
Ferrara, cento anni dopo le catenelle davanti al Duomo
Ferrara, cento anni dopo le catenelle davanti al Duomo
Modonesi: «Ma non abbiamo fretta, prima scuole e asfalto. Cosa succede a chi le scavalcherà? Non ci abbiamo pensato» di Marcello Pradarelli
FERRARA. La partita delle notturne catenelle davanti al duomo se la deve giocare Aldo Modonesi su due versanti: da assessore ai lavori pubblici per l’opera da realizzare (piantumazione di alcuni radi fittoni sui quali appendere le catenelle) e da assessore alla sicurezza urbana (annessi e connessi servono a salvaguardare l’incolumità artistico-religiosa della cattedrale). Ma potrebbe essere coinvolto anche come assessore alla mobilità delle catenelle: ci vorrà pur qualcuno che stabilisca a chi tocca tendere di notte e rimuovere di giorno l’effimera barriera che separa il sacro dal profano.
Assessore, chi ha preparato il progetto e quando l’avete inviato alla Soprintendenza?
L’architetto Angela Ghiglione ha predisposto alcuni mesi fa il progetto. È una soluzione molto semplice che ricalca quella anteriore al 1924. Si tratta quindi di ripristinare una situazione, una condizione di rispetto del sagrato che in vigore già negli anni Venti. A febbraio abbiamo inviato il progetto alla Soprintendenza per una valutazione.
E la risposta è stata positiva. Siete autorizzati.
Sì, la risposta è arrivata alcune settimane fa. Poche righe in cui si dice che, visto il progetto e il consenso rilasciato della Diocesi, si autorizza il Comune a procedere.
Come dobbiamo immaginare la concatezione?
Già oggi ai lati del duomo su via Adelardi e su piazza Trento Trieste vi sono delle catenelle fissate ai fittoni, si tratta di prosegure sistemando altri 6 fittoni davanti al sagrato.
Quanto costerà?
Non abbiamo quantificato, ma poche migliaia di euro, parte del materiale l’abbiamo già in magazzino.
Tempi?
Non subito. E’ uno degli interventi messi in cantiere, ma le nostre priorità ora sono riasfaltare le strade e sistemare le scuole.
Ma a catenelle installate, se qualcuno le dovesse scavalcare cosa gli succederebbe?
Mi prende alla sprovvista. Diciamo che entra in un’area privata…
Ma anche di giorno quella è un’area privata che però può essere calpestata senza temere conseguenze, Avete immaginato sanzioni per la notte?
No, non si è parlato di questi aspetti. Le catenelle sono, come dire, un segno che serve a delimitare spazi con funzioni diverse, di qua la piazza a uso pubblico, di là il sagrato che dà accesso a un luogo di culto. Ma se si decidesse di vigilare su chi sconfina potremmo sempre metterci d’accordo Comune, Diocesi e Nuova Ferrara e fare i turni per sorvegliare dall’alto: il vescovo dai suoi appartamenti, noi dal balconcino della Sala Arengo e voi dalle finestre della redazione.
Perchè avete sposato questa soluzione?
Perché è una soluzione leggera, non a caso era già stata adottata in passato, che invita al rispetto di un ambito religioso. Nessuno di noi ha mai pensato, nemmeno lontanamente, a erigere barriere, a mettere cancellate o balaustre.
Ma ha senso chiudere, sia pure, in modo soft, lo spazio davanti al duomo?
Ha il senso che le ho descritto prima, c’era la necessità di dare una forma di tutela a un’area di fronte alla cattedrale. In fondo di notte anche il Castello è chiuso, anche l’accesso al Giardino delle Duchesse viene chiuso, come anche il Parco Pareschi dopo la proiezione dei film.
Marcello Pradarelli