• Il Consiglio comunale di Ferrara del 23 marzo

    Nuovo appuntamento per il Consiglio comunale lunedì 23 marzo alle 15.30 nella residenza municipale. Le seduta sarà aperta con la presentazione da parte del consigliere Facchini (gruppo PD) dell’Ordine del giorno “Passi carrai e canone di occupazione aree demanio idrico – sommità arginali”.

    Al termine la consigliera Morghen (gruppo M5S) presenterà un Ordine del giorno “Sulla sicurezza e l’ordine pubblico presso il parcheggio Rampari San Paolo (ex MOF) per le finalità di prevenzione dell’incolumità pubblica e della sicurezza urbana”.

    Seguirà l’esame di due delibere presentate dalle assessore Chiara Sapigni e Caterina Ferri: – Approvazione delle modifiche dello statuto della Fondazione ‘La casa dello spastico’ di Ferrara e conferma del componente del Consiglio direttivo (assessora Sapigni); – Approvazione dello schema di Convenzione tra la Provincia di Ferrara e i Comuni per potenziare la cattura delle nutrie (assessora Caterina Ferri).

  • Polemica sulla sanità in Consiglio comunale

    Polemica sulla sanità in Consiglio comunale

    Tra i temi il futuro della Casa del Pellegrino. Istituita anche la commissione Pari Opportunità

    unnamed (32)Sono ben quattro gli ordini del giorno presentati dal Pd (ma non tutti discussi) nella seduta fiume del consiglio comunale di lunedì, un numero che ha portato il gruppo a indire anche una conferenza stampa per presentarli a poche ore dall’inizio del dibattito.

    Oneri e standard urbanistici. I consiglieri Tommaso Cristofori e Vito Guzzinati hanno presentato un odg nel quale si richiede al Comune di modificare i criteri di calcolo sia degli oneri che degli standards urbanistici, per adottare in tempi rapidi una più equa e proporzionata imposizione anche al fine di contribuire ad una ripresa della attività edilizia, favorendo sempre quegli interventi di riqualificazione e di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente. L’obiettivo è quello di favorire la riqualificazione anziché le nuovi costruzioni.

    Una richiesta arriva anche per far sì che il Comune si attivi con la Regione per riadeguare le tabelle di parametrazione per il calcolo degli oneri di urbanizzazione che risalgono al 1998, “al fine di renderle più rispondenti alla situazione attuale profondamente mutata”. Tra le proposte anche quella di limitare il più possibile anche gli oneri per il cambio d’uso, “soprattutto in centro storico – spiega Cristofori – dove oggi le esigenze cambiano molto più spesso rispetto ai tempi passati”. “Non abbiamo delle soluzioni – afferma ancora Cristofori – ma le nostre proposte potrebbero anche incentivare nuovi insediamenti commerciali e ci pare opportuni che vengano tolti alcuni dei vincoli esistenti”.

    Nella discussione sono intervenuti l’assessore Fusari e, in maniera critica Rendine (Gol), Anselmi (FI), Cavicchi (Lega) e Balboni (M5S). L’odg è stato approvato con 18 voti favorevoli, 10 astenuti e 2 contrari. Sono stati presentati due emendamenti (da Balboni del M5S e Spath di FdI-An) che però non sono stati approvati.

    Centro di riabilitazione. Il secondo odg è quello orientato a preservare la qualità del centro riabilitativo San Giorgio con il suo trasferimento a Cona. “In questi giorni – spiega Dario Maresca, che ha presentato il documento – si parla tanto della nostra sanità e della necessità di difenderla. E per farlo bisogna partire dalle eccellenze come quella del centro di riabilitazione. Ma – puntualizza – difendere non significa avere paura del cambiamento, bensì riuscire a guidarlo, quindi senza preclusioni al trasferimento del “Pellegrino” a Cona ma vigilando affinché vengano rispettate tutte le condizioni senza perdere la qualità del servizio”.

    Molto polemico l’intervento della consigliera Morghen che sostiene che il Pd “metta in mostra un dito per nascondere la montagna”, ovvero il profilarsi del “commissariamento ad acta delle due aziende sanitarie ferraresi” cui ha risposto l’assessore Sapigni che ha chiesto maggiore collaborazione nell’affrontare i problemi legati alla sanità. Ma quel che ha ottenuto sono stati altri interventi polemici sulla gestione sanitaria ferrarese da parte di Rendine, Fornasini  e Cavicchi.

    Si è parlato anche di Area Vasta, argomento che ha visto l’intervento del sindaco Tagliani: “Se avevo qualche dubbio, oggi non ho più perplessità su dove collocare le due aziende sanitarie” ha affermato cassando l’idea di unione con l’azienda unica della Romagna e propendendo per una visione di Ferrara “hub” di alcune eccellenze in un sistema con Bologna.

    Sono stati presentati cinque emendamenti da parte di Paolo Spath (che svolge da tirocinante la sua attività per la tesi di laurea al San Giorgio), non approvati.

    L’ordine del giorno è stato approvato con 18 sì, 8 astenuti dopo una lunghissima discussione dai toni spesso accesi.

    In discussione anche la mozione presentata dalla consigliera Ilaria Morghen del Movimento 5 Stelle sull’inserimento nella carta d’identità dell’assenso alla donazione degli organi. Mozione che ha trovato d’accordo anche gli altri consiglieri nei contenuti di principio e l’assessore Merli che però ha segnalato la mancanza di un decreto attuativo per predisporre un simile servizio “sul quale sono al lavoro da due mesi” e una difficoltà di inserimento di una simile dichiarazione nella carta d’identità (che non è modificabile). La mozione (modificata togliendo l’indicazione sulla carta d’identità) è stata approvata con 29 voti favorevoli.

    Durante la seduta il consiglio ha votato (30 voti a favore, un astenuto) anche sull’istituzione della nuova commissione Pari Opportunità che sostituisce quella “donne elette” e rappresenta una delle prime esperienze in tal senso a livello regionale: si occuperà non solo di pari opportunità tra generi ma anche di pari opportunità tra generazioni: “Un cambio di prospettiva”, commenta il consigliere di Sel Leonardo Fiorentini. Il consiglio ha eletto come presidente la candidata della maggioranza Deanna Marescotti, sua vice sarà Paola Peruffo (FI). Contrario all’istituzione invece Francesco Rendine (Gol): “Commissione inutile che serve solo a fare propaganda: tutte le volte che si parla di queste commissioni vuol dire sancire che non c’è parità tra uomo e donna”, la sua lettura.

    Volontariato e VenTo. Gli ultimi due odg, stanti i tempi fin troppo dilatati della seduta a causa di varie polemiche non sempre in tema intercorse nel dibattito dei temi precedenti, non hanno invece trovato spazio nella discussione. Riguardavano la riforma del Terzo Settore e il progetto VenTo. Il primo, presentato da Renato Finco, era diretto verso il mantenimento delle funzioni del Csv provinciale (il centro servizi per il volontariato) in vista della paventa riforma del Terzo Settore che comporterebbe il rischio di depotenziare in qualche modo (soprattutto per via di accentrare la gestione dei fondi a livello nazionale) una realtà, quella del volontariato ferrarese, che funziona e di cui in questi anni di crisi sembra esserci sempre più bisogno. L’odg nasce dall’assemblea provinciale del volontariato tenutati il 6 dicembre scorso, nella quale è stata presentata, da parte di Agire Sociale, una petizione alla quale viene richiesto a sindaco e giunta di aderire. Tra le richieste anche quella di attivarsi presso il Governo affinché il percorso di riforma preveda la ripartizione su base regionale dei fondi destinati al volontariato, mantenendo l’autonomia delle Regioni nell’organizzazione dei Csv, secondo le peculiarità specifiche di ogni singolo territorio regionale.

    VenTo. L’ultimo ordine del giorno marchiato Pd (e non discusso) è quello presentato dal consigliere Alessandro Talmelli e riguarda il progetto “VenTo”, la grande rete di percorsi ciclabili ad uso turistico, le “greenways” per andare da Torino a Venezia costeggiando il Po. L’abolizione delle province rischia di creare una sorta di vuoto amministrativo che potrebbe far naufragare un progetto valutato in circa 80 milioni di euro e per questo Talmelli chiede un impegno sia ai parlamentari nazionali e ai consiglieri regionali affinché vengano stanziate le risorse necessarie alla realizzazione del progetto, sia al sindaco e alla giunta affinché si attivino per promuovere una cabina di regia insieme a tutti gli altri Comuni che si affacciano sul Po al fine di consentire la progettazione unitaria di interventi, eventi e politiche turistico-culturali.

  • Immigrati, nessun limite negli alloggi pubblici

  • ttip approvata mozione a Ferrara

    Mozione sul Partenariato Trans-Atlantico su commercio e investimenti (TTIP)

    E’ stata approvata a larga maggioranza nel Consiglio comunale del 25 novembre 2014 una mozione sul Partenariato Trans-Atlantico su commercio e investimenti (TTIP).
    Il documento, presentato dal Movimento 5 Stelle, è stato approvato dopo l’approvazione degli emendamenti presentati dal gruppo SEL e PD e accettati dai proponenti.

    Qui potete scaricare gli emendamenti proposti da SEL: emendamenti ttip.pdf

    Qui potete scaricare gli emendamenti proposti dal PD: emendamenti-ttip-pd.pdf

    Qui sotto trovate il testo definitivo del documento approvato e la registrazione video del dibattito in Consiglio comunale

    Mozione sul Partenariato Trans-Atlantico su commercio e investimenti (TTIP)

    IL CONSIGLIO COMUNALE DI FERRARA

    Premesso che

    • nel giugno 2013, il presidente degli Stati Uniti Obama e il presidente della Commissione europea Barroso hanno lanciato ufficialmente i negoziati su un Partenariato Trans-Atlantico su commercio e investimenti (TTIP);
    • tali negoziati sono tuttora in corso, nella più totale opacità e segretezza, con l’obiettivo di concluderne l’iter entro la fine del 2015;
    • l’obiettivo prioritario di tale Partenariato parrebbe essere quello dell’eliminazione di tutte le barriere “non tariffarie”, ovvero le normative che limitano la piena libertà d’investimento e i profitti potenzialmente realizzabili dalle società transnazionali a est ed ovest dell’oceano Atlantico;
    • il Partenariato in corso di negoziazione prevederebbe addirittura il diritto per gli investitori transnazionali di citare in giudizio, presso un tribunale arbitrale creato ad hoc (ISDS, Investor-State Dispute Settlement) i governi sovrani e le autorità locali, qualora le loro società subissero perdite, anche potenziali, di profitti in seguito a decisioni di politica pubblica adottate dalle autorità medesime;

    Tenuto conto che

    • già in passato trattative e accordi economici, ad esempio gli accordi WTO di fine anni ’90, avvenuti anch’essi tenendo all’oscuro i luoghi di decisione democratica e l’opinione pubblica, hanno provocato processi di trasformazione economica non più governabili e quindi creato dissesti nei sistemi produttivi locali favorendo di fatto le grandi aziende multinazionali;
    • nel recente passato un grande movimento di opinione ha chiesto di riportare queste decisioni e questi processi nell’ambito delle decisioni democratiche, promuovendo politiche di globalizzazione dei diritti e non solo dei mercati.

    Considerato che

    • le cosiddette barriere “non tariffarie” altro non sono che norme volte alla tutela dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, alla salvaguardia dei beni comuni, alla garanzia di standard per la sicurezza alimentare, per la tutela dell’ambiente e della dignità sociale;
    • il programma di deregolamentazione previsto dal TTIP mira a creare nuovi mercati con l’apertura dei servizi pubblici e dei contratti per appalti governativi alla concorrenza di imprese transnazionali, minacciando di provocare un’ulteriore ondata di privatizzazioni in settori chiave come la sanità e l’istruzione;
    • si ritiene necessario divulgare ulteriormente le direttive negoziali rese pubbliche dall’unione europea   il 9 ottobre 2014 e far conoscere la consultazione a mezzo web resa possibile dal 17 settembre al 15 dicembre 2014 aperta a tutti
    • il diritto degli investitori transnazionali a citare in giudizio i governi e le autorità locali, in seguito all’approvazione di norme e/o delibere di interesse generale che potrebbero pregiudicarne i profitti, costituirebbe un gravissimo ‘vulnus‘ democratico, un’inaccettabile compressione dell’autonomia delle autorità pubbliche e un’azione destrutturante sulla coesione sociale delle comunità territoriali;

    ESPRIME

    la propria preoccupazione nei confronti del Partenariato Trans-Atlantico su commercio e investimenti (TTIP), in corso di negoziazione tra Stati Uniti e Unione Europea e pertanto

    RITIENE

    • necessario monitorare la possibile lesione del principio costituzionale della sovranità delle autonomie locali, oltre che di quella dello Stato italiano e dell’Unione Europea
    • fondamentale un coinvolgimento dell’opinione pubblica e delle istituzioni rappresentanti i cittadini nelle trattative in corso, al fine di rendere trasparente il processo e condividerne o meno l’esito;

    IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

    1. ad intraprendere tutte le azioni di pressione di propria competenza volte a promuovere un processo di trasparenza rispetto alle trattative sul Partenariato TTIP, al fine di arrivare ad una decisione informata da parte del Parlamento Italiano e di quello Euorpeo e del Governo italiano sull’adesione o meno al TTIP;
    2. a promuovere, presso i cittadini del nostro territorio e presso tutti gli altri enti locali, azioni di sensibilizzazione e mobilitazione sul TTIP;
    3. ad inviare la presente deliberazione all’Anci, al Consiglio Regionale, al Consiglio dei Ministri, al Parlamento Italiano ed Europeo e alla Commissione Europea.

  • Trovate le differenze

    A volte, anche solo giocherellando fra capigruppo per redigere un regolamento per il funzionamento delle commissioni circoscrizionali, le differenze saltano agli occhi. In particolare quelle fra il regolamento del Decentramento, recentemente rinnovato a seguito della diminuzione per legge delle Cirocscrizioni e quello di funzionamento del Consiglio comunale.

    Così ho protocollato ieri questa interpellanza (qui l’interpellanza in formato pdf) giusto per “curiosità”:

    Premesso
    – che il vigente regolamento del Decentramento prevede al nono comma dell’articolo 29 (Istituzione, composizione e finalità delle Commissioni permanenti)
    “I Presidenti dei Gruppi Consiliari possono partecipare, senza gettone di presenza, anche alle Commissioni di cui non sono componenti, con diritto di parola, ma senza diritto di voto.”
    – che il vigente regolamento del Consiglio comunale prevede invece al secondo comma dell’art. 40 (Partecipazione ai lavori della Commissione)
    Possono altresì partecipare alle sedute delle Commissioni i Presidenti dei Gruppi consiliari senza diritto di voto, ma con il riconoscimento del gettone di presenza.

    Tenuto conto
    delle garanzie di rappresentanza dei singoli gruppi in commissione garantite dal regolamento del consiglio comunale, a differenza di quello del decentramento, e che risultano differenti sia la periodicità di convocazione delle riunioni che l’entità del gettone.

    Tenuto conto altresì
    che il vigente regolamento del Decentramento è stato approvato con il parere favorevole di tutte le circoscrizioni e che non risultavano, almeno al sottoscritto, emendamenti proposti sull’articolo citato in premessa.

    Si interroga questa amministrazione al fine di conoscere:
    – se vi sia una qualche motivazione alla base di questa “curiosa” differenza di trattamento;
    – se l’amministrazione, onde contribuire direttamente alla riduzione dei costi della politica, abbia intenzione di adeguare le previsioni del regolamento del consiglio comunale al più recente regolamento del Decentramento;

    Nei giorni in cui il governo sta decidendo, fra le altre scempiaggini, l’eliminazione di quello che io credo sia uno dei luoghi fondamentali della partecipazione e della democrazia nelle nostre città, ovvero il decentramento amministrativo, credo che sia anche questo un classico esempio di come sia facile, anche a livello locale, giocare a scaricabarile sui costi della politica…

    Non so se avrò mai risposta dal Comune di Ferrara. Certo che invece dal governo federal-leghista tutto ci si aspetterebbe fuorchè un taglio così netto alla sussidiarietà.

    Ma siamo in italia, il paese in cui l’ipocrisia è dietro l’angolo.

  • Baruffi si fa il test

    baruffiMaurizio Baruffi, consigliere comunale a Milano, oggi si fa fare il test del capello. Da antiproibizionista, come provocazione sull’inutilità e l’insensatezza della campagna mediatico-politica sull’astinenza (presunta) dalle sostanze.

    Fonti vicine al consigliere ci dicono che non abbia testato negli ultimi tutte le sostanze possibili, come mi auguravo.

    Peccato, sarebbe stato più divertente. Comunque, come si dice in questi casi, in bocca al lupo!

  • Candidatura e speciale elezioni

    leo-webEbbene sì, mi candido anche questa volta.

    Quest’anno tento la “salita” sullo Scalone (Municipale), come capolista della lista dei Verdi per la Pace a sostegno della candidatura a Sindaco di Ferrara di Tiziano Tagliani.

    Sono anche candidato nelle Circoscrizioni 1 e 3 e nei collegi Provinciali di Ferrara IV e Cento II, a sostegno di Marcella Zappaterra Presidente della Provincia di Ferrara.

    Nelle pagine dello SPECIALE ELEZIONI troverete un po’ di materiale elettorale, il Bilancio di Mandato di questi ultimi 5 anni da Presidente della Circoscrizione Centro Cittadino e un po’ di punti interessanti estrapolati dal programma elettorale dei Verdi di Ferrara.

  • Scandalo in consiglio comunale…

    Monaci birmaniOddio, succede spesso. Ma stavolta è clamoroso. L’opposizione (Forza Italia, Aenne e IoamoFerrara) ha votato contro la discussione in via d’urgenza in Consiglio Comunale a Ferrara di due mozioni di solidarietà con la popolazione birmana. L’avevano presentate i Verdi e l’Ulivo. Manco hanno avuto il coraggio di motivarlo (il voto), di solito si trincerano dietro al fatto che non bisogna perdere tempo a parlare di temi non locali. Salvo poi presentare documenti sulle foibe, di solidarietà ai vertici della Guardia di Finanza o sull’abbigliamento in Consiglio Comunale.