
E a Ferrara regna un Vescovo tritatutto
E a Ferrara regna un Vescovo tritatutto
TRA SERMONI A EFFETTO E BACCHETTATE AL SINDACO, NEGRI SCATENA BUFERE. MA CHI DI STRIGLIATE FERISCE…
Bologna. Dal pulpito ammonisce i fedeli e tuona contro i politici. E scuote la tranquilla Ferrara al punto di essere diventato un personaggio pop: la sua faccia severa è ?nita sulla locandina di un concerto, poi rimossa con le scuse dell’Arci. L’ultima intemerata? «La crisi economica è colpa dell’aborto». Monsignor Luigi Negri, 73 anni, milanese, vescovo della città estense, esponente di Cl, non teme certo le bufere. Uno zoccolo duro di ferraresi cattolici lo ammira, un’altra parte non lo sopporta. Nel 2013, a soli cento giorni dalla nomina, Negri lanciò una dura reprimenda contro la movida e disse che la piazza antistante la cattedrale era diventata un «postribolo», minacciando di recintarla. Era solo l’inizio. Negri ha de?nito Ferrara una città «reazionaria». Ha punzecchiato il sindaco, cui ha chiesto «di non insegnargli a fare il vescovo», si è scagliato contro «i nuovi faraoni», i politici locali che vogliono chiudere l’ospedale di Comacchio. Halloween «è un tentativo di banalizzare la morte», le manifestazioni di Arcigay contro le Sentinelle in piedi fanno sì «che la nostra libertà sia sempre più ridotta». Fino all’ultima reprimenda contro l’aborto, che ha anche un risvolto comico. È cascato in uno scherzo del programma radiofonico La Zanzara : un ?nto Papa lo ha chiamato rimproverandolo per le sue parole. E lui? Intimido, ha promesso che in futuro sarà più prudente.
Il Venerdi di Repubblica del 20/02/2015 N.1405 – 20 febbraio 2015 p. 37 – Rosario Di Raimondo

«La crisi economica colpa dell’aborto»
Le parole del Vescovo Luigi Negri su aborto e omofobia accendono le polemiche. Nella conferenza organizzata nell’ambito della Giornata per la vita, il Vescovo ha parlato di aborto sottolineando la necessità di modificare «la mentalità volgare e diffusa che è la cultura della morte, contro la vita umana dono di Dio e per questo indisponibile a ogni potere umano». Ma sull’aborto, monsignor Negri ha anche criticato la legge che «non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ha fatto sprofondare in questa crisi economica». Dunque, tra le cause della crisi anche l’aborto, il cui numero di pratiche autorizzate dalle strutture, pone la nostra regione al terzo posto in Italia: «Per questo occorre contrastare la cultura di morte». Sull’omofobia, le parole del vescovo sono state dirette e provocatorie, vista la reazione dei Giovani Democratici e del consigliere di Sel, Leonardo Fiorentini. Che si scagliano in difesa della legge contro l’omofobia, la legge Scalfarotto, che invece per il vescovo Negri «è un delitto contro Dio e contro l’umanità». Una legge voluta e pensata da una «deriva laicistica della società italiana». Fiorentini, consigliere comunale di Sel, bolla le parole del vescovo come «una crociata incapace di misurarsi contro il nostro tempo». I Giovani democratici invece spiegano che «bloccare l’iter del ddl Scalfarotto che inserisce o fra le discriminazioni quelle omofobe e transfobe, significherebbe non solo rendere difficilmente punibili chi compie questi atti discriminatori, ma affermare che offendere nella intimità persone con orientamenti sessuali differenti dal proprio sia consentito e lecito».
Scarica in formato pdf: nuova_fe_03022015-vescovo.pdf.

Negri e omofobia: “Parole che instaurano odio immotivato”
Negri e omofobia: “Parole che instaurano odio immotivato”
Fiorentini (Sel) e Giovani Democratici contro il vescovo: “Tesi senza fondamento, intellettualmente molto disonesto”
Da Estense.com
“Parole che non sembrano mirate a tutelare fede e fedeli, ma che danno l’idea di voler instaurare odio immotivato nei cuori di chi le ascolta e che a tali precetti crede”. Non tardano ad arrivare le prime, sdegnate reazioni alle dichiarazioni del vescovo di Ferrara Luigi Negri, che durante la conferenza organizzata in Sala Estense in occasione della XXXVII Giornata per la Vita ha lanciato giudizi pesanti come macigni su due leggi simbolo per la laicità: omofobia e aborto: “La legge contro l’omofobia – sono le parole di Negri – è un delitto contro Dio e contro l’umanità. La legge sull’aborto invece non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ci ha fatto sprofondare in questa crisi economica”.
Giudizi trancianti, quelli del vescovo di Ferrara. Che oltre a ribadire la propria contrarietà al ddl Scalfarotto (che punta a includere anche la comunità gay tra le minoranze tutele della legge Mancino) si spinge dove nessun uomo di chiesa si era ancora avventurato: imputare addirittura la crisi economica che perdura dal 2009 alla legge sull’aborto e al calo di natalità che questa avrebbe comportato. “Se ben conosciamo le idee di Luigi Negri sulla legge sull’omofobia – è il commento del consigliere comunale di Sel, Leonardo Fiorentini -, scopriamo oggi che per il nostro vescovo la causa della crisi economica è la legge sull’aborto. Niente bolla immobiliare, niente crisi dei mutui subprime, niente crisi del debito, niente crisi da sovraproduzione. L’aborto”.
Fiorentini lascia intendere chiaramente il proprio pensiero, secondo cui le ‘rumorose’ prese di posizione di Negri sarebbero determinate, più che da veri ragionamenti di carattere teologico o religioso, dalla sua necessità di inserirsi e prendere parte al dibattito pubblico e politico: “Comprendo che il Vescovo di Ferrara debba coltivarsi il proprio orticello nell’ultradestra cattolica – afferma il consigliere di Sel -, continuando a contrapporre, in una rinnovata crociata, la sua visione assolutistica a quello Stato laico nato dal Risorgimento e dalla Resistenza. Una contrapposizione che parte dal rivalutare le crociate dimenticando nel contempo la breccia di Porta Pia, la fine del potere temporale dei Papi e addirittura il Concordato, per non parlare poi di Darwin, del metodo scientifico (e forse anche dello stesso Galileo) e – ultimi in ordine di tempo – di 400 anni di teoria economica. È la crociata di chi non riesce evidentemente a misurarsi con serenità con il nostro tempo. Figuriamoci cosa può quindi capitare quando si affrontano temi come il diritto all’autodeterminazione della donna, la speranza di una coppia sterile di avere un bambino, o il diritto delle persone di vivere la propria vita ed i propri amori liberamente. Faccio un po’ più fatica – conclude Fiorentini – a capire come tutto questo possa aiutare la comunità cattolica ferrarese che egli presiede, ma questa è questione che lascio, volentieri, ai cattolici”.
Più diplomatico ma comunque apertamente critico è l’intervento dei Giovani Democratici del Pd, che ritengono “gravi e sconfortanti le parole pronunciate dall’arcivescovo Luigi Negri” e contrappongono l’etica laica alle parole del prelato: “Se il ddl Scalfarotto vada ‘contro Dio’ non possiamo saperlo, ma siamo certi che ‘contro l’umanità’ sia permettere e favorire discriminazioni di qualsiasi natura”. I giovani del Pd ricordano infatti come uno stop al ddl Scalfarotto implicherebbe “non solo il rendere difficilmente punibile chi compie atti discriminatori omofobi o transofobi, ma, anzi, l’affermare che offendere nella loro intimità persone con orientamenti sessuali differenti dal proprio sia consentito e lecito”.
I Giovani Democratici esortano quindi il vescovo a pesare maggiormente i propri interventi, soprattutto in virtù della credibilità di cui gode tra i fedeli: “Viviamo in una società multietnica e multiculturale, nella quale i fanatismi religiosi, segno di chiusura e distributori gratuiti di intolleranza, sono alla base degli eventi più tragici degli ultimi anni e il Vescovo, che pur rappresenta una larghissima comunità, dovrebbe ricordare il peso che hanno determinate parole e i risvolti che possono derivare da esse. Parole che non sembrano mirate a tutelare fede e fedeli ma che danno l’idea di voler instaurare odio immotivato nei cuori di chi le ascolta e che a tali precetti crede”. Riguardo al tema dell’aborto, gli attivisti del Pd ritengono “intellettualmente molto disonesto sostenere tesi senza alcun fondamento, affermando che l’aborto sia responsabile della crisi che stiamo vivendo, così come lo è il cercare consensi in materia utilizzando un “nervo scoperto” rappresentato dalle difficoltà economiche in cui vertono le famiglie italiane. Se davanti a Dio – concludono i Giovani Democratici -, per l’arcivescovo, fatichiamo ancora ad essere tutti uguali, davanti alla legge, nello Stato italiano, vogliamo essere certi che l’uguaglianza venga garantita”.

“La crisi è colpa dell’aborto”: bufera sul vescovo di Ferrara
“La crisi è colpa dell’aborto”: bufera sul vescovo di Ferrara
Il prelato, vicino a Cl: “La scarsità di figli ci ha fatto sprofondare nella recessione”. L’ira di Sel e Giovani Democratici
FERRARA – E’ scoppiata la polemica a Ferrara per alcune parole, sulla legge contro l’omofobia e sull’aborto, del vescovo Luigi Negri. “La legge contro l’omofobia – ha detto il prelato, vicino a Cl – è un delitto contro Dio e contro l’umanità. La legge sull’aborto invece non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ci ha fatto sprofondare in questa crisi economica”.
Frasi che hanno fatto arrabbiare i Giovani Democratici che, con una lunga lettera pubblicata dalla “Nuova Ferrara”, hanno definito “intellettualmente disonesto” il sostenere la tesi “che l’aborto sia responsabile della crisi così come lo è il cercare consensi in materia utilizzando un nervo scoperto come le difficoltà economiche
delle famiglie”.
Contro Negri anche Sel. “Comprendo – ha detto il consigliere comunale Leonardo Fiorentini – che il vescovo di Ferrara debba coltivarsi il proprio orticello nell’ultradestra cattolica, continuando a contrapporre, in una rinnovata crociata, la sua visione assolutistica a quello Stato laico nato dal Risorgimento e dalla Resistenza. Faccio un pò più fatica a capire come tutto questo possa aiutare la comunità cattolica ferrarese”.
Crisi: per il Vescovo di Ferrara colpa dell’aborto
“La legge contro l’omofobia è un delitto contro Dio e contro l’umanità. La legge sull’aborto invece non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ci ha fatto sprofondare in questa crisi economica” [cit. Luigi Negri, Vescovo di Ferrara, fonte http://www.estense.com/?p=436801]
Se ben conosciamo le idee di Luigi Negri sulla legge sull’omofobia, scopriamo oggi che per il nostro Vescovo la causa della crisi economica è la legge sull’aborto. Niente bolla immobiliare, niente crisi dei mutui subprime, niente crisi del debito, niente crisi da sovrapproduzione. L’aborto.
Comprendo che il Vescovo di Ferrara debba coltivarsi il proprio orticello nell’ultradestra cattolica, continuando a contrapporre, in una rinnovata crociata, la sua visione assolutistica a quello Stato laico nato dal Risorgimento e dalla Resistenza. Una contrapposizione che parte dal rivalutare le crociate dimenticando nel contempo la breccia di Porta Pia, la fine del potere temporale dei Papi e addirittura il Concordato, per non parlare poi di Darwin, del metodo scientifico (e forse anche dello stesso Galileo) e – ultimi in ordine di tempo – di 400 anni di teoria economica. E’ la crociata di chi non riesce evidentemente a misurarsi con serenità con il nostro tempo. Figuriamoci cosa può quindi capitare quando si affrontano temi come il diritto all’autodeterminazione della donna, la speranza di una coppia sterile di avere un bambino, o il diritto delle persone di vivere la propria vita ed i propri amori liberamente.
Faccio un po’ più fatica a capire come tutto questo possa aiutare la comunità cattolica ferrarese che egli presiede, ma questa è questione che lascio, volentieri, ai cattolici.
Leonardo Fiorentini
Presidente Gruppo Consiliare Sinistra Ecologia e Libertà
Comune di Ferrara
ps: per chi mi contesterà il fatto che io “contesti” le parole del Vescovo: avete ragione, come ho spesso ribadito il Vescovo può dire quello che vuole e peraltro, visto quello che dice, mi butterei la zappa sui piedi ad impedirglielo. Io però, a costituzione vigente, posso commentare liberamente.

Crisi: per il Vescovo di Ferrara colpa dell’aborto, il commento di Fiorentini (SEL)
Comunicato Stampa
Crisi: per il Vescovo di Ferrara colpa dell’aborto
Fiorentini (SEL): “una crociata incapace di misurarsi con il nostro tempo”
“La legge contro l’omofobia è un delitto contro Dio e contro l’umanità. La legge sull’aborto invece non ha consentito di venire al mondo ad oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ci ha fatto sprofondare in questa crisi economica” [cit. Luigi Negri, Vescovo di Ferrara, fonte http://www.estense.com/?p=436801]
Dichiarazione di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale indipendente eletto nelle liste di SEL:
“Se ben conosciamo le idee di Luigi Negri sulla legge sull’omofobia, scopriamo oggi che per il nostro Vescovo la causa della crisi economica è la legge sull’aborto. Niente bolla immobiliare, niente crisi dei mutui subprime, niente crisi del debito, niente crisi da sovra-produzione. L’aborto.
Comprendo che il Vescovo di Ferrara debba coltivarsi il proprio orticello nell’ultradestra cattolica, continuando a contrapporre, in una rinnovata crociata, la sua visione assolutistica a quello Stato laico nato dal Risorgimento e dalla Resistenza. Una contrapposizione che parte dal rivalutare le crociate dimenticando nel contempo la breccia di Porta Pia, la fine del potere temporale dei Papi e addirittura il Concordato, per non parlare poi di Darwin, del metodo scientifico (e forse anche dello stesso Galileo) e – ultimi in ordine di tempo – di 400 anni di teoria economica. E’ la crociata di chi non riesce evidentemente a misurarsi con serenità con il nostro tempo. Figuriamoci cosa può quindi capitare quando si affrontano temi come il diritto all’autodeterminazione della donna, la speranza di una coppia sterile di avere un bambino, o il diritto delle persone di vivere la propria vita ed i propri amori liberamente.
Faccio invece un po’ più fatica a capire come tutto questo possa aiutare la comunità cattolica ferrarese che egli presiede, ma questa è questione che lascio, volentieri, ai cattolici.
Leonardo Fiorentini
Presidente Gruppo Consiliare Sinistra Ecologia e Libertà
Comune di Ferrara
ps: per chi mi contesterà il fatto che io “contesti” le parole del Vescovo: avete ragione, come ho spesso ribadito il Vescovo può dire quello che vuole e peraltro, visto quello che dice, mi butterei la zappa sui piedi ad impedirglielo. Io però, a costituzione vigente, posso commentare liberamente.”
Strabismo italico
Se ci fosse la pena di morte, se mai fosse applicabile, questo sarebbe il caso. Al padre, alla madre, al dottore e al giudice.
Da questa frase parte il caso Sallusti, o meglio dall’articolo che contiene anche questo fra altri pesanti giudizi sull’operato di genitori e giudici nel caso di una ragazza di 15 anni che dopo un’infanzia piuttosto travagliata si è trovata di fronte alla scelta dell’aborto.
Ce ne è sicuramente abbastanza per una querela, visto che la vicenda, così come ricostruita allora da Libero, era sostanzialmente falsa. E siccome siamo in Italia, vige l’attuale legge sulla stampa, l’articolo non era firmato, Libero non ha mai pubblicato rettifica, c’è andato di mezzo il direttore di allora.
Ora tutti accorrono in aiuto del Direttore Sallusti, martire della “libertà di parola”. Molti di questi fino a qualche mese fa si sbracciavamo contro la “diffamazione via internet” e chiedevano l’assimilazione alle testate giornalistiche dei blog. Allora la libertà di parola ovviamente non era in pericolo.
Oggi però men che meno. Bastava poco, due righe di rettifica in ottava pagina sotto i necrologi per evitarsi la denuncia e la condanna, che pare sinceramente sacrosanta. Ma evidentemente la linea politica del giornale e del suo direttore non permetteva di piegarsi alla verità.
Il carcere è troppo per una diffamazione? Sono d’accordo. Come è troppo anche per quei poveracci che ci finiscono con 10 grammi di hashish in tasca. Poi figuriamoci se voglio veder Sallusti in galera, i detenuti hanno già abbastanza problemi, ci manca solo lui a pontificare nell’ora d’aria.
Quindi depenalizziamo, subito, e non solo la diffamazione.
Ma nel frattempo, per cortesia, smettiamola almeno di fare gli ipocriti.
PS: si “scopre” oggi che l’autore del pezzo è l’ex giornalista Renato Farina, ora parlamentare PDL, e le mie convinzioni sulla depenalizzazione si incrinano… 😉
RU486. La pillola della discordia
Verdi verso la Costituente ecologista
in collaborazione con il Gruppo Consiliare dei Verdi Circoscrizione 1
Mercoledì 15 settembre, ore 17:00
Ferrara, Sala Arengo (Piazza Municipale 2)
RU486. La pillola della discordia
Uno sguardo sulle ragioni che, dietro la bandiera della protezione della salute della donna, hanno indotto ieri i politici ad ostacolare fino all’ultimo l’ ingresso della Ru486 in Italia, e oggi a boicottare l’aborto medico imponendo le regole più rigide del mondo.
Introduce
Lina Pavanelli Coportavoce Verdi Ferrara
Aborto farmacologico: vantaggi e limiti.
Perchè Chiesa e Politica ostacolano la diffusione dell’aborto farmacologico?
Intervengono
Avv. Zobeide Luana Pastorelli
Aborto farmacologico e legge 194: sono compatibili?
Luana Vecchi U.D.I.
Autodeterminazione della donna: diritto acquisito o minacciato?
Discussione
Conclusioni
Gabriella Meo Consigliera Regionale Verdi
Scarica la cartolina in formato pdf: acqua1015low.pdf
Dal sito dei Verdi di Ferrara.
RU486. La pillola della discordia
Verdi verso la Costituente ecologista
in collaborazione con il Gruppo Consiliare dei Verdi Circoscrizione 1
Mercoledì 15 settembre, ore 17:00
Ferrara, Sala Arengo (Piazza Municipale 2)
RU486. La pillola della discordia
Uno sguardo sulle ragioni che, dietro la bandiera della protezione della salute della donna, hanno indotto ieri i politici ad ostacolare fino all’ultimo l’ ingresso della Ru486 in Italia, e oggi a boicottare l’aborto medico imponendo le regole più rigide del mondo.
Introduce
Lina Pavanelli Coportavoce Verdi Ferrara
Aborto farmacologico: vantaggi e limiti.
Perchè Chiesa e Politica ostacolano la diffusione dell’aborto farmacologico?
Intervengono
Avv. Zobeide Luana Pastorelli
Aborto farmacologico e legge 194: sono compatibili?
Luana Vecchi U.D.I.
Autodeterminazione della donna: diritto acquisito o minacciato?
Discussione
Conclusioni
Gabriella Meo Consigliera Regionale Verdi
Scarica la cartolina in formato pdf: acqua1015low.pdf
Detrazioni per i figli usufruibili già al momento del concepimento!
Il disegno di legge, ha sottolineato Gasparri presentandolo, intende ”aiutare a definire i confini della legge, secondo le intenzioni che furono allora del legislatore, contro i tentativi di allargamento oggi in atto”.
Ovvero Gasparri e Quagliarello, due geni del diritto, propongono che la capacità giuridica ad un individuo sia attribuita al momento del concepimento.
Questi nostri fini giuristi (nella foto il più pacato dei due, Quagliarello), nonchè parlamentari da varie legislature, vorrebbero quindi che “l’attitudine di un soggetto ad essere titolare di diritti e doveri o più in generale di situazioni giuridiche soggettive“ (cito wikipedia, scusate ma i miei testi di diritto sono ancora chiusi negli scatoloni) sia attribuita al feto già al momento del concepimento. Ma orsù, quanto poco coraggio, già che ci siamo perchè non darla anche a spermatozoi ed ovuli? Che han fatto di male per essere uccisi a miliardi, ogni notte, nel nostro paese? Apriremmo così le porte al proibizionismo sulle masturbazioni (maschili) e finalmente metteremo al bando quelle odiose e sporche mestruazioni mensili. Pene dure, e via con un altro piano carceri…
Scusate la divagazione, torno al punto.
A parte il piccolo problema della prima spallata forte alla libertà riproduttiva della donne, che si risolve togliendo loro direttamente la capacità giuridica, ci sarebbe anche qualche lato positivo.
Le detrazioni IRPEF per i figli, usufruibili già al momento del concepimento.
Non me ne vengono in mente altri.
Quelli che le donne…
E’ Sarah Palin, governatrice in Alaska, la candidata vicepresidente di Mc Cain.
Antiabortista ma per la pena di morte, tessera della National Rifle Association, contraria ai matrimoni gay, nei mesi scorsi ha citato in giudizio l’amministrazione Bush per aver incluso gli orsi polari nelle specie protette a causa dei cambiamenti climatici, un passato nei concorsi di bellezza e un presente in cui pare non sappia bene cosa faccia un Vice Presidente…
Che culo.
Le chicche da Darwin e paferrobyday.
Anche su: thelorereport, kokopelli, Giornalimo partecipativo, Gossipblog, Miss Welby, Makia, Wittgenstein e altri.
Ridateci il cantante
O almeno toglieteci il guru.
Giovanni Lindo Ferretti, da un po’ di tempo, ha strane frequentazioni. CL, Compagnia delle Opere ed ora Ferrara, la sua lista antiabortista e la fede Ratzingeriana. Insomma, anche per chi non era un fan sfegatato dei CCCP/CSI come alcuni amici, ma comunque ne apprezzava sonorità e testi, una mezza tragedia.
Alessandro Robecchi promuove un appello, eccolo:
Signore misericordioso, per piacere, ridacci Giovanni Lindo Ferretti. Ferrara te lo puoi pure tenere, tieniti i redattori del Foglio e tutti quei divertenti fessacchiotti in malafede, chissenefrega, ma il vecchio Giovanni Lindo ridaccelo com’era. Con lui ci siamo divertiti, abbiamo pogato, abbiamo pianto e riso, abbiamo cantato, siamo stati tutti per qualche minuto hooligani dangereux. Per noi – persino per noi miscredenti – è una prova troppo dura vederlo trasformato in una caricatura punk-gregoriana, segno zodiacale integralista, ascendente Ratzinger.
Signore, ridacci Giovanni Lindo Ferretti com’era e noi promettiamo di non ridere quando Ferrara prenderà lo 0, 00002 per cento alle elezioni.
Aderisci alla moratoria per Giovanni Lindo Ferretti, lascia la tua firma, clicca qui
Aderite e fate aderire…
Al peggio non c’è mai fine
Eh sì. Dopo la lista dei Pensionati, quella contro l’Euro, eccoci qua con la lista antiabortista, che un Ferrara lanciato a grandi passi verso la santificazione pone sul tavolo delle alleanze elettorali. Evidentemente non basta l’appello di Berlusconi per la moratoria ONU, la questione dell’aborto deve entrare ufficialmente nella contesa elettorale. In attesa di sapere quale sarà la risposta del PD della Binetti. Il che forse non è un male (almeno per la sinistra), anche se le precedenti esperienze (leggi procreazione assistita) dimostrano che l’universo femminile non è poi più tanto sensibile ai propri diritti. Non che quello maschile sia messo molto meglio, ma questi anni di Gregoraci-style temo abbiano fatto troppi danni…
Notizie del giorno
Beh, sarà un effetto ottico, ma almeno è divertente. E in questi giorni un minimo di speranza, almeno negli omini verdi (non i leghisti), me la concederete… E’ la notizia del giorno, mentre Prodi pare abbia deciso di presentarsi anche al Senato. Almeno finalmente sapremo se e chi farà cadere il Governo. Non solo a Ferrara si bisticcia per l’arredo urbano: a Milano Sgarbi urla contro le nuove panchine di Piazza Duomo. Donadoni invece ha deciso di prendere a sculacciate Totti e Nesta: come dargli torto? Infine mentre Formigoni rivede al ribasso la legge sull’aborto, almeno una buona notizia dal Tar del Lazio (che di solito non brilla per essere progressista): non fa niente di rivoluzionario, ma almeno rinvia la questione della diagnosi pre-impianto alla Consulta.
Bagnasco, l’aborto e Ferrara (Giuliano).
Ferrara (Giuliano) da qualche settimana è la testa di ponte del cattolicesimo integralista nella società italiana. Non solo per la richiesta di moratoria dell’aborto, che però è più gettonata rispetto alla ripresa del creazionismo. Oggi Bagnasco e Ruini vanno a rimorchio, con due interventi capaci di sobillare una Binetti qualsiasi e di mettere in crisi quel poco di sensatezza che ancora esiste nel parlamento italiano. E Formigoni, che non si lascia scappare un’occasione, subito rilancia annunciando modifiche (restrittive) a livello regionale. Tutto ciò nonostante sia chiaro che l’interruzione di gravidanza legale abbia fatto diminuire aborti e morti nel nostro paese, e che una recente ricerca pubblicata dal Lancet (e ripresa da Partecipasalute.it) dimostri come non ci siano “differenze tra l’Europa , dove è legale a eccezione della Polonia e dell’Irlanda, e l’Africa, dove è clandestino praticamente in tutte le nazioni: qui nel 2003 gli aborti sono stati 29 per 1.000 donne incinte, contro i 28 delle europee. Ma se non c’è differenza nei numeri, il discorso cambia del tutto quando si vanno a vedere le conseguenze in termini di rischi per la salute e mortalità“. Insomma, andiamo al sodo: per la Chiesa Cattolica il problema non è tanto che si pratichi o meno l’aborto, ma che esso sia o meno legale. In fondo basta che non si sappia in giro, come per il tradimento, l’omosessualità, e qualche altro vizietto privato: poi ci si puo’ sempre confessare…
Ne parlano anche Reattivamente, Casperize 6.0, Locanda riformista, Lampi di pensiero, Negroski, Appunti italiani, Yeah! Please flush…, Ma i miei ubriachi non cambiano…,Sotto l’ombra degli olmi.
Benedetto, l’aborto, l’eutanasia e la dolce morte di Papa Wojtyla
Benedetto XVI ha dichiarato ieri quel che ha sempre pensato: invita i farmacisti all’obiezione di coscienza sui farmaci per l’aborto e per l’eutanasia. Se il riferimento è abbastanza chiaro per l’aborto (RU486, e perchè no, pillola anticoncezionale e preservativi) sull’eutanasia è difficile capire su cosa dovrebbero obiettare i farmacisti. Anche perchè, come sostiene la concittadina Lina Pavanelli in un suo articolo su Micromega di settembre basta omettere alcune cure per consentire la morte di un paziente che non vuole più soffrire. Se questo paziente poi è il Papa (Wojtyla) è evidente l’interesse ad approfondire l’argomento. Per questo a Ferrara si organizza un incontro pubblico martedì 6 alla Sala Arengo.
PS: sulle esternazioni del Papa divertente il dialogo di Chiara Lalli, mentre non si puo’ che sottoscrivere l’opinione di capemaster e rolli…