
Barricate sulle distese. Ma la delibera passa
Barricate sulle distese. Ma la delibera passa
Le opposizioni hanno chiesto senza successo di rimandare la discussione Bova (Fc) difende il “suo” assessore Serra: «Minoranze con zero argomenti» Matteo Fornasini (Fi) Metodo sbagliato, delibera sbagliata, fermiamoci per discutere i numerosi emendamenti e riscrivere il provvedimento
Le opposizioni hanno chiesto senza successo di rimandare la discussione Bova (Fc) difende il “suo” assessore Serra: «Minoranze con zero argomenti» Matteo Fornasini (Fi) Metodo sbagliato, delibera sbagliata, fermiamoci per discutere i numerosi emendamenti e riscrivere il provvedimento
Da La Nuova Ferrara del 15/03/2016 ed. Nazionale p. 12 di Marcello Pradarelli
Le distese sono diventate barricate attorno alle quali si è combattuta in consiglio comunale una breve battaglia dall’esito scontato. Il copione era scritto, le prove generali si erano già svolte il 10 marzo in commissione. Forza Italia, con Matteo Fornasini e Vittorio Anselmi, aveva chiesto invano all’assessore al commercio Roberto Serra di ritirare la delibera sul nuovo Regolamento per l’occupazione del suolo pubblico. Serra aveva declinato l’invito e la commissione, a maggioranza, aveva dato il via libera per portare la delibera in consiglio comunale. Prima del consiglio comunale il presidente del consiglio comunale Girolamo Calò ha convocato la riunione dei capigruppo per dare un’occhiata insieme agli emendamenti e consentire a Serra di dare ulteriori delucidazioni sulla delibera. Essendo indaffarati a erigere le barricate i capigruppo delle opposizioni hanno snobbato la “capigruppo” ad eccezione di Francesco Rendine (Gol), che però si è fatto vivo solo per chiedere a Serra di soprassedere. Poi, in aula, ognuno ha recitato pubblicamente la propria parte. Ad ascoltare poca gente, qualche esponente di associazioni, una nutrita rappresentanza di Ascom, e il leghista Nicola “Naomo” Lodi, che forse si aspettava fuoco e fiamme sugli Specchi , ma l’argomento non era all’ordfine del giorno e non c’è entrato nemmeno di straforo, per cui ha dovuto sorbirsi unicamente scaramucce sui tavolini da piazzare fuori dai negozi. Fornasini ha reiterato l’attacco mosso in commissione quattro giorni fa: delibera sbagliata, metodo sbagliato in quanto «l’assessore non ha consultato le associazioni di categoria. C’era un solo modo secondo Fornasini per sanare il tutto: sospendere la delibera e dare il tempo necessario ai consiglieri per approfondire «i numerosi emendamenti» ed eventuali altre proposte migliorative. Duro ma garbato. Dura e sarcastica la replica dal capogruppo del Pd Luigi Vitellio: «Se venivate alla riunione dei capogruppo avreste avuto tutti i chiarimenti, ma non siete venuti, mi dispiace. Quanto al metodo, quando vincerete voi le elezioni vedremo…». Duro e risentito Rendine: «Vitellio sia meno prepotente». Duro e infiammato l’intervento di Ilaria Morghen, capogruppo M5S: «Un metodo dispotico, una delibera demenziale fatta da burocrati». Serra? «Un assessore sfiduciato dalle categorie di cui dovrebbe essere servitore. Ci sono errori di procedura e la delibera presenta aspetti di illegittimità». Non ha chiesto che la delibera fosse messa al rogo, ma ha indotto il presidente Calò a intervenire per raffreddare il clima: «È stata la commissione a decidere di portare la delibera in consiglio…». Leonardo Fiorentini (Sel) concorda: «Non ci sono stati errori di procedura, c’è stato un difetto di metodo di cui Serra si è scusato in commissione». Troppa calma, ci pensa Paolo Spath (Fdi) a rinfocolare l’ambiente attaccando Calò reo di aver convocato la “capigruppo” e di non aver risposto alle mail dei gruppi di minoranza che invocavano la sospensione: «Siamo in presenza di un corto circuito istituzionale». Chiude Alberto Bova (Ferrara Concreta), duro, quasi spietato con i fustigatori del “suo” assessore Serra: «L’ignoranza regna in questo dibattito. La commissione ha deciso, punto e basta. La capigruppo è stata un eccesso di zelo, un atto di cortesia, fosse stato per me non l’avrei fatta. E se non vi piacciono i contenuti della delibera presentate degli emendamenti se avete degli argomenti, ma voi siete zero». Ovviamente la richiesta sospensione è stata bocciata. Spath è uscito dall’aula confidando il perché: non partecipo più a questa discussione. Alle 19, un paio d’ore dopo, è potuto rientrare. La delibera delle distese era stata appena approvata con 21 sì (Pd, Sel, Fc) e 11 no (M5S, Gol, Lega, Fi). Nel frattempo erano stati approvati gli emendamenti del Pd (li ha illustrati Alessandro Talmelli) e i due emendamenti di Tagliani, alcuni dei quali hanno accolto le osservazioni e le proposte venute da Ascom (e Confesercenti), associazioni rimaste inizialmente spiazzate da una delibera sulla quale avrebbero voluto essere ascoltate tempestivamente. Serra ha ribadito che il Regolamento interviene su norme già operative anche a Ferrara dal 2012, che sulla base di leggi nazionali e regionali consentono anche a laboratori artigiani di piazzare dei tavolini fuori dalla bottega. Ha riconosciuto che la concertazione «è stata fatta in tempi stretti», ma a suo avviso l’ultima settimana ha consentito di recuperare: «Ho avuto grande collaborazione da quasi tutte le associazioni di categoria – ha detto l’assessore – e credo che alla fine si sia trovato un buon punto di equilibrio grazie al lavoro dei consiglieri comunali e delle stesse associazioni. Le nuove regole sono state scritte per avere una città più viva, per dare alle imprese una chance in più per vivere, fare reddito, creare occupazione».