• Mille migranti? «Ognuno si impegni a fare la sua parte»

    Dopo la lettera di don Bedin. Fabbri (Lega): no buonismi. Il sindaco: «Farsi carico del problema, o si è politicanti»
    Mille migranti? «Ognuno si impegni a fare la sua parte»
    Fabio Terminali su la Nuova Ferrara del 25 aprile 2015.
    Fa discutere la città la lettera inviata al nostro giornale da don Domenico Bedin, nella quale il parroco e animatore dell’Associazione Viale K lanciava la proposta di accogliere mille migranti in arrivo dalla Libia. «Tutti dobbiamo fare la nostra parte – dice il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani – soprattutto nel momento in cui nel mondo c’è chi fa un passo indietro rispetto alle proprie responsabilità. Di fronte a un’emergenza del genere non siamo attrezzati ma ci dobbiamo attrezzare. Non ci possono essere due Italie: la Sicilia che deve pensare a tutto e altri che non contribuiscono. Le istituzioni devono farsi carico del problema: altrimenti non fai il sindaco, fai il politicante. Non mi riferisco a nessuno in particolare, dico solo che tutti devono fare la propria parte». Per l’assessore Chiara Sapigni «ciò che dice don Bedin è in sostanza ciò che ci ha chiesto il prefetto di Bologna martedì. Altre persone stanno arrivando e il loro numero non diminuirà certo a breve. Tuttavia non so numeri che definirei allarmanti, non è un’invasione. L’ipotesi è che tutti i Comuni contribuiscano all’accoglienza: nei dieci della provincia in cui i profughi sono ospitati le esperienze finora sono positive: penso a Masi Torello, dove i migranti hanno contribuito a imbiancare una scuola. Poi certo, vanno agevolati coloro che vogliono andare all’estero, verso le loro famiglie». Ecco il parere di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale indipendente eletto nella lista di Sel: «Sono d’accordo con don Domenico. Lo sforzo del Comune penso sia stato degno, anche se si può fare di più per trovare soluzioni intelligenti. La comunità ferrarese è in grado di sopportare presenze anche superiori e le risorse devono arrivare da chi di dovere, non certo dai Comuni che sono sempre più in difficoltà. È evidente il fallimento della politica di regolamentazione dei flussi e di controllo delle frontiere; considerando poi che le persone fuggono da guerre che molto spesso sono finanziate e fomentate dai Paesi cosiddetti civilizzati». Secondo Carlo Tellarini di Comunione e Liberazione, «se don Bedin crede che si possa ospitare un migliaio di persone e sa come farlo, allora credo davvero che si tratti di un’opportunità. Attenzione però che accogliere non significa sopportare, e con questo non dico che sono scettico. I migranti sono persone nel senso pieno del termine, hanno una piena dignità, come me e lei. Non è tanto una questione di strutture o risorse da mettere a disposizione. Fondamentale è piuttosto capire quale è il principio di realizzazione di un destino degno per queste persone e quali prospettive possono avere nella nostra società». «Attenzione alle staffette buoniste dell’accoglienza Non è facendo a gara a quanti più ‘profughi’ si mantengono, con vitto e alloggio pagati, che si risolvono i problemi. La solidarietà è un valore sacrosanto e irrinunciabile, ma lo è anche il realismo. Don Bedin non pecchi d’ingerenza, pratichi il suo esercizio sacerdotale senza scavalcare le proprie competenze». Così il capogruppo leghista in Regione Alan Fabbri accogliendo «con favore» la nota di monsignor Luigi Negri, che frena lo zelo di don Bedin sull’accoglienza di stranieri nel ferrarese. «Rispetto la Chiesa, le sue istituzioni. Don Bedin è certamente persona che si prodiga per gli altri e che ha costruito realtà importanti. Gli consiglierei però di non cadere nel tranello buonista, di chi pensa di risolvere il problema (ormai strutturale) degli sbarchi aprendo i confini e facendoli entrare tutti: così non si fa che incentivare le partenze, mettendo a rischio la vita di migliaia di persone». Fabio Terminali

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