La pensione di Victoria Beckham…
Segnalo questa notizia, ed il commento di Monica Frassoni, perchè al di là delle istanze per la condivisione del sapere, il copyleft e le creative commons, io trovo soprattutto molto squallido che l’Unione Europea si preoccupi tanto di “garantire agli artisti un reddito regolare anche durante la vecchiaia” (nel caso di Victoria Beckham più o meno fino ai 115 anni) mentre centinaia di migliaia di giovani (almeno in Italia) sanno già che la vecchiaia, se va bene, la passerranno a lavorare per sopravvivere.
Gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo
Comunicato stampa – Bruxelles, 12 febbraio 2009Copyright
Frassoni: “Il voto di oggi è musica solo per le orecchie delle grandi case discografiche”La proposta della Commissione europea di estendere il diritto d’autore per la musica da 50 a 95 anni (emendamento alla Direttiva 2006/116/EC) è stata approvata dalla commissione giuridica del Parlamento europeo che ha adottato quest’oggi la relazione di Brian Crowley su questo tema.
Monica Frassoni, Presidente dei Verdi/ALE al Parlamento europeo e coordinatrice dei Verdi per la commissione giuridica, si è così espressa al termine del voto (1):
“Il voto di oggi è musica solo per le orecchie delle grandi case discografiche e di un’elite di star della musica. Loro trarranno vantaggio dalle modifiche proposte alla legislazione sul diritto d’autore, mentre gli artisti meno noti e i consumatori ne pagheranno il prezzo.
L’era digitale richiede una revisione innovativa della legislazione sul diritto d’autore. Un nuovo approccio potrebbe trovare un accordo migliore per gli artisti e permettere una fruizione più vasta dei contenuti creativi da parte del pubblico. I Verdi chiedono un completo rigetto della proposta al momento sul tavolo, che è destinata a rafforzare l’attuale, obsoleto approccio. Siamo fiduciosi di riuscire ad ottenere il sostegno necessario per rigettare la proposta al momento del voto in plenaria.”
(1) 17 votes a favore, 5 contro, 2 astensioni
Ancora della filiera corta (musicale)
Dopo i Radiohead anche i Marillion si lanciano nella diffusione della loro muscia on line. A gratis, come ci dice la Stampa.
Devo dire che dall’addio di Fish non seguo più l’attività del gruppo, rimanendo fondamentalmente incollato a The Thieving Magpie.
Ma l’iniziativa è interessante: file scaricabili gratuitamente (con una procedura un po’ rognosa, va detto) da qui, e soprattutto permesso di condividere via P2P i file (in teoria solo i wma, ma ho visto in giro anche gli mp3), puntando tutto poi su pre-ordini del doppio cd, gadget e tour.
Del resto i Marillion hanno cominciato proprio così, ai tempi di Market Square Heroes riempiendo i club di Londra, e non sono certo nuovi sulla rete (dai tempi di Marillion.com).
Qui il sito ufficiale, qui il fan club italiano.
Cose scritte (male)
Eh sì, i nostri legislatori ci riescono sempre a stupire. In effetti mi ero chiesto che significato potesse mai avere quel “degradate”. Beh, letteralmente ha ragione Andrea Monti intervistato da repubblica.it un mp3 è di per sè un file degradato, ma purtroppo, in sede di interpretazione, temo che la lettura degli atti parlamentari aiuterà i detentori dei diritti a far valere i propri. Detto questo, il vero problema è che le leggi nel nostro paese sono troppe e scritte troppo male.
Piuttosto a questo punto si aprono spiragli per la crisi di governo: un governo a termine per rimettere a posto la legge sul diritto d’autore (anche se preferirei approvassero almeno quella su garante dei detenuti). Senatore Marini, se leggi questo blog, prova anche con questa…
Riforma del diritto d’autore?
SIAE, fair use, P2P, liberta’ di panorama, diritto di copia e via dicendo: ecco il decalogo presentato in una autorevole lettera aperta al Presidente della Commissione per la revisione della legge sul diritto d’autore, pubblicata ieri su Punto informatico. I contenuti sono ben più che condivisibili, vedremo che succederà, io sono scettico. Certo che episodi come la denuncia del Polo Museale Fiorentino ai danni di Wikipedia dello scorso luglio dovrebbero richiedere un urgente rivisitazione della normativa che è evidentemente inadeguata a questo millennio, oltre che essere particolarmente generosa con gli editori (e i gestori dei diritti) e ben più parca con gli autori…