
Movida: “Le catene davanti al duomo non sono una soluzione”
Interpellanza di Fiorentini (Sel): “Meglio investire su dialogo ed educazione al senso civico”
Chiede quali siano i costi per posizionare le catenelle che dovrebbero impedire o limitare l’accesso al sagrato del duomo da parte della ‘movida’, chi dovrà sostenerli, quanto tempo vi ci si dedichino i funzionari del Comune. Chiude chiedendo – ironicamente – se ci sia anche l’intenzione di rispolverare la statua di Vittorio Emmanuele II, ora conservata presso il Museo del Risorgimento, e rimetterla dov’era prima del 1924, quando le catene erano davanti alla Cattedrale. Ma il vero senso dell’interpellanza presentata dal consigliere Leonardo Fiorentini (Sel) appare essere molto più ampio: un attacco all’idea che per risolvere i problemi sociali basti imporre dei limiti, “fisici o psicologici”. Che Fiorentini sia contrario all’apposizione di barriere per chiudere l’accesso alla scalinata che porta al sagrato del Duomo e “quindi allontanare dal sagrato della Cattedrale cittadina i frequentatori della cosiddetta movida”, non è una novità: già l’anno scorso, di questi tempi, aveva presentato un’interpellanza (con risposta arrivata a settembre) in cui chiedeva lumi sulle caratteristiche tecniche dell’intervento. Oggi – dopo che l’assessore ai lavori pubblici Aldo Modonesi ha detto che le “catenelle” presenti quasi 100 anni fa potrebbero tornare in un’intervista a La Nuova Ferrara – ribadisce quella richiesta, ma è un pretesto per avanzare riserve ben più sostanziali: una critica alla stessa idea che posizionare qualche catena risolva i problemi della movida: dagli schiamazzi al consumo di alcool e droghe.