• Il DPA contro la Coca Cola?

    Il Dipartimento antidroga scomoda il “sistema di allerta precoce” per investigare su alcune bevande aromatizzate con foglie di coca. E accusa: “consideriamo eticamente non accettabile e legalmente ai margini pubblicizzare delle bevande legandole al nome di sostanze stupefacenti”. A rischio la Coca Cola?

    Tuttavia, al di là dei risultati che si andranno ad ottenere, consideriamo eticamente non accettabile e legalmente ai margini pubblicizzare delle bevande legandole al nome di sostanze stupefacenti, quale la cocaina che tutti i giorni procura danni alla salute, morte e invalidità soprattutto tra i giovani.

    Questa la dichiarazione del Dipartimento italiota antidroga, relativa al diffondersi dell’allarme su alcune bevande alcoliche aromatizzate con foglie di coca, prodotte e distribuite in Italia.

    Kdrink e Cocalime sono infatti da alcune settimane all’attenzione del DPA di Serpelloni: “attraverso il sistema di allerta precoce – spiega il Dipartimento – stiamo investigando sul reale contenuto della bevanda, con specifiche indagini tossicologiche volte a identificare l’esistenza di eventuali principi attivi vietati dalla legge italiana.”

    Sull’utilizzo della foglia di coca peraltro da tempo il Governo Boliviano ha lanciato una campagna per la revisione delle convenzioni ONU sugli stupefacenti e per lo sviluppo di uno sbocco legale ad una produzione tradizionale dei contadini andini.

    Evidentemente una volta partita la crociata antidroga è difficile non vederla sbracare sulla repressione semantica: a quando il decreto per il cambio di nome della più nota bevanda prodotta ad Atlanta?

    (articolo per il blog di fuoriluogo.it)