
Consiglio, con gli escamotage boom di gettoni
Consiglio, con gli escamotage boom di gettoni
Sedute più brevi, Commissioni congiunte. E invece di ridursi la spesa si impenna.Aggirata la legge che mirava al risparmio: a fine 2016 quasi il doppio del passato
Sedute più brevi, Commissioni congiunte. E invece di ridursi la spesa si impenna.Aggirata la legge che mirava al risparmio: a fine 2016 quasi il doppio del passato
QN – Il Resto del Carlino del 23/11/2015 ed. Ferrara p. 5
SONO i consiglieri dell’attuale legislatura (sindaco compreso, che non percepisce gettoni di presenza): sono 8 in meno rispetto al passato Il Consiglio comunale. Nel riquadro il presidente Girolamo Calò (foto Businesspress) E’ LA STIMA a fine novembre (a luglio erano già stati liquidati 77.255 euro): nel 2013 erano stati spesi in tutto 57.920 euro, nel 2012 64.449 euro. SEDUTE più corte, commissioni ‘congiunte’, gettoni più ricchi. Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, a Ferrara il nuovo miracolo riguarda invece i costi della politica. Poco importa che in Comune, come nelle altre amministrazioni d’Italia, sia calato il numero dei consiglieri; questo avrebbe dovuto far calare le spese, si registra invece un aumento considerevole delle indennità di presenza erogate agli esponenti dei singoli partiti, senza eccezione alcuna. L’incremento riguarda sia le sedute di Consiglio che quelle delle Commissioni: a fine anno, sarà superato il tetto dei 100mila euro per le sole sedute di Consiglio, una somma considerevole – e in qualche modo sospetta – se raffrontata agli anni precedenti. Quando peraltro i consiglieri, invece che 32 come stabilito per legge, erano addirittura 40. La stessa escalation, come vedremo dati alla mano, riguarda anche le sedute di Commissione: a fine luglio 2015, sommando tutte le presenze dei componenti, erano già stati erogati ben 1241 ‘gettoni’, per un totale di 55.845 euro (per ciascuna presenza il consigliere riceve 45 euro). Il recordman di assiduità è il leghista Giovanni Cavicchi, con 82 sedute, davanti a Leonardo Fiorentini di Sel e Francesco Rendine di Gol, appaiati a 78 presenze. Il primo esponente del Pd, fermo a 67 sedute, è Vito Guzzinati. MA È PER IL CONSIGLIO, come detto, che la spesa ha destato stupore negli uffici: a fine luglio l’ammontare dei gettoni aveva già toccato 77.255 euro, una somma di molto superiore a quanto liquidato negli interi anni precedenti, quando come detto c’era il 30% di consiglieri in più. Il raffronto è impietoso: si va dai 66.792 euro del 2014 ai 57.920 del 2013; nel 2012 la spesa complessiva era stata di 64.449 euro, nel 2011 di 85.708 euro. Tornando all’anno in corso, considerando che dopo la ripresa estiva sono già state svolte sette sedute – comprendendo quella in programma oggi -, e che ciascuna comporta in media una spesa di 2400 euro in ‘gettoni’ di presenza, e sommando poi la previsione della ‘maratona’ di fine anno sul bilancio, si arriva al record assoluto. UN RECORD imbarazzante. Perchè a fronte di leggi e proclami sulla riduzione dei costi della politica (che non hanno riguardato l’ammontare del gettone, che per il Consiglio resta fissato in 83,70 euro a seduta), si sono trovati gli escamotage: in pratica basta fare riunioni più corte, o dilatare la presentazione di delibere e ordini del giorno, ed ecco che le indennità si fanno più pingui. Per le commissioni, invece, vengono indette le riunioni ‘congiunte’: in discussione c’è l’identico argomento, ma il numero dei consiglieri raddoppia. Nessuno, va detto, si arricchisce con i proventi dei gettoni (lo stakanovista Giovanni Cavicchi della Lega Nord, imbattuto dal 2011, a fine luglio aveva percepito 6368 euro tra Consigli e commissioni): ma è scattato l’allarme rosso, e non si esclude un intervento di carattere politico nei confronti del presidente del Consiglio Girolamo Calò, e dei capigruppo. IL SINDACO Tiziano Tagliani per il momento non si esprime: «Rispetto le prerogative istituzionali del presidente e della conferenza dei capigruppo». C’è però chi ipotizza un richiamo etico, perchè si torni all’antica prassi di concentrare un maggior numero di pratiche nelle sedute, per ridurne il numero (risparmiando di riflesso anche sui costi del personale, dai messi ai vigili urbani, di supporto al Consiglio): a costo, come avveniva in passato, di proseguire i lavori fino alla tarda serata. Adesso invece, in genere tra le 19 e le 20 – ora in cui è stato comunque istituzionalizzato il ‘rompete le righe’ – la seduta ha termine. Ed il ‘gettonometro’ continua a girare, senza che nessun partito abbia trovato alcunché da eccepire. Stefano Lolli