• Colpi di testa alla romana

    Mentre gli ultrà della Lazio provano a farsi giustizia (maddechè?), mentre quelli del Napoli organizzano spedizioni punitive in furgone, mentre quelli di Fiorentina e Roma si prendono allegramente a legnate, che fa la Federcalcio? Decide di punire i giocatori che bestemmianoe quelli che scrivono qualcosa sotto la maglietta. Nel giorno della sentenza Raciti, la trave gronda sangue, però la pagliuzza dà un po’ fastidio all’occhio e allora è meglio occuparsi della pagliuzza (per la trave, hai visto mai, servirebbero coraggio e chiarezza d’idee).

    Così Maurizio Crosetti commenta la geniale idea della Federcalcio di allargare la prova televisiva alla bestemmia. Figuratevi che la FIGC evidentemente immaginandosi di dover procedere alla lettura delle labbra, differisce addirittura il termine per i deferimenti:

    Per dare modo alla Procura di acquisire la documentazione e certificare il contenuto di eventuali deferimenti, saranno allungati di quattro ore i tempi per l’acquisizione della prova Tv: il termine non sarà più le ore 12 del giorno feriale successivo alla partita, ma le ore 16 .

    Nel frattempo tifosi possono assaltare centri di allenamento manco fossero ambasciate italiane a teheran.

    Così Gramellini oggi sulla stampa commenta il caso Lazio:

    È bastato che i tifosi della Lazio minacciassero da tutte le radio private di non votare più la Polverini alle Regionali perché la politica si mobilitasse con una rapidità che altrimenti le è ignota. Da Alemanno a Storace fino all’entourage del presidente Fini, l’intera destra romana ha esercitato pressioni sull’allenatore Reja per convincerlo a rompere il contratto con l’Hajduk Spalato e accorrere al capezzale della squadra malata, dato che «è inaccettabile che la Lazio vada in serie B», come ha dichiarato il sindaco laziale di Roma.

    Inaccettabile, capito? Alla faccia dei sindaci delle altre città italiane, che le retrocessioni le hanno sempre accettate, e pure i fallimenti. Inaccettabile per motivi di ordine pubblico, ebbe a riconoscere anni fa Berlusconi, e adesso elettorale. Che si sappia, dunque: con i nemici dello Stato non si tratta, ma con i tifosi che minacciano di non andare a votare sì. Preso atto del potere formidabile della lobby capitolina, come cittadini non resta che augurarci che i tifosi della Lazio abbiano a cuore anche gli ospedali, le scuole, il lavoro. Il giorno che si lamenteranno di quello, e non solo del loro presidente Lotito, forse i politici si batteranno per darci finalmente un Paese, oltre che un allenatore, migliore.

    Se questo è lo stato della democrazia, e lo è, mi viene un pensiero che non condivido: evviva il suffragio universale, una testa un voto, ma a patto che dentro la testa ci sia qualcosa.

    Beh, i colpi di testa li fanno a Roma, qui a Ferrara si sente solo il rimbombo del vuoto delle teste…