
Carife, lunedì in Consiglio si torna a discutere della cessione
Ordine del giorno d’urgenza di Fiorentini (SI): «Serve chiarezza» IL DOCUMENTO «A rischio la capacità di fare impresa e la tenuta dell’occupazione»

CARIFE: ordine del giorno d’urgenza
Ordine del Giorno approvato con 2 soli astenuti nel consiglio comunale del 5 dicembre 2016. Il testo originale è stato modificato con l’aggiunta dell’emendamento approvato proposto dal Movimento 5 Stelle (in corsivo).
Il consiglio comunale di Ferrara riunito in data 5 dicembre 2016
PREMESSO
che sono ancora in corso le trattative per la cessione della Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A. ad un soggetto terzo e che sono sorte ulteriori complicazioni di interpretazione delle norme per il rimborso degli obbligazionisti della Banca.
ESPRIMENDO PREOCCUPAZIONE
- per il perdurare della situazione di sospensione della normale attività della Banca che ne sta mettendo a rischio la stessa capacità di fare impresa e quindi anche la possibilità di garantire una maggiore salvaguardia dell’occupazione;
- per il possibile mancato ristoro, all’interno dei meccanismi automatici di rimborso, per i risparmiatori che negli anni hanno effettuato cambi di intestazione della proprietà dei titoli avvenuti all’interno dello stesso nucleo famigliare;
- per il tessuto economico locale che rischia, in caso di acquisizione senza alcuna garanzia di attenzione al territorio, di venire privato di risorse professionali capaci di conoscerne le peculiari caratteristiche e di garantire una tempestiva ed efficace erogazione del credito, di vitale importanza per l’imprenditoria locale.
TENUTO CONTO
della risoluzione 7-01114 a prima firma Paglia e sottoscritta anche da numerosi gruppi parlamentari e poi approvata all’unanimità, con parere favorevole del Governo, in commissione Finanze della Camere lo scorso 2 novembre.
INVITA IL GOVERNO ED IL PARLAMENTO
- ad introdurre nel primo provvedimento legislativo utile una norma volta a modificare la disciplina vigente, al fine di permettere l’adesione alla procedura di cui agli articoli 8 e seguenti del decreto-legge n. 59 del 2016, anche a chi abbia acquistato i titoli in questione nell’ambito di un accordo negoziale diretto con una delle banche sottoposte a risoluzione, salvo poi cederne o suddividerne la proprietà a titolo non oneroso nell’ambito di rapporti di parentela fino al secondo grado o di legami matrimoniali o more uxorio, fatto salvo il rispetto dei limiti di patrimonio e di reddito previsti dalla normativa suddetta;
- ad assumere iniziative per modificare la disciplina vigente estendendo la procedura di cui agli articoli 8 e seguenti del decreto-legge n. 59 del 2016 anche ai detentori dei titoli descritti che non abbiano aquistato gli stessi direttamente dalle banche poste in risoluzione in data precedente al 22 novembre 2012.
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
a vigilare sul processo di cessione della banca e richiedere la presentazione da parte del soggetto acquirente di un serio piano industriale che garantisca la continuità dell’azione di istituto di credito sul territorio, a garanzia sia della tenuta dei livelli occupazionali e dell’efficienza della banca, sia del tessuto economico locale.
Ferrara, 30 novembre 2016
Il Presidente del Gruppo Consiliare
Leonardo Fiorentini

Cariparma, Paglia invita alla cautela «No alla cessione senza condizioni»
Cariparma, Paglia invita alla cautela «No alla cessione senza condizioni»
DECRETO SALVABANCHE Per la Cassa di Ferrara è stato un provvedimento improvvido. Non ha risolto i guai e ha aperto il dramma dei risparmiatori Il deputato Sel dopo un incontro con i sindacati: «Va preteso un piano»
Il Resto del Carlino del 30/11/2016 ed. Ferrara –

Bondisti esclusi, tempi stretti per cambiare la legge

Carife sacrificata sull’altare della Tasi
Carife sacrificata sull’altare della Tasi
Giovanni Paglia ricostruisce le responsabilità politiche dietro al fallimento del Salvabanche: “Da dimissioni del ministro dell’economia”
Ruggero Veronese per Estense.com
Obbligazionisti delle banche ricapitalizzate ‘sacrificati’ sull’altare del libero mercato, per consentire al governo Renzi l’abolizione della Tasi sulla prima casa e meno vincoli di bilancio dall’Unione Europea.
E’ una ricostruzione che non può passare inosservata quella del deputato Giovanni Paglia (Sinistra Italiana), a Ferrara insieme al consigliere comunale Leonardo Fiorentini per incontrare i sindacati dei bancari e fare il punto della situazione sulla vicenda Carife.
Nel descrivere un incerto futuro per l’istituto di credito ferrarese – unica delle tre banche ricapitalizzate un anno fa a non rientrare nei piani di acquisizione del gruppo Ubi – il parlamentare non nasconde infatti le proprie convinzioni (“confermate in ogni sede”, sottolinea) sulle “responsabilità politiche” che, prima ancora degli aspetti tecnici, nel novembre scorso avrebbero impedito l’intervento del Fondo Interbancario (Fidt) nel salvataggio di Carife.
Lo scenario descritto da Paglia è quello di una doppia trattativa tra Roma e Bruxelles: in un tavolo si discuteva del salvataggio pubblico delle quattro piccole banche italiane – ostacolato dalle norme sul bail-in -; dall’altra parte dell’alleggerimento delle imposte sulla prima casa, che richiedeva una minore austerity. “Ma L’Italia – spiega Paglia – non è nelle condizioni di poter trattare su due tavoli contemporaneamente. E infatti Renzi ha raggiunto il suo obiettivo sulla Tasi, che riguardava milioni di abitanti, rinunciando all’intervento del Fondo Interbancario per i salvataggi dei piccoli istituti, che avrebbe coinvolto solo qualche migliaio di cittadini”.
Una “scelta molto cinica” che oggi secondo Paglia rischia di avere ripercussioni a valanga su tutta la politica nazionale e di portare l’esecutivo a una fine prematura. “Credo sia stato questo – continua il deputato – il vero grande errore del governo Renzi, che da quel momento è andato incontro a una crisi di fiducia da cui non si è più ripreso. Dando troppa importanza ai numeri in ballo, il governo non ha considerato che la grande paura degli italiani è quella di perdere i propri risparmi, come poi è successo. E infatti ha cercato di porre rimedio con il fondo di ristoro, ma troppo tardi”.
Secondo Paglia infatti la questione dei rimborsi agli obbligazionisti subordinati fu drammaticamente sottovalutata dallo stesso primo ministro: “Renzi non ha competenze finanziarie e credo che con il decreto fosse davvero convinto di aver fatto bingo e di poter andare in tv a raccontare di aver salvato le banche. Ma prima di agire, il governo avrebbe dovuto chiedere alle banche a chi erano in mano le loro obbligazioni subordinate”.
Da questa “improvvida risoluzione” derivano e deriveranno, secondo Paglia, migliaia di casi di mancati rimborsi. Il nodo della questione riguarda infatti i titoli comprati sul ‘mercato secondario’, per i quali non è previsto rimborso. Si tratta di quelle obbligazioni provenienti non dall’emittente originario (Carife nel caso dei propri titoli) ma da qualunque altro investitore. “Renzi era convinto che il mercato secondario fosse una prerogativa dei grandi investitori, mentre è quello a cui tutti noi ci rivolgiamo quando compriamo titoli in banca”. Un equivoco particolarmente preoccupante proprio tra i clienti della banca ferrarese, che più di ogni altra ha proposto l’acquisto congiunto di titoli finanziari (tra coniugi, parenti, soci, etc). Un piccolo dettaglio tecnico porta infatti a conseguenze catastrofiche: quando una delle parti decide di vendere la propria quota, è necessario un rapidissimo passaggio dell’intera obbligazione nel ‘mercato secondario’ (un’operazione informatica di pochi istanti) per perfezionare l’operazione. Di conseguenza, tutte le obbligazioni Carife andate incontro a una singola o anche solo parziale operazione di compravendita non sono oggi rimborsabili.
E’ questo l’argomento su cui fa pressione il deputato di Sinistra italiana, che cercherà per la terza volta in pochi mesi di inserire un emendamento alla legge di bilancio per includere i risparmiatori esclusi nel circuito dei rimborsi. “E’ un impegno che il governo ha preso, ma su cui continua a tacere. Invito anche gli amministratori locali a fare pressione su questo tema, il governo deve inserire almeno una proroga prima della scadenza dei termini, il 3 gennaio”.
Ma che dire, in conclusione, delle sorti di Carife? “Cariparma – afferma Paglia – è stata implorata di farsi carico di queste banche, che le verranno letteralmente regalate, visto che Ubi non è interessata a Carife. Il problema è che Cariparma, nonostante il nome, è francese, di proprietà del Credit Agricole. E finchè non presenterà un vero piano industriale le nostre preoccupazioni per il territorio rimangono immutate”. L’altro problema, ovviamente, sta in quella ingombrante parola pronunciata dal deputato: ‘regalate’. “Ubi e Cariparma – continua Paglia – hanno posto come condizione quella di non pagare neanche un euro. Se così sarà scatterà la clausola di salvaguardia verso Intesa SanPaolo, Unicredit e Ubi, che un anno fa hanno speso 1,6 miliardi per ricapitalizzare le banche puntando a una plusvalenza dopo la vendita degli asset. A ripagare l’intero investimento sarà la Cassa Depositi e Prestiti, cioè i capitali pubblici, per quanto c’è chi si ostini a dire che si tratta di un ente privato. Come epilogo è come minimo da dimissioni del ministro dell’economia”.

Su Carife, la politica e i posti di lavoro
Comunicato stampa
Su Carife, la politica e i posti di lavoro
Dichiarazione sulla vicenda CARIFE di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale indipendente per Sinistra Italiana
“In effetti il Governo Renzi ha già dato prova di riuscire a perdere un bel po’ di voti in pochi mesi, per cui non mi stupisco troppo che un suo consigliere economico pensi che sia un male difendere posti di lavoro.
Solidarietà ai dipendenti CARIFE, che nel crack pilotato da Banca d’Italia e Governo della Banca ferrarese hanno spesso perso anche loro i risparmi di una vita, e una forte richiesta al Governo di tener fede non solo agli impegni presi con i risparmiatori, ma anche all’impegno di difendere una delle più importanti aziende della nostra provincia.
Un’azienda portata al disastro da un management disastroso e da un governo nazionale incapace allora di percorrere la strada di una soluzione già pronta, incapace oggi di porre rimedio ai propri marchiani errori.”
L’ufficio Stampa
Ferrara, 27 settembre 2016

Su CARIFE serve solo rimboccarsi le maniche
Sulla Cassa di Risparmio di Ferrara, è vero, non va fatta nessuna polemica sulla pelle dei cittadini, che peraltro la pelle l’hanno già persa da alcuni mesi. Le responsabilità dei vertici della banca prima, di Bankitalia poi e quindi di un governo politicamente incapace di pilotare una soluzione sostenibile per CARIFE sono sotto gli occhi di tutti. C’è poi chi mette la testa dentro il buco, chi sospirando guarda il treno passare e chi si rimbocca le maniche.
Devo infatti ringraziare Giovanni Paglia, parlamentare di SEL, che nonostante non abbia ricevuto “sollecitazioni dal territorio” si è fatto in quattro in questi mesi per trovare soluzioni alternative per risparmiatori e dipendenti di CARIFE. A volte basta leggere i giornali.
Senza voler entrar troppo nelle questioni interne al PD, mi pare che il problema, almeno quello principale, sia che i suoi rappresentanti, in Parlamento come negli enti locali, si trovano oggi a dover difendere un provvedimento, il decreto salvabanche, indifendibile perchè fatto in fretta e male, come per stessa ammissione del ministro competente.
Il problema della città è invece che nel frattempo, per colpa di questo insieme di incapacità imprenditoriale, negligenza di chi doveva controllare e insipienza politica di chi doveva governare la crisi, ci sono andati di mezzo i risparmiatori, ignari e incolpevoli di ciò che stava succedendo alla banca della loro città. E’ ora di passare oltre: vedremo che fine faranno i vari ricorsi in essere, ma nel frattempo i parlamentari che tengono a questa città oggi devono lavorare affinchè le risorse messe a disposizione del cosiddetto fondo dedicato all’arbitrato siano sufficiente a salvaguardare in toto gli interessi dei risparmiatori traditi da CARIFE.
Non ho il numero di telefono di Bratti, per cui gli manderò un tweet… #chiamabratti

Le colpe di Carife? «Crediti, non furti»
L’ad Capitanio: anche regole violate, ora soldi ai ferraresi Tagliani: i risparmi restino qui. La delusione degli ‘azzerati’.

«Capitanio, ho una domanda da farle»

«Non serve una banca territoriale ma che sappia stare sul mercato»
«Non serve una banca territoriale ma che sappia stare sul mercato»

Carife, ‘caccia al colpevole’ in consiglio
Carife, ‘caccia al colpevole’ in consiglio
Tagliani spegne la bagarre politica: “C’è una responsabilità colossale della Banca d’Italia”. Atteso Capitanio in commissione
Quasi due ore di dibattito in consiglio comunale sul caso Carife. A far partire la lunga discussione è la mozione per tutelare i risparmiatori Carife presentata da Giovanni Cavicchi (Lega Nord) che chiede al sindaco “di intraprendere tutte le misure possibili per tutelare i piccoli azionisti e i risparmiatori della Cassa di Risparmio di Ferrara” e “sollevare le istituzioni competenti la questione di legittimità costituzionale del decreto salva-banche”.
La mozione, e le relative risoluzioni a firma Leonardo Fiorentini (Sel) e Luigi Vitellio (Pd), è stata ritirata in attesa della commissione consiliare dedicata a cui parteciperà anche Giovanni Capitanio, amministratore delegato della Nuova Carife.
“Capitanio verrà a Ferrara per la commissione ma non gli farà piacere che se ne sia discusso prima di ascoltarlo” commenta Tiziano Tagliani che ha l’impressione che “questo dibattito politico non aiuti i risparmiatori”. Il sindaco divide la discussione in due ‘fazioni’: “Coloro che danno la colpa al governo che ha approvato il decreto salvabanche che ha distrutto i risparmiatori” e gli altri “che danno la colpa a chi ha gestito la banca in maniera improvvida”.
In questa ‘caccia al colpevole’ la posizione del primo cittadino è chiarissima. “C’è una responsabilità colossale dell’organo di tutela dei consumatori” tuona Tagliani che quindi punta il dito contro la Banca d’Italia “anche se non nego che ci siano altre responsabilità perché è stata una banca mal gestita”. Eppure “dalla bagarre politica non ne esce nulla” e “se si vogliono aiutare i cittadini bisogna vedere come si è evoluto il percorso per trovare i soggetti responsabili”. La Banca d’Italia che sembra aver fallito il proprio compito di tutela viene additata però come la principale responsabile.
Il consigliere Fiorentini non nasconde le responsabilità di nessuno, “di chi ha gestito l’istituto bancario, di chi doveva vigilare sull’istituto bancario e del governo che nella migliore delle ipotesi è arrivato tardi e ha operato in fretta e male”. Tutto ciò ha portato “al crack di Carife” definito da Fiorentini “un dramma per i risparmiatori che credevano nell’istituto bancario e gli hanno affidato i risparmi di una vita, per il territorio che si è visto distruggere il suo patrimonio e per i dipendenti oggetti di attacchi ingiustificati”.
“Tutto il consiglio comunale esprime solidarietà nei confronti dei risparmiatori ma la solidarietà non basta ed è qui che la politica deve entrare in gioco” aggiunge Vitellio che ricorda il fondo di solidarietà istituito dal parlamento per le persone truffate dalle 4 banche. Se la cifra di 100 milioni non sarà sufficiente, “il Pd locale chiederà di aumentare il fondo” dichiara il consigliere che invoca anche una “richiesta di verità perché chi ha sbagliato paghi ma la politica non deve fare il tribunale del popolo, per questo è stata istituita una commissione di inchiesta per individuare le responsabilità di chi ha governato la banca e di chi doveva controllarla”.

Risoluzione su CARIFE
Risoluzione alla mozione PG 7767/16 “Tutela risparmiatori CARIFE”
Il Consiglio comunale riunito in data 25 gennaio 2016
Premesso
che la Cassa di Risparmio di Ferrara è stata inserita nel novero degli Istituti di Credito coinvolti nel cosiddetto Decreto “Salva Banche” approvato dal Governo e convertito in legge dal Parlamento insieme alla legge di Stabilità 2015.
Tenuto conto
che praticamente ogni cittadino di Ferrara, se non coinvolto direttamente, ha familiari, amici e conoscenti che hanno perso spesso migliaia di euro a seguito dell’azzeramento delle azioni e la conversione delle obbligazioni subordinate voluto da Governo e Banca d’Italia con il provvedimento citato.
Considerato tuttavia
che tale azione di “salvataggio” è parsa ai più una vera e propria operazione di liquidazione coatta dell’Istituto Bancario, senza alcuna tutela degli azionisti, in particolare per quell’azionariato diffuso che riponeva fiducia nella Banca della città, peculiare caratteristica di tutte le Casse di Risparmio.
Rilevato
come la situazione di CARIFE sia esemplare di come sotto il diretto controllo dei commissari della Banca d’Italia si sia impedito nella totale opacità una dignitosa soluzione – ed in particolare senza alcuna trasparenza nei confronti dei soci, degli obbligazionisti e della città – come era l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, previsto da un percorso di aumento di capitale già deliberato dall’assemblea dei soci il 30 luglio 2015.
Sottolineato
Come vadano ricercate con celerità e grande attenzione le responsabilità civili e penali di chi ha amministrato così malamente l’Istituto di Corso Giovecca.
Come siano altrettanto evidenti le responsabilità di chi – tenuto a farlo – non ha evidentemente nello scorso decennio vigilato a sufficienza, ed in particolare quelle della Banca d’Italia che nonostante 2 anni di commissariamento è stata incapace di evitare questi disastroso epilogo.
Come risultino infine sotto gli occhi di tutti le responsabilità politiche del Governo che, trascorso inutilmente semestre di Presidenza dell’Unione Europea tanto sterile quanto prima strombazzato, è stato incapace di avere un ruolo politicamente riconosciuto in sede europea e quindi intervenire prima che la situazione diventasse irrimediabilmente compromessa.
Esprime
Solidarietà ai risparmiatori colpiti dal crack di CARIFE ed allo stesso tempo preoccupazione e vicinanza agli incolpevoli dipendenti dell’Istituto di credito, il cui futuro è tuttora a rischio.
Invita i Parlamentari eletti nella nostra circoscrizione elettorale
Ad impegnarsi affinché si possano trovare soluzioni alternative per stralciare ovvero salvaguardare la posizione di CARIFE rispetto alle altre Banche coinvolte nel decreto Salva Banche e nell’arbitrato conseguente e comunque per permettere a soci e obbligazionisti di rientrare in possesso dei propri risparmi, almeno in parte.
Impegna il Sindaco e la Giunta
- A sostenere in qualsiasi sede possibile le istanze dei risparmiatori CARIFE, costituendo il Comune di Ferrara in giudizio come parte civile ove possibile.
- Ad inviare questo testo al Governo, a tutti i parlamentari della circoscrizione elettorale Emilia Romagna e a tutte le istituzioni coinvolte nella vigilanza di CARIFE Spa.
Ferrara, 25 gennaio 2016
Il Presidente del Gruppo Consiliare
Leonardo Fiorentini

Interrogazione sul crack della Cassa di Risparmio di Ferrara
Ferrara, 30 novembre 2015
Al Sindaco di Ferrara
Interrogazione sul crack della Cassa di Risparmio di Ferrara
Il sottoscritto consigliere comunale
Premesso
che è notizia di questi giorni dell’avvenuta operazione di tardivo “salvataggio” della Cassa di Risparmio di Ferrara con il Decreto “Salva Banche” approvato dal Governo.
Tenuto conto
che praticamente ogni cittadino di Ferrara, se non coinvolto direttamente, conosce familiari, amici e conoscenti che hanno perso spesso migliaia di euro a seguito dell’azzeramento delle azioni e la conversione delle obbligazioni subordinate voluto da Governo e Banca d’Italia la scorsa settimana.
Considerato tuttavia
che tale azione di “salvataggio” è parsa ai più una vera e propria operazione di liquidazione coatta dell’Istituto Bancario, senza alcuna tutela degli azionisti, in particolare per quell’azionariato diffuso che riponeva fiducia nella Banca della città, peculiare caratteristica di tutte le Casse di Risparmio.
Considerato inoltre
che, come rilevato dall’Onorevole Giovanni Paglia a seguito dell’audizione di Salvatore Maccaro, Presidente del Fondo Interbancario di tutela dei depositi, è stato nei fatti impedito nei mesi scorsi l’intervento del Fondo stesso per una discutibile interpretazione non vincolante dei Tratti europei da parte della Commissione UE.
Sottolineato
Come vadano ricercate con celerità e grande attenzione le responsabilità di chi ha amministrato così malamente l’Istituto di Corso Giovecca, e altresì visto il disastro odierno su chi – tenuto a farlo – non abbia evidentemente negli anni vigilato a sufficienza.
Come siano altrettanto evidenti le responsabilità del Governo che, trascorso inutilmente semestre di Presidenza dell’Unione Europea tanto sterile quanto prima strombazzato, è incapace di avere un ruolo politicamente riconosciuto in sede europea impedendo di intervenire prima che la situazione diventasse irrimediabilmente compromessa.
Interroga il Sindaco
- per conoscere quali siano le intenzioni dell’amministrazione comunale rispetto alle azioni da portare avanti in tutte le sedi possibili nei confronti del Governo e delle altre istituzioni coinvolte a tutela delle migliaia di cittadini ferraresi interessati nel crack della Cassa di Risparmio di Ferrara.
Si richiede risposta scritta.
Con osservanza.
Il Presidente del Gruppo Consiliare
Leonardo Fiorentini
Notizie della settimana
Sulle due vicende che rendono il nostro paese ogni giorno sempre meno ospitale per coloro che ci son nati e per coloro che ci giungono dopo viaggi infernali, vorrei non scrivere altro. Se non segnalare l’appello dell’Ordine dei Medici bergamaschi al loro iscritto Calderoli, ma soprattutto la posizione dell’Italia dei Valori sul ddl governativo a favore dell’accanimento terapeutico:
L’Italia dei Valori farà valere le sue ragioni nelle aule parlamentari e non si rifugerà, pilatescamente parlando, dietro l’ostruzionismo fine a se stesso
Faccio fatica a commentarla, ma sono meno stupito di altri. Mi fermo qui. Comunque sia, elettore avvertito, elettore mezzo salvato…
Continua l’assurda criminalizzazione della Canapa nello sport: per Apodaca sono stati chiesti due mesi di squalifica, mentre Phelps, reo di esser stato ritratto con in mano un bong, si è visto comminare, sulla fiducia, una squalifica di 3 mesi dalla federazione statunitense. Senza neanche analisi, nella società dell’immagine è considerata cosa naturale…
Sempre restando in argomento sportivo, scusatemi mi rilasso un poco, continua la convalescenza del Bologna calcio. Servivano un attaccante, un centrocampista, un difensore. E’ arrivato un attaccante, Osvaldo, per 7 milioni di euro. Pazzini ne costava 9, forse troppi. Ma se erano troppi per Pazzini 9 milioni, 7 per Osvaldo sono pochi? E non è arrivato nessuno a centracampo, dove Dacourt avrebbe fatto molto comodo, e in difesa dove ogni domenica si balla il liscio. Speriamo in Casarini, non c’è rimasto molto altro…
Almeno nessuno dei giocatori bolognesi ha picchiato il figlio dello Sponsor (che è anche Presidente), come successo a Ferrara. A parte la curiosità della notizia, pur non conoscendo personalmente il capitano biancazzurro Centi e non avendo assistito al fattaccio, mi permetto di scegliere: fra il SUV e la bicicletta io sto con la bicicletta…
Solidarietà ad Apodaca…
Dopo Giba, un altro straniero in forza ad una squadra ferrarese è risultato positivo all’antidoping per cannabis. Si tratta del portoricano Rick Apodaca, da dicembre in forza alla CARIFE. Che viste le date di arrivo a Ferrara e di controllo antidoping, e i 25 punti in 25 minuti di domenica scorsa, di canne qui se ne è fatte davvero poche…
La notizia (da Estense.com)
Il controllo dopo la partita con la Snaidero Udine. Sospeso l’atleta.
Apodaca positivo al dopingArriva una tegola inaspettata proprio nel momento in cui tifosi non avevano ancora smesso dfi gioire per la schiacciante vittoria contro Rieti. Il Basket Club Ferrara è stato informato dall’Ufficio di procura antidoping del Coni della positività riscontrata al proprio giocatore Rick Jason Apodaca per la presenza di metabolita di tetraidrocannabinolo, nel controllo antidoping del 14 dicembre 2008 per la gara Snaidero Udine-Carife Ferrara.
Il Club ha provveduto a sospendere dall’attività, con effetto immediato, Rick Jason Apodaca, come previsto dalla normativa del Coni.
Il commento (dal sito dei Verdi di Ferrara)
Basket: Apodaca positivo per Cannabis. L’assurdità del proibizionismo che si abbatte sullo sport.
Apprendiamo che Rick Jason Apodaca, guardia della CARIFE-Basket Club Ferrara è stato trovato positivo durante i Test antidoping per presenza di cannabinoidi e sospeso dal CONI.
Ci saranno le controanalisi per verificare la veridicità dei test, ma il punto che vorremmo sottolineare, al di là dell’espressione della nostra solidarietà all’atleta Portoricano, non è se e quando egli abbia fatto uso di derivati della cannabis, bensì perchè tali sostanze siano al centro dell’ottusa politica proibizionista sulle droghe, anche nello sport.
Detto che è difficile attribuire qualità dopanti ai cannabinoidi, soprattutto visti i preponderanti effetti “collaterali” che mal si combinano con l’attività sportiva, la sospensione degli atleti (in città tutti ricordiamo il caso del pallavolista Giba) per presenza di THC è ascrivibile esclusivamente ad uno schema repressivo sull’uso delle sostanze voluto dall’UNDCP (l’ente delle Nazioni Unite che si occupa delle politiche sulle droghe) e dalla legislazione italiana. L’unico risultato di tale situazione, oltre a rovinare la carriera di ottimi atleti, è rendere ancor più ridicola la lotta al doping.
La nuova legge proibizionista sulle droghe che doveva risolvere tutti i problemi dei “nostri figli” tentati dal mondo proibito delle droghe ha evidentemente fallito. Le droghe circolano ovunque, i consumi sono in aumento e non vi è più alcuna distinzione, agli occhi del legislatore ma anche dei consumatori, fra droghe pesanti e leggere. Così ogni anno decine di migliaia di giovani sono costretti a test, visite al prefetto ed ai Sert perchè fermati in possesso di quantità, spesso minime, di droghe leggere. Questo ovviamente quando non sono accusati di spaccio e finiscono in carcere, magari solo per aver voluto evitare di alimentare le mafie del narcotraffico autocoltivandosi la propria piantina di Marijuana.
Le politiche sulle sostanze in Italia saranno presto oggetto della Conferenza nazionale sulle droghe di Trieste. Per contrastare il proibizionismo, e per chiedere una politica sulle droghe realistica e basata su riscontri scientifici e non su falsi pilastri moralistici Fuoriluogo ha lanciato un appello al quale i Verdi di Ferrara hanno aderito ed al quale è possibile aderire on line su www.fuoriluogo.it.