta politica e di porli oltre la portata delle maggioranze e dei funzionari pubblici”

    Infine, secondo la Corte Costituzionale l’espressione “società naturale” non comporta alcun rimando al diritto naturale poiché con tale espressione si volle sottolineare che la famiglia ha diritti originari e preesistenti allo Stato, che questo deve riconoscere. Secondo la Corte, inoltre, i concetti di famiglia e di matrimonio, siccome dotati della duttilità propria dei principi costituzionali, non si possono ritenere “cristallizzati” con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore e, quindi, vanno interpretati tenendo conto delle trasformazioni dell’ordinamento e dell’evoluzione della società e dei costumi.

    RILEVATO CHE

    Oggi esiste nella società italiana una realtà assai diffusa di convivenze omosessuali stabili, spesso con figli, che alla luce del sole reclamano tutela giuridica e uguaglianza dei diritti

    Il legislatore nazionale tarda a dare seguito a tutte le sollecitazioni delle Corti italiana ed europea e a legiferare in materia di unioni omosessuali e a nulla valgono, ad oggi, e ancora, i richiami alla pazienza, assistendo la comunità che chiede tutela ad uno slittamento continuo della definizione della loro situazione, ritenuta sempre subalterna ad altre innumerevoli, altrettanto ma non più importanti, questioni

    Numerosi Comuni italiani, già dagli anni’90, hanno dato vita a Registri delle Unioni civili o rilasciano Attestati di costituzione di famiglia basata sui vincoli affettivi come risposta alla crescente richiesta di tutela da parte delle coppie di conviventi di fatto, soprattutto sulla spinta delle coppie gay e lesbiche a cui è ad oggi negato il diritto  al riconoscimento giuridico della loro relazione.

    Sono in numero crescente le coppie omosessuali che si recano all’estero per potere accedere a un diritto negato in patria e dare suggello pubblico alla loro relazione e al loro progetto di vita comune

    L’art. 28 della legge 218/1995 prevede che “il matrimonio è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei congiunti al momento della celebrazione o dalla legge dello stato di comune residenza in tale momento”

    L’impossibilità di potere accedere al riconoscimento pubblico della propria condizione sociale di coppia non rappresenta solo una violazione del principio di uguaglianza nell’accesso a diritti concreti ma comporta anche una lesione della propria dignità individuale e di coppia. Questo rappresenta un ostacolo al benessere individuale e una fonte di stress sociale a cui viene ingiustamente sottoposta una parte della popolazione a causa di una condizione personale, in violazione del principio di non discriminazione per orientamento  sessuale

    DATO ATTO

    Della riserva assoluta di legge per quanto concerne l’introduzione nell’ordinamento nazionale del matrimonio o di istituto che produca effetti analoghi

    Che la trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero non è contraria all’ordine pubblico

    RITENUTO CHE

    Le norme comunitarie e la Convenzione dei Diritti dell’Uomo, attraverso la loro ratifica, dispieghino già i loro effetti nell’ordinamento giuridico italiano anche in assenza di una normativa ad hoc

    Un’Amministrazione Comunale abbia l’onere di predisporre tutte le azioni idonee a combattere atteggiamenti discriminatori e sia in suo potere contribuire alla crescita socio-culturale della propria comunità anche attraverso atti con forte valenza simbolica

    L’esercizio di tale potere non sia in contrasto con l’attribuzione dei poteri tra Parlamento ed Enti Locali

    Sia interesse dell’Amministrazione disporre di informazioni circa la capacità matrimoniale dei cittadini residenti, ossia circa l’esistenza di rapporti familiari validamente costituiti in base ad altri ordinamenti esteri, soprattutto in considerazione del fatto che l’art. 28 della legge 218/1995 prevede che “il matrimonio è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei coniugi al momento della celebrazione o dalla legge dello Stato di comune residenza in tale momento”

    TENUTO CONTO CHE

    Il giorno 17 luglio sono state depositate presso il Comune 1300 firme (di cui 100 autenticate) di cittadini che chiedono che anche a Ferrara possano essere trascritti i matrimoni same-sex celebrati e registrati all’estero

    Negli ultimi mesi si sono succedute numerose sentenze di tribunali ordinari e amministrativi (da ultimo, Corte d’Appello di Napoli, sent. 13.3.2015; Tribunale di Grosseto, decreto 17.2.2015; TAR Lazio, sent. 9.3.2015 che dichiara illegittimo il provvedimento prefettizio di annullamento della trascrizione del matrimonio) che confermano la necessità di riconoscere a persone sposate all’estero il loro vincolo di coniugio e i diritti-doveri che ne discendono anche in Italia

    CONSIDERATO INFINE

    Che il Comune di Ferrara assolve alle proprie funzioni ispirandosi ai principi della Costituzione, a quelli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (Statuto comunale, art.4 punto 1); in particolare promuove la piena affermazione dei diritti inviolabili della persona e consolida ed estende i valori di giustizia, libertà e democrazia (art.4 punto 2 lett. a); promuove la solidarietà della comunità ferrarese (art. 4 punto 2 lett. h)

    TUTTO CIO’ PREMESSO

    IL CONSIGLIO COMUNALE

    INVITA

    Il Sig. Sindaco ad emanare una apposita Direttiva con la quale dispone che il Servizio anagrafe, stato civile ed elettorale del Comune di Ferrara e, per esso, i delegati alle funzioni di Ufficiale di Stato civile provvederanno a trascrivere nell’archivio di cui all’art. 10 DPR 396/2000, su richiesta degli interessati, previo scrutinio della documentazione prodotta ai sensi degli artt. 21 e 22 del medesimo DPR, gli atti attestanti la celebrazione di matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso.

    Ilaria Baraldi (PD), Leonardo Fiorentini (SEL), Silvia Mantovani (M5S) e Paola Peruffo (FI)

  • Risoluzione ed emendamento sulla delibera del nuovo canile della Lega del Cane

    Risoluzione sulla delibera Pg. 46322/2015

    Il Consiglio comunale di Ferrara riunito in data 27 luglio 2015

    Premesso

    che è in approvazione la delibera “AUTORIZZAZIONE AL RILASCIO DI PERMESSO DI COSTRUIRE IN DEROGA ALLE NORME DEL RUE VIGENTE RICHIESTO DALLA “LEGA NAZIONE PER LA DIFESA DEL CANE” IN DATA 25/08/2014 PG.73855/2014 PR.2683/2014 PER LA REALIZZAZIONE DI STRUTTURA DI RIFUGIO PER CANI A FERRARA IN VIA GRAMICIA – VIA CONCHETTA”.

    Tenuto conto

    della delicata situazione dovuta alla collocazione di due canili ed un gattile limitrofi, con una unica strade ed un unico accesso, sia pubblico che di servizio, e che l’impatto determinato sulle strutture esistenti necessita una serie di interventi di “compensazione” che pesano anche dal punto di vista economico sul progetto complessivo

    Considerato

    che per limitare l’impatto delle fasi di costruzione è stato autorizzato per la fase di cantiere l’accesso tramite il terreno limitrofo a depuratore ed ex inceneritore.

    invita il Sindaco e la Giunta

    a verificare in tempi brevi la possibilità di trovare soluzioni progettuali utili ad autorizzare l’accesso pubblico e di servizio al nuovo canile della Lega del Cane tramite il terreno limitrofo a depuratore ed ex inceneritore senza precludere l’unitarietà dello stesso.

    Approvato all’unanimità.

    Emendamento alla delibera Pg. 46322/2015

    Si aggiunge nel “Delibera” dopo i primi due punti del “dare atto”

    – che prima dell’apertura al pubblico della struttura dovrà essere redatto, con la supervisione degli uffici comunali preposti, insieme alla associazioni affidatarie di Canile e Gattile comunale un regolamento d’uso condiviso della strada di accesso alle strutture, e in applicazione di questo installata una chiara cartellonistica rivolta ad utenti e personale di servizio.

    Approvato all’unanimità.

  • Risoluzione sul software open source

    P.G. 71476/2015

    Ferrara, 9 Luglio 2015

    Al Presidente del Consiglio Comunale di Ferrara

    Risoluzione Webgis.

    PREMESSO

    che è in discussione la convenzione per la fornitura del software per pianificazione provinciale e comunale di emergenza di protezione civile;

    TENUTO CONTO

    della direttiva Ministeriale del 19 dicembre 2003 “Sviluppo ed utilizzazione dei programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni” (G.U. del 7 febbraio 2004), con la quale si invitano le pubbliche amministrazioni a “tener conto della offerta sul mercato di una nuova modalità di sviluppo e diffusione di programmi informatici, definita “open source” o “a codice sorgente aperto”;

    CONSIDERATO

    che il software individuato dall’Amministrazione provinciale è personalizzabile ma pur sempre proprietario dell’azienda fornitrice, nonché basato su sistema operativo proprietario, vincolando così qualsiasi sviluppo alla dipendenza dal fornitore;

    VALUTATO

    che l’Amministrazione dovrebbe porsi l’obbiettivo di promuovere non solo l’interoperabilità tra i diversi sistemi informatici della pubblica amministrazione ma anche evitare che i sistemi informatici pubblici siano dipendenti da tecnologia proprietaria;

    TUTTO CIO’ PREMESSO
    IL CONSIGLIO COMUNALE DI FERRARA IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

    • a relazionare alla Commissione consiliare competente rispetto alla situazione della fornitura di software in uso all’Amministrazione comunale, in particolare rispetto all’utilizzo di software open source e alla disponibilità di programmatori nella pianta organica del Comune;
    • a valutare il software, il servizio erogato ed i termini di uso e licenza del programma acquisito durante i tre anni di convenzione, in modo da verificare la possibilità di perseguire l’obiettivo di implementazione dei servizi informatici della Pubblica Amministrazione in un ottica di valorizzazione di eventuali soluzioni open source, anche interne, di contenimento di spesa e di indipendenza da soluzione proprietarie.

    La Presidente del Gruppo Consiliare Movimento5Stelle
    Dr.ssa Ilaria Morghen

    Il Presidente del Gruppo Consiliare Sinistra Ecologia e Libertà
    Sig. Leonardo Fiorentini

    Il Consigliere Comunale del Gruppo PD
    Sig. Vito Guzzinati