
Carcere: più fondi per le attività del Garante
Carcere: più fondi per le attività del Garante
Con l’emendamento dei consiglieri Baraldi (PD) e Fiorentini (Indipendente per Sinistra Italiana) il fondo passerebbe da 500 a 5000 euro.
E’ stato presentato dai consiglieri Ilaria Baraldi (PD) e Leonardo Fiorentini (Indipendente per Sinistra Italiana) un emendamento al bilancio di previsione 2017/19 del Comune di Ferrara volto a reperire nuove risorse per le attività del garante dei detenuti.
“Si tratta – spiega Fiorentini – di un piccolo emendamento che non va ad incidere sull’attuale compenso del Garante, che pure rimane ormai puramente simbolico rispetto all’impegno del ruolo, ma che si prefigge di aumentare le risorse a disposizione del garante per iniziative non solo di sensibilizzazione ma anche di intervento diretto in attività di educazione, socializzazione e formazione professionale all’interno del carcere di Ferrara. Nell’ultima relazione il garante uscente Marighelli aveva illustrato al consiglio come i pochi fondi a sua disposizione (500 euro, che ora vogliamo portare a 5000) aveva acquistato la vernice per far verniciare ai detenuti alcune pareti del luogo in cui vivono e le marche da bollo per i diplomi dei carcerati che avevano seguito corsi di istruzione durante la detenzione. Mi piacerebbee se riuscissimo a rendere possibile ritinteggiare l’intero carcere entro al fine del mandato, e magari permetterci qualche diploma in più…”
Per la consigliera Ilaria Baraldi “il ruolo del garante è determinante per la diffusione della cultura della tutela dei diritti delle persone detenute. In essa rientra appieno l’idea che il tempo passato in carcere debba essere un tempo utile al detenuto, nella logica rieducativa e non solo punitiva, attraverso un percorso di cambiamento che renda efficace il suo reinserimento. I dati confermano che più il detenuto è occupato in attività formative e laboratori che lo aiutino ad acquisire nuove competenze, minori sono le probabilità che torni a delinquere perché maggiori saranno gli strumenti che avrà per affrontare il suo rientro nella comunità.” Per Baraldi infine “l’attività del garante serve, da un lato, a raccontare fuori quello che accade dentro al carcere, dall’altro a portare in carcere idee, attività, persone, volontari per uno scambio continuo che confermi il carcere come una parte della città.”
L’emendamento sarà ora oggetto di vaglio tecnico dell’ufficio Ragioneria e del Collegio dei Revisori per poi approdare al voto del Consiglio nella sessione di bilancio che avrà inizio lunedì 27 febbraio.
L’ufficio Stampa
Ferrara, 22 febbraio 2017
Aggiornamento del 1 marzo 2017
Emendamento approvato con 20 voti a favore (SI, FC e PD) e 5 astensioni (M5S). Contrari Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, GOL.

Detenuti: emendamento al bilancio in aumento fondo del Garante comunale
EMENDAMENTO AL BILANCIO 2017/2018/2019 – AUMENTO FONDI DEL GARANTE DEI DIRITTI DEI DETENUTI
PREMESSO CHE
- Il garante dei diritti dei detenuti è un organo di garanzia che, in ambito penitenziario, ha funzioni di tutela delle persone private o limitate della libertà personale.
- Nell’ambito della sua attività il garante svolge – dentro e fuori dal carcere – una importante funzione di promozione della necessità del recupero alla vita sociale delle persone temporaneamente private della libertà personale, in ossequio all’indicazione del comma 3 dell’art. 27 della Costituzione.
- Tale promozione diffonde la cultura della tutela dei diritti dei detenuti come strumento di garanzia per l’intera società, poiché è da tutti auspicabile che, cessata la pena, coloro che vengono riammessi al godimento della loro libertà rientrino a far parte del consesso civile in modo pieno e completo.
CONSIDERATO CHE
- La funzione rieducativa si realizza anche attraverso l’acquisizione di nuove competenze e l’aggiornamento delle capacità dei detenuti, che li mettano nelle condizioni, una volta rientrati nella società, di ambire a una posizione lavorativa che li renda autosufficienti
- La casa circondariale di Ferrara – grazie all’attività degli educatori, del personale penitenziario e al costante interessamento del garante – sviluppa e sostiene numerosi laboratori formativi
DATO ATTO CHE
- Al garante di Ferrara è messo a disposizione un budget complessivo di euro 500,00 annui
- Che la carica del garante rimarrà vacante per i primi mesi del 2017 a causa dell’iter del bando di selezione delle candidature che si chiuderà il 7 marzo per quanto riguarda la raccolta dei CV e che risulta un avanzo storico per quanto riguarda l’acquisto carburanti e lubrificanti dell’autorimessa comunale
RITENENDO NECESSARIO
- Prevedere maggiori risorse cui il garante possa attingere per avviare e sviluppare progetti per la rieducazione dei detenuti volta al loro reinserimento nella società
TENUTO CONTO CHE
- Tale azione è coerente con gli obiettivi posti dal DUP 2017/2019 (obiettivo strategico 2.1.11)
SI EMENDA IL BILANCIO DI PREVISIONE 2017/2018/2019 DEL COMUNE DI FERRARA PER QUANTO DI COMPETENZA DEL CONSIGLIO COMUNALE NEL SEGUENTE MODO:
Missione | Programma | Titolo | Capitolo | Azione | 2017 | 2018 | 2019 | Titolo |
1 | 3 | 1 | 22767 | 3618 | + 1000 | +1000 | +1000 | Garante dei Diritti delle persone private della libertà – Acquisto beni di consumo |
1 | 3 | 1 | Nuova azione | + 1500 | +1500 | +1500 | Garante dei Diritti delle persone private della libertà – Prestazioni di Servizio per attività di divulgazione e sensibilizzazione e progetti di educazione, formazione professionale e inserimento lavorativo per detenuti | |
1 | 3 | 1 | Nuova azione | +2000 | +2000 | +2000 | Garante dei Diritti delle persone private della libertà – Contributi e trasferimenti per attività di divulgazione e sensibilizzazione e progetti di educazione, formazione professionale e inserimento lavorativo per detenuti | |
1 | 31 | 3 | 416 | 495 | – 3500 | – 4500 | – 4500 | SERVIZIO PROVVEDITORATO – ACQUISTO CARBURANTI E LUBRIFICANTI AUTORIMESSA |
12 | 04 | 1 | 4037 | 9989 | – 1000 | —– | —– | Compenso Garante dei Diritti delle persone private della libertà personale |
I CONSIGLIERI COMUNALI
ILARIA BARALDI ____________________________
LEONARDO FIORENTINI ___________________________
Ferrara, 20 febbraio 2017
Aggiornamento del 1 marzo 2017
Emendamento approvato con 20 voti a favore (SI, FC e PD) e 5 astensioni (M5S). Contrari Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, GOL.

Fiorentini (Sel): “Garantire diritto di voto ai detenuti”
Fiorentini (Sel): “Garantire diritto di voto ai detenuti”
Appello del candidato alla direzione del carcere e al Garante dei diritti dei detenuti
“La direzione dell’istituto ferrarese deve farsi parte attiva per favorire la partecipazione dei detenuti alle prossime elezioni”. Così Leonardo Fiorentini, candidato indipendente di Sel alle prossime elezioni amministrative, lancia un appello alla direzione del Carcere di Ferrara e al Garante dei diritti dei detenuti per garantire il diritto di voto ai detenuti del carcere di via Arginone.
“Il tema del voto è strettamente legato a quello della risocializzazione – continua Fiorentini – perché una persona può tornare ad una vita all’interno della società solo se al di fuori del carcere trova luoghi dove vivere, lavorare ed esprimersi. E questo processo deve necessariamente cominciare in carcere mentre si sconta la pena: il lavoro in primis, ma l’espressione delle proprie capacità in generale e quindi anche delle idee sono passaggi fondamentali nella costruzione di una vita al di fuori che allontani dalla possibile recidiva”.
“In Toscana una circolare del Dap ha chiesto di andare oltre la mera informativa ai detenuti, credo che vada seguito l’esempio e chiedo quindi alla Direzione, che si è dimostrata molto sensibile in passato rispetto al tema della partecipazione, di promuovere interventi anche “porta a porta” per informare e garantire il voto dei carcerati che ne hanno diritto. Perché la partecipazione deve cominciare dagli ultimi.”
“Sarebbe bello – conclude Fiorentini – che si potessero organizzare anche confronti fra i candidati all’interno del carcere. Ma probabilmente è tardi e lo pongo come auspicio per le prossime elezioni”.
Garantire il diritto di voto ai detenuti. Appello di Fiorentini (SEL)
Comunicato Stampa
Garantire il diritto di voto ai detenuti. Appello di Fiorentini (SEL)
La Partecipazione deve cominciare dagli ultimi: prendere esempio da Toscana e contattare uno per uno i detenuti che hanno diritto di voto
“La direzione dell’istituto ferrarese deve farsi parte attiva per favorire la partecipazione dei detenuti alle prossime elezioni”. Così Leonardo Fiorentini, candidato indipendente di SEL alle prossime elezioni amministrative, lancia un appello alla direzione del Carcere di Ferrara e al Garante dei Diritti dei Detenuti per garantire il diritto di voto ai detenuti del carcere di Via Arginone.
“Il tema del voto è strettamente legato a quello della risocializzazione – continua Fiorentini – perché una persona può tornare ad una vita all’interno della società solo se al di fuori del carcere trova luoghi dove vivere, lavorare ed esprimersi. E questo processo deve necessariamente cominciare in carcere mentre si sconta la pena: il lavoro in primis, ma l’espressione delle proprie capacità in generale e quindi anche delle idee sono passaggi fondamentali nella costruzione di una vita al di fuori che allontani dalla possibile recidiva”.
“In Toscana una circolare del DAP ha chiesto di andare oltre la mera informativa ai detenuti, credo che vada seguito l’esempio e chiedo quindi alla Direzione, che si è dimostrata molto sensibile in passato rispetto al tema della partecipazione, di promuovere interventi anche “porta a porta” per informare e garantire il voto dei carcerati che ne hanno diritto. Perché la Partecipazione deve cominciare dagli ultimi.”
“Sarebbe bello – conclude Fiorentini – che si potessero organizzare anche confronti fra i candidati all’interno del carcere. Ma probabilmente è tardi e lo pongo come auspicio per le prossime elezioni”.
L’ufficio stampa
Direttamente dai più reconditi interstizi del nostro stomaco animale
Un deputato leghista, tal Gianluca Buonanno che nella sua carriera da Sindaco ha al suo attivo l’intitolazione di una via a Mussolini ed un’altra a Lucignolo (la trasmissione di Italia1, non il personaggio di Collodi), in una intervista ad Affaritaliani ha dichiarato testualmente:
Oggi abbiamo avuto notizia che si è suicidato un mafioso, un ex 41 bis, detenuto del carcere di Catania. Certo che se altri pedofili e mafiosi facessero la stessa cosa non sarebbe affatto male. Anzi… Fanno parte tutti della stessa risma. E’ una dichiarazione forte ma sono sicuro che in molti la pensano come me”.
Ovvero, mentre i suicidi nelle carceri italiane sono arrivati nel 2010 a quota 30 (da metilparaben l’elenco degli altri 29), i detenuti sono oltre 67000 (di cui quasi la metà in attesa di giudizio), le carceri sono sovraffollate in modo insostenibile, la Lega non fa altro che sdoganare – direttamente dai più reconditi interstizi del nostro stomaco animale – l’introduzione della pena di morte per inerzia dello Stato.
In fondo basta non pensarci troppo per “pensarla” come Buonanno. Per chi invece vuole pensarci un po’ di più c’è questo inserto di Carta dal leggere e un appello da firmare.
La Storia di Aldo Bianzino
Aldo Bianzino e la sua compagna Roberta il 12 ottobre 2007 vengono arrestati con l’accusa di possedere e coltivare alcune piante di marijuana. Trasferiti il giorno dopo al carcere di Capanne, Roberta viene condotta in cella con altre donne, Aldo in isolamento. Da quel momento Roberta non vedrà più il suo compagno lasciato in buone condizioni di salute. La mattina seguente, domenica 14 ottobre alle 8,15 la polizia penitenziaria trova Aldo agonizzante che poco dopo muore. Di infarto secondo le prime “indiscrezioni”. Nonostante l’autopsia riveli una frattura alle costole, gravi lesioni al fegato, alla milza e al cervello l’inchiesta sulla morte di Aldo è stata archiviata. “Cause naturali in seguito ad aneurisma” viene scritto nella sentenza. Aldo Bianzino è morto da più di due anni, Roberta si è spenta pochi mesi dopo.
In vista dell’udienza per la riapertura del caso Bianzino, che si terrà a Perugia il 28 giugno 2010 Arci e Forum Droghe di Ferrara organizzano un incontro pubblico insieme ai figli di Aldo Bianzino per mantenere alta l’attenzione su questa tragica vicenda.
Arci Ferrara | Forum Droghe Ferrara
Giovedì 22 aprile 2010 | ore 18
Cafè de la Paix | P.tta Corelli 24 | Ferrara
La storia di Aldo Bianzino
Che cosa succede nelle carceri italiane?
Incontro pubblico con:
Elia e Rudra Bianzino
Franco Corleone Forum Droghe
Fabio Anselmo Avvocato
presenta Marco Zavagli Giornalista
in collaborazione con fuoriluogo.it e Cafè de la Paix.
Scarica la cartolina: bianzino.pdf (in formato pdf)
Le carceri scoppiano
Con un po’ di ritardo, e approfittando della messa in onda su Radioradicale della registrazione di fortuna (grazie iphone…) dell’incontro sulle carceri di fine novembre, vi allego anche la rassegna stampa dell’iniziativa:
- Resto del Carlino del 23 novembre: rdc_231109 (in formato pdf)
- La Nuova Ferrara del 24 novembre: nuovaferrara241109 (in formato pdf)
- Il Resto del Carlino del 24 novembre: rdc_241109 (in formato pdf)
- Il Servizio su Telestense 23 novembre: http://www.telestense.it/news/allarme-carceri.html
- On line la registrazione in formato mp3 (da radioradicale).
Vi ricordo che l’appello è sempre on line sul blog di fuoriluogo.it.
Le carceri scoppiano. lunedì 23 incontro a Ferrara
Iniziativa promossa dai Radicali di Ferrara e dalla Federazione provinciale dei Verdi di Ferrara
Lunedì 23 novembre 2009 | ore 17,30 | Ferrara | Sala dell’Arengo
Palazzo Municipale | (P.tta Municipale 2)
Le carceri scoppiano
Incontro pubblico sulla situazione carceraria italiana.
Saranno presenti
Sergio Alberti
Presidente Gruppo assembleare Uniti nell’Ulivo-Partito Socialista Regione Emilia Romagna
Marco Beltrandi
Deputato Radicale
Franco Corleone
Presidente de La Società della Ragione, già sottosegretario alla Giustizia
Coordina Leonardo Fiorentini Consigliere Verdi Circoscrizione 1
Nel corso dell’incontro sarà presentato l’appello Le carceri scoppiano: potenziamo le misure alternative, liberiamo i tossicodipendenti! promosso da Forum Droghe, Antigone, Gruppo Abele, Arci, La Società della Ragione, Ristretti Orizzonti, Comunità San Benedetto al Porto, Coordinamento nazionale dei Garanti territoriali dei diritti delle persone private della libertà personale, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Seac-Coordinamento enti e associazioni volontariato penitenziario, Fondazione Basaglia, Cooperativa Cat
Per adesioni: www.fuoriluogo.it/blog/appelli
In collaborazione con il Gruppo consiliare Laici e Riformisti del Comune di Ferrara.
Scarica la cartolina in formato pdf: carcere.pdf.
Caduto dalle scale
Via fuoriluogo.it.
Le carceri scoppiano
Ho aderito a quest’appello lanciato da Forum Droghe, Antigone, Gruppo Abele, Arci, La Società della Ragione, Ristretti Orizzonti, Comunità San Benedetto al Porto, Coordinamento nazionale dei Garanti territoriali dei diritti delle persone private della libertà personale, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca nazionale, Seac (Coordinamento enti e associazioni volontariato penitenziario), Fondazione Basaglia, Cooperativa Cat (Firenze)
Fatelo anche voi qui: http://www.fuoriluogo.it/blog/appelli/le-carceri-scoppiano/
LE CARCERI SCOPPIANO.
POTENZIAMO LE MISURE ALTERNATIVE, LIBERIAMO I TOSSICODIPENDENTI!Le carceri italiane hanno rotto il muro del silenzio. I detenuti ammassati nelle celle hanno protestato contro la loro condizione. Oggi quasi 65.000 uomini e donne sono reclusi oltre ogni limite di capienza, per cui anche il Ministro della giustizia lamenta la situazione delle galere come fuori dalla Costituzione.
Il sovraffollamento non avviene per caso, ma a causa di leggi che hanno un nome (la legge Fini-Giovanardi sulle droghe, quella sull’immigrazione e la legge Cirielli sulla recidiva) e per reati di irrilevante offensività sociale, come quello recentemente reintrodotto di oltraggio a pubblico ufficiale.
Da sola la legge sulle droghe riempie per la metà le carceri italiane. Anche gli autori della legge più punitiva dell’Europa unita si sono affannati in questi anni a sostenere che le persone tossicodipendenti non devono stare in carcere; invece accade il contrario.
L’affidamento speciale previsto per i tossicodipendenti può essere concesso quando la pena detentiva inflitta o residua non sia superiore a sei anni.
Sono oggi almeno diecimila i detenuti che si trovano in questa situazione ossia che stanno in carcere ma potrebbero usufruire di questa misura alternativa sulla base di un programma da intraprendere in comunità o presso il servizio pubblico. Un detenuto affidato in comunità costa più o meno 18 mila euro annui (all’amministrazione penitenziaria costa il triplo). Con 180 milioni di euro a disposizione le regioni italiane potrebbero pagare le rette in comunità per diecimila detenuti tossicodipemdenti oggi inspiegabilmente in carcere. Con la stessa cifra si costruirebbero al massimo tre carceri che darebbero spazio a circa 600 detenuti nel 2019 (dieci anni è la media italiana di tempo per la costruzione di un nuovo istituto). Se usati invece per liberare i tossicodipendenti si darebbe l’avvio a un processo di vera decongestione del sistema penitenziario.
Chiediamo ai responsabili del Governo e delle Regioni di predisporre un piano immediato di risorse, a partire da quelle inutilmente congelate da troppi anni nella Cassa delle ammende, per garantire l’applicazione delle norme previste per l’affidamento speciale dei detenuti tossicodipendenti e ogni altra misura idonea a potenziare il circuito delle misure alternative alla detenzione.
Chiediamo una applicazione estesa delle misure alternative, dal lavoro esterno alla semilibertà, attraverso un piano di lavori socialmente utili, impegnando le persone nella tutela dell’ambiente, del verde pubblico, nell’agricoltura, nelle zone di montagna abbandonate.
La risposta non può essere affidata all’edilizia penitenziaria, alla costruzione di nuove carceri, alla faraonica pretesa di costruire per il 2012 quindicimila nuovi posti nelle carceri italiane, dissipando ingenti risorse economiche per un risultato che già oggi sarebbe insufficiente a ricondurre nella legalità le carceri italiane.
Pretendiamo piuttosto la ristrutturazione del patrimonio esistente per renderlo coerente con i principi definiti con chiarezza assoluta dalla Costituzione per definire il senso della pena e per garantire la risocializzazione, nel rispetto dei diritti previsti dalla Riforma penitenziaria del 1975 e dal regolamento del 2000, affinchè la pena sia scontata in condizioni di umanità e dignità come previsto dalle Convenzioni internazionali.
Questo non vuole essere un generico appello, ma il primo anello di una catena di azioni pubbliche e collettive per rivendicare l’urgenza di impegni concreti e credibili.
Il Governo, le Regioni e gli enti locali possono e devono costruire una manovra coordinata per predisporre un calendario operativo di dimissioni di tutti i detenuti che, a vario titolo, hanno diritto alle misure alternative coinvolgendo associazioni, volontariato, comunità disponibili al cambiamento possibile.Promosso da:
Forum Droghe, Antigone, Gruppo Abele, Arci, La Società della Ragione, Ristretti Orizzonti, Comunità San Benedetto al Porto, Coordinamento nazionale dei Garanti territoriali dei diritti delle persone private della libertà personale, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca nazionale, Seac (Coordinamento enti e associazioni volontariato penitenziario), Fondazione Basaglia, Cooperativa Cat (Firenze)Prime adesioni
Stefano Anastasia, Beatrice Bassini, Paolo Beni, Rita Bernardini, Stefano Bertoletti, Giorgio Bignami, Gianluca Borghi, Giuseppe Bortone, Stefano Cecconi, Claudio Cippitelli, Luigi Ciotti, Maurizio Coletti, Franco Corleone, Sandro Del Fattore, Andrea Gallo, Maria Grazia Giannichedda, Patrizio Gonnella, Leopoldo Grosso, Franco Marcomini, Sandro Margara, Bruno Mellano, Patrizia Meringolo, Mariella Orsi, Pier Paolo Pani, Livio Pepino, Morena Piccinini, Stefano Regio, Susanna Ronconi, Fabio Scaltritti, Sergio Segio, Maria Stagnitta, Franco Uda, Stefano Vecchio, Grazia Zuffa
2,7mq
La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha condannato l’Italia per «trattamenti inumani e degradanti» nei confronti di Izet Sulejmanovic, detenuto a Rebibbia tra il novembre 2002 e l’aprile 2003: Sulejmanovic ha condiviso una cella di 16,20 metri quadri con altre cinque persone disponendo, dunque, di una superficie di 2,7 metri quadri entro i quali ha trascorso oltre diciotto ore al giorno.