Una risata vi seppellirà…
Nel senso che se fossi il capo della spedizione di aiuti rumena che sbarca a Tahiti e non ad Haiti, prenderei pala e piccone e mi autoseppellirei dalla vergogna…
Da ilKuda.
AGGIORNAMENTO: Si tratta di una bufala diffusa da un sito rumeno, ripreso dalle televisioni russe e rilanciato da quelle colombiane. Peccato, era divertente…
Piccolo manuale su Haiti (per giornalisti e operatori umanitari)
Roberto Codazzi, Presidente di Coloresperanza, mette un po’ in ordine su dati, geografia e storia di Haiti ad uso e consumo di giornalisti e operatori umanitari:
Preparo queste linee perchè in questi giorni tutti cercano di parlare di Haiti, ma gli errori sono tanti e grossolani, a volte anche tra gli operatori umanitari.
Il giorno del terremoto un quotidiano on-line parlava di Haiti come stato hawaino sbagliando di circa 8.500 km. Naturalmente Haiti è uno stato caraibico. Ma questo ci può stare, nella fretta di dare la notizia. Nei giorni successivi qualcuno osservava:
il paradiso incontaminato e selvaggio di Haiti popolato da donne e uomini bellissimi, quel luogo meraviglioso riporatoci anche da Paul Gauguin, è stato raso al suolo.
Ecco, quel paradiso, quello di Gauguin è rimasto al suo posto, a Tahiti, a 9.300 km di distanza da Haiti. Mentre Gauguin era in polinesia, Haiti respinse il tentativo di invasione USA nella parte nordest del paese (1891), l’attacco di due navi da guerra tedesche (1897) e l’inizio di una guerra civile (1892). Diciamo che non era un posto incontaminato eccetera eccetera.
Ma il colpo al cuore più grande me l’ha dato Limes, la rivista geopolitica di Repubblica, colei cioè che si propone di dare delle visione approfondite delle dinamiche storiche che portano agli accadimenti moderni. Sorvolando sull’attualità, facilmente suscettibile di opinioni personali, vi propongo l’analisi di questo passaggio:
Né bisogna dimenticare i 2 milioni di haitiani che vivono nella Repubblica Dominicana, solo 70.000 dei quali legali. Ma con i dominicani la situazione è spesso a rischio di rottura anche per le eredità di un passato difficile. Nell’800 più volte gli haitiani tentarono di annettersi la Repubblica Dominicana: tra 1801 e 1809, tra 1822 e 1844, e nel 1856. E sempre si segnalarono come feroci massacratori. Al contrario nel 1937 fu l’esercito dominicano a massacrare 35.000 clandestini haitiani nella Repubblica Dominicana.
- In primo luogo sulle stime di haitini presenti in Repubblica Dominicana ci sono varie scuole di pensiero, le stime vanno da 300.000 a un milione. La cifra citata da Maurizio Stefanini è assolutamente sproporzionata perchè indicherebbe che il 22% della popolazione dominicana sarebbe haitiana. Uno su quattro. Chiunque sia stato in quella terra sa che non è così. Senza citare organizzazioni non governative bastava andare sul sito dell’Organizzazione degli Stati Americani per leggere che le cifre sono 500.000/700.000 persone.
- Si legge “più volte gli haitiani tentarono di annettersi la Repubblica Dominicana: tra 1801 e 1809“. Allora, nel 1801 non esistevano né Haiti né la Repubblica Dominicana. Ricostruiamo la storia: Toussaint era un ex schiavo haitiano che dal 1791 al 1794 aveva lottato per la Spagna contro la Francia. Si unì poi alla Francia diventando un generale dell’esercito francese e combattendo contro spagnoli e britannici. Diventando il commissario unico dell’isola nel 1798, ma rimanendo ancora fedele alla Francia. Nel 1801 invade la colonia spagnola di Santo Domingo proclamando l’abolizione della schiavitù e l’annessione alla Francia (cosa che era stata sancita dal Trattato di Basilea del 1795 ma mai applicata). Nel 1802 Napoleone mandò una spedizione militare per contenere le ambizioni di Toussaint che occupò la parte occidentale dell’isola (attuale Repubblica Dominicana) fino al 1808 e reintrodussero la schiavitù. Haiti dichiarò l’indipendenza dalla Francia nel 1804.
- L’articolo continua: “sempre si segnalarono come feroci massacratori“. Questo è quello che la propaganda dominicana dice dall’epoca del dittatore Trujillo. Ma le cose sono andate un po’ diversamente. Nel 1822 i dominicani, dominati da una Spagna disinteresata all’isola, non opposero alcuna resistenza all’occupazione haitiana e consegnarono le chiavi della città al presidente Boyer. Questi implementò subito una riforma agraria, portò i Codici Napoleonici che erano la massima espressione legislativa del tempo e saranno presi come base per la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Durante il suo governo si stabilì la divisione politica ed amministrativa in Dipartimenti e Province e venne introdotto il concetto di rappresentazione democratica dei cittadini. Si avviò un’offensiva consistente contro il predominio economico della società latifondista, Codice Agrario aveva come proposito la ripartizione di terreni e portò a colpire i grandi terratenenti e la Chiesa Cattolica.
- Continua il nostro “Al contrario nel 1937 fu l’esercito dominicano a massacrare 35.000 clandestini haitiani“. Nel 1937 in Repubblica Dominicana il potere era in mano al dittatore Trujillo da sette anni. Questi era salito al potere dopo un golpe appoggiato dagli USA (che avevano occupato la Repubblica Dominicana dal 1905 al 1924) ma aveva grossi problemi di appoggio nell’opinione pubblica. Così assoldò diversi uomini nei villaggi della zona di frontiera ed ordinò che tra il 28 settembre e l’8 ottobre venissero uccisi quanti più haitiani possibili. L’ordine era chiara doveva essere colpiti all’arma bianca e da persone non militari per poter far passare i fatti come una rivolta del popolo (e non dover render conto al governo haitiano). Le stime più attendibili parlano di 15.000 persone uccise. Fra i morti, la maggior parte erano persone nate in Repubblica Dominicana da genitori neri. Non si parla mai di immigrati clandestini poichè sia Haiti (1934) che la Repubblica Dominicana (1924) era stati fino a pochi anni prima sotto il controllo USA e la frontiera era molto labile e non controllare.
Come è possibile compiere tanti errori ed imprecisioni storiche in così poche righe?
Veniamo ora agli aiuti umanitari. Oggi un operatore della Croce Rossa Italiana mostrava ad un TG il campo dove “cuochi italiani cucineranno pasta per i terremotati”. Chiunque sia stato ad Haiti sa che la pasta non viene mangiata. Al mercato binazionale che si tiene a Dajabon due volte alla settimana si trovano i grandi pacchi di pasta di aiuti umanitari che vengono spediti ad Haiti da anni, ancora sigillati e che gli haitiani vengono per comprare il riso e altri alimenti. Ad Haiti la pasta si mangia solo a colazione e quasi cruda. Perchè andare a cucinare pasta a chi non la mangia?sarebbe come se in abruzzo fossero venuti ottimi cuochi cinesi a servire soia e tofu ai terremotati. E poi, perchè cuochi italiani? Haiti è un paese povero ma ci sono persone con capacità e competenza, ci sono, o c’erano, grandi alberghi e cuochi che sono in grado per cucinare per tanta gente. Nello stesso servizio si intervistavano gli haitiani pagati un dollaro al giorno per scaricare i camion degli aiuti, mentre i cuochi che partono dall’Italia hanno stipendi di 4.000 o 5.000 euro al mese, per la trasferta. Ecco allora che la macchina degli aiuti serve per smaltire la nostra sovraproduzione alimentare e per sostenere la nostra economia.
Questa è la ragione per cui mi sto spendendo per dare risorse a quelle organizzazioni che hanno messo a dirigere i punti di assistenza persone haitiane e che non hanno speso un euro in voli intercontinetali (maggiori notizie qui).
Infine, un appunto a chi ha dato la notizia dei disordini di oggi in questo modo:
I Caschi blu dell’Onu hanno sparato colpi d’avvertimento e lanciato gas lacrimogeni per riportare la calma ad Haiti durante una distribuzione di aiuti degenerata in assalto.
Allora, anche qui proviamo a contestualizzare un po’. Si sta parlando di un tempio mormone della zona residenziale di Petion Ville all’interno del quale sono accolti un 400 senzatetto, per lo più benestanti, in 14 tende. La porta d’ingresso è stata oscurata con un pezzo di plastica per evitare che da fuori si possa vedere la situazione all’interno. Qui vi sono acqua e viveri, mentre le persone accampate intorno non hanno ancora ricevuto aiuti dal giorno del terremoto. I Caschi Blu hanno scelto di rifornire questo campo, facendo passare un convoglio scortato da tre blindati a lato di una mezza dozzina di accampamenti spontanei mai riforniti. Non si conoscono le ragioni della scelte. In questa situazione qualcuno ha alzato la voce reclamando aiuti, poi gli spari e i gas lacrimogeni.
Notizie della settimana (04/10)
Dopo la pausa della scorsa settimana per un breve viaggio di piacere, ritornano le notizie della settimana selezionate per voi fedeli lettori dai blog di tutto il mondo…
Il fascino indiscreto dello spartitette. Una ricerca del sito di appuntamenti on line okCupid ci ha svelato che il décolleté femminile (o meglio spartitette) fa guadagnare il 50% di contatti in più al proprio profilo on line. Meno successo il torso nudo maschile, anche se più si è giovani e ben dotati e più funziona. “Smontato” il mito dell’obbligo di sorriso: meglio uno sguardo sexy o misterioso… Ok invece, soprattutto per le donne, le inquadrature casalinghe: danno più intimità. Chi l’avrebbe mai detto? (da OkCupid via Phonkmeister)
Romanzo in 98 battute. Io volevo fare l’astronauta. Il mio vicino di banco voleva fare l’elettricista. Lui ce l’ha fatta. (da E io che mi pensavo)
Senza parole. La Nazione, cronaca di Firenze, del 14 gennaio intervista un sopravvissuto del terremoto di Haiti: “sono scampato per miracolo all’inferno di Haiti”. C’è anche il pezzo, con tanto di virgolettato e foto. Il corpo di Guido Galli è stato ritrovato sepolto dalle macerie dell’hotel in cui alloggiava. Difficile che abbia avuto tempo e modo di rilasciare interviste, prima di morire. (da Francesco Costa)
La sai l’ultima? Renato Brunetta potrebbe diventare sindaco di Venezia. Fino alla prima acqua alta. (Letta su Facebook).
Mezzo flop. Mantellini stronca il tablet touchscrenn apple che sta tenendo col fiato sospesa mezza internet e che probabilmente verrà presentato mercoledì prossimo da Steve Jobs. Non si potranno legger libri, e neanche utilizzarlo come PC. Allora a che servirà? Le scommesse sono accettate fino a meroledì. (Manteblog)
Haiti
Ricevo da ilKuda e volentieri pubblico:
Durante la straziante giornata di martedì in cui ho provato a raccogliere quante più notizie possibili provenienti da Haiti anche attraverso i canali non ufficiali, come presidente di ColorEsperanza ho attivato anche i contatti con le organizzazioni che da tempo collaborano con noi sull’isola per verificare le loro emergenze. I nostri partner si trovano nell’area di frontiera a nord dei due paesi, in un’area interessata solo marginalmente dal sisma. Non hanno subito danni, ma si aspettano, essendo il sistema ospedaliero di Pout-au-Prince al collasso, l’arrivo di un’ondata di profughi e di persone bisognose di cure mediche. Vicino a Quanamithe c’è un ospedale gestito da medici cubani che sembra non aver subito danni, pertanto molte persone potrebbero essere spostate nella zona. Altre proveranno a chiedere assistenza in Repubblica Dominicana.
In generale i nostri partner si troveranno a sostenere una serie di spese per garantire l’ospitalità e le cure a molte persone. Pertanto, come associazione, anche se non ci occupiamo normalmente di emergenze, ma di sviluppo, abbiamo deciso che di fronte alla cancellazione di uno stato non possiamo rimanere a guardare. ColorEsperanza ha lanciato una campagna di raccolta fondi per poter sostenere le realtà che accoglieranno le persone in difficoltà.
Per chi volesse partecipare si può effettuare un bonifico sul conto dell’associazione con causale: “Emergenza terremoto”.
BCC Cernusco sul Naviglio – filiale piazza Ghezzi
intestato a Associazione ColorEsperanza
IT 72 I 08214 32881 000000045411I fondi raccolti verranno trasferiti al 100% ai partner in loco, enti piccoli e conosciuti personalmente dai volontari di ColorEsperanza.