• Perdite acqua

    Perdite nella rete dell’acquedotto di Ferrara a gestione Hera

    Oggetto: perdite nella rete dell’acquedotto di Ferrara.

    Il sottoscritto consigliere comunale

    PREMESSO

    che il rapporto “Ecosistema Urbano 2016” reso pubblico da Legambiente in questi giorni ha rilevato, fra le molte positività della situazione ambientale della città anche alcune criticità;

    che una di queste è la percentuale di perdite dell’acquedotto di Ferrara che viene riportata nel 38,9%[1].

    CONSIDERATO

    che questo, a memoria dell’interpellante, è il valore di dispersione più alto di questo secolo.

    TENUTO CONTO

    che ai tempi della fusione per incorporazione di Agea e del ramo di gestione acqua di Acosea Spa con Hera uno dei motivi che veniva addotto da chi sosteneva il passaggio del servizio al colosso multiservizi bolognese era la capacità di investimento sulla rete e sugli impianti al fine di migliorare anche il dato della dispersione;

    RILEVATO

    • che prendendo per veritiero il dato pubblicato da Legambiente ci sarebbe stato un aumento del 21,56% delle perdite nella rete idrica del Comune di Ferrara dal 32% del 2004, anno del passaggio alla gestione di Hera Spa[2];
    • che da una analisi dei Bilanci di Hera si evince che nel periodo 2010-2014, pur rimanendo stabili in termini assoluti gli investimenti, il rapporto fra questi ed i ricavi del servizio idrico integrato è diminuito del 25%[3];
    • che tale evidenza, se confermata, parrebbe una dichiarazione di fallimento, dopo 12 anni, della gestione di Hera, almeno per ciò che riguarda la riduzione delle dispersioni.

    CHIEDE

    all’amministrazione comunale di Ferrara:

    • quale sia la serie storica del dato della dispersione idrica e degli investimenti previsti ed effettivamente realizzati da Hera Spa sulle reti per limitare la dispersione;
    • se sia mai stata fatta dall’Amministrazione o dall’Agenzia d’ambito una valutazione sull’efficacia di tali investimenti;
    • quali siano gli intendimenti dell’Amministrazione rispetto ad iniziative volte a incidere positivamente su questo preoccupante dato.

    Cordiali saluti.

    Ferrara, 18 novembre 2016

    Il Presidente del Gruppo Consiliare

    Leonardo Fiorentini

    [1] Fonte: Legambiente, Ecosistema Urbano [Comuni, dati 2015] Elaborazione: Ambiente Italia

    [2] Fonte: Bilancio ambientale del Comune di Ferrara – Consuntivo 2011-2013

    [3] Fonte: elaborazione Forum Nazionale Acqua Bene Comune su dati Hera (novembre 2015)

  • Laboratorio Pontelagoscuro

    Che cosa succede alla centrale di potabilizzazione di Pontelagoscuro?

    Fiorentini (SEL) ha presentato una interpellanza in Consiglio comunale su quella che “appare una progressiva smobilitazione” del presidio alla Centrale di potabilizzazione di Pontelagoscuro.

    E’ stata protocollata ieri in Comune a Ferrara una interpellanza presentata da Leonardo Fiorentini, consigliere comunale eletto come indipendente nella lista di SEL, sulla situazione del personale addetto alla centrale di potabilizzazione di Pontelagoscuro.

    A maggio infatti, secondo le informazioni venute in possesso del consigliere di cui si chiede conferma nell’interpellanza, si ridurranno ulteriormente i turni di presenza del personale che presidia la “Fabbrica dell’acqua” di Ferrara arrivando ad un turno spezzato per soli 5 giorni alla settimana.

    Per Fiorentini “pare evidente la progressiva smobilitazione attuata da Hera rispetto all’impianto di potabilizzazione ferrarese. Dopo la chiusura del Laboratorio analisi  avvenuta nel corso del 2009 – continua il consigliere ecologista – si è pian piano passati da una presenza 24/24 ore 7/7 giorni ad una presenza su un solo turno spezzato 7 giorni su sette. Secondo quanto sono venuto a sapere da maggio l’orario di presenza sarà ulteriormente ridotto, lasciando scoperti tuttu i week end.”

    “Se da un lato desta una certa preoccupazione – sottolinea ancora Fiorentini – l’ipotesi che per più di 48 ore non vi siano tecnici presenti all’interno dell’impianto che rende bevibile l’acqua del Po per i cittadini ferraresi, dall’altro questa progressiva smobilitazione sembrerebbe essere in contrasto con gli impegni presi dall’Azienda quando nel corso del dibattito sulla chiusura del laboratorio di analisi acqua, si garantiva una valorizzazione delle professionalità con la non tanta velata intenzione di fare diventare l’impianto ferrarese un polo di sperimentazione all’avanguardia.”

    “Immagino che negli anni siano state garantite tutte le procedure di sicurezza per il bene dei cittadini e non dubito che lo saranno ancora. Ma la domanda adesso – conclude il consigliere – è soprattutto un’altra: cosa è rimasto, a Ferrara, del know how acquisito in decenni di lavoro sulle acque del grande fiume?”

    Leggi l’interpellanza.

  • Laboratorio Pontelagoscuro

    Sulla smobilitazione del presidio della centrale di potabilizzazione dell’acqua di Pontelagoscuro

    Ferrara, 28 aprile 2015

    Al Sindaco del Comune di Ferrara

    Oggetto: Interpellanza sul presidio della centrale di potabilizzazione dell’acqua di Pontelagoscuro.

    Premesso

    • che nell’estate del 2006 è iniziata la riorganizzazione dei laboratori di analisi acque potabili di Hera Spa che ha avuto come conseguenza la chiusura del laboratorio di Pontelagoscuro dall’agosto-settembre 2009

    Tenuto conto

    • che il Consiglio comunale, nel corso del Consiglio Comunale Straordinario del 31 Agosto 2009, è intervenuto all’unanimità a difesa del laboratorio, chiedendo la modifica del percorso di ristrutturazione e precise garanzie sulla qualità dell’acqua potabile che arriva nelle case dei cittadini;

    Considerato

    • che il presidio umano nel punto di prelievo 24/24 ore 7/7 giorni appare allo scrivente l’unica reale garanzia di una capacità di intervento immediata sugli impianti in caso di anomalia o emergenza.

    Venuto a conoscenza

    • che negli anni Hera avrebbe via via depotenziato il presidio umano nella centrale di potabilizzazione passando nel 2012 dai 3 turni giornalieri (24/24ore 7/7 giorni) a 2 turni (16/24 ore 7/7 giorni) e quindi da marzo 2014 all’orario spezzato 7/7 giorni
    • che inoltre dal prossimo mese (maggio 2015) il personale addetto passerebbe ad un orario spezzato su 5 giorni alla settimana, lasciando quindi senza presenza umana gli impianti per tutto il week end

    Il sottoscritto consigliere comunale,
    INTERPELLA
    l’amministrazione per conoscere:

    • se sia vero quanto qui sopra riportato rispetto alla turnazione del personale a Pontelagoscuro;
    • se l’amministrazione ritenga adeguato tale presidio, che oltre a evidenziare il progressivo depotenziamento dell’attività della multiutility bolognese sul nostro territorio, pone interrogativi seri sugli impegni presi in sede di dismissione del laboratorio di analisi acqua di Pontelagoscuro;
    • se siano o meno a regime i progetti di implementazione dei controlli a Pontelagoscuro ed i processi “valorizzazione delle professionalità esistenti” per i quali l’azienda e l’allora ATO6 si erano impegnati e che vengono messi quantomeno in dubbio dalla smobilitazione progressiva del personale di cui si è avuta notizia.

    Si richiede risposta scritta.

    Cordiali saluti.

    Il Presidente del Gruppo Consiliare
    Leonardo Fiorentini

  • Azioni Hera

    Hera, patto di sindacato e statuto

    Intervento in occasione della discussione sulla delibera per il rinnovo del contratto di sindacato e le variazioni dello Statuto di Hera SPA sulla quale ho espresso voto contrario. La delibera è stata approvata con 20 voti a favore (PD e Ferrara Concreta) e 13 contrari.

    La mia posizione su Hera è nota perché già espressa qualche mese fa con il voto contrario in occasione dell’ultimo breve rinnovo del patto di sindacato, cercherò per questo di non ripetermi troppo, anche perché credo che sia il caso di affrontare in modo laico la questione.

    Per farlo dobbiamo premettere una cosa: Hera, società per azioni quotata in borsa, non la controlliamo – noi soci pubblici – oggi con il 58%, e non la controlleremo domani con il 45, o il 40 o il 38 per cento che sia. E’ poi ovvio che il Comune di Ferrara con la sua minima quota non può certo arrogarsi il diritto di averne il controllo, ma è un fatto che sinora il fatto di far parte del contratto di sindacato non ha permesso al comune di Ferrara di conoscere prima, ed indirizzare poi, le politiche aziendali, soprattutto a livello locale.

    La disposizione legislativa per la quale oggi ci troviamo a discutere delle modifiche statutarie di Hera appare, nella pratica, un aggiramento del referendum: dopo i tentativi di reintrodurre l’obbligo di vendita, falliti per manifesta incostituzionalità, si è voluto lavorare sull’incentivazione della cessione di quote di società pubbliche garantendo una sorta di golden share e stralciandone i ricavi patrimoniali dal blocco degli investimenti dovuto al patto di stabilità. Questo per essere sicuri che, in tempi di insopportabile stretta delle finanze locali da parte dello Stato, i Comuni seguissero l’invito del Governo reperendo così i fondi necessari per poter realizzare investimenti necessari alle proprie comunità.

    E questa è la prima ragione per cui sono contrario a questo rinnovo del contratto di sindacato e alle modifiche statutarie. Nei fatti continuiamo a seguire pedissequamente un leit motiv che in questi ultimi vent’anni si è ormai affermato come dogma. Ovvero che il privato è meglio del pubblico, a prescindere. Per far cambiare idea, o anche solo rifletterci un po’ su, non sono bastati 7 anni di crisi economica le cui cause scatenanti sono privatissime, mentre le risorse per farvi fronte assolutamente pubbliche. Una crisi che ha effetti pesanti anche a poche centinaia di metri da noi. Io credo laicamente che vi siano spazi del vivere economico che possono essere gestiti direttamente dal pubblico, e che questo possa garantirne l’efficienza come e forse più del privato. E che vi siano in particolare alcuni servizi essenziali per il vivere umano, per i quali vada escluso ogni interesse di tipo privatistico: ovviamente mi riferisco in particolare all’acqua. Si badi bene, per evitare incomprensioni, non sono qui a rimpiangere la proprietà pubblica dei beni di produzione, teoria che peraltro non mi è mai stata particolarmente cara, ma credo che i servizi pubblici locali possano essere nel novero delle attività nelle quali il ruolo proprietario degli enti locali non solo degli impianti ma anche della gestione è, laicamente, accettato. In fondo si chiamano pur sempre Servizi Pubblici Locali.

    In particolare per l’acqua, ma anche per gli altri servizi credo che non basti il ruolo di controllore, come contraente di un contratto di servizio o tramite autorità terze di controllo.

    Anche perché il ruolo controllore del pubblico è decisamente risibile, sia come proprietario di maggioranza/minoranza di una Spa quotata in borsa, che come autorità di controllo del mercato: oltre agli evidenti esempi di fallimento a livello nazionale, abbiamo Atersir a dimostrarci ogni giorno quanto sia difficile confrontarsi con colossi come le grandi Multiutility della nostra Regione.

    E qui veniamo al secondo motivo di contrarietà. In questo patto di sindacato, in questo modifiche dello statuto, non vedo passi avanti significativi nell’assetto della governance dell’azienda. Non possiamo continuare a lamentarci che di Hera non sappiamo nulla e poi continuare ad accettare questa assenza di governance nonostante i patti di sindacato ai quali abbiamo aderito sinora.

    Va dato atto al Comune, al Sindaco, alla giunta ed al Consiglio Comunale di avere ottenuto impegni sostanziali su una questione specifica che è lo smaltimento dei rifiuti oltre le quote stabilite previsto dallo sblocca italia, ma è evidente a tutti che non è efficiente un sistema che costringe a contrattare all’ultimo minuto, in una posizione di evidente squilibrio di forza, ogni singola questione.

    L’ultimo motivo di contrarietà è che l’accettazione di fatto della direzione di navigazione imposta dal governo, ovvero la vendita di parte dell’azionariato pubblico delle aziende pubbliche locali, da il via al dilapidamento progressivo di un importantissimo patrimonio produttivo (e sottolineo produttivo) pubblico in funzione di esigenze, legittime, di cassa degli enti locali. Vendere oggi per costruire un ponte o riqualificare una piazza, interventi certamente fondamentali per quella determinata comunità, significa nei fatti disperdere parte di un patrimonio costituito negli ultimi settant’anni (e forse più) ed impedire non solo operazioni future, dal mio punto di vista virtuose, come la ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico, ma anche un eventuale totale cambio di strategia di intervento dell’ente locale, che ovviamente necessita di risorse tali che una vendita parziale renderebbe impossibile. Perché è vero che si pensa alle generazioni future mantenendo il debito a livelli sostenibili, ma è anche vero che alle stesse generazioni future dobbiamo render conto di come abbiamo conservato il patrimonio pubblico di cui siamo momentanei custodi.

    E’ vero, ed è segnale positivo: l’amministrazione non ha già deciso di vendere le azioni. Ma è un segnale purtroppo che vale solo per oggi e domani. Non sappiamo cosa succederà dopopodomani: basti pensare alla spending review del governo Renzi che, a quanto scrive la stampa oggi, è alla ricerca di 4 miliardi (su 6 totali) per il 2016…

     

  • «Il no di Hera dovuto alle nuove tariffe»

    «Il no di Hera dovuto alle nuove tariffe»

    Centrale bis, tra i consiglieri comunali prevale questa spiegazione sul passo indietro. Piace l’idea della geotermia soft
  • Interpellanza sul cambiamento unilaterale dei contratti gas a clienti domestici da parte di Hera Spa.

    Al Sindaco di Ferrara
    Tiziano Tagliani

    All’Assessore alle Partecipazioni
    Luigi Marattin

    Oggetto: interpellanza sul cambiamento unilaterale dei contratti gas a clienti domestici da parte di Hera Spa.

    Premesso

    che nei giorni scorsi sulla stampa locale è apparsa la denuncia di Federconsumatori rispetto alla pratica di HERA, in forza dell’interpretazione estensiva di una recente delibera di Aeegsi, di trasformare unilateralmente alcuni contratti domestici per la fornitura del Gas dalla “Maggiore Tutela” al “Libero Mercato” senza alcuna comunicazione al cliente.

    Tenuto conto

    • che Hera è una società multiutility quotata in borsa il cui controllo risulterebbe in capo ad un patto di sindacato composto da Amministrazioni pubbliche;
    • che il Comune di Ferrara è socio di Hera;
    • che Hera si fregia di un “Codice Etico”;
    • che, anche nel caso di una corretta interpretazione delle norme, le minime regole di trasparenza e buon senso avrebbero imposto una comunicazione scritta al cliente oggetto di variazione contrattuale;
    • che Hera avrebbe risposto ad alcuni clienti che il tipo di contratto “acconti a consumi costanti” non sarebbe più inquadrabile nel servizio a “Maggior Tutela”;

    Considerato

    • che sono moltissimi i cittadini ferraresi clienti domestici Hera che si avvalgono del contratto Gas ad “Acconti a consumi costanti”;
    • che il passaggio al “Libero Mercato” può provocare nel futuro aumenti (come diminuzioni) del prezzo del gas indipendenti dalle tariffe fissate trimestralmente dall’Autorità e che tale eventualità dovrebbe essere possibile solo a seguita di scelta esplicita del cliente;
    • che pratiche poco trasparenti come quella che sarebbe stata posta in essere secondo Federconsumatori mettono in discussione non solo l’immagine della società Hera ma anche quella dei suoi soci, soprattutto in quanto Amministrazioni pubbliche.

    Si interpella l’amministrazione per chiedere:

    • se vi sono riscontri rispetto a quanto denunciato da Federconsumatori, ed in caso affermativo quanti contratti domestici siano interessati dal cambio unilaterale di contratto;
    • se il Comune, in quanto socio, abbia intenzione di intervenire, e con quali strumenti.

    Ferrara, 19 settembre 2014

    Il Presidente del Gruppo Consiliare

    Leonardo Fiorentini

  • Hera: cambio contratti Gas: interpellanza in consiglio comunale

    Hera: cambio contratti Gas: interpellanza in consiglio comunale
    Documento presentato oggi da Leonardo Fiorentini (SEL)

    E’ di questi giorni la denuncia di Federconsumatori rispetto alla pratica di HERA, in forza dell’interpretazione estensiva di una recente delibera di Aeegsi, di trasformare unilateralmente alcuni contratti domestici per la fornitura del Gas dalla “Maggiore Tutela” al “Libero Mercato” senza che vi sia stata alcuna comunicazione al cliente.

    Su questo Leonardo Fiorentini, consigliere comunale eletto come indipendente nelle liste di SEL, ha presentato oggi una interpellanza al Sindaco e all’Assessore alle partecipazioni. Il consigliere nel documento sottolinea come Hera sia una società il cui controllo dovrebbe essere in mano pubblica e che il Comune di Ferrara ne è socio. Secondo Fiorentini “anche nel caso di una corretta interpretazione delle norme, le minime regole di trasparenza e buon senso avrebbero imposto una comunicazione scritta al cliente oggetto di variazione contrattuale” soprattutto rilevato il fatto che “Hera si fregia di essersi dotata di un “Codice Etico””.

    “Peraltro – aggiunge il consigliere – se fosse vero quanto anticipato da Hera ad alcuni clienti e reso pubblico da Federconsumatori, ovvero che il tipo di contratto “acconti a consumi costanti” non sarebbe più inquadrabile nel servizio a “Maggior Tutela”, sarebbero moltissimi i cittadini interessati dal cambio di contratto. Cittadini che – rimarca Fiorentini – si troverebbero così ignari soggetti ai prezzi determinati dal “Libero Mercato” e non più a quelli decisi ogni trimestre dall’autorità.”

    “Per questo – conclude – temendo un danno di immagine per la Società ed i suoi soci, ho chiesto all’Amministrazione se vi sia un riscontro a quanto denunciato dall’associazione di consumatori e se il Comune abbia intenzione di intervenire ed in che modo, anche nella sua qualità di socio di Hera”.

    L’ufficio stampa

    Si allega il documento: Interpellanza_gas_hera.pdf.

  • Il peso dei rifiuti (non riciclabili)

    compostieraQuesta intervista di Letizia Palmisano (via Marcello) mi permette di anticipare qualche ragionamento che proporrò al consiglio di Circoscrizione di domani, dedicato all’audizione dei vertici di Hera Ferrara.

    Queste considerazioni partono dalla mia esperienza personale e dimostrano che è possibile ridurre drasticamente la produzione dei rifiuti senza grossissimi sforzi e risparmiando decine di euro di TIA.

    Ho sempre fatto raccolta differenziata, e vi assicuro che farla da pigro amante della birra quale sono in un bilocale di 60mq scarsi non è sempre facile, a meno che non si accetti di vivere fra bottiglie e cumuli di carta. Da quando è aperta la stazione ecologica in via Ferraresi però il conferimento è divenuto un po’ più semplice e soprattutto remunerativo. Complici 2 traslochi (+1 della cooperativa) in due anni con periodiche visite alla stazione ho praticamente azzerato la componente variabile della mia TIA (40/50 euro l’anno), diminuendo drasticamente l’apporto di rifiuti nei cassonetti grigi dell’indifferenziata.

    Da quando poi in famiglia abbiamo la fortuna di avere un giardino a disposizione abbiamo richiesto ad Hera la compostiera (o composteria) gratuita, ed abbiamo avviato un piccolo compostaggio in vista dell’orto prossimo venturo. Oltre allo sconto del 15% sulla parte variabile della TIA, che si aggiunge agli sconti per i conferimenti in stazione, si è così limitato al minimo i conferimenti di rifiuti indifferenziati (e quindi avviati all’incenerimento). Si sono ormai ridotti ad un sacchetto settimanale (inodore) di plastiche non riciclabili provenienti dagli imballaggi di cibi ed altri oggetti, che difficilmente raggiungono il peso di 1kg (per due persone).

    Questa esperienza mi fa trarre alcune conclusioni e proposte oltre all’auspicio, già espresso in altre occasioni, di uscire dalla contrapposizione ideologica fra sistema a cassonetti e sistema a porta a porta (si può tranquillamente immaginare un sistema misto che porti agli utenti ed ai gestori i vantaggi dei due sistemi limitandone gli svantaggi):

    • è necessario investire in nuove stazioni ecologiche, in modo da rendere più facile il conferimento dei rifiuti differenziati e più palpabili ai cittadini i vantaggi economici;
    • va studiato un sistema di raccolta dell’umido nella città che se puo’ essere porta a porta nel forese ed in periferia, difficilmente puo’ esserlo in centro, vuoi per il contesto urbanistico, vuoi per le condizioni di vita dei suoi cittadini (4 studenti in un bilocale difficilmente riuscirebbero a gestire in casa i vari bidoncini). Abbiamo sperimentato i bidoncini verdi del vetro, possiamo sperimentare compostiere o bidoncini marroni nelle aree verdi?
    • è fondamentale una legge che obblighi i produttori a confenzionare le merci con imballaggi riciclabili e di minor peso possibile.

    Qui invece qualche consiglio sulla plastica da Green Life un nuovo canale DeAgostini on line, totalmente gratuito e on demand, dedicato all’ambiente, al viver verde e in salute.

  • Il peso dei rifiuti (non riciclabili)

    compostieraQuesta intervista di Letizia Palmisano (via Marcello) mi permette di anticipare qualche ragionamento che proporrò al consiglio di Circoscrizione di domani, dedicato all’audizione dei vertici di Hera Ferrara.

    Queste considerazioni partono dalla mia esperienza personale e dimostrano che è possibile ridurre drasticamente la produzione dei rifiuti senza grossissimi sforzi e risparmiando decine di euro di TIA.

    Ho sempre fatto raccolta differenziata, e vi assicuro che farla da pigro amante della birra quale sono in un bilocale di 60mq scarsi non è sempre facile, a meno che non si accetti di vivere fra bottiglie e cumuli di carta. Da quando è aperta la stazione ecologica in via Ferraresi però il conferimento è divenuto un po’ più semplice e soprattutto remunerativo. Complici 2 traslochi (+1 della cooperativa) in due anni con periodiche visite alla stazione ho praticamente azzerato la componente variabile della mia TIA (40/50 euro l’anno), diminuendo drasticamente l’apporto di rifiuti nei cassonetti grigi dell’indifferenziata.

    Da quando poi in famiglia abbiamo la fortuna di avere un giardino a disposizione abbiamo richiesto ad Hera la compostiera (o composteria) gratuita, ed abbiamo avviato un piccolo compostaggio in vista dell’orto prossimo venturo. Oltre allo sconto del 15% sulla parte variabile della TIA, che si aggiunge agli sconti per i conferimenti in stazione, si è così limitato al minimo i conferimenti di rifiuti indifferenziati (e quindi avviati all’incenerimento). Si sono ormai ridotti ad un sacchetto settimanale (inodore) di plastiche non riciclabili provenienti dagli imballaggi di cibi ed altri oggetti, che difficilmente raggiungono il peso di 1kg (per due persone).

    Questa esperienza mi fa trarre alcune conclusioni e proposte oltre all’auspicio, già espresso in altre occasioni, di uscire dalla contrapposizione ideologica fra sistema a cassonetti e sistema a porta a porta (si può tranquillamente immaginare un sistema misto che porti agli utenti ed ai gestori i vantaggi dei due sistemi limitandone gli svantaggi):

    • è necessario investire in nuove stazioni ecologiche, in modo da rendere più facile il conferimento dei rifiuti differenziati e più palpabili ai cittadini i vantaggi economici;
    • va studiato un sistema di raccolta dell’umido nella città che se puo’ essere porta a porta nel forese ed in periferia, difficilmente puo’ esserlo in centro, vuoi per il contesto urbanistico, vuoi per le condizioni di vita dei suoi cittadini (4 studenti in un bilocale difficilmente riuscirebbero a gestire in casa i vari bidoncini). Abbiamo sperimentato i bidoncini verdi del vetro, possiamo sperimentare compostiere o bidoncini marroni nelle aree verdi?
    • è fondamentale una legge che obblighi i produttori a confenzionare le merci con imballaggi riciclabili e di minor peso possibile.

    Qui invece qualche consiglio sulla plastica da Green Life un nuovo canale DeAgostini on line, totalmente gratuito e on demand, dedicato all’ambiente, al viver verde e in salute.

  • Raccolta differenziata: cambio di rotta della Provincia e del Comune di Ferrara?

    Hanno stupito molto le dichiarazioni dell’Assessore provinciale Bellini, durante un Forum organizzato da un quotidiano locale, riguardanti la difficoltà di “mantenere le promesse”, ovvero gli obiettivi previsti da Piano Aria e Piano Rifiuti della Provincia. Lo stupore deriva sia dal fatto che si dimentica (o si vuole ignorare) che tali obiettivi non sono altro che la traduzione nella pianificazione locale di provvedimenti legislativi o accordi sovranazionali e che i Piani stessi indicano modalità ed azioni utili a raggiungerli, ma soprattutto dal fatto che essi sono obiettivi posti dal precedente Consiglio Provinciale non certo per vezzo o sbadataggine, bensì per migliorare la salute del nostro ambiente e di chi lo vive.

    Purtroppo si tratta di un’operazione, quella di dichiarare impossibili obiettivi che mettono in primo piano la sostenibilità ambientale e la salute dei cittadini (ed in secondo gli interessi economici), che pare andare di gran voga di questi tempi – tempi in cui l’ecologismo politico è stato messo in un angolo dal vociare inconcludente del nostro paese – ed in modo assolutamente bipartisan. Tanto che Filippo Bernocchi, delegato ANCI alle Politiche ambientali, nonché Assessore ai rapporti istituzionali e alle grandi opere del PDL a Prato, Avvocato e membro fisso delle Commissioni VIA dei Governi Berlusconi, nelle settimane scorse ha potuto tranquillamente dire rappresentando i Comuni italiani che per quanto riguarda la differenziata “l’obbligo di legge che ci impone di arrivare al 65% non è sostenibile nè utile”.

    Per questo ho presentato un’interpellanza presso il consiglio circoscrizionale 1 chiedendo in primo luogo all’Assessore all’Ambiente del nostro Comune se condivida o meno le dichiarazioni dell’Assessore provinciale e del delegato Anci. Ma non solo. Al di là dell’interesse di conoscere quali siano i dati delle sperimentazioni avviate negli anni scorsi, anche su stimolo delle circoscrizioni (raccolta del vetro tramite i bidoncini nel centro medioevale, la raccolta porta a porta della carta nell’entromur, la concessione gratuita delle compostiere ai cittadini e alle scuole) e quali siano i dati di raccolta della nuova stazione ecologica (ed i tempi per la realizzazione delle nuove) credo che sia di interesse comune conoscere quali strade si intendono percorrere per raggiungere l’obiettivo di progressivo aumento della raccolta differenziata e diminuzione della produzione dei rifiuti che mi auguro sia ancora condiviso.

    In particolare riterrei utile continuare nella realizzazione di un sistema di raccolta integrato e misto, che preveda l’estensione del porta a porta nei quartieri la cui struttura edilizia e urbanistica lo permetta, la sistematizzazione della raccolta differenziata a livello condominiale, l’estensione delle raccolte puntuali (bidoncini, cassonetti interrati) nel centro storico, la sperimentazione di “compostiere sociali” da affidare ad esempio alla cura dei Comitati di gestione degli orti, ai Centri Sociali, ai condomini o a gruppi di cittadini. Senza poi dimenticare le azioni già avviate per la riduzione dei rifiuti, come il progetto finanziato dalla Regione Emilia Romagna di realizzazione di un centro del riuso e del recupero presso i locali dell’ex Macello di Ferrara (di cui si chiedono i tempi di realizzazione) e quali altre azioni siano state previste volte alla riduzione dei rifiuti alla fonte.

    Leonardo Fiorentini
    Presidente Gruppo Verdi per la Pace Circoscrizione 1

    Scarica il testo dell’interpellanza in formato pdf: piano_rifiuti

    Scarica l’articolo in formato pdf del Forum de La Nuova Ferrara: forum_nuova

  • La Fabbrica dell’Acqua.

    comitato-acquaDopo l’interpellanza della scorsa settiman, aderisco, ovviamente, alla catena di blog a sostegno dell’appello a difesa della Fabbrica dell’Acqua di Ferrara. Cosa fare per aderire con il vostro blog alla catena? Molto semplice, ecco le istruzioni:

    1. Scrivete un nuovo post sul vostro blog a sostegno dell’appello
    2. inserite come tag “laboratorio analisi acqua”
    3. Linkate la pagina dell’appello: http://www.forum.ferrara.it/acqua/in-difesa-del-laboratorio-analisi-acqua-di-pontelagoscuro/
    4. Linkate questo post con le istruzioni: http://www.forum.ferrara.it/acqua/2009/08/18/la-catena-per-la-fabbrica-dellacqua-di-ferrara/
    5. Copiate e incollate i blog e i siti che hanno aderito alla catena: fioreblog, il blog di Leonardo Fiorentini, Logos – il blog di Giuseppe Fornaro, Federazione dei Verdi di Ferrara, Il blog di Franco Corleone, il blog di Fuoriluogo.it, Letizia Palmisano, Marcello Saponaro, Roberto Capuzzo
    6. Inserite un commento a questo blog indicando l’adesione del vostro blog e l’indirizzo web del post.

    Dal comunicato stampa di lancio dell’iniziativa:

    Sono ormai 500 le adesioni all’appello lanciato pochi giorni fa su Facebook a difesa del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro, dopo la decisione di Hera di avviarne lo smantellamento. In pochi giorni, e nonostante il ferragosto, il tam tam telematico ha permesso di raccogliwre moltissime adesioni al Gruppo “In difesa del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro” raggiungibile all’url http://www.facebook.com/home.php?#/group.php?gid=115834229068, mentre per permettere l’adesione all’appello in difesa della Fabbrica dell’Acqua di Ferrara è stato anche aperto un sito internet raggiungibile all’indirizzo: http://www.forum.ferrara.it/acqua.

    Riporto qui sotto appello:

    La Fabbrica dell’Acqua
    In difesa del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro

    Per oltre tre anni l’azione congiunta delle moltissime sigle (associazioni, sindacato, forze politiche) che fanno parte del Comitato Locale Acqua pubblica e delle Istituzioni locali avevano frenato il piano di smantellamento di Hera del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro. Ora il nuovo Sindaco di Ferrara ha di fatto dato il via libera a Hera (di cui il Comune di Ferrara è socio al 2,4%) che, nella migliore tradizione di “trasparenza e partecipazione”, ha annunciato di utilizzare il mese di agosto per realizzare il Piano di riorganizzazione interna prevedendo un solo Laboratorio Analisi Acqua dell’Azienda a Sasso Marconi.

    Eppure questa scelta non riguarda solo i lavoratori del settore, ma tutti i cittadini; questa scelta non riguarda solo il Sindaco, ma l’intera Giunta e l’intero Consiglio Comunale.

    Riguarda tutti per due ragioni: la prima attiene al diritto di avere controlli certi sulla qualità dell’acqua che beviamo, che viene prelevata dal Po e resa potabile e sulla capacità di interventi rapidi in caso di emergenza; la seconda al dovere di non defraudare la comunità locale della possibilità in futuro di riprendere la gestione diretta del ciclo idrico integrato, scelta compiuta di recente, ad esempio, dal Comune di Parigi e in funzione della quale l’esistenza di un laboratorio di altissimo livello, quale è il nostro, sul territorio è condizione essenziale. L’acqua è bene comune indispensabile alla vita e il livello dei controlli sulla sua qualità non può e non deve essere determinato da convenienze economiche aziendali.

    Sono stati moltissimi in questi giorni i soggetti sociali, politici, sindacali che hanno espresso ferma contrarietà al progetto.

    Chiediamo ai vertici di Hera, al Sindaco di Ferrara, alla Presidente della Provincia di Ferrara, alle forze politiche di maggioranza e di opposizione di agire per impedire lo smantellamento del laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro. Chiediamo a tutti di difendere la nostra “fabbrica dell’acqua”.

    Seguono 495 adesioni.

    Per aderire.
    Via web: http://www.forum.ferrara.it/acqua
    su Facebook: http://www.facebook.com/home.php?#/group.php?gid=115834229068

  • Quanto conta realmente il Comune di Ferrara in Hera? Vediamo le carte!

    fontanellaHo presentato oggi un’interrogazione sull’avvio delle procedura di chiusura del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro ed il trasferimento delle funzioni di controllo dell’acqua potabile presso il Centro Hera di Sasso Marconi annunciata da Hera in queste settimane.

    Nel documento ricordo come “l’Amministrazione comunale di Ferrara ha aderito da molti anni al Manifesto dell’Acqua, una delle iniziative del Comitato Internazionale per un contratto mondiale per l’acqua” e che più volte la precedente amministrazione, in sede di Consiglio e Giunta si era espressa fermamente contraria al trasferimento delle funzioni di controllo dell’acqua potabile cittadina a Sasso Marconi; anzi, solo pochi mesi fa, il “Consiglio comunale aveva auspicato che la comunità locale in futuro potesse riprendere la gestione diretta del ciclo idrico integrato, una scelta compiuta di recente, ad esempio, dal Comune di Parigi”.

    La scelta di Hera “pare unicamente volta a garantire un risparmio di costi interni all’azienda e non a garantire la sicurezza del servizio idrico affidatole dal Comune di Ferrara” e nello stesso tempo “pone interrogativi rispetto alla reale tutela del diritto dei cittadini ferraresi di avere controlli certi sulla qualità dell’acqua che prelevata dal Po e resa potabile, arriva nelle loro case e pone dubbi sulla capacità reale di interventi rapidi in caso di emergenza”. Per questo chiedo di essere informato su “quali siano nel dettaglio le procedure e i tempi di controllo e verifica della potabilità dell’acqua dopo la chiusura del laboratorio”.

    Ma c’è un altro aspetto molto importante da chiarire. A fronte di pronunciamenti univoci e ripetuti degli organi elettivi e rappresentativi della comunità locale (Sindaco, Giunta, Consiglio), la concessionaria del servizio idrico partecipata dal Comune stesso ha continuato nella sua riorganizzazione interna come se nulla fosse accaduto. Vorrei quindi conoscere “quali siano stati gli atti formali e informali dei rappresentanti del Comune di Ferrara in seno a Consiglio di amministrazione di Hera, Assemblea dei Soci, Consiglio di Hera Sot seguite ai diversi pronunciamenti del Consiglio Comunale al fine di scongiurare la chiusura del laboratorio di Pontelagoscuro”.

    Ho richiesto copia dei documenti prodotti in questi mesi all’interno di Hera dai rappresentanti del Comune: solo così si potrà finalmente avere percezione di quanto conti effettivamente il Comune – con il suo 2,4% di azioni – in Hera, e di quanto chi rappresenta i cittadini, direttamente o indirettamente, possa incidere sulle scelte operative della Società Multiservizi. Questo è un argomento molto dibattuto in città in queste settimane: certamente visti i risultati, la proposta dei Verdi, avanzata in tempi non sospetti (e con ben più elevati valori azionari), di uscire da Hera e reinvestire il ricavato per riprendersi il servizio idrico e diminuire il debito sembra sempre più un’occasione sprecata.

    Allegati: il testo dell’interrogazione (pdf)

  • Quanto conta realmente il Comune di Ferrara in Hera? Vediamo le carte!

    Ho presentato oggi un’interrogazione sull’avvio delle procedura di chiusura del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro ed il trasferimento delle funzioni di controllo dell’acqua potabile presso il Centro Hera di Sasso Marconi annunciata da Hera in queste settimane.

    Nel documento ricordo come “l’Amministrazione comunale di Ferrara ha aderito da molti anni al Manifesto dell’Acqua, una delle iniziative del Comitato Internazionale per un contratto mondiale per l’acqua” e che più volte la precedente amministrazione, in sede di Consiglio e Giunta si era espressa fermamente contraria al trasferimento delle funzioni di controllo dell’acqua potabile cittadina a Sasso Marconi; anzi, solo pochi mesi fa, il “Consiglio comunale aveva auspicato che la comunità locale in futuro potesse riprendere la gestione diretta del ciclo idrico integrato, una scelta compiuta di recente, ad esempio, dal Comune di Parigi”.

    La scelta di Hera “pare unicamente volta a garantire un risparmio di costi interni all’azienda e non a garantire la sicurezza del servizio idrico affidatole dal Comune di Ferrara” e nello stesso tempo “pone interrogativi rispetto alla reale tutela del diritto dei cittadini ferraresi di avere controlli certi sulla qualità dell’acqua che prelevata dal Po e resa potabile, arriva nelle loro case e pone dubbi sulla capacità reale di interventi rapidi in caso di emergenza”. Per questo chiedo di essere informato su “quali siano nel dettaglio le procedure e i tempi di controllo e verifica della potabilità dell’acqua dopo la chiusura del laboratorio”.

    Ma c’è un altro aspetto molto importante da chiarire. A fronte di pronunciamenti univoci e ripetuti degli organi elettivi e rappresentativi della comunità locale (Sindaco, Giunta, Consiglio), la concessionaria del servizio idrico partecipata dal Comune stesso ha continuato nella sua riorganizzazione interna come se nulla fosse accaduto. Vorrei quindi conoscere “quali siano stati gli atti formali e informali dei rappresentanti del Comune di Ferrara in seno a Consiglio di amministrazione di Hera, Assemblea dei Soci, Consiglio di Hera Sot seguite ai diversi pronunciamenti del Consiglio Comunale al fine di scongiurare la chiusura del laboratorio di Pontelagoscuro”.

    Ho richiesto copia dei documenti prodotti in questi mesi all’interno di Hera dai rappresentanti del Comune: solo così si potrà finalmente avere percezione di quanto conti effettivamente il Comune – con il suo 2,4% di azioni – in Hera, e di quanto chi rappresenta i cittadini, direttamente o indirettamente, possa incidere sulle scelte operative della Società Multiservizi. Questo è un argomento molto dibattuto in città in queste settimane: certamente visti i risultati, la proposta dei Verdi, avanzata in tempi non sospetti (e con ben più elevati valori azionari), di uscire da Hera e reinvestire il ricavato per riprendersi il servizio idrico e diminuire il debito sembra sempre più un’occasione sprecata.

    Allegati: il testo dell’interrogazione (pdf)

  • Vendere Agea Reti ad Hera? Meglio di no.

    Dal sito dei Verdi di Ferrara:

    I Verdi di Ferrara ribadiscono il loro no alla vendita della quota in capo al comune di AGEA Reti ed invitano la maggioranza consiliare a riflettere su una scelta che continua ad apparire ai nostri occhi sbagliata. Se infatti Hera vuole acquistare l’intera Agea Reti non è certo per beneficenza: quello di Hera è un desiderio molto comprensibile e certamente lungimirante. Stessa lungimiranza sarebbe bene avesse l’Amministrazione Comunale che dovrebbe vedersi come soggetto che deve agire per il bene comune, nel breve, nel medio e nel lungo termine.

    Crediamo infatti che sia addirittura necessario potenziare il ruolo del Comune in Agea Reti, come abbiamo sempre proposto. E’ una scelta strategica determinata dalla consapevolezza che già ora, ma sempre di più in futuro, sarà essenziale mantenere la proprietà pubblica locale delle reti infrastrutturali a garanzia dell’approvvigionamento del gas, di costi sull’utenza non in costante crescita, per assicurare entrate pubbliche sempre certe e, come l’Unione Europea chiede, la concorrenza, messa ovviamente a serio rischio se lo stesso soggetto è sia proprietario delle reti sia affidatario dell’erogazione del gas. L’acquisto da parte del Comune della quota azionaria di Agea Reti detenuta da Hera, attraverso la cessione di parte delle azioni di Hera possedute dal Comune di Ferrara, garantirebbe una azienda interamente di proprietà della città con entrata certa, per sempre, del canone di utilizzo delle reti (2.000.000 di euro circa) e la disponibilità dell’intera quota residua distribuibile; inoltre,  azzerando i mutui e agendo su altre voci è possibile ottenere ulteriori economie a vantaggio della Holding Ferrara Servizi, al 100%  di proprietà del Comune.

    Purtroppo abbiamo visto in questi anni quanto hanno contato quel 2,3% di azioni di Hera possedute dal Comune di Ferrara: depotenziamento del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro, scarsa qualità del servizio di pulitura strade, aumento delle tariffe, aumento esponenziale dei costi per l’illuminazione pubblica. Addirittura Hera ha inoltrato un ricorso al TAR sull’inceneritore contro il Comune (azionista) e la Provincia di Ferrara che tutelavano la salute dei propri cittadini. In questa situazione sinceramente non vediamo quale vantaggio possa avere “aumentare il nostro peso relativo nella compagine societaria di Hera”.

  • HERA: basta ipocrisie, o dentro o fuori…

    L'inceneritore di Ferrara

    L'inceneritore

    Sulla vicenda del ricorso al TAR di Hera sull’AIA della Provincia per l’inceneritore riporto l’intervento dei Verdi di Ferrara:

    ASSEMBLEA E CDA DI HERA SI ESPRIMANO SULLA VICENDA FERRARESE. BENE LA PROPOSTA DI LEGAMBIENTE DI UN REFERENDUM PROMOSSO DALLE ISTITUZIONI A DIFESA DI POLITICHE DEI RIFIUTI BASATE SULLA RIDUZIONE, IL RICICLO E RIUSO, LA RACCOLTA DIFFERENZIATA.
    RIBADIAMO CHE USCIRE DA HERA SI PUO’ E SI DEVE. CHI RIFIUTA QUESTA OPZIONE FACCIA UNA PROPOSTA ALTERNATIVA CREDIBILE PERCHE’ COSI’ NON SI PUO’ ANDARE AVANTI.

    Il nodo resta sempre e comunque Hera e i rapporti tra questa Azienda e gli Enti locali soci. Hera s.p.a. si muove come una azienda privata, come una delle peggiori aziende private; invece è a maggioranza pubblica, ma assolutamente indisponibile a rispettare sia gli accordi che essa stessa firma sia le politiche territoriali decise da Enti Locali suoi soci. E i soci pubblici sono imbrigliati da questo ruolo e da un quadro di grandi ambiguità.
    Era tutto previsto e prevedibile, ma così non si può andare avanti.
    I vertici di Hera – proprio grazie al fatto che è “pubblica” – sono nominati sulla base di accordi politici e istituzionali e non è pensabile che continuino a non rispondere a questi soggetti così come che vi siano forze politiche con un piede in due staffe.
    Le dichiarazioni a mezzo stampa, gli incontri formali e informali, gli organismi di partecipazione e di controllo non sono sufficienti vista l’arroganza dei vertici di Hera. Siamo convinti che il Sindaco di Ferrara e Mauro Cavallini, consigliere di amministrazione di Hera S.p.a. intendano davvero difendere le scelte condivise dalla maggioranza dei rappresentanti della comunità locale, ma proprio per questo ora è necessario mettere in campo atti concreti da parte di chi ricopre ruoli all’interno di Hera. Occorre che Sateriale e Cavallini chiedano, rispettivamente, all’assemblea dei soci e al Cda di Hera S.p.a. di discutere e decidere in relazione alla vicenda ferrarese, e la decisione che verrà assunta dovrà determinare le scelte successive del Comune di Ferrara. E’ arrivato il momento di una presa di posizione chiara da parte di tutti, compreso il Cda di Hera Sot Ferrara che sembra aver scelto la parte del pesce in barile.

    Da mesi abbiamo proposto di prevedere un percorso di uscita da Hera del Comune di Ferrara, la vendita delle quote e l’utilizzo del denaro per costituire un Ente di Diritto Pubblico proprietario della rete e del servizio idrico, per acquistare tutte le reti del gas, per costruire un ufficio comunale in grado davvero di controllare la gestione dei servizi pubblici e i contratti, per abbattere il debito del Comune. Chi rifiuta questa ipotesi non può limitarsi a dire “no”, ma deve indicare una alternativa credibile che consenta di uscire dalla situazione attuale così fortemente condizionata da questa azienda. Una nuova fusione tra Hera e altre aziende simili non è certo la soluzione, anzi significherebbe ingigantire ulteriormente i problemi di oggi.
    Non è accettabile che Hera pretenda di determinare le scelte degli Enti Locali, che voglia gestire l’inceneritore senza rispettare i limiti definiti dalla programmazione provinciale; a questo punto Provincia e Comune di Ferrara non possono limitarsi ad azioni difensive, hanno il diritto e il dovere di chiedere ai cittadini di esprimersi. Nelle scorse settimane Legambiente ha proposto che siano gli Enti locali a promuovere un Referendum in risposta alle pretese di Hera, un Referendum che consenta alla comunità di dire se vuole o no una politica dei rifiuti basata sulla riduzione, sul riciclo e il riuso, sulla raccolta differenziata e dunque su una progressiva diminuzione di utilizzo di inceneritore e discariche. E’ una proposta che appoggiamo e che porteremo già nei prossimi giorni nelle sedi istituzionali.

    Barbara Diolaiti
    Presidente Federazione provinciale dei Verdi

  • Fusione Hera-Iride-Enia: l’acqua rimanga pubblica!

    acuqIl comitato per l’acqua pubblica di Ferrara nell’ambito del percorso individuato per escludere la gestione dell’acqua dalla fusione Hera Iride Enia, ha chiesto un incontro con il Sindaco. Ecco la lettera con la quale si richiede l’incontro.

    Ferrara, 10 giugno 2008

    Alla cortese attenzione del Sindaco di Ferrara,

    dott. Gaetano Sateriale

    Oggetto: RICHIESTA INCONTRO URGENTE IN RELAZIONE ALL’IPOTESI FUSIONE HERA E ALLA POSSIBILITA’ DI ESCLUDERNE LA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

    Gentile Signor Sindaco,

    Le chiediamo un incontro urgente al fine di illustrarLe la nostra proposta.

    L’ACQUA è un bene comune ed è un bene finito indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi. La disponibilità e l’accesso all’acqua potabile sono diritti umani inalienabili e inviolabili di ciascuno. Per questo è necessario sottrarre l’acqua alle leggi del mercato e della concorrenza ed è urgente delineare politiche pubbliche che garantiscano una quantità minima vitale di acqua, gratuita, a tutti gli esseri umani del mondo assieme al diritto delle persone a partecipare attivamente alla gestione di questo bene comune.

    Erano questi gli obiettivi di fondo della proposta di legge di iniziativa popolare sulla quale un anno fa sono state raccolte in tutta Italia oltre 400.000 firme di cittadine e cittadini, tremila dei quali ferraresi.

    Abbiamo deciso di riprendere quei contenuti e declinarli a livello locale per chiedere una diversa gestione dell’acqua anche nella nostra città e nel territorio provinciale.

    Come Lei sa bener, nel Comune di Ferrara l’intero servizio del ciclo idrico integrato è gestito dall’azienda HERA S.p.a., società multiutility a maggioranza pubblica, partecipata dai privati e quotata in Borsa. Acosea Impianti S.p.a., società interamente pubblica (72% Comune di Ferrara 28% diviso tra altri Comuni del territorio), è invece proprietaria delle reti idriche e degli acquedotti, come prevede la legge in vigore (D.lgs 267/2000).

    Il fatto che sia HERA a gestire l’acqua non ha portato a nostro avviso alcun vantaggio alla nostra comunità locale: la legge Galli del 1994 prevede che le tariffe debbano coprire i costi degli investimenti e garantire al gestore, chiunque esso sia, almeno un 7% di utili aggiuntivi. Anche per questo avrebbe oggettivamente più senso che il servizio idrico integrato venisse gestito da un Ente di diritto pubblico.

    Gli svantaggi derivanti dalla gestione Hera sono inoltre evidenti: aumento delle tariffe e una riorganizzazione interna che ha portato al depotenziamento del Laboratorio Analisi Acqua di Pontelagoscuro, struttura all’avanguardia ed indispensabile per garantire la qualità dell’acqua utilizzata nel territorio.

    Hera risponde principalmente a logiche di mercato, come qualunque società quotata in Borsa. Riteniamo sia illusorio pensare o sperare che essendo a maggioranza pubblica sia più preoccupata della gestione democratica dell’acqua anziché di produrre utili.

    Negli ultimi mesi la stampa ha dato notizia di iniziative finalizzate alla fusione di Hera con altre Società multiutility italiane per dare vita ad una megasocietà in grado di stare sui mercati nazionale e internazionale. Enia e Iride sono le altre società con le quali Hera sta definendo il piano di fusione che verrà poi portato al voto dei Consigli Comunali, Ferrara compresa.

    Siamo molto preoccupati e abbiamo elaborato una proposta che vorremmo appunto illustrarLe e che, in sintesi, si articola in alcune richieste a Lei e ai consiglieri comunali di Ferrara (e ai sindaci e ai consiglieri degli altri 10 Comuni la cui gestione dell’acqua è affidata a Hera):

    1. operare affinché l’Agenzia di Ambito (ATO 6) definisca un nuovo sistema tariffario che penalizzi chi spreca l’acqua e garantisca 50 litri gratuiti al giorno ad ogni persona

    2. agire per una trasformazione di Acosea da s.p.a. in Ente di diritto pubblico

    3. avviare un percorso per riportare la gestione dell’acqua da Hera ad Acosea trasformata.

    E’ un percorso che potrebbe, per altro, coinvolgere non solo il nostro territorio, ma tutti gli Enti locali soci di Hera; ed è un percorso che potrebbe coinvolgere anche il CADF.

    Certi della Sua attenzione e consapevoli della sensibilità che in più occasioni Lei ha dimostrato sul tema dell’Acqua intesa come bene comune, restiamo in attesa di un riscontro e La salutiamo cordialmente.

    Davide Scaglianti Referente Comitato Locale Acqua Pubblica

  • TIAZero. Questo sì che si può fare! (ma anche no, aggiornamento)

    Boom della stazione ecologica di Via Ferraresi, a Ferrara. La posizione comoda, relativamente vicina al centro, sulla tangenziale esterna che porta il traffico verso sud (e verso l’ipercoop) ha avuto certamente un ruolo importante nel successo (l’altra si trova nella zona industriale a ovest della città, vicino all’inceneritore, lontano da tutto).

    Ma l’altro aspetto importante che secondo me ha influito sul successo è che finalmente il cittadino può testare gli effetti di un principio del decreto Ronchi, quello del pagare per quanti rifiuti produci realmente, che sinora era stato un grande miraggio, anche con il passaggio da Tarsu a Tariffa. In effetti siamo ancora all’approssimazione, perchè al posto di pesare ciò che si getta nell’indifferenziato, alla stazione ecologica si pesa ciò che si differenzia e lo si scala dalla TIA. Un bonus di 1 euro ogni dieci chili, che può sembrare poco, ma che in effetti non è così risibile.

    Così ho fatto un esperimento su me stesso. Da gennaio non getto più la differenziata nei cassonetti in strada, ma la conservo gelosamente nel mio appartamentino di 60mq (già peraltro abbastanza ingombrato) e la porto in via Ferraresi. Per ora 5 conferimenti, per un totale di 310 kg. Un po’ gonfiati dall’influenza delle decine di chili di RAEE che sinora custodivo gelosamente in casa e in ufficio, e di un mobile che l’ultimo dell’anno (scorso) ha deciso di abbandonare la mia cucina sfaldandosi sotto il peso degli anni (e delle stoviglie). Grande ruolo nel peso hanno comunque le bottiglie (di birra) e la carta, mentre la plastica rimane solo ingombrante – e inquinante – anche se raccolta in modo spinto.

    Se teniamo conto che un bimestre di TIA mi viene a costare circa 22 euro e che nei primi due mesi pieni (15 gennaio – 15 marzo) ho conferito 300 kg di materiale (quindi ottenuto 30 euro di bonus), beh il mio obiettivo di TIAZero sembrerebbe a portata di mano. Su questo risultato pesano però molto, in tutti i sensi, i rifiuti “arretrati”. Vedremo. Resta che per ora ho ottenuto già uno sconto di una rata, che mai mi sarei aspettato all’inizio dell’esperimento.

    Continuerò per l’intero anno nell’esperimento che vorrei sviluppare anche con la verifica del peso dei rifiuti indifferenziati conferiti nel cassonetto. Appena riesco a trovare una bilancia adatta proverò a fare un test di un mese e vi aggiornerò.

    Rimane a questo punto da risolvere solo l’umido: mi piacerebbe che prima o poi si possibile ipotizzare una compostiera comunitaria, in qualche area verde. Serve pero’ un grado di coscienza civica molto alta, forse la sperimenteremo, da qualche parte.

    PS: se poi qualcuno trova la “bazza” di passare per cassonetti e raccogliere gli ingombranti che nonostante il numero verde e la raccolta gratuita a domicilio vengono abbandonati in strada, per azzerarsi la TIA, beh io la troverei solo una cosa positiva (anche perchè la raccolta straordinaria degli ingombranti ci viene poi addebitata nella TIA complessiva)

    AGGIORNAMENTO: fonti ben informate mi segnalano due cose.

    1. Il bonus si applica solo sulla parte variabile della Tariffa, per cui non su tutto l’importo della stessa. Insomma resta comunque a carico dell’utente la quota fissa.
    2. Da aprile ad agosto Hera ha fatto un accordo con Coop Estense che attribuirà punti spesa per ogni conferimento.

    Ai cittadini piace la stazione ecologica «Boom» di rifiuti
    La Nuova Ferrara del 20/04/2008 ed. Nazionale p. 13

    Alla nuova Stazione Ecologica di Hera in via Ferraresi sono già state conferite oltre 270 tonnellate di rifiuti. In questi primi tre mesi sono stati rapidamente raggiunti numeri importanti, grazie alla grande partecipazione dei cittadini. In marzo si è registrato un incremento dei conferimenti del 28% rispetto a febbraio, portando il numero di ingressi nel trimestre a oltre 5.600; in media sono stati conferite circa 3 tonnellate di rifiuti ogni giorno, quasi 50 Kg medi di rifiuti per utente.
    Il tipo di rifiuto più “frequente” è il legno (tra le più importanti e facili da recuperare e riutilizzare), di cui sono stati raccolti ben 67.420 kg; segue la carta/cartone per un totale di 56.240, i rifiuti ingombranti con 37.920 kg, il verde da sfalci con 21.460 kg, il ferro con 31.920 kg e i Raee con 22.290 kg. Questi dati testimoniano il grande apprezzamento per il nuovo impianto da parte dei ferraresi. A sostegno della raccolta differenziata, è iniziata anche la raccolta punti “Solo per te” che proseguirà fino al 16 agosto.
    Alla Stazione ecologica (aperta il lunedì dalle ore 13 alle 18 e dal martedì al sabato dalle 9 alle 18) possono essere conferiti: carta, cartone, vetro, imballaggi metallici (lattine, barattoli, ecc.), imballaggi in plastica, batterie auto/moto, olio minerale e vegetale, rifiuti ingombranti di uso domestico, tv e monitor, frigoriferi e congelatori, cartucce da stampa elettroniche, inerti in moderate quantità, legno, residui vegetali, pneumatici (massimo 2 senza cerchioni), filtri aria/olio, tubi e lampade fluorescenti al mercurio, contenitori con residui di vernici, solventi, pesticidi, pile.

  • Cosa mi tocca scrivere

    Qualcuno potrebbe pensare che è invidia per la laurea che non ho mai preso, in verità all’ennesima telefonata di un’amica che si ritrova periodicamente a ripulire il sagrato di San Girolamo ho deciso di scrivere questa lettere aperta al Rettore dell’Università di Ferrara.

    Gentile Professor Bianchi,

    Le scrivo questa lettera aperta, a distanza di un anno dai contatti che abbiamo avuto sui problemi legati alle feste post-laurea degli studenti del suo Ateneo. Nonostante le premure dell’Università e il controllo dei Vigili Urbani le “gioiose” feste dei neolaureati continuano infatti ad imbrattare alcuni angoli della nostra città.

    Sia chiaro: è lungi da me l’intenzione di voler impedire ad un neo-laureato di festeggiare, anche denudandosi e facendosi ricoprire di uova e farina, la propria Laurea. Lo trovo semplicemente un po’ stupido, ma chi mi conosce sa che non è mia abitudine scandalizzarmi per gesti sopra le righe, linguaggio scurrile, o per nudità più o meno mostrate, e che soprattutto guardo sempre con dubbio e perplessità gli interventi repressivi a cui prima o poi qualcuno dovrà ricorrere.

    Però non è più sostenibile che gli studenti continuino in una pratica che imbratta marciapiedi, strade e muri della città, e che, nel caso di via Savonarola, offende luoghi importanti per chi ha sensibilità religiosa (sagrato di San Girolamo e San Francesco) o anche semplice amore per i monumenti della propria città (Casa Romei e Palazzo Renata di Francia). Non è oltretutto giusto che l’onere della pulizia debba poi ricadere sulla collettività (gli interventi straordinari di Hera gravano sulla TIA) o peggio ancora su volenterose cittadine che, armate di scopa, spesso si ritrovano a dover riparare ai danni altrui.

    Per questo Le chiedo pubblicamente lo sforzo di individuare all’interno dei numerosi cortili delle facoltà dell’ateneo estense un luogo in cui gli studenti possano, contenti loro, sfogare la propria felicità fatta di lanci di uova e farina (magari versando all’università un contributo per la successiva pulizia) per poi permettere loro di continuare i loro festeggiamenti, anche in mutande per quel che mi riguarda, in giro per la città.

    Leonardo Fiorentini
    Il Presidente della Circoscrizione Centro Cittadino

  • Via da Hera

    via da heraSe entri in un’azienda, le conferisci i gioielli di famiglia e questa finisce per farti causa perchè poni limiti alle emissioni di un inceneritore a maggior tutela della popolazione, perchè non uscirne? E’ quello che propongono i Verdi di Ferrara, che manco volevano entrarci in Hera, all’amministrazione comunale ed alla città.