
Cannabis. Le legalizzazioni nordamericane
Promosso nell’ambito della 5ª Edizione di IndicaSativa Trade in programma nei giorni 12, 13 e 14 maggio 2017.
Registrazione video del dibattito dal titolo “Le legalizzazioni nordamericane. Canada ed USA: le forme più avanzate di regolamentazione della cannabis”, registrato a Bologna venerdì 12 maggio 2017 alle ore 17:23.
Sono intervenuti: Luca Marola (titolare del negozio Canapaio Ducale di Parma), Richard Elliot (componente del Canadian HIV/AIDS Legal Network), Davide Fortin (componente del Marijuana Policy Group), Leonardo Fiorentini (direttore di Fuoriluogo.it e consigliere del Comune di Ferrara), Marco Perduca (coordinatore della campagna Legalizziamo.it).
Da Radioradicale.

Carife, lunedì in Consiglio si torna a discutere della cessione
Ordine del giorno d’urgenza di Fiorentini (SI): «Serve chiarezza» IL DOCUMENTO «A rischio la capacità di fare impresa e la tenuta dell’occupazione»

Cariparma, Paglia invita alla cautela «No alla cessione senza condizioni»
Cariparma, Paglia invita alla cautela «No alla cessione senza condizioni»
DECRETO SALVABANCHE Per la Cassa di Ferrara è stato un provvedimento improvvido. Non ha risolto i guai e ha aperto il dramma dei risparmiatori Il deputato Sel dopo un incontro con i sindacati: «Va preteso un piano»
Il Resto del Carlino del 30/11/2016 ed. Ferrara –

Carife, Sel: “Attenti al progetto Cariparma”
Carife, Sel: “Attenti al progetto Cariparma”
Attenzione a Cariparma-Cedit Agricole: è Giovanni Paglia, deputato di Sinistra Ecologia e Libertà piuttosto esperto di questioni bancarie, mettere in guardia nei confronti di quello che oggi è considerato il più probabile futuro acquirente della Nuova Carife.
Stefano Ravaioli per Telestense
“Cedere la Cassa di Risparmio di Ferrara a Cariparma – spiega il deputato ravennate – significherebbe cederla a un gruppo straniero; ma non è chiaro quale sarebbe il piano industriale del gruppo, e se verranno adeguatamente tutelati lavoratori e clienti.”
Intanto, SEL sta conducendo una battaglia in favore di una categoria di obbligazionisti subordinati che rischiano di rimanere ingiustamente esclusi dagli indennizzi forfettari previsti dalla legge: si tratta di coloro che, per accordi con parenti o famigliari sono passati, solo formalmente, per il mercato secondario dei titoli. La commissione finanze della camere dei deputati ha accolto una risoluzione di Giovanni Pasglia per modificare l norme vigenti, ma il relativo emendamento non ha ancora trovato spazio per essere convertito in norma.
Vai all’intervista: http://www.telestense.it/carife-sel-attenti-al-progetto-cariparma-intervista-20161129.html

Bondisti esclusi, tempi stretti per cambiare la legge

Carife sacrificata sull’altare della Tasi
Carife sacrificata sull’altare della Tasi
Giovanni Paglia ricostruisce le responsabilità politiche dietro al fallimento del Salvabanche: “Da dimissioni del ministro dell’economia”
Ruggero Veronese per Estense.com
Obbligazionisti delle banche ricapitalizzate ‘sacrificati’ sull’altare del libero mercato, per consentire al governo Renzi l’abolizione della Tasi sulla prima casa e meno vincoli di bilancio dall’Unione Europea.
E’ una ricostruzione che non può passare inosservata quella del deputato Giovanni Paglia (Sinistra Italiana), a Ferrara insieme al consigliere comunale Leonardo Fiorentini per incontrare i sindacati dei bancari e fare il punto della situazione sulla vicenda Carife.
Nel descrivere un incerto futuro per l’istituto di credito ferrarese – unica delle tre banche ricapitalizzate un anno fa a non rientrare nei piani di acquisizione del gruppo Ubi – il parlamentare non nasconde infatti le proprie convinzioni (“confermate in ogni sede”, sottolinea) sulle “responsabilità politiche” che, prima ancora degli aspetti tecnici, nel novembre scorso avrebbero impedito l’intervento del Fondo Interbancario (Fidt) nel salvataggio di Carife.
Lo scenario descritto da Paglia è quello di una doppia trattativa tra Roma e Bruxelles: in un tavolo si discuteva del salvataggio pubblico delle quattro piccole banche italiane – ostacolato dalle norme sul bail-in -; dall’altra parte dell’alleggerimento delle imposte sulla prima casa, che richiedeva una minore austerity. “Ma L’Italia – spiega Paglia – non è nelle condizioni di poter trattare su due tavoli contemporaneamente. E infatti Renzi ha raggiunto il suo obiettivo sulla Tasi, che riguardava milioni di abitanti, rinunciando all’intervento del Fondo Interbancario per i salvataggi dei piccoli istituti, che avrebbe coinvolto solo qualche migliaio di cittadini”.
Una “scelta molto cinica” che oggi secondo Paglia rischia di avere ripercussioni a valanga su tutta la politica nazionale e di portare l’esecutivo a una fine prematura. “Credo sia stato questo – continua il deputato – il vero grande errore del governo Renzi, che da quel momento è andato incontro a una crisi di fiducia da cui non si è più ripreso. Dando troppa importanza ai numeri in ballo, il governo non ha considerato che la grande paura degli italiani è quella di perdere i propri risparmi, come poi è successo. E infatti ha cercato di porre rimedio con il fondo di ristoro, ma troppo tardi”.
Secondo Paglia infatti la questione dei rimborsi agli obbligazionisti subordinati fu drammaticamente sottovalutata dallo stesso primo ministro: “Renzi non ha competenze finanziarie e credo che con il decreto fosse davvero convinto di aver fatto bingo e di poter andare in tv a raccontare di aver salvato le banche. Ma prima di agire, il governo avrebbe dovuto chiedere alle banche a chi erano in mano le loro obbligazioni subordinate”.
Da questa “improvvida risoluzione” derivano e deriveranno, secondo Paglia, migliaia di casi di mancati rimborsi. Il nodo della questione riguarda infatti i titoli comprati sul ‘mercato secondario’, per i quali non è previsto rimborso. Si tratta di quelle obbligazioni provenienti non dall’emittente originario (Carife nel caso dei propri titoli) ma da qualunque altro investitore. “Renzi era convinto che il mercato secondario fosse una prerogativa dei grandi investitori, mentre è quello a cui tutti noi ci rivolgiamo quando compriamo titoli in banca”. Un equivoco particolarmente preoccupante proprio tra i clienti della banca ferrarese, che più di ogni altra ha proposto l’acquisto congiunto di titoli finanziari (tra coniugi, parenti, soci, etc). Un piccolo dettaglio tecnico porta infatti a conseguenze catastrofiche: quando una delle parti decide di vendere la propria quota, è necessario un rapidissimo passaggio dell’intera obbligazione nel ‘mercato secondario’ (un’operazione informatica di pochi istanti) per perfezionare l’operazione. Di conseguenza, tutte le obbligazioni Carife andate incontro a una singola o anche solo parziale operazione di compravendita non sono oggi rimborsabili.
E’ questo l’argomento su cui fa pressione il deputato di Sinistra italiana, che cercherà per la terza volta in pochi mesi di inserire un emendamento alla legge di bilancio per includere i risparmiatori esclusi nel circuito dei rimborsi. “E’ un impegno che il governo ha preso, ma su cui continua a tacere. Invito anche gli amministratori locali a fare pressione su questo tema, il governo deve inserire almeno una proroga prima della scadenza dei termini, il 3 gennaio”.
Ma che dire, in conclusione, delle sorti di Carife? “Cariparma – afferma Paglia – è stata implorata di farsi carico di queste banche, che le verranno letteralmente regalate, visto che Ubi non è interessata a Carife. Il problema è che Cariparma, nonostante il nome, è francese, di proprietà del Credit Agricole. E finchè non presenterà un vero piano industriale le nostre preoccupazioni per il territorio rimangono immutate”. L’altro problema, ovviamente, sta in quella ingombrante parola pronunciata dal deputato: ‘regalate’. “Ubi e Cariparma – continua Paglia – hanno posto come condizione quella di non pagare neanche un euro. Se così sarà scatterà la clausola di salvaguardia verso Intesa SanPaolo, Unicredit e Ubi, che un anno fa hanno speso 1,6 miliardi per ricapitalizzare le banche puntando a una plusvalenza dopo la vendita degli asset. A ripagare l’intero investimento sarà la Cassa Depositi e Prestiti, cioè i capitali pubblici, per quanto c’è chi si ostini a dire che si tratta di un ente privato. Come epilogo è come minimo da dimissioni del ministro dell’economia”.

Cannabis: i Radicali consegnano alla Camera dei Deputati le firme sulla legge popolare LEGALIZZIAMO!
Radicali Italiani e Associazione Luca Coscioni, promotori di Legalizziamo!, insieme alle altre organizzazioni che sostengono la campagna, consegnano alla Camera dei deputati le 60 mila firme raccolte in sei mesi sulla legge popolare per la legalizzazione della cannabis e la decriminalizzazione dell’uso personale di tutte le sostanze.
Alle ore 11, dirigenti radicali, militanti e volontari si muoveranno in fila indiana, con gli scatoloni pieni di firme, dalla sede radicale di via di Torre Argentina 76 in direzione Montecitorio, dove alle 12 si tiene un comizio/conferenza stampa prima del deposito presso gli uffici della Camera.
Sono presenti, tra gli altri, Riccardo Magi (segretario di Radicali Italiani), Marco Cappato (tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni), Marco Perduca (coordinatore della campagna Legalizziamo), Filomena Gallo (segretario dell’Associazione Luca Coscioni), Antonella Soldo (presidente di Radicali Italiani), Michele Capano (tesoriere di Radicali Italiani), Hassan Bassi (Forum Droghe), Leonardo Fiorentini (FuoriLuogo e Società della Ragione), Andrea Trisciuoglio (La PiantiAmo), Cristina Marino e Luca Marola (coordinamento nazionale e portavoce growshop italiani), Andrea Oleandri (Cild), rappresentanti delle associazioni Antigone e A Buon Diritto, e parlamentari dell’intergruppo cannabis legale.

«Il governo deve difendere quest’azienda»

Carrello della spesa troppo caro? Colpa della Coppia ferrarese
Carrello della spesa troppo caro? Colpa della Coppia ferrarese
Il pane a Ferrara costa quasi il doppio rispetto ad altre città di riferimento
Daniele Oppo per Estense.com
Il carrello della spesa a Ferrara è troppo caro? Colpa principalmente del pane che in città costa quasi il doppio rispetto ad altri capoluoghi di confronto come Parma, Ancona, Novara a Vicenza.
A rivelarlo sono i dati che l’ufficio Statistica del Comune ha consegnato e spiegato alla commissione consiliare richiesta dal consigliere Leonardo Fiorentini (Si) dopo che il confronto sui carrelli della spesa delle diverse città italiane eseguito dal Sole 24 Ore mostrava Ferrara in seconda posizione per il caro prezzi.
Un confronto utile per dare un’indicazione di massima, anche se lo stesso report dell’ufficio comunale ricorda che sia da prendere con le pinze perché usa dati raccolti per finalità che non sono quelle del confronto tra città. “La finalità della rilevazione Istat sui prezzi al consumo – spiegano i tecnici del Comune – è quella di misurare le variazioni temporali dei prezzi (inflazione), per esempio le differenze percentuali da un mese all’altro o da un anno all’altro, e non è costruita per misurare il livello dei prezzi di una città, né tanto meno le differenze da una città all’altra. Infatti per queste ragioni il Ministero stesso (in nota all’Osservatorio dei prezzi che pubblica) sconsiglia l’utilizzo dei dati sui livelli dei prezzi per confronti territoriali e intertemporali”. Le rilevazioni, inoltre, vengono eseguite sui prodotti più venduti nei punti vendita mese per mese e “questo comporta che vengano rilevati prodotti con caratteristiche (marca, varietà, confezione) diverse da una città all’altra e che quindi che i prezzi medi facciano riferimento a prodotti di diversa qualità/marca”.
Prendendo comunque per buona la rilevazione del quotidiano di Confindustria, “si osserva come la spesa media totale di Ferrara – spiega l’ufficio Statistica – sia principalmente determinata dalla spesa per la carne, per il pane e, a seguire, per il prosciutto cotto e il parmigiano. Confrontando la spesa di Ferrara con quella di altre città di simili dimensioni, considerate dal Sole 24ore, notiamo come le maggiori differenze di spesa si verifichino proprio per i prodotti maggiormente acquistati a Ferrara e cioè carne e, soprattutto, pane”.
Già, il pane. Il prezzo medio rilevato a giugno 2016 per un kg di pane è stato di 5,89 euro a Ferrara, 3,12 a Parma, 3,51 ad Ancona, 3,32 a Novara e 2,98 a Vicenza. Uno scostamento molto ampio, di qualche euro anziché di poche decine di centesimi.
Tradotto in consumi, a Ferrara si spende praticamente il doppio per comprare il pane: stimando un consumo medio di 178 kg per famiglia, i ferraresi spendono 1.048 euro all’anno, contro i 555 di Parma, i 624 Ancona, i 590 di Novara e i 530 di Vicenza.
Anche gli altri beni più acquistati (carne, prosciutto cotto e Parmigiano Reggiano) costano in generale un pochino di più rispetto alle città di riferimento, seppure con maggiore variabilità e percentuali decisamente inferiori rispetto al pane, e questo fa sì che effettivamente Ferrara risulti più cara. “Si evidenzia che effettivamente la presenza per Ferrara di alti valori medi dei prezzi rilevati per questi beni (carne, pane, prosciutto cotto e parmigiano reggiano), superiori a quelli di altre città, determina il posizionamento di Ferrara ai vertici della graduatoria del Sole 24ore – spiega l’ufficio Statistica -. In particolare il pane a Vicenza costa la metà. Ad esempio se a Ferrara costasse come a Vicenza ci posizioneremmo al 23esimo posto della classifica del Sole 24ore”.
Ma perché questa enorme differenza? Prova a darne un’interpretazione Fiorentini – che, pur ribadendo la necessità di non dare troppo peso alla classifica de Il Sole 24 Ore per i suoi limiti metodologici – osserva come “l’analisi del nostro ufficio statistica dimostra che anche prendendo per buono paniere e prezzi, vi è in particolare un elemento che fa aumentare notevolmente la spesa locale, e questo è il pane come anch’io avevo supposto vedendo per la prima volta l’inchiesta del quotidiano economico di Confindustria. Visto che peraltro viene acquisito il prezzo del prodotto più venduto in ogni negozio, è evidente che tradizionalmente nella nostra città questo è la coppia ferrarese. Un tipo di pane che ha un prezzo decisamente più alto della media nazionale nella nostra città, ma che ha un prezzo giustificato da un processo artigianale che ha pochi eguali nel nostro paese. Che costa in effetti molto, ma che magari non raggiunge i 178 kg di consumo medio annuo e che certamente non può essere tolto dal paniere del ferrarese”.
Fiorentini tocca infine anche un altro punto: “L’altra questione che poteva influire sui prezzi è una scarsa efficienza del mercato locale: ma – pur aperto ad un confronto sul merito – è un tema che visto quanto detto prima mi convince sempre meno. Sicuramente molto poco per quanto riguarda la costruzione di ‘cartelli’ locali (vista l’ampia presenza di marchi della grande distribuzione in città). Forse un poco di più su quanto la fidelizzazione dei clienti possa influire sull’efficienza del mercato”.

Cena ‘stupefacente’, residenti infuriati: «Noi rispondiamo con un gelato per tutti»

Un “gelato per la legalità” in Gad contro una “cena stupefacente”
La “cena stupefacente” organizzata dal consigliere comunale Leonardo Fiorentini per promuovere la legalizzazione della cannabis non piace a un gruppo di abitanti della zona Gad che hanno scelto di replicare con “un gelato per la legalità” e contro “la beffa” degli antiproibizionisti.
L’evento si terrà il prossimo lunedì 19 settembre in risposta alla “cena stupefacente” organizzata (sempre nella Gad) da Fiorentini.
“Siamo alla beffa – dichiara Andrea Rossi, residente in zona e fra gli organizzatori dell’appuntamento -, perché oltre ad essere quotidianamente in balìa di risse, spaccio e prostituzione, il quartiere è stato scelto come location di una cena per promuovere la legalizzazione degli stupefacenti. Si è superato ogni limite del buon gusto e della decenza”.
Una valutazione condivisa anche da altri abitanti del quartiere che puntano il dito contro l’iniziativa promossa da Fiorentini: “Un componente della maggioranza che impiega le sue migliori energie per irridere con iniziative provocatorie chi vive quotidianamente il degrado ci pare davvero troppo – prosegue Rossi — Tra l’altro l’esponente di Sel (ora di Sinistra Italiana, ndr) presiede, almeno in via teorica, la commissione consiliare per la sicurezza; se questa è la sua visione della sicurezza, c’è da restare allibiti. O stupefatti, per restare al gergo del politico ferrarese”.
Per chi intendesse partecipare, l’appuntamento è presso la gelateria “La Siberiana” di viale IV novembre, lunedì 19, alle ore 21.
“Mi auguro che il gelato sia senza zucchero – replica ironicamente Fiorentini -. Il diabete di tipo 2 fa 20mila morti in Italia, la cannabis finora ne ha fatti zero. È evidente che ci si nasconde con ipocrisia dietro a un dito e si tenta di screditare iniziative che vogliono risolvere il problema dato che cinquant’anni di proibizionismo non lo hanno risolto, anzi, è peggiorato”.

Una cena ‘stupefacente’ «Canapa buona e salutare»

«Mobilità dolce, il Comune non perda il treno del bando»
Fiorentini (sinistra italiana)
«Mobilità dolce, il Comune non perda il treno del bando»
Da La Nuova Ferrara del 18 agosto 2016
Nei giorni scorsi è stato firmato il Decreto sulla mobilità sostenibile che assegnerà 35 milioni di euro (derivanti dal collegato ambientale alla finanziaria 2014) agli enti locali per promuovere forme di spostamento dolce, in particolare nelle città sopra i 100.000 abitanti che hanno sforato i limiti di legge di micropolveri e ossidi di azoto. Leonardo Fiorentini, consigliere comunale indipendente (Sinistra Italiana) ha presentato un’interpellanza per conoscere quale siano le intenzioni dell’amministrazione comunale rispetto al bando che sarà pubblicato nelle prossime settimane: «non sappiamo ancora – commenta Fiorentini – i contenuti precisi del bando, nè quando sarà effettivamente pubblicato, ma i soli 90 giorni a disposizione per presentare progetti rendono necessario che il Comune si attivi immediatamente per selezionare un progetto da candidare». «Il nostro Comune – continua il consigliere comunale – purtroppo è fra quelli che hanno segnato numerosi sforamenti dei limiti di legge rispetto alla qualità dell’aria, non solo per la propria posizione geografica, e la situazione climatica derivante. Occorre prendere di slancio l’opportunità derivante dal Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) che è in via di redazione per fare scelte avanzate in tema di mobilità privata e pubblica». Per Fiorentini «l’occasione di questo bando è ghiotta proprio perché concede al nostro Comune la possibilità di anticipare e accompagnare la fase di redazione e discussione del Pums con azioni, sperimentali e non, di miglioramento della qualità della mobilità cittadina cofinanziate dallo Stato che, una volta inserite in un contesto partecipativo, possono far toccare con mano il miglioramento della qualità della vita dovuto a scelte coraggiose sulla mobilità». «La nostra città è graziata dal fatto che quasi il 30% dei suoi cittadini usa la bicicletta per i propri spostamenti, ma purtroppo il servizio di Trasporto Pubblico Locale è inadeguato e ce ne accorgiamo con la prima pioggia. Va ripensato tutto a partire dall’ottimo lavoro fatto con il quadro conoscitivo collegato alle linee di indirizzo del Pums da poco approvate dalla Giunta comunale. Gli esempi coraggiosi in giro per il mondo (molti in Europa) ormai sono tantissimi. Mi piacerebbe – conclude Fiorentini – che Ferrara fosse presa ad esempio come riferimento nazionale in tema di politiche sulla mobilità».

«Più selezione e formazione per tutte le forze dell’ordine»

I colleghi Cidas: scelta ingiusta. Fiorentini (Si): via la delibera

Caos ambulanze: tutti contro Ausl e Pd
Caos ambulanze: tutti contro Ausl e Pd
Sinistra Italiana, Fratelli d’Italia, Rifondazione Comunista ed M5S al fianco dei rappresentanti dei lavoratori per il ritiro della delibera
Attacchi politici, interpellanze in consiglio comunale e rappresentanti dei dipendenti pubblici in rivolta contro la propria stessa azienda: non manca più nulla ormai nella bagarre scoppiata dopo l’assegnazione da parte dell’Ausl del 50% del servizio ambulanze del 118 a varie associazioni di volontariato della provincia. Una decisione che ha fatto risparmiare all’azienda circa 200mila euro, a scapito però dei lavoratori della cooperativa Cidas (esclusa in quanto non è associazione di volontariato) e che secondo sindacati e partiti di opposizione potrebbe innescare una pericolosa deriva nel mondo dei servizi pubblici, con il rischio di una dequalificazione di mansioni ad altra responsabilità o di favorire nuove sacche di lavoro nero.
E infatti a levare gli scudi al presidio permanente in piazza Savonarola oggi non sono solo i lavoratori della Cidas, le cui rappresentanze sindacali si dichiarano “contrarie a questa deriva che sta vedendo la sostituzione di posti di lavoro contrattualizzati e occupati da professionisti, con un volontariato che, in questa occasione, si trova in contrasto con i suoi valori originari”. Secondo i rappresentanti della Cidas “il volontariato deve avere una funzione integrativa e di supporto e non sostitutiva” e “deve essere un valore aggiunto, crediamo nel volontariato vero e gratuito”.
Al loro fianco si schierano infatti anche le rappresentanze sindacali di Ausl e ospedale Sant’Anna, che dichiarano “l’assoluto disaccordo” con la decisione della propria azienda. “Non si può gestire un servizio sanitario così importante per la collettività – affermano i dipendenti delle due aziende sanitarie provinciali – senza l’apporto essenziale di professionisti formati”. L’emergenza infatti “esula dalle prestazioni che possono garantire le associazioni di volontariato senza avere alle loro dipendenze del personale formato e che lo svolge da lavoratore professionista. Da cittadini e da rappresentanti dei lavoratori della Sanità Pubblica chiediamo che venga ritirata la delibera”. Anche le rsu delle aziende pubbliche pongono l’accento su “questa deriva ideologica” che “ci preoccupa soprattutto perché apre la possibilità alla esternalizzazione e alla denaturazione dei servizi sanitari la cui essenzialità e per noi un fatto imprescindibile”.
Sul fronte politico, è il consigliere comunale eletto nelle liste di Sel (ora Sinistra Italiana) Leonardo Fiorentini a depositare la prima interpellanza ufficiale, in cui chiede alla giunta del sindaco Tiziano Tagliani di intervenire affinché la delibera Ausl venga ritirata e la Regione modifichi il “discutibile orientamento” che attualmente equipara associazioni di volontariato a personale interno e ditte specializzate e sul quale di conseguenza poggia la decisione dell’Ausl. Anche Fiorentini sottolinea le contraddizioni contenute nel ‘rassicurante’ comunicato stampa pubblicato in cui l’Ausl sosteneva che “è stato ribadito il ruolo del volontariato, confinato alla sola attività di trasporto infermi […] mentre non è in nessun modo prevista alcuna forma diversa di gestione, per quanto attiene qualsiasi altro servizio”. “Anche con la lettura reiterata della precisazione – afferma Fiorentini – le intenzioni della dichiarazione non risultano chiare”. E infatti il consigliere termina chiedendo lumi alla giunta su “quali siano i “’qualsiasi altri servizi’ in ambito di trasporto sanitario affidati a cooperative o soggetti esterni”.
Anche Fratelli d’Italia scende in campo con il proprio portavoce Paolo Spath (che è anche medico al Sant’Anna)secondo cui “la sanità deve essere dei professionisti” e “la salute e soprattutto la gestione delle emergenze è qualcosa di delicato che richiede costante allenamento, grande preparazione, mezzi adeguati”, anche a “garanzia del servizio migliore per i pazienti e per i lavoratori stessi”. Spath specifica che “i volontari sanitari, quelli veri, svolgono una mansione di solidarietà e di supporto importante e spesso imprescindibile”, ma che “esistono differenze di ruoli e di mansioni, che devono essere chiaramente specificate e stabilite dalla Regione che non può venire meno al proprio ruolo di legislazione: questo lo pretendiamo per non fare confusione e per dare il miglior servizio possibile alla salute di tutti. E la logica non può essere quella del risparmio, a tutti i costi. Ma serve innanzitutto rispetto reciproco tra chi poi sul campo (sia un medico, un infermiere, un Oss un autista, un volontario, un dipendente, un libero professionista o una strutturato), senza distinzioni ed etichette, nel momento in cui va a soccorrere, ad aiutare o a trasportare un paziente è un ‘collega’”.
Dello stesso avviso anche Stefania Soriani di Rifondazione Comunista, che sottolinea in particolare il rischio di favorire il lavoro irregolare: “Esiste una sostanziale differenza tra un’impresa ed un’associazione, la prima investe nel miglioramento del servizio, la seconda può solo fungere da supporto. Il volontariato è un’ottima risorsa con condivisibili finalità, purchè non vada a discapito del lavoro di professionisti correttamente retribuiti, a favore di più economici “rimborsi spese”, che non possono che favorire il lavoro nero; il tutto per contenere i costi in un’ottica di “efficienza del bilancio”. In poche parole il risparmio al posto della salvaguardia della salute nell’essere umano; tramite l’affido in questo caso, di un soccorso d’emergenza ad un autista generico che presumibilmente svolgerà tale attività come complementare, dopo ore di lavoro regolare”. Secondo la Soriani, la decisione dell’Ausl rientra in un contesto più ampio di depotenziamento dei servizi pubblici: “Ovviamente non si tratta di un caso isolato nella regione, o a livello nazionale, è tutto all’interno della più generale “azione di scure” di inaccettabili tagli, che si stanno abbattendo sulla sanità, quale convenienza economica anche nel caso delle emergenze più gravi, l’arrivo di soccorso qualificato in pochi minuti, infatti può essere decisivo per salvare una vita. Una sanità pubblica che invece dovrebbe essere rilanciata, a dispetto delle ricette di BCE e Confindustria, che continuano l’offensiva della loro lotta di classe scaricando sulle categorie più deboli gli effetti nefasti della crisi capitalistica. Si tratta di un’esplicita manovra del governo volta a smantellare definitivamente il servizio pubblico per favorire nuove privatizzazioni, motivate come lotta agli sprechi”.
Ancora più duro Vittorio Ferraresi del Movimento 5 Stelle, secondo cui per il Partito Democratico “la logica economica è la musa ispiratrice di tutte le sue scelte politiche, anche quando di mezzo c’è il discrimine tra vivere e morire. In provincia di Ferrara si sta applicando la circolare regionale che indica come “prioritario” l’affidamento ad associazioni di volontariato del servizio di soccorso e trasporto delle ambulanze. Ambulanze senza medici e con personale che viene dal volontariato, motivato esplicitamente con l’esigenza di contenere i costi. Riteniamo tutto il percorso intrapreso dalla Regione E.R. in materia sanitaria, ed ancor di più in merito all’emergenza/urgenza, scellerato, irresponsabile, cinico – conclude Ferraresi – ogni ricaduta negativa che avrà sul diritto alla salute dei cittadini è responsabilità di chi ha voluto fare queste scelte, naturalmente sotto l’aspetto politico ma eventualmente anche nei suoi risvolti penali”.

“Formare le forze dell’ordine alla nonviolenza”
“Formare le forze dell’ordine alla nonviolenza”
Incontro in Gad con Daniele Lugli e Leonardo Fiorentini: “In Italia siamo molto indietro”
Articolo di Federica Pezzoli da Estense.com
Come approcciare il tema della nonviolenza rispetto al quotidiano esercizio del proprio dovere da parte delle forze dell’ordine? Quale può essere il contributo della nonviolenza nella formazione e nell’azione di chi, per legge, ha il monopolio dell’uso della forza per la difesa dei cittadini e il mantenimento dell’ordine pubblico? Un tema senza facili soluzioni quello affrontato da Leonardo Fiorentini, consigliere comunale di Sinistra Italiana, e Daniele Lugli, presidente emerito del Movimento Nonviolento, che martedì sera hanno presentato “Nonviolenza e Forze dell’Ordine” – l’ultimo numero della rivista Azione Nonviolenta – in una delle zone più difficili della città: il quartiere Gad.
Lugli ha più volte richiamato i temi della responsabilità e della delicatezza della funzione delle forze dell’ordine nella nostra società: “Chi per legge ha il monopolio della forza nei confronti dei cittadini ha un compito estremamente delicato”. Per questo i componenti delle forze di polizia “dovrebbero essere scelti e selezionati secondo determinati criteri e dovrebbero avere una formazione specifica”. Purtroppo però in Italia “siamo molto indietro su questi temi”, come scrive su “Nonviolenza e Forze dell’Ordine” lo stesso direttore della scuola Allievi di Polizia di Peschiera del Garda Giampaolo Trevisi. “Spesso le persone che entrano in polizia vengono da un’esperienza militare”, continua Lugli, ma di fronte non hanno più nemici da combattere, bensì cittadini oppure persone che sono “colpevoli di reati che qualcun altro dovrà giudicare”. Ecco un altro nodo fondamentale: “L’appropriatezza dell’intervento” e proprio qui la nonviolenza può dare il proprio contributo perché “riporta l’attenzione sui mezzi utilizzati rispetto al fine che si persegue”, spiega Daniele Lugli e cita l’esperienza di formazione alla non violenza e alla gestione dei conflitti di Andrea Cozzo docente di “Teoria e pratica della nonviolenza” presso l’Università di Palermo con alcuni corpi delle forze dell’ordine in Sicilia e non solo. “Chi ha la responsabilità di intervenire sugli altri cittadini per mantenere l’ordine pubblico, ha bisogno, necessità e diritto di essere formato” per capire come agire nei diversi contesti, il problema è che la formazione degli agenti costa, conclude Lugli: un aspetto più volte evidenziato anche dal Silp e da altre sigle sindacali dei lavoratori di polizia.
Infine, secondo il presidente emerito del Movimento Nonviolento, ci sarebbe bisogno di “un cambiamento nel rapporto delle forze dell’ordine con le persone e delle persone con le forze dell’ordine”. Lugli, infatti, non ha risparmiato critiche a chi pensa che scendere per le strade a manifestare significhi provocare i poliziotti e compiere atti vandalici: “noi non crediamo che le manifestazioni si facciano incendiando le auto o danneggiando vetrine e bancomat; manifestare significa esprimere e rendere manifesta la propria opinione”. Entrambi, cittadini e componenti delle forze dell’ordine, dovrebbero “addestrarsi alla nonviolenza”.
Non poteva mancare una riflessione su “l’ennesimo rinvio dell’introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento”, come ha sottolineato il consigliere Fiorentini: molte forze politiche lo considerano “un attacco alle forze dell’ordine, secondo me facendo torto alle forze dell’ordine stesse”. Per Daniele Lugli “sembra assurdo che proprio nel nostro paese non sia ancora stato riconosciuto questo reato, che viene sancito già nella Costituzione”, che all’articolo 13 e all’articolo 27 recita rispettivamente: “E’ punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà” e “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte”.
Fiorentini: “Bergamini come Donald Trump: un muro tra Ferrara e Bondeno”
Fiorentini: “Bergamini come Donald Trump: un muro tra Ferrara e Bondeno”
Il consigliere di Sinistra Italiana attacca il sindaco bondenese, che rilancia proponendo un albo degli imam sul territorio
“Un muro e un fossato tra Ferrara e Bondeno, ma solo per tenere fuori da Ferrara chi la pensa come Bergamini”: non può che essere una provocazione quella lanciata dal consigliere comunale di Sinistra Italiana Leonardo Fiorentini, che però rende molto bene l’idea della spaccatura sempre più incolmabile tra destra e sinistra in tema di immigrazione. Fiorentini infatti replica con sdegno e sarcasmo alla presa di posizione del sindaco di Bondeno, che mercoledì lamentava il fatto che alcuni richiedenti asilo ospitati dal Comune di Ferrara nell’agriturismo La Spagnolina (vicino al confine tra i due comuni) sono stati avvistati nel territorio bondenese.
Fiorentini si dice “esterefatto” dalle dichiarazioni di Bergamini, che affermava di aver ricevuto segnalazioni della presenza dei richiedenti asilo “nelle strade e nelle proprietà private degli agricoltori, in via Saccona e aree limitrofe. Non vogliamo che immigrati, potenziali clandestini, circolino sul suolo comunale, per una questione di sicurezza. È assurdo che si lasci circolare gente che ha un passato fantasma, tanto più in questi tempi. Poiché gli stranieri ospitati hanno la tendenza a gravitare sul territorio di Bondeno, per vicinanza territoriale, chiediamo alle autorità competenti di predisporre un servizio di controllo e di tenerli alla larga dai confini del nostro Comune”.
Proprio per ‘esaudire’ il desiderio del sindaco leghista, Fiorentini lancia la propria proposta-provocazione. Secondo il consigliere ferrarese eletto nelle liste di Sel le parole di Bergamini, “pronunciate da chi ogni anno celebra l’invasione (vera) della pianura padana da parte delle popolazioni celtiche, farebbero quasi tenerezza. È però un sindaco a esprimersi. E, in quanto sindaco leghista, evidentemente ormai allineato alla linea “trumpiana” dei muri e dei fossati, anche ai confini comunali. Visto come siamo messi, contraddicendo tutte le mie passate convinzioni, c’è quasi da farci un pensierino al muro e al fossato fra Ferrara e Bondeno: ma – sia chiaro – solo per tenere fuori da Ferrara chi la pensa come Bergamini. Magari il sindaco Tagliani potrebbe preparare un bel preventivo, da sottoporre al sindaco confinante per il finanziamento”.
Nel frattempo il sindaco di Bondeno non arretra di un millimetro e rilancia con una nuova proposta: un albo degli imam musulmani che predicano sul territorio che consenta di individuare chi predica dottrine estremiste all’interno della religione islamica. “Da nostre fonti – afferma Bergamini – risulta che imam provenienti da fuori Bondeno vengano a predicare al centro culturale islamico di via Goldoni. Intendo quindi rivolgermi al prefetto per sapere nomi e profilo dei predicatori che vengono nel nostro territorio. Alla luce degli allarmanti fatti di cronaca accaduti in diverse parti d’Europa non possiamo non sapere come venga ‘inculcato’ il Corano ai musulmani residenti”.
Bergamini invita quindi la prefettura “a imporre un registro provinciale degli imam presenti sul territorio, con relativi profili, anche ‘dottrinali’, e con l’indicazione del loro ‘curriculum religioso’. In un clima di allarmente emulazione del fanatismo religioso non solo gli inquirenti, a cui va la nostra massima fiducia, ma tutte le autorità devono essere a conoscenza della presenza di potenziali predicatori d’odio sul territorio. Libertà e democrazia che l’Occidente ha conquistato nel corso degli anni, col sacrificio dei suoi padri, non devono essere alibi per importare fanatismo e odio. Far valere i valori di libertà e democrazia è lottare affinché questi non sfocino nel loro contrario. Invito quindi gli islamici presenti nel nostro Comune a denunciare al sottoscritto eventuali atteggiamenti di intolleranza religiosa o fanatismo ad opera dei loro correligionari”.

Gad e le altre, per anni si è allentata la morsa sullo spaccio
Gad e le altre, per anni si è allentata la morsa sullo spaccio
L’anno scorso registrato il numero più basso di denunce dal 2004. L’interrogazione di Fiorentini (Si)
Un picco nel 2011 e da lì un trend in discesa tanto che nel 2015 si sarebbe registrato il dato più basso da 11 anni.
Parliamo dei reati legati alla produzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti denunciati a Ferrara nel corso degli ultimi anni, che fanno sorgere qualche domanda su come si sia svolta l’attività di contrasto al narcotraffico.
L’occasione nasce da un’interrogazione del consigliere comunale di Sì Leonardo Fiorentini che, dai dati in suo possesso (e di cui chiede conferma della veridicità), ha notato un calo vertiginoso delle denunce all’autorità giudiziaria (quindi non parliamo di semplici segnalazioni) per questo tipo di reati tra 2014 e 2015. Percentuali a doppia cifra: -43%, in numeri assoluti 86 denunce nel 2014 contro le 49 del 2015. Scendendo nel particolare, Fiorentini segnala come per il reato di spaccio “le denunce sarebbero scese da 63 del 2014 a 34 nel 2015 (-46%) mentre quelle per produzione e traffico sarebbero passate da 6 a 2 e quelle per associazione per spaccio di stupefacenti salite da 0 a 2”.
“Il dato – sottolinea il consigliere – risulta in deciso disallineamento anche con gli anni precedenti” e, continua più avanti nell’interrogazione, “non solo non pare coincidere con una diminuzione delle attività illecite legate agli stupefacenti, in particolare nel quartiere Giardino, ma si discosta sensibilmente anche rispetto al calo pur registrato a livello nazionale delle segnalazioni all’autorità giudiziaria per gli stessi reati (-6% sul totale, – 5% per art. 73 (che punisce il possesso, la coltivazione, la fabbricazione e il commercio di stupefacenti, ndr)) per cui non può essere attribuito alle modifiche nella legislazione a seguito della sentenza della Corte Costituzionale di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi, emessa peraltro nei primi mesi del 2014”.
Fiorentini – che caldeggia un “regolamentazione legale della cannabis” come strumento per contrastare il narcotraffico e liberare le strade dagli spacciatori, oltre che risorse per fronteggiare reati ancora più gravi – chiede all’amministrazione comunale di confermare i dati in suo possesso e, in caso affermativo “quali siano le motivazioni della diminuzione dei reati legati agli stupefacenti addotte dalle autorità preposte in seno al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza”.
In attesa di conoscere le risposte dell’Amministrazione comunale, ci possono comunque aiutare i dati del servizio statistiche proprio relativi ai reati denunciati all’autorità giudiziaria e vederli in una serie storica di dieci anni, dal 2004 al 2014.
Come dicevamo in apertura, e come mostra il grafico interattivo elaborato dai tecnici del Comune, negli ultimi anni c’è stato un picco di denunce in materia di stupefacenti nel 2011 (102 in totale, 73 per spaccio, il punto massimo è stato nel 2008: 110) e da lì è iniziato un trend in calo: nel 2012 le denunce sono state 81 (di cui 62 per spaccio), nel 2013 sono scese ancora di più, fino a 74 (51 per spaccio) – secondo minimo storico in 10 anni – per poi risalire a 86 nel 2014 (63 per spaccio). Se i dati di Fiorentini venissero confermati, le 49 denunce totali del 2015 sarebbero il minimo storico assoluto dal 2004 (quando furono 54), un calo di oltre il 50% rispetto al 2011.
C’è da dire che – dopo la recrudescenza dei reati legati alla micro-criminalità – la reazione delle forze dell’ordine registrata a partire dai primi mesi del 2016 porterà a una probabile risalita di tali numeri.
Visto che a livello nazionale – come emerge dal Libro Bianco sulle droghe 2016, con i dati ministeriali – le operazioni di polizia sono quasi al 50% mirate sui cannabinoidi, Fiorentini chiede di avere anche i dati disaggregati per tipo di droga e capire così quale sia la composizione del mercato degli stupefacenti a Ferrara.
I dati analizzati ovviamente raccontano un lato della storia, quello numerico delle denunce. Che è rilevante in sé ma che non ci racconta cosa ci sia dietro: i quantitativi di droga sequestrati, i soggetti denunciati e la loro importanza nel mondo del narcotraffico che gravita nella città, la porzione di mercato nero colpita e i suoi eventuali effetti.
Ma anche se visti così, nudi e crudi, quei dati possono forse aiutare a capire almeno uno dei motivi per cui – come sottolinea Fiorentini in apertura dell’interrogazione – “negli ultimi mesi in città abbiamo assistito a un innalzamento della visibilità dei reati, del livello criminale e dell’attenzione mediatica in particolare all’interno del quartiere giardino, ed in particolare per quello che riguardo lo spaccio di sostanze stupefacenti”, in una situazione in cui tali tipi di reati “difficilmente vengono denunciati da una ‘vittima’ o da persona coinvolta, bensì – al netto delle denunce di eventuali testimoni oculari esterni – è più spesso frutto di attività di controllo del territorio e di indagine da parte delle Forze dell’Ordine”.

Legalizzare con successo. L’esperienza americana sulla cannabis
Presentazione del libro di Luca Marola “Legalizzare con successo. L’esperienza americana sulla cannabis”
Presente il curatore Luca Marola.
Presenta Leonardo Fiorentini, Direttore di Fuoriluogo e consigliere comunale.
L’evento è organizzato nell’ambito della Campagna Legalizziamo! per la raccolta di firme a sostegno della legge di iniziativa popolare per la regolamentazione legale della cannabis.