• L’altra giornata mondiale sulle droghe

    Non faccio troppa fatica ad aderire al meme lanciato sul blog di fuoriluogo.it. L’appello è quello di scrivere, in vista della giornata mondiale sulle droghe del prossimo 26 giugno, un post sulle sostanze.

    Riporto il testo del post/appello.

    Aderite e fate aderire!

    26 giugno: l’altra giornata mondiale sulle droghe

    In occasione della giornata mondiale sulle droghe lanciamo dal Blog di Fuoriluogo.it un piccolo Meme.
    Un esperimento, un appello/invito alla blogosfera antiproibizionista e libertaria: il 26 giugno 2008 – ma anche nei giorni che lo precedono o in quelli successivi – scrivete un post sull’altra faccia della war on drugs. Quella delle vostre storie di ordinaria repressione o quella degli aneddoti curiosi e divertenti sulle sostanze ed il loro uso. Insomma sentitevi, per una volta, liberi di parlare di droghe nonostante i vari Giovanardi, Fini e Costa.

    Istruzioni:

    1. Perchè i pensieri e le opinioni siano più concatenati possibile vi preghiamo di linkare questo post/appello e tutti coloro aderiranno (che saranno riportati qui sotto).
    2. inserite, fra gli altri che vorrete, il tag “peace on drugs
  • scrivete (non si sa mai) a fuoriluogo@fuoriluogo.it una mail con l’url del vostro post.
  • Senza parole…

    cuore

    Scusatemi, ma voi cosa direste se gli autori della legge “contro la droga” vigente affermassero sconvolti in un convegno elettorale che nel 2010 in Italia ci saranno un milione di consumatori di cannabis in piu’ rispetto ad oggi?

    Cuore mi viene in aiuto.

    PS: per chi non lo sapesse l’Italia ha una delle leggi più repressive d’europa sulle sostanze.

    PPS: E non funziona.

  • La Birmania, la giunta militare, le sanzioni e le droghe

    Questo blog, come tanti altri da oggi si tinge di rosso. E’ ben poca cosa rispetto a quello che bisognerebbe fare per garantire la libertà, e non solo in Birmania. Che bisognava fare, da tempo. Non mi pare che le sanzioni siano la soluzione, non lo sono mai state (in Iraq come in Afghansitan, nello stesso Sud Africa). Colpiscono la popolazione, mentre di solito il Potere riesce sempre a reperire ciò di cui ha bisogno, armi in primis. Se poi alle sanzioni si accompagnano i finanziamenti dell’ONU per la War on Drugs locale (leggi su Fuoriluogo) certamente non si da un messaggio chiaro. Bisognerebbe mettere la Cina di fronte alle proprie responsabilità (e non solo nei confronti del Myanmar), ma non mi pare questa una strada credibile. La pressione internazionale può fare qualcosa, ma purtroppo la partita decisiva si gioca sul posto che è lontano e sconosciuto. Speriamo nelle defezioni e nei dissidi interni alla giunta (intanto sono numerosi i soldati che stanno disobbedendo) e che l’inviato ONU si piazzi fra soldati e monaci. Ma non è facile… Una domanda: l’abbiamo già chiamato l’ambasciatore birmano in Italia a riferire al nostro governo?

    PS: ho sentito ieri Maria Latella nello speciale di SkyTG24 dire una cosettina su cui varrebbe la pena riflettere (in primis lei stessa). All’incirca era così: in fondo la situazione in Birmania è simile a quella cinese (e su questo non faccio molta fatica ad essere d’accordo), ma l’exploit economico cinese in qualche modo mette in secondo piano questo problema. Spero fosse solo un incespicare sui propri pensieri, anche perchè nessuno ha mai dubitato della rinascita industriale della Germania nazista.

  • La campagna “buon senso zero”

    Ha ragione Franco Corleone su fuoriluogo di maggio, la campagna “buon senso zero” avviata nel centro sinistra non ha paura di oltrpassare il limite. Ora è la Turco che propone a Fioroni un’ispezione a tappeto dei NAS in tutte le Scuole. Ma le scuole una volta non erano il luogo dell’Educazione? E i docenti che dicono? Vai su fuoriluogo.it.

  • Chi di skunk ferisce di alcol perisce

    Il dibattito (inglese ed italiano) sulla “supercannabis” è stato capace di raggiungere livelli di superficialità ed ignoranza splendidamente irraggiungibili. L’Independent, e sulla sua scia metà del mondo politico italiano, si è scagliato contro la Skunk, terribile e “nuovissima” varietà di canapa, capace di essere 25 volte più potente della canapa cara agli hippy. Al di là del fatto che la Skunk è una varietà ibrida di canapa conosciuta da più o meno un quarto di secolo (ed abbondantemente fumata da decenni in tutto il mondo) la cosa che fa più sorridere è il rapporto sulla potenza. Se parametrata al contenuto di thc presente nell’erba “normale” avremmo un prodotto che sfidando tutte le leggi della fisica e della chimica conterrebbe il 250% di THC. Vi preghiamo, mandatecene un campione! Per fortuna ci ha pensato il Lancet a metter le cose in chiaro.
    Altro geniale filone del proibizionismo nostrano si è rilevata la drugtestmania. L’ultimo arrivato è Amato che ha fatto una proposta un po’ idiota (l’ha detto lui!): antidoping a scuola e penalizzazione sui crediti scolastici per i positivi. Peccato che le ricerche statunitensi rivelino che oltre che inutili e costosi, i test sugli studenti sono pure dannosi. Ne scrive Grazia Zuffa su Fuoriluogo.it.

  • Digiuno per una legge

    da oggi partecipo, sino al 17 febbraio, al digiuno a staffetta iniziato 14 giorni fa da Franco Corleone, per aprire un dialogo con la Presidenza della Camera ed avviare la discussione sulla riforma delle politiche sulle droghe nel nostro paese. Non è stato infatti ancora nominato il relatore della proposta di legge Boato, sostenuta da oltre 40 parlamentari di tutta l’Unione, che modifica profondamente l’attuale legislazione derivante dalla Fini-Giovanardi. Con questo digiuno si chiede semplicemente che il Parlamento discuta sulla legislazione sulle sostanze, e trovi una via possibile per il superamento della Legge Fini-Giovanardi.
    La legge attuale, approvata a colpi di fiducia insieme al decreto sulle olimpiadi, non ha avuto neanche un secondo di discussione in aula. Ma continua a fare danni, e vittime, per le nostre strade. Dal primo gennaio: sequestrati 997,1 kg di droghe leggere, 646,9 kg di droghe pesanti, 11.454,0 dosi di droghe sintetiche, 30 piante cannabis; Per un totale di 12 morti, 4 feriti, 915 arresti e 621 giorni di reclusione comminati (dati Aduc).
    La guerra alla droga è una guerra contro noi stessi, contro i nostri figli, nipoti o cugini (nel mio caso amici o conoscenti) che fanno uso, a volte problematico, a volte no, di sostanze. Sono in larga parte italiani coloro che si servono presso gli spacciatori, alla Stazione di Padova come in via Baluardi o al Grattacielo a Ferrara.
    E servono a poco gli interventi delle forze dell’ordine se non a spostare il problema qualche via più in là. Sarebbe necessario invertire la rotta, affrontare i problemi senza ideologia, senza ipocrisia e possibilmente ascoltando un poco la scienza.
    Fra l’altro ci accontenteremmo, in questa visione minimalista, di depenalizzare il consumo e la coltivazione personale, di avviare campagne di informazione e prevenzione dell’abuso di sostanze (alcol compreso) che non siano inquinate dall’ipocrisia di chi accosta sostanze diverse con effetti diversi, di facilitare le forme alternative al carcere per i tossicodipendenti e di avviare finalmente politiche di riduzione del danno come in tutta Europa accade. Insomma una proposta in linea con il programma dell’Unione. Basterà?

  • Una scelta di massa non si può arrestare!

    Street Antiproibizionista e Festa nazionale del raccolto e della vendemmia l’11 novembre a Bologna. Il Movimento di Massa Antiproibizionista lancia una manifestazione nazionale contro l’accanimento repressivo verso i consumatori e verso i luoghi della CULTURA e della pratica antiproibizionista, per l’abrogazione immediata della famigerata legge Fini-Giovanardi ed il radicale superamento della legislazione precedente, per la fine di ogni persecuzione di comportamenti che riguardano la sfera delle libertà personali fondamentali. L’appuntamento con la Manifestazione Street Antiproibizionista & Festa nazionale del raccolto e della vendemmia è per sabato 11 novembre 2006 a Bologna. La piattaforma è online su fuoriluogo.it. Maggiori informazioni sul sito di Confinizero e del Livello57.

  • Rendine, il tampone e l’urina.

    Il Consigliere di AN del Comune di Ferrara Francesco Rendine ha chiesto di sottoporre tutti i consiglieri ed assessori al test tossicologico reso famoso dalle iene in settimana. Ecco la risposta dei Verdi di Ferrara.

    La prima reazione all’iniziativa del Consigliere comunale di AN Rendine sarebbe non troppo originale: invitare tutti (assessori e consiglieri comunali ma anche presidenti e consiglieri circoscrizionali e perchè no tutti i cittadini) a inviare la provetta con le proprie urine direttamente al Gruppo Consiliare di AN. Ma questa potrebbe esser interpretata come una risposta volgare, o peggio ancora, come un implicito assenso al controllo tossicologico invocato dal consigliere nazionalalleato.

    Ci scusi, Consigliere Rendine, ma la privacy sul proprio stato di salute, sulle proprie abitudini o sui propri gusti alimentari o sessuali è una cosa importante (vedi nota). Se poi l’obiettivo, per Rendine, è che i politici debbano dare il buon esempio ai nostri giovani, (ma qual’è il “buon esempio” tanto richiamato?), il vero interrogativo è come fare per verificarlo a tutto tondo. Bisognerà incaricare agenzie di investigazione per verificare che i consiglieri non tradiscano le proprie mogli o mariti, magari controllando – già che ci siamo – i gusti sessuali dei malcapitati rappresentanti dei cittadini (il kamasutra è un buon o cattivo esempio?). E, a proposito di salubrità, sarà di miglior esempio per un giovane un politico che mangia cappellacci e salamina o uno che va al Mac Donald’s? O ancora, per stare in tema, chi ha il colesterolo alto od è obeso ha il diritto morale di rappresentare i cittadini? E per finire, chissà se gli uomini possono stare con i capelli lunghi o le donne portare i pantaloni?

    Forse ogni tanto vale la pena di ricordarlo: in politica valgono le idee, i comportamenti istituzionali e le azioni amministrative poste in essere durante il proprio mandato, non gli esami tossicologici. L’ipocrita ventata di interesse sui costumi altrui che ha scatenato l’inchiesta delle Iene non cessa di stupire: i parlamentari consumatori, che hanno approvato l’orrida legge sulle sostanze dovrebbero trovare semplicemente lo scatto di orgoglio di uscire allo scoperto e chiederne l’abolizione. Dubitiamo che ciò avverrà, mentre contiamo che il Governo provveda al più presto ad abolire una legge che, come è evidente, continua a fare danni penali, sociali e culturali al nostro paese.

    I Verdi di Ferrara

    Nota a margine
    Vale la pena ricordare alcune questioni giuridiche: il consumo di sostanze, anche con la legge Fini-Giovanardi, non è reato penale di per sè (ma lo diventa se in possesso di un determinato quantitativo – molto basso – di principio attivo). Il semplice assuntore puo’ invece essere sottoposto a sanzioni amministrative: ritiro del passaporto e della patente le più importanti e le più vessatorie per le centinaia di migliaia di persone che in questo decennio ne sono state colpite. Manca, ce ne dispiace per Rendine, l’esclusione dai pubblici uffici (che tanto non tiene fuori manco il condannato in via definitiva Cesare Previti dal Parlamento Italiano). E non è un caso che il Garante della Privacy, oltre a bloccare il programma delle Iene, abbia – in tempi non sospetti – tutelato fortemente il diritto alla privacy sullo stato di salute delle persone (anche di lavoratori le cui mansioni possono comportare rischi per la sicurezza, l’incolumità e la salute dei terzi. cfr parere GdP 5.12.05).

  • Livello57 sotto sequestro

    Una mattina, una quarantina di carabinieri in tenuta antisommossa sono entrati nelle due sedi del Livello 57 per eseguire un sequestro giudiziario dei due immobili. Il provvedimento di questa mattina è il proseguimento dell’inchiesta della Procura della Repubblica di qualche mese fa, quando il Livello 57 venne perquisito e Maria Pia Scarciglia fu arrestata. Nell’atto giuidiziario viene descritta la storia del Livello 57 (dall’occupazione dei primi anni ’90 del C.S.O.A. Pellerossa di Piazza Verdi, all’occupazione di Via dello Scalo, all’esperienza della Grafton 9 fino arrivare ai giorni nostri). Si fa riferimento agli articoli 73 e 79 della legge antidroga Fini-Giovanardi per chiedere il sequestro cautelare dei due immobili per “impedire che prosegua l’attività criminosa” attraverso le iniziative pubbliche che si tengono all’interno dello spazio autogestito. 15 ragazzi che abitano nella palazzina all’entrata del Livello stanno caricando i loro effetti personali. Gli avvocati del centro sociale hanno chiesto al Giudice che almeno allo stabile utilizzato come alloggio non vengano apposti i sigilli: molte di queste persone non saprebbero dove andare. “Un atto grave e al tempo stesso stolto” leggi il comunicato di Forum Droghe.

  • L’overdose di Fini

    Fini attacca la riduzione del danno ed i Sert. Ovvero come copiare il fallimento americano.

    Il Vice Presidente del Consiglio Fini ha annunciato alla platea compiacente di San Patrignano che il Governo italiano “cambierà radicalmente” le politiche sulle droghe in Italia. Non stupisce troppo questa presa di posizione. Stupisce di più il disinvolto disinteresse per la scienza (che ha dimostrato nella pratica la necessità di perseguire politiche di riduzione del danno) e la volontà di copiare pedissequamente modelli fallimentari (come quello americano della war on drugs) ed in via di abbandono in tutta Europa.

    Giusto due giorni fa l’Inghilterra ha annunciato la declassificazione della Marijuana dalla classe B a quella C della tabella che regola le sostanze stupefacenti. Andrà a far compagnia a valium e anabolizzanti: ciò permetterà di prescriverla per l’uso medico (come richiedono migliaia di malati in tutto il mondo) e di limitare l’intervento repressivo (come richiesto un anno fa dalla Polizia inglese). Senza parlare della storica esperienza olandese, o di quella Svizzera di somministrazione controllata dell’eroina che è stata stimolo per esperimenti in molti paesi (fra i quali Spagna, Germania, Australia). Fini nega l’evidenza e dice che non condivide la distinzione fra droghe pesanti e leggere: nega la scienza in nome del proprio interesse politico repressivo. Nega il riconoscimento dell’enorme lavoro dei Sert che in Italia hanno rappresentato per gli oltre 140.000 utenti (dati Ministero Sanità 2000, a fronte delle poche migliaia assistiti dalle comunità) una reale possibilità di essere curati.

    L’iniziativa del Governo, sulla falsariga delle politiche repressive da sempre care ad Alleanza Nazionale, è una pericolosissima ed irresponsabile scelta di abbandono di politiche efficaci in nome del proprio interesse di bottega. E’ una scelta ideologica di repressione che deve essere contrastata con forza da chi crede che le politiche sulle sostanze stupefacenti (legali e illegali) non vadano fatte a colpi di codice penale (in Italia già ora metà dei detenuti sono carcerati per violazione della legge 309/90 sugli stupefacenti).

    Leonardo Fiorentini
    Verdi di Ferrara

    Ferrara, 26 ottobre 2001