• Respinta la mozione di sfiducia sulla Sapigni

    Respinta la mozione di sfiducia sulla Sapigni
    Il sindaco difende l’assessora e le politiche di accoglienza: “Non facciamo beneficenza ma scelte per ridurre la conflittualità”

    Da Estense.com

    Finisce, come era prevedibile, con una conferma totale della fiducia da parte del sindaco e della maggioranza nei confronti dell’assessora Chiara Sapigni, la discussione sulle sue dimissioni portata avanti in maniera compatta dalle opposizioni con una mozione.

    La richiesta di ritirare le deleghe all’assessora è stata respinto con 19 voti contrari e 11 a favore.

    La mozione, firmata da tutti i capigruppo della minoranza, è datata 24 agosto (un particolare che poi il sindaco Tiziano Tagliani rigirerà a suo favore), e tra le motivazione per la richiesta di ritiro delle deleghe, ci sono delle supposte “gravi inadempienze ai più elementari dettami di correttezza e buona gestione politico-amministrativa, oltre che gravi inadempienze programmatiche”. Tra questi “lo stato di abbandono del servizio di salute pubblica e sicurezza”, l’attività politico amministrativa “pesantemente ingessata”, con gli uffici comunali “che non riescono ormai a dare risposte ai bisogni elementari dei nostri cittadini”; la situazione dei bilanci Asp ma anche inutilizzo di strutture come l’ex Sant’Anna e l’Ospedale di Cona che avrebbe portato in particolare a una pesante mobilità passiva verso altri ospedali e la chiusura di punti nascita, aree di cura intensiva e piastre operatorie, tagli di posti letto e residenze assistite. Solo da ultimo arriva la questione dei rilievi Anac – “un’inchiesta” si legge nella mozione – per l’affidamento diretto del progetto Sprar 2014-2016 alla coop Camelot.

    La partita in difesa di Tagliani non è sembrata però molto complicata: “Questa mozione va spiegata” ha affermato riferito ai contenuti oggettivamente generici e decentrati di gran parte del documento già attaccati da alcuni consiglieri di maggioranza in precedenza. “Non c’è nessuna questione nuova. C’è della demagogia, non mi risulta un blocco delle attività istituzionali, sull’Asp il primo a chiedere un chiarimento sui bilanci sono stato io e se avessi dato retta a chi chiedeva di non spostare l’ospedale da corso Giovecca oggi andremmo al Maggiore di Bologna perché l’anello dell’ex Sant’Anna non ha l’agibilità per le degenze”. Ma il sindaco va anche più nello specifico: “Come si può addebitare all’assessore Sapigni una contrazione della spesa sanitaria o dei posti letto quando non è lei a decidere? Sulla riduzione delle residenze assistite la decisione è frutto di un confronto all’interno del distretto sanitario della provincia: per anni abbiamo utilizzato risorse in eccesso a discapito del distretto Nord ed è emersa la necessità di riequilibrare la situazione. Sulla sicurezza poi – continua Tagliani – Sapigni non ha più quella delega da un anno e mezzo”.

    Ma è sulla questione Anac-Camelot (molti lavoratori della coop, compresa la presidente Anna Baldoni, hanno partecipato alla seduta) che Tagliani va veramente all’attacco: “La mozione è stata presentata il giorno dopo che uscito un editoriale su La Nuova Ferrara che spiegava perché la Sapigni si dovesse dimettere. Allora le questioni sono due: o le opposizioni si fanno dettare l’agenda dai giornalisti oppure, come penso, c’è una motivazione politica portata dalla più grande battaglia mediatica e politica sull’immigrazione che si è consumata nell’agosto 2015 con il centrodestra che manifesta davanti ai centri di accoglienza”.

    Su questo punto il sindaco offre due sole possibilità: “Non stiamo chiamando nessuno, non siamo un’associazione di beneficenza, aderiamo a un progetto di solidarietà istituzionale imposto e richiesto dal ministero dell’Interno e di fronte a questa scelta ci sono due atteggiamenti possibili – spiega il primo cittadino -: o partecipiamo perché vogliamo essere responsabili e ridurre le problematiche di conflitto con la cittadinanza, cercando una migliore integrazione dei migranti, oppure ci sono quelli che dicono al prefetto ‘si arrangi’: ma non ci sono zone franche, in questi casi il prefetto impone la sua soluzione e questo genera più conflittualità. Su questo vorremmo sapere qual è la linea dell’opposizione, ma questa amministrazione non è buonista, ha fatto una scelta perché riteneva fosse la migliore”.

    Durante il lungo dibattito e le dichiarazioni di voto sono intervenuti i consiglieri di opposizione Giovanni Cavicchi (che ha presentato la mozione e poi ha parlato di sicurezza bollando la maggioranza come “sepolcri imbiancati”), Matteo Fornasini (che si è concentrato sulla questione Anac e sull’Asp, come poi ha fatto Paolo Spath che ha definito il momento “drammatico”), Ilaria Morghen (il suo intervento riguardava la parte sulle politiche sanitarie), Francesco Rendine e Vittorio Anselmi che ha accusato il sindaco di “sottovalutare e sorvolare i rilievi Anac”. Per la maggioranza – tutti molto critici rispetto ai contenuti della mozione – sono intervenuti i consiglieri Tommasi Cristofori e Luigi Vitellio per il Pd, Leonardo Fiorentini (Sel) e Alberto Bova.

    OLYMPUS DIGITAL CAMERA“Sono sempre stata a disposizione quando c’è stata l’esigenza di chiarezza – dichiara a Estense.com l’assessora interessata, che non è intervenuta durante il dibattito -. Quelle dell’Anac sono solo valutazioni, consigli ma non atti d’imperio e noi siamo contenti che ci sia più trasparenza tant’è che a luglio per l’ultimo bando Sprar abbiamo prima fatto una selezione pubblica per trovare i soggetti con cui co-progettare”. Secondo l’assessora le opposizioni hanno utilizzato “argomenti pretestuosi: non c’è possibilità di azione diretta su temi come la sicurezza e la sanità e lo testimonia il caso di Comacchio, nonostante la propria opposizione al piano di riorganizzazione sanitaria. La realtà della sanità – conclude – è che i problemi sono molto complicati”.

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