• Street bar, le nuove regole non convincono

    Callegarini (Confesercenti): «Passo indietro». Palmieri (Ascom): «Subito incontro con il sindaco». I rappresentanti di Ascom e Confesercenti non si sono presentati all’incontro in municipio per dare un parere sulla bozza di regolamento che modifica gli orari di chiusura dei locali pubblici e stabilisce norme più restrittive per le attività all’interno del perimetro delimitato da via Ripagrande, corso Isonzo, viale Cavour, corso Giovecca, via Ugo Bassi e via Carlo Mayr.

    La motivazione per aver disertato l’incontro di martedì 15 è identica. La bozza di regolamento le associazioni l’hanno ricevuta giovedì 10 e non c’è stato il tempo materiale per discutere con i diretti interessati (i titolari di street bar innanzitutto, ma i titolari anche di ristoranti, pizzerie e altri pubblici esercizi) le nuove norme e per presentare all’assessore alle attività economiche Deanna Marescotti eventuali modifiche e contro proposte.
    Ma se servono altri giorni per raccogliere gli umori degli associati, i dirigenti delle due organizzazioni esprimono fin d’ora fortissime perplessità sulla bozza.
    «Dobbiamo consultare la nostra base – dice Luca Callegarini (Confesercenti) – mi pare comunque che abbiano peggiorato l’impostazione inziale, prima di poteva chiudere all’una, ora a mezzanotte». Il riferimento è ai locali entro il perimetro che devono chiudere a mezzanotte, tranne venerdì e sabato quando l’apertura arriva fino all’1.30. Per Callegarini è discutibile anche la ratio delle deroghe: «Anche una gelateria se volesse tenere aperto fino all’una dovrebbe ottenere l’autorizzazione acustica, mi sembra eccessivo. Noi restiamo dell’idea che bisogna premiare chi rispetta le regole e usare la mano dura verso chi viola le norme».
    Mario Palmieri, vice presidente Ascom e presidente Fipe, non nasconde la sua delusione: «Il regolamento non soddisfa, non lo riteniamo premiante verso i gestori dei locali. Vediamo che c’è addirittura un restringimento dei parametri che penalizza chi, negli anni, non ha avuto alcun tipo di responsabilità». Palmieri ha da ridire sulle deroghe: «Obbligare i locali ad attrezzarsi e ad accollarsi di nuovi oneri per poter tenere aperto fino all’orario già previsto dalla licenza è una cosa che non convince. Secondo noi la base giusta per una discussione la forniva la bozza di regolamento della circoscrizione Centro, che prevedeva un meccanismo premiale: chiusura all’una con possibilità di arrivare alle due per chi si comporta bene». Palmieri ritiene a questo punto necessario un incontro con il sindaco per sbloccare la situazione e «arrivare a un compromesso tra le esigenze primarie dei residenti e le esigenze, anch’esse molto importanti, degli imprenditori».
    Come già pubblicato ieri, gli orari per i locali fuori del perimetro centrale sono diversi: possono tenere aperto fino all’una (quindi un’ora in più); venerdì e sabato valgono le stesse regole: serrande abbassate all’1.30.

    Da La Nuova Ferrara del 17 giugno 2010.

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