E’ una questione di massa
Makkox sul Post:
Maroni ha mandato i suoi uomini
Un ministro della Repubblica scopre di avere cimici nell’ufficio, per cui chiama il Ministro dell’Interno, sempre della nostra Repubblica, che poi “ha mandato i suoi uomini”.
Non i Carabinieri, la Polizia, la Digos o il SISMI. “I suoi uomini”.
Altro che
“Non volevo far casino, tanto un’inchiesta non trova niente. Io non volevo entrare nel casino. Sono uno che tende a minimizzare”.
Cos’è, anche stavolta i leghisti avevano paura di far scoprire cosa era successo (e magari chi le aveva messe)?
Cos’è l’Insubria
Alle elementari non ce l’hanno spiegato quelle comuniste delle nostre maestre. Per fortuna c’è Daniele Sensi che ce lo spiega, e ci spiega la lotta intestina e separatista dentro la Lega…
In Padania è Notte dei lunghi coltelli
Il consiglio federale della Lega Nord (ovvero Umberto Bossi) ha dunque scomunicato Terra Insubre, l’associazione culturale varesina che 1) declina il presidio identitario in chiave “piccolo padana” (la supposta “Insubria” comprenderebbe la Lombardia occidentale, il Piemonte orientale e la Svizzera italiana); 2) condivide il proprio logo con le nuove estreme destre europee; 3) ogni anno organizza un festival dagli sponsor eccellenti; 4) annovera tra i propri iscritti il ministro Maroni.
Si pensa quindi che il suicidio sia legato solo a problemi psichici.
Il corpo di F.A., 27 anni, è stato ripescato ieri sera dal fiume Brembo a Ponte San Pietro. Il fratello, con regolare permesso, ha raccontato che la ragazza era disperata.
Bergamo, immigrata marocchina si suicida “Era disperata. Non riusciva a regolarizzarsi”BERGAMO – Si è uccisa perché era clandestina e non riusciva a regolarizzarsi, e per questo era caduta in depressione. Il corpo senza vita di F.A., 27 anni, marocchina, è stato ripescato ieri sera dal fiume Brembo a Ponte San Pietro. La donna, notata da alcuni passanti, era sotto il ponte del centro storico, è stato riportato a riva alle 21 circa.
E’ stato il fratello Mohamed stamattina a presentarsi ai carabinieri per denunciare la scomparsa della sorella, uscita di casa ieri alle 14. L’uomo, che invece è regolare (come anche i genitori) e vive proprio a Ponte San Pietro, ha raccontato che F. era disperata: era irregolare in Italia, aveva tentato in tutti i modi di regolarizzare la sua posizione ed era terrorizzata dalla scadenza di domani, giorno in cui la clandestinità diventa reato. E questo l’avrebbe portata a uccidersi.
Ma gli inquirenti del posto sono scettici: la ragazza, infatti, era in Italia da cinque anni e viveva presso la famiglia. Si pensa quindi che il suicidio sia legato solo a problemi psichici.
(Repubblica, 7 agosto 2009)
Gli inquirenti potranno pure essere scettici. In effetti non rischiano di finire in carcere per il solo fatto di non possedere un permesso di soggiorno ed essere cacciati dal paese in cui vive la loro famiglia. F.A. sì, e forse è la prima vittima del pacchetto sicurezza del nostro sinistro governo.
Come i pirati
“È l’ordine più infame che abbia mai eseguito. Non ci ho dormito, al solo pensiero di quei disgraziati. Dopo aver capito di essere stati riportati in Libia ci urlavano: “Fratelli aiutateci”. Ma non potevamo fare nulla, gli ordini erano quelli di accompagnarli in Libia e l’abbiamo fatto. Non racconterò ai miei figli quello che ho fatto, me ne vergogno”
Così uno dei militari che ha partecipato alla missione di “respingimento” in acque internazionali dei 200 immigrati, commenta su Repubblica il “successo” dell’azione voluta fortmente dal ministro Maroni.
Addirittura l’Osservatore Romano e la Cei da un po’ di tempo a questa parte si stanno accorgendo (salvo smentire o rifugiarsi in un “è un’opinione personale”) che il nostro sinistro governo ha intrapreso una strada che non sappiamo bene dove ci porterà. O meglio vorremmo non saperlo.
Ha ragione Bobo Maroni, l’episodio è una svolta “che afferma un nuovo modello di respingimento in mare”: in fondo le nostre motovedette – intercettando in acque internazionali i barconi – non fanno cose molto diverse dai pirati somali. Chissà, già i prossimi “respinti” non potrebbero prenderla molto bene.
Il solo Fassino, evidentemente impaurito di non essersi ancora accreditato con chi sa chi, è riuscito a dire:
«Il respingimento alle frontiere è un un’azione legittima di contrasto all’immigrazione clandestina prevista da tutti i documenti Ue e dagli accordi internazionali e praticata anche durante il governo di centro sinistra»
Alla faccia del Diritto di Asilo.
come si evitano gli stupri (citazioni 2)
Ha ragione Roberto Maroni: le ronde faranno diminuire gli stupri. Centinaia di mariti fuori a fare le ronde, significa centinaia di mogli a casa da sole, dunque meno esposte a pestaggi e violenze sessuali.
la patria?
Ecco, molto semplicemente, io oggi mi vergogno di essere italiano.
Con 154 sì, 135 no e un astenuto approvato l’articolo 39: carcere fino a 4 anni per immigrati espulsi. Il testo fissa da 80 a 200 euro la tassa per il permesso di soggiorno. Sì al registro dei clochard
Clandestini denunciati dai medici. Sì del Senato all’emendamento
ROMA – I medici potranno denunciare all’autorità giudiziarie gli immigrati clandestini. Il Senato ha approvato l’emendamento della Lega che cancella la norma per cui il medico non deve denunciare lo straniero che si rivolge a strutture sanitarie pubbliche. L’emendamento a prima firma Federico Bricolo, capogruppo del Carroccio, è passato con 156 sì, 132 no, un astenuto.Il testo approvato dal Senato oltre a dare la possibilità ai medici di denunciare i clandestini che si rivolgono per cure alle strutture sanitarie pubbliche, prevede inoltre il carcere fino a quattro anni per i clandestini che rimangono sul territorio nazionale nonostante l’espulsione e fissa da 80 a 200 euro la tassa per il permesso di soggiorno.
I clochard che vivono in Italia dovranno essere iscritti in un registro che verrà istituito presso il ministero dell’Interno. L’Aula di palazzo Madama ha approvato l’articolo 44 del ddl sicurezza che prevede la schedatura dei senza fissa dimora da avviare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge.
L’emendamento della Lega all’articolo 39 del ddl sicurezza stabilisce che sia soppresso il comma 5 dell’articolo 35 del decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286 che recita: “L’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.
Prima che il Senato desse il via libera alla possibilità del medico di denunciare i clandestini, l’opposizione si è appellata al “buonsenso” per non introdurre una norma che “riduce il medico a fare il delatore”, costringendo i clandestini a “non farsi curare per paura”. Venendo così contro ai più elementari diritti umani che vengono prima di quelli della cittadinanza.
In particolare, il senatore Daniele Bosone, ha detto che questa norma “straccia il codice deontologico dei medici” e si corre “il concreto rischio di incentivare una medicina parallela che gli illegali utilizzeranno per non trovarsi a essere denunciati se vanno in ospedale o da un medico”. Secondo Bosone, peraltro, il rischio che “clandestini con malattie che portano dal loro paese non si faranno curare” con conseguenze per la stessa sanità pubblica.
vivi o morti, quantomeno feriti
“Per contrastare l’immigrazione clandestina non bisogna essere buonisti ma cattivi, determinati, per affermare il rigore della legge”
“ho capito una cosa: questi vengono perchè è facile arrivare e nessuno li caccia. Ma proprio per questo abbiamo deciso di cambiare musica”.
“Braccia aperte sì ma a chi a diritto a stare. A chi viene per spacciare droga, trafficare in esseri umani o peggio, le porte saranno chiuse”
Bobo Maroni oggi all’attacco dei clandestini.
Il nostro sinistro Ministro dell’Interno sceglie il momento giusto per attaccare i migranti clandestini, evidentemente il vero, unico grande problema di questo paese. Ha solo dimenticato di dire “vivi o morti, quantomeno feriti”: così poi vanno all’ospedale e vengono denunciati.
A tal proposito di qualche giorno fa la lettera e l’appello, di oggi la manifestazione a Roma: Medici Senza Frontiere e l’obbligo di denuncia dei clandestini che hanno bisogno di cure mediche.
Lettera aperta di Raffaella Ravinetto, Presidente di Medici Senza Frontiere Italia
DIVIETO DI SEGNALAZIONE – Siamo medici e infermieri, non siamo spie
Medici Senza Frontiere (MSF), Premio Nobel per la Pace 1999, esprime preoccupazione e allarme per le conseguenze della possibile approvazione, il prossimo 3 febbraio, dell’emendamento 39.306 presentato in sede di esame del DDL 733 all’Assemblea del Senato, volto a sopprimere il comma 5 dell’articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull’immigrazione) che sancisce il divieto di “segnalazione alle autorità” per il personale sanitario. Il suddetto comma 5 attualmente prevede che “l’accesso alle strutture sanitarie (sia ospedaliere, sia territoriali n.d.r.) da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.
L’ambiguità conseguente a tale abrogazione e, di conseguenza, il concreto rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria creerebbe nell’immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa “marginalizzazione sanitaria” di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio, anche aumentando i fattori di rischio per la salute collettiva.
In quanto organizzazione medica umanitaria, insieme a SIMM, ASGI e OISG, abbiamo lanciato un appello (www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it) per chiedere ai Senatori di non abrogare il suddetto principio, appello al quale hanno aderito la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, la Federazione degli Infermieri e la Federazione delle Ostetriche, oltre a centinaia di associazioni della società civile.
Una fiaccolata avrà luogo il 2 febbraio davanti a Montecitorio, alla vigilia del voto, per chiedere ai Senatori di respingere un emendamento che, riducendo l’accesso alle cure per gli immigrati irregolari, mette in pericolo il principio dell’accesso universale alle cure, un diritto umano fondamentale riconosciuto dalla Costituzione Italiana.
MSF lavora in Italia dal 2003 per fornire accesso alle cure e assistenza medica agli immigrati. In collaborazione con le ASL locali ha gestito 35 ambulatori per stranieri irregolari e ha curato 18mila pazienti.
FIACCOLATA DAVANTI A MONTECITORIO
2 FEBBRAIO DALLE 17.30 alle 20.00
Il 3 febbraio prossimo il Senato voterà un emendamento volto a sopprimere il principio di “non segnalazione” alle autorità per il migrante irregolare che si rivolge ad una struttura sanitaria. Medici Senza Frontiere (MSF), Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG) hanno lanciato oggi un appello alla società civile per chiedere ai Senatori di non abrogare il suddetto principio.
MSF, SIMM, ASGI e OISG hanno inoltre annunciato una fiaccolata della società civile il 2 febbraio davanti a Montecitorio (tra Piazza della Colonna Antonina e l’obelisco) dalle 17.30 alle 20.00 al quale sono invitati a partecipare operatori sanitari, organizzazioni non governative, rappresentanti della società civile e cittadini.