• Finalmente, i numeri (era filiera corta)

    “I dati li conosciamo solo noi. La prima settimana ci sono stati 1,2 milioni di download, a una media di 6 euro ognuno (circa il 50% ha pagato zero).” Thom Yorke da Repubblica.it finalmente svela un po’ di numeri, e se confermati sarebbero davvero rivoluzionari. Se infatti prendiamo per buono che un artista riceve circa 2,5 dollari per ogni cd venduto, i Radiohead avrebbero raddoppiato gli introiti dalla vendite (perdendo l’ingaggio della major pero’). Con buona pace delle Case Discografiche.

    radio

  • Ok, non funziona troppo bene (era filiera corta)

    Vabbene. L’articolo del Corriere ci dice che ai Radiohead non è andata poi troppo bene con la vendita on line del loro ultimo disco. Pero’ da ogni esperienza bisogna trarre insegnamenti. Primo insegnamento, per me: sono un coglione, avendo pagato il dowload quasi 10 euro. Insomma non bisogna comportarsi troppo da inglesi quando il resto del mondo si comporta da italiano medio. Secondo insegnamento, per i Radiohead: porre il minimo uguale a zero incentiva troppo (anche solo per prova) la taccagneria altrui.

    PS: qui sotto, per gli scettici, la prova della pirlaggine, direttamente dall’estratto conto della carta di credito…
    estratto conto

  • Filiera corta

    radioheadL’avrete letto in giro. I Radiohead mettono il loro nuovo disco in vendita diretta tramite il loro sito internet. Gli è scaduto il contratto con la major di turno, la EMI, e così hanno deciso di vendere direttamente on line la loro musica. Con una modalità che ci offre una rilettura interessante della teoria del mercato di Smith: ogni consumatore deciderà il prezzo del download, e così il prezzo/valore della merce sarà effettivamente deciso dal mercato, a totale rischio di offre. Se lo possono certamente permettere, anche perchè è realistico pensare di poter recuperare parte del popolo del P2P.  E’ anche possibile ordinare il cofanetto con CD e VINILE, a 40 sterline (con un dowload omaggio). Comunque sia è un limpido esempio di filiera corta della proprietà intellettuale, dal produttore al consumatore, senza costosi intermediari. Se è vero – come disse David Byrne – che il ricavo dell’artista dalla vendita di un cd è poco più di un dollaro e mezzo, anche qui probabilmente hanno solo dal guadagnare. Una piccola rivoluzione, che i Radiohead si possono permettere di avviare. Speriamo che altri li seguano.

    ps: ovviamente ho già prenotato il dowload, nella speranza che non si riveli la più grande truffa telematica del secolo…