
Zero Energy Building: emendamento alla delibera sugli oneri straordinari
Ferrara, 31 marzo 2016
P.G. n.36374
Al Presidente del Consiglio Comunale
Oggetto: emendamento alla delibera PG 20342/2016 avente ad oggetto “Oneri di urbanizzazione – Contributo straordinario per interventi in variante o in deroga agli strumenti urbanistici vigenti”.
Si emenda il punto 3 dell’allegato A alla delibera in oggetto aggiungendo, in calce all’elenco, il seguente ulteriore punto:
d. interventi ai sensi della direttiva 2010/31/UE (Zero Energy Building) di cui alla Delibera di Giunta regionale ER n. 967 del 20 luglio 2015: -30% se il titolo edilizio è rilasciato entro il 31/12/2016; -20% se il titolo edilizio è rilasciato entro il 31/12/2017; -10% se il titolo edilizio è rilasciato entro il 31/12/2018.
Inoltre, dopo le parole “il punto 1.6, co. 2,” si aggiungono le seguenti: “della delibera consiliare P.G. 18498/1998 e s.m.i.“.
Il Presidente del Gruppo Consiliare
Leonardo Fiorentini

Dichiarazione di voto sul Documento degli obiettivi del 2° POC del Comune di Ferrara
I 12.000 alloggi sfitti* non sono una svista, un errore, un caso.
Hanno un genitore, legittimo o illeggitimo che sia da qualche mese non è più importante neanche per lo Stato italiano: sono figli di un sistema di potere che ha governato questa città per anni, che ha ideato, costruito e approvato nel 1995 un PRG che prevedeva espansioni in ogni dove, e che alla richiesta degli ecologisti di allora di puntare invece sulla riqualificazione rispondeva, salomonicamente, aggiungendo le aree di riqualificazione a quelle di espansione, con indici, ovviamente, spropositati. Un sistema di potere che si è sgretolato politicamente 15 anni fa ma che solo successivamente ha dovuto realmente fare i conti con le fondamenta di cartapesta su cui era imbastito. La crisi economica e lo scoppio della bolla immobiliare hanno poi reso evidente a tutti l’insensatezza di una politica urbanistica di espansione in una città i cui residenti sono in continua decrescita demografica dal 1965.
Vi si è messa una pezza con il PSC, che ricordiamolo ha diminuito le aree di espansione già previste dal Piano Regolatore precedente. Il primo POC però è stata un’occasione persa. Perché già si sapeva quando lo si preparava, o quanto meno si sospettava, che la situazione degli alloggi sfitti era grave. Eppure si decise di prevedere comunque espansione, anche se limitata a metà della nuova residenza prevista. Un colpo al cerchio un uno alla botte. Anche per questo, direi soprattutto per questo, votai contro in circoscrizione già alla presentazione del documento preliminare, nel lontano 2010.
Ma bisogna aver pazienza, i processi di presa di coscienza politica hanno bisogno di tempo, e qui non abbiamo fretta, almeno io di pazienza ne ho tanta e non ho paura di aspettare. Volendo aprire una parentesi magari il Pianeta ha un po’ più di fretta, ma non è il caso di aprirla ora. Del resto poi i processi politici hanno bisogno di meno tempo se incocciano contro la peggiore crisi economica del dopoguerra.
Quindici anni fa qualcuno auspicava un corso di formazione per specializzare gli operai nel restauro e nella riqualificazione edilizia. Purtroppo si preferì mangiare terreno agricolo per costruire, male, villette e casermoni (scusate, si chiamavano nuovi bastioni), incamerare oneri di urbanizzazione e voti. Oggi non solo molte di quelle villette e di quei casermoni sono vuoti, ma ci troviamo con un patrimonio edilizio storico che sconta la mancata lungimiranza di allora che ha svuotato il centro dalla residenza e portato la residenza laddove non c’erano servizi, scuole, trasporto pubblico.
Perché si è costruito troppo e troppo male: oggi la vera sfida è avviare una politica industriale che proietti il nostro settore edilizio fuori dalla crisi con l’innovazione. E innovazione in edilizia oggi significa riqualificazione, energetica in primis, restauro e rigenerazione. L’unico settore in cui il Comune puo’ fare una politica industriale perché detiene nelle sue mani molti degli elementi regolatori, dalla pianificazione territoriale alla tassazione sul patrimonio edilizio, è proprio questo. Certo servirebbero anche risorse, chessò un grande fondo di rotazione per avviare un grande processo di riqualificazione del nostro centro storico attivando risorse dei privati, come peraltro suggerito in altri termini dal sindacato. Ma questo è un passo successivo.
Prima prendiamo tutti coscienza che da questa crisi se ne esce solo innovando. A cominciare dalle politiche urbanistiche. La presentazione di questo secondo POC è un primo, decisivo, passo. Finalmente si ferma il consumo del territorio.
Cominciamo a ragionare quindi sul settore produttivo, puntando sulla rigenerazione del già costruito e il completamento di aree artigianali, industriali e commerciali già in parte attive. Un’attenzione particolare dovremmo dare all’area del petrolchimico. Perché è da anni in crisi, perché sono a rischio posti di lavoro, perché è necessario completarne la bonifica, ma anche perché rappresenta una risorsa incredibile in termini di superfici a disposizione in un’area che già ha infrastrutture a suo servizio ed un piano di gestione comune delle emergenze. Un’area che va quindi valorizzata con attività economiche che ne garantiscano la continuità produttiva, la sostenibilità economica ed infine, ma non ultimo, la progressiva diminuzione dell’impatto ambientale.
Per tutto questo voterò favorevolmente al documento degli obiettivi del 2° POC del Comune di Ferrara.
*5400/7400 alloggi sfitti, il restante in costruzione e/o autorizzati

Perchè dico no al POC
I tempi sono cambiati. Sono molto cambiati da quel 1993 in cui veniva alla luce il PRG “esplosivo” della giunta Soffritti. Non sono solo passati gli anni: si sono “affinate” le coscienze (anche quelle di alcuni decisori politici dell’epoca) e pian piano sempre di più ci siamo resi conto delle conseguenze della cementificazione selvaggia del nostro territorio. Oggi non solo il dissesto idrogeologico è una delle maggiori emergenze del paese, ma la crisi ha inevitabilmente colpito con forza il bulimico mercato immobiliare e ci ritroviamo con migliaia di alloggi sfitti, scheletri di condomini nel deserto e lottizzazioni fantasma.
Tempi diversi e coscienze diverse necessitano scelte politiche diverse. Basta espansione: oggi è il tempo di riqualificare il patrimonio edilizio, migliorare l’efficienza energetica e la qualità generale del nostro abitare e bonificare e recuperare aree urbanizzate e abbandonate. Eppure, mentre migliaia di appartamenti, centinaia di villette a schiera, decine di condomini pietra a vista continuano a rimanere lì, vuoti, il Comune di Ferrara si appresta ad approvare il nuovo Piano Operativo Comunale prevedendo circa 1900 nuovi alloggi. Di questi solo 800 sono gli alloggi ricavati dalla riqualificazione urbanistica di aree dismesse: il resto, un migliaio, sono previsti su territorio più o meno vergine.
Secondo un conto fatto in casa (in assenza di dati ufficiali) sono oggi forse più di 10.000 gli alloggi sfitti, costruendi o comunque autorizzati nella nostra città. Un patrimonio immobiliare enorme che è, esso stesso, la migliore prova di come non serva al mercato stesso pensare a nuova espansione bensì sia necessario puntare ad un forte processo di riqualificazione edilizia, energetica e sismica dell’esistente. Se proprio si voleva dare anche un segnale ai “grandi investitori” sarebbe bastato puntare sulla riqualificazione urbanistica dei grandi comparti dismessi, sia pubblici che privati. Invece, un po’ troppo timidamente, gli interventi di questo tipo rappresentano meno della metà di quelli previsti nel POC (per la verità già abbondantemente sufficienti a esaudire le reali necessità abitative della città per i prossimi 15 anni), mentre del PUA del Sant’Anna, l’area di riqualificazione urbana di interesse pubblico probabilmente più importante (e pericolosa se lasciata all’abbandono) per la città, non si sa più nulla.
Una grande occasione rischia così di essere sprecata: aiutare il tessuto imprenditoriale locale legato al mattone a spostarsi progressivamente dalla costruzione alla riqualificazione, dalla quantità alla qualità. Una conversione ineludibile, perchè il territorio, come tutte le risorse, è una risorsa finita. Un processo che sarebbe stato e un favore anche per gli stessi imprenditori, che oggi si ritrovano con migliaia di alloggi invenduti, e che avrebbero così il tempo di smaltire le loro “rimanenze di magazzino” prima che altri arrivino sul mercato.
Serviva più coraggio. Per questo ho votato no al Piano Operativo Comunale di Ferrara.
Leonardo Fiorentini
Consigliere ecologista Circoscrizione 1
Basta costruire, solo ristrutturare
“Abbiamo costruito troppo, abbiamo costruito male, abbiamo costruito dappertutto. Dobbiamo cambiare, dalla costruzione sul vuoto alla ristrutturazione”
Se la frase “rivoluzionaria” viene oggi pronunciata da un bocconiano di ferro, ti viene da pensare che quando lo dicevi tu 10 anni fa venivi preso per folle.
Poi però guardi i fiumi che esondano, le campagne allagate e conti i morti. E allora l’unico pensiero è: facciamolo.
Sì facciamolo, se avete il coraggio. No copyright, nessun “ve l’avevo detto”, ma, diamine, facciamolo.
Basta costruire, solo ristrutturare.
Il Parco Urbano in vendita? No solo “marketing” per l’esame…
La notizia in effetti sarebbe di quelle da prima pagina: il Comune di Ferrara talmente al verde che pensa di edificare e vendere a lotti il Parco Urbano.
Ma il fantomatico comitato Parco a Pezzi non è altro che un gruppo di studenti di Architettura che ha deciso di promuovere così la presentazione di un loro lavoro per un corso all’Università estense.
Una promozione riuscita, chissà se varrà qualche voto in più. Nel frattempo però è talmente riuscita da suscitare l’interesse della stampa locale, fino metter in allarme l’intero Comune (si vocifera addirittura di una riunione urgente nell’ufficio del Sindaco), mentre siamo ancora in attesa del primo consigliere comunale che ci caschi (i commenti di estense.com sono invece assicurati).
Nel frattempo, a proposito di consumo del territorio e Piani Urbanistici, qui trovate il mio comunicato stampa sull’interpellanza sulla campagna di censimento ”Salviamo il Paesaggio” promossa dal FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO.

Consumo del territorio: il Comune risponderà al censimento “Salviamo il Paesaggio”?
Leonardo Fiorentini, consigliere ecologista della Circoscrizione 1, ha presentato nei giorni scorsi un’interpellanza per conoscere le intenzioni dell’Amministrazione comunale di Ferrara nei confronti della campagna di censimento “Salviamo il Paesaggio” promossa dal FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO.
“I promotori – spiega Fiorentini – hanno voluto lanciare con questo censimento prima inchiesta capillare mai realizzata in Italia per quantificare il numero delle abitazioni e degli immobili ad uso commerciale e terziario non utilizzati, vuoti e sfitti.”
“E’ bene ricordare che a Ferrara il dato, risalente al 2010 ovvero al momento della discussione del documento degli obiettivi del Piano Operativo Comunale, era di circa 9000 alloggi sfitti o non utilizzati. Sarebbe quindi molto interessante, ora che il POC è in via di elaborazione, avere un aggiornamento di questo dato che, visto il mercato immobiliare fermo, difficilmente potrà essere migliorato.”
Con l’interpellanza il consigliere ecologista intende non solo sensibilizzare il Comune di Ferrara rispetto all’iniziativa nazionale, ma anche ricordare come il giudizio sul POC dipenderà molto dalle scelte dell’amministrazione: “andranno fatte scelte sia in termini quantitativi che qualitativi: sarebbe davvero coraggioso, ma non dovrebbe essere così, se il Comune prendesse atto dell’enorme quantità di costruito inutilizzato e scegliesse di limitare al minimo le nuove costruzioni, promuovendo per i prossimi cinque anni esclusivamente interventi di riqualificazione urbanistica e ristrutturazione edilizia. Questo permetterebbe – continua Fiorentini – non solo al mercato “drogato” dalla bolla edilizia di recuperare un minimo di equilibrio, ma anche di dare maggiore respiro ad importanti interventi di riqualificazione di aree di interesse pubblico, e soprattutto di risparmiare al nostro territorio ulteriori colate di cemento”.
Vai al sito della Campagna: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/
Vai al testo dell’interpellanza: https://www.leonardofiorentini.it/consiglio/2012/03/01/interpellanza-sul-censimento-salviamo-il-paesaggio-difendiamo-i-territori/

Interpellanza sul censimento “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i territori”.
A Girolamo Calò
Presidente della Circoscrizione 1
Comune di Ferrara
E pc
A Roberta Fusari
Assessora all’Urbanistica
Comune di Ferrara
Oggetto: interpellanza sul censimento “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i territori”.
Con la presente sono ad inoltrare la seguente interpellanza:
premesso
– che presso gli uffici del Comune di Ferrara è in via di definizione la proposta di Piano Operativo Comunale;
– che il 27 febbraio è partita la campagna di censimento nazionale del Forum “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i territori” per mettere in luce quante abitazioni e quanti edifici produttivi siano già costruiti ma non utilizzati, vuoti, sfitti sul territorio italiano;
– che tale campagna, indirizzata a tutti i Comuni italiani, ha l’obiettivo di ridurre il consumo di territorio attraverso un’oculata gestione dello stesso;
Rilevato
che già in sede di documento programmatico del POC fu fatta una stima degli edifici vuoti, non utilizzati o abbandonati, e che tale stima superava abbondantemente le necessità di nuove costruzioni derivanti dai fenomeni socio-demografici previsti.
Ritenuto
– che un’attenta pianificazione territoriale deve prevedere un’oculata gestione del territorio intesa come Bene Comune da tutelare per l’interesse generale;
– che un’amministrazione lungimirante e consapevole deve poter governare il proprio Comune svincolata da interessi particolari e da pressioni speculative di singoli;
– che un’accorta amministrazione deve rispondere alle esigenze dei suoi cittadini garantendo loro il benvivere e la sicurezza;
Visto
– che, sempre di più, fenomeni naturali di grandi intensità si manifestano nel territorio italiano con conseguenze devastanti sia fisiche, materiali e psicologiche dei cittadini;
– che, spesso, nuove costruzioni non vengono occupate né per lavoro, né per residenze, con la conseguenza di nuovi volumi che occupano inutilmente spazi;
– che molti edifici sono completamente abbandonati e fatiscenti;
– che da vari decenni la politica urbanistica adottata dalle diverse amministrazioni ha comportato un’eccessiva “frenesia edificatoria” volta spesso alla realizzazione dell’edificato indipendentemente dalle reali necessità e bisogni della comunità o dalla qualità, o dalla sicurezza idrogeologica, compromettendo il paesaggio, il benvivere e la sicurezza stessa delle persone;
– che oggi vi è sempre maggior necessità di edilizia sociale pubblica e che molti degli edifici vuoti potrebbero essere destinati a tale scopo;
Considerato
– che edifici vuoti sono sinonimo di mancanza di corretta pianificazione;
– che edifici fatiscenti sono indice di un territorio mal gestito;
– che è necessario ridurre il consumo di territorio, riqualificare l’esistente, recuperare gli edifici vuoti;
– che è necessario mettere in sicurezza il territorio;
Si interpella il Presidente della Circoscrizione e l’Amministrazione comunale per conoscere
– se sia intenzione dell’Amministrazione comunale di Ferrara rispondere al questionario del Forum;
– se sia intenzione dell’Amministrazione rivedere, alla luce delle considerazioni qui sopra, le quantità di nuove urbanizzazioni da inserire nel POC privilegiando invece gli interventi di riqualificazione e recupero urbanistico.
Il Presidente del Gruppo Consiliare
Leonardo Fiorentini

Green economy, che fa Romani?
Green economy, che fa Romani?
di Mauro Munafò
A fine anno scadono le detrazioni fiscali per chi rende ecologico il proprio immobile: pannelli solari, isolamenti termici etc. Una norma che ha creato occupazione e diminuito l’impatto di molti edifici. Parte una campagna perché il nuovo ministro non le lasci scadere
(L’espresso – 08 ottobre 2010)

Adesso che anche l’Italia ha un ministro dello Sviluppo, dopo i 150 giorni di interim di Berlusconi, la pressione di società civile e associazioni per la normativa si rafforza. A spingere perché il governo rinnovi le detrazioni c’è anche un gruppo di blogger, già impegnato in passato in campagne a difesa di questi incentivi.
Sul sito cinquantacinquepercento.it si può leggere e aderire alla richiesta partita dal blogger Kuda” (Roberto Codazzi) e già sottoscritta da utenti, esponenti del Pd lombardo dei Verdi e di Sinistra Ecologia e Libertà. Nel 2008, sempre da Kuda, partì una catena di blogger (oltre un centinaio) per chiedere la semplificazione delle procedure burocratiche per accedere alle detrazioni fiscali. Il successo di quella iniziativa ha spronato i blogger a riprovarci anche questa volta.
“Le detrazioni sono ancora più importanti del Conto Energia (già rinnovato ndr), perché invece di creare altra energia ne promuovono il risparmio», spiega a a L’espresso Roberto Codazzi, promotore dell’iniziativa. “Parliamo poi di uno strumento efficace che in questi anni ha fatto anche emergere il lavoro sommerso nel settore dell’edilizia e promosso una mappatura della situazione energetica italiana».
A rendere ancora più paradossale la situazione ci pensano gli interventi dei sottosegretari del ministero che, in più di un’occasione, hanno ribadito l’importanza delle detrazioni e assicurato l’impegno del governo per prorogarle. Parole a cui non sono fino ad ora seguiti i fatti.
La mobilitazione che parte dai blogger non è poi solitaria. Negli ultimi mesi la lista di istituzioni, associazioni industriali e gruppi che hanno chiesto al Governo di prolungare la durata delle detrazioni si è molto allungata. Solo per citare i nomi più importanti, si sono pronunciate a favore delle detrazioni: la Commissione Ambiente e la Commissione Trasporti della Camera, l’Associazione Comuni della Valle Padana, le associazioni dei produttori di infissi, i produttori di impianti termici e le associazioni dei costruttori.
Il mancato rinnovo delle detrazioni non si può giustificare neppure con motivazioni economiche. Secondo i dati dell’Enea, in tre anni sono stati investiti 11 miliardi di euro che corrispondono a un mancato gettito fiscale di circa 6 miliardi di euro. Dall’altra parte però, in otto anni, si risparmiano 3 miliardi di euro in bollette energetiche, il patrimonio immobiliare accresce il suo valore di 4 miliardi e lo stato ottiene un gettito aggiuntivo di 3 miliardi attraverso le imprese e l’Iva. A questo si devono poi aggiungere i benefici ambientali, l’occupazione giovanile e la nascita di startup nel settore. Senza contare le oltre 350mila tonnellate di Co2 non emessa ogni anno e gli oltre 1.700 GWh l’anno di energia risparmiata (nel 2008 sono stati quasi duemila.
“Non è la prima volta che a pochi mesi dalla scadenza si ridiscute del rinnovo – continua Codazzi – Questo però impedisce alle imprese di pianificare i lavori l’anno successivo. Mentre il mondo va in una direzione, qui le energie rinnovabili sono state messe da parte. A quanto pare è meglio promuovere il ritorno al nucleare”.
Un po’ di coraggio politico
Mercoledì sera ho votato contro il documento degli obiettivi e i 2000 nuovi alloggi del Piano Operativo Comunale di Ferrara. Oggi faccio una proposta per la riqualificazione della Città urbanizzata.
Una premessa. Il tempo che ci è stato concesso per analizzare il documento degli obiettivi del Piano Operativo Comunale, nei fatti una settimana, non ha certo permesso un’analisi approfondita. Ci si è dovuto, per il momento, limitare ai “conti della serva”.
Che sono presto fatti, e non tornano. Il documento prende come riferimento una previsione di crescita della popolazione che richiederebbe circa 1500 nuovi alloggi nei prossimi cinque anni. Circa 700 sono gli alloggi già realizzabili da PUA già approvati ma non ancora attuati, altri 800/900 sono i nuovi alloggi stimati da interventi diretti che non richiedendo Piani attuativi saranno regolati dal RUE. Gli alloggi necessari sarebbero così esauriti ancor prima di aprire il bando del POC. In più la situazione del mercato immobiliare ferrarese è sotto gli occhi di tutti: i 9077 alloggi (stima dataci in Commissione) non utilizzati sono troppi. Per intenderci sono praticamente quelli previsti come crescita della città dall’intero PSC. Anche se fossero la metà sarebbero la prova provata che si è costruito troppo e male negli anni scorsi, come spesso abbiamo denunciato ricordando sempre la strenua opposizione dei Verdi al PRG soffrittiano. Per questo nelle passate due legislature abbiamo fortemente voluto un PSC che ha diminuito di 3 volte la capacità edificatoria residua del PRG del 95 e imporrà tramite il RUE una migliore qualità del costruito.
Eppure oggi si propongono 2000 nuovi alloggi. Bisogna decidere quale è l’obiettivo di questo POC: se lasciare ad un mercato, che come è evidente non sa regolarsi, la proposta su dove e come costruire, oppure se indicare dove costruire – e in che modo – ciò che serve alla città. Ci vuole coraggio, perché è proprio nei momenti di difficoltà e di crisi economica che il decisore politico deve indirizzare un mercato incapace di funzionare verso una ristrutturazione di se stesso, o meglio – parlando di urbanistica – ad una riqualificazione di se stesso. Non viviamo certo su Marte: sappiamo che il settore edile deve pur “costruirsi” un futuro, ma sappiamo anche che alcune delle aree di riqualificazione individuate (Foro Boario, STU, lo stesso Sant’Anna, la Caserma di Cisterna del Follo) sono di proprietà pubblica e soprattutto rappresentano alcuni dei nodi fondamentali da sciogliere per il futuro di questa città, mentre tante aree di espansione sono oggi campagna.
Per questo da ecologisti crediamo che il Comune debba fare una scelta forte e compiere un atto politico di netta discontinuità con il passato di questa città. Per fare questo non basta la perequazione che favorisce la riqualificazione: se mai dei nuovi alloggi devono essere realizzati, questi devono essere esclusivamente collocati nelle zone di riqualificazione indicate dal PSC.
15 anni fa proponemmo un corso di formazione su ristrutturazione e restauro per i dipendenti della Coopcostruttori. Ne avremmo guadagnato tutti, probabilmente anche i soci della cooperativa di Argenta. Oggi proponiamo che si indichi con decisione la strada da intraprendere per un settore, quello dell’edilizia, che ha fortissima necessità di innovarsi e di ritrovare la qualità perduta. Proponiamo che si scriva nel POC, e abbiamo il tempo per farlo, che per i prossimi 5 anni il Comune di Ferrara dirà STOP al consumo del suo territorio, che non si cementificherà ulteriore suolo perché è interesse di tutti che ciò non avvenga, e che invece con le risorse umane ed economiche cittadine si riqualificheranno parti di città in disuso che hanno urgente bisogno di un intervento urbanistico perché hanno perso da tempo le loro funzioni o perchè le perderanno presto. Il Comune deve avere il coraggio di dire che prima di costruire nuovi condomini o nuove villette, nel centro come nel forese è indispensabile ristrutturare e riqualificare quelle esistenti, abitate e poi abbandonate o come spesso è successo in questi anni, mai abitate.
E’ necessario infine che sul processo di formazione del POC vi sia una più forte partecipazione. Non solo degli operatori del settore, che probabilmente fino ad oggi hanno partecipato anche troppo alla pianificazione urbanistica nel nostro paese, ma dei cittadini e delle forze organizzate nella società.
Come ecologisti ci impegneremo nei prossimi mesi per tutto questo.
Concludendo con la partecipazione torniamo alla premessa: troppo poco è il tempo concesso all’iter istituzionale di discussione di questo importante atto di indirizzo, e ci pare scarsissima la discussione preventiva in una città ancora orfana nei fatti dell’Urban Center. Il metodo e la sostanza ci hanno così spinto, con dispiacere, a esprimere un voto contrario in Consiglio sul Documento degli Obiettivi del POC.
Leonardo Fiorentini
Presidente Gruppo Verdi per la Pace Circoscrizione 1
Il Governo dei balzelli e dei sabotaggi
Sta facendo molto parlare l’aumento del pedaggio autostradale al casello di Ferrara Sud. E giustamente.
Ma non c’è solo quello in questa finanziaria. C’è purtroppo tanto altro, a partire dai tagli insostenibili agli enti locali. E c’è anche la norma cervellotica sui bonifici per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche di cui abbiamo già parlato qui insieme a Marcello, Letizia e Roberto.
Ecco la posizione mia e dei Verdi di Ferrara:
Il Governo dei balzelli e dei sabotaggi
I Verdi si schierano contro i balzelli per cittadini e imprese e per la conferma del 55%Oggi entrano in vigore alcune delle norme contenute nel decreto Tremonti recante le misure della manovra economica del Governo Berlusconi. Oltre al balzello del rincaro, ingiustificato e arbitrario del pedaggio al casello autostradale di Ferrara Sud – che peraltro rischia di convogliare ulteriore traffico di attraversamento nel Centro della città – di cui si è già molto parlato, da oggi un ulteriore balzello è dovuto dalle imprese allo Stato italiano.
Ma non da tutte. Infatti è prevista l’introduzione di una ritenuta d’acconto del 10% – prelevata direttamente da banche e poste – a carico delle ditte beneficiarie di bonifici a saldo di interventi sul patrimonio edilizio i cui importi risultano detraibili dall’Irpef con l’aliquota del 36% o del 55%. Si tratta, evidentemente, oltre che di un provvedimento molto gravoso per le imprese, come recentemente fatto rilevare dalle associazioni del settore, dell’ennesimo sabotaggio nei confronti di quegli interventi, in particolare quelli del 55%, volti alla riqualificazione anche energetica del nostro patrimonio edilizio, da sempre vista come un sassolino nella scarpa dal Governo del Nucleare.
Inoltre si stratta di un provvedimento fiscalmente stupido, che rischia di sottrarre all’economia legale tutta una serie di transazioni che, visti gli obblighi di bonifico e di comunicazione dei dati all’Agenzia delle Entrate, risultano oggi più trasparenti che mai.Un Governo che quindi come al solito predica bene e razzola male, impone balzelli ai cittadini e favorisce la reimmersione rapida delle imprese nell’economia fantasma.
Anche per questo i Verdi nella Circoscrizione 1 hanno presentato nelle settimane scorse un’interpellanza al Sindaco per chiedere un impegno diretto nell’Anci, ripartendo dal documento “I Sindaci contro le polveri sottili” per la conferma delle detrazioni del 55%, a favore dei cittadini ma anche per sostenere un settore che è cresciuto in questi anni soprattutto grazie alla forte innovazione nel campo dell’efficienza energetica.
L’Ufficio stampa
Mettono le mani in tasca alle imprese!
Nella manovra economica del governo è inserita una norma che chiamare stupida è dir poco. Si prevede infatti che all’accredito dei bonifici per operazioni rientranti nelle tipologie previste per la detrazione del 36 e 55& (ristrutturazioni e qualificazione energetica) banche e poste operino una ritenuta d’acconto nei confronti delle imprese beneficiarie del 10%.
Ma allora ditelo che oltre a sabotare per l’ennesima volta il processo di qualificazione energetica del costruito nel nostro paese, volete favorire l’evasione fiscale.
Perchè è proprio grazie alle detrazioni l’emersione del lavoro in edilizia è interesse anche del committente, che si vede ritornare parte della spesa a rate negli anni come sconto irpef, ed è proprio grazie alle modalità di pagamento (bonifico, con dati comunicati all’agenzia delle entrate dalle banche) che la tracciabilità delle operazioni è garantita.
Ora, mettendo le mani nelle tasche delle imprese con un balzello che è in grado di mettere in difficoltà le aziende del settore (come si evince dalla lettera dell’uncsaal qui sotto), si mette in discussione questo meccanismo, favorendo così il ritorno al nero dell’intero settore edile.
Complimenti!
La manovra correttiva 2010-2012 presentata dal Governo e attualmente all’esame del Senato, al Titolo II – Contrasto all’evasione fiscale e contributiva, contiene un articolo, il 25 che al comma 1 recita:
Art. 25 (Contrasto di interessi)
“1. A decorrere dal 1° luglio 2010 le banche e le Poste Italiane SPA operano una ritenuta del 10 per cento a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dai beneficiari, con obbligo di rivalsa, all’atto dell’accredito dei pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta. Le ritenute sono versate con le modalità di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 2007, n. 241. Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sono individuate le tipologie di pagamenti nonché le modalità di esecuzione degli adempimenti relativi alla certificazione e alla dichiarazione delle ritenute operate.”
In pratica, dal 1° luglio 2010, si prevede l’obbligo di assoggettamento a ritenuta d’acconto (10%) dei compensi corrisposti, mediante bonifici bancari o postali, quale modalità obbligatoria di pagamento per beneficiare di oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta (ad esempio al fine di fruire delle detrazioni del 36% o del 55%).
La ritenuta d’acconto dovrà essere operata dalla banca del beneficiario del bonifico all’atto di accreditamento delle somme a favore dello stesso. Un apposito provvedimento individuerà gli aspetti attuativi.
Considerando che il reddito operativo delle aziende serramentistiche oscilla tra il 5% e il 6% del fatturato (prima degli interessi passivi e delle tasse) un prelievo del 10% del fatturato significherebbe il congelamento dell’intera redditività operativa.
In quest’ottica le migliori aziende del comparto, associate all’Uncsaal, farebbero fatica a sostenere i costi di eventuali finanziamenti (come mutui o fidi), potrebbero essere costretti a ridurre gli investimenti e questo farebbe rallentare il processo di innovazione tecnologica che si è innescato dal 2008.
Il rischio, insomma, è che l’art. 25 metta in seria discussione l’intero impianto del 55%, depotenziandone i benefici, sia per le imprese, sia per l’Erario e, in netto contrasto con le intenzioni del Legislatore rischi di favorire un tessuto di imprese che operano sul mercato eludendo la legalità e gli adempimenti tributari dovuti.
Va infine detto che il 1° luglio 2010 come data di inizio di introduzione della ritenuta sarà molto difficilmente rispettata in quanto l’approvazione definitiva dello stesso è prevista per le settimane successive.
Uncsaal si è immediatamente attivata presso i propri riferimenti istituzionali per affrontare la questione e vi terrà costantemente aggiornati su www.uncsaal.it
Interpellanza per un intervento del Sindaco presso l’ANCI per la proroga delle detrazioni del 55%
Ferrara, 3 giugno 2010
A Girolamo Calò
Presidente della Circoscrizione 1
Comune di Ferrara
E pc
Tiziano Tagliani
Sindaco di Ferrara
Oggetto: interpellanza per un intervento del Sindaco presso l’ANCI per la proroga delle detrazioni del 55%.
Con la presente sono ad inoltrare la seguente interpellanza:
premesso che
le detrazioni irpef del 55% per interventi di qualificazione energetica sul patrimonio edilizio sono in scadenza nell’anno 2010.
Rilevato che
Il Governo non pare avere alcuna intenzione di prorogare il provvedimento, come dimostrato dai numerosi tentativi in questi anni di far saltare l’agevolazione, dalle modifiche volte a renderne più difficile la fruizione da parte dei cittadini, e come rilevato anche nella proposta di manovra economica recentemente licenziata dall’esecutivo.
Ritenendo assolutamente insufficiente
nell’entità dello stanziamento e nei criteri di fruizione, il sistema di incentivazione all’acquisto di nuove case ad alta efficienza energetica recentemente varato dal Governo con il “Decreto incentivi”.
Ritenendo altresì indispensabile
Sia per raggiungere l’obiettivo di contenimento delle emissioni di CO2 in atmosfera, così come previsto dagli accordi internazionali, che per migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città il contenimento del fabbisogno energetico nelle abitazioni.
Valutando molto positivamente
l’effetto volano di tali agevolazioni sia per i cittadini – che oltre ad ottenere un risparmio su interventi spesso molto onerosi migliorano il comfort abitativo nelle loro case e diminuiscono i consumi – sia per i settori legati all’edilizia che in questi anni hanno saputo sviluppare conoscenze e tecnologie legate al miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente e di nuova concezione e costruzione.
Considerato che
FederlegnoArredo, Centro di Informazione sul Pvc e Uncsaal, facendo proprio il documento dell’ANCI (Associazione Nazionali Comuni Italiani) “I Sindaci contro le polveri sottili” presentato in occasione del blocco del traffico privato in tutta la pianura padana dello scorso 28 febbraio a cui anche Ferrara ha aderito hanno sottolineato in una lettera aperta l’importanza di mantenere oltre il 2010 le detrazioni del 55% per gli interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico degli edifici, ed invitato gli Enti Locali a promuovere forme di pressione sul Governo al fine del rinnovo della misura fiscale.
Si interpella l’amministrazione ed il Sindaco per chiedere
se sia già intervenuta o se intenda intervenire presso l’Anci affinchè, facendo seguito agli impegni presi in febbraio, ponga sul tavolo della Conferenza Stato-città ed autonomie locali anche la questione del rinnovo delle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico.
Si allega il testo della lettera di FederlegnoArredo, Centro di Informazione sul Pvc e Uncsaal. Si richiede risposta scritta.
Il Presidente del Gruppo Consiliare
Leonardo Fiorentini
Saldi di fine stagione
Sulla base dei rilievi aerofotogrammetrici già effettuati dall’Agenzia del territorio, e degli accertamenti già notificati, obbligo per gli interessati di dichiarazione di aggiornamento catastale, con riduzione delle sanzioni a un terzo; in mancanza, attribuzione di rendita presunta, retroattività della rendita
Obbligo di indicare negli atti soggetti a trascrizione identificazione catastale e relative planimetrie
integrazione tra funzioni catastali residuate all’agenzia del territorio e Comuni
Ovvero: avete costruito la vostra casetta in modo totalmente abusivo, magari in zona non edificabile e non sapete più come fare? Tranquilli vi viene in soccorso il Governo Berlusconi con un bel condono immobiliare. Della serie, una volta vi condonavano il bagnetto o la veranda che avete chiuso, ora siamo ai saldi di fine stagione, vi condonano l’intera casa: infatti lo chiamano “accertamento sulle case non censite”, non hanno più ritegno ormai
Cari Senatori, vi ricordate il 55%?
I ben informati ci dicono che oggi il Governo dovrebbe approvare la lista dei siti nucleari (senza darne conto fino ai risultati delle elezioni regionali), e tagliare del 20% il conto energia (i contributi dello stato agli impianti fotovoltaici), dal 2011 in poi.
Per il 55% abbiamo invece uno spiraglio, aperto da un emendamento dei senatori IDV al Milleproroghe e da un’apertura del Sottosegretario Casero. Poi magari la fine degli incentivi all’auto ci danno una speranza in più..
Su invito di Roberto Codazzi, dopo aver fatto appelli e catene, proviamo a rivolgerci direttamente ai senatori:
Mi rivolgo a lei, Senatore della Repubblica,
in questi giorni avrà la possibilità di votare l’estensione delle detrazioni del 55% per chi effettua lavori per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. La prima forma possibile di produzione energetica, con risorse italiane, è il risparmio. Nel corso degli anni le detrazioni hanno permesso la riduzione dei consumi energetici, dell’inquinamento, lo sviluppo di un importante settore lavorativo e l’emersione del lavoro sommerso. Le detrazioni scadono il 31 dicembre del 2010, a voi viene dato il potere di prolungarle per due anni. A fine anno avremo già un nuovo taglio agli incentivi per l’energia rinnovabile: il conto energia subirà una sforbiciata del 20% e poi del 6% (fonte Sole 24 ore); nel gennaio scorso il Ministero per lo Sviluppo Economico ha ulteriormente indebolito le detrazioni dichiarando che non sono cumulabili con eventuali incentivi riconosciuti, per i medesimi interventi, dalle Regioni o dagli enti locali (fonte Sole 24 ore). Queste strategie sono molto strane soprattutto in presenza di una crisi economica e contrastano con gli obiettivi dell’assemblea di Copenhagen.
Ora avete la possibilità di invertire la rotta e dare un segno all’economia e all’ambiente.
Spero che il suo voto segua l’indicazione del sottosegretario Casero (fonte Edilportale) e approvi l’emendamento presentato dai senatori Bugnano, Pardi, De Toni e Belisario.
Sentitamente,
Aderite anche alla causa su Facebook: http://www.causes.com/detrazioni55percento
L’emergenza voluta
Ho sempre avuto repulsione per la parola emergenza. Di fronte a fenomeni sociali che il potere si dimostra incapace ad affrontare con strumenti politici e amministrativi ordinari, si richiama la categoria della straordinarietà per utilizzare mezzi senza controllo.
Sul dramma del carcere il ministro Alfano si è addirittura inventato una procedura eccezionale quale la proclamazione dello stato d’emergenza. Questo novello Bava Beccaris dimostra che il Governo e il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria sono interessati solo ad accentuare la carcerizzazione di massa di tossicodipendenti, immigrati e poveri.
Carceri d’oro a gogò, ecco la prospettiva del 2010!
Così scrive Franco Corleone oggi sul suo blog, mentre sul Manifesto potete trovare un articolo di approfondimento.
Insomma un remake delle Carceri d’oro di alcuni decenni fa…
Piano casa. Due considerazioni, tre proposte e quattro voti.
Pubblico l’intervento di ier sera in Consiglio di Circoscrizione sulla delibera comunale sul Piano Casa. Un pippotto politico, 3 proposte (a mio parere di assoluto buon senso), 3 voti contrari a larghissima maggioranza, un voto di astensione sulla delibera (il mio).
“Il “piano casa” di B. non l’ha applicato lui, ma le regioni. Se questo non è regime, è almeno egemonia.” Così scrive Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, su La Repubblica il 2 settembre 2009
Insomma, sul piano casa (come su tante altre cose) Berlusconi ha lanciato il sasso e nascosto la mano. Il Governo infatti, dopo i proclami, non ha fatto ancora il decreto promesso da lì a 10 giorni (del resto era pur sempre il 1° aprile). Siamo già a settembre e non ce ne è traccia.
Non posso non essere d’accordo con Settis, ed è anche facile capire che le forze della betoniera facile in queste occasioni spuntano come funghi ovunque. Però mi pare ormai innegabile che il centro sinistra ha, come al solito, abboccato alla finta e fatto il lavoro sporco: vuoi spinti dall’orrore della prima versione del piano berlusconiano, vuoi spinti da un sincero desiderio di qualificare dal punto di vista energetico il nostro patrimonio edilizio, vuoi sulla pressione dei costruttori…
Sia chiaro, altre Regioni, come la Lombardia hanno fatto cose ben peggiori e disastrose. Ma prego le forze della coalizione in cui mi riconosco e che magari si augurano un aumento di consenso per il provvedimento sull’ampliamento, di ricordarsi che – nonostante tutti gli sforzi – fra 1 o 4 anni che siano, il Piano Casa sarà nell’immaginario collettivo “quello di Berlusconi”. Nonostante non abbia fatto nulla, e a conferma della sua egemonia sulla politica degli ultimi vent’anni.
Non ci si nasconda poi troppo dietro alla qualificazione energetica degli edifici, prevista per fortuna dalla nostra regione. Perché quasi in contemporanea c’è stato l’attacco governativo agli incentivi proprio riferiti agli interventi di qualificazione energetica, salvati solo in extremis dagli emendamenti al decreto anticrisi, il che la dice lunghe sulle reali intenzioni di questo governo.
Detto questo nella scorsa legislatura abbiamo giustamente approvato una variante al Regolamento Edilizio che anticipa molto di quella sburocratizzazione dell’iter edilizio promessa dal Governo, ma abbiamo anche approvato, con tanta fatica, un PSC che prevede una diminuzione della volumetria complessiva rispetto alle previsioni del PRG vigente. E’ evidentemente grottesco come ora ci troviamo a dover subire un provvedimento che scarica sul territorio inteso come bene comune (e sulla domanda di cemento) l’incapacità della politica di dare risposte nuove alla crisi economica in atto (-5% di PIL, ricordarlo ogni tanto fa bene).
Fatte queste considerazioni politiche su un provvedimento che ritengo geneticamente sbagliato sono ovviamente tendenzialmente favorevole a qualsiasi limitazione possa prevedere l’amministrazione, e per questo avevo presentato in luglio un’interpellanza sul tema.
Però vorrei integrare le ulteriori limitazioni proposte, e precisamente:
Condono
Si propone, riprendendo una norma fatta propria dalla regione toscana, di escludere dall’applicazione delle norme del piano casa gli edifici che negli anni passati hanno già usufruito del loro “piano casa fai da te”. Premiare chi in sfregio delle norme urbanistiche ha edificato o ampliato, con una nuova possibilità di ampliamento mi sembra un po’ troppo. Per rispetto del Territorio, della legalità e degli altri cittadini rispettosi delle norme.
Piano Aria
La proposta è di prevedere anche l’esclusione per gli edifici residenziali collocati all’interno delle fasce di rispetto individuate dal Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria. All’art. 25, comma 3 delle NTA infatti lo strumento di pianificazione della nostra provincia prevede, e qui cito, “la definizione di distanze minime degli insediamenti dalle fonti emissive di notevole entità, comprese le infrastrutture di trasporto, idonee alla riduzione della popolazione esposta, attenendosi in linea di massima al principio di non approvare nuove previsioni urbanistiche che prevedano la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, sanitari o scolastici a distanze (calcolate su proiezione orizzontale) inferiori alle seguenti:
• m 50 dal confine stradale delle strade extraurbane, esistenti o progettate, classificate come rete di base di interesse regionale, della viabilità extraurbana secondaria di rilievo provinciale o interprovinciale e delle strade classificate come strade di scorrimento;
• m 150 dal confine stradale delle strade extraurbane, esistenti o progettate, classificate come rete autostradale e “grande rete” di interesse nazionale/regionale”
Tutela degli immobili da PSC
Come si pone la norma rispetto alle classificazione di tutela degli immobili/categoria di intervento del nuovo PSC? Vale la categoria del vecchio PRG finchè non è approvato il RUE. Siccome è possibile che ci siano edifici per cui ora sono previsti “interventi di ripristino edilizio e di ristrutturazione edilizia e urbanistica” mentre nel PSC sono stati definiti di “interesse storico-architettonico” (si pensi solo a tutta l’architettura del novecento) la proposta, per esser certi di non dilapidare il lavoro fatto negli ultimi 10 anni di pianificazione urbanistica di escludere anche gli immobili definiti dal PSC vigente di “interesse storico-architettonico” (quelli maggiormente tutelati dal PSC).
Voti sulle proposte di integrazione alla delibera:
– escludere gli edifici che hanno usufruito di condono edilizio per aumento di superficie.
3 favorevoli (Verdi, IDV, 1 PD), 16 contrari
– escludere gli edifici residenziali collocati all’interno delle fasce di rispetto individuate dal Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria (art. 25, comma 3 delle NTA)
1 favorevole (Verdi), 18 contrari
– escludere gli immobili definiti dal PSC vigente di “interesse storico-architettonico”
1 favorevole (Verdi), 18 contrari
Vista l’indisponibilità ad accettare neanche una delle proposte all’interno del parere non vincolante della Circoscrizione mi sono visto costretto all’astensione sulla delibera (passato poi con 11 voti favorevoli e 8 astenuti).
Piano Casa, il seminario e le pagelle…
Sul Piano Casa del nostro sinistro Presidente del Consiglio vi segnalo due approfondimenti: qui sotto il seminario di Radicali e Verdi trasmesso da RadioRadicale, dal sito di legambiente invece il dossier a 120gg dall’annuncio berlusconiano, con un report sulle leggi regionali che nel frattempo sono state approvate o proposte. Per inciso l’Emilia Romagna risulta al 6 posto, rimandata con debito… (in coda al post l’articolo di Terra di oggi sull’argomento)
EDILIZIA: Pagella per il PIANO CASA: Legambiente ha realizzato un dossier 120 giorni dopo l’annuncio di Berlusconi. Promosse solo Toscana, Bolzano e Puglia.
Sono passati quattro mesi dall’annuncio del governo per il Piano casa. Per Legambiente è ora di tirare le somme. Per Edoardo Zanchini, responsabile Urbanistica dell’associazione ambientalista «il Piano ha portato a un vero e proprio “puzzle” di regolamenti con norme diverse a seconda della regione». Tanto che Zanchini, senza mezzi termini, parla di un «sostanziale fallimento».
Legambiente ha presentato ieri un vero e proprio dossier in cui vengono esaminati i vari regolamenti di applicazione del Piano nelle varie regioni, con tanto di pagelle, per valutare gli aspetti ambientali quali l’attenzione al risparmio energetico e la tutela del territorio. Le zone d’Italia promosse sono tre: la Toscana, la Provincia di Bolzano (grazie agli alti standard energetici) e infine la Puglia. La Regione amministrata da Nichi Vendola è l’unica regione del Sud nelle prime posizioni della classifica stilata da Legambiente (subito dopo c’è la Basilicata che però è all’ottavo posto).
Tuttavia anche la Puglia «andrà tenuta sotto controllo – si legge nel dossier – per la deroga ai piani regolatori concessa ai Comuni». Le regioni bocciate sono invece la Liguria (che concede bonus volumetrici fino al 50 per cento dell’esistente), Lombardia, Veneto e Campania. Le ultime quattro della classifica sono Molise, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Sicilia che hanno vincoli di efficienza energetica molto generici ma soprattutto, a differenza di tutte le altre amministrazioni, non hanno previsto nessuna zona in cui sarà vietato ampliare gli edifici.
In pratica significa che si potranno realizzare gli interventi anche in aree vincolate, centri storici e parchi. Legambiente per realizzare il dossier sul Piano Casa ha analizzato i diversi testi di legge approvati, quelli il cui iter è tuttora in corso ma anche le proposte discusse nelle varie giunte regionali italiane. E proprio per questo motivo l’associazione ci tiene a specificare che «in molti casi si tratta di bozze, licenziate dalle commissioni o dalle giunte, suscettibili di modifiche nella fase di voto in Consiglio regionale». La promozione definitiva, quindi, le Regioni possono ancora conquistarla.
Alla faccia di Gasparri!
Mentre a Roma Gasparri pare abbia perso l’ultimo neurone per un colpo di sole (via Marcello), Roberto Codazzi ci informa – che ci crediate o no – che in qualche modo la catena di blog per l’ambiente pare abbia vinto ancora.
Infatti sembra che l’obbligo di fonti rinnovabili su tutti gli edifici sia anticipato di 6 mesi!
Fotovoltaico su tutti i nuovi edifici, i blog vincono ancora!
Era il 12 febbraio quando nel decreto milleproroghe il Governo inseriva con la fiducia lo spostamento a gennaio 2010 dell’obbligo per gli edifici di nuova costruzione di utilizzare fonti rinnovabili. 65 blog avevano aderito al mio appello per chiedere il rispetto della norma originale introdotta da Prodi, cioè il decorrere dell’obbligo da gennaio 2009.
Poi a marzo, in sordina, venne introdotto l’obbligo per regioni e provincie autonome, una parziale vittoria alla quale, scrivevo, sarebbe arrivata quella definitiva. E’ importantissimo che questo obbligo arrivi ora, prima del fantomatico piano casa.
Oggi ho finalmente scovato la notizia tanto attesa: “A far data dal 25 giugno 2009 il DPR n° 59 del 2 Aprile u.s. rende obbligatoria l’installazione di impianti fotovoltaici in edifici di nuova costruzione, pubblici e privati, e nel caso di ristrutturazioni.”
Il DPR recita testualmente: “Nel caso di edifici di nuova costruzione, pubblici e privati, o di ristrutturazione degli stessi conformemente all’articolo 3, comma 2, lettera a), del decreto legislativo, è obbligatoria l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.” L’impianto termico deve produrre almeno il 50% (20% per gli edifici situati nei centri storici) dell’energia richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria.
Ecco i 65 incatenati: ilKuda, CernuscoTV, Osservatorio sul Razzismo in Italia, Zadig, Follonica, Marcella Zappaterra, Alessandro Ronchi, Verdi Forlì-Cesena, Verdi Emilia Romagna, BaseVerde, Blog del Giorno, Letizia Palmisano, LETIZIA’S BLOG, Fiore Blog, Verdi di Ferrara, il Derviscio, Ciwati, PD Cogliate, Sale del mondo, Informazione senza filtro, Ladri di marmellate, Resistenza civile, Life in Italy, Ma’pe iabbu, Maurizio Baruffi, Dea Maltea, Eco, Sciura Pina, SpreadRSS, Tau2 Zero, BlogEko, Marcello Saponaro, Amico Fragile, Ambiental..mente, Pd Vedano, Writer, Voglio il fotovoltaico, No alla turbogas a pontinia, agorambiente, laStanzaDelBarone, Opinioni e Benessere, il Filo di Arianna, Maxso’s blog, Jacopo Fo, Evil Genius, Gianluca Aiello, YourPage, AttivAzione, Sostenibilitalia, Orlandi Energie, Verdi Treviglio, IlFerdinando, Grilli e Cicale di Latina, Giudo Elettrico, La Parola, Riciard’s, la Tana del Mostro, Fonte Live, the Wistleblower, Appunti e Virgole, Al massimo dell’energia, Pollodellavaldichianna, Agoravox, Nuclearenograzie, Solarenews, Ultras Cernùsk.
Ripubblicate i link, che fa bene alla salute!
Piano Casa: quali le conseguenze a Ferrara?
Ho protocollato in data odierna la prima interpellanza da consigliere dei Verdi in Circoscrizione 1 sugli effetti della deliberazione 91/2009 della Regione Emilia Romagna recante il titolo “GOVERNO E RIQUALIFICAZIONE SOLIDALE DEL TERRITORIO“. L’interpellanza trae spunto da un intervento pubblico dell’assessore all’Urbanistica della precedente legislatura Raffaele Atti, il quale metteva in luce alcuni aspetti della normativa regionale – che traduce l’accordo Governo-Regioni sul cosiddetto “Piano Casa” di Berlusconi – che potevano mettere in discussione la possibilità di intervento da parte dei Comuni, in particolare di quelli in fase di rinnovo, e quindi la loro stessa potestà pianificatoria.
Se da un lato è da apprezzare il tentativo delle regioni di depotenziare gli effetti sul territorio del Piano Casa di Berlusconi, limitandone fortemente gli ambiti di intervento e salvaguardando i centri e gli insediamenti storici, dall’altro lato vi sono aspetti, come la genesi stessa dell’iniziativa o come quelli messi un luce qualche settimana fa da Atti, che non possono non preoccupare. Per questo ho chiesto quali siano stati gli eventuali contatti intervenuti tra l’Amministrazione comunale e la Regione e soprattutto se gli uffici comunali stiano procedendo ad una verifica dell’impatto della nuova normativa nella nostra Circoscrizione ed in tutta la città.
Se infatti fosse confermato, così come pare il termine perentorio di 60g per escludere l’applicabilità delle norme sugli interventi di ampliamento e su quelli di demolizione e ricostruzione in relazione a immobili specifici o ambiti del proprio territorio, come recita la legge, “per ragioni di ordine urbanistico, edilizio, paesaggistico, ambientale e culturale ovvero stabilire limiti differenziati in ordine alle possibilità di ampliamento accordate da detti articoli, in relazione alle caratteristiche proprie dei singoli ambiti e del diverso loro grado di saturazione edilizia” sarebbe urgente una ricognizione dell’effettivo campo d’applicazione e l’assunzione di un provvedimento consiliare urgente onde evitare che un provvedimento che potrebbe anche avere positivi effetti sull’efficienza energetica e la qualità del costruito, non si tramuti in un aumento incontrollato e incontrollabile di cubatura nel perimetro urbano.
Peraltro vi sono anche interessanti opportunità che si potrebbero aprire, a seconda dell’interpretazione della norma, in particolare per quel che riguarda gli edifici già definiti incongrui all’interno del Centro Storico di Ferrara che potrebbero essere finalmente delocalizzati liberando aree e spazi – non più edificabili – all’uso pubblico.
Da scaricare, in formato pdf:
Interpellanza del consigliere Fiorentini: piano_casa
Lettera aperta del precedente assessore all’urbanistica: estensecom-piano-casa-atti-scrive-ad-errani-versione-stampabile
Deliberazione 91/2009 del consiglio regionale: governo_territorio_2009
Gli spazi della pena e l’architettura del Carcere
Sabato 13 giugno 2009 al “Giardino degli Incontri” del Carcere di Sollicciano – Firenze. Il Seminario promosso dalla Società della Ragione in collaborazione con Antigone e Fondazione Michelucci si propone di raccogliere idee e tematizzazioni per un convegno internazionale già in programma per il prossimo autunno. Il punto di partenza è la corrispondenza di forma e funzione nella pena. La struttura architettonica, la qualità edilizia e la collocazione urbanistica del penitenziario corrispondono alla sua funzione, al modo di interpretare la pena privativa della libertà in diversi contesti culturali, sociali ed economici. Chi si propone di riformare la pena, non può rinunciare a ripensare la forma penitenziaria, almeno fino a quando il carcere resterà dominante nelle nostre culture e nelle nostre pratiche punitive. D’altro canto, la rinnovata emergenza del sovraffollamento penitenziario ha spinto il Governo ad assumere la questione edilizia come strumento principe per farvi fronte, attraverso la nomina di un Commissario ad hoc e la predisposizione di un ‘piano carceri’ finalizzato all’ampliamento della capacità ricettiva del sistema penitenziario. Merita dunque confrontarsi sul progetto governativo, per valutarne non solo le scelte di fondo (quale carcere? Per quale pena?), ma anche la fattibilità e i costi (non solo economici) che esso porta con sé.
Scarica l’invito.
Da La Società della Ragione, via Fuoriluogo e Franco Corleone.