• Mastichiamo amaro

    Rispettiamo la sentenza del tribunale.
    Prendiamo atto della condanna per sola omissione di soccorso, ma mastichiamo amaro.
    Non volevamo contentini: sappiamo che nostro padre poteva essere salvato.
    Lo ha dimostrato il processo. Sappiamo anche che i consulenti del PM si sono brutalmente smentiti sulle cause di morte di nostro padre.
    Il tribunale non ha potuto disporre la perizia perchè il PM ha ostinatamente negato la modifica del capo di  imputazione.
    Ha vinto lui, ma secondo noi non dovrebbe esserne fiero.
    Ci dispiace per nostro papà.

    I Figli di Aldo Bianzino.

    La procura di Perugia non ha voluto indagare veramente sulla morte di Aldo Bianzino, non chiedendo la modifica del capo di imputazione e così impedendo ogni altra possibile perizia sulle cause della morte del falegname perugino.

    E anche noi mastichiamo amaro.

    (via fuoriluogo.it)

  • Come è morto Aldo Bianzino?

    Domani sapremo se si riuscirà a far luce sulla morte di Aldo Bianzino.
    Ovvero, la strada per la verità è nelle mani di un PM.
    Ma il PM vuole la verità?

    Qui sopra il servizio di Umbria 24, qui invece trovate l’articolo di Checchino Antonini sull’udienza di ieri.

  • La sentenza che aspettavamo

    Grande risalto sui giornali on line (immagino solo i telegiornali) per la sentenza in prime time dell’appello del caso di Meredith Kercher. Non fosse che a Perugia negli stessi giorni si tiene anche il processo contro una guardia carceraria per omissione di soccorso e falsificazione di registro, ultimo scampolo di giustizia possibule nel caso della tragica morte in carcere di Aldo Bianzino, potremmo anche giustificare tale interesse mediatico.

    Ma tant’è, l’Italia è questa, e per fortuna invece da Parma arriva nelle stesse ore una sentenza che ci interessa molto di più: sono stati condannati i vigili della task force parmense che picchiò selvaggiamente il povero Emmanuel Bonsu. Condanne abbastanza pesanti, che ora saranno oggetto di appello, ma che almeno danno la speranza che in questo paese si possa ancora parlare di rispetto dei diritti delle persone, anche se detenute. E che, forse finita la sbornia securitaria, si possa finalmente mettere in discussione le modalità di intervento delle forze dell’ordine nel nostro paese.

    (articolo per fuoriluogo.it)

  • Libertà e sicurezza, per chi?

    Il Comitato Verità e Giustizia per Aldo Bianzino, promuove due giorni di confronto e riflessione, su autoritarismo, proibizionismo, carcere e sicurezza il 25 e il 26 giugno 2010 per essere agenti di memoria collettiva, e praticare forme di solidarietà attiva che disinneschino nuove richieste di archiviazione e mettano in luce tutte le contraddizioni e le distorsioni delle “verità” di Stato, per costruire insieme delle buone pratiche di autodifesa da abusi, repressioni e pestaggi, venduti come atti di legalità.

    Fuoriluogo e Forum Droghe hanno aderito all’appuntamento. Sul sito di Fuoriluogo trovata sia il programma provvisorio della giornata che il comunicato stampa di presentazione.

  • L’informazione drogata

    Domani mattina alle 11 sarò a rappresentare fuoriluogo.it al dibattito sull’informazione drogata al Festival Sociale delle Culture Antifasciste a Bologna, presso il Parco di Viale Togliatti. Sul tema, se mai vi venisse voglia di approfondire, vi consiglio di leggere una delle ricerche promosse da Forum Droghe, proprio sull’informazione e le droghe in Emilia Romagna, scaricabile dal sito di fuoriluogo.it.

    Vi segnalo anche l’iniziativa del pomeriggio, che raccoglie le esperienze di familiari e amici di alcuni fra i più recenti “morti di stato”.

    Ecco la presentazione della giornata dal blog di fuoriluogo.it:

    Il Festival Sociale delle Culture Antifasciste e’ un evento autonomo e autogestito, promosso da centri sociali, collettivi, associazioni, singoli che hanno a cuore la difesa dei valori dell’antifascismo. Il festival e’ caratterizzato da una programmazione di eventi culturali, presentazioni di libri e film, spettacoli teatrali e musicali, tavoli di discussioni, e momenti assembleari.

    Vi segnaliamo in particola la progrmmazione del 1 giugno 2010

    ORE 11
    “Il giorno in cui la notte scese due volte”
    Documentario realizzato da Lisa Tormena e Matteo Lolletti,
    Alberto Mercuriali – giovane castrocarese fermato dai Carabinieri in possesso di hashish, quindi finito sulle prime pagine dei giornali locali e suicidatosi il giorno successivo. la comparsa degli articoli -, riflette su libertà e responsabilità di stampa,diritti civili, dignità umana, forze dell’ordine e meccanismi della stampa. www.amicidialberto.org

    a seguire dibattito

    L’informazione drogata

    con il comitato Amici di Alberto, i giornalisti/registi
    riflessioni sulle corresponsabili tà della disinformazione di regime con la Redazione di Polvere, Giornale di strada autoprodotto di Torino e Fuoriluogo, giornale on-line di controinformazione.

    ore 16:00
    presentazione del libro
    La zona del silenzio
    All’alba del 25 settembre del 2005, un diciottenne muore a Ferrara, pochi minuti dopo essere stato fermato dalla polizia. La storia di Federico Aldrovandi sarebbe semplicemente questa, se una  madre veramente coraggiosa non avesse aperto un blog per battersi per una giustizia negata.  Zona del silenzio.Un romanzo a fumetti che utilizza questo «normale» episodio di tragica violenza tutto italiano per raccontare una piccola storia di resistenza e di amicizia.

    a seguire dibattito
    vittime della strage proibizionista morte per mano di uomini in divisa al servizio dello stato

    Incontriamo familiari e comitati di
    Federico Aldrovandi
    http://www.veritaperaldro.it
    Aldo Bianzino
    http://veritaperaldo.noblogs.org/
    Stefano Frapporti
    http://frapportistefano.blogspot.com/
    Marcello Lonzi
    http://www.marcellolonzi.noblogs.org
    Giuseppe Uva

    ore 17:30
    L’importanza di esperienze di comunicazione e informazione autogestita
    Presentazione di piccoli manuali di autodifesa riguardo: Ritiro patenti e drug test sui posti di lavoro, a cura di Cobs, (operatori bassa soglia Piemonte) osservatorio antiproibizionista di Pisa sindacati di base.

    Brainstorming tra sportelli autogestiti da Bologna, Pisa, Torino, Genova, Roma

    http://www.2010.fest-antifa.net


    http://lab57.indivia.net/

    http://www.livello57.org/

    IL PROIBIZIONISMO è UN SERIAL KILLER

    Sul sito della manifestazione il programma integrale: www.2010.fest-antifa.net

  • La storia di Aldo Bianzino

    Aldo Bianzino e la sua compagna Roberta il 12 ottobre 2007 vengono arrestati con l’accusa di possedere e coltivare alcune piante di marijuana. Trasferiti il giorno dopo al carcere di Capanne, Roberta viene condotta in cella con altre donne, Aldo in isolamento. Da quel momento Roberta non vedrà più il suo compagno lasciato in buone condizioni di salute. La mattina seguente, domenica 14 ottobre alle 8,15 la polizia penitenziaria trova Aldo agonizzante che poco dopo muore. Di infarto secondo le prime “indiscrezioni”. Nonostante l’autopsia riveli una frattura alle costole, gravi lesioni al fegato, alla milza e al cervello l’inchiesta sulla morte di Aldo è stata archiviata. “Cause naturali in seguito ad aneurisma” viene scritto nella sentenza. Aldo Bianzino è morto da più di due anni, Roberta si è spenta pochi mesi dopo.
    In vista dell’udienza per la riapertura del caso Bianzino, che si terrà a Perugia il 28 giugno 2010 Arci e Forum Droghe di Ferrara organizzano un incontro pubblico insieme ai figli di Aldo Bianzino per mantenere alta l’attenzione su questa tragica vicenda.


    Arci Ferrara | Forum Droghe Ferrara

    Giovedì 22 aprile 2010 | ore 18
    Cafè de la Paix | P.tta Corelli 24 | Ferrara
    La storia di Aldo Bianzino
    Che cosa succede nelle carceri italiane?

    Incontro pubblico con:
    Elia e Rudra Bianzino
    Franco Corleone Forum Droghe
    Fabio Anselmo Avvocato

    presenta Marco Zavagli Giornalista

    in collaborazione con fuoriluogo.it e Cafè de la Paix.

    Scarica la cartolina: bianzino.pdf (in formato pdf)

    info: veritaperaldo.noblogs.org

    (via fioreblog)

  • La Storia di Aldo Bianzino

    Aldo Bianzino e la sua compagna Roberta il 12 ottobre 2007 vengono arrestati con l’accusa di possedere e coltivare alcune piante di marijuana. Trasferiti il giorno dopo al carcere di Capanne, Roberta viene condotta in cella con altre donne, Aldo in isolamento. Da quel momento Roberta non vedrà più il suo compagno lasciato in buone condizioni di salute. La mattina seguente, domenica 14 ottobre alle 8,15 la polizia penitenziaria trova Aldo agonizzante che poco dopo muore. Di infarto secondo le prime “indiscrezioni”. Nonostante l’autopsia riveli una frattura alle costole, gravi lesioni al fegato, alla milza e al cervello l’inchiesta sulla morte di Aldo è stata archiviata. “Cause naturali in seguito ad aneurisma” viene scritto nella sentenza. Aldo Bianzino è morto da più di due anni, Roberta si è spenta pochi mesi dopo.
    In vista dell’udienza per la riapertura del caso Bianzino, che si terrà a Perugia il 28 giugno 2010 Arci e Forum Droghe di Ferrara organizzano un incontro pubblico insieme ai figli di Aldo Bianzino per mantenere alta l’attenzione su questa tragica vicenda.


    Arci Ferrara | Forum Droghe Ferrara

    Giovedì 22 aprile 2010 | ore 18
    Cafè de la Paix | P.tta Corelli 24 | Ferrara
    La storia di Aldo Bianzino
    Che cosa succede nelle carceri italiane?

    Incontro pubblico con:
    Elia e Rudra Bianzino
    Franco Corleone Forum Droghe
    Fabio Anselmo Avvocato

    presenta Marco Zavagli Giornalista

    in collaborazione con fuoriluogo.it e Cafè de la Paix.

    Scarica la cartolina: bianzino.pdf (in formato pdf)

    info: veritaperaldo.noblogs.org

  • Mostra d’arte per Aldo Bianzino

    In occasione dell’ udienza per la riapertura del caso Bianzino (per informazioni: http://veritaperaldo.noblogs.org/), che si terrà a Perugia il 28 giugno 2010, l’associazione Verità e giustizia per Aldo, ha indetto una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica su un evento che,a tutt’oggi, è ancora carico di dubbi e perplessità ed è lungi da aver fugato le numerose e legittime domande riguardo alla vicenda.

    Una delle azioni in programma sarà l’allestimento di una esposizione artistica per il 7, 8, 9 Maggio presso la Casa dell’Associazionismo di Perugia.

    Il tema della mostra è rappresentato da un simbolo e non da parole, proprio per sottolineare l’esigenza di forme alternative per esprimere il rifiuto di atti repressivi,ad opera di alcuni membri delle istituzioni. Atti legittimati e supportati da una crescente e sempre più diffusa preoccupazione per la sicurezza, enfatizzata dai media e dalla situazione corrente.

    Il soggetto dell’esposizione sintetizzato dall’ immagine presentata in testa, rimanda alla mania per la sicurezza, alla violenta repressione, al carcere e agli abusi di potere.

    Invitiamo ad esporre qualunque artista sia interessato e sensibile all’argomento e voglia dare il suo apporto per rendere l’evento più ricco.

    Sono accettati lavori pittorici, fotografici, performance, istallazioni, contributi musicali.

    Non richiediamo alcuna quota monetaria ma solo volontà, partecipazione e una celere risposta, visti i tempi stretti; è inoltre previsto un piccolo rimborso delle spese per chiunque venga da fuori città.

    Se desiderate prendere parte all’iniziativa scrivete a: veritaperaldo@noblogs.org, allegando foto o documentazione del lavoro esposto, purché attinente al tema, con relativo titolo e dimensioni, specificando eventuali richieste particolari;è facoltativo un breve curriculum vitae ed una foto personale per il catalogo in dvd.

    Dal blog verità per aldo, via fuoriluogo.it.

  • Aldo Bianzino è stato ucciso.

    aldo-bianzinoOggi l’udienza per l’opposizione alla richiesta di archiviazione per l’accusa di omicidio di Aldo Bianzino a opera di ignoti. Leggete l’articolo di Patti Cirino per la rubrica di Fuoriluogo sul Manifesto del 10 dicembre 2009 e ascoltate la conferenza stampa per il presidio dell’ 11 dicembre davanti al tribunale (da radioradicale).

    Per rimanere aggiornati visitate il blog del Comitato Verità per Aldo.

  • avevano parlato d’infarto…

    Una delle foto diffuse dalla famiglia di Stefano Cucchi

    Una delle foto diffuse dalla famiglia di Stefano Cucchi

    «Lo Stato mi deve spiegare come è morto mio fratello. E come è potuto accadere che né io né i miei genitori siamo riusciti a vederlo per sei giorni. E soprattutto perché ci è stato impedito di sapere per quale motivo era stato portato in ospedale. Quando l´ho visto era irriconoscibile».

    Così la sorella di Stefano Cucchi, morto dopo una settimana di carcere per pochi grammi di fumo. Una vicenda che assomiglia troppo a quella di Federico Aldrovandi. O di Aldo Bianzino. E di tutti gli altri dei quali ci siamo dimenticati, o non ci siamo accorti, magari solo perchè non avevano nessuno che gli volesse bene.

  • Articolo 7

    Video realizzato in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, parte di una serie di 30 cortometraggi ispirati ai diversi articoli della dichiarazione, dedicato all’articolo 7: “Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.”
    Viene narrata la vicenda di Aldo Bianzino, falegname ebanista arrestato il 12 ottobre 2007 per coltivazione e detenzione di marijuana, trovato morto la mattina del giorno successivo alla reclusione nel carcere di Capanne, Perugia.

    This movie is part of the collection: Open Source Movies

    Producer: Tekla Taidelli
    Audio/Visual: sound, color
    Language: italiano
    Keywords: aldo bianzino; carcere; capanne; perugia; jail; human rights; diritti umani; tekla taidelli

    Creative Commons license: Attribution-Noncommercial-No Derivative Works 3.0

    Via Verità per Aldo.

  • le iene ed il caso Bianzino…

    Dal blog verità per Aldo Bianzino:

    LE ‘IENE’ IN TRIBUNALE MA PER CASO BIANZINO

    Anche le ‘Iene’ a Perugia per il caso Meredith Kercher. Una troupe della trasmissione televisiva condotta da Ilary Blasi, fin da questa mattina staziona davanti al Palazzo di Giustizia di Perugia sollecitando passanti e i tanti giornalisti che stanno seguendo l’udienza preliminare per l’omicidio di ‘Mez’ a “non dimenticare il caso Bianzino”. Aldo Bianzino, falegname 44enne, e’ stato trovato morto il 14 ottobre 2007 nella cella n. 20 della sezione 2B del carcere perugino di Capanne. Li’ era detenuto perche’ i Carabinieri di Citta’ di Castello avevano trovato nell’orto della sua abitazione a Pietralunga una coltivazione di cannabis. All’epoca si sostenne che le cause della morte erano dovute alle percosse subite durante l’interrogatorio, circostanza in parte confermata anche dall’autopsia e furno ascoltati i comandanti e le guardie carcerarie in servizio. La Procura perugina (Pm Giuseppe Petrazzini) ha aperto un fascicolo per omicidio volontario.
    (AGI) – Perugia, 26 set. –

  • Una scheggia di luce

  • Caso Bianzino, l’inchiesta non si chiude

    Riprendo, tramite il blog di fuoriluogo.it, la notizia pubblicata su Liberazione riguardo uno spiraglio nella vicenda della tragica morte di Aldo Bianzino.

    Perugia: indagine sulla morte di Aldo Bianzino non si chiude

    Da Liberazione, – 1 agosto 2008

    La famiglia di Aldo Bianzino avrebbe ottenuto dal Gip la continuazione delle indagini, nonostante che il Pm sostenga che la morte è avvenuta per cause naturali. Da Liberazione.

    Ci sono novità sull’inchiesta per la morte di Aldo Bianzino nel carcere di Perugia. Il giudice per le indagini preliminari, Massimo Ricciarelli, avrebbe dichiarato ammissibile l’istanza con la quale gli avvocati della famiglia del falegname di Pietralunga si sono opposti all’archiviazione del caso. Ad otto mesi di distanza si potrebbe dunque riaprire il caso di Aldo Bianzino.

    L’uomo è stato trovato morto in una cella, in cui era detenuto da due giorni dopo essere stato arrestato per aver coltivato due piante di marijuana nel giardino di casa; per il Pm si sarebbe trattato di morte per cause naturali, determinata da aneurisma. Ma l’autopsia parlò di fratture di costole e di distaccamento del fegato che per il Pm sarebbero state determinate da un maldestro tentativo di massaggio cardiaco. Per la famiglia Bianzino sono invece la prova di un pestaggio.

    Vai al blog VeritàperAldo.

  • Reggae ‘n’ rolla per Aldo

    aldo

    Dal blog veritàperaldo:

    “Benefit per Aldo Bianzino al cs Ricomincio dal faro – via del Trullo 330 – Roma

    Arrestato per coltivazione di marijuana nei colli perugini, moriva in carcere nelle 36 ore successive per gravi lesioni. Verità e giustizia per Aldo.

    La marijuana fa bene il proibizionismo uccide.

    Dancehall con:
    DabaDub
    Villa Ada Posse
    One Love
    Soul Roots

  • Sottoscrivo

    dall’Amaca di Michele Serra di oggi su Repubblica: “La storia ce l´ha raccontata ieri su “Repubblica” Jenner Meletti. E´ morto in carcere, per cause ancora da accertare, un falegname umbro, Aldo Bianzino, arrestato il giorno prima perché coltivava cannabis per farne uso personale. Una persona mite, che viveva pacificamente in mezzo alla natura, certo non pericolosa per gli altri, che lascia un figlio minorenne e una compagna disperata.
    Proprio in questi giorni e in queste ore, con l´atroce delitto di Roma che esaspera la questione già rovente della sicurezza, della violenza, dell´immigrazione rom fuori controllo, viene spontaneo domandarsi per quale assurdo criterio giudiziario, o politico, o culturale, un uomo debba morire in carcere perché gli piaceva farsi le canne (tra parentesi: ieri la Cassazione ha “depenalizzato” la coltivazione di cannabis per “uso ornamentale”…). C´è una specie di folle sproporzione, di abnorme iniquità tra le notizie di rapinatori o di assassini rimessi in libertà con evidente imprevidenza, e vicende come questa, dalle quali la legge e la giustizia escono con una patente di totale stupidità. Una stupidità che avrà certamente le sue spiegazioni “tecniche”, i suoi alibi procedurali. Ma lascia di ghiaccio. Uno Stato con i nervi saldi non se la prende con gli hippies: se non altro perché avrebbe cose più urgenti e più serie da fare.

  • Verità per Aldo

    Aldo bianzinoSempre a proposito di buone notizie. La storia di Aldo Bianzino è sconosciuta ai più. Riporto la ricostruzione dei fatti da un appello che sta girando in rete: “Aldo Bianzino e la sua compagna Roberta il 12 ottobre sono stati arrestai con l’accusa di possedere e coltivare alcune piante di marijuana. Trasferiti il giorno dopo al carcere di Capanne, sono separati. Roberta condotta in cella con altre donne, Aldo in isolamento. Da quel momento Roberta non vedrà più il suo compagno lasciato in buone condizioni di salute. La mattina seguente, domenica 14 ottobre alle 8,15, la polizia penitenziaria entrata nella cella, trova Aldo agonizzante che poco dopo muore.
    La storia, oltre che assurda e tragica insieme, è purtroppo dannatamente simile a tante altre. E’ tragica perchè la morte di una persona detenuta dallo stato è inconcepibile in un paese civile. E’ assurda viste le recenti sentenze della Cassazione sulle coltivazioni ad uso personale. Di Carcere e di Marijuana non si puo’ morire. Per chiedere verità e giustizia a Perugia è stata indetta una manifestazione ed un’assemblea il prossimo 10 novembre. E’ stato anche aperto un blog: veritaperaldo.noblogs.org. Ne parlano anche Fuoriluogo e Lettera 22 e numerosi blog.