• Autocertificazione per Famiglie Arcobaleno nelle scuole comunali

    Al Sig. Sindaco

    Al Presidente del Consiglio Comunale

    OGGETTO: INTERPELLANZA SULLA PREDISPOSIZIONE DEI MODULI AUTOCERTIFICATIVI PER FAMIGLIE ARCOBALENO CON VALIDITA’ PRESSO NIDI E MATERENE

     PREMESSO

    • che il Comune di Ferrara ha intrapreso, nei mesi marzo, aprile, maggio del 2015, un percorso partecipativo, promosso dall’Assessorato Pari Opportunità, chiamato Nuovi Diritti Nuove Famiglie;
    • che tale percorso ha avuto lo scopo di promuovere la cultura del rispetto delle differenze, tramite la conoscenza reciproca e il superamento di stereotipi spesso alla base di ingiustificabili discriminazioni [recita infatti l’incipit del progetto: “1 – Creare spazi di dibattito in città sul tema della convivenza tra persone. 2 – Raccogliere proposte e avere un quadro delle esigenze e delle posizioni presenti in città per supportare due ordini di decisioni da parte dell’Amministrazione Comunale: l’azione di aggiornamento dell’Elenco delle unioni civili; le azioni di promozione delle pari opportunità e dell’educazione alle differenze”];
    • che l’azione di aggiornamento dell’Elenco delle Unioni Civili si rendeva necessaria in quanto detto Elenco, dalla sua istituzione, era privo di regolamento, quindi, di fatto, improduttivo di effetti reali.

    CONSIDERATO

    • che una delle esigenze espresse dalle famiglie omogenitoriali riguarda la cogestione dei figli nel loro rapporto con le istituzioni scolastiche, necessitando il genitore sociale, in assenza di diverse previsioni normative, di apposita delega da parte del genitore biologico per il ritiro dei figli a scuola (così come per qualsiasi attività, dall’accompagnamento alle gite alla partecipazione alle assemblee);
    • che, pertanto, uno degli obiettivi del percorso partecipato voleva, fin dall’inizio, poter superare tale differenza di trattamento di bambini e genitori (per quel che di competenza di un Comune, quindi con riferimento alle scuole di infanzia);
    • che nel maggio del 2016 è stata approvata la legge 20 maggio 2016 n. 76, cd Cirinnà, che disciplina le unioni civili tra persone dello stesso sesso e le convivenze;
    • che il testo di legge succitato non contiene alcun riferimento ai figli e quindi nulla dice rispetto a diritti e doveri del genitore sociale nelle famiglie omogenitoriali;
    • che, pertanto, il tema della necessità della delega da parte del genitore biologico al genitore sociale per qualsiasi attività inerente i figli, permane, non essendo stato affrontato in sede legislativa;
    • che il percorso partecipato ha trovato la sua definitiva conclusione nella delibera di Giunta del 21 giugno 2016, nella quale si legge “di rimandare la restituzione sulle proposte avanzate dai gruppi di discussione e di lavoro sul tema “Unioni Civili”, previa emanazione e pubblicazione dei Decreti attuativi della Legge 20 Maggio 2016 n.76 recante “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze” entrata in vigore il 5 giugno scorso”.

    TENUTO CONTO

    • che tale questione, per quanto concerne i nidi e le materne, è stata affrontata e risolta dal Comune di Bologna tramite un modulo di autocertificazione di famiglia omogenitoriale, nel quale entrambi i genitori, congiuntamente, a inizio anno, dichiarano di voler condividere le funzioni genitoriali rispetto ai figli minori;
    • che dell’introduzione di tale possibilità, e del relativo modulo, si è discusso nella Commissione Pari Opportunità del 22/9/2015 allorchè, durante l’audizione dei rappresentanti di Famiglie Arcobaleno di Ferrara, fu illustrata la problematica e indicate le possibili soluzioni per ovviarla;
    • che, pertanto, è già in possesso di codesta Amministrazione il canovaccio cui poter fare riferimento per la predisposizione di una modulistica da fornire a inizio anno scolastico per ovviare al problema della delega.

    I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI INTERPELLANO IL SINDACO E L’ASSESSORE COMPETENTE

    AL FINE DI CONOSCERE

    Se l’Amministrazione sia intenzionata ad adottare un semplice ed immediato sistema di autocertificazione come quello in uso da almeno un anno nel Comune di Bologna.

     

    Si richiede risposta scritta.

    Ilaria Baraldi

    Partito Democratico

    Leonardo Fiorentini

    Sinistra Italiana

  • Assemblea annuale de la Società della Ragione

    Care amiche, cari amici,
    nel corso del 2015 abbiamo continuato il lavoro sulla riforma delle leggi sulle droghe nel nostro paese e nel mondo, a partire dal seminario internazionale del febbraio 2015 a Firenze e poi dal convegno di Udine del luglio scorso. Insieme ad altre associazioni abbiamo dato vita ad una campagna di sensibilizzazione verso l’importante appuntamento di New York con UNGASS 2016, che ci ha permesso di partecipare a pieno titolo al seminario di consultazione delle ONG sull’appuntamento ONU organizzato dal Dipartimento Antidroga, e continuato l’impegno all’interno del cartello di Genova con l’organizzazione dell’appuntamento di Milano del novembre 2015. Senza dimenticare il consueto lavoro di redazione del 6° libro bianco sulla legge sulle droghe e la presentazione in Parlamento delle nostre due proposte di legge sulla riforma del Testo Unico sugli stupefacenti e di regolamentazione legale dei derivati della cannabis firmate dagli onorevoli Nicchi e Fossati e dal Senatore Manconi.

    Il 2015 è stato anche l’anno della chiusura degli OPG, campagna alla quale abbiamo dato un contributo anche con la mostra di disegni di Roberto Sambonet sulla pazzia che ha girato l’Italia in questi mesi. Un percorso che non è ancora finito, e che ci vedrà attenti controllori delle Regioni chiamate ad attuare la legge. Abbiamo aperto il 2016 con la nomina, finalmente, del Garante nazionale dei Diritti dei detenuti che ci auguriamo possa essere di stimolo ad una vera riforma del sistema penitenziario italiano anche a seguito degli Stati Generali dell’esecuzione penale che si avviano alla loro chiusura.

    Infine un ultima buona notizia: finalmente, dopo infinite lotte burocratiche, il Ministero ci ha erogato poco prima di Natale 2015 il 5per1000 arretrato per gli anni sino al 2013: si tratta di oltre 8.000 euro che ora vorremmo decidere insieme a voi su quale campagna investire.

    Per fare un bilancio dell’anno trascorso e per programmare le prossime iniziative siete quindi caldamente invitati a partecipare all’assemblea dell’associazione convocata in prima convocazione il giorno Venerdì 29 alle ore 7.00 ed in seconda convocazione

    alle ore 10 di sabato 30 aprile 2016
    presso la Sala Rossa della Camera del Lavoro di Ferrara
    Piazzetta Verdi 5 a Ferrara

    con il seguente Ordine del Giorno:

    Ore 10/13 insieme al Cartello di Genova sulle orme di Don Gallo

    1. Riunione del laboratorio sulle leggi del Cartello di Genova

    Ore 15/18 Assemblea statutaria de la Società della Ragione

    1. Comunicazioni del Presidente
    2. Resoconto dell’attività svolta e programmazione prossime iniziative
    3. Approvazione bilancio 2015 dell’Associazione
    4. Elezione organi statutari

    Vi ricordiamo che la nostra Associazione ha bisogno del vostro aiuto: potete sostenere e partecipare alla vita dell’associazione aderendo (Quota sociale 50 euro, in regalo il libro La giustizia e il senso di umanità Antologia di scritti su carcere, opg, droghe e magistratura di sorveglianza di Alessandro Margara) od inviando un contributo (detraibile dalle imposte) con un bonifico sul conto corrente de la Società della Ragione presso Banca Prossima – FILIALE DI MILANO – 20121 – PIAZZA PAOLO FERRARI 10 – IBAN  IT 84 J 03359 01600 1000 0010 6293.

    Potete anche, ancor più semplicemente, sostenerci con il 5×1000 indicando nella vostra dichiarazione dei redditi, nella casella “sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale”, il codice fiscale della Società della ragione 94159130486 e apponendo la propria firma.

    Aspettiamo il vostro contributo di idee ed il vostro sostegno.

    Il Presidente
    Stefano Anastasia

    Il Tesoriere
    Leonardo Fiorentini

    Come arrivare


    Treno: dalla Stazione di Ferrara sono disponibili taxi (corsa di 10 minuti scarsi) oppure Bus:
    Dal piazzale antistante la Stazione – Linea 2 direzione Viale Olanda (fermata Carlo Mayr-Piazzetta Verdi, corse ogni 30 min.)
    Dal Piazzale di fronte Stazione – Linea 11/A e 11/B direzione Chiesuol del Fosso/Ospedale San Giorgio (fermata Corso Porta Reno poi 450m a piedi, corse ogni 15 min.)
    Scarica gli orari dei Bus urbani Tper del Bacino di Ferrara.
    A piedi dalla Stazione in circa 25 minuti.

    In auto: parcheggi a pagamento in Piazza Travaglio, ex Mercato Cavalli, Via dei Baluardi e Parcheggio Centro Storico (consigliato per sosta lunga). Quest’ultimo, il più lontano, si trova a 500 metri dalla Camera del Lavoro.

    In aereo: navetta aeroportuale Fly&Bus dall’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. Vedi gli orari.

  • L’Amore, i Diritti, la Cirinnà e le scuse della politica

    Oggi la politica, tutta la politica, deve chiedere scusa. Deve chiedere perdono a quei milioni di persone che credevano nella possibilità che questo paese potesse finalmente uscire dalla nebbia democristiana e dotarsi di norme che garantissero il diritto all’amore per tutti. Lo si era già intuito quando si era ricorsi all’espediente costituzionale delle “formazioni sociali specifiche” per definire quelle che sono semplicemente e naturalmente famiglie. Ma purtroppo dopo il voto di ieri sul DDL Cirinnà ne abbiamo la certezza.

    Un “dibattito da ubriachi” (cit. M. Cacciari) ha portato all’approvazione in Senato di una legge che sancisce l’unica cosa che non doveva, ovvero l’esistenza di famiglie di serie A e di serie B. E non basta uscirsene con roboanti dichiarazioni “ha vinto l’amore” (cit. M. Renzi) quando ieri l’hashtag #contronatura lanciato involontariamente da Angelino Alfano ha eclissato #petaloso. Non parliamo poi dello stralcio del dovere della fedeltà, degno solo di una maggioranza che accetta il voto di fiducia di Angelino Alfano, Denis Verdini e Beatrice Lorenzin. Del resto l’improvviso passaggio dalla libertà di coscienza concessa ai cattodem al voto fiducia al governo, stavolta imposto a coloro che erano a favore della stepchild adoption ormai stralciata, è degno del miglior Gattopardo. Ma la cosa davvero disarmante, direi offensiva per l’intelligenza collettiva, è essere stati poi costretti a essere spettatori dello scaricabarile incrociato fra incapaci governanti e inutili oppositori, con tanto di sms spiatellati in pubblico. Bisticci infantili che non sarebbero consentiti neppure all’asilo dove va mio figlio.

    Ecco, mio figlio. Il mio è un figlio di serie A. In primis perchè nato da questa parte del mondo, senza il bisogno di fuggire da miseria, fame e guerre rischiando la vita su un barcone solo perchè qualcuno si è inventato dei confini invalicabili dalle persone. E poi perchè è nato in una famiglia, secondo la vulgata della destra reazionaria di questo paese, tradizionale: avrà garantiti tutti i diritti, non solo quelli patrimoniali, ma soprattutto quel diritto all’amore evocato ieri da quella faccia di bronzo che è il nostro Presidente del Consiglio. Ha diritto all’amore di due genitori, di tutti i nonni, degli zii e dei cugini della sua famiglia naturale. Altri figli no. La loro famiglia naturale, ripeto naturale secondo costituzione, non sarà riconosciuta dallo Stato, ovvero dalla società in cui noi tutti viviamo. Non avranno il diritto ad entrambi i genitori, all’affetto di tutti i nonni, gli zii i cugini se non per sentenza di un magistrato illuminato.

    Non so se altri si sentiranno in dovere di farlo, ma proprio a loro, ai bambini che stanno subendo questa vile aggressione ai loro diritti e ai loro amori, vanno le mie più profonde scuse per quello che la politica, rigorosamente con la p minuscola, non è riuscita a fare. Me compreso. Con una sola promessa: ci riproveremo.

    Leonardo Fiorentini
    Presidente Gruppo Consiliare SEL Comune di Ferrara

  • Unioni Civili: #svegliatitalia sabato 23 i diritti si affermano in Piazza Municipale

    svegliaitaliaIl DDL Cirinnà rappresenta l’ultima mediazione possibile rispetto al riconoscimento delle unioni civili. Abbassare ancora l’asticella, ormai da Guinness dei primati di “Limbo”, significa semplicemente trasformare i diritti delle coppie same sex in “gentili concessioni” di uno Stato incapace di interpretare razionalmente l’evoluzione della società.

    L’attuale articolato non è certamente la migliore legge possibile, ma pare essere al momento l’unica possibilità per permettere alle persone che si amano di vedere riconosciuti i diritti fondamentali dell’essere famiglia. E’ davvero triste constatarlo, ma bisogna prenderne atto e sostenere con forza la sua approvazione, rifiutando ogni possibile ulteriore mediazione al ribasso.

    Le polemiche di questi giorni su adozioni e “costituzionalità” del testo Cirinnà, infondate sia nel merito che dal punto di vista giuridico e costituzionale, rappresentano solo l’estremo tentativo di una parte largamente minoritaria nella società di imporre il proprio punto di vista. Un punto di vista che appare solo frutto di un cieco fondamentalismo reso incapace dalla paura delle diversità di confrontarsi con la società in cui viviamo.

    Per questo sarò anch’io in piazza Municipale a Ferrara il 23 gennaio insieme a tutti coloro che in questi anni hanno lottato per l’affermazione dei diritti di tutte le famiglie, di tutti i padri, di tutte le madri e di tutti i figli.

    Leonardo Fiorentini
    Presidente gruppo consiliare Sinistra Ecologia e Libertà del Comune di Ferrara

  • Ordine del Giorno sul pieno riconoscimento dei diritti e dei doveri di tutte le famiglie

    PG 78427/2015

    Al Sig Sindaco

    Al Presidente del Consiglio Comunale

    Ferrara, lì 27 luglio 2015

    OGGETTO: ORDINE DEL GIORNO SULLA TRASCRIZIONE DEI MATRIMONI SAME-SEX CONTRATTI ALL’ESTERO

    PREMESSO CHE

    In Italia è da tempo in corso un dibattito socio-culturale sull’estensione dei diritti di cui godono i cittadini che contraggono matrimonio secondo le norme del codice civile vigente anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso e che a tale dibattito si affianca una corposa giurisprudenza europea e italiana

    CONSIDERATO CHE

    Il Parlamento Europeo, ha chiesto più volte agli Stati dell’Unione di rimuovere “gli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni”

    La Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che la relazione sentimentale e sessuale tra due persone dello stesso sesso rientra nella nozione di “vita familiare”, il cui rispetto è garantito dall’articolo 8: dunque le coppie omosessuali rientrano a pieno titolo nella nozione giuridica di “famiglia” (sentenza Schalk and Kopf), estensione pienamente recepita nella giurisprudenza italiana in particolare dalla Cassazione sentenza n. 601/13

    La CEDU, con pronuncia del 21 luglio 2015, stabilisce che l’Italia ha fallito nell’osservare gli obblighi positivi che derivano dall’articolo 8 Cedu e che consistono nella necessità di prevedere almeno una forma di riconoscimento giuridico della relazione stabile tra persone dello stesso sesso. In particolare:  “La Corte ribadisce che ha già ritenuto che le coppie omosessuali sono capaci come le coppie eterosessuali di costituire relazioni stabili e impegnative, e che sono in una situazione notevolmente simile a una coppia eterosessuale per quanto riguarda il loro bisogno di riconoscimento legale e di protezione della loro relazione”; essa ha già riconosciuto che le coppie dello stesso sesso sono protette dalla norma che assicura tutela alla “vita familiare”, e rileva che “a dispetto di alcuni tentativi lungo tre decenni, il legislatore italiano è stato incapace di approvare la relativa normativa” e ciò nonostante la Corte costituzionale italiana e la Corte di cassazione avessero già rilevato più volte una lesione della Costituzione italiana (articolo 2) e sollecitato un intervento del Parlamento.

    L’art.9 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea approvata a Nizza il 7 dicembre del 2000 afferma che “Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio”. La distinzione del diritto di sposarsi dal diritto di costituire una famiglia definisce in modo chiaro il  diritto ad essere considerati famiglia anche al di fuori dell’istituto del matrimonio

    La stessa Carta di Nizza, recepita all’interno del Trattato costituzionale europeo già approvato dal Parlamento italiano, afferma all’art.21 il contrasto ad ogni forma di discriminazione diretta o indiretta motivata da orientamento sessuale

    L’estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso è stata introdotta in undici Paesi europei (Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Portogallo, Islanda, Danimarca, Francia, Regno Unito, Lussemburgo). Nel maggio 2015 l’Irlanda è stato il primo paese al mondo ad aver introdotto il matrimonio egualitario tramite referendum. Il matrimonio è previsto in altre aree del mondo: Canada, Repubblica Sudafricana, Argentina, Uruguay, Nuova Zelanda, il distretto federale di Città del Messico, la capitale americana Washington DC ed in ben trentadue Stati USA su cinquanta; altri Paesi hanno deciso di estendere alle coppie omosessuali alcuni o tutti i diritti del matrimonio attraverso nuovi istituti giuridici analoghi al matrimonio: così in Germania, Finlandia, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Andorra, Ungheria, Slovenia, Estonia. In Europa occidentale l’Italia è rimasta fra i pochi Stati (insieme a Repubblica di San Marino, Principato di Monaco, Città del Vaticano e Grecia) a non prevedere alcun riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso

    Con la sentenza Obergefell v. Hodges del giugno 2015, la Corte Suprema degli Stati Uniti (che qui richiamiamo nelle sue motivazioni poiché esse attingono a concetti universali – validi, quindi, al di là della legislazione di riferimento – per quanto attiene la tutela dei nuclei familiari in particolare con minori) riconosce il diritto costituzionale al matrimonio per persone gay e lesbiche. Tra i motivi più significativi per il riconoscimento del diritto al matrimonio, la Corte ricorda “che esso tutela i bambini e le famiglie e per questo trae significato dal diritto di procreare, di crescere ed educare i figli”. “In base alle leggi statali, alcune delle tutele per i bambini derivanti dal matrimonio sono di natura materiale. Ma dando riconoscimento e stabilità sul piano giuridico alle unioni tra i loro genitori, il matrimonio permette anche ai bambini di comprendere l’integrità e l’intimità della propria famiglia e la sua armonia con le altre famiglie della loro comunità e della loro vita quotidiana. Il matrimonio permette, inoltre, quella stabilità e permanenza che è importante per la tutela degli interessi del bambino”. Dopo aver, dunque, richiamato la realtà delle molte coppie omosessuali con figli, la sentenza conclude che “escludere le coppie dello stesso sesso dal matrimonio contraddice una premessa centrale dello stesso diritto al matrimonio. Senza il riconoscimento, la stabilità, e la prevedibilità che il matrimonio offre, i loro bambini soffrono lo stigma derivante dal ritenere le loro famiglie come qualcosa di minore importanza. … Le leggi sul matrimonio che vengono in considerazione ai fini di questa pronuncia dunque danneggiano ed umiliano i bambini delle coppie dello stesso sesso”. Anche per questo i giudici americani ritengono indispensabile il loro intervento anche contro la volontà del Legislatore, perché “Gli individui non possono attendere l’azione del legislatore perché sia loro riconosciuto un diritto fondamentale”. “L’idea della Costituzione è quella di sottrarre certi temi alle vicissitudini della lotta politica e di porli oltre la portata delle maggioranze e dei funzionari pubblici”

    Infine, secondo la Corte Costituzionale l’espressione “società naturale” non comporta alcun rimando al diritto naturale poiché con tale espressione si volle sottolineare che la famiglia ha diritti originari e preesistenti allo Stato, che questo deve riconoscere. Secondo la Corte, inoltre, i concetti di famiglia e di matrimonio, siccome dotati della duttilità propria dei principi costituzionali, non si possono ritenere “cristallizzati” con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore e, quindi, vanno interpretati tenendo conto delle trasformazioni dell’ordinamento e dell’evoluzione della società e dei costumi.

    RILEVATO CHE

    Oggi esiste nella società italiana una realtà assai diffusa di convivenze omosessuali stabili, spesso con figli, che alla luce del sole reclamano tutela giuridica e uguaglianza dei diritti

    Il legislatore nazionale tarda a dare seguito a tutte le sollecitazioni delle Corti italiana ed europea e a legiferare in materia di unioni omosessuali e a nulla valgono, ad oggi, e ancora, i richiami alla pazienza, assistendo la comunità che chiede tutela ad uno slittamento continuo della definizione della loro situazione, ritenuta sempre subalterna ad altre innumerevoli, altrettanto ma non più importanti, questioni

    Numerosi Comuni italiani, già dagli anni’90, hanno dato vita a Registri delle Unioni civili o rilasciano Attestati di costituzione di famiglia basata sui vincoli affettivi come risposta alla crescente richiesta di tutela da parte delle coppie di conviventi di fatto, soprattutto sulla spinta delle coppie gay e lesbiche a cui è ad oggi negato il diritto  al riconoscimento giuridico della loro relazione.

    Sono in numero crescente le coppie omosessuali che si recano all’estero per potere accedere a un diritto negato in patria e dare suggello pubblico alla loro relazione e al loro progetto di vita comune

    L’art. 28 della legge 218/1995 prevede che “il matrimonio è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei congiunti al momento della celebrazione o dalla legge dello stato di comune residenza in tale momento”

    L’impossibilità di potere accedere al riconoscimento pubblico della propria condizione sociale di coppia non rappresenta solo una violazione del principio di uguaglianza nell’accesso a diritti concreti ma comporta anche una lesione della propria dignità individuale e di coppia. Questo rappresenta un ostacolo al benessere individuale e una fonte di stress sociale a cui viene ingiustamente sottoposta una parte della popolazione a causa di una condizione personale, in violazione del principio di non discriminazione per orientamento  sessuale

    DATO ATTO

    Della riserva assoluta di legge per quanto concerne l’introduzione nell’ordinamento nazionale del matrimonio o di istituto che produca effetti analoghi

    Che la trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero non è contraria all’ordine pubblico

    RITENUTO CHE

    Le norme comunitarie e la Convenzione dei Diritti dell’Uomo, attraverso la loro ratifica, dispieghino già i loro effetti nell’ordinamento giuridico italiano anche in assenza di una normativa ad hoc

    Un’Amministrazione Comunale abbia l’onere di predisporre tutte le azioni idonee a combattere atteggiamenti discriminatori e sia in suo potere contribuire alla crescita socio-culturale della propria comunità anche attraverso atti con forte valenza simbolica

    L’esercizio di tale potere non sia in contrasto con l’attribuzione dei poteri tra Parlamento ed Enti Locali

    Sia interesse dell’Amministrazione disporre di informazioni circa la capacità matrimoniale dei cittadini residenti, ossia circa l’esistenza di rapporti familiari validamente costituiti in base ad altri ordinamenti esteri, soprattutto in considerazione del fatto che l’art. 28 della legge 218/1995 prevede che “il matrimonio è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei coniugi al momento della celebrazione o dalla legge dello Stato di comune residenza in tale momento”

    TENUTO CONTO CHE

    Il giorno 17 luglio sono state depositate presso il Comune 1300 firme (di cui 100 autenticate) di cittadini che chiedono che anche a Ferrara possano essere trascritti i matrimoni same-sex celebrati e registrati all’estero

    Negli ultimi mesi si sono succedute numerose sentenze di tribunali ordinari e amministrativi (da ultimo, Corte d’Appello di Napoli, sent. 13.3.2015; Tribunale di Grosseto, decreto 17.2.2015; TAR Lazio, sent. 9.3.2015 che dichiara illegittimo il provvedimento prefettizio di annullamento della trascrizione del matrimonio) che confermano la necessità di riconoscere a persone sposate all’estero il loro vincolo di coniugio e i diritti-doveri che ne discendono anche in Italia

    CONSIDERATO INFINE

    Che il Comune di Ferrara assolve alle proprie funzioni ispirandosi ai principi della Costituzione, a quelli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (Statuto comunale, art.4 punto 1); in particolare promuove la piena affermazione dei diritti inviolabili della persona e consolida ed estende i valori di giustizia, libertà e democrazia (art.4 punto 2 lett. a); promuove la solidarietà della comunità ferrarese (art. 4 punto 2 lett. h)

    Preso atto

    della recentissima sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la decisione del TAR del Lazio che aveva rilevato l’incompetenza di Ministero e Prefetti a cancellare i matrimoni same sex trascritti nei registri di Stato Civile.

    TUTTO CIO’ PREMESSO

    Il Consiglio Comunale

    Invita

    il Governo ed il Parlamento italiano a rimuovere gli ostacoli giuridici e amministrativi che, al momento, la più recente giurisprudenza amministrativa considera ostativi alla trascrizione dei matrimoni same-sex contratti all’estero nei registri di Stato Civile dei Comuni.

    Sollecita

    il Parlamento ad approvare urgentemente una normativa conforme al diritto internazionale sul riconoscimento civile delle famiglie omo ed eterosessuali così come previsto nella proposta di legge cosiddetta “Cirinnà” nella sua attuale estensione e senza ulteriori restrizioni nella disciplina organica dei diritti e dei doveri dei componenti.

    Impegna

    la giunta a presentare al più presto al Consiglio Comunale una proposta di regolamento dell’Elenco delle unioni Civili del Comune di Ferrara.

     

  • Libertà è partecipazione. Senza diritti siamo tutti detenuti.

    locandina_libertaepartcipazioneLibertà è partecipazione.

    Senza diritti siamo tutti detenuti.

    Diritti privati e doveri sociali sono al centro della riflessione che verrà svolta il 18 Novembre alle 20,30 presso il Ristorante 381.

    Sono i poli intorno ai quali si costruisce un nuovo welfare “generativo” dove chi è ai margini può esercitare la propria cittadinanza.

    Si darà ampio spazio al tema del ruolo educativo del carcere e la possibilità delle misure alternative come strumenti di partecipazione alla vita sociale.

    Modera
    Leonardo Fiorentini – Consigliere Comunale SEL

    Intervengono:
    Daniele Lugli – Difensore Civico Regione Emilia Romagna

    Marcello Marighelli – Garante dei Diritti delle persone private della libertà personale

    Raffaele Rinaldi – Candidato al Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna nella lista SEL

    Magno – Ex detenuto e scrittore

    Concluderà con una piacevole sorpresa
    Genesio Nardoni (artista)

  • Dalla parte del bufalo - intervento sulle linee programmatiche del Sindaco Tagliani

    Dalla parte del bufalo

    Come saprete mi sono candidato con una posizione piuttosto critica rispetto alla scorsa amministrazione, in particolare per alcune scelte che oggi non ho il tempo di ripercorrere ma che credo risulteranno sullo sfondo di questo intervento.

    Ringrazio il Sindaco per la sua relazione, che mi permette di interloquire nel merito di quello che dovremo fare da qui in avanti. Siccome questo è un dibattito, e non un panegirico, vorrei brevemente fare alcune sottolineature, anche per rilanciare alcune questioni, su cui credo ci sia bisogno di confronto.

    Urbanistica

    Il Sindaco sembra avermi tolto le parole di bocca quando in materia di urbanistica, analizzando il mercato (che non c’è più) dell’edilizia dice che “il nostro tessuto delle costruzioni è chiamato ad un rapido adeguamento”. Per quanto mi riguarda è da quando, 15 anni fa, proponevo di far pagare al Comune corsi di aggiornamento per la ristrutturazione edilizia ed energetica per i dipendenti della coopcostruttori che ritengo ineludibile necessità che il settore edilizio ferrarese si confronti con il futuro. Insomma l’adeguamento poteva essere più lento e dolce, ma ormai non c’è più tempo: rilanciando le parole del sindaco, credo che questo Consiglio dovrà porsi presto l’obiettivo di rivedere l’entità degli oneri immaginando premialità economicamente forti da qui al 2021 per chi costruisce case di alta qualità edilizia e sismica a consumo zero. L’obbligo della direttiva UE per le nuove costruzioni energeticamente passive scatterà tra 7 anni, noi oggi abbiamo il compito di indirizzare il tessuto produttivo e dobbiamo fare in modo che oggi una casa passiva sia competitiva anche nei costi con una “tradizionale”. Per farlo dobbiamo azzerare i costi di costruzioni e gli oneri per le case a consumo zero e antisismiche, prevedendo sconti a scalare sino al 2021. Solo così incentiveremo realmente le imprese locali ad acquisire il know how e le tecnologie per tornare ad essere competitive sul piano locale.
    L’altra grande questione è il consumo di territorio: togliamo subito aree edificabili inutili dal RUE, bene ha fatto il Sindaco a porre la questione, ma pensiamo anche avanti e riflettiamo se il prossimo POC debba essere un Piano che finalmente non consuma più territorio ma mette in gioco esclusivamente aree che è necessario per la Città che vengano riqualificate o rigenerate perché oggi scheletri senza vita dentro o alle porte della città.
    Sempre guardando al futuro, mentre tutti si riempiono la bocca di Banda Larga e poi nessuno fa nulla, la pianificazione urbanistica deve prevedere fra le infrastrutture da implementare anche quelle telematiche, siano reti a fibre ottiche o reti WIFI.

    Turismo e territorio

    Dobbiamo mettere al centro dell’idea di crescita della nostra città il nostro grande patrimonio culturale, storico e ambientale. Centralità non significa certamente esclusività, ma è fuori di dubbio che il settore turistico e culturale è quello che può dare, con investimenti limitati, più opportunità all’imprenditoria, in particolare quella giovanile. Dobbiamo creare un nuovo modello di governance che sappia rendere la cultura diffusa sul territorio fulcro della crescita culturale, sociale ed economica della città. Servono pensieri lunghi e orizzonti ampi per dare uno slancio europeo al tessuto culturale ferrarese.
    Ferrara come settima stazione del Parco del Delta del Po che è stata giustamente richiamata dal Sindaco può essere il punto di partenza per ricostruire il rapporto fra la città e il suo territorio dopo il venire meno delle politiche provinciali. Significherà creare un rapporto sinergico con la provincia, con la città che si propone finalmente come porta di accesso alle innumerevoli risorse ambientali e culturali del territorio per rendere effettivo il riconoscimento UNESCO a Ferrara, Città del Rinascimento e il suo Delta del Po.

    Agricoltura, periurbana in primis

    L’amministrazione già ha fatto molto per promuovere l’agricoltura di qualità, i prodotti locali e quindi la filiera corta. La sfida che vedrà impegnato il Comune in un settore fin qui gestito dalla Provincia è tutta da scoprire. Nel frattempo possiamo però fare altro: ad esempio possiamo costruire percorsi per l’affidamento a cooperative di lavoratori (di giovani, disoccupati e altri soggetti svantaggiati) dei terreni che il POC prevede siano ceduti all’amministrazione sia per il mantenimento della fascia agricola periurbana che per il rimboschimento (naturalistico o produttivo) per creare nel lungo termine una filiera cortissima che garantiscagestione ecologicamente ed economica sostenibile delle aree agricole e boschive periurbane.

    Acqua pubblica

    Ringrazio il Sindaco per aver aperto la strada ad una discussione “serena, concreta e senza pregiudizi” sul sistema di gestione del Servizio Idrico. Per quanto mi riguardo credo che l’Acqua debba essere pubblica, ed anche la sua gestione, non per ideologia ma perché essa è bene primario per l’esistenza della vita. Più di un’aula scolastica e più di un presidio sanitario, per intenderci. Da parte nostra formalizzeremo nei prossimi mesi una proposta di commissione speciale che si ponga l’obiettivo di conoscere, studiare, analizzare, ed elaborare una proposta concreta di gestione da consegnare al prossimo mandato amministrativo (o da attuare prima, chissà).

    Le aziende

    Sempre in termini di aziende e servizi pubblici, le proposte del Sindaco ci offrono alcuni spunti di riflessione. Se la fusione AMSEFC – Ferrara TUA può essere una proposta che migliora la capacità di intervento municipale sui servizi locali, altro va detto su altre aziende. Comprendo che vi sia, anche in Giunta, chi non aspetta altro un provvedimento governativo di obbligo per attuare scelte, queste sì profondamente ideologiche, di dismissione del patrimonio pubblico, ma io continuo a ritenere che l’esperienza di intervento pubblico in campo socio-sanitario rappresentato dalle Farmacie comunali sia non solo da tutelare ma da valorizzare ulteriormente. Una esperienza che al contempo ha saputo mantenere presidi importanti laddove il privato mai avrebbe investito, e tenuto testa al mercato introducendo pratiche innovative di servizio alla cittadinanza alle quali i privati hanno dovuto adeguarsi. Una esperienza che, ricordiamolo, conferisce alle casse comunali ogni anno più di 600.000 euro fra utili e contratto di servizio, anche in questi anni di crisi.
    Altro discorso si potrebbe fare su Hera, ma vedo che finalmente anche altri cominciano a porsi dei dubbi sulla reale capacità del Comune/socio di poter incidere sulle politiche aziendali. A dire la verità si era abbastanza soli ai tempi della fusione per incorporazione Agea-Hera a porli i dubbi, questa forse potrebbe essere il mandato giusto per tirare le fila di questa esperienza.

    La scuola

    Le mutevoli necessità del sistema scolastico rispetto ai bisogni della popolazione ci lasciano un sistema ormai ampiamente integrato fra risposta pubblica e privata. La rigidità dell’organizzazione pubblica, e le normative di vincolo in alcuni casi superate, hanno reso necessarie esternalizzazioni che seppur non hanno avuto evidenti incidenze sulla qualità del servizio hanno scaricato le diseconomie sui lavoratori “esternalizzati” e sul loro reddito. Non solo andranno valutate con grande attenzione ulteriori proposte di processi di esternalizzazione, proponibili solo in cambio di una stabilizzazione del rapporto di lavoro e comunque mantenendosi ampiamente al di sotto dei termini dell’accordo con i sindacati.

    Una città gioiosa viva e accogliente

    Quella che noi dobbiamo costruire è una città gioiosa, viva e accogliente: gioiosa per i bambini, viva per i giovani e accogliente per tutte le famiglie, comunque siano composte. Dobbiamo mettere al centro della nostra visione le nuove generazioni, garantendo loro opportunità per costruirsi un futuro lavorativo e serenità per costruirsi una famiglia. Anche per questo dobbiamo salvaguardare i servizi a tutela di minori e donne, perché rimangono soggetti sostanzialmente dimenticati dai fondi per la non autosufficienza: se nuove soluzioni, affido familiare a parte, devono trovarsi per l’assistenza ai minori queste non dovranno mai mettere in secondo piano la qualità dell’intervento mentre vanno assolutamente salvaguardate, in tempi di incomprensibili tagli governativi, le realtà a sostegno delle donne vittime di violenza, a partire dal Centro antiviolenza cittadino.
    Nonostante il Vescovo i giovani, studenti, lavoratori o disoccupati che siano devono vivere in una città che non ne sfrutti solo la capacità di pagare affitti e definisca postribolo i luoghi in cui vivono la sera. Dobbiamo (ri)costruire una città che permetta ai più giovani di esprimere la loro identità, le loro passioni ed anche, nel rispetto di tutti, la loro voglia di divertimento. Dobbiamo creare spazi e opportunità per la creatività giovanile con un bando pubblico per l’affidamento, anche temporaneo, degli immobili comunali in disuso a realtà associative, culturali e imprenditoriali innovative costituite da giovani.
    Dobbiamo, nonostante Vescovo e Sentinelle, far valere il registro delle Unione Civili in tutte le graduatorie comunali, e nonostante Sentinelle e Vescovo dobbiamo riconoscere i matrimoni e le adozioni, anche fra persone dello stesso sesso: come successo per via giudiziaria a Grosseto, il Comune deve per via amministrativa accettare la trascrizione nei registri degli atti di Stato Civile avvenuti all’interno dell’Unione Europea.
    Dobbiamo moltiplicare le social street, la gestione condivisa delle aree verdi, dei campi sportivi, ridare insomma slancio a quella solidarietà urbana che è l’unico antidoto al degrado e alla marginalità. 10/100/1000 vie Pitteri, più strade chiuse al traffico e più bambini che giocano in strada, più orti urbani e più giovani che fanno sport, a partire da quelli semplici e di base in impianti sportivi finalmente adeguati, a partire dal campo scuola (ma su questo mi pare ci sia sensibilità in consiglio)

    Cispadana Vs treni

    Alla nostra città, al nostro territorio, non serve nuovo asfalto. L’autostradalizzazione della Cispadana e della Ferrara Mare, come del resto la Orte Mestre, sono solo regali fuori tempo massimo ad una idea di strada=sviluppo che ormai ha segnato il passo.
    A Ferrara serve che i Frecciargento fermino 8, 12, 16 volte e non solo le 4 di oggi ad orari peraltro improbabili, non solo perché i ferraresi possano ritornare ad usarle ma anche perché i turisti possano apprezzare della nostra città oltre alle emergenze culturali, anche la posizione strategica, ad un’ora da Firenze e Venezia e centro di un’ipotetica (e siamo solo nel 2014) connessione ferroviaria diretta fra Ravenna e Mantova.
    A Ferrara servirebbe anche poter arrivare al suo mare in treno. Mancano pochi chilometri per renderlo possibile. Serve la volontà politica di scegliere quale tipo di mobilità vogliamo, quella intelligente o quella che ci fa star in coda per ore, consumando combustibili fossili, inquinando l’aria e purtroppo, troppo spesso, rischiando anche la vita.
    A Ferrara serve che i pendolari possano viaggiare su treni che non partano anch’essi ad orari improbabili oltre che a temperature improbabili, perdendo così, in malo modo, tempi di vita in qualunque modo meglio spesi, mentre i nuovi treni ad alta capacità appaiono incredibilmente in tarda serata, quasi volessero tenerli da conto e non darli in pasto agli “affamati” di posti a sedere.
    A Ferrara, infine, serve un sistema di Trasporto Pubblico Locale che sappia finalmente integrarsi con una città che si muove talmente bene in bicicletta e a piedi che alla prima pioggia va in tilt. Mezzi più piccoli, linee più corte, più coincidenze ma più frequenze sono solo spunti di riflessione: bisogna aprire come giustamente proposto dal Sindaco da subito un confronto con AMI e Tper per cercare soluzioni innovative. E nel frattempo, possibilmente, terminare la metropolitana per l’Ospedale.

    Rifiuti

    Ne parleremo dopo per cui non vi annoierò sulla questione rifiuti: dobbiamo semplicemente passare dalla “sperimentazione” (ormai ultradecennale) della raccolta porta a porta implementando un sistema misto integrato compatibile con le caratteristiche urbanistiche e sociali dei diversi quartieri della città. Dobbiamo porre come obiettivo delle politiche sui rifiuti l’azzeramento del residuo “a smaltimento” con l’obiettivo a breve termine di raggiungere almeno l’obiettivo del 75% di raccolta differenziata.

    VIA per la geotermia

    Sulla Geotermia, sulla quale non sono/siamo certo aprioristicamente contrari, esprimeremo un parere compiuto una volta depositato il progetto, ma due cose sono certe: la prima è che un impianto di tali dimensioni ed importanza per la città, che nella sua ultima ipotesi prevede anche una importante opera di bonifica, situata giusto ai margini del perimetro UNESCO e all’interno di quella che dovrebbe essere una nuova stazione del Parco del Delta, richiede un procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale. Dovrebbe chiederlo direttamente Hera, per trasparenza del procedimento, per garanzia del rispetto del luogo in cui viene realizzato e di chi ci vive intorno ma anche per garanzia del proprio investimento e dei propri stessi soci. Nel caso non lo facesse dovrebbe chiederlo il Comune. Sennò lo chiederemo noi.
    La seconda è che va rivisto il contratto di servizio, in particolar modo rispetto alle tariffe, che devono essere parametrate ai costi effettivi e non ad un costo di un mercato, quello del metano, volatile come un gas sempre più raro e che garantisce quindi extraprofitti immotivati dallo sfruttamento di un bene pubblico.

    La prateria a sinistra del PD

    Mi si permetta di chiudere con una nota squisitamente politica. A sinistra del Partito Democratico si è aperta una prateria. Una prateria piuttosto disabitata direte voi, del resto già il solo fatto che sia io a rappresentare l’estrema sinistra in questo consiglio la dice lunga sul suo stato di salute. Ma è una prateria piena di valori, idee e sogni che attende solo di essere ripopolata delle persone che deluse se ne sono allontanate. Nel mio piccolo, come eletto indipendente nelle liste di SEL, sono a disposizione di tutti coloro vorranno interloquire, confrontarsi, costruire proposte e partecipare alla vita anche amministrativa della nostra città. Un confronto aperto anche con coloro che non hanno votato SEL e il suo candidato Sindaco e che oggi non sono rappresentati in consiglio. Un confronto che credo sarà utile a tutta la coalizione che governerà per i prossimi 5 anni, perché ci sia sempre chiaro che al di fuori di questo consiglio, alla nostra sinistra ci sono istanze, idee e passioni che meritano di essere considerate.

    A proposito di praterie, mi viene in mente per chiudere un verso a me particolarmente caro di Francesco De Gregori:

    “Tra bufalo e locomotiva la differenza salta agli occhi:
    la locomotiva ha la strada segnata,
    il bufalo può scartare di lato e cadere.”

    Sarà, ma io sono sempre stato dalla parte del bufalo.

    [Intervento in occasione della discussione del documento programmatico del Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani.]

    ‘Ferrara nel suo territorio’: le linee programmatiche di mandato 2014/2019: ecco il testo relativo alle ‘Linee programmatiche di mandato 2014/2019’ che il sindaco Tiziano Tagliani ha presentato durante la seduta del 7 luglio 2014 del Consiglio comunale di Ferrara. Scarica in pdf: linee-programmatiche-di-mandato-2014_2019.pdf.

  • Sentinelle in Piedi: Fiorentini (SEL) ringrazia il Comune e cita Aldo Moro

    omofobia-comuneDichiarazione di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale di SEL:

    “Dobbiamo ringraziare il Sindaco e la Giunta di Ferrara per aver voluto ribadire la scelta di questa città di contrastare con forza l’omofobia. La decisione di esporre lo striscione contro l’omofobia e la transfobia in occasione della “manifestazione” delle Sentinelle in Piedi di domani pomeriggio è una scelta non scontata e che per questo va ancor più apprezzata. Chi manifesta per il non riconoscimento dei diritti altrui si qualifica da solo. Chi poi lo fa invocando la libertà di pensiero svela l’ipocrisia della destra cattolica di fronte ad una società che, per fortuna, ha la forza di cambiare. Ipocrisia ancor maggiore quando si evoca la Costituzione perchè “tutela la famiglia come società naturale” (notare bene: non la “famiglia naturale”). L’art. 29 della nostra carta pone semplicemente i limiti all’ingerenza dello stato sul vincolo di affetto, questo sì naturale, fra i coniugi (di qualsiasi sesso, oso sottolineare) e i figli. In particolare, per un nostro padre costituente, “naturale” significa “razionale”, anche perchè la famiglia viene ridefinita secondo lo sviluppo storico della società. Questo padre costituente si chiamava Aldo Moro*”

    L’ufficio stampa

    Ferrara, 27 giugno 2014

    *”La famiglia è una “società naturale”, ma che significa questa espressione?  “Escluso che qui «naturale» abbia un significato zoologico o animalesco, o accenni ad un legame puramente di fatto, non si vuol dire con questa formula che la famiglia sia una società creata al di fuori di ogni vincolo razionale ed etico. Non è un fatto, la famiglia, ma è appunto un ordinamento giuridico e quindi qui «naturale» sta per «razionale».
    D’altra parte, non si vuole escludere che la famiglia abbia un suo processo di formazione storica, né si vuole negare che vi sia un sempre più perfetto adeguamento della famiglia a questa razionalità nel corso della storia; ma quando si dice: «società naturale» in questo momento storico si allude a quell’ordinamento che, perfezionato attraverso il processo della storia, costituisce la linea ideale della vita familiare.
    Quando si afferma che la famiglia è una «società naturale», si intende qualche cosa di più dei diritti della famiglia. Non si tratta soltanto di riconoscere i diritti naturali alla famiglia, ma di riconoscere la famiglia come società naturale, la quale abbia le sue leggi e i suoi diritti di fronte ai quali lo Stato, nella sua attività legislativa, si deve inchinare. Vi è naturalmente un potere legiferante dello Stato che opera anche in materia familiare; ma questo potere ha un limite precisamente in questa natura sociale e naturale della famiglia.”

    (Aldo Moro, 15 gennaio 1947 – fonte http://www.nascitacostituzione.it/02p1/02t2/029/index.htm?art029-011.htm&2)

  • Una città viva e accogliente

    vivaeaccoglienteSui diritti possiamo fare grandi passi in avanti. Bisogna continuare nel percorso di accoglienza dei migranti, non solo dei richiedenti asilo e riprendere il filo un perso delle politiche per la Pace e della Cooperazione decentrata. Affermare i nuovi diritti, da quelli delle coppie di fatto a quelli dell’era digitale.

    Vanno garantiti i bisogni essenziali delle persone più in difficoltà: un tetto, un pasto e una coperta per tutti perchè non si ripetano le tragedie dello scorso inverno.

    Solidarietà tra le generazioni: i giovani, studenti, lavoratori o disoccupati che siano devono vivere in una città viva e accogliente, che non ne sfrutti solo la capacità di pagare affitti e definisca postribolo i luoghi in cui vivono la sera. Dobbiamo (ri)costruire una città che permetta ai più giovani di esprimere la loro identità, le loro passioni ed anche, nel rispetto di tutti, la loro voglia di divertimento. Una città in cui sia piacevole costruirsi un futuro sereno.

    Alcune proposte

    • il registro delle Unioni Civili deve avere valore per tutte le graduatorie comunali;
    • l’Europa che vogliamo non è solo moneta unica: dobbiamo riconoscere i matrimoni e le adozioni, anche fra persone dello stesso sesso: come successo per via giudiziaria a Grosseto, il Comune deve per via amministrativa accettare la trascrizione nei registri degli atti di Stato Civile avvenuti all’interno dell’UE.
    • spazi e opportunità per la creatività giovanile: una bando pubblico per l’affidamento degli immobili comunali (e provinciali?) in disuso a realtà associative, culturali e imprenditoriali innovative costituite da giovani;
    • più risorse all’accoglienza dei senza tetto e senza fissa dimora perchè non si ripetano le tragedie dello scorso inverno;
    • i detenuti vanno accompagnati nel ritrovare cittadinanza mentre scontano la loro pena e alla loro uscita dal carcere: un alloggio e un impiego aiutano ad uscire dal circolo vizioso della recidiva.
    • diritti digitali: va assicurato a tutti, nonostante il disimpegno governativo, imprese, studenti e cittadini l’accesso alla banda larga. Per questo i Piani Operativi Comunali devono prevedere fra le infrastrutture da implementare anche quelle telematiche, rendendo così possibile l’ampliamento dell’utenza raggiunta sia dalle reti a fibre ottiche che dalle reti WIFI pubbliche. Il RUE deve prevedere di predisposizione alle reti di fibra ottica per le nuove costruzioni e per le grandi riqualificazioni urbanistiche.
  • Doc in Tour per i Diritti

    Quest’anno la rassegna itinerante di documentari prodotti in Emilia – Romagna, giunta alla sua quinta edizione, nella sua tappa ferrarese è realizzata in collaborazione con l’associazione per i diritti Oltre Confine ed inserita nell’ambito del Festival dei Diritti.
    Un’unica data, martedì 19 Aprile alle 21, presso la Sala Boldini per i tre documentari in proiezione: ad accomunarli, le tematiche sociali di cui si occupano.
    Le nuvole non si fermano di Carlotta Piccinini, racconta la lotta per l’autodeterminazione del popolo Saharawi attraverso lo sguardo di una giovane donna; Il tempo delle arance di Nicola Angrisano riporta l’esperienza di un gruppo di videomakers che a Rosarno ha raccolto le ragioni della ribellione degli immigrati; Radio Sahar di Valentina Monti documenta la storia di una giovane giornalista che fonda una radio FM comunitaria alla caduta del regime talebano.

    Oltre Confine da dieci anni sostiene la causa del popolo Saharawi costretto all’esilio nel deserto algerino, in particolare ospitando ogni estate un gruppo di bambini nella nostra città. Per questo l’associazione ha voluto promuovere la serata di documentari che si apre proprio con una testimonianza sulla realtà dei campi profughi.

    Per informazioni Sala Boldini, telefono 0532 247050.
    Il programma completo della tappa ferrarese della manifestazione è consultabile sul sito www.arciferrara.org.
    Il sito ufficiale di Doc in Tour è www.docintour.eu, dove sono presenti anche le sinossi approfondite dei documentari.

    Doc in Tour è promosso da: Regione Emilia – Romagna, FICE Emilia – Romagna (Federazione Italiana Cinema d’Essai), Cineteca di Bologna e D.E-R (Associazione dei Documentaristi dell’Emilia – Romagna).

    (da Oltreconfine)

  • RU486. La pillola della discordia

    Verdi verso la Costituente ecologista
    in collaborazione con il Gruppo Consiliare dei Verdi Circoscrizione 1

    Mercoledì  15 settembre, ore 17:00
    Ferrara, Sala Arengo (Piazza Municipale 2)

    RU486. La pillola della discordia
    Uno sguardo sulle ragioni che, dietro la bandiera della protezione della salute della donna, hanno indotto ieri i politici ad ostacolare  fino all’ultimo l’ ingresso della Ru486 in Italia, e oggi a  boicottare l’aborto medico imponendo le regole più rigide del mondo.

    Introduce
    Lina Pavanelli Coportavoce Verdi Ferrara
    Aborto farmacologico: vantaggi e limiti.
    Perchè Chiesa e Politica ostacolano la diffusione dell’aborto farmacologico?

    Intervengono
    Avv. Zobeide Luana Pastorelli
    Aborto farmacologico e legge 194: sono compatibili?

    Luana Vecchi U.D.I.
    Autodeterminazione della donna: diritto acquisito o minacciato?

    Discussione

    Conclusioni
    Gabriella Meo Consigliera Regionale Verdi

    Scarica la cartolina in formato pdf: acqua1015low.pdf

    Dal sito dei Verdi di Ferrara.

  • RU486. La pillola della discordia

    Verdi verso la Costituente ecologista
    in collaborazione con il Gruppo Consiliare dei Verdi Circoscrizione 1

    Mercoledì  15 settembre, ore 17:00
    Ferrara, Sala Arengo (Piazza Municipale 2)

    RU486. La pillola della discordia
    Uno sguardo sulle ragioni che, dietro la bandiera della protezione della salute della donna, hanno indotto ieri i politici ad ostacolare  fino all’ultimo l’ ingresso della Ru486 in Italia, e oggi a  boicottare l’aborto medico imponendo le regole più rigide del mondo.

    Introduce
    Lina Pavanelli Coportavoce Verdi Ferrara
    Aborto farmacologico: vantaggi e limiti.
    Perchè Chiesa e Politica ostacolano la diffusione dell’aborto farmacologico?

    Intervengono
    Avv. Zobeide Luana Pastorelli
    Aborto farmacologico e legge 194: sono compatibili?

    Luana Vecchi U.D.I.
    Autodeterminazione della donna: diritto acquisito o minacciato?

    Discussione

    Conclusioni
    Gabriella Meo Consigliera Regionale Verdi

    Scarica la cartolina in formato pdf: acqua1015low.pdf

  • L’acqua è del popolo…

    Se l’acqua appartiene al popolo, come dice Tremonti, perché allora sempre Tremonti dà il servizio idrico ai privati, facendogli fare i profitti sopra?

    Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua risponde al Ministro Tremonti.

  • 16 giugno, l’acqua in festa

    In decine di piazze italiane questo e il prossimo fine settimana concerti, dibattiti, spettacoli, performance, aperitivi e feste. I comitati territoriali organizzeranno centinaia di banchetti in quella che sarà una vera e propria maratona di eventi culturali per tagliare tutti insieme il traguardo del milione di firme…

    il Comitato Acqua Pubblica di Ferrara
    organizza

    Acqua in festa
    mercoledì 16 giugno 2010
    Ferrara
    Giornata di sostegno ai referendum per la ripubblicizzazione del servizio idrico.
    900 mila firme raccolte in Italia, di cui 6000 solo a Ferrara, finora…

    ore 18
    Cafè de la Paix (p.zza Corelli)
    Presentazione del libro “Acqua in Movimento”
    ne parliamo con l’autore Marco Bersani

    ore 21
    chiostro di S. Maria della Consolazione (via Mortara) [in caso di pioggia, presso la sala Boldini]
    concerto di Andrea “Saxmachine” Poltronieri e dei Marchesi Scamorza
    interviene Marco Bersani (Forum Italiano Movimenti per l’Acqua e Attac Italia)

    entrata libera – partecipazione contagiosa – sottoscrizione referendum consigliata

    si scrive acqua, si legge democrazia

  • Regolamento penitenziario

    In carcere non si rispettano le leggi. Chi non le rispetta fuori, viene messo dentro; chi mette dentro, le istituzioni democratiche, non le rispetta e basta. Quasi niente, nelle carceri, è come dovrebbe essere, funziona come dovrebbe funzionare, rispetta il dettato delle norme che dovrebbero regolare la vita penitenziaria. È trascorso quasi un anno dalla sentenza della Corte europea dei Diritti umani che ha condannato l’Italia per aver detenuto persone in meno di tre metri quadri. Una violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea, un’ipotesi di tortura o trattamento inumano o degradante. Oggi la situazione è peggiore di allora.

    Il prossimo 20 settembre saranno dieci anni dall’entrata in vigore del Regolamento penitenziario, che guardava verso condizioni più dignitose di detenzione. In cinque anni era fissato il termine per adeguare le carceri ad alcuni parametri strutturali. Che ci fosse l’acqua calda, per fare solo un esempio. Ne sono passati dieci, di anni, e quasi ovunque gli edifici sono ancora fuori legge. Noi ci riteniamo da oggi in vertenza contro le istituzioni. Utilizzeremo ogni strumento legale a disposizione per far sì che lo Stato paghi il prezzo della propria illegalità.

    Ho aderito a quest’appello lanciato da Antigone, A buon diritto, Carta per dare il via a una vera e propria vertenza nei confronti delle istituzioni affinché siano rispettati i diritti delle persone detenute. Vai all’appello sul sito di Carta.

  • A Roma c’è un piano

  • E’ dell’Udc ma sta con i gay

    La ferrarese Azzalli stupisce gli omosex. Il più veloce a rispondere è stato il verde Leonardo Fiorentini (6 minuti per rispondere alla e-mail).

    Chissà che dirà Casini? Gabriella Azzalli, candidata per l’Udc, sia pure da indipendente, ha sottoscritto il documento a favore dei «Dico all’emiliana» inviato a 24 i candidati ferraresi da Arcigay, Arcilesbica, Agedo e Famiglie Arcobaleno. Chi firma diventa automaticamente un candidato votabile dagli aderenti alle associazioni di gay e lesbiche. Questo in sintesi l’esito della consultazione fra i candidati ferrraresi. Nessuna risposta dai 3 candidati del Movimento 5 stelle Beppe Grillo: «Sconosciuta la loro posizione sulle tematiche» dei diritti degli omosessuali, «viene da dubitare che ne abbiano una». Non hanno risposto nemmeno i 6 candidati del Pdl e della Lega Nord: «La destra non si smentisce e anche questa volta ha fatto orecchie da mercante». «Piacevolissima invece la sorpresa che ci ha fatto la candidata dell’Udc Gabriella Azzalli, che appoggia il nostro documento con un messaggio chiaro e limpido». Dodici risposte positive su 12 per i candidati del centro sinistra (Pd, Idv, Prc-Pdci, Verdi-Sinistra ecologi e libertà con Vendola). Il più veloce a rispondere è stato il verde Leonardo Fiorentini (6 minuti per rispondere alla e-mail), seguito da Pietro Comodo e Morena Gavioli. Più lenti, ma hanno dato risposte «ricche di motivazioni» i candidati del Pd roberto Montanari, Anna Chiappini e Sergio Alberti. Nessun problema con l’Idv, che del resto a Bologna candida Franco Grillini; il segretario Fiorillo ha risposto a nome di Graziella Ferretti, Roberti Groppi e Alessandro Rorato.

    Scarica l’articolo in formato pdf: nuova_260310.pdf.

  • Per i diritti delle persone lesbiche, gay e transessuali.

    In occasione delle prossime elezioni regionali le associazioni LGBT dell’Emilia-Romagna hanno redatto un documento da sottoporre ai candidati a consiglieri.
    Ho aderito a questo documento, riconoscendo come molto importanti le proposte in esso contenuto e ovviamente mi impegno a realizzarle in caso di elezione.
    Il documento lo potete scaricare qui in formato pdf: candidati_ferrara_regionali2010.pdf.

  • I diritti alzano la voce

  • Ferrara ritrovi la propria ragione e la propria coscienza

    I Verdi di Ferrara aderiscono all’iniziativa promossa dalle associazioni dei migranti che operano nella nostra provincia il prossimo 1 marzo alle 18 in Piazza del Duomo a Ferrara.

    Gli ecologisti ferraresi saranno in piazza insieme ai migranti che lavorano, studiano e vivono nel nostro territorio per ribadire la richiesta di una effettiva garanzia del diritto di cittadinanza per tutte le donne e gli uomini, di qualunque etnia, colore della pelle, lingua, religione essi siano.

    Istanze come il diritto di voto ai cittadini extracomunitari, il rifiuto dei Centri di Permanenza Temporanea e della criminalizzazione dei migranti, la lotta alle discriminazioni sono da sempre istanze fondanti i programmi dei verdi e perseguite con convinzione nelle istituzioni. Purtroppo abbiamo spesso constatato come, anche sull’onda del terrorismo mediatico orchestrato nei confronti dell’immigrazione, sono stati ben pochi gli alleati che abbiamo ritrovato sulla strada del riconoscimento di una cittadinanza piena anche per coloro che non hanno avuto la “fortuna” di nascere nel nostro paese.

    Troppi sono gli episodi di razzismo strisciante, discriminazione, esclusione o indifferenza, anche nella nostra città. Il primo marzo saranno in piazza i cittadini che decidono – spesso per disperazione – di raggiungere il nostro paese per lavorare e costruirsi un’esistenza migliore ed essere sovente sfruttati nei campi di pomodoro, negli aranceti o nelle spiagge dei nostri lidi. E’ venuto il tempo che, insieme a loro, scendano in piazza coloro che pare abbiano dimenticato come quei diritti conquistati dalle passate generazioni abbiano un senso e possano essere difesi solo quando siano garantiti a tutti.

    Proprio per questo, uscendo dalla catastrofe della seconda guerra mondiale, è stato scritto che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza” (Art 1 – Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

    Proprio per questo il 1 marzo invitiamo i ferraresi a ritrovare la propria ragione e la propria coscienza scendendo in piazza accanto ai migranti.

    I Verdi di Ferrara.