La (finta) profezia di Topolino (Il duro mestiere del giornalista addetto alle gallerie di un quotidiano online/4)
Impazza sui social network, conquistando ovviamente, la colonna dx di Repubblica.it un’immagine tratta da una storia di Topolino (numero 1956, del 23 Maggio 1993) in cui il Sindaco di Paperopoli decide di affidarsi ai tecnici per rimpinguare le casse comunali tassando i cittadini e riversando loro (sui tecnici) l’impopolarità.
Ora, in questo paese senza memoria storica, questa viene spacciata come profezia. Quando è semplicemente satira su ciò che era già successo.
Può essere scusabile che qualche utente facebook nato dopo negli anni ’80 e seguenti non si ricordi (e non gli sia stato insegnato a scuola), ma un giornalista del principale quotidiano italiano forse dovrebbe saper rispondere a questa domanda:
senza scomodare Amato ed il suo prelievo forzoso sui c/c (estate 1992) chi fu Presidente del consiglio di un governo tecnico di transizione, il primo presidente del Consiglio non parlamentare della storia della Repubblica, dall’aprile 1993 al maggio 1994?
E’ permesso usare Wikipedia.
Per la serie “Il duro mestiere del giornalista addetto alle gallerie di un quotidiano online“.
Il web dà i voti ai politici
Il web dà i voti ai politici
Facebook e Twitter: la Zappaterra promossa. Per Tagliani solo pagine contro
Siamo ormai nel terzo millennio e tutto sembra girare attorno al mondo di Internet: le notizie, il commercio, le banche, ecc. Il mondo della politica non può essere da meno e, considerando che il suo obiettivo è (o dovrebbe essere) raggiungere i cittadini, quale miglior modo se non quello di affacciarsi al web?
In un’era dove la comunicazione tende a “evolversi e districarsi” nella fitta rete dei social network, anche la politica si aggiorna e inizia a muovere i primi passi verso “un’interazione virtuale”.
A livello locale è senz’altro Marcella Zappaterra, presidente della provincia, a passare gli esami con il massimo dei voti: è presente su tutti e tre i tipi di canali più utilizzati (blog, Facebook e Twitter) con oltre 3mila amici e fan, con cui interagisce rispondendo a domande e commenti.
Quello che vince per maggior visibilità è invece l’on. Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati, che può vantare di circa 20mila tra amici e follower. La sua pecca? L’interazione: Franceschini utilizza il web come strumento di comunicazione a senso unico e non risponde ai suoi interlocutori.
LA TABELLA. Realizzata da Riccardo Scandellari, web master di Estense.com, questa ricerca ci rivela risultati interessanti: su un campione di 24 politici ferraresi, solo il 29% non è presente sul Web. Il Social Network più gettonato è senz’altro quello fondato da Mark Zuckerberg: tutti i politici analizzati presenti su internet possiedono un profilo Facebook. Tra questi però, solo il 47% lo utilizza per interagire con i cittadini e rispondere ai commenti, mentre circa il 24% utilizza il mezzo a senso unico.
Ecco alcuni esempi. Cominciamo dai parlamentari. Il senatore Alberto Balboni, coordinatore provinciale del Pdl, vanta 827 amici, ma nei commenti e nelle risposte è del tutto assente. Maria Tersa Bertuzzi, del Pd, ha 563 amici e la sua interazione è solerte e cordiale. Lo stesso vale per il deputato del Pd Alessandro Bratti, con 583 amici.
Tra i più “democratici” c’è Mauro Malaguti (531 amici), che permette a tutti di scrivere sulla sua bacheca facebook, anche ai non “allineati”. Il suo collega in consiglio regionale, Roberto Montanari (Pd), invece, pur avendo una pagina su internet, la utilizza pochissimo: l’ultimo suo commento risale a marzo 2010.
Sul social network possiamo trovare anche il sindaco del Comune di Ferrara Tiziano Tagliani, ma sono presenti solo alcune pagine contro di lui. Bocciato.
In tema di “popolarità” sono pochi i politici che superano i mille amici: sul podio insieme a Franceschini troviamo infatti Marcella Zappaterra (3.368 amici) e l’assessore comunale Aldo Modonesi con 1149 amici (con i quali interagisce rispondendo ai commenti). A seguire il segretario comunale del Pd Simone Merli (1596 amici), Paolo Calvano (1515), Enrico Balestra (anche lui consigliere comunale del Pd – 1317 amici) e il vice coordinatore locale del Pdl Luca Cimarelli (1081 amici).
Seguono a ruota Irene Bregola (Prc), con 1066, il neo assessore al Bilancio Luigi Marattin (1053), Leonardo Fiorentini (Verdi), con 753 amici e 86 fan, a Valentino tavolazzi (Progetto per Ferrara), con 366 amici, che si devono accontentare però solo di leggere i suoi post.
Da Estense.com.
Facebook e la crociata anti cannabis
Ieri la notizia in Italia l’ha data Repubblica: Facebook ha censurato la pubblicità di “Just say Now” una campagna pro legalizzazione della cannabis negli USA lanciata dal blog Firedoglake.
Il messaggio pubblicitario, di cui vedete un esempio qui a fianco, sarebbe stato in prima battuta accettato, poi censurato con la motivazione che
“il logo in questione non era più accettabile come pubblicità sul sito. L’immagine di una foglia di marijuana rientra tra i prodotti per il fumo e quindi non è permessa secondo le nostre politiche”
Almeno così ha detto Andrew Noyes a Wired, dichiarazione che sembra proprio un arrampicarsi sugli specchi da parte dell’esponente di Facebook, soprattutto dopo che si è scoperto che anche una analoga pubblicità pro-legalizzazione del Partito libertario americano è stata censurata lo scorso luglio con la più schietta motivazione
“noi non ammettiamo pubblicità pro marijuana o propaganda politica per la promozione della marijuana”.
Ma non finisce qui: da un commento al post odierno di Vittorio Zambardino scopriamo che anche l’account di Matteo Gracis è stato disattivato, questa volta senza spiegazioni. Essendo Gracis il Direttore editoriale di Dolce Vita, magazine che si occupa molto di canapa e stili di vita, qualche sospetto che non sia una coincidenza c’è, come del resto scrive lui stesso sul suo blog:
Conoscevo già bene la Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità di Facebook, dal momento che mi occupo anche per lavoro di comunicazione sul web, ma dopo questo episodio sono andato a rileggermi per intero il regolamento e posso affermare con certezza di non aver violato in alcun modo le regole da loro imposte.
Ma penso di sapere il motivo per cui sono stato cacciato da Facebook: la cannabis!
La war on drugs varca quindi, con la sua consueta dose di ottusità censoria, le soglie dei social network, con primario obiettivo l’immagine della foglia di una pianta. Come scrive Pietro Yates Moretti sul sito Aduc in fondo è
un po’ come se durante il proibizionismo sull’alcool fosse stato vietato di pubblicare immagini che rappresentassero grappoli d’uva.
Le pagine di Forum Droghe e Fuoriluogo hanno già cambiato immagine del profilo in solidarietà con i censurati.
Ora tocca a voi.