
Niente catene anti movida davanti al Duomo
Niente catene anti movida davanti al Duomo
Tagliani: “Intervento sospeso nel dubbio che possa essere letto come provocatorio e dunque controproducente”
Ora è ufficiale. Il Comune non ha, al momento almeno, alcuna intenzione di mettere le catene contro il “disdoro” della movida nel sagrato della cattedrale.
La conferma arriva direttamente dal sindaco Tiziano Tagliani che ha risposto all’interpellanza presentata l’anno scorso dal consigliare comunale di Sel Leonardo Fiorentini.
“Sull’opera in questione – scrive il primo cittadino – non ci sono preventivi né capitolati essendo rimasta a mero livello di ipotesi sulla quale raccogliere un parere preventivo della Soprintendenza”. Ma che l’idea non sia destinata a diventare realtà arriva qualche riga più in basso: “In merito all’esecuzione della stessa – afferma ancora Tagliani -, valutata la funzione ‘simbolica’ dell’intervento rispetto alle problematiche evidenziate dal Capitolo della Cattedrale, l’amministrazione, nel dubbio che l’intervento potesse essere letto come ‘provocatorio’ e quindi addirittura controproducente ha deciso di sospendere, allo stato, l’esecuzione”.
Esecuzione che, se mai dovesse ritrovare sostegno, “trattandosi di intervento su onere comunale, con ripristino della antica ‘cordonatura’ mediante catene e fittoni”, sarebbe – “ovviamente, a carico dell’amministrazione comunale”.
Eppure sembrava davvero che l’amministrazione si dovesse piegare alla reprimenda del ‘postribolo’ del vescovo Negri. La precedente risposta a Fiorentini, questa volta dell’assessore Aldo Modonesi, aveva infatti reso noto sia il parere positivo da parte della Soprintendenza al ripristino delle catene così come erano prima del 1924, contro il “disdoro” della movida, sia gli eventuali costi: 30mila euro, giustificati dal fatto che “il valore e il rispetto del patrimonio storico-artistico dell’Italia dovrebbe essere sempre alla base dell’educazione di ogni generazione, con particolare attenzione quando si stanziano fondi pubblici per progetti che ridanno splendore alle nostre città”.
Questo a inizio ottobre, prima dell’ennesima – forse la più roboante – polemica che ha investito monsignor Negri, quella pubblicata dal Fatto Quotidiano.