• Gli USA contro gli indigeni

    Con un comunicato stampa di poche righe dell’Ambasciata americana in Bolivia, gli USA hanno annunciato che si opporranno formalmente alla richiesta avanzata dal Presidente boliviano Evo Morales di stralciare la masticazione della foglia di coca dai divieti previsti dalle convenzioni ONU sulle droghe.

    “Gli Stati Uniti rispettano la cultura delle popolazioni indigene e riconoscono che la masticazione della coca è un’usanza tradizionale della cultura boliviana” – si legge nell’ipocrita comunicato dell’ambasciatore americano a Sucre – “e esprimono la volonta di lavorare con il governo boliviano per creare un quadro di rispetto di questa millenaria pratica” ma ritengono più importante “mantenere l’integrità della Convenzione del 1961, che rappresenta un importante mezzo nella lotta globale contro il narcotraffico”.

    Nei giorni scorsi numerosi stati avevano risposto negativamente alle pressioni americane perchè si opponessero all’emendamento Morales, che in assenza di opposizioni formali sarebbe stato accolto. Evidentemente il pressing degli Stati Uniti non ha avuto risultati, e così il Governo USA ha deciso di esporsi in prima persona contro un’emendamento che non fa altro che applicare la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti degli indigeni, per la quale la masticazione della foglia di coca è protetta in quanto pratica culturale indigena.

    (post per il blog di fuoriluogo.it)

  • Il DPA contro la Coca Cola?

    Il Dipartimento antidroga scomoda il “sistema di allerta precoce” per investigare su alcune bevande aromatizzate con foglie di coca. E accusa: “consideriamo eticamente non accettabile e legalmente ai margini pubblicizzare delle bevande legandole al nome di sostanze stupefacenti”. A rischio la Coca Cola?

    Tuttavia, al di là dei risultati che si andranno ad ottenere, consideriamo eticamente non accettabile e legalmente ai margini pubblicizzare delle bevande legandole al nome di sostanze stupefacenti, quale la cocaina che tutti i giorni procura danni alla salute, morte e invalidità soprattutto tra i giovani.

    Questa la dichiarazione del Dipartimento italiota antidroga, relativa al diffondersi dell’allarme su alcune bevande alcoliche aromatizzate con foglie di coca, prodotte e distribuite in Italia.

    Kdrink e Cocalime sono infatti da alcune settimane all’attenzione del DPA di Serpelloni: “attraverso il sistema di allerta precoce – spiega il Dipartimento – stiamo investigando sul reale contenuto della bevanda, con specifiche indagini tossicologiche volte a identificare l’esistenza di eventuali principi attivi vietati dalla legge italiana.”

    Sull’utilizzo della foglia di coca peraltro da tempo il Governo Boliviano ha lanciato una campagna per la revisione delle convenzioni ONU sugli stupefacenti e per lo sviluppo di uno sbocco legale ad una produzione tradizionale dei contadini andini.

    Evidentemente una volta partita la crociata antidroga è difficile non vederla sbracare sulla repressione semantica: a quando il decreto per il cambio di nome della più nota bevanda prodotta ad Atlanta?

    (articolo per il blog di fuoriluogo.it)