Costi della politica: quando i ricchi tagliano ai poveri
Il taglio dei costi della politica, gli enti locali e la partecipazione.
Quando i politici “ricchi” tagliano ai “poveri” e mettono a rischio la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica.
Ecco l’articolo che Giornalettismo.com ha gentilmente ospitato.
La trota di Camillo e l’aereo di Attilio
Così Gramellini su La Stampa. Risponde in qualche modo Di Mattia sul suo blog, dal quale si ricava che il rimborso non sarebbe di 130.000 euro tutti per lui bensì di circa 250 euro a consiglio partecipato dal Di Mattia (il costo del biglietto aereo, che sarà circa tre volte il gettone di presenza…).
Ora, per quanto mi riguarda basterebbe la foto del consigliere a permettere un giudizio compiuto, ma su questo blog non siamo lombrosiani per cui almeno leggiamo prima la biografia.
Attilio trascorre annualmente le vacanze estive a Philadelphia dove lavora in campus estivi approfondendo la cultura e la lingua materna. In quel periodo si iscrive ai Giovani Repubblicani. Successivamente frequenta il Liceo Scientifico di Montesilvano e avverte immediatamente interesse per il marketing Cheguevariano del neo-fondato partito di Rifondazione Comunista, nelle cui fila partecipa attivamente organizzando concerti per il circolo cittadino in occasione delle feste di Liberazione. Vota Rudolph Giuliani alle primarie.
Insomma un po’ confuso, ma in fondo era giovane. Vediamo in età più matura:
Dal secondo anno di Master è assunto dal colosso olandese della finanza, ING, e gli viene offerto un lavoro nel dipartimento “investimenti” prima nella sede di New York, quindi a Philadelphia ed infine a Los Angeles, dove diventa Portfolio Manager. In tale posizione amministra un portfolio di 8 miliardi di dollari in prodotti strutturati. Una parentesi di un anno a Ginevra (Svizzera) dove riveste il ruolo di responsabile per la strategia d’investimento, trading e sviluppo modellistica finanziaria della società Avendis Capital, un fondo altamente speculativo. Nel febbraio 2007 viene reclutato dalla società con sede a Vienna, Aurelius Capital Management, dove ricopre la posizione di ABS Portfolio Manager, gestendo un portfolio di 3 miliardi di euro.
Beh quando si parla di prodotti strutturati e fondi speculativi sappiamo già dove si va a parare, e per quanto riguarda l’Avendis Capital scopriamo dal Sole 24 ore che giusto nel 2007 il “Rating è stato declassato da S&P dalla AAA alla CCC (17 gradini)”. Ma tant’è in questo blog siamo soprattutto garantisti per cui non traiamo facili conclusioni. Anzi pare che Di Mattia giri l’Italia per svelare i trabocchetti degli swap, ed addirittura a favore della legalizzazione della canapa (lasciamo stare le motivazioni), per cui anche qui passiamo oltre. Non entriamo neppure sul dibattito pre-congressuale di alti partiti, anche se la mozione per il Capitalismo Democratico ce ne darebbe spunto.
Resta a questo punto pero’ un ultimo interrogativo: perchè, visto peraltro è entrato come ultimo degli eletti, non si dimette e lascia ad altri che magari hanno più tempo e facilità di pensare alle questioni pescaresi? Ma anche questo se se lo dovrebbero porre per primi i cittadini pescaresi.
Mi rimane solamente un’amara considerazione: ecco, vedi, poi fanno finta di tagliare i costi della politica eliminando le Circoscrizioni…
Trovate le differenze
A volte, anche solo giocherellando fra capigruppo per redigere un regolamento per il funzionamento delle commissioni circoscrizionali, le differenze saltano agli occhi. In particolare quelle fra il regolamento del Decentramento, recentemente rinnovato a seguito della diminuzione per legge delle Cirocscrizioni e quello di funzionamento del Consiglio comunale.
Così ho protocollato ieri questa interpellanza (qui l’interpellanza in formato pdf) giusto per “curiosità”:
Premesso
– che il vigente regolamento del Decentramento prevede al nono comma dell’articolo 29 (Istituzione, composizione e finalità delle Commissioni permanenti)
“I Presidenti dei Gruppi Consiliari possono partecipare, senza gettone di presenza, anche alle Commissioni di cui non sono componenti, con diritto di parola, ma senza diritto di voto.”
– che il vigente regolamento del Consiglio comunale prevede invece al secondo comma dell’art. 40 (Partecipazione ai lavori della Commissione)
“Possono altresì partecipare alle sedute delle Commissioni i Presidenti dei Gruppi consiliari senza diritto di voto, ma con il riconoscimento del gettone di presenza.”Tenuto conto
delle garanzie di rappresentanza dei singoli gruppi in commissione garantite dal regolamento del consiglio comunale, a differenza di quello del decentramento, e che risultano differenti sia la periodicità di convocazione delle riunioni che l’entità del gettone.Tenuto conto altresì
che il vigente regolamento del Decentramento è stato approvato con il parere favorevole di tutte le circoscrizioni e che non risultavano, almeno al sottoscritto, emendamenti proposti sull’articolo citato in premessa.Si interroga questa amministrazione al fine di conoscere:
– se vi sia una qualche motivazione alla base di questa “curiosa” differenza di trattamento;
– se l’amministrazione, onde contribuire direttamente alla riduzione dei costi della politica, abbia intenzione di adeguare le previsioni del regolamento del consiglio comunale al più recente regolamento del Decentramento;
Nei giorni in cui il governo sta decidendo, fra le altre scempiaggini, l’eliminazione di quello che io credo sia uno dei luoghi fondamentali della partecipazione e della democrazia nelle nostre città, ovvero il decentramento amministrativo, credo che sia anche questo un classico esempio di come sia facile, anche a livello locale, giocare a scaricabarile sui costi della politica…
Non so se avrò mai risposta dal Comune di Ferrara. Certo che invece dal governo federal-leghista tutto ci si aspetterebbe fuorchè un taglio così netto alla sussidiarietà.
Ma siamo in italia, il paese in cui l’ipocrisia è dietro l’angolo.