• Un simbolo del disfacimento sociale e politico di questo paese

    Di Pietro balla con Aida Yespica

    Di Pietro balla con Aida Yespica

    «si può pensare a una commissione di inchiesta parlamentare che accerti le responsabilità politiche» dell’irruzione nell’istituto del capoluogo genovese durante il G8 del 2001. Questa la proposta lanciata dal leader Idv Antonio Di Pietro all’indomani della decisione dei giudici genovesi.

    Dal Corsera.

    Il fatto che quest’uomo possa essere considerato un leader politico, ritengo che sia una delle prove lampanti del disfacimento politico e sociale del nostro paese.

    Che quest’uomo poi possa solo proferire verbo oggi su Genova e sulla commissione d’inchiesta che lui ha impedito nella scorsa legislatura lo trovo semplicemente offensivo.

    Preferisco addirittura stare a sentire quel che ha da dire Manganelli.

    Commenti sulla sentenza su altri blog (via blogbabel).

  • La diaz, le molotov e la giustizia in via di prescrizione

    Ricordo abbastanza bene la notte di sabato 21 luglio. Eravamo appena tornati in pullman a Ferrara, c’era anche una piccola delegazione ad accoglierci, come i reduci dopo la guerra. Difficile andare a dormire, un giro in piazza, una birra, forse due. Poi a casa. Era l’una, forse le due, quando ricevo una chiamata da un amico milanese, rimasto a Genova: “sai che stanno faccendo? stanno massacrando persone alla Diaz”.

    La mia risposta fu quella di chi ad un certo punto della giornata aveva anche valutato di restare a genova (e dormire alla Diaz) ma che era già contento di aver riportato a casa tutti interi i due pullman ferraresi, e che aveva bisogno di qualche ora ancora per decifrare meglio quello che era accaduto nei precedenti quattro giorni genovesi. Di quella risposta mi pentii già il giorno dopo.

    Così altre telefonate: “ma è vero che là dentro c’erano spranghe e moltovov?”, “ma che è successo?”, “siamo sicuri che non ci fosse niente?”. Io che alla Diaz e al Media Center in quei giorni ci avevo passato parecchie ore, fra esercitazioni di pratica nonviolenta e aggiornamenti di siti internet, cadevo dalle nuvole. Per un attimo ho pensato di essere stato troppo ingenuo: mai visto spranghe, nè persone propense ad usarle: i black block apparirono improvvisamente venerdì mattina nelle vie genovesi (più o meno come il blocco studentesco a Piazza Navona) per poi scomparire il sabato dopo pranzo, senza mai averli visti girovagare nei forum e nei luoghi d’accoglienza. Figuriamoci poi le molotov.

    Poi si scopre degli attrezzi del cantiere a fianco “rubati” all’impresa, gli assorbenti esibiti come arma, la storia della molotov. Poi le foto della palestra insanguinata, le immagini dell’irruzione, i filmati di tutti i pestaggi gratuiti di quei giorni.

    E tutto comincia a delinearsi meglio. Come la coscienza di essere stato testimone della più grande violazione sistematica dei diritti umani avvenuta in europa dal secondo dopoguerra.

    Oggi, forse, il primo passo verso una giustizia impossibile da ottenere, causa prescrizione.

  • Don Gallo Vs Giovanardi

    L’incontro fra Don Gallo e Carlo Giovanardi. Lo spettacolo è assicurato.

    Da Youtube.

  • Macellerie messicane

    Mancava poco a mezzanotte, quando il primo poliziotto colpì Mark Covell, abbattendo il manganello sulla sua spalla sinistra. Covell fece del suo meglio per gridare in italiano che era un giornalista ma, in pochi secondi, fu circondato da ufficiali della squadra antisommossa che lo colpirono con i loro bastoni. Per un po’ di tempo riuscì a rimanere sui suoi piedi, ma poi una bastonata al ginocchio lo spedì sul marciapiede.

    Così inizia l’articolo pubblicato alcuni giorni fa sul Guardian e tradotto sul blog di jimmy. Cito un po’ in ritardo, come ci è giunta la verità su quel che accade a Genova (alla Diaz e nei giorni precedenti).

  • 7 anni fa

    Sette anni fa a Genova, durante le manifestazioni di contestazione del vertice del G8, moriva Carlo Giuliani. Sono in corso i processi per quei fatti, tragici, di un’estate genovese.

    Per cercare di non dimenticare il Comitato ferrarese Testimoni di Genova organizza per mercoledì 23 luglio alle 21,15 presso il giardino delle duchesse la proiezione del documentario OP – Ordine pubblico, Video prodotto dal Genova Legal Forum. In questa ricostruzione video si sommano le dichiarazioni dei funzionari di polizia e carabinieri rilasciate al processo contro i 26 imputati per devastazione e saccheggio e le immagini degli avvenimenti: in questo modo si svela il groviglio di bugie e false dichiarazioni dei rappresentanti le forze dell’ordine. Un documento importantissimo, prodotto dal team del Genoa Legal Forum.

    Il sito del Comitato Piazza Carlo Giuliani.

  • Una Moschea in regalo

    don galloAuguroni a Don Andrea Gallo che compie 80 anni giusto oggi.

    Il vero peccato è il consumismo che ci ha cambiati tutti” dice, e chiede un regalo: “Ecco, vorrei che si smettessero i litigi per dare la moschea ai fratelli islamici. Genova l´ha sempre avuta, sin da quando era la Repubblica, perché adesso no? Sono colpito come uomo prima di tutto, perché come Einstein che, a chi gli chiedeva la razza, rispose umana, io credo alla fratellanza“.

    La canzone con gli auguri di Manu Chao e Carotone la trovate su XL di Repubblica, è un dovere però visitare anche il sito della Comunità di San Benedetto al Porto e se passate da Genova partecipare alle iniziative di festeggiamento.

  • Arretrati

    monoliteI più attenti lettori avranno notato in questi giorni che l’archivio dei post si è allungato: ho recuperato infatti vecchi appunti (ancora il blog non era in grande voga) lasciati incustoditi sul web in questi anni.

    Idee prima, durante e dopo Genova, ma anche un’interessante riflessione (visto il dibattito sul destino dei verdi) di quasi 7 anni fa sullo spazio politico degli ecologisti. Sarà ma i vizi sembrano proprio gli stessi…

  • Scuse

    bolzanetoAlmeno quelle…

    “A nome dello Stato chiedo scusa per quello che è successo nella caserma di Bolzaneto nei giorni del G8. Condotte gravissime, inaccettabili per un Paese civile”. Scuse come ammissione di colpa. E chi parla non è persona qualunque. È Matilde Pugliaro, legale dell’Avvocatura dello Stato di Genova. Al processo per le violenze che si consumarono nella caserma di Bolzaneto

  • Noi che andiam da soli per essere d’accordo con noi stessi…

    Ricordate Veltroni su Genova?

    Ecco il fedele alleato:

    Di Pietro distingue tra i ‘ fantasmi’ del G8

    Roma. Sui fatti del G8 di Genova “va distinto l’accertamento delle responsabilità dalla valutazione politica. L’accertamento delle responsabilità non può che essere affidato a un soggetto terzo, indipendente, che non sia parte in causa, in altri termini la magistratura. Io sono e resto contrario a una commissione d’inchiesta a cui vengono assegnati poteri dell’autorità giudiziaria”. Lo sottolinea a ‘Speciale Elezioni 2008′ dell’ADNKRONOS il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro (nella foto), che si dice invece “favorevole a una commissione d’indagine che, preso atto della documentazione delle risultanze processuali, da’ una valutazione sulle responsabilità politiche”.”Purtroppo – rileva Di Pietro – su questo tema tutti giocano strumentalmente, ma nessuno illustra la differenza tra commissione d’inchiesta e commissione d’indagine. Questa è una cosa che si deve fare, perché bisogna capire se qualcuno ha aizzato o fatto sentire sicuri e ‘coperti’ dei giovani poliziotti“.

  • Falsi e ipocriti

  • Cose da fare

    garage olimpoLa CEI chiede al nuovo Parlamento una nuova legge elettorale. Sono addirittura d’accordo (ma un po’ anche con Marcello ;-), certo mi chiedo perchè non l’ha chiesto in tempi non sospetti, magari suggerendo alla Binetti di suggerire a Veltroni di non accelerare la caduta del Governo Prodi. Ma siamo in Italia, e sappiamo come vanno le cose.

    Un’altra cosa da fare sarebbe la benedetta legge per l’introduzione del reato di tortura nel nostro paese: Bolzaneto è il Garage Olimpo italiano, secondo D’Avanzo, e oggi, anche perchè quella legge non esiste, non sappiamo se mai qualcuno sarà punito per quello che è successo dentro la caserma genovese.

    Per ora ne bastano due, anche perchè ho la sensazione che nessuna delle due sarà fatta: troppo comoda questa legge per le segreterie dei partiti, troppo rivoluzionaria una legge che punisca la tortura in questo paese.

  • Cose deviate

    Eh sì, in Italia i proiettili sparati dalle forze dell’ordine hanno la precipua capacità di essere deviati. Che sia un sasso in aria, come successo secondo i periti del tribunale a Genova in Piazza Alimonda, o una rete metallica, come sostenuto dalla perizia citata oggi dalla difesa del poliziotto indagato per la morte del tifoso all’Autogrill.

    Domanda: ma se smettessero semplicemente di sparare?

  • Festa della pentolaccia

    festa della pentolacciaCarina l’idea genovese. Un blog di quartiere, un social network minimalista. Mi piace, ci fossero più ore in una giornata…

  • Cose nere

    afrika corps dall'espressoL’Espresso ci svela oggi cio’ che dalle immagini dei ruderi di Nassirya già sapevamo. Esiste, nelle forze militari italiane, una inquietante preferenza per simbologie appartenute ai regimi fascisti e nazisti. E non solo per le simbologie, anche per le parole, e i fatti. Fatti come quelli di Genova. Sì perchè, come si è discusso venerdì scorso al Cafè de la Paix, la militarizzazione delle forze di polizia (Carabinieri per primi, ma anche progressivamente la Polizia) sta portando ad una diffusione di idee e pratiche che qualcuno pensava chiuse nei libri di storia, ma che purtroppo sono sopravvissute (al tempo e alla condanna della storia) anche nelle nostre caserme. Non so quanto sia marginale questo fenomeno, certo qualcuno dovrebbe e potrebbe fare un po’ di luce…

  • Cose scritte

    cosa cambia Mercoledì 30 gennaio alle 18,30 presso il Café de la Paix (Piazzetta Corelli 24/26- Ferrara) il Comitato ferrarese Testimoni di Genova organizza il secondo appuntamento di sensibilizzazione sui fatti del G8 di Genova con l’incontro fra Checchino Antonini, giornalista di Liberazione, e Roberto Ferrucci, autore del libro Cosa Cambia (Marsilio editore pp. 192 – Euro 16,00).Dalla scheda del libro: “Cos’è successo a Genova in quei giorni del 2001?
    Cos’ha lasciato nelle persone che camminavano per quelle strade spianate dal sole di luglio? Questo romanzo è tante cose. È un reportage con l’uso deliberato di un’intima soggettiva. È l’esperienza di un rito di iniziazione collettivo nell’orrore, nella violenza e nello sbigottimento. È un percorso di formazione fuori tempo, vissuto da un protagonista che appartiene a una generazione instabile, quella dei quarantenni. È un romanzo di abbandoni e di sentimenti. È la storia privata del protagonista che torna a Genova anni dopo, entra nella stanza 914 di un anonimo albergo e vi si sistema come nel cuore del suo racconto. In giorni di febbrile passività, si alternano a fargli visita tre fantasmi struggenti, tre figure femminili, Angela, Magdalena, Elisa. Ma questo romanzo è anche un documento di denuncia, freddo, composto, fatto di immagini parlanti, prive di didascalie. Il maggior merito di Cosa cambia – con la sua scrittura nitida, sottile, acuta – è di averci regalato una verità pronunciata a bassa voce là dove tutti gridano, di aver dato vita a una narrazione silenziosa e immobile, come sa esserlo una belva addormentata.

    L’autore: Roberto Ferrucci è nato a Venezia (Marghera) nel 1960. Nel 1993 ha pubblicato il romanzo Terra rossa (Transeuropa), ripubblicato nel 1998 dall’editore Fernandel.  Nel 1999 da Marsilio è uscito il libro Giocando a pallone sull’acqua. Nel 2003 l’editore veneziano Amos pubblica Andate e ritorni, finalista al Premio Settembrini 2004. Nel 2006 partecipa con il racconto Solitudine alla raccolta di racconti curata da Romolo Bugaro e Marco Franzoso, I nuovi sentimenti (Marsilio). Ha curato per Marsilio il libro Pane e tulipani, sul film omonimo di Silvio Soldini. Dal 2002 insegna Scrittura Creativa alla Facoltà di Lettere dell’Università di Padova. Scrive su giornali e riviste.
    www.robertoferrucci.com

    Gli incontri sono organizzati in collaborazione con Arci Ferrara, Cafè de la Paix, Gli Irregolari e Coop. Nuovamente.

  • Rifiuti (e black block)

    Sarà, ma questa è davvero bella..
    Black Block

  • OP – Ordine pubblico a Genova

    opVenerdì 25 gennaio 2008 dalle 18 presso il Café de la Paix (Piazzetta Corelli 24/26- Ferrara) il Comitato ferrarese Testimoni di Genova organizza la proiezione del Video OP – Ordine Pubblico seguita da un incontro con Giuliano Giuliani e Nicola Canestrini (avvocato del glf) sulla situazione dei processi relativi ai fatti del g8 di Genova. Alle 21 ci sarà una cena a sottoscrizione a favore del Genoa Legal Forum. Info e prenotazioni: 0532.76.20.52.

    Sempre al Cafè de la Paix, ma Mercoledì 30 gennaio alle 18,30, Checchino Antonini, giornalista di Liberazione, incontra Roberto Ferrucci, autore di Cosa Cambia (Marsilio editore pp. 192 – Euro 16,00).

    Dalla scheda del libro: “Cos’è successo a Genova in quei giorni del 2001?
    Cos’ha lasciato nelle persone che camminavano per quelle strade spianate dal sole di luglio? Questo romanzo è tante cose. È un reportage con l’uso deliberato di un’intima soggettiva. È l’esperienza di un rito di iniziazione collettivo nell’orrore, nella violenza e nello sbigottimento. È un percorso di formazione fuori tempo, vissuto da un protagonista che appartiene a una generazione instabile, quella dei quarantenni. È un romanzo di abbandoni e di sentimenti. È la storia privata del protagonista che torna a Genova anni dopo, entra nella stanza 914 di un anonimo albergo e vi si sistema come nel cuore del suo racconto. In giorni di febbrile passività, si alternano a fargli visita tre fantasmi struggenti, tre figure femminili, Angela, Magdalena, Elisa. Ma questo romanzo è anche un documento di denuncia, freddo, composto, fatto di immagini parlanti, prive di didascalie. Il maggior merito di Cosa cambia – con la sua scrittura nitida, sottile, acuta – è di averci regalato una verità pronunciata a bassa voce là dove tutti gridano, di aver dato vita a una narrazione silenziosa e immobile, come sa esserlo una belva addormentata.

    Scarica l’invito in formato pdf: OP – Ordine Pubblico a Genova

    Gli incontri sono organizzati in collaborazione con Arci Ferrara, Cafè de la Paix, Gli Irregolari e Coop. Nuovamente.

  • Caro amico ti scrivo…

    G8: DI PIETRO A TRAVAGLIO, AVEVI RAGIONE, HO SBAGLIATO
    Il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ammette dalle colonne dell’Unita’ di avere sbagliato nella vicenda della Commissione d’inchiesta sul G8 di Genova. In una lettera inviata a Marco Travaglio, Di Pietro ringrazia il giornalista di avergli “aperto gli occhi”: “io e il mio partito ci siamo di fatto allineati sulle stesse posizioni del partito di Berlusconi e di quello di Mastella”.

    Solo io ci vedo un lato tragicomico in questo scambio epistolare un poco autoreferenziale (pero’ non ho letto l’articolo di travaglio nè la lettera di Di Pietro)? Ed il problema è allinearsi a Mastella e Berlusconi o mettersi le bende agli occhi (a proposito) rispetto a quello che è successo a Genova in quei giorni di luglio del 2001?

    PS: se volete approfondire interessante dibattito sul blog di Alessandro Ronchi.

    PS2: Ma guarda caso: G8: COSSIGA, NO ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE “Se il Governo o un vertice della maggioranza decideranno di far mettere all’ordine del giorno dell’Assemblea di Montecitorio, con l’intento e l’impegno di farla approvare, la proposta di istituzione di una commissione monocamerale su i fatti del G8 di Genova, io al Senato votero’ contro il Governo alla prossima occasione propizia a farlo cadere”. E’ l’avvertimento all’esecutivo e all’Unione che lancia l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. “E mi auguro – aggiunge – che Giuliano Amato e Arturo Parisi si dimetteranno. Padoa Schioppa non conta: e’ solo un ministro tecnico con sole responsabilita’ tecniche e non si intende ne’ si occupa di politica!”.

  • Vergogna

    Siccome loro tanto non si vergognano di niente, provo io vergogna per loro. Nel programma con cui lorsignori (compreso il deputato-presidente che non vota Violante) si sono presentati alle elezioni, riguardo a quanto accaduto a Genova nel 2001 c’era scritto: “La politica del centrodestra al riguardo [“la crescente domanda di sicurezza da parte della collettività”] si è mostrata del tutto indifferente: a vuoti annunci si sono affiancate misure che contrastano con il rispetto della legalità, l’inerzia rispetto alla criminalità economica, un abbassamento della guardia nel contrasto alla criminalità organizzata, l’utilizzo delle forze di polizia per operazioni repressive del tutto ingiustificate; basti pensare ai fatti di Genova, per i quali ancora oggi non sono state chiarite le responsabilità politica e istituzionale (al di là degli aspetti giudiziari) e sui quali l’Unione propone, per la prossima legislatura, l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta“.

    Sia chiaro, ma la situazione è chiara già da tempo: la bocciatura, in commissione e alla Camera, della commissione d’inchiesta parlamentare sui fatti di Genova non ha alcuna scusante, nè tecnica nè politica.

    PS: poi c’era altro, addirittura i codici di riconoscimento per i caschi dei poliziotti e l’approvazione della legges ulla tortura, ma non pretendo troppo oggi.

  • Vi ricordate l’allarme terrorismo?

    scritta bagnascoTutto partì da una scritta davanti alla cattedrale di San Lorenzo a Genova dopo le dichiarazioni di Mons. Bagnasco su pedofilia e unioni di fatto. Peraltro, visto il linguaggio in voga in questi giorni, era solo un civilissimo “Bagnasco Vergogna”. La cosa più incivile fu il fatto, davvero da condannare, che si era imbrattata la porta di una Chiesa monumentale, ma ovviamente scandalizzò il contenuto, non la forma. Improvvisamente saltarono poi fuori scritte, pallottole, frecce a 5 punte. Come al solito in Italia, con precisione più svizzera che italiana. E immediatamente l’emergenza terrorismo risaltò fuori, con addirittura una “grande vecchia”, Nadia Desdemona Lioce, allora ed ancora adesso in carcere, ma subito indagata dopo il ritrovamento di una busta in cui ci sarebbero state comunicazioni, in codice, per un piano contro Monsignor Bagnasco. Ora quest’Ansa ci da conto dell’incidente probatorio. Solo io vedo un lato tragicomico della situazione?

    (ANSA) – ROMA, 18 set – Faceva parte di materiale di divulgazione, appartenente ad una associazione religiosa di Firenze, la busta da lettera bianca sequestrata nella cella, nel carcere dell’Aquila, della brigatista Nadia Desdemona Lioce, sospettata di essere tra i mandanti delle minacce al presidente della Cei, Angelo Bagnasco. E’ quanto ha confermato, nel corso dell’incidente probatorio svoltosi nel Tribunale dell’Aquila, il perito calligrafico nominato dal gip Giansaverio Cappa, nell’ambito dell’indagine della procura abruzzese. La procura dell’Aquila dispose nell’aprile scorso il sequestro della busta trovata dalla polizia penitenziaria nella cella della Lioce. Ad insospettire gli investigatori erano stati pezzi di frasi impressi sulla parte superiore della busta, quella che si ripiega per la chiusura, che recitano su due righe: …ne do…asco.. ne…’ e poi ‘religios….’. In realta’ la frase completa era: ‘Associazione Don Vasco Nencioni per la ricerca religiosa‘. Un pacco di tali buste sarebbe stato distribuito da un volontario due anni fa alle detenute del carcere di Sollicciano, lo stesso penitenziario dove era rinchiusa allora Nadia Desdemona Lioce.

    PS: conoscendo i miei polli, esprimo in anticipo (anche se in ritardo sui fatti) la solidarietà a Monsignor Bagnasco per le minacce ricevute, anche se rivendico di non essere d’accordo con lui e riguardo alla detenuta Lioce chiarisco che non mi sta certo simpatica e che nulla giustifica la lotta armata intrapresa dalle BR.