«Fiorentini offende noi credenti»

CARO CARLINO, nell’articolo a firma di Margherita Giacchi pubblicato il 25 ottobre scorso ‘Non viviamo nel medioevo’ sono riportate parole sprezzanti nei confronti del nostro arcivescovo, da parte di tale signor Fiorentini appartenente a Sel, il quale si permette di ironizzare pesantemente sulle posizioni di Sua Eccellenza nei riguardi delle cosiddette unioni fra gay (ignoro volutamente la parola “matrimonio”). Il signor Fiorentini è libero di pensare quel che vuole, ma non è affatto libero di offendere l’arcivescovo, rivolgendoglisi in maniera confidenzialmente irriguardosa, apostrofandolo come ignorante e superato. Sappia, il Fiorentini, che le sue parole sono lesive anche verso quei cittadini credenti che nelle parole dell’arcivescovo trovano una guida e una luce, perché espressioni del Vangelo. Può darsi che non gliene importi niente, ma leggo che è consigliere comunale e dunque, anche se appartenente ad un partito politico, è lì per lavorare per tutti, che la pensino o no come lui. E tenga anche presente che non mi pare che monsignor Negri si sia mai permesso di rivolgersi ad alcuno con simili toni. Che impari. E’ sconcertante come da un po’ di tempo spunti fra gli esponenti della politica di sinistra, magari atei convinti, una moltitudine di nuovi teologi, biblisti e moralisti che si permettono di dare lezioni perfino ai vescovi. m. g.

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Premesso che il diritto di critica è sacrosanto ed è uno dei pilastri della libertà di espressione (purchè non offensiva, denigratoria o diffamatoria), su temi come questi una parte del mondo politico (Sel in testa) pretende che la Chiesa si adegui a una non ben precisata «modernità», lanciandosi anche in vaghe interpretazioni del pensiero del pontefice, tirato a destra o a sinistra a seconda delle convenienze. Io, da sempre, sostengo che la Chiesa sia libera di dire ciò che vuole, in totale libertà: sta alla politica, laicamente, legiferare. Così dovrebbe essere. Cristiano Bendin

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