• Ordine del Giorno sul pieno riconoscimento dei diritti e dei doveri di tutte le famiglie

    PG 78427/2015

    Al Sig Sindaco

    Al Presidente del Consiglio Comunale

    Ferrara, lì 27 luglio 2015

    OGGETTO: ORDINE DEL GIORNO SULLA TRASCRIZIONE DEI MATRIMONI SAME-SEX CONTRATTI ALL’ESTERO

    PREMESSO CHE

    In Italia è da tempo in corso un dibattito socio-culturale sull’estensione dei diritti di cui godono i cittadini che contraggono matrimonio secondo le norme del codice civile vigente anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso e che a tale dibattito si affianca una corposa giurisprudenza europea e italiana

    CONSIDERATO CHE

    Il Parlamento Europeo, ha chiesto più volte agli Stati dell’Unione di rimuovere “gli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni”

    La Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che la relazione sentimentale e sessuale tra due persone dello stesso sesso rientra nella nozione di “vita familiare”, il cui rispetto è garantito dall’articolo 8: dunque le coppie omosessuali rientrano a pieno titolo nella nozione giuridica di “famiglia” (sentenza Schalk and Kopf), estensione pienamente recepita nella giurisprudenza italiana in particolare dalla Cassazione sentenza n. 601/13

    La CEDU, con pronuncia del 21 luglio 2015, stabilisce che l’Italia ha fallito nell’osservare gli obblighi positivi che derivano dall’articolo 8 Cedu e che consistono nella necessità di prevedere almeno una forma di riconoscimento giuridico della relazione stabile tra persone dello stesso sesso. In particolare:  “La Corte ribadisce che ha già ritenuto che le coppie omosessuali sono capaci come le coppie eterosessuali di costituire relazioni stabili e impegnative, e che sono in una situazione notevolmente simile a una coppia eterosessuale per quanto riguarda il loro bisogno di riconoscimento legale e di protezione della loro relazione”; essa ha già riconosciuto che le coppie dello stesso sesso sono protette dalla norma che assicura tutela alla “vita familiare”, e rileva che “a dispetto di alcuni tentativi lungo tre decenni, il legislatore italiano è stato incapace di approvare la relativa normativa” e ciò nonostante la Corte costituzionale italiana e la Corte di cassazione avessero già rilevato più volte una lesione della Costituzione italiana (articolo 2) e sollecitato un intervento del Parlamento.

    L’art.9 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea approvata a Nizza il 7 dicembre del 2000 afferma che “Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio”. La distinzione del diritto di sposarsi dal diritto di costituire una famiglia definisce in modo chiaro il  diritto ad essere considerati famiglia anche al di fuori dell’istituto del matrimonio

    La stessa Carta di Nizza, recepita all’interno del Trattato costituzionale europeo già approvato dal Parlamento italiano, afferma all’art.21 il contrasto ad ogni forma di discriminazione diretta o indiretta motivata da orientamento sessuale

    L’estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso è stata introdotta in undici Paesi europei (Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Portogallo, Islanda, Danimarca, Francia, Regno Unito, Lussemburgo). Nel maggio 2015 l’Irlanda è stato il primo paese al mondo ad aver introdotto il matrimonio egualitario tramite referendum. Il matrimonio è previsto in altre aree del mondo: Canada, Repubblica Sudafricana, Argentina, Uruguay, Nuova Zelanda, il distretto federale di Città del Messico, la capitale americana Washington DC ed in ben trentadue Stati USA su cinquanta; altri Paesi hanno deciso di estendere alle coppie omosessuali alcuni o tutti i diritti del matrimonio attraverso nuovi istituti giuridici analoghi al matrimonio: così in Germania, Finlandia, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Andorra, Ungheria, Slovenia, Estonia. In Europa occidentale l’Italia è rimasta fra i pochi Stati (insieme a Repubblica di San Marino, Principato di Monaco, Città del Vaticano e Grecia) a non prevedere alcun riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso

    Con la sentenza Obergefell v. Hodges del giugno 2015, la Corte Suprema degli Stati Uniti (che qui richiamiamo nelle sue motivazioni poiché esse attingono a concetti universali – validi, quindi, al di là della legislazione di riferimento – per quanto attiene la tutela dei nuclei familiari in particolare con minori) riconosce il diritto costituzionale al matrimonio per persone gay e lesbiche. Tra i motivi più significativi per il riconoscimento del diritto al matrimonio, la Corte ricorda “che esso tutela i bambini e le famiglie e per questo trae significato dal diritto di procreare, di crescere ed educare i figli”. “In base alle leggi statali, alcune delle tutele per i bambini derivanti dal matrimonio sono di natura materiale. Ma dando riconoscimento e stabilità sul piano giuridico alle unioni tra i loro genitori, il matrimonio permette anche ai bambini di comprendere l’integrità e l’intimità della propria famiglia e la sua armonia con le altre famiglie della loro comunità e della loro vita quotidiana. Il matrimonio permette, inoltre, quella stabilità e permanenza che è importante per la tutela degli interessi del bambino”. Dopo aver, dunque, richiamato la realtà delle molte coppie omosessuali con figli, la sentenza conclude che “escludere le coppie dello stesso sesso dal matrimonio contraddice una premessa centrale dello stesso diritto al matrimonio. Senza il riconoscimento, la stabilità, e la prevedibilità che il matrimonio offre, i loro bambini soffrono lo stigma derivante dal ritenere le loro famiglie come qualcosa di minore importanza. … Le leggi sul matrimonio che vengono in considerazione ai fini di questa pronuncia dunque danneggiano ed umiliano i bambini delle coppie dello stesso sesso”. Anche per questo i giudici americani ritengono indispensabile il loro intervento anche contro la volontà del Legislatore, perché “Gli individui non possono attendere l’azione del legislatore perché sia loro riconosciuto un diritto fondamentale”. “L’idea della Costituzione è quella di sottrarre certi temi alle vicissitudini della lotta politica e di porli oltre la portata delle maggioranze e dei funzionari pubblici”

    Infine, secondo la Corte Costituzionale l’espressione “società naturale” non comporta alcun rimando al diritto naturale poiché con tale espressione si volle sottolineare che la famiglia ha diritti originari e preesistenti allo Stato, che questo deve riconoscere. Secondo la Corte, inoltre, i concetti di famiglia e di matrimonio, siccome dotati della duttilità propria dei principi costituzionali, non si possono ritenere “cristallizzati” con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore e, quindi, vanno interpretati tenendo conto delle trasformazioni dell’ordinamento e dell’evoluzione della società e dei costumi.

    RILEVATO CHE

    Oggi esiste nella società italiana una realtà assai diffusa di convivenze omosessuali stabili, spesso con figli, che alla luce del sole reclamano tutela giuridica e uguaglianza dei diritti

    Il legislatore nazionale tarda a dare seguito a tutte le sollecitazioni delle Corti italiana ed europea e a legiferare in materia di unioni omosessuali e a nulla valgono, ad oggi, e ancora, i richiami alla pazienza, assistendo la comunità che chiede tutela ad uno slittamento continuo della definizione della loro situazione, ritenuta sempre subalterna ad altre innumerevoli, altrettanto ma non più importanti, questioni

    Numerosi Comuni italiani, già dagli anni’90, hanno dato vita a Registri delle Unioni civili o rilasciano Attestati di costituzione di famiglia basata sui vincoli affettivi come risposta alla crescente richiesta di tutela da parte delle coppie di conviventi di fatto, soprattutto sulla spinta delle coppie gay e lesbiche a cui è ad oggi negato il diritto  al riconoscimento giuridico della loro relazione.

    Sono in numero crescente le coppie omosessuali che si recano all’estero per potere accedere a un diritto negato in patria e dare suggello pubblico alla loro relazione e al loro progetto di vita comune

    L’art. 28 della legge 218/1995 prevede che “il matrimonio è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei congiunti al momento della celebrazione o dalla legge dello stato di comune residenza in tale momento”

    L’impossibilità di potere accedere al riconoscimento pubblico della propria condizione sociale di coppia non rappresenta solo una violazione del principio di uguaglianza nell’accesso a diritti concreti ma comporta anche una lesione della propria dignità individuale e di coppia. Questo rappresenta un ostacolo al benessere individuale e una fonte di stress sociale a cui viene ingiustamente sottoposta una parte della popolazione a causa di una condizione personale, in violazione del principio di non discriminazione per orientamento  sessuale

    DATO ATTO

    Della riserva assoluta di legge per quanto concerne l’introduzione nell’ordinamento nazionale del matrimonio o di istituto che produca effetti analoghi

    Che la trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero non è contraria all’ordine pubblico

    RITENUTO CHE

    Le norme comunitarie e la Convenzione dei Diritti dell’Uomo, attraverso la loro ratifica, dispieghino già i loro effetti nell’ordinamento giuridico italiano anche in assenza di una normativa ad hoc

    Un’Amministrazione Comunale abbia l’onere di predisporre tutte le azioni idonee a combattere atteggiamenti discriminatori e sia in suo potere contribuire alla crescita socio-culturale della propria comunità anche attraverso atti con forte valenza simbolica

    L’esercizio di tale potere non sia in contrasto con l’attribuzione dei poteri tra Parlamento ed Enti Locali

    Sia interesse dell’Amministrazione disporre di informazioni circa la capacità matrimoniale dei cittadini residenti, ossia circa l’esistenza di rapporti familiari validamente costituiti in base ad altri ordinamenti esteri, soprattutto in considerazione del fatto che l’art. 28 della legge 218/1995 prevede che “il matrimonio è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei coniugi al momento della celebrazione o dalla legge dello Stato di comune residenza in tale momento”

    TENUTO CONTO CHE

    Il giorno 17 luglio sono state depositate presso il Comune 1300 firme (di cui 100 autenticate) di cittadini che chiedono che anche a Ferrara possano essere trascritti i matrimoni same-sex celebrati e registrati all’estero

    Negli ultimi mesi si sono succedute numerose sentenze di tribunali ordinari e amministrativi (da ultimo, Corte d’Appello di Napoli, sent. 13.3.2015; Tribunale di Grosseto, decreto 17.2.2015; TAR Lazio, sent. 9.3.2015 che dichiara illegittimo il provvedimento prefettizio di annullamento della trascrizione del matrimonio) che confermano la necessità di riconoscere a persone sposate all’estero il loro vincolo di coniugio e i diritti-doveri che ne discendono anche in Italia

    CONSIDERATO INFINE

    Che il Comune di Ferrara assolve alle proprie funzioni ispirandosi ai principi della Costituzione, a quelli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (Statuto comunale, art.4 punto 1); in particolare promuove la piena affermazione dei diritti inviolabili della persona e consolida ed estende i valori di giustizia, libertà e democrazia (art.4 punto 2 lett. a); promuove la solidarietà della comunità ferrarese (art. 4 punto 2 lett. h)

    Preso atto

    della recentissima sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la decisione del TAR del Lazio che aveva rilevato l’incompetenza di Ministero e Prefetti a cancellare i matrimoni same sex trascritti nei registri di Stato Civile.

    TUTTO CIO’ PREMESSO

    Il Consiglio Comunale

    Invita

    il Governo ed il Parlamento italiano a rimuovere gli ostacoli giuridici e amministrativi che, al momento, la più recente giurisprudenza amministrativa considera ostativi alla trascrizione dei matrimoni same-sex contratti all’estero nei registri di Stato Civile dei Comuni.

    Sollecita

    il Parlamento ad approvare urgentemente una normativa conforme al diritto internazionale sul riconoscimento civile delle famiglie omo ed eterosessuali così come previsto nella proposta di legge cosiddetta “Cirinnà” nella sua attuale estensione e senza ulteriori restrizioni nella disciplina organica dei diritti e dei doveri dei componenti.

    Impegna

    la giunta a presentare al più presto al Consiglio Comunale una proposta di regolamento dell’Elenco delle unioni Civili del Comune di Ferrara.

     

  • Odg trascrizioni: traccia dell’intevento in consiglio comunale

    Grazie Presidente,

    Vedete cari colleghi, noi qui possiamo citare giurisprudenza e dottrina giuridica, possiamo leggere sentenze, interpretare carte costituzionali o codici risalenti al ventennio. Potete provare a convincermi di tutto e del contrario di tutto.

    Poi però quando vedo un genitore tornare a casa con tre cartoni di pizza ed il figlio festeggiare correndo urlante verso la tavola, beh, io lì vedo una famiglia. Non mi importa, e non dovrebbe interessare alla politica e ancor di meno all’amministrazione, se quella coppia, sia essa omo o eterosessuale, sia convenuta in matrimonio oppure no. Se quel bambino sia figlio legittimo, naturale o adottato. Alla politica dovrebbe interessare tutelare quella famiglia, nei diritti e nei doveri dei suoi membri. Diritti e doveri ovviamente misurati al livello di vincolo che la coppia ha deciso per se e la propria prole.

    Troppo spesso facciamo una grande confusione fra la mera trascrizione di matrimoni avvenuti all’estero, il riconoscimento del diritto a contrarre matrimonio per le coppie same sex, e il riconoscimento delle unioni civili (omo o etero sessuali che siano).

    Si fa confusione perché così è più facile confondersi e negare i diritti altrui.

    Abbiamo deciso, con gli altri firmatari del documento, di presentare oggi un emendamento al documento proprio perché non volevamo ridurre questo dibattito in consiglio comunale ad una dissertazione giuridica sull’effetto di una sentenza del consiglio di stato, legittima quanto discutibile, rispetto alla giurisprudenza favorevole alle trascrizioni. Non volevamo trasformare questo consiglio comunale in un’aula di tribunale o nella sede staccata del dipartimento di Giurisprudenza.

    Sulle trascrizioni

    Abbiamo però anche deciso di presentare il testo al consiglio nella sua forma originale unicamente perché restiamo convinti che le trascrizioni dei matrimoni same-sex contratti all’estero vadano fatte, che sia questo un diritto dei nostri concittadine e delle nostre concittadine sposati all’estero ed un dovere di un’amministrazione locale che voglia renderli parte della vita sociale cittadini. Non si tratta di riconoscere in questo modo i matrimoni same-sex, cosa peraltro dal mio punto di vista assolutamente da fare: si tratta solamente di prendere atto e rendere pubblico un fatto giuridico avvenuto all’estero, magari all’interno di quell’Unione Europea di cui a singhiozzo ci sentiamo fieri di far parte. I registri di Stato Civile servono proprio a questo: a rendere pubblico alla società in cui viviamo il nostro stato civile. Pensare che non facendo un appunto su un registro si possa cancellare ciò che è avvenuto in un altro paese è una sciocca e vana ipocrisia. Dirò di più. L’accanimento contro questo piccolissimo atto amministrativo, o contro qualsiasi tentativo di riconoscimento dell’esistenza di famiglie diverse da quella tradizionale (si badi bene, non “naturale”) fondata sul matrimonio è un atto di crudeltà. Di crudeltà nei confronti di chi ha già avuto il ricoscimento dell’esistenza della sua famiglia solo perché ha avuto la fortuna e la capacità economica di potersi sposare altrove mentre noi non vogliamo nemmeno ammettere che sia avvenuto altrove quel matrimonio.

    Per questo nell’emendamento chiediamo che siano a questo punto Governo e Parlamento che risolvano la questione normando espressamente la trascrizione. La stessa previsione di delega al Governo sul tema contenuta nel ddl Cirinnà è tuttaltro che rincuorante, almeno per chi parla, sapendo bene a che Ministero poi potrebbe esserne affidata la definizione legislativa.

    Sia chiaro, per quel che conta: nessuna famiglia deve essere ostaggio di Angelino Alfano. Se Renzi e la sua maggioranza desiderano rimanerlo, facciano pure, ma per cortesia non mettiamoci in mezzo i diritti delle persone.

    Unioni Civili

    La crudeltà non risparmia neanche chi formata una famiglia non si sente o non può contrarre matrimonio. Sono famiglie che spesso hanno la necessità, meglio il diritto, di vedersi riconosciuti alcuni elementari diritti ed altrettanto elementari doveri nei confronti del proprio partner e dei propri figli.

    Non stiamo parlando di concedere alle unioni di fatto pari diritti e doveri rispetto al matrimonio come qualcuno troppo spesso agita come spauracchio. Per intenderci ancora meglio non vogliamo rendere uguali cose che uguali non sono. Sono le stesse coppie che per scelta non si sposano che non vogliono questo. Significa semplicemente permettere alle persone che si vogliono bene e che intendono dare alla propria famiglia una forma più stabile per sé e per i propri cari, di poterlo fare. Stiamo parlando, sempre per intenderci meglio, della reciproca assistenza in materia di salute, della permanenza nella casa in cui si vive in caso di morte del convivente o della successione nel contratto di locazione.

    E, si badi bene, garantire alcuni diritti ad altri non ha mai tolto niente a chi già ne godeva. Anzi, ogni giorno vediamo come sia vero il contrario: non veder garantire i diritti ad alcune persone, siano essi chessò lavoratori nei paesi dell’est europa o migranti venuti in Italia dal resto del mondo, vede via via restringersi i diritti di tutti, come è ormai evidente parlando di mercato del lavoro.

    Stiamo parlando nel nostro Comune, giusto per capirci, di circa 4500 famiglie per un totale di quasi 12000 concittadini coinvolti, rispetto alle circa 26000 famiglie “tradizionali”. Certamente non tutte queste famiglie vogliono avere un riconoscimento giuridico, ma non possiamo metterci i paraocchi e far finta che non si debba dare risposta a qualcosa che rappresenta il 15% del totale delle coppie presenti sul nostro territorio.

    In questi mesi Governo e Parlamento stanno assai faticosamente lavorando, con il DDL Cirinnà sul riconoscimento delle coppie omosessuali (tramite Unioni Civili e Convivenze di Fatto) ed alle coppie etero, tramite le sole convivenze di fatto. Trovo il lavoro fatto sinora piuttosto mediocre, frutto di mediazioni impossibili all’interno della maggioranza che sostiene il governo. Trovo altresì inspiegabile perché non si è voluto allargare la base di consenso all’interno del Parlamento, dove probabilmente si sarebbe trovato sostegno a soluzione ben più avanzate rispetto alle cosiddette “specifiche formazioni sociali”. Perché, siccome spesso le parole sono davvero importanti, e riprendendo in chiusura l’inizio del mio intervento, tale bislacco artifizio “costituzionale” rende evidente il bigottismo e la paura di non voler chiamare con il loro nome le cose: le famiglie sono famiglie, nonostante quello che dice oggi Alfano, che diceva ieri il Vaticano e che continua a dire ogni giorno il Vescovo di Ferrara e la destra ultraconservatrice.

    Nonostante questi dubbi, preso atto del clima politico generale e del livello del dibattito nel nostro paese, mi sento di sostenere l’approvazione di un qualsiasi testo che però non sia frutto di ulteriori mediazioni al ribasso.

    Siccome i miei dubbi non sono solo di merito ma anche sull’effettiva possibilità di approvazione della proposta Cirinnà, visti i già citati equilibri di maggioranza governativa, credo sia necessario che comunque il Comune proceda nel percorso avviato a inizio anno rispetto alla definizione di un regolamento attuativo dell’Elenco delle unioni Civili che possa dare una senso di efficacia alla registrazione nello stesso ed piccola risposta, per quanto possibile dall’amministrazione, ad alcune delle istanze qui citate.

  • Emendamento all’OdG sulle trascrizioni

    Si propone il seguente emendamento:

    sostituire il titolo con il seguente:

    “Ordine del Giorno sul pieno riconoscimento dei diritti e dei doveri di tutte le famiglie”

    Sostituire il testo seguente:

    TUTTO CIO’ PREMESSO

    IL CONSIGLIO COMUNALE

     INVITA

     Il Sig. Sindaco ad emanare una apposita Direttiva con la quale dispone che il Servizio anagrafe, stato civile ed elettorale del Comune di Ferrara e, per esso, i delegati alle funzioni di Ufficiale di Stato civile provvederanno a trascrivere nell’archivio di cui all’art. 10 DPR 396/2000, su richiesta degli interessati, previo scrutinio della documentazione prodotta ai sensi degli artt. 21 e 22 del medesimo DPR, gli atti attestanti la celebrazione di matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso.”

    Con il seguente testo

    Preso atto

    della recentissima sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la decisione del TAR del Lazio che aveva rilevato l’incompetenza di Ministero e Prefetti a cancellare i matrimoni same sex trascritti nei registri di Stato Civile.

    TUTTO CIO’ PREMESSO

    Il Consiglio Comunale

    Invita

    il Governo ed il Parlamento italiano a rimuovere gli ostacoli giuridici e amministrativi che, al momento, la più recente giurisprudenza amministrativa considera ostativi alla trascrizione dei matrimoni same-sex contratti all’estero nei registri di Stato Civile dei Comuni.

    Sollecita

    il Parlamento ad approvare urgentemente una normativa conforme al diritto internazionale sul riconoscimento civile delle famiglie omo ed eterosessuali così come previsto nella proposta di legge cosiddetta “Cirinnà” nella sua attuale estensione e senza ulteriori restrizioni nella disciplina organica dei diritti e dei doveri dei componenti.

    Impegna

    la giunta a presentare al più presto al Consiglio Comunale una proposta di regolamento dell’Elenco delle unioni Civili del Comune di Ferrara.

     

    Ferrara, 6 novembre 2015

    I Consiglieri comunali:

    Leonardo Fiorentini SEL

    Ilaria Baraldi PD

    Paola Peruffo FI

    Sergio Mariano Simeone M5S

  • Una città viva e accogliente

    vivaeaccoglienteSui diritti possiamo fare grandi passi in avanti. Bisogna continuare nel percorso di accoglienza dei migranti, non solo dei richiedenti asilo e riprendere il filo un perso delle politiche per la Pace e della Cooperazione decentrata. Affermare i nuovi diritti, da quelli delle coppie di fatto a quelli dell’era digitale.

    Vanno garantiti i bisogni essenziali delle persone più in difficoltà: un tetto, un pasto e una coperta per tutti perchè non si ripetano le tragedie dello scorso inverno.

    Solidarietà tra le generazioni: i giovani, studenti, lavoratori o disoccupati che siano devono vivere in una città viva e accogliente, che non ne sfrutti solo la capacità di pagare affitti e definisca postribolo i luoghi in cui vivono la sera. Dobbiamo (ri)costruire una città che permetta ai più giovani di esprimere la loro identità, le loro passioni ed anche, nel rispetto di tutti, la loro voglia di divertimento. Una città in cui sia piacevole costruirsi un futuro sereno.

    Alcune proposte

    • il registro delle Unioni Civili deve avere valore per tutte le graduatorie comunali;
    • l’Europa che vogliamo non è solo moneta unica: dobbiamo riconoscere i matrimoni e le adozioni, anche fra persone dello stesso sesso: come successo per via giudiziaria a Grosseto, il Comune deve per via amministrativa accettare la trascrizione nei registri degli atti di Stato Civile avvenuti all’interno dell’UE.
    • spazi e opportunità per la creatività giovanile: una bando pubblico per l’affidamento degli immobili comunali (e provinciali?) in disuso a realtà associative, culturali e imprenditoriali innovative costituite da giovani;
    • più risorse all’accoglienza dei senza tetto e senza fissa dimora perchè non si ripetano le tragedie dello scorso inverno;
    • i detenuti vanno accompagnati nel ritrovare cittadinanza mentre scontano la loro pena e alla loro uscita dal carcere: un alloggio e un impiego aiutano ad uscire dal circolo vizioso della recidiva.
    • diritti digitali: va assicurato a tutti, nonostante il disimpegno governativo, imprese, studenti e cittadini l’accesso alla banda larga. Per questo i Piani Operativi Comunali devono prevedere fra le infrastrutture da implementare anche quelle telematiche, rendendo così possibile l’ampliamento dell’utenza raggiunta sia dalle reti a fibre ottiche che dalle reti WIFI pubbliche. Il RUE deve prevedere di predisposizione alle reti di fibra ottica per le nuove costruzioni e per le grandi riqualificazioni urbanistiche.