• «Cara Regione, Ferrara non vuole le trivelle»

     «Cara Regione, Ferrara non vuole le trivelle»
    Pd, Sel e Ferrara Concreta chiedono alla giunta regionale di pronunciarsi
    «C’è il forte rischio di subsidenza, stop alla ricerca di idrocarburi»

    Cara Regione trova il modo di non far trivellare il suolo ferrarese a chi cerca metano o altri idrocarburi. Questo il senso dell’ordine del giorno che Pd, Sel e Ferrara Concreta presenteranno nel prossimo consiglio comunale. L’ostilità della centrosinistra alle trivellazioni non è nuova: già in ottobre era stato approvato (votò a favore anche M5S, si astennero Lega. Fdi, Fi e Gol) un documento analogo, ma non così esplicito. In ottobre sotto tiro finì soprattutto l’articolo 35 dello Sblocca Italia che regola l’attività gli inceneritori e venne citato anche l’articolo 38 relativo alle trivellazioni: la richiesta era quella che a decidere su materie così delicate sul piano ambientale non fossero i ministeri, ma anche le Regiioni e i territori interessati. Qualcosa è stato modificato, le Regioni vanno ascoltate prima di passare alle vie di fatto, Ma al centrosinistra ferrarese questa rassicurazione non basta. Vogliono che una parola chiara «rispetto all’attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nel nostro territorio» la dica la Regione sollecitata «a prendere posizione in merito». Ieri l’odg firmato da 17 consiglieri, è stato illustrato alla stampa da Renato Finco (Pd), Leonardo Fiorentini (Sel) e Alberto Bova (Ferrara Concreta). «Siamo molto preoccupati per i rischi legati alla subsidenza»- ha detto Finco -, il quale rinvia al mittente le rassicurazioni di Assomineraria circa la mancanza di nesso causale fra trivellazioni e terremoto: «Ma qui il problema è l’abbassamento del suolo» una questione che ha rilevanza per la sicurezza, l’ambiente e per l’economia agricola. Non a caso l’odg richiama i timori più volte manifestati dal Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara. Per Fiorentini «la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi sono cose che appartengono al passato». La stessa Europa – aggiunge – «ci dice di puntare sulle fonti rinnovabili come il solare e l’idroelettrico, per cui non ha senso andare a raschiare il barile, puntando su fonti energetiche come gli idrocarburi che sono anche responsabili dell’effetto serra». Bova fa leva sul principio di cautela: «La verità in tasca non l’ha nessuno su questi temi, ma l’eventualità che sfruttando il sottosuolo si provochino danni permanenti al territorio è alta e tanto basta. Svantaggi e rischi sono troppo grandi rispetto ai piccoli benefici». Alla Regione Emilia Romagna si chiede di prendere posizione anche sul rigassificatore veneto di Porto Levante «per quanto concerne l’impatto sull’ecosistema marino dell’Alto Adriatico».(m.p.)

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