• I primi saranno gli ultimi…

    Grazie alla premiata ditta D’Alì-Gasparri-Orsi approvato dal senato l’dg per togliere i finanziamenti alla ricerca sul solare termodinamico del Nobel Rubbia, per la quale siamo i primi al mondo.

    Da Terra, cronaca di un delirio tutto italiano…

    Il Senato spegne il sole

    Simonetta Lombardo

    ENERGIA La maggioranza approva la mozione presentata da D’Alì – Gasparri che classifica il termodinamico come fonte costosa, poco utile e non «compiutamente ecologica». Così i finanziamenti rischiano la totale cancellazione.

    E proprio nel giorno in cui l’Enea presenta un piano per il taglio delle emissioni dei gas serra e della dipendenza energetica basato anche sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, il governo fa a se stesso la sorpresa di cancellare o almeno di offuscare il solare termodinamico. In altre parole, la più italiana delle scelte nel campo delle energie alternative: idee, ricerca, addirittura industrie sono di marca nostrana, visto che è stato il Nobel Carlo Rubbia a rimettere in pista una tecnologia basata sull’antica idea degli specchi di Archimede.

    Ieri il Senato ha infatti approvato la mozione proposta dal Pdl e firmata tra gli altri da D’Alì, Gasparri, Dell’Utri, Nania e Orsi che condanna senza mezzi termini il solare termodinamico o a concentrazione, bollandolo come tecnologia costosa, poco utile e addirittura non «compiutamente ecologica » e mettendo a rischio i finanziamenti al suo sviluppo. Una bella compagnia dell’ombrello, quella che individua nel sole un nemico da combattere.

    Il senatore siciliano D’Alì (Pdl) è stato l’interprete massimo della teoria negazionista in campo climatico, con la mozione che escludeva – di fronte al giudizio del mondo della scienza pressoché compatto e quasi in concomitanza con lo svolgimento del G8 Ambiente a Siracusa – la realtà del cambiamento climatico e del contributo dell’attività umana. Il senatore Orsi è l’autore della proposta di legge che consente la caccia ai minorenni e ne amplia i limiti di tempo e di carniere. La presenza di Maurizio Gasparri e Domenico Quagliariello, presidente e vicepresidente del gruppo Pdl, assicura l’imprimatur del governo a un’iniziativa che al di là delle formule ecologiste taglia le gambe al solare a concentrazione.

    Così, scorrendo la mozione votata a maggioranza dall’aula di Palazzo Madama, si scopre che il problema del termodinamico è legato al siting: occorrono 120 ettari per una produzione assimilabile a quella di due reattori nucleari che però occuperebbero – secondo i senatori Pdl – 65-70 ettari. Spazio, si potrebbe dire, sottratto alla costruzione di ville e villette, visto che – come ricorda la mozione – occorrono zone soleggiate e vicine a sorgenti d’acqua, ideali per un villaggio vacanze.

    Inoltre, la tecnologia non sarebbe «compiutamente ecologica» perché presupporrebbe la copresenza di un generatore di energia tradizionale, visto che durante le ore di buio la centrale non andrebbe. Ma il solare a concentrazione dovrebbe evitare proprio questo, attraverso il riscaldamento ad altissime temperature del fluido con il sistema degli specchi che appunto “concentrano” la radiazione solare.

    In altre parole, non c’è nessun bisogno di affrancare una centrale a combustibile fossile a quella termodinamica: un’informazione che manca ai senatori della maggioranza. E poi, ammoniscono i presentatori della mozione, la tecnologia trent’anni fa non ha funzionato ma anche qui pare che ci siano carenze informative. «Non si tratta della stessa tecnologia », ricorda Vincenzo Ferrara, dell’Enea. «In realtà il solare a concentrazione è uno dei pochi settori in cui abbiamo un vantaggio comparativo, nella ricerca e nella diffusione: a imporla all’attenzione del mondo è stato Rubbia all’epoca in cui era presidente dell’Enea».

    L’attuale presidente dell’Enea, Luigi Paganetto ritiene «singolare» che si riducano gli incentivi al termodinamico, su cui «siamo leader nel mondo». E singolare è anche il fatto che nella mozione si ricordi che «nonostante l’incentivazione introdotta dal governo italiano 15 mesi fa (ministro Pecoraro Scanio, ndr) non risulta che a oggi ci siano domande di erogazione dell’incentivo». Forse i senatori non sanno che quei fondi, circa 90 milioni, sono in attesa di determinazioni che dovrebbero provenire dalla direzione Ricerca e sviluppo del ministero dell’Ambiente. Sarebbe meglio informarsi prima di tagliare via il solare.

  • Piano Casa, il seminario e le pagelle…

    Sul Piano Casa del nostro sinistro Presidente del Consiglio vi segnalo due approfondimenti: qui sotto il seminario di Radicali e Verdi trasmesso da RadioRadicale, dal sito di legambiente invece il dossier a 120gg dall’annuncio berlusconiano, con un report sulle leggi regionali che nel frattempo sono state approvate o proposte. Per inciso l’Emilia Romagna risulta al 6 posto, rimandata con debito… (in coda al post l’articolo di Terra di oggi sull’argomento)

    EDILIZIA: Pagella per il PIANO CASA: Legambiente ha realizzato un dossier 120 giorni dopo l’annuncio di Berlusconi. Promosse solo Toscana, Bolzano e Puglia.

    Sono passati quattro mesi dall’annuncio del governo per il Piano casa. Per Legambiente è ora di tirare le somme. Per Edoardo Zanchini, responsabile Urbanistica dell’associazione ambientalista «il Piano ha portato a un vero e proprio “puzzle” di regolamenti con norme diverse a seconda della regione». Tanto che Zanchini, senza mezzi termini, parla di un «sostanziale fallimento».

    Legambiente ha presentato ieri un vero e proprio dossier in cui vengono esaminati i vari regolamenti di applicazione del Piano nelle varie regioni, con tanto di pagelle, per valutare gli aspetti ambientali quali l’attenzione al risparmio energetico e la tutela del territorio. Le zone d’Italia promosse sono tre: la Toscana, la Provincia di Bolzano (grazie agli alti standard energetici) e infine la Puglia. La Regione amministrata da Nichi Vendola è l’unica regione del Sud nelle prime posizioni della classifica stilata da Legambiente (subito dopo c’è la Basilicata che però è all’ottavo posto).

    Tuttavia anche la Puglia «andrà tenuta sotto controllo – si legge nel dossier – per la deroga ai piani regolatori concessa ai Comuni». Le regioni bocciate sono invece la Liguria (che concede bonus volumetrici fino al 50 per cento dell’esistente), Lombardia, Veneto e Campania. Le ultime quattro della classifica sono Molise, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Sicilia che hanno vincoli di efficienza energetica molto generici ma soprattutto, a differenza di tutte le altre amministrazioni, non hanno previsto nessuna zona in cui sarà vietato ampliare gli edifici.

    In pratica significa che si potranno realizzare gli interventi anche in aree vincolate, centri storici e parchi. Legambiente per realizzare il dossier sul Piano Casa ha analizzato i diversi testi di legge approvati, quelli il cui iter è tuttora in corso ma anche le proposte discusse nelle varie giunte regionali italiane. E proprio per questo motivo l’associazione ci tiene a specificare che «in molti casi si tratta di bozze, licenziate dalle commissioni o dalle giunte, suscettibili di modifiche nella fase di voto in Consiglio regionale». La promozione definitiva, quindi, le Regioni possono ancora conquistarla.