• Il vero buco nero (della democrazia)

    Per un attimo vorrei che accontonaste il fatto che chi scrive milita in un partito che solo nei sogni ha superato la soglia del 5% in Italia.

    Vorrei che ragionaste un po’ con me sul significato delle elezioni europee: esse sono elezioni che, a differenza di quelle politiche o amministrative non devono garantire sia la rappresentanza che la governabilità. La commissione europea è infatti nominata dai Governi nazionali, il Parlamento Europeo ha solo funzione di rappresentanza e di indirizzo. Per capirci meglio vale la pena segnalare che addirittura la patria del maggioritario, la Gran Bretagna, ha introdotto nel ’98 il metodo proporzionale (senza sbarramento mi pare) per le elezioni del PE.

    Quindi a cosa serve mettere uno sbarramento al 5% (più alto che alle politiche)? A nulla perchè, allo stato attuale, l’unico effetto è quello di estromettere milioni di persone dall’essere rappresentate in europa. Peraltro in un momento in cui l’istituzione europea più che una risorsa e una prospettiva da perseguire è diventata, agli occhi di molti italiani, un pericolo. Direi quindi che si tratta di un geniale (e machiavellico) provvedimento, degno di questo sinistro governo: un buco nero in cui finiranno milioni di voti alla faccia della democrazia rappresentativa.

    E cosa dire dell’abolizione della preferenza? Vi ricordate i tanti “bisogna riavvicinare i cittadini alla politica”, “basta con gli eletti decisi dalle segreterie partitiche”? Eccoci qua, una volti giunti al successivo nodo da sciogliere, pronti a eliminare le preferenze pure dalle elezioni europee.

    Vergogna, roba da referendum. Questa sì.

    L. ELETTORALE: RONCHI, ACCORDO PER EUROPEE SU SOGLIA 5%
    Nel corso del vertice a Palazzo Grazioli si e’ discusso anche di legge elettorale per le europee e su questo si e’ trovato “un accordo sinergico, di tutti, sulla proposta che e’ gia’ stata presentata in Parlamento che prevede lo sbarramento al 5 per cento e senza preferenze”. Lo ha reso noto Andrea Ronchi (An) lasciando palazzo Grazioli al termine del vertice sul federalismo fiscale. Per riformare la legge elettorale europea “si partira’ dalle proposte presentate in Parlamento”. Quindi, non ci sara’ una proposta del governo? “Non serve”. Cosi’ Roberto Calderoli ha risposto ai giornalisti al termine del vertice a palazzo Grazioli sul federalismo fiscale nel quale si e’ parlato anche di riforma elettorale europea. “La proposta governativa – ha spiegato il ministro per la Semplificazione legislativa – voleva essere di stimolo. Ma visto che le proposte in Parlamento erano vicine o similari a quella governativa e visto che la Commissione competente era in grado di partire subito da quelle proposte, allora si partira’ da quelle”.