• «La verità è che si lotta per il petrolio»

    La Nuova Ferrara del 21/03/2011 ed. Nazionale p. 7

    «La verità è che si lotta per il petrolio»
    Sulla guerra in Libia i ferraresi hanno le idee molto chiare – LA CRISI I pareri dei cittadini dopo le prime bombe

    Il sole e la bella stagione che ieri mattina hanno accolto i ferraresi sono stati guastati dalle tragiche notizie in arrivo dall’altra sponda del Mediterraneo. Venti di guerra soffiano sempre più forte dal deserto libico e quella che sembrava la “primavera” di un popolo oppresso da 40 anni di feroce dittatura si sta trasformando, giorno dopo giorno, in una cruenta e terribile guerra civile. Ora arrivano anche le “bombe umanitarie” su mandato dell’Onu che, almeno nelle intenzioni della comunità internazionale, dovrebbero fermare la tremenda rappresaglia di Gheddafi sulle popolazioni della Cirenaica.
    Un intervento annunciato da settimante che arriva tardi e lascia numerosi dubbi anche tra i ferraresi.
    «La guerra non è mai una soluzione e poi sento puzza di petrolio: i discorsi di Sarkozy e soci non mi convincono», spiega Antonio Maccanti. Gli fa eco Alessandra Schiavi: «Sono una pacifista convinta, anche se non ho alcuna simpatia per Gheddafi penso che la via diplomatica sarebbe stata una scelta migliore». Sono solo alcune delle voci raccolte dalla Nuova nella piazza cittadina: unanime è la condanna degli intervistati verso il sanguinario regime libico ma nessuno si fa illusioni sull’intervento militare occidentale. Non mancano le preoccupazioni per la posizione del nostro Paese: il governo ha offerto appoggio logistico e militare alla coalizione ma non ha ancora liquidato il trattato di amicizia siglato con il raìs di Tripoli nel 2008. «La nostra posizione internazionale è troppo ambigua: Berlusconi doveva rompere subito i rapporti con Gheddafi», denuncia la giovane studentessa Melodie Fornasier. Opinione condivisa anche da Andrea Pavanello che ricorda i complessi e controversi rapporti economici tra Italia e Libia, mentre la sua amica Irene Zappaterra accusa: «Ora i media tessono le lodi dell’intervento umanitario in Libia, perchè non hanno richiesto con la stessa attenzione un’azione umanitaria in Giappone?». «Prima baciano l’anello di Gheddafi, poi lo bombardano, la verità è che vogliono solo il petrolio: chi prima arriva meglio alloggia», commenta disillusa Alice Balboni. E la politica ferrarese che dice? Alessandro Bratti, deputato del Pd che si era astenuto sul famigerato trattato italo – libico, non nasconde le forti perplessità verso la soluzione militare: «La situazione è drammatica, penso che si sarebbe potuta evitare isolando economicamente e diplomaticamente Gheddafi anziché sdoganarlo con trattati di amicizia». Un opinione condivisa anche dall’ecologista Leonardo Fiorentini, che non ha mai fatto mistero del suo pacifismo: «L’Italia doveva muoversi prima per aiutare concretamente i civili ma il governo è rimasto a guardare».
    Intanto a tutti gli effetti la base aeronautica di Poggio Renatico è già coinvolta nelle operazioni: iL Cofa/Caoc5, infatti, – confermava anche ieri il generale Fabio Mini, ex capo di stato maggiore Nato per il Sud Europa, ha «il controllo delle linee aere avanzate», in pratica del traffico degli aerei militari.

    Scarica l’articolo in formato pdf: nuova_fe_2132011

  • La notizia di Ferragosto. Siamo in guerra, ve ne rendete conto? Sveglia!

    14736Dimenticavo: siamo in guerra, ragazzi. E la stanno vincendo i Talebani.

    Maso Notarianni su PeaceReporter:

    Afghanistan, Esteri e Difesa ammettono: è guerra. Ma chi dovrebbe difendere la Costituzione (e il lavoro, e la libera informazione, e i servizi pubblici) è troppo occupato a discutere delle proprie poltrone e delle altrui puttane)

    Meglio La Russa, e meglio Franco Frattini, di chi oggi dovrebbe stare all’opposizione e ieri stava al governo di questo Paese.

    Senza ipocrisie, il ministro degli Esteri e quello della Difesa ci dicono che l’Italia è in guerra. Per preparare la pace.

    Non c’era bisogno di loro per capire che questo Paese è precipitato nella barbarie.

    Le fabbriche chiudono, e l’opposizione si occupa delle sue poltrone e delle altrui puttane.

    Si attacca l’unità dello Stato e l’opposizione si occupa delle sue poltrone e delle altrui puttane.

    Si cancella la libertà di informazione e l’opposizione si occupa delle sue poltrone e delle altrui puttane.

    Si elimina il servizio pubblico radiotelevisivo, rapinando miliardi di euro ai cittadini, e l’opposizione si occupa delle sue poltrone e delle altrui puttane.

    Si dice con malcelato disprezzo che la Costituzione italiana è carta straccia e l’opposizione si occupa delle sue poltrone e delle altrui puttane.

    Siamo in guerra, ve ne rendete conto? Sveglia!

    1) Secondo la giurisdizione internazionale, il governo legittimo dell’Afghanistan è ancora quello talebano. Dice il generale Fabio Mini, cioé una persona molto lontana dal poter essere definita pacifista. “I talebani non sono semplici terroristi. O meglio non sono soltanto questo: sono anche i rappresentanti del governo legittimo dell’Afghanistan precedente alla guerra. In linea teorica, la loro legittimità sull’Afghanistan si esaurisce con la debellatio, cioè con la loro sconfitta, con la fine della guerra e con l’instaurazione di un nuovo governo legittimo. Ma se gli americani continuano la guerra contro di loro significa che la debellatio non è stata completata, che il governo è un fantoccio degli occupanti e che in sostanza i talebani continuano a combattere giuridicamente in nome di uno Stato che non ha firmato alcuna resa e che non ha cessato di rivendicare la propria sovranità contro l’occupante di turno”.

    2) “Oggi la Costituzione con l’articolo 11 rifiuta la guerra. Dovremmo interpre­tare quel rifiuto alla guerra includendo anche le azioni propedeutiche al creare la pace”, dice il ministro Frattini, perché “qui non si tratta di esercitazioni, bensì di azioni nelle quali davanti a noi ci sono ter­roristi, talebani, insorti ai quali la pace la dobbiamo imporre perché non c’è ancora. La imponiamo con la legittimazione della Nato, dell’Onu, ma parlare di una situazione di pace è come nascondersi dietro a un dito”.
    Frattini dice una cosa giusta e una cosa sbagliata: la Nato approva e legittima la guerra in atto. L’Onu invece no: le Nazioni Unite hanno dato il via libera, un po’ obtorto collo per la verità, ad una missione internazionale di peacekeeping. Oggi invece quella missione non esiste più. Si chiamava “International Security Assistance Force”, e secondo il sito dell’esercito italiano ha il compito di garantire un ambiente sicuro a tutela dell’Autorità afghana che si è insediata a Kabul il 22 dicembre 2001 a seguito della Risoluzione n. 1386 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2001. (Authorizes, as envisaged in Annex 1 to the Bonn Agreement, the establishment for 6 months of an International Security Assistance Force to assist the Afghan Interim Authority in the maintenance of security in Kabul and its surrounding areas, so that the Afghan Interim Authority as well as the personnel of the United Nations can operate in a secure environment).

    La missione Isaf è poi passata sotto lo stesso comando che dirige Enduring Freedom, tecnicamente la guerra di invasione dell’Afghanistan, e di fatto, essendo stata completamente snaturata, non esiste più. Il tutto, ovviamente, senza che in Italia fosse fatto un passaggio di discussione parlamentare, che pur sarebbe stato obbligatorio.

    Quindi, secondo il ragionamento dei nostri ministri e della nostra opposizione che forse distratta dalla discussione sulle proprie poltrone e sulle altrui puttane ha subito approvato l’idea di Frattini e La Russa, è lecito combattere in armi un governo e un Paese purché come fine ultimo ci sia qualche cosa di alto e importante, come la pace. Un ragionamento assurdo, paradossale. Perché seguendolo se ne dedurrebbe che chiunque prenda le armi per un fine che lui e i suoi alleati ritengano importante e alto sarebbe legittimato. Lo sarebbe stato Saddam quando ha invaso il Kuwait, lo sarebbe stato Hitler quando ha invaso la Polonia, lo sarebbero stati – se è vero come dicono in molti che dietro le loro armi ci fossero i servizi segreti dell’Est – le Brigate Rosse.

    E noi siam qui, costretti a leggere e ascoltare e vedere in tv non un ragionamento serio sulla paradossale situazione in cui siamo caduti, ma – quando va bene – una discussione sulle proprie poltrone e sulle altrui puttane.

    Forse, quando ci faranno assistere ai combattimenti dei gladiatori e ai leoni che mangiano i diversamente credenti, qualcuno di potente si accorgerà che duemila anni di crescita civile sono stati spazzati via. Sempre che non sia distratto dalle proprie poltrone e dalle altrui puttane.

  • ma dai!

    Chi l’avrebbe mai detto, Bush ha capito che le armi di distruzione di massa in Iraq non ci sono mai state….

  • Paradossi temporali

    assemblea verdi

    il dibattito interno ai verdi

    Ritorno al futuro era il titolo della mozione “Francescato/Pecoraro”. Il titolo, almeno quello, è azzeccato. Se dalla storia recente dei Verdi non si impara mai nulla (Grazia Francescato fu eletta proprio qui a Chianciano, 8 anni fa) la federazione dei Verdi ha dimostrato che dalle storie di fantascienza invece ha imparato molto.

    Come giustificare senno’ l’arrivo sul palco all’elezione di Grazia Francescato di Alfonso Pecoraro Scanio? Solo un paradosso temporale può giustificare la scena a cui abbiamo assisitito ieri sera. Il disastro della Sinistra Arcobaleno improvvisamente non esisteva più, cancellato dalla nostra linea temporale, e Francescato, Pecoraro, Bonelli, Cento, Guerra, De Petris sul palco a festeggiare.

    Fredric Brown non avrebbe poturo fare meglio.

    Buffoni.

  • Lo ha detto…

    Noi avremo pure Berlusconi sempre pronto a spararle grosse, ma questo qui non solo non ha remore a spararle, ma potrebbe anche avere fra pochi mesi i mezzi per sparare sul serio.

    Usa-Iran. McCain: bene esportazioni sigarette, uccideranno gli iraniani. Teheran: immorale battuta

    “Una battuta immorale, soprattutto se si pensa che arriva da chi si candida a guidare un paese che si proclama civilizzato”. Cosi’ il portavoce del ministero degli Esteri iraniano stigmatizza la battuta sulle sigarette pronunciata qualche giorno fa da John McCain, quando il candidato repubblicano, rispondendo ad una domanda sull’esportazione di sigarette americane in Iran aumentata durante l’amministrazione Bush, aveva detto: “e’ un modo per ucciderli”.  Mentre le persone dello staff del senatore ridevano imbarazzati all’infelice battuta, e la moglie di McCain gli dava una leggera pacca sulle spalle per rimetterlo in riga, il repubblicano ha subito aggiunto: “ovviamente e’ una battuta, di una persona che non fuma una sigaretta da 28 anni”. Non e’ la prima volta che il 71enne candidato repubblicano ‘scherza’ su un eventuale attacco all’Iran, come quando ha canticchiato “bombing Iran’ sul motivo della canzone dei Beach Boys “Barbara Ann”.

    Dal Notiziario Aduc.

  • Al bando le bombe a grappolo

    clusterBuona notizia vorrebbe essere quella giuntaci da dublino: non fosse che al solito mancano, fra le delegazioni dei 109 paesi riuniti per la Conferenza internazionale, giusto i principali utilizzatori di questo tipo di bombe.

    San Marino, Andorra e Mali?

    No, Stati Uniti, Israele, India, Pakistan, India, Russia e Cina.

  • Si, l’ha detto, ma chi se ne frega…

    precariaSì, Berlusconi ieri l’ha detto (alla precaria: “sposi un milionario”).

    Il vero problema però è che la precaria avrebbe poi detto “mi ha convinto” (fonte sky tg24 stamattina).

    Insomma chi se ne frega di quello che dice o fa.

    Perchè, come riporta l’usuale commento sulla campagna elettorale berlusconiana di Maltese su Repubblica:

    In Italia, per fortuna sua ma non nostra, offendere le donne, i media, gli avversari e perfino l’intelligenza dei propri elettori, non è considerato grave. Neppure o soprattutto dagli interessati. E’ possibile, anzi probabile, che Berlusconi non abbia perso un solo voto dei suoi, né di donne, né di giornalisti, né fra i molti antipatizzanti dell’ex Guardasigilli.

    Altre cose si dicono, ben più gravi perchè possono provocare morti: Martino ci vuole riportare in Iraq (ma non era stato il suo governo a cominciare il ritiro?)

  • Foto che fanno la storia

    Tim Hetherington, UK for Vanity FairIl World Press Photo è un concorso fotografico annuale che premia le migliori foto (e reportage) pubblicate dalla stampa mondiale, fondato nel 1955 ad Amsterdam.

    Vi ricordate l’esecuzione del sospetto viet cong, la fuga dal villaggio in fiamme dei bambini vietnamiti, l’uscita di Allende dal palazzo presidenziale, la tragedia di Bhopal, la sfida al carro armato di Piazza Tienanmen, il prigioniero incappucciato che abbraccia il figlio, o la cumpa trendy in mezzo alle bombe di Beirut? Tutte foto che hanno fatto storia, purtroppo troppo spesso una storia fatta di guerre, di vittime, di disperazione. Come quest’anno.

    Qui trovate la galleria completa dei vincitori del 2008 che saranno portati in giro per il mondo con la mostra itinerante (molto ben preparata) che si aprirà il 29 aprile dento la Oude Kerk nella splendida Amsterdam. Purtroppo non ci sono ancora appuntamenti italiani nel calendario.

  • Pazzie nucleari

    Nucleare, no grazie!Due iniziative da segnalare contro le follie nucleari che ogni tanto ritornano in voga: una è la manifestazione organizzata dai Verdi per il 10 di novembre a Vent’anni dal referendum sul nucleare. Visti i venti radioattivi che ogni tanto si alzano, forse sarà meglio esserci. Da Ferrara si organizza un Pullman, ma anche in tutta l’Emilia Romagna è iniziata la mobilitazione. L’altra è la raccolta di firme per una semplicissima legge di iniziativa popolare che chiede, in due articoli, che il territorio e lo spazio aereo della Repubblica Italiana, il sottosuolo e le acque territoriali, sia ufficialmente dichiarato “zona libera da armi nucleari” e che quindi il transito e il deposito, anche temporaneo, di armi nucleari e di parti di armi nucleari non sia ammesso in nessuna circostanza. Per firmare, a Ferrara, ogni elettrice ed elettore può recarsi in Comune – presso l’ Ufficio Protocollo Generale (Piazza Municipale n. 2 – I° Piano), in orario di apertura al pubblico 9.00 – 13.00 di tutti i giorni feriali (escluso il sabato) e il martedì e giovedì anche dalle ore 15.00 alle 17.00.

  • Silenzio birmano

    monacoCarissimi, le parole vengono meno. Queste foto di un monaco assassinato sono state prese in segreto in un obitorio. Pensate quanti molti altri hanno subito lo stesso destino. Vi prego, diffondete queste fotografie a più gente possibile, perché il mondo sappia che c’è bisogno di molto più che a semplice condanna di questi bastardi [della giunta]”.  Questo il messaggio che accompagnava due foto inviate ad Asianews. Le linko, con un avvertimento: sono foto forse non adatte ad essere pubblicate, fermarsi alla prima dovrebbe bastare, forse. Però è necessario rompere il silenzio. Ecco le foto.

  • Qualche kilometro di pace

    Libreria - 1495Bella giornata domenica. Tanta gente e bel clima generale. Pioggia evitata, il vantaggio di avere al proprio fianco dagli scout ai monaci buddhisti.
    Qui in galleria un po’ di foto.